Adesso si dice "migranti", mi raccomando. Non lasciatevi più sorprendere con in bocca la parola "extracomunitari" se non volete timbrato in fronte il marchio d' infamia. Fahre ha già arroventato gli stampi e vi aspetta al varco.
Non nego di avere una certa simpatia per i "migranti", ho persino qualche ragione filosofica che mi fa simpatizzare con i loro diritti, eppure l' idea di chiamarli "migranti" anzichè "extracomunitari" mi sembra proprio una "stronzata". Non è per il termine in sè, per carità. A dare fastidio è invece l' idea che si ingenera di voler affrontare una questione seria con i giochi di parole. Poichè metto nello stesso mucchio i produttori di odio etnico e i produttori di "stronzate", mi riprometto di boicottare ogni "parola taumaturgica".
Secondo caso. Passiamo al nostro vero amore: la Caramore.
Conduce un programma di cultura religiosa che esordisce da decenni con il seguente disclaimer: qui si parla di Religioni, mica di Verità. La Verità non c' entra e nessuno pronunci senza smorfie di disgusto questa parola maledetta e prevaricatrice.
Religioni senza Verità? Annuso la "stronzata".
Si prosegue: qui non ci occupiamo di precetti etici convinti come siamo che sia materia fondamentalmente estranea alla Religione, nonchè fomite di tutti i conflitti umani.
Religione senza Etica? La stronzata si appresta ad essere conclamata.
Chiusa: l' uomo religioso si dedica alle domande e all' interrogazione del Mistero profetizzando secondo coscienza. Ogni risposta esplicità della divinità a questo richiamo incorpora violenza, arroganza e falsificazione dell' uomo che si fa Dio. Lasciamo invece che i nostri interrogativi penzolino inevasi per sempre in quel buio silenzioso a testimonianza di un bisogno che ci affratella.
Dunque ogni "risposta" ai nostri bisogni esistenziali, specie se aggravata dalla chiarezza, sarebbe una forma di violenza e di inganno? Che stronzata mirabile!
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Mentre la bugia è messa a punto strategicamente come un singolo manufatto, ogni stronzata puo' essere prodotta solo in forma di raffica. Una volta evocato, il demone della stronzata non ti abbandona. Per questo, quando ne scorgi una in realtà hai scoperto un intero filone e Fahre + U&P non deludono. Dagli "omicidi bianchi" alla "certezza del dubbio", per i "concetti- stronzata" sono vere miniere.
Alla ricerca di lumi sul singolare fenomeno, mi hanno fatto il Nome di Harry Frankfurt. Sulla piazza sembra lui il più fine analista del concetto di "stronzata".
Prima cosa da dire, la "stronzata" non coincide certo con la "falsità", poichè latita l' intenzione di ingannare. Non ha a che fare con l' incuria, la trasandatezza, la superficialità o l' incompetenza: basti pensare al fior fiore di raffinati professionisti impegnati in politica, in pubblicità e nelle pubbliche relazioni, tre campi dove la produzione di "stronzate" è d' obbligo. E poi, parlando sinceramente, Fahre e U&P vi sembrano programmi trasandati? Al contrario, tra quelli che solcano l' etere li annovero tra i più curati e godibili, proprio come le "stronzate" che veicolano.
Il produttore di stronzate non vuole mentire, molto più semplicemente ha scarso interesse per la Verità, in genere perchè la reputa inattingibile. L' essenza della stronzata non sta nell' essere falsa ma nell' essere finta. La stronzata fa bene, rilassa, tiri il fiato come quando varchi i cancelli di Gardaland. Una volta garantiti dalla filosofia più profonda e torbida che la Verità si puo' snobbare, tutto assomiglia molto di più ad un "gioco" e il "gioco linguistico" assomiglia ben presto ad un vero parco giochi. Tutto cio' che nel mondo mi avrebbe spaventato, nel parco giochi lo sperimento. La mia creatività ne esce esaltata.
Pur contraffacendo le cose, il produttore di stronzate non deve falsificarle o fraintenderle. Il fatto è che la falsità responsabilizza tremendamente, la gente è molto più tollerante con le stronzate. Il produttore stesso di stronzate non tollererebbe mai di cogliere se stesso in flagrante mentra dice una bugia. Orrore! L' etica personale dei migliori stronzaioli è spesso inflessibile.
la "stronzata" solletica la nostra vena artistica. Il "contaballe" e il "cantastorie" sono cugini primi. Se il morto sul lavoro è anche la vittima di un omicidio (bianco) possiamo coniugare molto meglio due talenti: giustizieri e prefiche andranno a braccetto. L' esibizione ci guadagna. Non sarà un caso se molte rivendicazioni vengono senza più mediazione messe in mano a comici ed attori di teatro: il petardo delle loro "stronzate" non è solo tollerato, è richiesta a viva voce da un pubblico desideroso di sostituire l' ormai spento fuoco della Verità con il chiasso plateale dell' innocua stronzata.
Il produttore di stronzate prescinde dalla prosaica verità, proprio come il bugiardo. Ma il primo, a differenza del secondo, non ha la Verità al centro dei suoi interessi. Anzi, crede che la Verità stessa sia una forma d' inganno. Se queste sono le premesse, per lui è addirittura impossibile mentire. Non crede nell' accertamento, al limite crede nella lotta, crede nel tiro alla fune e mentre parla vede se stesso impegnato a tirare dalla parte giusta. E' con la lotta e con l' impegno che il produttore di stronzate s' illude di aver schivato il nichilismo.
Il produttore di stronzate, conclude HF, sostituisce la Verità Oggettiva con la Sincerità. Se non si puo' essere fedeli alla Verità si sia perlomeno fedeli a se stessi, e se nel mondo d' oggi le stronzate proliferano copiose è sopratutto a causa delle abbondanti infiltrazioni di scetticismo e di relativismo che abbiamo subito tutti da qualche secolo a questa parte.