Tutte le poesie: 1949-2004 (Collezione di poesia Vol. 423) (Italian Edition) by Giovanni Raboni
Giovanni Raboni (Milano, 22 gennaio 1932 – Fontanellato, 16 settembre 2004) è stato un poeta, scrittore e giornalista italiano appartenente alla "generazione degli anni Trenta", insieme ad alcuni dei più conosciuti nomi della letteratura italiana.
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Giocavano al pallone, alla guerra, agli indiani. Forse dovrei dire: giocavamo; mi sembra molto probabile di aver partecipato a quei giochi, ma non ne ho nessun ricordo preciso. Quello che ricordo, invece, è di aver guardato altri ragazzi giocare. Erano giochi deliziosi. Quella finestra è, sicuramente, uno dei luoghi, o meglio delle situazioni, che mi hanno spinto a voler essere un poeta, a voler scrivere delle poesie. Per molto tempo ho pensato che una poesia dovesse essere come quella finestra. Mi sembrava che una poesia fosse un vetro attraverso il quale si potevano vedere molte cose – forse, tutte le cose; però un vetro, e il fatto che il vetro fosse trasparente non era piú importante del fatto che il vetro stesse in mezzo, che mi isolasse, mi difendesse. I giochi erano al di là del vetro, mentre io ero al di qua. Credo che non riuscirò mai a far capire la straordinaria delizia di questa situazione.
Note:PERCHÈ SONO UN POETA
un osservatorio difesissimo e trasparente… per guardare la vita – cioè, forse, per non viverla….
Note:LA POESIA PER ME
dilemma fra responsabilità e irresponsabilità della poesia di fronte alla vita
Note:DILEMMA
L’ascensore non c’era. C’era spazio da vendere per pianerottoli e scale.
Note:VECCHIA CASA. CENTRO MILANO.
sogno di felice autoemarginazione
Note:IN BOLLA
Volevamo arrivare io con la mia vista da talpa, tu simulando una zoppaggine lieve e tetra, alla spianata dove suona la banda. Sí, sapevo «soltanto marce militari»
Note:VECCHIE SOLE LA DOMENICA A MILANO
non c’è bisogno d’ombrello quando nevica dicevi togliendo con le dita manciate di neve dal colletto
Note:INVERNO MILANESE
quei nemici cosí facili da perdonare
Note:I RICCHI VISTI DA VICINO IN CENTRO A MILANO
sui loro reciproci regali da quattro soldi sulla squisita avarizia lombarda del loro pranzo del 25/12 per organo e ossi, flauto e digiuno
Note:MEDITAZIONE SUL RICCO LOMBARDO
quando l’angelo del cherosene sbatte lo sportello di mica,
Note:VERSO L'UNA DI NOTTE NELLE CASE VECCHIE DI MILANO
Fu allora (c’è chi ancora se ne pente, chi ci ricama, incosciente, stemmi di catene) che insieme, tremando, cominciammo a dubitare sediziosamente del verbo del questore.
Note:LOTTA CONTINUA
a nessuno venga piú in mente di mettersi a strillare che a bruciare il Reichstag non sono stati i comunisti.
Note:PASSARE ALL'AZIONE. SUBITO!
La tenerezza del guscio d’uovo dolcemente svuotato con la bocca
Note:OGGETTI FRAGILI
Oh fossi morto prima, nel deserto, come muoiono i cammelli che si fidano troppo del proprio gozzo!
Note:LAMENTO DEL BATTISTA
«tutto quello che posso dire della mia religiosità è che sono un non-ateo»
CREDI?
André Gide, ha detto che una delle poche prove, per lui, dell’esistenza di Dio e della divinità, della realtà del divino, stava proprio nella «insuperabile bellezza» del Vangelo, una bellezza che «non si può spiegare in termini umani».
Note:L’ESISTENZA DI DIO DIMOSTRATA: SESTA VIA
andavo a scuola, poi mi ammalavo o fingevo di ammalarmi o credevo di ammalarmi.
Note:UNO STUDENTE IRREGOLARE
Qui, diceva mio padre, conveniva venirci col coltello…
Note:NAVIGLIO PRIMA CHE LO COPRISSERO
Ma quello che hanno fatto, distruggere le case, distruggere quartieri, qui e altrove, a cosa serve? Il male non era lí dentro, nelle scale, nei cortili, nei ballatoi,
Note:MILANO BOMBARDATA
Nasce da un rimuginare mentale perlopiú. A volte è un’immagine che si insegue, a volte è un suono, un fantasma sonoro… la poesia è qualcosa che si impone a noi, non qualcosa che noi imponiamo a noi stessi o alla realtà.
Note:COME NASCE UNA POESIA?
Sparire era piú lento e facile quando tu sei sparita.
Note:IN MORTE DELLA MADRE
le spoglie del futuro
Note:IL TEMA PREFERITO
quando alle mie carezze smetterai di bagnarti,
Note:FINE DI UN AMORE
Un giorno o l’altro ti lascio, un giorno dopo l’altro ti lascio, anima mia.
Note:LUI LA MOLLA
Però sto fermo, intanto, come sta fermo un ramo su cui sta fermo un passero, m’incanto…
Note:INCANTO
Meglio che tu non sappia con che preghiere m’addormento, quali parole borbottando nel quarto muto della gola
Note:SEGRETI
Ti muovi nel sonno. Non girarti, non vedermi vicino e senza luce! Occhio per occhio, parola per parola, sto ripassando la parte della vita.
Note:UN ATTIMO PRIMA DI TORNARE A VIVERE
Un mio grande e intelligentissimo amico, Piergiorgio Bellocchio, ha dato addirittura un’interpretazione sociologica di questa mia insistenza sul tema della morte, dicendo che è il mio modo di mascherare, interpretare la cattiva coscienza della borghesia
Note:LA MORTE
Preghiere per i morti – tutta qui la mia fede? So solo che ogni sera, cosí rispondo, aguzzo la mia povera vista nel buio per scoprire chi piú m’aspetta,
Note:I MORTI
Non piú della perenta pelle in cui vive, da cui sguscerà per vivere la serpe è questo niente che ci separa, aria da foglie, gente che aspetta pallidamente di qua e di là d’una lapide, i non morti ancora dai non ancora risorti10.
Note:ETERNO RIPOSO
anche Piazza Fontana con le sue quattro piante stente e il suo perimetro sfuggente come se ormai nessuna geometria fosse non dico praticabile ma neanche concepibile piú che una piazza vera e propria è il rimpianto o il rimorso d’una piazza
Note:PIAZZA FONTANA OGGI
l’acquazzone tipicamente lombardo-prealpino del pomeriggio di Ferragosto
Note:FESTA DELL'ASSUNTA AL SACRO MONTE
I sei regolamentari barriti della sirena,
Note:ALLARME
una veglia assai piú allegramente insensata che angosciosa.
Note:GIÙ AL RIFUGIO
i gesti furiosamente immobili… piccoli, monumentali teatrini di misericordia…
Note:SCENE DI CAPPELLA
Il viaggio assurdo e rischioso che mio padre affrontava ogni sera e ogni mattina
LA TRATTA VERESE-MILANO FERROVIE NORD 1943