venerdì 4 gennaio 2013

Definire l' umiltà

Partiamo da un' osservazione sulla natura umana (e non solo):

On the faculty web page of Asif Ghazanfar [1], a psychologist at Princeton University, Ghazanfar comments, “For primates (including humans), the most salient features of the environment are other status-striving agents.” In other words, the monkeys, chimpanzees, baboons, gorillas and you and I tend to be quite preoccupied with our personal worth and more particularly with our rank or status. We tend to be hyper-aware of how we rank relative to the other “status-striving agents” in our environment. We want to be alpha, if not absolutely, then at least relative to somebody...

Ora, occupandoci della definizione, consideriamone alcune probabilmente errate:


One commentator considered humility to be a kind of effortless mental naturalness or going-with-the-flow that can’t be adopted as action or pursued. To another, ‘humility’ suggests servility or obsequiousness, a kind of groveling bootlicking attitude. Another thought it to be a combination of disregard for social status, contrition for one’s moral shortcomings, and trust in God to bless one with moral improvement. In recent literature, humility is sometimes equated with low self-esteem, to which people sometimes respond by saying that it’s actually accurate self-assessment, rather than low self-assessment. The history of philosophy doesn’t provide much help. David Hume writes of humility as though it is the feeling of shame, while Thomas Aquinas regards it as a brake on immoderate ambition...

E adesso veniamo a una definizione più congegnale:


 I propose that it is a lack of regard for social status that comes of caring passionately about some good. Jesus and Socrates are prime exemplars of the virtue. Jesus’ humility consists in not regarding his divine status as “something to be insisted on” or “grasped” because of his great love for the Father and for humanity, and Socrates’ humility consists in his disregard for social approval that comes of caring passionately for truth and for his own integrity. Since the passion that explains Socrates’ lack of regard for social standing is in large part an intellectual passion (the love of truth and the desire to understand), Socrates’ trait is a prime example ofintellectualhumility...

https://www.bigquestionsonline.com/print/135

I compensi di politici e burocrati

Dovremmo pagare i controllori con azioni delle compagnie controllate. I membri delle commissioni di controllo delle linee aeree con azioni delle compagnie aeree. I membri della FDA con azioni delle compagnie farmaceutiche.
E che fare dei politici? Il metro per capire se in un posto si vive bene è il prezzo di case e terreni. Ecco, paghiamoli con proprietà distribuite in tutto il territorio. Tanta più terra possiede il presidente tanti più incentivi avrà a governare con saggezza...

sabato 22 dicembre 2012

Dio, Patria e Famiglia. SAGGIO

Di solito la triade va a braccetto, non nel mio caso.
Andrei nel fuoco per la Famiglia, mi inginocchio al cospetto di Dio, ritiro le mie idee una volta ammaestrato dal Magistero della Chiesa ma francamente nulla mi lega alla Patria: resto alieno a qualsiasi forma di nazionalismo, nonché sordo ai richiami di Mussolini e Ciampi.
Sono forse incoerente?
patria
Spero di no: innanzitutto il sentimento che mi lega alla Famiglia è iscritto nei miei geni come in quelli di ogni uomo; e anche per la fede probabilmente vale qualcosa del genere visto che persino gli atei militanti riconoscono che, per un fatto legato alla nostra evoluzione, siamo “nati per credere”.
Al contrario, il concetto di Patria è molto più artefatto, qualcosa di scritto a tavolino e propagandato con il megafono stridulo della retorica.
D’ altronde l’ attaccamento alla Famiglia è spontaneo, i Carabinieri difficilmente si ritrovano nei fogli di servizio ordini del tipo “costringere le madri ad allattare i figli”. Lo stesso dicasi per la fede, l’ adesione è libera, nessuno si reca in Chiesa con la scorta armata e le mani in alto.
Al centro del culto per la Patria c’ è invece la coercizione. Ma guarda caso!
Detto questo, si riscontra un’ altra differenza spesso sottovalutata: sia il valore della Famiglia che quello della Divinità convivono meglio con il rispetto dei diritti altrui.
Io posso “tifare” per mio figlio, favorirlo in tutti i modi ma non ammazzerei mai nessuno per spianargli la strada, non giustificherei una sua affermazione scorretta, questo perché trovo giusto e compatibile con il valore della Famiglia che le regole del gioco siano le stesse per tutti. E scommetto che questo atteggiamento è comune a tutti i padri di famiglia. Chi agisce diversamente lo fa nella vergogna.
Allo stesso modo, il Dio che adoro manda il suo popolo in Paradiso e gli infedeli all’ Inferno ma finché stiamo quaggiù non esistono distinzioni pregiudiziali. Chiunque, anche il peccatore più immondo, puo’ pentirsi divenendo “il favorito” segreto di Dio; chiunque, anche il più alacre devoto, puo’ nascondere dietro la sua puntigliosa osservanza un vuoto fariseismo che lo danna.
In nome della Nazione invece impazza la discriminazione dei senza-vergogna, faccio solo tre esempi. 1. Le misure protezionistiche tutelano il venditore nazionale penalizzando i diritti dello straniero. 2. Parlando di Fiat il lavoratore italiano e quello serbo non sembrano affatto essere messi sullo stesso piano. 3. In guerra l’ omicidio di civili stranieri innocenti è un “effetto collaterale” non punibile.
Mi fermo qui per carità di Patria.
Ho parlato delle asimmetrie implicite nel protezionismo, nell’ outsourcing e nella guerra solo perché non vengono affatto vissute come scorrettezze etiche; in altri termini, il valore della Nazione, diversamente da quello della Famiglia e di Dio, è perfettamente compatibile con la discriminazione del prossimo.
Concludo con una riflessione personale: se nel coltivare i valori personali proprio non riuscite a considerare un orizzonte infinito (Dio), meglio per tutti se considerate l’ orizzonte più ristretto possibile (Famiglia o Individuo).

