lunedì 14 marzo 2011

Psico-Parlamento

Curioso l' ultimo libro di Felice Cimatti. Tesi: l' uomo è un Comunista Naturale (qui la stroncatura di Libero).

Mi sa che Cimatti unisca concetti diversi come quello di Copyright (oggetto astratto) e quello di proprietà privata (oggetto concreto). La critica al primo istituto si applicherebbe in automatico anche al secondo riaprendo la via al Comunismo. Veramente lui non parla proprio di Copyright ma di Linguaggio: se il linguaggio che usi è anche mio, perchè non dovrebbe esserlo anche la "tua" mano?

Rimanere perplessi è più che lecito in casi simili.

Con questo non volgio dire che naturalismo e ideologia non possano incrociarsi in modo proficuo. Penso alle ficcanti ricerche sui legami tra ideologia e psicologia naturale, specie dopo che agli studiosi hanno comniciato a segnalare la sorprendente flebilità del nesso tra interessi materiali e voto politico.

La suddivisione destra/sinistra sembra limitante, cerchiamo di costruire uno psico-parlamento avvalendoci di questo schemino che collega i Big Five della personalità all' ideologia professata (clicca per espandere):




Il libertario risulterebbe un tipo con molti contatti sociali ma pur sempre concentrato nel suo mondo, poco empatico, scrupoloso ed emotivamente stabile.

Tutta roba da approfondire, comunque, i conti che non quadrano sono ben esposti qui.

p.s. Riuscite ad immaginarlo Marchionne che concede una "serena" intervista alla radio pubblica rappresentata da Felice Cimatti? E Ricci che interloquisce amabilmente con l' imparziale Loredana Lipperini? Conoscendo i retroscena corre un brivido sulla schiena pensando a cosa sia in realtà la "voce di tutti".

Stereotipi sugli stereotipi

Nel momento in cui realizziamo di essere di fronte ad un serpente, cominciamo a comportarci in base a quel che sappiamo dei serpenti in generale... Allorchè veniamo a sapere che Tizio è un bibliotecario, cominciamo ad interagire con questa persona tenendo conto dell' idea che abbiamo delle biblioteche e dei bibliotecari... Noi, in generale, cerchiamo di etichettare ogni oggetto ed ogni persona che incontriamo al fine di regolare i nostri comportamenti nei suoi confronti sulla base di cio' che nella nostra conoscenza pregressa ricade sotto l' etichetta in questione... questo modo di procedere mediante "stereotipizzazione"... puo' essere considerata buona cosa?... La psicologia sociale ha elaborato in merito due risposte, entrambe ferme ed inequivocabili: No e Sì.

... la prima letteratura sostiene che usiamo troppi stereotipi, la seconda (stereotype fallacy) che li usiamo troppo poco lasciando che la nostra razionalità si faccia sviare focalizzandosi su casi singoli ed isolati... in merito gira per esempio la storiella della Volvo... avete appena letto su un affidabile giornale che per ogni 10000 utenti Volvo soddisfatti, solo 1000 si dichiarano delusi... la solidità di quest' auto è uno stereotipo che gira e la notizia sul giornale costituisce un rinforzo tutt' altro che sorprendente... è da tempo che considerate l' acquisto... senonchè, al bar, un vostro amico vi fa un vivido racconto dell' odissea che suo fratello ha passato con la sua Volvo... fermo in autostrada... con la macchina che andava a fuoco... i soccorsi che tardavano... milioni di danni... il figlioletto ferito... una causa lunga e complicata conclusasi senza alcun risarcimento... ecco, il singolo caso subito prende il sopravvento sullo stereotipo e rinunciate all' acquisto... La conclusione è scontata: esiste un problema di sottoutilizzo degli stereotipi..."

