lunedì 2 febbraio 2009

Dovrei odiarti...

"Storie di una dolce terra" è un libro che non mi ha "parlato", lo ammetto. Purtroppo penso proprio che lascerò correre Doctorow incontro al suo destino - che sembra comunque luminoso - senza tenerlo d' occhio oltre.

Sì, ma Karen... la Karen del secondo racconto... quella Karen non me la scorderò tanto facilmente.

Dovrei impiegare questo post per dire quanto la odio. E invece lo uso per dire quanto la sogno.

Il suo fidanzato si mise con lei perchè era un tipo che all' epoca prendeva le cose alla leggera. Eppure sapeva che Karen, essendo malata d' amore, lo avrebbe messo nei guai.

Karen "preleva" un bambino in ospedale (faccia rossa per lo sforzo di nascere, occhi continuamente focalizzanti, braccialettino di plastica...) e si presenta dicendogli che quello è il "loro" bambino. Lo puo' anche tenere in braccio se vuole, è facilissimo tenere in braccio un bambino tanto buono. Si chiama Jesu, lo ha appena battezzato in macchina.

Ora il fidanzato e tutti noi abbiamo un problema: bisogna spiegare a Karen come stanno le cose. Dobbiamo dirle che sulla targhetta c' è scritto "Baby Wilson" e sia lei che noi non ci chiamiamo "Wilson". Dobbiamo usare le parole giuste ma anche essere irremovibili evitando ogni indugio. Bisogna agire presto, proprio come dice l' avvocato che il fidanzato preso dal panico interpella sudando freddo.

La cosa ha dell' incredibile, ma durante queste poche pagine è invece Karen ha spiegarci come stanno le cose e a "convertirci" al suo mondo.

E' una meraviglia della natura vedere come Karen tiene in braccio il "suo" bambino stando sul sedile del passeggero mentre il fidanzato la riconduce in ospedale per sistemare le cose minimizzando i danni. Una vera meraviglia. Si deve dunque essere indulgenti se lui anzichè girare a destra tira dritto. E poi ancora dritto, e poi ancora dritto. Poi ci fa attraversare posti che aspirano senza successo ad essere città, ci fa incontrare accozzaglie di perdenti, gente che la spara grossa guardando intorno se c' è tutto il pubblico che meritano, strani Motel con patetici tentativi di giardino, e poi un altro pezzo di america, e poi ancora America. E poi si passa la frontiera cambiando Stato. Il giornale parla già di noi.

Sia noi che il fidanzato non capiamo perchè l' abbiamo fatto, perchè abbiamo tirato dritto. Solo Karen ha in mano la situazione, lei lo sa, per lei è del tutto naturale. Ora è lei la padrona, noi siamo degli intrusi che agiscono goffamente in un mondo che hanno smesso di conoscere. Lei ci consola e minimizza i pericoli con le strane certezze di una donna a cui l' amore scalda le vene e brucia le cervella: "... non si ammalano, lo sai Lester, sono automaticamente assicurati da Dio per tre mesi esatti...". Lester chiede conferma a noi, ma cosa possiamo dirgli, poverino.

Non sappiamo ancora se Karen sia un mostro o una Madonna... ci vince il fatto che lei sembra saperlo benissimo... Ora è lei che sa, ora è lei a cui bisogna affidarsi...

... altra roba del grande Chris Berens...

Quando Lester prende in braccio quel fagottino caldo è un po' come se lo prendessimo in braccio tutti noi. Si sente battere il cuore, si contorce un po' per mettere a fuoco chi lo sta tenendo, ha smesso di agitarsi.

Baby Wilson ha un carattere gradevole, piange solo se è necessario e per la maggior parte del tempo appare, come dire, pensoso e interessato al nuovo mondo in cui è piovuto. Il cambio di rotta che ha subito sembra molto secondario per lui, non ha nessuno da incolpare e questo ci tranquillizza tutti. Compensa la vista difettosa ascoltando con attenzione. Direi quasi che assomiglia a Lester, assomiglia a tutti noi lettori che l' abbiamo presa alla leggera fidando sul fatto che in fondo una testa sulle spalle l' avevamo. Assomiglia a tutti noi che per 35 pagine ci sentiamo figli e fidanzati di Karen Robileaux, la strana commessa del fiorista che ci ha reso stranamente padri con una mossa a sorpresa.

Il viaggio puo' proseguire come se fossimo tutti sani di mente, alla radio c' è Patsy Cline che canta "Sweet dreams of you": dovrei passare la notte ad odiarti e invece non faccio altro che sognarti... Lester invade per un attimo l' altra corsia, adesso vuole troppo bene alla sua pazza per guidare come si deve. E noi non siamo certo nelle condizioni per dargli il cambio...



Scocca l' ora, suona una campana che puo' ascoltare solo chi ha viaggiato nell' auto di Karen e Lester. Quel grembo non geloso da cui BW sembrava comunque inestirpabile, quelle braccia vogliose di dare che lo avrebbero difeso da tutto per non farselo portare via, entrano in Chiesa e depositano il piccolo sull' altare riconsegnandolo al suo giusto destino. Fanno tutto cio' nell' istante in cui anche noi concepivamo il bisogno urgente di farlo. D' altronde siamo ancora nel "suo" mondo e "Lei" legge tutti i bisogni alla perfezione e corre a soddisfarli. Quando una donna fragile si rivela forte, un impeto di gioia ti blocca la gola minacciando di salire fino agli occhi.

Ora noi e Lester viviamo insieme alla donna con cui abbiamo cospirato. Ci siamo sistemati in un posto in culo al mondo. Un posto freddo in cui tutti si fanno i fatti propri per non disturbare. Quando torniamo a casa è sempre pronto e lei ci illumina guardandoci mangiare con il mento appoggiato sulla mano. E' bello avere vicino una donna fragile che ha concepito idee audaci.