giovedì 20 dicembre 2012

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei

Sono in molti a credere che il buon cristiano debba respingere la società opulenta e non sporcarsi le mani con ricchezze tentatrici. La povertà costituirebbe una dimensione privilegiata per avvicinarsi agli esclusi imitando Cristo. Tenere le distanze dalle comodità del Mondo è il miglior modo per omaggiare Dio.
Nessuna meraviglia quindi che la Chiesa riceva continue sollecitazioni a imboccare la via della povertà liberandosi del superfluo.
Tutti coloro che condividono questa visione, anche a prescindere dalla fede, sono compagni di strada ben accetti, gente con cui percorrere almeno un tratto del percorso insieme.
Ma chi è il nemico numero uno del pauperista? E chi sono invece i suoi compagni di strada? Vediamo di capirlo meglio con una breve analisi psicologica che indaghi il macachino che è in noi.
macachino
Considerando “noi due” (io e te) alle prese con un oggetto o un attributo, si danno quattro possibilità (A-B-C-D):
A =  HAI          ;      HO
B =  HAI          ;      NON HO
C =  NON HAI   ;      HO
D =  NON HAI   ;      NON HO
envy 
Dal mio punto di vista, definisco adesso in modo analitico alcuni sentimenti dell’ animo umano (con > indico una preferenza e con = un’ indifferenza):
1)  Invidioso rosa:       C > D & D > B
2)  Invidioso verde:     C = D & D > B
3)  Geloso:                C = D &  A > B
4)  Malanimo:            C > D  & C > A
5)  Malevolo:             C > D  & D > A
6)  Maligno:               C = D  & D > A
7)  Competitivo:         A = D  & C > D
8)  Pauperista:           D > C  & B > A
9)  Egoista:               A =  C > B = D
10) Magnanimo:         A > D  & A > C
11) Mistico:              D = B  > C = A
envvvvvv
Ripeto la medesima definizione ma in modo descrittivo.
1:  Qualora tu sia povero, preferirei essere ricco ma qualora il povero sia io, meglio se lo sei anche tu.
2:  Qualora tu sia povero, il mio stato mi è indifferente ma se costretto a povertà, meglio che tu mi segua nella sorte.
3:  Qualora tu sia povero, il mio stato mi è indifferente ma se tu sei ricco, allora devo esserlo anch’ io costi quel che costi.
4:  Qualora tu sia povero, preferirei essere ricco, certo che se dovessi essere ricco preferirei esserlo da solo.
5:  Qualora tu sia povero, preferirei essere ricco, certo che pur di non vederti ricco sarei disposto a impoverirmi.
6:  Qualora tu sia povero, mi disinteresso della mia condizione ma se ti arricchisci sarei disposto ad impoverirmi pur di riportarti alla condizione precedente.
7:  Mi interessa solo essere più ricco di te.
8:  Mi interessa impoverirmi, meglio se con te.
9:  Mi interessa arricchirmi, la tua condizione mi è indifferente.
10: Mi interessa arricchirmi, meglio se con te.
11: Mi interessa impoverirmi, la tua condizione mi è indifferente.
envyyyyy
Adesso calcolo le affinità tra i vari “tipi sentimentali” in termini di potenziale distruttivo nei confronti della eventuale ricchezza materiale prodotta. Il primo addendo indica la mia distruttività qualora “tu non abbia”, il secondo qualora “tu abbia”.
1:  spinta distruttiva pari a    0 = +1 –1;
2:  spinta distruttiva pari a    –1 = 0 –1;
3:  spinta distruttiva pari a     1 = 0 +1;
4:  spinta distruttiva pari a   0 = +1 –1;
5.  spinta distruttiva pari a  –1 = +1 –2;
6.  spinta distruttiva pari a    –2 = 0 –2;
7.  spinta distruttiva pari a   2 = +1 +1;
8.  spinta distruttiva pari a  –3 = –1 –2;
9.  spinta distruttiva pari a   2 = +1 +1;
10. spinta distruttiva pari a +3 = +2 +1;
11. spinta distruttiva pari a  –2 = –1 –1;
envyyyyyyy
Prima conclusione: il tipo psicologico più distante dal Pauperista è il Magnanimo.
Seconda conclusione: i sodali del pauperista sono invece il Mistico e il Maligno seguiti a ruota dal Malevolo e dall’ Invidioso verde.
A conti fatti non saprei se il “nemico” sia poi tanto odioso, così come non saprei se definire “una bella compagnia” quella formata dagli affini.
envyyy
L’ ispirazione del post mi è venuto dopo aver letto un’ intervista a Goffredo Fofi (uno che gira scalzo anche d’ inverno e non si è mai perso una “Marcia della Pace”) nella quale il noto pedagogo alzava un lamento che mi ha colpito:
… la tragedia vera della mia generazione, dei cosiddetti alfabetizzatori, è che ci siamo confrontati con un popolo straordinario quando era analfabeta e che poi – una volta imparato a leggere e scrivere e messi da parte un po’ di soldi – è diventato un popolo di mostri…
Vista la natura “fofiana” degli alfabetizzatori, dobbiamo ritenere di essere di fronte a un paradosso?
No, almeno se etichettiamo come mostruosa la malevolenza, la malignità e l’ invidia più distruttiva (*). Ora, infatti, sappiamo come ci siano tutte le condizioni affinché certe erbacce possano crescere rigogliose all’ ombra di un predicatore pauperista in buona fede.
(*) Io, personalmente, etichetto come mostruoso anche molto misticismo.

