sabato 12 settembre 2015

Un argomento liberale contro il matrimonio gay

Il liberale tipico auspica che lo stato esca dal business dei contratti matrimoniali, oggi purtroppo c'è dentro fino al collo, almeno per quelli stipulati tra coppie etero, domani potrebbe irrompere anche in quelli stipulati tra coppie "omo". La cosa è auspicabile? A volte due scelte sbagliate fanno meno danno che una, in qualche modo i due errori si compensano. Altre volte però meglio sbagliare il meno possibile, meglio compiere un passo nella giusta direzione, quello successivo seguirà. Se ci appartiene di più questa seconda sensibilità, allora meglio che lo stato non si occupi affatto dei matrimoni "omo".

Analogia: siete contro una certa tassa, come accogliereste l'annuncio che una fetta della cittadinanza sarà comunque esentata dal pagarla? Con un "meglio di niente" o con un "ancora peggio, oltre alla tassa anche la diseguaglianza di trattamento"?

venerdì 11 settembre 2015

estate 2015

https://www.youtube.com/watch?v=Tcl1DW4N5Ps&feature=youtu.be

https://www.youtube.com/watch?v=dWX2EjAYM_w&feature=youtu.be

Immigrazione e criminalità

 34 Commenti
Ha fatto scalpore la dichiarazione del presidente del Consiglio sull’equivalenza tra immigrazione e criminalità. Vero o falso? Berlusconi non ha fornito numeri a supporto della sua affermazione. Dai dati disponibili sul sito dell’Istat si ricava però che pur con un incremento del 500 per cento del numero di permessi di soggiorno dal 1990 a oggi, i tassi di criminalità sono rimasti pressoché invariati. Le statistiche documentano invece che nello stesso periodo la quota degli stranieri sul totale dei detenuti è stata sempre superiore alla loro quota sulla popolazione italiana.

A margine del Consiglio dei ministri tenutosi la settimana scorsa a Reggio Calabria, il presidente del Consiglio ha sostenuto che "la diminuzione degli extracomunitari significa anche meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali" (vedi video).
Purtroppo, il presidente del Consiglio non ha fornito dati a supporto di una affermazione così impegnativa. Né lo hanno fatto i molti commentatori che si sono avventurati sul tema sui mezzi di informazione. Sconcertante, ad esempio, che Giovanni Belardelli sul Corriere della Sera del 31 gennaio, rimproveri alla Cei (che aveva contestato le tesi del presidente del Consiglio) di non “guardare i numeri” quando nel suo articolo non c’è uno straccio di numero, vengono solo richiamate fonti di seconda o terza mano (e si fa riferimento all’ideologia di chi avrebbe fornito questi dati come se le statistiche fossero di destra o di sinistra!).
Proviamo allora a guardarli noi i dati, ma dopo aver notato che sono disponibili sul sito dell’Istat. Sorprende che nessuno abbia sentito il dovere di consultarli prima di commentare le dichiarazioni di Silvio Berlusconi.
UN’EQUAZIONE SENZA FONDAMENTO
La figura qui sotto mostra il numero di crimini denunciati all’autorità giudiziaria in rapporto alla popolazione e la dinamica della popolazione immigrata. Come si vede, a fronte di un incremento del 500 per cento del numero di permessi di soggiorno (passati da 436mila a 2.286mila) dal 1990 a oggi, i tassi di criminalità (numero di crimini per 100mila abitanti) sono rimasti pressoché invariati.
Figura 1: stranieri e crimini in Italia, 1990-2005
Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat.
La stessa conclusione è confermata dalla dinamica delle due variabili a livello regionale(Figura 2). In particolare, nelle regioni settentrionali caratterizzate da una maggiore intensità dei flussi migratori, il tasso di criminalità è rimasto pressoché invariato (Lombardia e Veneto) o è diminuito significativamente (Emilia Romagna).
Figura 2: variazione di crimini e permessi di soggiorno x 100 mila abitanti, 1990-2005
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
Dunque, le statistiche disponibili suggeriscono che l’immigrazione non ha portato a un aumento significativo dei crimini. Questo smentisce le affermazioni del presidente del Consiglio. Non è vero che l’immigrazione ha reso le nostre città meno sicure.
IMMIGRATI E POPOLAZIONE CARCERARIA
Forse il presidente del Consiglio nelle sue affermazioni è stato tratto in inganno dai dati sullapopolazione carceraria per nazionalità. Le statistiche sulla composizione per nazionalità della popolazione carceraria documentano in effetti come dalla fine degli anni Novanta a oggi la quota degli stranieri sul totale dei detenuti sia stata sempre superiore alla loro quota sulla popolazione italiana. In particolare, più di un carcerato su tre è straniero, quando il rapporto fra immigrati e popolazione autoctona è inferiore al 10 per cento.
Questi dati tuttavia risentono del fatto che una larga parte degli stranieri, soprattutto irregolari, non può accedere alle misure alternative al carcere, tra cui gli arresti domiciliari, in quanto sprovvista di un valido certificato di residenza. La maggiore incidenza negli istituti di pena potrebbe quindi essere dovuta, almeno in parte, a una maggiore probabilità di finire in carcere dopo aver commesso un reato, piuttosto che a effettive differenze nella propensione a delinquere. Data l’insostenibile lunghezza dei processi in Italia, questo fatto potrebbe avere un peso non da poco nel gonfiare il peso relativo della popolazione carceraria straniera. I dati messi a disposizione dal ministero di Giustizia confermano che più della metà dei detenuti stranieri (il 57 per cento per la precisione) è in attesa di giudizio, mentre la percentuale è significativamente più bassa tra gli italiani (42 per cento). (1)
Un’altra possibile spiegazione dell’apparente discrepanza fra i dati sull’incarcerazione e quelli sul rapporto fra criminalità e immigrazione è che, analogamente a quanto avvenuto nell’economia legale, gli immigrati siano subentrati agli italiani in diverse attività criminali. Emblematico è il caso del traffico di stupefacenti, passato in larga parte dal controllo delle organizzazioni italiane a quelle straniere, soprattutto per quello che riguarda l’attività di spaccio, senza che ciò comportasse un aumento significativo nell’incidenza di tali reati.

