sabato 27 giugno 2009

Senza il "cattivo" nessuna storia puo' essere raccontata.

Chi ama la discussione è inevitabile finisca per discutere sui dissensi. Cio' svia la percezione di chi osserva e impedisce di vedere che dietro lunghe diatribe potrebbe esserci un accordo di fondo tra gli interlocutori.

Prendiamo l' adagio secondo cui "non si trovano due economisti che la pensino nella stessa maniera". Ma questo significa guardare al dibattito attraverso uno specchio deformante. Facendo ordine si scopre che: le loro idee sono molto simili. Non solo: queste idee si differenziano parecchio da quelle dell' uomo della strada. E' una differenza che in questo campo corrobora la conclusione:"The experts are right, the public is wrong".

Altra materia dove ci si accapiglia in continuazione: come favorire lo sviluppo dei paesi poveri. Nella battaglia quotidiana delle idee va perso cio' che ormai sappiamo con certezza - è moltissimo! -, e che passa sotto silenzio facendo sembrare queste questioni eterne quando invece registrano sostanziali progressi:

How about this: growth isn't a mystery. By and large, we know what works and what doesn't. Corruption doesn't work well, property rights do. Globalization is working everywhere it is allowed. Protectionism is a disaster, in the long term and usually before. Democracy, unfortunately, seems insignificant in promoting growth, but free markets are essential. And, as every young American RTS playing teen knows, technology wins. And as almost every great innovator attests, entrepreneurship equals technology