Film visto ieri: L’ imbalsamatore

… mi fa andar via il latte…
Con questa laconica scusa Sara si è dapprima rifiutata di affiancarmi nella visione.
Tuttavia si sbagliava, nonostante le carcasse di uomini e animali abbondino, siamo ben distanti dal film horror.
Il genere resta indefinito. Resta indefinita persino la relazione di fondo che lega i due protagonisti e muove tutta la storia: boss/affiliato? maestro/allievo? padre/figlio? amante/amante?
Che il mare non bagni Napoli, qui lo si vede chiaramente. La costiera amalfitana è lontana anni luce.
imbalsamatore-575x452
Lui, il bellissimo Valerio, sceglierà la bellissima Deborah o il perverso nano gay cinquantenne? Il fascino del tassidermista sembra avere lentamente la meglio sia su Valerio che su di me. Deborah e Sara non hanno parole.
Allo Zoo l’ incontro fatale.


Un napoletano solfeggiato dall’ inizio alla fine come meglio non si potrebbe produce un effetto/realtà che nemmeno la musica patinata riesce a guastare (Rava, un po’ meno eco, per la miseria!).
Garrone è il meglio su piazza e con lui non ha senso smettere, quindi presto ci toccherà anche Reality.
Tuttavia non sono arrivato a questo film pedinando il regista. Mi ero invece appassionato al processo subito da Lucio Fulci (e produzione) in seguito alla bollente scena in cui la Bouchet nuda seduceva un bambino. Gli imputati se la cavarono egregiamente poiché riuscirono a dimostrare che il bambino ripreso di spalle era in realtà un nano. Per la precisione Ernesto Mahieux, ovvero l’ “imbalsamatore” di trent’ anni dopo.

mercoledì 19 dicembre 2012

nazionalismo e familismo

Le differenze sono fondamentali:

- l' istinto per la famiglia ha una radice biologica; quello per la nazione non esiste;

- l' istinto per la famiglia ha effetti benigni; l' amore per la nazione implica disponibilità alla guerra.