Dalla tabella 3 in Home : Consultazione dati : Giustizia Penale : Criminalità : Tav. 3 del sito ISTAT: percentuali reati commessi da stranieri denunciati nel 2005: 23,7%, cioe' circa 5 volte la loro percentuale rispetto alla popolazione all'epoca. Con punte del 35-38% al Nord. Solo circa il 10% sono reati minori come false dichiarazioni (tab. 15) gli altri sono tutti reati gravi, furti, rapine, omicidi, etc.. Tra i minorenni, ci sono punte del 50% di stranieri (ad es. in Liguria). Negare l'ovvio, cioè che gli ultimi del carro siano più disposti al crimine (lo sarei anch'io in quelle condizioni!), serve solo a rendere poco credibile la sinistra: "loro rubano a casa mia e voi vi arrampicate sugli specchi per assolverli?". Certo che poi votano Lega, non risolvono nulla, ma almeno non ti danno del razzista se ti lamenti! La soluzione non è rimandarli a casa, ma neppure ignorare il problema

Ho scaricato le tabele ISTAT 2006 e ho fatto due conti e sono arrivato a conclusioni simili. Il totale condannati è di 230.274 (ho sommato tutti maschi,femmine e minori) Stranieri condannati 60.286 Italiani condannati 169.988 (differenza fra i due dati precedendi) Poi li ho rapportati con la popolaziore residente (italiani e stranieri) Perciò risulta che i condannati italiani sono lo 0,29% del totale mentre i condannati stranieri sono lo 2,26%, cioè ca. 8 volte di più Certo, bisognerebbe sapere quanti di quei 60.000 reati commesi da stranieri, sono stati commessi da stranieri con permesso di soggiorno. Ma questo dato non c'era nelle tabelle. Magari di quei 60.000 reati, solo 10.000 sono stati commessi da stranieri regolari e in questo caso, le due percentuali sarebbero identiche (0,37%) E in un caso del genere 50.000 condannati stranieri sarebbero clandestini che, stimati in 500.000, avrebbero un tasso di condanne di circa il 10%.. Come si fa saperlo?

IMO
Negare l’incidenza dell’immigrazione sulla criminalità è abbastanza arduo, specie se ci concentriamo sui reati cresciuti: la % di stranieri denunciata/condannata è parecchio più elevata rispetto alla % di stranieri nella popolazione, non parliamo della % di stranieri in carcere (ma lì pesa anche la minor accessibilità a pene alternative). Tuttavia, questo non significa necessariamente che + stranieri = + criminalità. Uno di sinistra potrebbe sostenere: la criminalità è aumentata per la presenza di stranieri clandestini aggravata da quelle politiche di destra avverse al riconoscimento.

Ripensare il fisco italiano: da Willie Sutton a Jim Mirrlees.∗ Alberto Bisin Sandro Brusco Giulio Zanella

Alberto Bisin propone la sua riforma fiscale per incentivare il lavoro
  • Come è organizzato il ns sistema fiscale? Non esiste un' organizzazione, nessun funzionario delle entrate potrebbe descriverla, forse c'era all'inizio, dopodiché si è proceduto a mettere toppe laddove c'erano falle. Oggi vale solo la legge di Sutton: prendere soldi laddove ci sono.
  • Criterio Mirrles: tassare le attività "rigide" e risparmiare le "elastiche". E' il modo per rendere meno inefficiente il sistema, ovvero di cambiare il meno possibile i comportamenti degli operatori.
  • 3 tipi di elasticità: compensate o non compensate
  • Gruppi demografici con offerta più elastica: giovani, donne, vecchi, poco istruiti
  • Sorpresa: i redditi medio/bassi sono più elastici. Forse x' sono anche impegnati nei compiti più noiosi e afflittivi. In genere si direbbe il contrario: il più ricco, e non il più povero, puo' permettersi di lavorare meno. ma forse la povertà estrema non è più statisticamente rilevante.
  • Prima proposta: imposta negativa da incassare quando il reddito non sarà più esente. Da abbinare ad una maggiore progressività da realizzarsi con l'abbattimento dell'aliquota per i redditi bassi (in modo da ottenere aliquote marginali tollerabili tra questi redditi).
  • Seconda proposta: abolizione detrazione coniuge a carichi familiari: incentivi marginali trasferiti dai redditi alti (marito) ai redditi bassi (moglie)
  • Casalinghe: il reddito non monetario delle casalinghe è esentasse e fa una concorrenza sleale ai redditi medio bassi. Si cerca di attenuare questa distorsione con aliquote agevolate x le donne
continua

Why monarchies are better than republics di Dylan Matthews

Dylan Matthews sulla monarchia
  • Le democrazie parlamentari hanno bisogno di un arbitro che decida chi deve formare il governo...
  • In questo ruolo i monarchi lavorano meglio: 1) nn sono a scadenza e nn devono garantire il futuro né a se stessi né ai figli 2) nn sono politici e quindi nn coltivano ideologie...
  • Le recenti performance anti-costituzionali di Giorgio Napolitano sono sotto gli occhi di tutti. Mai sarebbero state tollerate in un monarca. Napolitano è la regola non l'eccezione...
  • I cambi di governo senza elezioni sono più prob. con i Presidenti eletti, i quali sopiscono anche l'interesse x la politica...
  • Sembra strano ma la Monarchia costa meno della Presidenza della Rep. Anche quelle + costose come quella inglese posiedono un brand che compensa i costi.
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Markets without Limits: Moral Virtues and Commercial Interests di Jason F. Brennan e Peter Jaworski - Il denaro spiazza le motivazioni interiori

