sabato 24 novembre 2018

MIRACOLI

MIRACOLI
Non si può credere nei miracoli se non si crede nel soprannaturale. Voi credete nel soprannaturale? Per esempio, credete che esistano i pensieri? E che esiste la mente? Se credete alla mente e ai pensieri, allora credete nel soprannaturale e avrete fatto il primo passo per credere nei miracoli. Dirò di più, la presenza stessa del pensiero razionale è già di per sè un miracolo.
Il punto debole dei naturalisti è che erano talmente impegnati a pensare alla natura che non hanno prestato attenzione al fatto che stessero pensando.

flusso greg ip

flusso jonah goldberg

flusso c.s. lewis

LA MORALITA’ DEL PRAGMATISTA

LA MORALITA’ DEL PRAGMATISTA
Il naturalista pragmatico ha problemi con i giudizi morali, si tratta delle medesime difficoltà sollevate nel suo schema da qualsiasi altro tipo di pensiero. Per lui ogni giudizio è viziato da illusioni di natura… chimica. Per lui la parola "devo" ha la stessa valenza dell'espressione "ho voglia". Che torturare un bambino sia sbagliato non può essere più “vero” di uno sbadiglio o della nausea. Fortunatamente, se lo dimentica subito e questo è il suo pregio maggiore. Cosa significa che “se lo dimentica subito”? Significa che un momento dopo aver riconosciuto che bene e male sono illusioni ci esorterà a lavorare per i posteri, a educare i nostri bambini, a rivoluzionare la società, a liberarci dai tiranni e a vivere e morire per il bene della razza umana. E questo anche se a freddo è pronto a riconoscere quanto il suo impulso a essere utile ai posteri equivalga alla sua golosità per il formaggio. Non sembra turbato dal fatto che se il lunedì distrugge la mia venerazione per la coscienza non puo’ aspettarsi di ritrovarmi in venerazione il martedì.

CREDI NEI MIRACOLI?

CREDI NEI MIRACOLI?
Risatine. Ma c’è poco da ridere. I miracoli sono eventi soprannaturali, per credere nei miracoli bisogna quindi credere nel soprannaturale. Per credere nel soprannaturale basta confutare il natuarlismo, operazione relativamente facile. Di seguito offro l’argomento più comune utilizzato per indebolirlo.
Se i miei processi mentali sono determinati interamente dal movimento degli atomi nel mio cervello, non ho ragione di supporre che le mie convinzioni sianovere, e dunque non ho nemmeno motivi di supporre che il mio cervello sia composto da atomi.
Se vi è piaciuto mettete “mi piace”!
Il naturalismo, in altri termini, offre un completo resoconto del nostro comportamento mentale ma questo resoconto non lascia nessuno spazio agli atti di conoscenza dai quali dipende la verità di un’affermazione. Per il naturalista la verità è una micro scarica elettrica nei nostri cervelli. Alla sua logica evoluzionista non resta che equiparare l'utile al vero, ma lui è il primo a diffidare di una simile equazione. Per il “soprannaturalista” invece esiste una ragione (soprannaturale) che precede la natura, da essa deriva l'ordine di quest'ultima ed è la sola cosa che ci permetta di conoscerla.
Bene, ora siete quasi pronti a credere nei miracoli.

COSA CHIEDI ALLA SCUOLA?

COSA CHIEDI ALLA SCUOLA?

Con la bocca ognuno puo’ rispondere come crede ma nei fatti tutti diamo la stessa risposta: alla scuola chiedo di essere… un parcheggio, meglio se sicuro.
Tutti a chiedere con una sola voce il tempo pieno, sembra sarà presto persino obbligatorio!
Vuoi raddoppiare le iscrizioni? Prolunga i tempi di parcheggio. Se poi i bambini li metti anche a letto vedrai che successone.

La funzione parcheggio sovrasta le altre, è un fatto, il resto è vuota retorica.

UNA BATTAGLIA CHE HA PERSO DI SENSO

UNA BATTAGLIA CHE HA PERSO DI SENSO

Chiamala se vuoi “reazione scomposta”: ad un abuso si reagisce in modo eccessivo fino a superare quel limite che ti fa passare dalla parte del torto.

Succede spesso, quella che più mi fa soffrire è stata la “reazione scomposta” al politicamente corretto, una minaccia contro cui era giusto combattere, persino emozionante. Ora non la si puo’ più fare, peccato, non ha più senso. E’ stato comunque bello.