http://econlog.econlib.org/archives/2011/12/patria_parenti.html

Una soluzione al trolley problem

http://falkenblog.blogspot.it/2012/12/the-trolley-problem.html

Il fascino della schiavitù

La pratica della schiavitù ha ricevuto dalla storia lo stigma che si meritava ma gli schiavi, quelli non passano mai di moda. L’ importante è usare con loro una certa accortezza linguistica. Un concetto che viene buono in questi casi è quello di capacità contributiva.
Viene talmente buono che forse siete degli schiavisti perfetti e neanche lo sapete.
Vergogna!
Ma ripensandoci sarei indulgente, se uno è venuto su a pane e Costituzione certe cose neanche le vede. Con che coraggio condannare.
ku-klux-bill
Molto peggio chi svicola definendo di volta in volta lo schiavismo in base a cio’ che di volta in volta lui non è.
Qui grido convinto: doppia vergogna!
Sì, “doppia”, perché tra le due categorie di persone penso che la seconda sia la peggiore, almeno la peggiore con cui discutere.
Facciamo allora un piccolo test per capire come ci collochiamo rispetto al tema della schiavitù, ma prima definiamola come la pratica di ridurre un terzo ai lavori forzati al fine di estrapolarne i frutti e farli godere ad altri. Mi sembra una buona definizione: semplice e intuitiva.
SITUAZIONE 1: Aldo, Giovanni, Giacomo, Giuseppe e Paolo naufragano su un’ isola deserta, il sostentamento ora dipende unicamente dalle loro forze. La situazione si presenta così: Aldo, il tipico emotivo imbranato, scopre di non poter badare a se stesso, è messo male; Giovanni, Giacomo e Giuseppe se la cavano a malapena, ognuno di loro produce comunque risorse sufficienti al proprio mantenimento: non pasteggiano certo a mango e papaja tutti i dì ma per lo meno tirano la fine della giornata senza mai rischiare la pelle. Poi c’ è Paolo, un tipo fenomenale in grado di produrre ogni giorno una quantità tale di risorse sufficiente a far vivere nell’ agio 5 persone, per lui il naufragio si è trasformato in una vacanza esotica.
DOMANDA 1: Giovanni, Giacomo e Giuseppe hanno il diritto di “tassare” quel fenomeno di Paolo e trasferire parte della sua ricchezza verso il tapino Aldo (magari trattenendo qualcosina anche per loro)? Rispondete mentalmente prima di passare alla seconda fase.
SITUAZIONE 2: E’ praticamente la medesima di cui sopra, con gli stessi identici protagonisti. Senonché il “fenomeno Paolo” decide di limitare le sue attività alle prime ore del mattino rilassandosi per il resto della giornata: ora produce risorse bastevoli solo a se stesso, per quanto, come sappiamo, possieda le capacità per fare molto di più.
DOMANDA 2: Giovanni, Giacomo e Giuseppe hanno il diritto di forzare il talentuoso Paolo al lavoro in modo da migliorare la condizione dell’ inetto Aldo (e magari, almeno un pochino, anche la loro)?
Il test in teoria è già finito, chi ha risposto SI’ alla seconda domanda ha fornito una giustificazione etica alle pratiche schiaviste, per lo meno se prendo per buona la definizione data all' inizio.
Un mio amico, per esempio, ha risposta SI’ alla prima e NO alla seconda, cio’ detto non ha nessuna intenzione di considerarsi uno sporco schiavista.
Magari ha ragione lui ma di sicuro le cose non sono così semplici come crede: per esempio, non si puo’ rispondere in quel modo e allo stesso tempo sposare un principio costituzionale all’ apparenza pacifico come quello della capacità contributiva (CC)
Ricordo che la CC è la capacità che ciascuno di noi ha di contribuire al bene comune. La tassazione, per esempio, è messa costantemente in relazione alla CC.
Non è facile conoscere la CC di ciascuno poiché è un mix di abilità, talento, forza, intelligenza, fortuna eccetera. Gli ordinamenti di solito sono costretti a semplificare considerando tutte queste doti come “segnalate” dal reddito prodotto. Di conseguenza, il prelievo fiscale si relaziona al reddito.
Ma questo ripiego non è necessario nel nostro esempio dove la capacità contributiva di ognuno è nota a tutti a priori.
Io concluderei così: la nostra Carta Costituzionale, almeno in potenza, sembra proprio schiavista (visto che prevede tasse in relazione alla capacità contributiva), e probabilmente anche il mio amico (visto che sventola continuamente il libretto della Costituzione Italiana facendo un gran chiasso manco fosse il libretto rosso di Mao).
Come alternativa si potrebbe passare a una definizione cervellotica di “schiavitù”. Ma ci vuole un cervellone per farlo. Il cervellone di un intellettualone. E poi uno si stupisce se gli intellettuali sono di sinistra.

lunedì 17 dicembre 2012

L' unico diritto: la proprietà privata.

E' l' unico con cui si possono costruire gli altri.

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-10-03/qual-diritto-preferito-174000.shtml?uuid=AbTFOrnG&fromSearch

Dubbi sulla EMH

I macroeconomisti sono alla ricerca della giusta teoria, evidentemente credono che alcune siano migliori di altre, evidentemente credono che alcune facciano "fare soldi", evidentemente credono di poter battere il mercato e confutare EMH.

Calma, il mecato è un paniere di scommesse. Poco importa se alcune scommesse sono più probabili di altre, cio' che conta  è quanto pagano. Puo' ben essere conveniente scommettere con basse probabilità. I macroeconomisti (classici) non sono alla ricerca di squilibri tra posta e vincite ma di scommesse ad alta probabilità di vittoria. Al limite lo squilibrio è ricercato dai comportamentisti.

http://www.arnoldkling.com/blog/emh-and-macroeconomics/

La fatica di ricalcolare in continuazione

http://arnoldkling.com/essays/papers/PSSTCap.pdf

Il deficit aggredito

Modi per aggredire il debito: vendere qualche regione. Magari la Lombardia.