Jason Brennan sullo spiazzamento tra motivazioni estrinseche e motivazioni intrinseche
  • Crowding out objection (coo): il mercato spiazza le motivazioni intrinseche. È il motivo per cui nn pago mia figlia x lavare i piatti: preferirei che lo facesse in quanto ha sviluppato un senso della famiglia. Pagarla guasterebbe questo obiettivo.
  • Anche qui la questione è di natura empirica: la coo si realizza? C'è poca ricerca tranne che nell'ambito dell'ec. del lavoro: la regola generale sembra chiara: più si paga, più si lavora e più si è soddisfatti. Ciò nn toglie che esista anche un effetto di sovragiustificazione (es)...
  • ES: quando ho troppe ragioni x fare una cosa finisco per nn farla. Le giustificazioni non si sommano ma si spiazzano. Es.: esiste una ragione etica x donare il sangue, e io dono. Se esistesse ANCHE una ragione economica (esempio, mi pagano) magari ci rinuncerei. E spesso qs paradosso si realizza. Perchè?...
  • Controllo: ci piace avere il controllo delle ns scelte e chi ci paga in un certo senso ci condiziona...
  • Segnale. Facciamo qualcosa anche x segnalare a terzi vhe siamo una xsona di un crrto tipo. Il denaro manda a monte i ns piani...
  • Cornice. Se il problema della scelta è inquadrato in una cornice che mette noi al centro i fattori controllo e segnale prevarranno. Se al centro ci metto gli altri, no. Inoltre: se la scelta è in un "etical frame", allora la presenza di denaro mi disturberà al punto da farmi declinare...
  • Memento. Per sostanziare l' occ devo dimostrare che sarebbe meglio che taluni mercati nn esistessero, nn che sarebbe meglio avessero certi schemi compensativi piuttosto che altri. Qs ultima conclusione è compatibile con l'esistenza di un mercato, riguarda piuttosto il modello di business (o l'etica del business prodotto) più che la rimozione del mercato...
  • Esito dei meta-studi: il coe si osserva solo sotto condizioni ben precise ed aggirabili ricorrendo ad espedienti comportamentali. C'è da dire che la meta-analisi della Vameron è contestata da altri studiosi...
  • Ad ogni modo, la coe è confermata sotto condizioni ben specifiche, x es. quando il soggetto si sente manipolato nelle sue scelte. X qs si è scelto di mutare il paradigma: da motivazioni intr. vs motivazioni estr. a motivazioni autonome vs motivazioni controllate...
  • L'esempio del voto a scuola: può essere visto come spiazzante ma anche come corroborante delle motivazioni intr., dipende da come lo si presenta. COE nn è una buona ragione per abolire i voti nella scuola ma semmai x presentarli in un certo modo...
  • Quello che vale x i voti vale x il denaro: l'offerta va presentata in una certa maniera anche se la sostanza dei comportamenti richiesti nn cambia...
  • Etical manager: persona che si occupa di formulare l'offerta in termini che nn urtino la sensibilità etica delle persone. È un modello di commercializzazione, nn la rinuncia a commercializzare. L'esistenza degli Etical manager nn significa che coo sia dimostrata..
  • Nella donazione di sangue la coo regge (x le donne). Ma nn regge più se il denaro è corrisposto in termini di donazione a soggetti terzi.
  • Al Nobel è allegato un assegno cospicuo che nn svaluta il valore del premio. Perchè?Forse x il rituale che crea la giusta simbologia. Allo stesso modo, se il denaro dato allo studente meritevole avesse lo stesso apparato simbolico forse spiazzeremmo lo spiazzamento. Il simbolo spiazza coo...
  • Il significato del denaro dipende dal contesto. Per lo meno quella parte di significato che a noi interessa...
  • Quello che ignora coo: ci sono tanti modi x progettare un mercato...
  • Viviana Zelizer: il denaro può essere dato come dono. Dipende dal chi, dal come, dal quando della consegna...
  • Aste. Ce ne sono di diversi tipi: asta dal basso, dall'alto, in busta chiusa al primo o al secondo miglior offerente, la pigliatutto eccetera). Ogni classe di beni ha la sua struttura ideale. In certe forme potrebbero essere vendute senza scandalo anche le indulgenze...
  • Aste d'arte: funzionano enfatizzando l'unicità del pezzo, guai presentarlo come merce....
  • Tra i partecipanti ad un'asta si crea una relazione che sfugge ai modelli neoclassici: a volte il grande compratore compra a prezzi più elevati in tempi di vacche magre x ricevere prezzi speciali in tempi di vacche grasse...
  • Antropologia: lo scambio di doni crea relazioni sociali, lo scambio di merci è anonimo (conta solo il prezzo)...
  • Spesso il datore di lavoro elargisce somme in denaro percepite come doni...
  • In Iran esiste un mercato degli organi e chi vende è convinto del suo altruismo. Il prezzo è chiamato "compenso del donatore"...
  • La distinzione merce/dono nn distingue tra mercato/nn mercato...
  • Pagare gli studenti x i voti. Fryer registra uno scarso incentivo ma quando pone obbiettivi verosimili scatta il collegamento. I neri ammirano chi fa soldi ma disprezzano i secchioni, con loro l'incentivo monetario funziona particolarmente. In qs caso c'è ben poco da "spiazzare" anche se gli anti mercatisti insistono sull'essenza corruttiva dell'esperimento. Forse c'è sotto qlcs d'altro
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The Role of Family in Political Theory - Il patriarcato

Lauren Hall su famiglia e patriarcato
  • È ben vero che Filmer giustificò l'assolutismo politico tramite un'analogia con la famiglia dove l'uomo, capo-famiglia, comanda su tutto e tutti. Ma è proprio dall' analogia prescelta che scopriamo le mille forzature. Tanto è vero che Locke, il maggiore critico di Filmer, riprende proprio quell'analogia x la sua famosa "confutazione".
  • E poi, nn demonizziamo il patriarcato, rispondeva pur sempre a delle esigenze che nascevano dal fatto che la donna nel corso della gravidanza si presentava come soggetto vulnerabile bisognoso di cure e protezione; in queste condizioni, per altro molto frequenti, occorreva un compagno che avesse il controllo assoluto della famiglia. Una situazione oggi mutata non tanto per un soprassalto di moralità mo per l'azione propagandistica del femminismo, quanto per le condizioni ambientali legate alla ricchezza sopraggiunta dopo la rivoluzione industriale.
  • È stata la politica, piuttosto, a radicalizzare la famiglia patriarcale: l'interdetto per la donna a detenere prop. era fissato dalla legge nn dalla tradizione.
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giovedì 10 settembre 2015

La riforma fiscale di Jeb

La riforma fiscale di Jeb Bush (esemplare)
  • It lowers the top rate on personal income to 28 percent, the same rate as the bipartisan 1986 tax reform.
  • It broadens the base by capping the use of itemized deductions.
  • It eliminates the deductibility of state and local taxes, so low-tax states and towns no longer subsidize high-tax ones.
  • It maintains the deductibility of charitable giving, encouraging private solutions to social problems
  • It eliminates the estate tax, so the tax system no longer penalizes those who want to help their children and grandchildren.
  • It lowers the corporate tax rate to be close to international norms.
  • It eliminates the deductibility of interest expenses, putting debt finance and equity finance on a more level planning field.
  • It includes full expensing of investment expenditure, moving the system toward a consumption-based tax.
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The Dadly Virtues: Adventures from the Worst Job You'll Ever Love Jonathan V. Last

Jonahtan Last sui figli
  • I figli ti tolgono cose. Ti tolgono: tempo, sonno, dignità, serenità, ed altro ancora
  • I figli ti mettono a nudo: ti strappano le carni lasciandoti solo l'anima...
  • Cos'è la virilità?: è ciò che interviene nell'eccezionalità, quando la routine s'interrompe, quando le regole saltano e siamo circondati dal rischio. Lo slancio prima della rassegnazione. Di solito il Padre è deputato ad introdurti in questa dimensione.
  • Purtroppo la virilità ha un lato oscuro: può degenerare in violenza e arroganza. Bullismo e mascolinità spesso fanno comunella...
  • La parte buona della virilità è l'essere "cavalieri". Dimostrare eroismo in pubblico sacrificandosi, andando contro i propri interessi coltivando l'onore, favorendo il più debole, l'innocente. Ecco che la virilità si trasforma nell'essenza della paternità...
  • La paternità distrugge la ns vita x consegnarla al figlio...
  • Il declino della virilità nel mondo contemporaneo si riflette anche nell'abbandono della famiglia, nel rifuggire dal matrimonio, nei figli nati fuori dal matrimonio
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Markets without Limits: Moral Virtues and Commercial Interests di Jason F. Brennan, Peter Jaworski - Mercato ed egoismo