I GUAI DELL’ITALIA (nel dopoguerra)

I GUAI DELL’ITALIA (nel dopoguerra)
Gli economisti hanno un numeretto per capire subito lo stato di salute di un paese, è uno strumento essenziale, equivale al termometro per i medici. Si chiama “indice di produttività”. Per chi ha fretta nell'esprimere giudizi non serve altro Per chi ha fretta nell'esprimere giudizi non serve altro che un'occhiata a quel numeretto.Guardandolo è chiaro quando sono iniziati i nostri guai: dalla metà degli anni settanta. Da allora quel numeretto si è tristemente appiattito cessando di elevarsi.
Ma cosa è successo in quel periodo? Essenzialmente due cose: schock petrolifero e rivendicazioni salariali. Non ci si puo’ lamentare di eventi del genere, sono cose che succedono, forse, nel caso delle rivendicazioni, è persino giusto che succedano.
Solo una precisazione per evitare equivoci. Quando si parla di petrolio non si parla di quisquilie: il petrolio è in tutte le materie prime e in tutte le lavorazioni, fosse anche sotto forma di energia. Quando invece accenno alle rivendicazioni salariali non mi riferisco a uno che chiede l'aumento ma a veri blocchi della produzione, a un fenomeno esteso e a tratti contiguo persino al terrorismo.
Roba seria, quindi.
Come si reagisce in questi casi?: si cambia. O meglio, si innova. Questo dicono i manuali.
Come si è reagito invece?: svalutando la moneta e sussidiando in questo modo le imprese che continuavano così a fare quel che facevano prima. In più, per non avere guai con il sindacato, si è esternalizzato verso microimprese non sempre modello di efficienza.
Si tratta di soluzioni a breve respiro, e quando è subentrato il fiato corto si è ripiegato sul debito (gli anni ottanta del CAF).
Ma perché non si è seguita la via maestra? Perché la via maestra è dura: innovare significa distruggere gran parte di cio’ che esiste e intorno a cui abbiamo costruito la nostra vita.
Le ferite del cambiamento le conosciamo bene perché in passato abbiamo innovato pure noi. Nei decenni del boom (l’indice di produttività cresceva) abbiamo cambiato passando dai campi alla catena di montaggio, ma questo ha significato migrazione di massa dal Mezzogiorno, per esempio. Vi sembra un gioco da ragazzi migrare? Nemmeno “accogliere” lo è, figuratevi migrare. Il trauma è stato tale che ci si è costruita sopra buona parte della letteratura italiana dell'epoca, quasi a dire “mai più”. Le stesse parole usate per Auschwitz. Letteratura significa cultura, una cultura in buona parte anti-modernista. E’ chiaro allora perché un paese più ricco (e più bamboccione di prima) recalcitra di fronte ai nuovi cambiamenti? Uno si chiede: perché devo trasferirmi? perché devo riciclarmi? perché devo traslocare? perché devo reinventarmi? perché-perché-perché… Non si puo’ farne a meno? Non si puo’ rinviare? Vale per tutti questa perplessità, anche se per gli italiani un po’ di più.
Ma la consapevolezza di aver imboccato in precedenza delle scorciatoie c’era, tanto è vero che negli anni 90, complice una grave crisi che ha inaugurato il decennio, siamo “entrati in Europa”. Di fatto questa mossa esprimeva l’impegno, preso innanzitutto con noi stessi, a non “barare” più: basta con i mezzucci, basta con la svalutazione, basta con le baby pensioni, basta con la spesa pubblica per tamponare il malcontento, basta con il debito facile.
Non si puo’ dire che l’impegno sia stato mantenuto come era lecito attendersi, abbiamo sempre viaggiato sul filo del rasoio, e in più qualche errore per eccesso di rigorismo monetario – parere mio – è venuto anche dall’Europa.
Il governo attuale, devo ammetterlo, non mi piace molto, ma non perché sia al momento responsabile di qualcosa o abbia combinato chissà quali guai, non perché di fatto abbia cambiato radicalmente rotta rispetto al passato. Solo perché quando sogna nuove svalutazioni e nuovi debiti, quando agisce spronato dalla retorica “sovranista” non sembra ben consapevole della nostra storia passata e dell'origine dei nostri guai. In passato si faceva e non si diceva. Ora si fa e si dice! Ebbene, senza la dovuta consapevolezza, almeno quella!, i guai potrebbero aggravarsi.
In questi casi benedetta sia l’azione degli speculatori e la loro capacità di dare la sveglia anche agli smemorati, anche alle “belle addormentate” o “finte tonte” che siano.

venerdì 23 novembre 2018

ESPONI I TUOI


Per favore, non perdere tempo ad indicare i dogmi altrui, saresti patetico. Esponi i tuoi e vai avanti.

