giovedì 1 agosto 2019

LO SPROFONDO DELLA POVERTA' DAVANTI AL REDDITO MINIMO

LO SPROFONDO DELLA POVERTA' DAVANTI AL REDDITO MINIMO

All'Olimipiade preferireste vincere la medaglia d'oro o fare il vostro record personale? La risposta è ovvia per tutti.

Un po' meno ovvio applicare questa logica alla vita di tutti i giorni, se lo facessimo ci accorgeremmo che il rango influisce più del reddito sul nostro benessere. Se il mio reddito migliora ma resto l'ultimo staccato, per me le cose non sono cambiate granché.

Ecco perché chi conosce i poveri dubita del reddito minimo. Per carità, non dico che non serve. Serve, serve. Serve a chi lo concede, in primo luogo i politici. O alla Nazione che se ne fa lustro.

A un povero interessa poco essere un po' meno povero. Che differenza fa? Nemmeno essere più povero lo infastidisce più di tanto. Questo significa che insistere nel vizio e scavare quando si è già toccato il fondo è quanto ci aspettiamo da lui. E raramente restiamo delusi.

Scommettere, per esempio, è una strategia razionale per un povero: se perdo non aggravo la mia disperata situazione, ma se vinco... Bere è cosa buona e giusta per un povero: i postumi non peggiorano la mia già grama situazione, ma per lo meno durante l'ebbrezza me la godo. Picchiare la moglie puo' essere l'alternativa migliore a mia disposizione: raddoppierà i lamenti il giorno dopo ma per un attimo la morsa della sua delusione non mi cingerà d'assedio.

Se questa è la situazione, l'elemosina di un reddito di cittadinanza non comporta nessun sollievo. Giusto qualche fondo in più per scommettere, bere, drogarsi... e poi picchiare la moglie per prolungare di qualche ora queste miserabili estasi.

https://www.amazon.com/Persistence-Poverty-Economics-Well-Off-Cant/dp/0300151365