lunedì 18 luglio 2016

3. L’anticapitalismo - il capitalismo cinese geminello alvi

3. L’anticapitalismoRead more at location 839
Note: 3@@@@@@@@@@@@@§@ L INVIDIA Edit
La rabbia di MarxRead more at location 840
Note: TITOLO Edit
«Proclamando l’unicità del lavoro scientifico e artistico, Stirner si pone qui ancora molto al di sotto della borghesia» [1].Read more at location 840
Note: MARX VS STIRNER Edit
Stirner, autore di uno dei più bei titoli della letteratura tedesca, Der Einzige und sein Eigentum, dichiarava l’unicità del lavoro scientifico e artistico, perché individuale.Read more at location 844
Note: STORNER E L UNICOTÀ Edit
Capaci di niente ma in invidia di tuttoRead more at location 848
Note: TITOLO Edit
prevale un tipo umano che non solo non ha un mestiere, ma neppure funzione definita e, però, ambisce ad averle tutte.Read more at location 852
Note: IL TIPO UMANO DI MARX Edit
Dal che deriva la sostituibilità perfetta della propria parte nell’agire del mondo, che si relativizza.Read more at location 853
Note: SOSTITUIBILITÀ PERFETTA Edit
In ogni funzioneRead more at location 855
Note: TITOLO Edit
Credere di poter divenire Raffaello o Garibaldi si compra davanti alla tv con nemmeno un minuto di pubblicità.Read more at location 858
Note: TUTTI RAGFAELLI Edit
Dall’ideologia tedesca a internetRead more at location 861
Note: TITOLO Edit
«La concentrazione esclusiva del talento artistico in alcuni individui e il suo soffocamento nella grande massa, che ad essa è legato, è conseguenza della divisione del lavoro […] in una società comunista non esistono pittori, ma tutt’al più uomini che tra l’altro anche dipingono» [2]. Ecco la ridicola scempiaggine di Marx,Read more at location 862
Note: LA SCEMPIAGGINE DO MADX Edit
anticipatore perfetto della peggior pubblicità o di internet, dei dilettanti autocompiacenti in comunismo di insulto, rimescolatori di libri mai letti o notizie orecchiate.Read more at location 865
Note: FOGNA INTERNET Edit
Lode marxista dei «negri» di DumasRead more at location 868
Note: TITOO Edit
Almeno dalla metà del Novecento le masse vengono educate a vivere per consumi che vanno oltre il necessario. Il capitalismo è appunto un comunismo ma comprato prima.Read more at location 878
Note: ANALOGIE TRA CAPITALISMO E COMUNISMO Edit
Il socialismoRead more at location 880
Note: TITOLO Edit
Senza dittatura del proletariato sono bastati Keynes e il Pil, ovvero una spesa statale eversiva di qualunque buon senso, a compiere lo stato socialista. Progressisticamente, per opera di Mussolini o dei laburisti, del New Deal o di Kennedy, il capitalismo di stato ha compiuto il socialismo. E con delle provvidenze come le pensioni o l’assistenza sanitaria, ben oltre quelle pensate da Marx. La disoccupazione è retribuita, il non lavoro è ormai scelta e non condanna;Read more at location 880
Note: SOCIALISMO REALIZZATO Edit
La maturità del comunismoRead more at location 884
Note: TITOLO Edit
Anzi esaustiRead more at location 890
Note: TITOLO Edit
Un libro recente sull’impero capitalista [4] pretende che il lavoro immateriale possa far evolvere la moltitudine dei globalizzati addirittura in controimpero.Read more at location 891
Note: NEGRI Edit
«Sul terreno europeo, un programma postsocialista si definisce attorno a un progetto di Costituzione europea fondato sul reddito di cittadinanza, sulla libertà totale delle reti, sulla difesa e sul rafforzamento di tutti gli elementi di organizzazione comune del lavoro e della riproduzione sociale». Siamo a metà tra le tesi degli europeismi di sinistra più squinternati e i reclami dei blog. La cittadinanza mondiale o il regolamento dei mercati: gesta del tutto coerenti ai riti del capitalismo, non certo lieviti di un controimpero.Read more at location 902
Note: UE Edit
Il migliore nemicoRead more at location 908
Note: TITOLO Edit