UN PUNTO DI LEVA

UN PUNTO DI LEVA

Senza dogmi si discute amabilmente, ma con i dogmi si costruisce un mondo.

Il dogma puo’ essere anche sbagliato, l’importante è che sia resistente. Su qualcosa di sbagliato e resistente si possono costruire mirabili edifici. Colombo ha scoperto l’ America per errore, e su quell’errore si è costruito l’occidente. Molti bambini nascono per errore, e da quell'errore puo' generarsi un mondo.

LA GUERRA DEGLI ILLUMINATI

LA GUERRA DEGLI ILLUMINATI

La guerra contro Il dogmatismo è stata combattuta con particolare fervore dall’illuminismo. Si sentiva che sotto c’erano convinzioni ben radicate. Oserei dire dei dogmi.

COME DISCUTERE SUI SOCIAL

COME DISCUTERE SUI SOCIAL

Qualche consiglio dettato dall’esperienza.

1) Evita le enunciazioni teoriche, utilizza esempi, analogie ed esperimenti mentali stando attento a de-ideologizzare l’argomento. Inutile fare un esempio in cui si parla di aborti quando sai già che in materia tu e il tuo interlocutore avete idee diverse. Gli esempi puramente astratti sono i migliori.

2) Non utilizzare espressioni come “ovviamente…”, “come tutti sanno…”: è un modo per escludere e schernire chi nutre anche solo un piccolo dubbio in merito.

3) Non dare nulla per scontato che non sia dato per scontato anche dalla persona con cui discuti.

4) Nascondi le tue emozioni. Se sei arrabbiato, irritato, deluso non darlo mai a vedere.

5) Non andare mai-mai-mai sul personale. Puo’ essere interessante ma mina il rigore. Non riferirti mai a personaggi che il tuo interlocutore ammira o rispetta.

6) Evita l’ironia e ancora di più il sarcasmo.

7) Non sottolineare mai-mai-mai l’originalità della visione del tuo interlocutore. E’ come dire “in vita mia un tipo così non l’avevo mai incontrato…”. Nasconde una sottile ironia.

8) Sui social il curriculum è bandito. O per lo meno, devi prenderlo in considerazione solo per decidere se discutere. Una volta che hai deciso di farlo contano solo gli argomenti.

9) Dài una versione caritatevole delle parole altrui. Considera come se l’altro si fosse espresso male e traduci correttamente dando per scontata la versione più difendibile e ragionevole di quel che ha detto.

10) Chiedi di affrontare un argomento per volta. Ogni intervento deve avere un unico fuoco.

11) Trascura i riferimenti OT su cui non sei d’accordo.

12) Cerca di fare (e chiedi) affermazioni falsificabili.

13) Non citare mai autori o mettere link.

14) Prima di dichiararsi in disaccordo chiedi chiarimenti, spesso il disaccordo nasce da un equivoco ma quando inizia non lo fermi più, anche se l’equivoco si è chiarito.

14) Non aver paura di dichiarare che rettifichi certe tue posizioni espresse nei commenti precedenti. Spesso ci si fa un’idea discutendo e si procede per tentativi ed errori ma non si ha il coraggio di dichiararlo, forse perché si vuole apparire come uno che ha già meditato a suo tempo i problemi di cui si parla e offre così una soluzione ragionata.

15) Non temere nel rinnegare le tue prime intuizioni. Gran parte delle discussioni s’infiammano per l’assurda fedeltà che riteniamo di dovere alla nostra prima intuizione. Il fatto che possa rivelarsi carente ci terrorizza. Invece è la cosa più normale del mondo.

16) Quando non si va d’accordo su una questione inutile insistere con l’obiettivo di “convincere”, ripiega sull’obbiettivo della “chiarezza”.