Jason Brennan su mercato e corruzione caratteriale
  • Secondo uno studio gli studenti in management ammettevano di aver copiato almeno una volta in % molto più alta rispetto agli altri studenti (forse erano abili visto che i "pescati" con le mani nel sacco erano in pari numero). Ad ogni modo, perché questo accadeva?...
  • L'adverse selection (qualità del campione) spiega in parte la storia: in quel gruppo prevalevano maschi e atleti, ovvero soggetti molto competitivi. Ma il resto?...
  • Forse che chi si occupa di business è infido? I sondaggi confermano che qs opinione è diffusa: chi legge la mano è considerato molto più onesto dei manager...
  • Inoltre la disonestà è contagiosa: l' onesto si adegua, sente meno i suoi doveri visto l'ambiente. E' un circolo vizioso.
  • Il mercato è poco esigente dal punto di vista morale, lascia molto spazio all'egoismo.  Domanda: chi ti chiede poco avrà ancora meno o avrà più facilmente tutto cio' che chiede rispetto a chi chiede molto?...
  • Molti studiosi, anche pro market, hanmo sostenuto che l'egoismo sdoganato dal mercato è un costo sociale, x quanto i benefici possano superarlo: il mrrcato ci arricchisce ma ci corrompe...
  • Il mercato nn è un meccanismo neutrale ma forgia in senso negativo il ns carattere...
  • Obiezione debole: il mercato ha effetti collaterali spiacevoli. Obiezione forte: il mercato corrompe e sarebbe meglio eliminarlo...
  • Di seguito le cinque modalità attraverso cui viene di solito formulata l'obiezione relativa alla corruzione del carattere
  • Egoismo: agire sul mercato ci rende più egoisti...
  • Spiazzamento: gli incentivi esteriori forniti dal mercato spiazzano quelli interiori...
  • Immoralità: ci sono mercati che compensano comportamenti immorali e quindi gli incentivano...
  • Svilimento: mercificare è un po' massificare, la qualità ne risente...
  • Inciviltà: il mercato distrugge il dono e quindi l'impegno civile...
  • Chi sostiene l'ipotesi della corruzione caratteriale (cc) deve portare evidenze sistematiche, nn aneddotiche...
  • Chi sostiene la cc deve provarla, a lui spetta l'onere, esattamente come spetta ad un medico che sostiene l'ipotesi di una correlazione tra fumo e cancro ai polmoni...
  • Dati nn aneddoti: anch'io ho un amico che è ingrassato bevendo diet coke, ma qs. nn significa ancora nulla circa gli effetti del bere diet coke...
  • Distinguere bene due ipotesi: 1) il mercato corrompe (causa) 2) il mercato fa emergere la ns. corruzione caratteriale da sempre presente (rivelazione). È la prima che va provata...
  • Attenzione alle petizioni di principio: 1) il mercato ci stimola a xseguire il ns interesse, quindi 2) il mercato ci rende egoisti. Analogia: poichè il gioco delle carte ci invita a vincere, chi gioca a carte è o diventa un egoista...
  • Non basta dimostrare l'ipotesi cc x condannare il mercato, occorre dimostrare che il mercato corrompa al netto degli altri effetti positivi sul carattere. Es. il mercato potrebbe allentare i legami famigliari ma incrementare la tolleranza x il diverso...
  • Oltre al trade off negli aspetti caratteriali esiste un trade off assoluto: il mercato potrebbe infantilizzare il gusto estetico nelle arti (lo sostiene Benjamin Barber) ma rende l'arte più disponibile a tutti. Che fare? Anche qs trade off va risolto...
  • Il mercato peggiora il ns carattere ma nn siamo tenuti ad avere un carattere xfetto. Si tratta di doveri supererogatori nn strettamente necessari. Anche di questo va tenuto conto.
  • Partecipando al mercato potremmo indirettamente contribuire a corrompere il carattere altrui. Siamo colpevoli x qs? Direi di no: se una band realizza un pezzo psichedelico che travia i giovani invogliandoli allo sballo; deve essere ritenuta responsabile quando le sue intenzioni sono tutt'altre? Penso di no.
continua


Jason Brennan su mercato ed egoismo
  • Obiezione dell'egoismo ingenerato dal mercato (oe): poichè il m. ci spinge a coltivare i nostri interessi, contribuisce anche a renderci più egoisti...
  • L' oe è importante xchè generica, nn riguarda un mercato specifico ma il mercato in generale. La questione è innanzitutto empirica...
  • Paul Zak: la prob. di trattare in modo corretto uno sconosciuto cresce allorchè il soggetto osservato opera in una società estesa di mercato. Il commerciante impara presto l'arte di vestire i panni altrui...
  • Herbert Gintis: la tolleranza religiosa, la democrazia, le minoranze fioriscono soprattutto laddove esiste una qual libertà di mercato. Nelle società tradizionali chiuse e ridotte, la tolleranza nn alligna. Abbiamo giocato all'ultimate game e al dilemma del prigioniero con risultati univoci: nelle anonime soc. industriali si collabora di più con lo straniero...
  • Evidenza: il mercato è il fattore culturale che più pesa nel predire l'attitudine cooperativa dell'individuo...
  • Evidenza: il denaro rende più egoisti i membri del piccolo gruppo ma più cooperativi quelli del gruppo allargato...
  • Il primo esito non è sorprendente: nella ns cultura introdurre il denaro nelle relazioni intime segnala mancanza di fiducia. Ma nn in tutte le civiltà è così...
  • Prendi l'Index fo econpmic freedom. Poi prendi l' Index of transparency. I paesi in vetta sono più o meno gli stessi. C'è un forte legame inverso tra economia di mercato e corruzione...
  • In public choice si è rivelato il legame inverso: è la politica a corrompere il mercato...
  • Altro elemento: nelle soc. di mercato si fanno più elemosine e più volontariato, anche al netto della ricchezza...
  • Esperimento: i cuccioli oggetto di compravendita sono trattati peggio degli altri? No, semmai il contrario. I cani sono molto più curato dei gatti e sono anche molto più spesso comprati...
  • Il lavoro nn pagato è più nobile? Il lavoro pagato elimina ogni discriminazione. L'esempio del Sud Africa parla chiaro. Oppure la resistenza delle lobbies economiche alla Jim Crow: qui divrrse leggi avevano lo scopo di ostacolare il mercato del lavoro...
  • Il miglior modo di comprendere l'altro è lavorarci insieme. Sarà x qs che le soc. capitalistiche sono le più tolleranti verso il diverso...
  • Ma il gender gap sui salari fornisce un controesempio! No, ci dice solo che la donna MEDIA guadagna meno dell'uomo MEDIO. Goldin: le professioni scelte dalle donne rendono meno (anche all'uomo). In più le donne lavorano meno ore anche quando fanno il tempo pieno, prendono più permessi per malattie e motivi familiari, sono meno aggressive nelle contrattazioni: d'altronde le matricole partono alla pari: è solo successivamente che il gap si forma. E gli stereotipi di genere? Chissà se esistono, cmq per quelli nn possiamo certo incolpare il mercato. Le soc. di m. sono anche le meno sessiste.
continua