David Funder - in AAVV Stereotype accuracy -

***

Domande:

1. Coltivare stereotipi positivi su di Sè è la via maestra per coltivare stereotipi negativi sull' Altro?

2. Gli stereotipi sono rigidi?

3. Gli stereotipi sono la via verso il razzismo?

Risposte:

1. No, non esiste correlazione.

2. No, in genere mutano per approssimazioni successive.

3. No, sono la via verso qualsiasi tipo di conoscienza.

p.s. la prima domanda potrebbe essere formulata anche così: "l' etnocentrismo è una teoria valida?"

http://jonjayray.tripod.com/stereo.html

venerdì 11 marzo 2011

Omaggio alla sofferenza oscura del microchip

Oggi, dopo anni di duro e oscuro lavoro, mi ha abbandonato. Ti affezioni anche alle cose, perfino alle cose che non vedi ma sai che sono lì, che sgobbano ogni giorno al tuo fianco. Vorresti quasi rendergli onore.

Grazie vecchio mio, te la sei meritata... questa playlist è per te...



link

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"Escluso" forse è parola che sacrifica troppo alla sintesi.

Ma sicuramente, nei fatti, chi ha commesso una mancanza ha ricevuto un premio negato a chi ha sempre obbedito. Così come chi lavora otto ore, secondo la giustizia umana, non merita lo stesso salario di chi fa lo stesso lavoro per un ora.

Certo, vado ad intuito, ma anche l' intuito è prezioso e va preservato finchè si puo' recuperare intatto l' insegnamento. Io penso che per non rendere tortuoso il passo (e la cosa è fondamentale se ti rivolgi all' ateo), vada ammessa la presenza anche di una qualche forma di ingiustizia. In questo sono confortato anche dalla (bella) predica al Santuario di Rho.

Del resto la misericordia è qualcosa che va al di là della giustizia, se coincidesse con quella sarebbe poca cosa.

Il follow up, comunque, era solo un divertimento.

p.s. ieri su tv2000 hanno presentato l' ultimo libro di BXVI, c' era persino Claudio Magris. Poi dice che siamo costretti a guardare Santoro (o le veline).

La Grande Convergenza... che non c' è.

In un articolo che fece epoca, Becker e Stigler fissarono uno standard delle scienze umane: la spiegazione che ricorre alle preferenze dei soggetti è sempre viziata da tautologia.

In altri termini: siccome è possibile spiegare tutto mediante le preferenze, allora concludiamo che non sia possibile spiegare niente.

Troppo comodo sostenere che le cose stiano in un certo modo solo perchè i soggetti coinvolti preferiscono che le cose vadano così. Non vale! Così si puo' spiegare tutto. Solo partendo dall' ambiente le scienze sociali forniscono una spiega plausibile.

Corollario: le preferenze di tutti sono bene o male stabili e bene o male omogenee; se così fosse anche l' ambiente, assisteremmo ad una grande convergenza.

Oggi, questa "aurea" assunzione puo' essere lasciata cadere, gli psicologi della personalità hanno dimostrato che le preferenze sono stabili ma tutt' altro che omogenee.

Noi siamo "diversi" - rassegnamoci - e questa diversità non dipende solo dall' ambiente.

Siamo "diversi" perchè possediamo personalità diverse che, per esempio, dipendono da come in noi si rimescolano i big 5:

Apertura/Profondità

Scrupolosità/Spontaneità

Estroversione/Sobrietà

Empatia/Freddezza

Emotività/Stabilità

Ciascuno di noi puo' essere descritto da una ricetta che, a mo' di ingredienti, dosa e mescola in modo differente le polarità di cui sopra. Poi si aggiunge l' intelligenza, e il piatto è servito.

Tutto ciò potrebbe avere una rilevanza concreta in diverse questioni concrete. Alcuni esempi:

ISTRUZIONE: I risultati scolastici, così come il rendimento sul lavoro, sono legati alla diligenza più che all' intelligenza. Se fosse vero il contrario la scuola potrebbe essere sostituita da rapidi e meno dispendiosi test ai quali non è possibile barare. Al contrario, una falsa diligenza è sempre simulabile nei test che la misurano, ecco allora che una scuola selettiva diviene necessaria come garanzia.