Gli USA pensano all' Alaska.

http://www.washingtonpost.com/business/economy/to-solve-our-debt-problems-lets-sell-alaska/2012/12/14/1c63c1d6-4352-11e2-9648-a2c323a991d6_story.html?hpid=z4

Choosy

Secondo Casey Mulligan è il welfare dei disoccupati a rallentare la ripresa USA.

Il suo libro: The redistribution recession.

Articolo di Mingardi sul 24 ore: i costi della protezione sociale.     http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-12-16/costi-protezione-sociale-081856.shtml?uuid=AbFQNeCH

venerdì 14 dicembre 2012

Il piano per la Santa Crociata

#caplan religione, #iannaccone religione,

All’ atto del suo insediamento Papa Ratzinger rese subito chiara l’ esigenza di ri-evangelizzare l’ Europa. Miele per le orecchie di molti neo-crociati che si sono subito messi a disposizione.
In precedenza già due Sinodi avevano appuntato la loro attenzione preoccupata sul Vecchio Continente.
Insomma, per la Nuova Santa Crociata non occorrono navi, non occorrono mezzi di trasporto in generale visto che si combatte proprio dietro l’ angolo. Anzi, forse si combatte proprio a casa nostra.
Tutto cio’ ha il pregio di essere “certo” ma anche il difetto di esaurire ogni certezza in merito.
Come procedere concretamente? Al risuonare di questa domanda anche i più volenterosi sembrano guardarsi attorno annaspando. I cervelli più brillanti si trasformano in orecchie tese alla ricerca di ordini dall’ alto.
Avrei voluto dare un piccolo contributo scrivendo sul tema un post all’ altezza ma l’ impresa titanica mi ha schiacciato. Buttare nello sciacquone tutto quanto prodotto dall’ inutile sforzo mi rincresceva, salvo quindi qualche nota sparsa, per la precisione i 25 punti in fieri che componevano l’ ossatura del progetto abortito. Svilupparli oltrepassa le mie forze.
cross
Da questo momento, sia chiaro, copio/incollo il file recuperato dal cestino del tablet utilizzato sul treno. Treno e file sono i luoghi fisici e virtuali dove ho prodotto l’ inane sforzo. Chi è pratico di queste cose e dà un’ occhiata alla data del post sa che ho avuto un fracco di tempo per lavorare, anche se per lo più in sale d’ attesa freddissime. Siamo infatti nella settimana d’ inaugurazione del mitico software Trenord da un milione di euro: treni soppressi, cambio di orari, litigate in biglietteria, attese vane al freddo e al gelo (tipo presepe vivente coi pastori in giacca e cravatta), treni che passavano con la lentezza e l’ irrealtà degli ectoplasmi (tipo vascello fantasma) e gran finale, si spera, con la prima trionfale class action di noi pendolari. Ma procediamo.
“”
Sul titolo del post ci sono almeno due alternative: oLa Crociata del XXI secolo” oppure “La Crociata della Bambagia”. Se la notte non porta consiglio e i dubbi permangono fino all’ alba, tira la moneta e non se ne parli più.
1. Accenna alle priorità poste da Papa Benedetto XVI nei suoi discorsi d’ insediamento, già lì dentro emergono indicazioni decisive sulla Nuova Crociata, in particolare quando allude all’ esigenza di (ri)portare il Vangelo in Europa. Limitati a qualche parafrasi ed evita di appesantire con link scontati, chi ha voglia rintraccia facilmente i testi originali.
2. Magari puoi inserire qui una stoccata sottolineando la preminenza dell’ evangelizzazione sulla liturgia, attira sempre l’ attenzione e scalda l’ auditorio.
3. Passa al sodo diagnosticando il problema concreto: perché siamo messi così male nel vecchio continente? Trova qualche aggettivo drammatico.
4. Soffermati sulle analisi usurate del passato con qualche breve cenno alla teoria della secolarizzazione. Sintetizzane il contenuto così: il mondo moderno esalta 1. la razionalità e 2. la tolleranza; entrambi questi fattori, alla lunga, indeboliscono la fede. Conclusione: la religione è destinata a divenire sempre più irrilevante nel mondo moderno.
5. Parla in modo sprezzante della teoria (pur sapendo che c’ è del vero) calcando la mano sulle falle che presenta. Esordisci con l’ elenco delle evidenze empiriche contrarie (dalla rivoluzione iraniana al neo fondamentalismo i casi non mancano se consulti il pdf di Stark/Bainbridge).
6. Incalza sulle falle: una teoria del declino presuppone un’ “età dell’ oro”, eppure… E qui giù l’ accenno spiazzante all’ ateismo medioevale e al fenomeno della falsificazione delle preferenze. Il link al lavoro di Timor Kuran forse vale la pena, non è affatto scontato e allo studioso manca il riconoscimento che merita. Altrimenti fai solo il nome, che se lo cerchino su Wikipedia.
7. Chiudere il discorso con enfasi nominando finalmente il corpulento elefante nella stanza: gli USA. Come mai il paese più moderno registra “tassi di religiosità” da terzo mondo?
8. Urgono teorie alternative. Eccone una bella e pronta: teoria della competizione religiosa.