Ipocrisia reiterata negli orgiasmi dei concerti dove divi, rock e miliardari, reclamano denaro altrui per i poveri. In tal maniera gli anticapitalisti si rendono più uguali, dunque più vendibili da quella forza omologante che si felicita della loro avversione: il capitalismo.Read more at location 909
Note: ANTICAP. DELLE ROCK STAR Edit
La sconfitta del movimento operaioRead more at location 912
Note: TOTOLO Edit
Marx non ha giovato ai salari…Read more at location 923
Note: TITOLO Edit
Più maligna era l’impronta marxista dell’anticapitalismo in una nazione e meno potere gli operai vi possiederanno alla fine delle contrattazioni.Read more at location 924
Note: MARX NN GIOVA AI SALARI Edit
…ma ha giovato allo statoRead more at location 928
Note: TITOLO Edit
questo impoverimento non obbedisce tra l’altro a nessuna delle previsioni di Marx. Perché è stato relativo, e ha solo avvantaggiato lo spreco statale. I salari sono diminuiti in peso relativo in Italia anzitutto perché più tassati, e dunque il loro potere si è trasferito allo stato:Read more at location 928
Note: PIÙ TASS Edit
La ricchezzaRead more at location 934
Note: TITOLO Edit
la sostanza è presto detta. Il lavoratore ha badato a farsi una casa o investire in borsa, ovvero pure lui ha rincorso il capitale, mentre il suo reddito era protetto e vessato non solo, non tanto dalle imprese, ma dal capitalismo di stato.Read more at location 943
Note: IL NEMICO DEL LAVORATORE: STATO O IMPRESE? Edit
Non più operaiRead more at location 945
Note: TITOLO Edit
Mutazione conclusiva dell’anticapitalismoRead more at location 947
Note: TITOLO Edit
Negli anni novanta si compie, insomma, una mutazione conclusiva della classe operaia: essa cede al tasso del profitto quanto gli aveva ripreso negli anni settanta. Ed evolve a reclamo di diritti vari allo stato, e non più di quote salariali.Read more at location 948
Note: CLASSE OPERAIA ANNI 70 Edit
Il che in linguaggio marxista significa pertanto che, tra il 1993 e il 1998, il tasso di sfruttamento è cresciuto più di quanto sia invece cresciuta la composizione organica.Read more at location 954
Note: SFRUTTAMENTO Edit
comunisti smisero d’essere quelli d’una volta: evolvettero a estorsione di privilegi e spesa statale.Read more at location 955
Note: PRIVILEGI E SPESA STATALE Edit
I profitti negli Stati UnitiRead more at location 956
Note: TITOLO Edit
Un’ulteriore provaRead more at location 962
Note: TITOLO Edit
Gli anticapitalisti sono ipocriti complici di quanto più avversano; della qual cosa il capitalismo in Cina pilotato dal Partito comunista o i lavoratori tassati nella commedia dell’euro darebbero già amplia prova. Ma l’entusiasmo dedicato dai progressisti alla causa degli emigranti, ovvero al ripopolamento africano e arabo dell’Europa pure lo riconferma. Ha abbassato i salari, rifornendo quell’esercito industriale di riserva predicato da Marx,Read more at location 962
Note: IPOCRISIA ANTI CAPITALISTA Edit
False preteseRead more at location 968
Note: TITOLO Edit
c’era, per la pretesa di Marx, un altro guaio. Il concetto di classe non aveva senso se veniva meno quello dell’esclusiva produttività del lavoro operaio. E tale esclusività era falsa. Si basava sull’assunzione assurda in epoca moderna di un unico periodo di produzione.Read more at location 970
Note: UN GUAIO X MARX Edit
La retorica senza prassi di MarxRead more at location 972
Note: TITOLO Edit
La ferocia retorica di Marx è servita a reclutare le masse in un’invidia equalizzante, che organizzò in sistema filosofico, ma senza mai nominarla.Read more at location 974
Note: MARX IMPRENDITORE DELL INVIDIA Edit
La costruzione dell’invidia in forma di eguaglianza, con la classe operaia, era solo una retorica.Read more at location 977
DávilaRead more at location 979
Note: TITOLO Edit
«Il povero invidia al ricco non le possibilità di comportamento nobile, ma le abiezioni alle quali la ricchezza lo autorizza».Read more at location 979