mercoledì 9 settembre 2015

Legal reasoning - Steven Landsburg

Landsburg sulla giustizia e i giudici
  • Gli uomini del diritto nn sanno stimare l' evidenza. Sottoposti ad alcuni esperimenti condannavano imputati con probabilità oggettive di colpevolezza inferiori rispetto a quelle degli imputati che assolvevano.
  • La quantità conta, non si puo' basarsi solo sulla vaghezza. Che significa un'espressione come "oltre ogni ragionevole dubbio"?
  • Per il giudice Blackstone il ragionevole dubbio sembra attestarsi al 98% (un innocente in carcere ogni dieci colpevoli fuori.
  • Ma nella pratica dei tribunali gli standard sono vaghi, la stessa legge è vaga. Perché? Probabilmente per assicurarsi una buona dose discrezionale.
  • La discrezione non ha solo risvolti negativi (realizzare abusi di potere) ma anche positivi: adeguarsi al contesto.
  • Il colmo lo si raggiunge quando un tribunale sentenzia che le probabilità non possono avere un ruolo nella condanna dei cittadini. ma non esiste conoscenza pratica che non sia probabilistica!
  • I cardini della pena giusta: alla ricerca dello standard ideale. Per calcolarlo occorre immaginare un contratto collettivo dove ogni cittadino mette sulla bilancia i benefici della deterenza con i costi di una probabile condanna (anche sbagliata).
  • Alcuni principi conducno ad assurdità: per esempio quando si dice che ogni persona deve essere condannata per un reato specifico. E se due noti gemelli commettono contemporaneamente due omicidi? Nessuno potrà mai provare oltre il ragionevole dubbio chi ha commesso quale omicidio, anche in presenza di certezza assoluta di colpevolezza.
  • L'economista ha una soluzione semplice (forse troppo)): rendere i giudici responsabili x le loro sentenze rinunciando a districare fortuna e merito. In fondo facciamo così con tutti, dall'agricoltore al ragioniere. perché il giudice dovrebbe essere esentato? Regola: quando lo sforzo è inosservabile si premiano/puniscono i risultati
  • Movimento contro l' "obiezione vostro onore". La scienza ci dice che "tutto c'entra con tutto" quindi non esistono domande non pertinenti. Perché mai un giurato non dovrebbe leggere un giornale quando giudica? Essere immersi nella realtà fa solo bene.
  • Ability to test evidence: il teorema di bayes esprime il metodo scientifico e ci dice che le apparenze contano eccome, conta l'abito, le scelte fatte in passato, l'avvocato che si sceglie per farsi difendere eccetera.
  • Riformare le regole processuali: tutto deve essere ammesso.
  • E per i procedimenti che si trascinano? L'affitto delle aule deve essere a carico degli avvocati.
  • Tesi anti garantista: i criminali sono propensi al rischio e scambiano volentieri basse probabilità di condanna x alte pene. Sono i "probabili innocenti" che temono le pene basse comminate a tappeto. 
  • Il problema delle pene alte è anche un altro, sono criminogene in quanto non graduabili (esiste un limite verso l'alto): quando il tuo crimine è leggero lo aggravi senza problemi se la pena è molto severa in entrambi i casi.
  • La pena di morte funziona? Secondo il suo massimo studioso, Ehrlich, sembra di sì. da notare che E. era comunque contrario per motivi etici.
  • C'è poi il problema dei PM esosi sempre a caccia di condanne prolungate. Ma le carceri costano. Diamo allora un budget di anni da comminare, forse la scarsità di risorse si farà sentire anche per loro.
  • La punizione corporale resta più economica e immediata rispetto alla detenzione. Il suo maggior vantaggio è che non ti manda in carcere, ovvero nell' università del crimine. In alcuni casi vale la pena di reintrodurla.
continua

The War Against Boys: How Misguided Policies are Harming Our Young Men DI Christina Hoff Sommer


 Christina Hoff Sommer su pedagogia e penalizzazione dei ragazzi
  • Fenomeno sotto la lente: i ragazzi a scuola rendono meno delle ragazze e si annoiano di più. Perchè? E' un guaio?
  • Oggi il fenomeno è riconosciuto ma le scuole che tentano di fare qualcosa cadono sotto l' accusa di penalizzare le ragazze
  • Tutto è femminilizzato nelle nostre scuole: prendi il tema dei sentimenti, o della competitività, o dell'atteggiamento verso il rischio, o della relazione con il corpo.
  • Perché preoccuparsi per una simile svolta? Perché sono i nostri ragazzi e perché sono i ragazzi che vivranno con le nostre ragazze e con loro costruiranno il loro futuro. Vogliamo davvero che restino indietro? Vogliamo sprecare le loro potenzialità per ché ragioniamo chiusi in un confronto relativo tra uomini e donne?
  • C'è ormai una montante evidenza relativa alle prestazioni superiori delle ragazze: le matricole donne sono più ambiziose, partecipano di più alle attività extracurriculari, scrivono e leggono meglio, si iscrivono più facilmente all' università, si laureano più spesso.
  • Consideriamo come vengono valutate le ricerche: lo stile oggi pesa molto di più rispetto a ieri, e in questo le ragazze possono prendersi un bel vantaggio.
  • Ma i ragazzi non dominano nei test? Come si conciliano le discrepanze?
  • E' così ma sempre meno ragazzi affrontano il SAT.
  • Esiste poi uno spread ben noto: tra i ragazzi abbondano geni e scarsoni e questi ultimi non ci provano nemmeno col SAT.
  • Dove sono finiti gli uomini?: ormai nelle università sono il 60/40. La loro defaillance non sembra più contestabile.
  • Reazione femminista: nn sono i ragazzi nei guai sono le ragazze che progrediscono sempre di più.
  • Perchè il femminismo non dà il dovuto peso a queste evidenze? Perché è preoccupato dal fatto che l'uomo  continua a  predomina ai vertici della società civile (più politici, più CEO eccetera). Domina anche nei salari. Ma dimentica il fenomeno della polarità: il maschio domina anche nelle carceri o tra gli scoraggiati.
  • Ma sul wage gap la responsabilità non sembra la discriminazione dei datori di lavoro quanto piuttosto le scelte delle donne stesse (i settori prediletti ma anche le poche ore lavorate, i tanti permessi richiesti e così via)
  • Ultimamente le femministe sembrano riconoscere l' evidenza che il gap sui salari non sia da imputarsi a discriminazione, però tornano alla carica: le scelte delle donne sono condizionate dagli stereotipi. Insomma la buttano sul filosifico tanto xchè nulla sia più dimostrabile. Un piccolo vantaggio pedagogico è sentito come dovuto. Tuttavia, pressioni decennali verso impieghi più remunerati non sembrano sortire effetti.
  • I maschi prevalgono nei test di scienza e matematica (laddove pesa di più la competizione)  ma non nei voti (dove pesa di più la pedagogia). In lettura e scrittura, poi, soccombono sempre. E qui forse pesa anche la natura.
  • Cosa spiega il disallineamento test/voti: le abilità nn cognitive (pazienza self control) che le femmine sviluppano prima e che l' impostazione didattica esalta. I bimbi 8e sono soprattutto bimbe) che hanno qs abilità raccolgono i frutti migliori. 
  • E' chiaro, per esempio, che l'enfasi sulla condotta penalizzi i maschietti.
  • Reazione comune: peggio x i maschietti. Ok, ma xchè nn provare una pedagogia altrrnativa? Si ha la netta sensazione che i ragazzi siano puniti in quanto tali.
  • Zero tollerance sulla condotta: vale x l' adulto ma nn x il ragazzo x il quale cresce contando di + sulla vicinanza e sulla pressione
  • I maschietti necessitano struttura più ancora che che femmine. In loro si riscontra un rifiuto della disciplina. Chi non ricorda il Signore delle mosche? La lontananza dell'adulto è per loro ancora più deleteria.

