lunedì 6 settembre 2010

La scrivania di Hawking

Entro nel mio ufficio e noto la presenza di una scrivania.

C' è da sempre ma oggi ho deciso di chiedermi da dove arriva, come mai è lì.

Dopo le prime indagini non ne vengo a capo e decido che la cosa migliore è pensare che Dio sia la causa di questa misteriosa presenza.

Dopo ulteriori indagini però riesco a ricostruire la vicenda: la scrivania è stata costruita da un falegname che l' ha venduta al negoziante dal quale la comprò mio padre che poi la mise dove si trova ora.

Dopo questa sensazionale scoperto decido di diventare ateo.

Che storia buffa!

Sì, ma sai dirmi cosa c' è in fondo che non va in questa storia?

Bè, in effetti... il mio ateismo sarebbe giustificato solo se "tutto" si esaurisse nella mia "scrivania". Una premessa alquanto bizzarra.

Ebbene, quando uno scienziato viene a raccontarci che i suoi telescopi non hanno avvistato alcun Dio, a me, è inevitabile, viene sempre in mente la "scrivania".

Oggi è la volta di Hawking: Dio non esiste, non è necessario.

Ovviamente i filosofi, che non disdegnano la possibilità di apparire sui giornali, si sono affrettati a mettere in evidenza l' incoerenza delle speculazioni dello scienziato.

Ma perchè affrettarsi? In fondo vale quanto affermato dal collega di Hawking, l' astrofisico italiano Tommaso Maccacaro: "... mi sembrano affermazioni talmente irrazionali da far sì che qualsiasi teologo principiante ne possa fare un solo boccone».

Teologo principiante? Io direi "principiante" e basta: basta infatti pensare alla storia della "scrivania".

In fondo noi tutti sperimentiamo il fatto che il mondo non si esaurisce nell' insieme delle cose "avvistabili dai telescopi".

C' è molto altro, chi puo' negarlo?: la mente, l' intenzione, la coscienza, la causa, la verità, la responsabilità, il bene, il male... sono tutte cose della cui esistenza pochi dubitano. Eppure sono "avvistabili" solo dal senso comune, mica dai micro-telescopi.

L' argomento è semplice perchè 1) il problema è semplice e 2) il credente spesso non è un intellettuale.

L' ateo moderato potrebbe comunque sostenere che perlomeno la conoscenza scientifica puo' fare a meno di Dio, se poi c' è dell'' altro si vedrà.

Ma neanche questo convince la persona con istruzione sotto la media.

La conoscenza scientifica puo' fare a meno dell' uomo? E' pur sempre la mente umana a "conoscere", in fondo.

Ebbene, se l' uomo è importante per avere "conoscenza scientifica", allora chi scaccia Dio dalla porta se lo rivede entrare dalla finestra.

Ma l' ateo, specie se di mestiere fa lo scienziato, è molto intelligente (ha un' istruzione sopra la media!), veità semplici non bastano ad inchiodarlo, è in grado di replicare con arguzia costruendo concetti molto articolati.

In effetti, di fronte alle repliche dell' ateo, io (credente) sono imbarazzato. Ma non tanto perchè mi vedo con le spalle al muro, non tanto perchè vedo confutate in modo ineludibile le mie convinzioni, quanto perchè proprio non capisco mai bene cosa voglia dirmi!

Sarà che frequento ambiti con istruzione media deprimente.

Certo, sento che vuole far passare i concetti di cui sopra (causa, verità, intenzione, pensiero, bene, male, numero...) come mere illusioni che un bel giorno verranno smascherate.

Da subito ho la sensazione che il suo discorso sia a dir poco stravagante (la mia mente un' illusione?). Certi suoi concetti non riesco a pensarli con chiarezza talmente sono sfuggenti e difficili.

Se poi a questo aggiungo che, finita la discussione sull' ateismo, lui stesso comincia a pontificare in termini di "causa", "mente", "giusto" e "sbagliato", allora mi convinco definitivamente che non mi ha convinto.