Bombe, attentati, scontri di piazza... Vladimiro Satta è l'autore da consultare per farsi un'idea sulla violenza politica in Italia...
Il periodo considerato nel suo libro...
... La violenza politica, nelle sue varie espressioni, è un fenomeno ricorrente nella storia dell’Italia unita. Il periodo che va dalla fine degli anni Sessanta agli anni Ottanta fu il più violento dalla nascita della Repubblica...
Come segnare l'inizio degli anni di piombo?...
... Una vena di aggressività affiorò il 1° marzo 1968 a Roma (scontri di Valle Giulia) dall’interno del movimento studentesco...
All'inizio fu lo stragismo di una certa destra...
... Nel corso del 1969 si susseguirono una serie di attentati dinamitardi incruenti – alcuni a opera di fascisti, altri di anarchici – ai danni di sedi di istituzioni fino ad arrivare al tragico salto di qualità con l’apparizione dello stragismo, una forma di terrorismo di estrema destra...
Seguito da manie di golpismo strisciante...
... sempre a destra, furono intessute trame golpiste che, pur non essendo mai arrivate oltre la soglia del tentativo di colpo di Stato inscenato da Junio Valerio Borghese ma conclusosi con un dietrofront nella notte fra 7 e 8 dicembre 1970, potenzialmente avrebbero comportato un massiccio uso della forza...
Poi il terrorismo rosso delle Brigate Rosse...
... Nella seconda metà del 1970 prese le mosse la lotta armata condotta dalle Brigate rosse e da altri gruppi di estrema sinistra...
... con la risposta nera...
... Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio del decennio successivo si scatenò un terrorismo nero di nuova generazione – si pensi ai Nuclei armati rivoluzionari – per certi aspetti speculare a quello rosso...
Ciliegina sulla torta il terrorismo internazionale...
... il Paese fu teatro di azioni di terrorismo internazionale, specie mediorientale, e nel 1981 dell’attentato contro papa Giovanni Paolo II (un discorso a parte andrebbe fatto per il disastro aereo del 27 giugno 1980 nel cielo di Ustica)...
Ma a quel tempo il fenomeno del terrorismo era ubiquo, non certo un'esclusiva italiana...
... L’origine straniera della definizione «anni di piombo», comunque, ci ricorda che il caso italiano non fu isolato. Uno studioso del terrorismo su scala mondiale, Walter Laqueur, titolando un suo famoso libro, chiamò il periodo 1958-1975 L’età del terrorismo. Le ricerche in chiave comparatistica di Leonard Weinberg e altri mostrano che l’avvento di sistemi democratici nel mondo contemporaneo ha coinciso con l’ascesa del fenomeno terroristico in svariati Paesi... la novità della democrazia genera spesso grandi aspettative seguite da delusioni...
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Tra gli studiosi internazionali viene accreditata una tesi: l'avvento della democrazia porta terrorismo.
Perchè?
Molte aspettative, molte delusioni. Da qui la reazione armata.
Si diffonde facilmente una sensazione di "rivoluzione sociale tradita"...
... per una fascia consistente delle masse popolari, la fine della dittatura doveva essere il preludio di una rivoluzione sociale...
La cosa è tanto più vera quanto più il quadro politico è frantumato. Il sistema elettorale proporzionale in questo non ha aiutato…
… Inoltre, sempre secondo Weinberg, tra i sistemi democratici risultano maggiormente esposti al terrorismo quelli che presentano un elevato grado di frammentazione politica,6 ovvero una morfologia caratteristica dell’Italia di quegli anni, nei quali vigeva un sistema elettorale proporzionale con soglia di accesso in Parlamento bassissima…
Aggiungiamoci elezioni con un unico competitore, nel senso che all’altro )PCI) l’accesso alla stanza dei bottoni era di fatto interdetto…
… Ancora, nota Weinberg, le elezioni possono essere libere e corrette, ma quando i risultati sono sempre favorevoli a una parte e sfavorevoli al principale partito di opposizione ciò può indurre taluni a smettere di accettare le regole del gioco…
Un certo populismo latino non ha certo giovato…
… Come la storiografia (soprattutto anglosassone) ha rilevato da tempo, nel nostro Paese i modelli totalitari e i radicalismi di destra e di sinistra continuavano a godere di un livello di popolarità ormai desueto presso altre democrazie occidentali…
Tra le cause, da escludere la povertà…
… Non si può dire, viceversa, che l’insorgenza della violenza politica e dei terrorismi fosse conseguenza delle condizioni materiali di vita della popolazione…
Al contrario, ad essere nel mirino di molti terroristi era il nuovo stile di vita dovuto all’arricchimento dei ceti popolari…
… Al contrario, eversori di destra e rivoluzionari di sinistra riconoscevano apertamente che l’aumento dei consumi nel secondo dopoguerra era tanto sensibile da influire profondamente sulla società italiana e sui suoi valori ma, poiché demonizzavano la trasformazione dello stile di vita degli italiani in tale direzione, intendevano combattere tutto ciò…
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Sono stati molto studiati – e continuano a esserlo – i terroristi e i gruppi da essi formati, mentre lo sono stati molto meno gli apparati statali preposti a contrastarli. Come giudicare la loro azione?
Bene.
Le tesi sulla strategia della tensione si sono sgretolate progressivamente. Non si possono escludere depistaggi, anzi, comunque operati da singoli più che dalle istituzioni…
… Emergerà così un quadro assai più realistico di quelli proposti dalle consuete raffigurazioni in chiave di complotto, le quali non a caso risultano a volte caricaturali e altre volte nebulose, mai convincenti. In realtà, gli errori e le manchevolezze di vario tipo – operativo, amministrativo, giudiziario, normativo e politico – furono compensate da decisioni opportune e da successi che, messi insieme, portarono alla vittoria finale… gli attacchi contro la democrazia furono di provenienza varia, e non già un’unica trama recitata da attori che un Grande Vecchio travestiva con costumi dai colori diversi di volta in volta…