9. Esponi la teoria in modo semplicistico al fine da attirare obiezioni che verranno successivamente ghigliottinate senza pietà introducendo un livello ulteriore di sofisticatezza. Due righe bastano, potresti dire: in assenza di sussidi governativi, laddove più fedi competono e la regolamentazione è limitata, i fornitori saranno più aggressivi e ingegnosi nel proporre il loro prodotto. Tutto cio’ si tradurrà in una maggior diffusione del credo religioso. Qui puo’ starci una stilettata ai neo-illuministi: avete visto? la “tolleranza” lungi dall’ essere un freno alla diffusione delle fedi ne sarebbe il principale propellente.
10. Accenna con fare pignolo alle falle della teoria competitiva badando bene a non buttare il bambino con l’ acqua sporca. Essenzialmente ce n’ è solo una: l’ Uruguay. In Uruguay le varie Chiese non ricevono sussidi governativi, inoltre laggiù è relativamente facile intraprendere nei mercati dello Spirito. Eppure i tassi di religiosità sono inopinatamente bassi, c’ è qualcosa che non va.
11. A questo punto fai notare l’ esigenza di integrare la vecchia visione proponendo la teoria della Bambagia. Una genialata che va al cuore della faccenda. Non smettere mai di sottolineare che negli stati moderni la “bambagia” è il welfare. Spiega che il welfare non è altro che un’ assicurazione fornita dallo Stato il quale, prendendosi cura di noi e mettendoci al riparo da molti rischi, attenua il contatto che abbiamo col mondo reale. E’ bene che al punto 11 il post abbia un suo picco. Fallo “ingrassare” bene, rendilo sontuoso perché tra poco deve scoppiare tutto.
12. A questo punto puoi dare ufficialmente la notizia che già tutti subodorano: l’ Uruguay, unico caso da quelle parti, possiede un welfare state di stampo europeo!
13. Qui viene forse la parte più difficile, bisogna illustrare la teoria della Bambagia partendo con la descrizione del prodotto offerto dalle Chiese. Cosa offre un Sacerdote? Offre “risposte” di natura spirituale ai problemi fondamentali della vita. Prodotto, merce, domanda, offerta… ricorri a questa terminologia usando un tono materialista, quasi che religione e asparagi fossero la stessa cosa. L’ ingenuo, portato dalla sua natura a confondere tono e sostanza, sentirà l’ urgenza di esprimere un’ inarticolata indignazione completamente sguarnita di argomenti. A questo punto concediti una pausa e divertiti facendo di lui quello che vuoi.
14. Tornando a bomba, procedi sottolineando che se di molti problemi fondamentali si occupa già papa-stato, l’ appeal dell’ offerta spirituale in parte scema. Fin qui tutto facile, tutto intuibile. Ma ora vieni il bello. Non so come puoi rendere a parole un rullo di tamburi ma cerca di farlo.
15. La “credenza”, ovvero il bene offerto dalla Chiesa, è un bene immateriale ed è quindi difficile da difendere, lo sa bene chi si occupa di “copyright”. Ma c’ è un altro problema: il valore del bene offerto si azzera in mancanza di fiducia. Trova un modo per fare una pausa, chi legge deve realizzare. Trova un modo per chiedere “ci sei?”. Come zombie dall’ occhio perduto risponderanno di “sì”, un “sì” tipico di chi non ha capito niente ma conta disperatamente di capire tutto alla fine; a questo punto fai scattare la domanda: come costruire la fiducia, allora? Sarà una domanda rassicurante perché ha l’ aria di essere davvero normale, un nuovo punto da cui ripartire tutti alla pari lasciandosi alle spalle le incertezze accumulate.
16. Qui è venuto il momento di introdurre un concetto come quello di “reputazione”. La fiducia si costruisce con la reputazione. Il Profeta (o Sacerdote) è chiamato a compiere gesti estremamente “costosi” in modo da segnalare la propria sincerità. Una volta si andava nel deserto digiunando per mesi oppure si tenevano ispirate prediche chilometriche che duravano giorni e giorni senza cali di tensione. Nell’ epoca moderna c’ è rimasto solo Pannella a seguire la via delle pratiche fachiresche. Altrove il sacrificio che va per la maggiore è l’ aiuto incondizionato ai bisognosi attraverso il dono di sé. Questo spiega perché le varie Chiese abbiano prodotto nella loro storia tonnellate di “aiuto” e di “aiuto reciproco” in particolare. Insomma, tonnellate di welfare. Lo fanno innanzitutto per rendersi credibili più che per spirito di servizio. In questo resoconto i fili tendono ad attorcigliarsi dopo ogni virgola, non restano che due vie: potresti dipanare la matassa mettendoti di buzzo buono e aprendo tre parentesi – una tonda, una quadra e una graffa – ma poi chiuderle sarebbe impresa disperata; l’ alternativa – che ti consiglio caldamente – consiste nel servire una versione digeribile della pietanza in attesa del primo ruttino, i rinforzi eventuali seguiranno a tutto vantaggio di chi dimostra appetito.
17. Fai  presente che secondo questo modello - in via di principio - i fedeli godono e contribuiscono al welfare religioso non tanto per l’ opportunità di fruire di servizi, quanto per costruire un bene considerato strategico per  latori di “buona novella”: garantire sulla propria sincerità.