CRIMINALITA': Per chi difetta di scrupolosità ed empatia la via del crimine diventa attraente indipendentemente da "quanto paga".

DISCRIMINAZIONE SUL LAVORO: Le donne mostrano maggiore empatia, è dunque normale che privilegino alcuni lavori (insegnamento, nursing...) rispetto ad altri (scienza, management...) anche in assenza di discriminazioni.

ASSICURAZIONI: Gli economisti non hanno mai capito perchè ad assicurarsi sulla vita sia chi rischia meno. Ora possiamo dire che per talune personalità estremamente scrupolose puo' essere ragionevole farlo anche in presenza di bassi rischi.

PATOLOGIE: Ora sappiamo meglio che i disordini psichiatrici sono solo casi estremi della normale distribuzione delle possibili personalità. Gusti eccentrici, insomma, dovuti per lo più ad una forte componente di Emotività. La richiesta di aiuto puo' essere poi interpretata come un modo per incamerare benefici (assistenza finanziaria, non-imputabilità...).

RAZIONALITA': Tenere comportamenti irrazionali puo' essere piacevole per qualcuno. Esempio: un manager dotato di forte empatia puo' essere infastidito dal licenziare dei dipendenti, e vi rinuncia anche se sarebbe per lui ragionevole farlo. Gli economisti rimangono sconcertati e non riescono a capacitarsi di simili comportamenti. E' normale che sia così visto che hanno segretamente giurato di non ricorrere mai a spiegazioni che tirassero in ballo le "preferenze".

TROLLEY PROBLEM: gettare il grassone sotto il treno sarebbe la soluzione etica, me lo dice l' itrospezione; senonchè: essendo un tipo empatico mi ripugna il gesto e pur di soddisfare questa mia esigenza mi "compro l' errore" nella valutazione etica richiesta.

I dettagli qui.

giovedì 10 marzo 2011

Al mercato degli "errori"

Le preferenze umane sono più capricciose della Marghe, nessuno l' ha spiegato meglio del prof. Maurice Allais.

E nessuno spiega il lavoro del prof. Allais meglio del prof. Landsburg.

Non mancate allora di sottoporvi al suo leggendario test. Lo ripropongo qui per comodità:

Question 1: Which would you rather have:

A. A million dollars for certain.

B. A lottery ticket that gives you an 89% chance to win a million dollars, a 10% chance to win five million dollars, and a 1% chance to win nothing.

Try taking this seriously. What would you actually do if you faced this choice? Don’t bother trying to figure out the “right” answer, because there is no right answer.

Question 2: Which would you rather have:

A. A lottery ticket that gives you an 11% chance at a million dollars (and an 89% chance of nothing)

B. A lottery ticket that gives you a 10% chance at five million dollars (and a 90% chance of nothing)

Once again, this is a matter of preference. There is no right or wrong answer.

Già, non c' è niente di irrazionale. Peccato che se scegliete A alla prima domanda e B alla seconda siete del tutto inaffidabili nell' esporre le vostre preferenze. Come quel tale che dopo aver schifato il parmigiano se ne ingolla entusiasta una forma senza por tempo in mezzo.

Ma è la stragrande maggioranza delle persone a scegliere combinazioni irrazionali. Non deprimetevi, dunque, lasciate che siano gli economisti a farlo.

Mille considerazioni balzano alla mente: forse la gente non prende sul serio il test, forse le preferenze cambiano anche nel giro di qualche secondo, forse la gente non vuol sapere cosa preferisce, forse fa errori e sceglie quel che ha appena detto di schifare...

La mia spiegazione "preferita" è un' altra: abbandonarsi all' irrazionalità, quando ce lo si puo' permettere, è bello.