Note: OGGETTO DELL INVIDIA Edit
La sintesiRead more at location 982
Note: TITOLO Edit
L’invidia politica organizzata di qualunque anticapitalismo e quella individuale del capitalismo s’incontrano inevitabilmente, per il fatto che quest’ultimo è forma economica perfetta per portare l’alto in basso e viceversa:Read more at location 982
Note: INVIDIA ANTICAP E CAP Edit
La beffa capitalista del ricco e del poveroRead more at location 985
Note: TITOLO Edit
Un lusso senza esclusiva non è più tale. Ma, come detto sopra, il capitalismo vive di un assurdo: vendere in esclusiva a tutti.Read more at location 991
Note: LUSSO Edit
La beffa di ambedueRead more at location 993
Note: TITOLO Edit
CorollarioRead more at location 997
Note: TITOLO Edit
sempre meno il ricco, col suo capitale, riesce a permanere in condizione di stabilità. E vive con la fretta ingorda del povero che s’è arricchito. Mentre il povero pretende, ed esibisce, tutti i vizi del ricco decaduto.Read more at location 998
Note: PSICOLOGIA DRL RICCO E POVERO Edit
Senza epicaRead more at location 1000
Note: TITOLO Edit
I bisogni immaginariRead more at location 1003
Note: TITOLO Edit
Arrossire d’invidiaRead more at location 1010
Note: TITOLO Edit
Invidia singola o pluraleRead more at location 1015
Note: TITOLO Edit
L’invidia induce al tornaconto, che è sempre preceduto da una comparazione. Quando s’organizza in comparazione collettiva l’invidia si crede, e si chiama, anticapitalismo; mentre è soltanto la variante plurale del capitalismo, consistendo esso d’invidia, ma singola. Moralmente l’anticapitalismo, ovvero la plurale organizzazione dell’invidia, è un vizio più spregevole. Perché dell’invidia il singolo, almeno, si vergogna.Read more at location 1016
Note: L NVIDIA SINGOLA RIPUGNA QUELLA COLLETTIVA NOBILITA Edit
natura ringhiante.Read more at location 1019
La perversione egualitariaRead more at location 1021
Note: TITOLO Edit
Effetto dell’equità nell’economia di anticapitalismo scientificoRead more at location 1026
Note: TITOLO Edit
La dialettica delle scoperte in ritardoRead more at location 1035
Note: TITOLO Edit
Se, com’è accaduto dopo il crollo del muro, scoprirà l’americanismo, sarà in presunzione di insegnarlo.Read more at location 1038
Note: L AUTOCRITICA COMUNISTA Edit
Gli assegnati e il terroreRead more at location 1039
Note: TITOLO Edit
Preliminare fu la stampa di moneta cartacea nella follia di voler onorare i vecchi crediti abolendo però le tasse dell’Ancien Régime.Read more at location 1042
Note: FOLLIE DELLA RIVOLUZIONE FRAMCESE Edit
Bastiat: il comunismo abuso del principio di maggioranzaRead more at location 1046
Note: TITOLO Edit
Ancora MillRead more at location 1055
Note: T Edit
Il dispotismo necessita dell’uguaglianzaRead more at location 1060
Note: T Edit
«costituire un governo assoluto e dispotico è più facile tra un popolo le cui condizioni sociali siano uguali di quanto non lo sia in ogni altro caso». Perciò, secondo de Tocqueville «il dispotismo democratico sarebbe non solo più facile da istituire ma sarebbe altresì più terribile e duraturo di ogni altro dispotismo della storia»Read more at location 1064
Note: TOCQUEVILLE SUL DISPOTISMO DEMO Edit
L’idea di giustizia di CaifaRead more at location 1068
Note: T Edit
«Meglio che un solo uomo muoia per il popolo e non perisca tutta la nazione» [15]. Da essa è derivata la crocifissione: la massima ingiustizia della storia universale.Read more at location 1069
Note: CAIFA Edit
la parte è minore del tutto, per la democrazia. Fare della statistica il criterio della verità è l’ipocrisia indispensabile di qualunque democrazia, la quale favorisce l’omologazione capitalistica.Read more at location 1071
Note: PARTE E TUTTO Edit
Note: STATISTICA Edit
Il futuro trascorso dell’anticapitalismoRead more at location 1073
Note: T Edit
lavoro funzioneRead more at location 1078