  • Nei ragazzi puo' registrarsi una certa propensione a comportamenti antisociali. Prendiamo lo stupro e vediamo la cause. Si fanno due ipotesi: 1) educazione alla cultura machista e patriarcale oppure 2) mancanza di educazione. Nel primo caso l'educazione dovrà essere ancor più "androgina", nel secondo caso dovrà essere più "adatta a loro".
  • In favore della seconda ipotesi: la propensione allo stupro si abbina con la propensione al vandalismo (molto meno riconducibile a machismo e patriarcato).
  • Nei violenti cresce l'autostima. Anche per questo la disciplina e l' etica devono essere chiari ai maschietti. Loro più delle femminucce sono aggressivi, arrischiati e anticonformisti
  • Il fattore della disciplina è stato letto in passato come un fattore di repressione, cosicché è stato rimosso. A risentirne sono stati soprattutto i maschi.
  • Pedagogia di Aristotele, ovvero pedagogia del buon senso: inculcare i principi morali anche con premi e punizioni affinché ci si formi un carattere a si sia degli adulti autonomi
  • Il rifiuto di Aristotele e l'avvento della value clarification: noi proponiamo il bimbo sceglie. Il bimbo è già autonomo
  • Siccome il value clarification ci consegnava bambini ansiosi e insicuri si è ripiegato sull' autostima: coltiviamo di più quella!
  • La precisazione di Mill: sia chiaro che nn parlo de bimbi quando parlo di libertà... 
  • L' uomo ha un vantaggio sull' animale: non deve reimparare da capo tutto. Cerchiamo di sfruttarlo!
  • Ma l' approccio permissivista non danneggia tutti allo stesso modo: i maschietti sono le vittime designate.
  • Persino il diritto rende difficile educare: sentenze contro insegnanti autoritari
  • Accusa alla tradizione: propone un  lavaggio del cervello. Difesa: solo il cervello delle persone autonoma può essere lavato.
  • Greci, romani, illuministi, vitttoriani, tutti uniti nel metodo pedagogico migliore: inculcare i principi di onestà, lealtà, coraggio, decenza. Con Dewey i contenuti sono diventati più specifici: non dobbiamo formare l'uomo ma il cittadino, inculcargli i valori di cittadinanza (che sono poi i valori progressisti della condivisione). E' dagli anni sessanta che è cambiato tutto.
  • Buon senso e scienza convergono nel supporto ad Aristotele.
  • Columbine? Si fanno molte ipotesi sulle cause: 1) povertà 2) armi 3) divorzio 4) repressi? La risposta più lineare è una: semplice mancanza di valori. Un esito perverso dell'educazione progressista.
  • Non si chiede molto, solo un ritorno ad Aristotele. Magari facoltativo, magari dando l'opportunità di scegliere classi maschili.
continua

martedì 8 settembre 2015

The Cold-War Origins of the Value of Statistical Life by Spencer Banzhaf


 Spencer Banzhaf sul valore della vita umana
  • Il primo metodo utilizzato: attualizzazione del flusso di ricchezza creata dall' individuo oggetto di valutazione. Il metodo creava molti problemi etici: possibile che la vita di un ricco valesse tanto di più della vita di un povero?
  • Secondo metodo: si guarda alle scelte pubbliche: dalla decisione di adottare certe misure di sicurezza si deduce il valore che la politica dà alla vita umana. Il metodo comporta problemi di circolarità poiché molte volte è proprio per soppesare la scelta politica che si decide di dare un valore economico alla vita umana.
  • La rivoluzione di Schelling: utilizzo dei piccoli rischi. Si guarda a quanto il singolo si fa pagare in più per accollarsi dei piccoli rischi legati alla propria vita, dopodiché con un calcolo proporzionale si deduce il valore dell'intera vita. Il metodo ha il pregio di conservare la natura soggettiva del calcolo.
  • Origine storica del problema. RAND fu chiamata dalle autorità militari a sistematizzare le decisioni sul terreno di guerra con un'analisi costi/benefici legata alle perdite umane. Alle vite  doveva quindi essere attribuito un valore...
  • Primo problema: calcolare la miglior strategia d'attacco nella guerra atomica. Fu consigliata una strategia che implicava pesanti xdite tra "i nostri". Il costo di quelle vite nn era stato tenuto in alcun conto...
  • L'equipaggio può essere prezzato al costo necessario x formarlo? Ma il problema fu sentito subito come profondo poiché mentre x il materiale c'è un mercato x gli esseri umani no...
  • RAND decise x l'incommensurabilità dollari/vite umane. Spetta alla politica decidere la frontiera secondo buon senso. Il valore della vita diveniva così una scelta politica.
  • Furono Schelling e Carlson a prendere di petto il problema calcolando il valore soggettivo di una vita col metodo dei piccoli rischi...
continua