Ovvero: penso che molti siano infastiditi dai calcoli e dal ragionamento, per quanto ne riconoscano l' efficacia se messi alle stette. Cosicchè, specie su questioni di poco conto, si affidano all' intuito quando avrebbero in mano di meglio... insomma si "comprano" volentieri gli errori che derivano dalla loro scarsa scrupolosità.

Come si puo' testare una simile congettura?

Forse facendo dei test dove i "milioni di dollari" girino realmente: lì non ha più senso "comprarsi" l' errore.

Conclusione: la verifica è impossibile e devo quindi troncare il post in modo tanto brutale ed insoddisfacente.

Ancora una volta colpa dei tagli alla ricerca, ancora una volta colpa di Berlusconi.

Atomismo

No, l’ energia nucleare non c’ entra.

C’ entra invece un’ accusa che spesso si rivolge alla società contemporanea: l’ eccessiva enfasi sul mercato ci riduce a monadi deprivate di ogni relazione.

Eppure gli USA, patria del liberismo, ai tempi d’ oro sono stati anche la culla dell’ associazionismo più spinto. In merito c’ è persino una ricca silloge di barzellette.

Idem per la Svizzera.

Come se non bastasse il fatto, c’ è pure la spiegazione lineare: più mercato, più rischio, più incentivi a formare reti sociali.

Come la mettiamo?

Caveat: cosa atomizza la società contemporanea? Il  mercato o certe garanzie burocratiche?

Per capire la dinamica basti un esempio: se ai Padri garantiamo una pensione, il loro incentivo a mantenere una relazione con i figli scema.

La mia congettura è che non sia la libera economia a minare le relazioni, piuttosto il welfare esteso, burocratizzato e anonimo.

Se la congettura è corretta, la ricetta per curare l’ atomismo delle società capitalistiche viene da sé. Con una boutade: meno welfare e più capitalismo selvaggio.

Perché una SPA è più efficiente di una Coop?

Segui questo nome e troverai le risposte: Heney Hansmman

Berlusconi dilaga in Rai...

... ma su Repubblica è uno tsunami!

http://fbechis.blogspot.com/2011/03/berlusconi-dilaga-in-rai-allora-su.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+BechisBlog+%28Bechis%27+Blog%29&utm_content=Google+Reader

Effetto Poincaré

Tranquilli, il web vi farà più informati, più colti, più intelligenti e più felici... e se la memoria biologica del cervello resta disoccupata, pazienza, vuol dire che abbiamo di meglio.

Ma attenzione alle singolari connessioni tra creatività e memoria! Ne sa qualcosa un uomo dall' intelligenza media come Poincaré che con sua sorpresa si ritrovò ad essere forse il più grande scienziato di sempre (*).

It is the connection between memory and creativity, perhaps, which should make us most wary of the web. ‘As our use of the web makes it harder for us to lock information into our biological memory, we’re forced to rely more and more on the net’s capacious and easily searchable artificial memory,’... But conscious manipulation of externally stored information is not enough to yield the deepest of creative breakthroughs: this is what the example of Poincaré suggests. Human memory, unlike machine memory, is dynamic. Through some process we only crudely understand – Poincaré himself saw it as the collision and locking together of ideas into stable combinations – novel patterns are unconsciously detected, novel analogies discovered. And this is the process that Google, by seducing us into using it as a memory prosthesis, threatens to subvert.

http://www.lrb.co.uk/v33/n05/jim-holt/smarter-happier-more-productive

(*) e ne sanno qualcosa anche i grandi improvvisatori musicali.