17) In tema di valori parti dal presupposto che alcuni danno più importanza all’oppressione (sinistra), altri alla civiltà (destra) e altri ancora alla libertà (liberali). E tutti e tre vorrebbero appropriarsi di tutte e tre le parole.

18) Non dire mai "Facebook non è il posto adatto per fare queste discussioni". In realtà non esiste posto più adatto. Un posto dove hai tutto il tempo per riflettere e stendere per iscritto le tue idee dando loro una forma argomentativa rigorosa. Dì piuttosto la verità: non hai tempo né voglia di proseguire la discussione.

19) Ricorda sempre che il tuo oppositore non sta mentendo pur di avere ragione e probabilmente condivide i tuoi valori fondamentali.

20) Non creare confusione, non lasciare che la tua tesi principale inglobi tutto. Probabilmente sul tappeto ci sono questioni differenti che richiedono risposte differenti.

21) Cercate di parafrasare meglio che potete la posizione dell'altro in modo di verificare se l'avete compresa. In caso contrario lui avrà la possibilità di correggervi.

22) Riconosci che alcuni problemi non possono essere risolti, o che comunque sarebbe troppo oneroso tentarci.

23) Non cavillate sugli esempi, andate al sodo. Obiettate solo su esempi e analogie gravemente fuorvianti.

24) Leggete tutto quello che scrive l'altro, probabilmente risponde nella seconda parte alle obiezioni che solleva la sua prima parte.

25) Non cercate di prevenire le obiezioni appesantendo il vostro intervento. Sui social si deve esporre in modo semplice un argomento, anche consapevoli che così com'è risulta debole. La semplicità è troppo importante per essere sacrificata. Lasciate quindi che le obiezioni vengano avanzate da altri, solo in quel momento è opportuno rispondere in modo semplice e diretto entrando nel merito.

26) Evita di definire i termini comuni. Dài le definizioni solo quando si discostano da quelle comuni.

27) Non modificare un esempio scomodo fatto dal tuo interlocutore quando sai già che un facile aggiustamento aggirerebbe la tua modifica riproponendo le stesse difficoltà di partenza.

28) Prendi tempo per rispondere. Gran parte degli atteggiamenti inconsulti che rovinano le discussione derivano dalla fretta di rispondere. C'è un demone che ti spinge a "chiudere la pratica" e non pensarci più, devi esorcizzarlo. Se il tempo non ce l'hai, piuttosto rinuncia. E se capisci che quel demone è ormai invincibile, rinuncia piuttosto a leggere l'ultimo intervento del tuo interlocutore.

29) Scrivi solo se hai qualcosa da aggiungere a quanto detto, specie se la discussione si è già protratta molto. Oppure quando hai un'immagine particolarmente felice in grado di gettare nuova luce sulla tua posizione.

30) Non perdere tempo a discutere delle evidenza, e nemmeno ad indicare i dogmi altrui, saresti patetico. Esponi i tuoi e vai avanti.

31) ... continua ...

CHAPTER 8 The Rescuer’s Dilemma: Chaos Today or Chaos Tomorrow?

CHAPTER 8 The Rescuer’s Dilemma: Chaos Today or Chaos Tomorrow?
Note:8@@@@@@@@©©©©IL DILEMMA DEL SALVATORE...TRE SISTEMI COMPLESSI FORESTED BATTERI FINANZA

Yellow highlight | Location: 2,395
complex systems like economies and forests
Note:IL SOLITO PROB

Yellow highlight | Location: 2,396
we know that if we intervene too much, future disasters may be more likely.
Note:IL PROBLEMA....CHIARO IN EC COME NELLE FORESTE

Yellow highlight | Location: 2,396
the tradeoff exists
Note:CIÒ CHE SAPIAMO

Yellow highlight | Location: 2,397
where to draw the line
Note:CIÒ CHE NN SAPPIAMO

Yellow highlight | Location: 2,397
environment and the economy remain complex and unpredictable.
Note:CONCLUSIONE

Yellow highlight | Location: 2,400
once seen as a primeval menace to be tamed, it is now considered an essential element of the ecosystem.
Note:CONSIDERA SOLO GLI INCENDI....ULTIMO SECOLO

Yellow highlight | Location: 2,407
Jennifer Marlon
Yellow highlight | Location: 2,409
trace the history of forests
Note:CAPIRE IL RITMO OTTIMALE DEGLI INCENDI