Libertarianism, from A to Z by Jeffrey A. Miron - Test scolastici


Jeffrey Miron sui test scolastici
  • Di solito vengono indicati due benefici: stimolare lo studio degli allievi e l'impegno degli insegnanti.
  • Ma un controllo del genere è sempre stato presente nelle scuole dei quartieri medio alti dove genitori motivati sono sempre pronti a dirottare i loro figli nel privato. E' la concorrenza a produrre simili benefici.
  • Il problema sono allora i quartieri ghetto, ma lì l'incentivo fornito dai test è irrisorio: gli studenti vogliono lavorare, non hanno velleità legate allo studio e gli insegnanti sono già al gradino più basso.
  • I test possono al massimo fornire delle informazioni ma non indicano le direzioni di cambiamento.
  • Il miglioramento nei test cosa indica? tante cose, troppe purtroppo: 1) migliore apprendimento ma anche 2) classificazione disabilità ad hoc 3) learning to test 4) abilità nella frode...
  • Altro problema dei test: tutta l'attenzione dirottata sugli studenti più scarsi (sono loro che fanno progredire la media e lo stipendio dell'insegnante). Intanto i talenti migliori imboccano la via dell'obsolescenza.
  • Ma il problema più grande resta quello del grande omogeneizzato: educazione uniforme, standardizzata e mirata ai test che nn distingue, per esempio, tra istruzione professionale o universitaria. 
  • Oltre ad essere tremendamente noiosa: cosa c'è di più noioso dei promessi Sposi studianti in classe? I Promessi Sposi studiati in classe in forma di quiz. L'interesse è immediatamente azzerato.
  • Altro problema: distrae l'attenzione dalle due riforme principali: 1) voucher 2) desindacalizzazione della scuola.
continua

Was Jesus God? by Richard Swinburne - la Trinità


Richard Swinburne sulla Trinità
  • Trinità: Dio è amore e per esprimere l'amore più nobile genera un suo pari: il figlio; Come ogni amore autentico anche questo si effonde e l'effusione prende il nome di Spirito Santo.
  • Analogia: in un matrimonio ci si ama da pari a pari, siamo di fronte all'amore più nobile. Inoltre, nel matrimonio se moglie e marito si amano pensando solo a se stessi instaureranno una relazione egoistica e malsana. L'apertura all'esterno della loro realizzazione è essenziale. Di questo amore possono e devono godere anche altri, i figli innanzitutto ma anche amici e parenti che frequentano la coppia...
  • L'amore prevede di amarsi reciprocamente ma anche di condividere l'amore per qualcosa o qualcuno di esterno alla coppia...
  • Se il figlio e/o lo Spirito fossero generati successivamente all'esistenza del Padre, allora il padre sarebbe stato imperfetto, il che nn è possibile per definizione. Per qs motivo la relazione tra le tre persone è detta consustanziale. Tuttavia solo il Padre è ontologicamente necessario (puo' essere concepito come origine del tutto). Figlio e Spirito sono solo metafisicamente necessari (il padre non è concepibile in loro assenza).
  • È qs sequenza generativa che distingue le tre persone, nn altro...
  • Problema: come è possibile che coesistano tre persone tutte onnipotenti senza che si creino conflitti? Semplice: le xsone hanno la stessa natura e quindi sono tra loro armoniche...
  • Problema: ma la teoria trinitaria nn complica un'ipotesi che aveva nella semplicità il suo forte? No, conseguenze intricate nn pregiudicano la semplicità di partenza...
continua

The Duty to Disregard the Law by Michel Huemer + Contro la legalità di Ilya Somin

Michael Huemer e Ilya Somin sull'obiezione di coscienza.
  • Nullification: rifiuto di applicare la legge da parte della giuria x questioni morali, una specie di obiezione di coscienza. Oggi si tende a contestare esiti del genere ma gli argomenti contro la n. sono molto deboli...
  • Un caso di n.: Zengler criticò aspramente un politico ma, nonostante le accuse fossero vere, venne condannato perchè minava la pubblica fede (reato previsto). La giuria lo assolse adducendo che la norma fosse eticamente scorretta. Nacque così la libertà di stampa...
  • Prima della guerra civile molte giurie e molti giudici si rifiutarono di condannare chi ospitava fuggiaschi di colore. È nato anche così l'antischiavismo...
  • Nell'era proibizionista molti produttori clandestini vennero assolti in barba alle leggi vigenti...
  • Recentemente registriamo assoluzioni in materia di eutanasia e droghe, anche in presenza di leggi proibizioniste...
  • L'opinione giuridica sulla n. è chiara e chiaramente avversa ma qui affrontiamo il tema da un punto di vista etico...
  • Tutti ammettono l'esistenza di leggi ingiuste, ci si chiede se si possa (o si debba) violarle...
  • Lo stato dell'arte: il diritto/dovere dell' obiezione sta diventando la posizione ortodossa. Anche chi postula un dovere di obbedienza lo postula solo prima facie...
  • Caso concreto: passeggi x la strada con un amico drag queen quando t'imbatti in un'inquitante gang di bulli omofobi che ti chiedono se il tuo amico è frocio, dal che capisci le loro intuizioni punitive...
  • Diritto di disobbedire o dovere di disobbedire?: il caso dell'amico gay. Sono a passeggio con un amico gay quando m'imbatto in una banda di bulli omofobi che mi chiede notizie sull'orientamento sessuale del mio amico, so bene come andrà a finire se dico la verità. Non solo è mio diritto mentire ma addirittura mio dovere.

  • Quando si può rompere una promessa?: 1) quando è estorta con la minaccia (esempio rapinatori) 2) x evitare un danno ingiusto a terzi (esempio dell'aeroporto) 3) se scopro che il suo mantenimento è funzionale a scopi malvagi (esempio del prestito della pistola).


  • Argomento dell anarchia (la disubbidienza civile conduce all anarchia): è debole: qui le generalizzazioni non valgono, non si tratta di difendere la plausibilità dell'anarchia: con la storia dell' amico gay abbiamo concluso che mentire può essere giustificato, tuttavia nessuno nega che la menzogna diffusa porti all anarchia.
  • Ognuno di noi viola 3 volte al giorno la legge. Pensa ai limiti di velocità, o al "pericoloso" angolo della scrivania, o alla necessità degli armadi a  combinazione, ma anche alla cintura di sicurezza. E tutte queste violazioni vengono commesse senza sentirsi in colpa.
  • Se legalità e moralità sono disconnesse allora il clandestino probabilmente non potrebbe venir condannato dal moralista, ma neanche l'evasore.
  • In genere esiste una "debole" attitudine morale in favore della legge, x qs tolleriamo tante infrazioni ma non osiamo dire che legge e morale viaggiano su binari separati.
  • Ilya Somin: 3 teorie: 1 strong: relazione forte tra morale ed etica. Teoria smentita dai comportamenti concreti: tutti violiamo 3 regole a giorno.
  • Due: weak, relazione debole tra legge ed etica: più coerente coi comportamenti e non rovina tutti i benefici della legge-rito.
  • Tre: nessuna relazione tra morale e leggi: la più coerente filosoficamente
  • Il primo precetto dell''obiezione di coscienza secondo MLK: viola la legge ingiusta ma fatti punire
  • La teoria di MLK regge solo se vista come nobile bugia: la gente pensa ingiustamente che alcune leggi siano ingiuste ma se chiamata a sottoporsi a punizione riflette meglio prima di disubbidire.
  • Due critiche all'ipotesi della "nobile bugia": 1) xchè nn promuovere invece la seria investigazione sulla giustizia?  2) Molti cittadini virtuosi sono anche paurosi in qs modo le ingiustizie xdurano.
  • Per minimizzare le obiezioni di coscienza e scadere nell'anarchia bisogna avere leggi senza un contenuto etico (solo mere convenzioni, tipo "tenere la destra"). Ma questo, guarda un po', è il paradiso dei liberali e l'inferno di chi ama lo stato etico.
continua