Stereotipi sugli stereotipi

Domande:

1. Coltivare stereotipi positivi su di Sè è la via maestra per coltivare stereotipi negativi sull' Altro?

2. Gli stereotipi sono rigidi?

3. Gli stereotipi sono la via verso il razzismo?

Risposte:

1. No, non esiste correlazione.

2. No, in genere mutano per approssimazioni successive.

3. No, sono la via verso qualsiasi tipo di conoscienza.

p.s. la prima domanda potrebbe essere formulata anche così: "l' etnocentrismo è una teoria valida?"

http://jonjayray.tripod.com/stereo.html

mercoledì 9 marzo 2011

Uomini contro Uomini

In nessuna società umana ospitata oggi sul pianeta terra lo status della donna è pari a quello dell' uomo... In ogni paese del mondo la donna sembra gerarchicamente schiacciata dall' uomo... e se viaggiamo nel tempo la cosa si ripete: è sempre stato così... In alcune società il gap sembra restringersi, in altre allargarsi... ma in tutte si ripresenta puntualmente... Perchè?... due teorie hanno spopolato in passato... la prima crede ad una superiorità innata dell' uomo nell' esprimere talune abilità (teoria maschilista)... la seconda postula un complotto dei maschi teso ad opprimere le donne (teoria femminista)... entrambe le teorie sono piuttosto sgangherate se valutate alla luce dei fatti, più che altro parlerei di trovate politico-intellettualistiche con un' evidenza a supporto talmente debole da poter essere definita inconsistente... è allora tempo di proporre una spiegazione alternativa ed è mio intento farlo in questo libro... se le femministe radicali hanno puntato tutto su un misterioso conflitto Uomini contro Donne, io privilegierò il ben più plateale conflitto Uomini contro Uomini... dalla guerra armata alla competizione commerciale, l' intera storia umana ripresenta di continuo forme agonistiche in cui si fronteggiano gruppi maschili... agli amanti dei fatti saranno senz' altro appagati dalla mia ipotesi... ma anche chi cerca "spiegazioni" ragionevoli troverà solide ragioni evolutive per darmi credito... se il conflitto tra uomini è tanto centrale, non sorprende che la voglia di essere "vincente", l' amore per il rischio, per la vasta organizzazione, per la gerarchia e per la situazione competitiva siano tratti tipici proprio della psicologia maschile... il maschio ha dato fondo alla sua creatività - altra caratteristica maschile - per innovare le sue conoscenze alla ricerca di armi sempre più potenti nell' offesa e nella difesa... tra queste armi ne spicca una: la "Cultura"... - l' appassionato di sport sa bene di cosa parlo perchè sa bene che anche un meraviglioso dream team composto solo da All Stars soccomberà di fronte ad onesti giocatori ben organizzati in campo... a proposito chidetevi perchè le donne amano poco seguire lo sport, e comunque, anche quando lo amano sono meno ossessionate dallo "score"... ovvero dalla fissa per quel "chi vince" e "chi perde" che tormenta l' uomo quando al bar brandisce il giornale preferito sfogliandolo nervosamente... ebbene, la "cultura" non è altro che un mezzo per organizzare e coordinare le moltitudini... la "cultura" è dunque una realtà nata all' interno della "sfera maschile"... qualcosa che i maschi hanno creato per perseguire al meglio i loro scopi... affinchè una "cultura" (istituzioni, banche, finanza, scienza, grandi imprese, esercito, polizia...) funzioni bene, richiede sacrifici continui, competizione, attitudine al rischio, spirito agonistico, voglia di superarsi, voglia di prevalere... richiede cioè di essere alimentata continuamente con un carburante esplosivo fatto anche - se non in prevalenza - da vite umane... tutte cose perfettamente in linea con lo scarso valore della vita maschile rispetto a quella femminile... ora si dà il caso che questa strana bestia - la "cultura" - abbia beneficiato di grandi progressi nei millenni e nei secoli, cosicchè abbiamo assistito anche ad un innalzamento dello status maschile... la sua sfera di interessi, in seguito agli sbalorditivi successi mietuti, lo ha reso socialmente più ricco, più influente, più potente... nulla di paragonabile è avvenuto nella "sfera femminile"... che è praticamente ferma al punto in cui stava migliaia di anni fa... Recentemente anche le donne si sono affacciate al mondo della "cultura" e non sono mancate le incomprensioni... ma era inevitabile che fosse così... chi viene dal mondo della "cura" e dell' amorevole "preservazione" difficilmente accetta di trasformarsi in carne da cannone... difficile procurarsi quella sete di vittoria che esalta l' uomo nell' agone fino a renderlo infantile... difficile di punto in bianco considerare la propria vita come "expendeble"... l' equivoco è stato alimentato poi anche da certo femminismo perennemente innamorato di concetti come quello di "discriminazione"... alcune pratiche discriminatorie sono sempre possibili, nessuno lo esclude, ma qui l' attenzione andava indirizzata altrove... l' elemento rilevante era costituito dal fatto che le donne chiedevano di non essere trattate come la gran parte degli uomini era sempre stata trattata ovvero, come vite qualsiasi rimpiazzabili e sacrificabili... poco degne di rispetto in assenza di un successo da guadagnarsi sul campo e che arride comunque ad una ristretta minoranza... anche parecchi uomini, devo dire, cadono nell' equivoco di pensare che le donne vogliano affiancarli operando sulle loro stesse basi...