18. Naturalmente le cose non vanno mai come dovrebbero andare “in via di principio” e quindi qui mi sembra il momento migliore per introdurre una schedatura dei fedeli, ce n’ è di tutte le risme: fedeli ardenti, fedeli tiepidi, fino ad arrivare ai meta-atei. Per gli ultimi la dimensione welfaristica (fare comunità) supera quella veritativa (andare in Paradiso), anche se magari la cosa non emerge chiaramente visto che falsificano facilmente le loro preferenze. Parlando del fedele meta-ateo ispirati alla mamma e di sicuro sgorgheranno osservazioni acute appartenenti al tuo genere preferito, il realismo comico.
19. E’ giunto il momento di introdurre l’ inconveniente tipico della “modernità”: lo Stato entra pesantemente in concorrenza con la Chiesa costruendo un suo welfare parallelo. Ma è una concorrenza sleale poiché snobba la volontarietà in favore della coercizione. In questo senso vince a mani basse.
20. Facendo trasparire un dolore autentico, ammetti mestamente che questa dinamica svuota ed espropria la Chiesa. E’ naturale che i fedeli lascino una nave che affonda, si comincerà con i meta-atei (i quali erano lì praticamente solo per il welfare ecclesiale), si passa ai tiepidi e via via si risale sempre più su. Non molti resteranno, giusto il nocciolo duro, quello formato dalla strana compagnia dei più “ardenti” e dei più “ottusi”.
21. A questo punto proponi le soluzioni e, scrollando il capoccione, mostra in anticipo quanto poco gradisci la prima: la Chiesa potrebbe tirare a campare chiedendo sussidi (cita l’ otto per mille e tutti capiscono al volo).
22. Sbuffando dallo scetticismo elenca freddamente gli inconvenienti della politica del sussidio: 1. il burocrate sostituisce il fedele come interlocutore privilegiato dei Sacerdoti (vabbé girare le spalle all’ Assemblea per rivolgersi al SS. Tabernacolo ma se lo si fa per rivolgersi all’ assessore di Formigoni…) e 2. il Sacerdote ottiene mezzi materiali non indifferenti ma dilapida il più prezioso, ovvero la “reputazione”. A molti costui apparirà addirittura come un parassita sociale (che paghi l’ IMU! quel mangia–pane a tradimento).
23. Con voce impostata esponi quindi la soluzione più naturale sulla base di quanto detto nei primi 22 punti: battersi contro ogni regolamentazione nel campo della vita religiosa ma soprattutto lotta senza quartiere al welfare state. Per scandalizzare il benpensante puoi ricorrere alla brutale equazione: meno scuola pubblica, meno pensioni INPS, meno sanità pubblica = più preghiere. Sigilla il tutto con un pugno sul tavolo che aiuti a scandire la conclusione: così si evangelizza la sclerotizzata Europa, così si combatte la Santa Crociata del XXI secolo. Amen.
crosss
24. A questo punto valuta se inserire qualche mossa concreta, ma che sia semplice nella descrizione e tetragona nella logica. Meglio se desta l’ irritazione dei dogmatici ignari di esserlo (chissà che non si convertano ripensandoci). Trascurando i temi loffi della bioetica, potresti concentrarti sulle cose che davvero interessano da vicino chi legge, magari proponendo che i benestanti paghino la scuola dei figli. Quanto costa un alunno nelle scuole di Stato, 8/9 mila euro/anno? Che sgancino almeno un ticket di 6/7 mila euro/anno per figlio, possono permetterselo. Che tirino la cinghia sui regali di Natale e la settimana bianca. Attento, sentirsi chiedere il dovuto quando nessuno te l’ ha mai chiesto è terribile, sembra quasi ti siano entrati gli zingari in casa. Alcuni, al solo sentirsi sfiorare la tasca, sragionano balbettando slogan inconsistenti sulle tasse che già pagano; sarebbero facili prede, almeno sul terreno della discussione. Del resto, fallo notare, la mossa del far pagare chi puo’ è quanto mai funzionale alla Crociata: aggratis uno si mangia anche il pane secco ma dovendo pagare anche solo la metà del dovuto comincerebbe a guardarsi intorno, l’ offerta fioccherebbe e per la cultura religiosa sarebbe un’ occasione d’ oro. La Santa Alleanza con la Crisi va fatta fruttare senza indugio dai crociati. L’ austerity è la vera vitamina della fede. Magari ‘sta roba puoi metterla in un post scriptum, tanto per non intralciare l’ armonioso scorrere degli argomenti.
25. Per gli appassionati di numeri e fatti (ce ne sono pochi ma sempre meglio badare anche a loro, sennò diventano subito petulanti vantandosi della loro “concretezza”) accenna alle copiose evidenze intorno a quanto si è detto contenute negli studi di Anthony Gill, Laurence Iannaccone, Roger Finke, William Bainbridge, Rodney Stark e altri. Pensa se è il caso di mettere dei link, tanto non verranno letti, in queste materie dove l’ ideologia spadroneggia, qualsiasi scusa è buona per tenersi alla larga da faticosi approfondimenti che difficilmente potremo mai sfoggiare.
“”