Etica della disobbedienza civile

Supponiamo che io creda sia pericoloso assumere caffeina e che decida, annunciandolo, di bloccare per 30 giorni in una stanza predisposta chiunque nel mio quartiere ne faccia uso. Quando ti incontro uscire dal bar l’odore del tuo fiato è inconfondibile cosicché cerco di afferrarti per sequestrarti nella “stanza punitiva” ma tu reagisci in modo violento ferendomi. Si è trattato di una legittima difesa?
Mi aspetto che tutti rispondano di sì: non solo è legittimo ma è auspicabile che si reagisca.
Ecco, la “morale a standard unico” stabilisce che le conclusioni di cui sopra valgono sempre, sia che il sequestratore sia un civile, sia che sia un poliziotto.
In pratica la “morale a standard unico” sostiene la legittimità di violare una legge ingiusta. Attenzione, stabilire la legittimità di un comportamento non significa affermare che sia strategicamente corretto, ma questo è un altro discorso.
Tuttavia, qualcuno obietta che la “morale a standard unico” sia pericolosa, le persone potrebbero violare anche “leggi giuste”.
obbed
Si tratta però di un’obiezione che vale per tutte le teorie: quando si dice “se X allora Y”, non si sta dicendo “quando credi X, allora Y”.
Ma a parte questo, vale anche la contro-obiezione: così come c’è il rischio di una resistenza sbagliata c’è anche il rischio di una obbedienza sbagliata.
In realtà la contro-obiezione sembra ancora più potente poiché gli psicologi hanno stabilito un nesso asimmetrico tra obbedienza e resistenza, l’ “obbedienza irrazionale” sembra più probabile: chi non ricorda gli esperimenti di Milgram e Zimbardo?

sabato 16 luglio 2016

Dimmi chi voti e ti dirò... cosa fai

Chi vota a destra?
- militari
- poliziotti
- dottori
- preti e religiosi in genere
- assicuratori
- elettricisti
- idraulici
- contadini
- camionisti
- concessionari
- benzinai
- macellai
Chi vota a sinistra?
- professori
- giornalisti
- artisti
- insegnanti
- musicisti
- autori
- psicologi
- avvocati
- p. r.
profess
Come generalizzare?
Propongo quattro generalizzazioni:
1) chi vota a sinistra è più istruito, competente e intelligente.
2) Chi vota a sinistra è  più esposto al rischio.
3) Chi vota a sinistra lavora di più col linguaggio.
4) Chi vota a destra si occupa dei nostri bisogni primari (avete presente la piramide di Maslow?)
Faccio quattro commenti da leggere alla luce delle mie simpatie destrorse.
La prima generalizzazione, devo ammetterlo, mi irrita: fortunatamente, sembra indebolita dal fatto che gli “iper-specialisti” sulle singole questioni di merito si dividano più o meno equamente tra destra e sinistra, con una certa prevalenza a destra nelle materie economiche e a sinistra in quelle sociali.
La seconda generalizzazione mi spinge ad una considerazione cinica: l’uomo di sinistra è un parassita che fa pagare a tutti la polizza per i rischi che lui è più incline a prendersi.
La terza generalizzazione mi spinge ad un commento ironico: in effetti bisogna essere degli artificieri della parola, dei veri e propri virtuosi dell’equilibrismo retorico per sostenere certe tesi :-).
La quarta generalizzazione mi spinge ad una considerazione amara: il futuro è della sinistra.

venerdì 15 luglio 2016

Come dare a Cesare quel che è di Cesare? Come liberare lo Stato dalla Chiesa e viceversa? Oltre Cavour.

Un semi-decalogo riservato ai cattolici liberali.
CavourSuona
Faccio i cinque casi a cui, penso, possano essere ricondotte tutte le frizioni tra politica e religione. Chiedo scusa se li "etichetto" privilegiando il riferimento all'attualità a discapito del rigore terminologico.
  1. Otto per mille. Opponiti ad ogni finanziamento statale alla Chiesa Cattolica: mina l’indipendenza di chi riceve e rende più arrogante chi “graziosamente” concede dall'alto. Chiedi invece – sempre – una liberazione del cittadino dalle tasse.
  2. Omofobia. Battiti affinché ogni cittadino possa esporre il suo pensiero in modo libero, anche quando discrimina apertamente. In questo modo la Chiesa Cattolica sarà al riparo dalla sempre incombente censura neo-puritana del politically correct.
  3. Obiezione di coscienza. Punto chiave: difendi sempre-sempre-sempre la possibilità di praticarla quando si realizza attraverso l’astensione da un comportamento non in linea con la propria fede. Soprattutto se parliamo di pubblici ufficiali.
  4. Crocifisso in classe. Astieniti da ogni dibattito in merito: non esistono soluzioni chiare; limitati a perorare la privatizzazione di ogni struttura nei cui locali si pone il problema.
  5. Concordato. Rifiuta ogni trattamento di legge che riservi privilegi alla Chiesa Cattolica, le verrà sempre rinfacciato costringendola a vivere sotto schiaffo, una condizione che favorisce la mentalità dello “schiavo preferito”.
Approfondimenti in “Liberal Politics and Public Faith: Beyond Separation” di Kevin Vallier