Yellow highlight | Location: 2,414
Peaks in fires occurred during the Medieval Climate Anomaly, from 950 to 1250, when temperatures and drought were high,
Note:PICCO INCENDI

Yellow highlight | Location: 2,415
The lowest level of fire, until modern times, occurred in what is known as the Little Ice Age,
Note:MINIMI

Yellow highlight | Location: 2,419
temperature and drought start to rise sharply, but fires fall steadily.
Note:ULTIMO XIODO...TENDENZA

Yellow highlight | Location: 2,424
over the course of the past century, until recently, there have been unusually few forest fires in the western United States.
Note:IL MESSAGGIO

Yellow highlight | Location: 2,426
humans have been interfering.
Note:XCHÈ?

Yellow highlight | Location: 2,428
Tom Swetnam,
Yellow highlight | Location: 2,429
fire used to burn every five or ten years, then stopped for a hundred years.
Note:STORIA CONFERMATA

Yellow highlight | Location: 2,432
Fire is essential to forest renewal.
Note:IL FUOCO X LA FORESTA

Yellow highlight | Location: 2,437
Fire suppression changes the character of the forest, allowing some species to grow thick and choke out others.
Note:ECOSISTEMA MUTATO

Yellow highlight | Location: 2,437
It allows more leaves, brush, and other dead tree matter to accumulate on the forest floor, providing copious fuel for when fire does start.
Note:FUOCHI PIÙ RARI E PIÚ INTENSI

Yellow highlight | Location: 2,442
Fire suppression had been the default policy of the U.S. Forest Service since the fires of 1910
Note:DAL 1950… VOCI DISSODENTI

Yellow highlight | Location: 2,446
evangelists for the return of fire.
Note:UNA NUOVA FIGURA

Yellow highlight | Location: 2,447
Starker Leopold,
Note:RESPONSABILE DI YELLOWSTONE...CAMBIÒ POLOTICA

Yellow highlight | Location: 2,448
Instead of protecting animals and forests
Note:SVOLTA

Yellow highlight | Location: 2,449
A national park should represent a vignette of primitive America.”
Note:IL NUOVO OBBIETTOVO

Yellow highlight | Location: 2,451
the wide-spaced columns of mature trees
Note:COME SI PRESENTAVA IL BOSCO NEL 1840 AGLI ESPLORATORI

Yellow highlight | Location: 2,451
gigantic magnificence,”
Note:Cccccccccc

Yellow highlight | Location: 2,452
a direct function of overprotection from natural ground fires….
Note:IL BOSCO OGGI...UN INTRICO INESTRICABILE DI PIANTE GIOVANI

Yellow highlight | Location: 2,454
Deliberately set fire — a “prescribed burn” — was the most natural way to control the vegetation.
Note:IL MEZZO USATO DI FREQIENTE

Yellow highlight | Location: 2,457
But how to reintroduce fire?
Note:IL VERO PROBLEMA

Yellow highlight | Location: 2,460
Forest managers would have to judge whether to let a fire burn
Note:OGGI L UOMO SI È INFLTRATO NELLE FORESTE...

Yellow highlight | Location: 2,461
Bob Barbee.
Note:MANAGER DEL FUOCO

Yellow highlight | Location: 2,468
Harold Biswell, an ecologist at the University of California at Berkeley
Note:EVANGELISTA DEL FUOCO

Yellow highlight | Location: 2,472
years of fire suppression had allowed the white firs to become dense.
Note:IL PROBLEMA IN CALIFORNIA

Yellow highlight | Location: 2,473
nicknamed Harry the Torch,
Note:SOPRANNOME DEGLI SCANDALIZZATI DALLA CURA DEL FUOCO

Yellow highlight | Location: 2,481
Over the next fifteen years, there were 235 fires ignited by lightning that consumed 34,000 acres (of a 2.2-million-acre park), 1981 being the worst year, with 20,240 acres burned.
Note:DOPO L INSEDIAMENTO DELLA TORCIA UMANA A YELLO

Yellow highlight | Location: 2,503
The public and politicians had never understood why the Park Service would welcome fire, especially in Yellowstone, the nation’s oldest and most beloved national park.
Note:INCOMPRENSIBILE DISASTRO...IL MITO DEL FUOCO SOTTO CONTROLLO