Senso comune, ovvero il razionalismo intuizionista

Partiamo dicendo che la ragione non implica solo il principio di non-contraddizione ma anche quello di evidenza.

Proseguiamo facendo notare che un argomento valido implica due alternative: o si accettano le conclusioni o si rifiutano le premesse.

Concludiamo dicendo che lo scetticismo è irrazionale: accetta conclusione strampalate pur di conservare premesse forse valide ma perlomeno dubbie.

Dando peso all' evidenza, la ragione non si esaurisce in una questione di "argomenti" ma implica "onestà". Che cosa reputo evidente? Per rispondere devo essere accurato e onesto (introspezione). Quando sorgono contraddizioni devo chiedermi dove sta l' evidenza più probabile facendo appello alla mia onestà introspettiva.

Lo scettico ammette di non poter vivere in base ai suoi principi. Ma questa è un' ammissione decisiva che intacca la razionalità della sua dottrina! Adesso capiamo meglio cosa intendere con il termine coerenza: non si tratta solo di logica ma anche di pratica. Tutto attiene alla ragione.

Difendere il senso comune non significa difendere il pragmatismo: la convenienza puo' essere differente per ciascun soggetto, la verità del senso comune, per contro, deve essere la medesima.

http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/commonsense.pdf

giovedì 13 dicembre 2012

Una teoria della secolarizzazione

http://faculty.washington.edu/tgill/Gillcomprelig.pdf

Dove alligna lo stereotipo del nemico?


Soprattutto a sinistra:
Liberals tended to stereotype conservatives as uncaring, rather than realize that conservatives’ genuine concerns about harm and fairness are tempered by other moral values that have less value to the left, such as loyalty and respect for authority.
Distorting the picture further, liberals tend to underestimate the degree to which their fellow liberals take those “conservative” values into account when making moral evaluations. Although conservatives did this to some degree, liberals showed a stronger tendency to stereotype their political soul mates, assuming an exaggerated level of ideological purity.
 http://www.psmag.com/blogs/news-blog/political-stereotypes-liberals-conservatives-50420

La famiglia perfetta

http://www.corriere.it/cronache/11_aprile_07/agnese_famiglia%20perfetta_e4d4eeec-60f5-11e0-9e67-aae4bf36a1a3.shtml

L' aratro e la donna

Ideologia e tecnologia in conflitto continuo.

Facciamoci una domanda. Dove la donna partecipa più massicciamente al mondo del lavoro? Risposta: Burundi, non proprio un' isola scampata al patriarcato.

http://www.economics.harvard.edu/faculty/alesina/files/PLOUGH%2BNOV%2B2012%2Bversion.pdf

http://giulianoguzzo.wordpress.com/2012/12/12/uomo-e-donna-il-lavoro-li-creo/#more-1458

State Welfare Spending & Religiosity

Volete una società più religiosa? Allora meno welfare please!
What accounts for cross-national variation in religiosity as measured by church attendance and non-religious rates? Examining answers from both secularization theory and the religious economy perspective, we assert that cross-national variation in religious participation is a function of government welfare spending and provide a theory that links macro-sociological outcomes with individual rationality. Churches historically have provided social welfare. As governments gradually assume many of these welfare functions, individuals with elastic preferences for spiritual goods will reduce their level of participation since the desired welfare goods can be obtained from secular sources. Cross-national data on welfare spending and religious participation show a strong negative relationship between these two variables after controlling for other aspects of modernization
http://faculty.washington.edu/tgill/Gill%20Lundsgaarde%20Welfare%20Religion.pdf