LA DISCUSSIONE FACEBOOK
Qualche regola – che non riesco ad osservare - per affrontarla al meglio.
1) EDUCAZIONE. Banditi gli insulti, ma da evitare anche la scarsa considerazione per la posizione altrui, ovvero l’insulto indiretto. Le allusioni malevole creano un effetto valanga più nocivo delle offese esplicite. In questo secondo caso, almeno, si gioca a carte scoperte. Nel primo caso non sai mai se mollare al suo destino il tuo “nemico”, e in genere s’innescano estenuanti discussioni con post che per 4/5 sono creative premesse sarcastiche ad uso e consumo di chi legge dovendo prendere parte e per 1/5 osservazioni nel merito. In questi casi l’allocazione dell’intelligenza è altamente inefficiente visto che viene quasi totalmente assorbita dal dover punzecchiare in modo fantasioso la controparte.
2) NOVITA’. Specie se lo scambio si prolunga, intervenire solo se si ha qualcosa di nuovo da aggiungere. L’insistenza è forse peggio della maleducazione.
3) LINK. Evitarli, così come è doveroso evitare le citazioni. Il bello e il brutto dello scambio social è che sta tutto lì davanti a te, che non sei tenuto a esiliarti altrove perdendo il filo e la bussola. Lo scopo del tuo interlocutore è quello di entrare in relazione prima ancora che di informarsi. Se proprio non resisti a sfoggiare i tuoi autorevoli link, apri un blog.
4) LEGGERE. Leggere la risposta altrui da cima a fondo, non limitarti alle prime tre righe, anche se di solito già quelle ti fanno scattare la risposta impellente. Se leggi tutto ti accorgerai che i tuoi sforzi potevano essere evitati o meglio calibrati.
5) TITOLI E ACCREDITAMENTO. Inutile e di cattivo gusto esibirli su F. Da evitare anche nel profilo, se possibile. Purtroppo o per fortuna qui si parte alla pari, è una fatica di Sisifo, occorre sempre ricominciare sempre daccapo. D’altronde, se i tuoi titoli non emergono naturalmente nella discussione, probabilmente nemmeno te li meriti del tutto. Lo so, discutere di un problema su cui hai meditato anni con uno che dall’altra parte sta palesemente improvvisando sul momento qualcosa di apodittico è frustrante, ma funziona così. Scegliti meglio gli amici.
6) SEDE. Non denunciare la tua pigrizia con la delirante uscita “non è questa la sede per approfondire…”. Cosa potresti pretendere di più rispetto ad uno scambio scritto interattivo dove ognuno è chiamato ad esporre in modo chiaro il suo pensiero, dove ad ogni affermazione puo’ intervenire un’obiezione, dove puoi prenderti il tempo che vuoi per meditare, dove puoi far decantare il tuo messaggio, dove puoi rileggere quanto ha detto il tuo interlocutore, dove puoi risalire controcorrente il dibattito rischiarandoti le idee. Neanche un convegno di specialisti della materia presenta queste condizioni ideali. Dicendo “non è questa la sede per approfondire…” stai solo manifestando la tua pigrizia personale, è come se dicessi “non ho voglia di approfondire la questione…”. E’ normale che sia così, il 95% degli utenti F non ha né voglia né tempo di approfondire la questione, ma questo non significa che, qualora avesse tempo e voglia, F sarebbe la sede ideale per farlo.
7) PREVENIRE. L’errore più comune nelle discussioni F è quello di esprimersi tentando di prevenire le obiezioni. Non è così che funzionano i social! Il tuo messaggio dovrebbe essere conciso, chiaro, semplice… e quindi anche tremendamente vulnerabile e aperto ad obiezioni. Una volta che saranno avanzate, risponderai. Non è un monologo, è un dialogo socratico. Mai prevenire, non stai scrivendo un saggio, la prevenzione di obiezioni che nessuno ha intenzione di farti rende tutto inutilmente cervellotico. Non dire mai "le cose sono più complesse...", piuttosto fai quel passetto necessario nella giusta direzione per renderle tali.