Yellow highlight | Location: 2,509
The science behind prescribed burning is sound; what can’t be changed is the inherent complexity and unpredictability of fire.
Note:MORALE

Yellow highlight | Location: 2,527
For the people charged with managing forests, deciding whether to let a fire burn or to suppress it carries enormous personal consequences.
Note:STRESS DEL XSONALE

Yellow highlight | Location: 2,529
nicknamed Barbee “Barbee-Que Bob,”
Note:UNO SCHETTINO CON LA SCIENZA DALLA SUA

Yellow highlight | Location: 2,532
After the Cerro Grande fire, Roy Weaver, the superintendent at Bandelier, was vilified and threatened with the loss of his pension, though a board of inquiry recommended against any disciplinary action.
Note:ALTRA VITTIMA

Yellow highlight | Location: 2,538
Officially, natural fire and prescribed burns remain central parts of federal forest management. But the Yellowstone and Cerro Grande episodes illustrate the extremely high risks
Note:OGGI

Yellow highlight | Location: 2,542
The ferocity of the Yellowstone and Cerro Grande fires was due at least in part to the lack of fire in preceding decades.
Note:LA COLPA

Yellow highlight | Location: 2,546
If Swetnam’s and Marlon’s calculations are right, and the past century has been unusually quiescent in terms of fires, then the frightening implication is that there will be many more megafires ahead.
Note:BOTTOM LINE...LA LEZIONE

Yellow highlight | Location: 2,563
Bacteria are similar to forests.
Note:ALTRO SISTEMA

Yellow highlight | Location: 2,564
the advent of antibiotics
Note:LA MANNA

Yellow highlight | Location: 2,565
microorganisms adapted and in some instances became even deadlier.
Note | Location: 2,565
L INCONVENIENTE

Yellow highlight | Location: 2,566
Alexander Fleming
Note:L IMVENTORE

Yellow highlight | Location: 2,566
1928
Note:PENICILLINA

Yellow highlight | Location: 2,566
sloppy serendipity.
Note:SCOPERTA

Yellow highlight | Location: 2,574
in the wake of the fire, Merck & Co. rushed a supply of penicillin from its plant in New Jersey to the hospital, where it was used to successfully treat burn victims. Penicillin’s success at treating the fire’s burn victims earned it the label “miracle drug.”
Note:1941...VITTIME DI SCOTTATURE...PRIMO GRANDE SUCCESSO DELLA P

Yellow highlight | Location: 2,579
gonorrhea and tuberculosis
Note:SCONFITTE

Yellow highlight | Location: 2,581
the virtual elimination of the infectious disease as a significant factor in social life.”
Note:IL NOBEL MCFARLANE

Yellow highlight | Location: 2,582
But the embrace of penicillin as a miracle drug sowed the seeds for its demise.
Note:LA LOGICA DEI SISTEMI COMPLESSI

Yellow highlight | Location: 2,582
bacterial mutation
Note:GIA FLEMING CONSAPEVOLE

Yellow highlight | Location: 2,583
bacteria evolve far more rapidly than other species because they replicate several times per hour.
Note:UNA BESTIA XICOLOSA

Yellow highlight | Location: 2,585
survivors were strains that had developed cell walls that penicillin could not penetrate.
Note:IPL MURO

Yellow highlight | Location: 2,586
Fleming warned that resistant strains would become much more prevalent if penicillin became available in a pill,
Note:NO PILL

Yellow highlight | Location: 2,592
Bacteria acquire resistance through much more ingenious, and potent, means than mutation.
Note:MA FLEMING SOTTOSTIMAVA LA RESISYENZA

Yellow highlight | Location: 2,605
Scientists responded to resistant strains by developing new antibiotics to target different parts of the infectious agent.
Note:LA RISPOSTA

Yellow highlight | Location: 2,610
Stuart Levy
Note:IL PRUDENTONE

Yellow highlight | Location: 2,614
They aren’t quite zero-sum drugs, but they come close.
Note:OGGI

Yellow highlight | Location: 2,618
Levy created the Alliance for the Prudent Use of Antibiotics (APUA),
Note:LA SUA CREATURA

Yellow highlight | Location: 2,622
Antibiotics are routinely prescribed for conditions in which the infectious agent is probably not bacterial; for example, colds, which are caused by a virus
Note:ABUSI

