E Gilli chiosa:
Per sconfiggere corruzione, guerra e malefatte varie della politica, la soluzione non si trova in una moralizzazione forzata della politica (la famosa “questione morale”), né tanto meno in altre soluzioni più o meno estemporanee (dal divieto di avere parenti in politica, al limite di due mandati nel Parlamento, etc.). Piuttosto, se dove c’è politica c’è corruzione, la soluzione si trova nel ridurre al minimo lo spazio della politica nell’arena sociale. Dove c’è economia c’è efficienza. Dove c’è politica c’è, inevitabilmente, inefficienza.
Certo, il potere corrompe e la politica sfuma inevitabilmente in corruzione. E' così da duemila anni e non c' è Di Pietro che tenga.
L' importante è vedere se l' economia non degeneri naturalmente in politica creando un unico circuito. D' altronde il capitalismo da chi va difeso se non dai capitalisti?
Se un circuito simile esiste non ha nessun valore pragmatico il consiglio di puntare sull' economia, è un proclama al pari di quello dei moralizzatori.
Per diminuire la politica ed esaltare l' efficienza si punti piuttosto sulla sete localistica di potere. Un potere decentrato entra necessariamente in competizione e accresce la necessità di efficienza facendo in modo che ci si rivolga all' economia. W il federalismo, quindi (e magari anche i paradisi fiscali).
Non è che per combattere il Bossi dell' Expo sia necessario il Bossi di Pontida?