8) ASPETTA IL TUO TURNO. Medita la tua risposta e attendi di leggere quella della controparte prima di replicare. Chi accavalla i messaggi non ha capito dove si trova.
9) UN MESSAGGIO, UN ARGOMENTO. Mai dire due cose in un unico messaggio. Figuriamoci tre.
10) CITA. Chi non sa discutere su F - oppure ha argomenti deboli da offrire - lo sgami subito perché "mette troppa carne al fuoco", si consola pensando che sommando tanti zeri possa uscire dal cilindro un numero elevato. In questi casi cita una parte del commento altrui - magari la più debole, così impara - e rispondi solo a quella. Aggiungi una denuncia al suo modo goffo di procedere.
11) ALLEANZE. Se la discussione s’infervora respingi le alleanze con chi ti si mostra solidale, esprimi un qualche disaccordo anche con lui prendendo le distanze. L’alleanza esibita è l’inizio della fine, è la premessa per sterili conflitti tra bande.
12) SOLDI. Un modo non banale per semplificare le discussioni consiste nel trasformarle in scommesse. Cerca sempre la sfida con premio pecuniario, ti accorgerai ben presto come le affermazioni diventeranno più caute e interlocutorie. i soldi rendono tutto più serio. Purtroppo, la scommessa ha una cattiva reputazione, talvolta meritata, ma anche una nobile tradizione nella forma di scommessa accademica.
12) DILETTANTE. Privilegiare le discussioni dove il dilettante puo’ dare realisticamente un contributo, ovvero quelle su temi interdisciplinari, o a equilibrio multiplo, oppure temi che riscuotono un interesse marginale: il futuro molto anteriore, certi aspetti teologici trascurati. Ideali sono anche i temi con tesi serie che farebbero perdere di prestigio chi le sostiene (scuola, sanità, povertà, famiglia…). Ma anche quei temi che, come dicevamo sopra, è più facile trasformare in sfide pratiche: quando si tratta di scommettere il dilettante sopravanza spesso il professionista.
12) DA DOVE PARTIRE. Ricorda che ogni argomento ha la sua letteratura. Ovvero, esiste un gruppo di persone che lo ha studiato tutta la vita. Ricordatelo quando cerchi di farti un’idea in quei pochi secondi in cui sei chiamato a dire la tua. La cosa migliore, quindi, è pronunciarsi solo dopo aver consultato questi autori, almeno un paio, almeno uno. Col web si puo’. In caso contrario, massima prudenza.
12) ACCORDO. Ricorda sempre che ogni discussione razionale termina con un accordo. Ma un accordo nel merito, non un accordo su dove si è in disaccordo. Se l’accordo manca, o non c’è stime e fiducia tra gli interlocutori o la discussione non è terminata.
12) DA DOVE PARTIRE. Ricorda che ogni argomento ha la sua letteratura. Ovvero, esiste un gruppo di persone che lo ha studiato tutta la vita. Ricordatelo quando cerchi di farti un’idea in quei pochi secondi in cui sei chiamato a dire la tua. La cosa migliore, quindi, è pronunciarsi solo dopo aver consultato questi autori, almeno un paio, almeno uno. Col web si puo’. In caso contrario, massima prudenza.
12) ACCORDO. Ricorda sempre che ogni discussione razionale termina con un accordo. Ma un accordo nel merito, non un accordo su dove si è in disaccordo. Se l’accordo manca, o non c’è stime e fiducia tra gli interlocutori o la discussione non è terminata.
13) THIS IS THE END. Ricorda che se non rispondi non significa che ti arrendi agli argomenti altrui, non significa che non hai più niente da dire, al massimo significa che hai già detto quel che basta, che ritieni quanto hai detto sufficiente. Lo stesso vale se non ti risponde più la controparte. Magari non è così, magari effettivamente non sai cosa dire, eppure dimenticare questo precetto e farsi invadere dal demone dell’ultima parola puo’ essere letale.
Tutta utopia? Cancello tutto?
Benvenute le aggiunte.