Yellow highlight | Location: 2,625
In countries with greater use of antibiotics, resistant strains of bacteria are more widespread.
Note:GRAFICO

Yellow highlight | Location: 2,630
Steps have been taken against all these problems, such as restrictions on antibiotic use on livestock — Denmark banned it outright — to prescription requirements.
Note:ANTIBIO NEGLI ANIMALI

Yellow highlight | Location: 2,632
Their overuse is rooted not in economics or ignorance but in the tension between physicians’ private and societal duties. Doctors seldom know with certainty what ails a patient.
Note:FATTORI DELL ABUSO

Yellow highlight | Location: 2,635
This uncertainty alone motivates physicians to prescribe more powerful antibiotics,
Note:Ccccccccccc

Yellow highlight | Location: 2,637
A physician weighing the benefits of prescribing an antibiotic is much like the forest manager deciding whether to suppress a fire:
Note:ANALOGIA DEL DILEMMA

Yellow highlight | Location: 2,639
A survey of doctors in Wales found that awareness of resistance was widespread yet seldom entered into doctors’ decisions:
Note:DECISIONI E CONSAPEVOLEZZA

Yellow highlight | Location: 2,640
“The consequences of not prescribing antibiotics, especially in situations where patients might go on to develop more serious problems, worried them more than the theoretical, ‘downstream’
Note:TERIA E PRASI TRA I MEDICI

Yellow highlight | Location: 2,644
We as treating physicians do not know what our patients have, with certainty,”
Note | Location: 2,645
EFFETTO INCERTEZZA

Yellow highlight | Location: 2,645
Brad Spellberg,
Note:BIAS DELLA CURA

Yellow highlight | Location: 2,654
most physicians do not want to run the risk of letting a patient suffer when an antibiotic could help.
Note:BIAS

Yellow highlight | Location: 2,658
Spellberg thinks trying to persuade doctors not to prescribe antibiotics is a doomed strategy. Better, he says, to develop tests that rapidly identify what bug a patient has and thus whether an antibiotic is needed.
Note:CONCLUSIONE

Yellow highlight | Location: 2,663
dilemmas raised by forest fires and bacterial infections are similar to those raised by financial crises.
Note:TERZO SISTEMA COMPLESSO

Yellow highlight | Location: 2,663
Should the government intervene to save a bank, a hedge fund, or a country from failing, knowing that this would create expectations that future banks,
Note:MORAL HAZARD

Yellow highlight | Location: 2,665
Jay Powell
Note:L ESPERTO

Yellow highlight | Location: 2,669
financial “war games”:
Note:GIOCHI

Yellow highlight | Location: 2,673
Let the bank fail and witness the 2008 crisis all over again — or bail it out and reverse everything we’d done to extinguish moral hazard?
Note:IL GIOCHINO

Yellow highlight | Location: 2,685
Treasury officials objected to protecting uninsured depositors. It would, they worried, create moral hazard
Note:SITUAZIONE REALE NEL 1991

Yellow highlight | Location: 2,697
Treasury secretary, insisted that no public money be used to save Lehman. It was the most controversial decision of the crisis.
Note:2008

Yellow highlight | Location: 2,699
Paulson, roundly attacked for breeding moral hazard with the bailout of Bear Stearns, now faced even more scathing criticism for letting a big bank fail in the midst of the worst systemic crisis in memory.
Note:IL POVERO PAULSEN

Yellow highlight | Location: 2,703
if you don’t intervene, you risk a catastrophe for which you are personally held responsible. It’s easy to see why the temptation will always be to intervene.
Note:ASIMMETRIA INTERVENTO NN ONTERVENTO

Yellow highlight | Location: 2,704
Engineers will always be tempted to intervene, trusting in their ability to make it right; ecologists will always fear the unintended consequences of that intervention.
Note:RITORNIAMO ALLE DUE XSONALITÀ

Yellow highlight | Location: 2,707
One broad lesson is that ecologists are right about micro-level risk: systems benefit from the lessons and resistance that small-scale disasters nurture. Engineers are most valuable at staving off macro-level risk — that is, preventing large-scale catastrophe.
Note:POSSIBILE MEDIAZIONE

Yellow highlight | Location: 2,709
Stuart Levy
Note:TORNIAMO AI MEDICI

Yellow highlight | Location: 2,709
He himself has never taken an antibiotic,
Note:ANTIBIO