lunedì 7 settembre 2015

On Labor Economics - Bryan Caplan

Bryan Caplan sul sindacato
  • Tesi del "potere contrattuale" nei contratti di lavoro: si ritiene che i padroni siano più forti al punto da invalidare la legge di domanda e offerta, x esempio togliendo ogni rilievo alle skills del lavoratore quando si conclude l'accordo...
  • Molti lo affermano, tuttavia, tra il dire e il fare c'è differenza: come mai così pochi lavoratori, anche con disponibilità, nn diventano imprenditori?…
  • Perchè nei colloqui il lavoratore è più nervoso? Perchè nn oserebbe chiedere nemmeno una tazza di caffè? Non chiederà il caffè ma chiede tutto del salario e dei benefit, se non chiede il caffé è per questioni di gentilezza, non altro. E poi il maggior nervosismo deriva dagli obiettivi diversi che le due parti giocano nel colloquio: uno deve "apparire" l'altro deve "percepire". Solo il primo è sulla scena...
  • Si dice: padroni chiedono spesso prestazioni extra che il dipendente non osa rifiutare. In realtà i dinieghi e le scuse x declinare fioccano (in genere sono legate ai figli). Inoltre, in molti lavori è il dipendente a prendersi la flessibilità: entrare dopo e uscire dopo...
  • Si dice: il boss e solo il boss si xmette di urlare al dipendente, mai viceversa, tutto cio' testimonia un'asimmetria fondamentale nella relazione. Vero, ma è anche pieno di boss che fanno finta di nn vedere le scorrettezze dei dipendenti e la loro inefficienza. E poi che motivo ha un dipendente di sottolineare gli errori del boss, nn paga lui il conto.
  • Si dice: il padrone maltratta il dipendente, tanto ne ha parecchi. Improbabile: anche di clienti ne ha tanti, eppure non li maltratta. Più probabile: quando si contratta in asimmetria d'informazioni e in azzardo morale è sempre chi acquista a lamentarsi...
  • Subire delle dimissioni nn è certo stressante come xdere il lavoro. Qui il potere contrattuale dei padroni è evidente. Ok, ma per mettersi in qs condizione l'imprenditore si carica di altri stress, tanto è vero che nel complesso la vita del lavoratore autonomo è più stressante. Inoltre ci sono assicurazioni che preservano il lavoratore. Anche licenziare, comunque, è stressante tanto è vero che non ci si spiega come mai i licenziamenti siano così pochi...
  • Raccomandazioni. Perchè c'è asimmetria? Semplice: per il lavoratore è più semplice raccogliere informazioni sul boss, basta una chiacchierata informale ci dipendenti...
  • Tesi sindacalista: il giusto scambio avviene con i lavoratori uniti. Ma perchè? Nessuno sostiene che il giusto scambio con Esselunga avvenga con i consumatori uniti...
  • Tesi sindacale: solo l'unità dà al lavoratore potere contrattuale. Assurdo: sono le competenze a dare potere, tanto è vero che molti lavoratori snobbano il sindacato...
  • Tra i suicidi ci sono molti lavoratori, il chè evidenzia la loro debolezza. Ok, ma ci sono anche parecchi imprenditori. Anche parecchi amanti. Xchè nn cercano altrove la loro fortuna? Evidentemente hanno poco da offrire, il che significa che il modello domanda-offerta spiega parecchio...
  • Il problema fondamentale con la tesi del "potere contrattuale" è che i trattamenti umilianti ricevuti dal lavoratore prescindono dalle sue abilità, il che nn è...
  • Il modello domanda e offerta è però fallato: nn spiega salari così alti e rigidi, tali da creare disoccupazione massiccia. Xchè esiste tanta disoccupazione? Probabilmente xchè esiste uno stigma sociale che colpisce l'imprenditore razionale, uno stigma che lui vuole assolutamente evitare...
continua

Facebook genera conflitti?

Qualcuno ha detto che senza un buon "cattivo" non puo' nascere una storia interessante. Prendiamolo per vero.

Analogia: senza un disaccordo non puo' nascere una discussione e chi ama le discussioni è attirato dai disaccordi. Ma poi capita che si trovi a cavalcare una tigre.

Nelle discussioni tradizionali buona norma vuole che si ripetano con cura gli argomenti dell'interlocutore evidenziando le concordanze con i nostri ed elogiando l'esplicativa esposizione che l'altro ha fatto. Quanto ci ritroviamo nelle sue parole! Poi, finalmente, si isola il punto di disaccordo e su quello si fa partire la vera e propria discussione.

Ma su Facebook come su qualsiasi social è difficile riprodurre la noiosa ma salutare manfrina, cosicché si parte in quarta con la sostanza, ovvero con i disaccordi e la discussione.

Concentrandosi solo sul disaccordo e parlando sempre e solo di quelli, le parti, potenzialmente vicine, cominciano a sentirsi estranee l'una all'altra, il che puo' facilmente degenerare in aperto conflitto, basta una parolina sbagliata e l'equivoco esplode.

Privatize Marriage by David Boaz


David Boaz sul matrimonio
  • Cosa significa "privatizzare i matrimoni"? Significa considerare il matrimonio come un contratto qualsiasi che lo stato è chiamato ad applicare...
  • La privatizzazione del m. risolve i problemi legati al m. omo e alla poligamia...
  • Nel Medioevo - epoca d'oro della Cristianità - il m. era un contratto privato tra famiglie...
  • L'intromissione massiccia dello stato comincia nel XX secolo: il divorzio senza addebito diviene obbligatorio (per altro con grave nocumento alle donne, rimediato solo attraverso altri gravi squilibri)...
  • La privatizzazione è il toccasana x diversi conflitti sociali. Gli esempi sono facili: p. la religione e nn avremo più guerre di religione, p. l'arte e nn dovremo decidere più cos'è pornografia, privatizziamo la cultura e non avremo più invadenti crociate culturali...
  • Lasciamo che fioriscano 100 fiori (100 contratti): matrimonio tradizionale, matrimonio di garanzia: ogni Chiesa avrà i suoi moduli, basta con il monopolio della modulistica, basta con il one-fit-all...
continua

Non abbattete un recinto prima di sapere perchè è stato costruito

Mistakes #4: breaking Chesterton’s fence in the presence of bull | Meteuphoric:



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