Yellow highlight | Location: 2,711
He’d certainly accept an antibiotic if his life were threatened:
Note:Ccccccccc

Yellow highlight | Location: 2,713
he wants antibiotics reserved for when they are truly needed.
Note:LA POSIZIONE

Yellow highlight | Location: 2,722
Dodd-Frank offers a third choice: to “resolve” the failing institution cleanly, by protecting depositors and some creditors while forcing stock- and bondholders to absorb losses: “It was the missing tool in our regulatory tool kit,” says Powell.
Note:UNA VIA INTERMEDIA

Yellow highlight | Location: 2,724
To work, the law must persuade everyone that these banks really can fail, and that will make an actual collapse much less damaging.
CONVIVENZA DEGLI OPPOSTI

giovedì 22 novembre 2018

YIMBY... TUTTI BUONI A CRITICARE

YIMBY... TUTTI BUONI A CRITICARE

Tutti a criticare i tassisti perché non consentono ad UBER di entrare sul mercato e abbassare le tariffe.

Ma voi acconsentireste a che nel vostro quartiere costruissero una serie di grattacieli in modo da abbassare il costo delle case?

In altre parole, siete pronti ad entrare nel club YIMBY (Yes In My Backyard)?

IL NAZIONALISMO

IL NAZIONALISMO COME L'HO CAPITO IO

Il nazionalista desidera un governo legittimo ma contrariamente a John Locke non pensa che la legittimità derivi semplicemente dal consenso. Si richiede agli interessati un sentimento comunitario che deriva da tradizioni comuni e una cultura condivisa: lingua, religione, consuetudini, codici morali, narrativa sociale ecc. Senza questa premessa non resta che l’alternativa anarchica o repressiva. Ma con questa premessa soddisfatta lo stato-nazione diventa un'unità naturale di governo. Cercare di estendere il governo oltre i confini degli stati-nazione è un esercizio futile di imperialismo, ostacolarlo nella sua azione interna è invece un'indebita interferenza.

L'obiezione più comune: il paradosso è che i nazionalisti vedono la nazione come qualcosa di "naturale" mentre si tratta di realtà artificiali. Le "Nazioni" sono per la maggior parte creature del 19 ° secolo: si pensi alla Germania o all'Inghilterra. Parliamo di "comunità immaginarie" che esistevano tra i letterati ma ma estranee alla gente comune.

IMPORTANTE SI’, MA QUANTO?

IMPORTANTE SI’, MA QUANTO?

Oggi, nei boschi americani, l’attività del vigile del fuoco è alacre e, almeno all’apparenza, importante.
Volendo entrare nel dettaglio direi che  si distinguono due fasi: 1. spegnare incendi e 2. appiccare incendi.

Oddio, non saprei dire “quanto” importante.

IL BOSCO DELL’ANTICHITA’

IL BOSCO DELL’ANTICHITA’

Era formato da alberi enormi ben distanziati tra loro. Una cattedrale al gigantismo vegetale.

Praticamente privo di quell’informe sottobosco regolarmente spazzato via da incendi che non conoscevano canadair.


Il bosco dell’antichità non era un posto per (piante) giovani.

PARCHI DI MERDA

PARCHI DI MERDA
Per Starker Leopold un Parco nazionale non deve “conservare” ma “rappresentare”.
Rappresentare il nostro passato remoto. Se siamo vissuti in un ambiente sgradevole, il parco dovrà essere sgradevole. Se ci siamo estinti, il parco dovrà estinguersi.

E’ una nuova filosofia naturalista nata negli anni cinquanta a Yellowstone.

IL RITMO DEGLI INCENDI

IL RITMO DEGLI INCENDI
Parliamo di boschi. Analizzando gli anelli dei tronchi e i residui di carbone è possibile tracciare il ritmo degli incendi negli ultimi 10.000 anni.
 Quanto più sono rari, tanto più sono disastrosi. E nell’ultimo secolo sono stati particolarmente rari (merito diretto dei “pompieri”) e disastrosi (colpa indiretta dei “pompieri”).
Facendo quattro conti non si capisce ancora bene se l’opera dei “pompieri” abbia giovato o nuociuto.
Non che sia stata un’opera inefficace. Semmai è stata “troppo” efficace!

Una lezione di vita e una lezione sui sistemi complessi. Inutile ma pur sempre una lezione.