Roy Baumeister - Is there anything good about men



http://www.goear.com/listen/8f18221/miserabile-amica-i-mercanti-di-liquore

Pornografia

Terapista: ... e con che frequenza avete rapporti sessuli?

Diane: praticamente di continuo... anche tre volte a settimane...

Woody: praticamente mai... a volte nemmeno tre volte a settimana...

Bill Maher: ... ogni giorno senza sesso è un giorno spracato...

"... gli uomini vogliono molto più sesso delle donne... alle battute citate per lo più si ride ma Woody e Bill esprimono opinioni che, mentre ad una donna suonano quasi paradossali, un uomo capisce bene e considera normali... la saggezza comune conosce questa differenza nei desideri sessuali ma il femminismo più arrabbiato denuncia questo sapere come uno stereotipo oppressivo... imponendo il dogma per cui uomo e donna sono guidati da stimoli sessuali di pari entità... ma la denuncia è assurda e gli esiti nefasti delle approssimazioni contenute in questo modo di procedere politicizzato si sono esplicitate al meglio nella condanna della pornografia... alcuni uomini passano gran parte del tempo a consultare materiale pornografico masturbandosi, quasi ogni giorno hanno un appuntamento fisso... la cosa non è così strana visto che nell' uomo lo stimolo si ripresenta potentissimo anche più volte al giorno... la femminista non riesce o non vuole realizzare una verità tanto semplice, per le è essenziale assumere che i "sex drives" maschili siano uguali a quelli femminili, la sua testa va in ebollizione ritrovando la quiete solo quando elabora un pensiero di questo tenore: "la pornografia mi ripugna, non la trovo affatto eccitante, specie se mi viene riproposta ogni giorno, come è possibile che a lui invece piaccia tanto... visto che posseggo in partenza un desiderio sessuale che non è certo più flebile del suo... evidentemente in quelle immagini c' è dell' altro... c' è la repressione femminile, ecco svelato l' arcano, ecco cosa lo attira febbrilmente ogni giorno..."... ma questo ragionamento, e la conseguente condanna della pornografia come mezzo di oppressione, è fallato e si trasforma in una montatura ridicola pur di preservae l' irrinunciabile assunto, quello per cui il desiderio sessuale si presenti con la medesima potenza e regolarità in uomini e donne..."


Roy Baumeister - Is there anything good about man

Mi chiedo, perchè limitarsi alla pornografia?

Bamboccioni per finta

Nei talk show alla TV, come sulla posta del cuore dei giornali, spesso si commenta il fatto che l' uomo contemporaneo sia tanto restio ad impegnarsi con le signorine.... non si esita a parlare di "paura" nel fare il grande passo... questi poveri figlioli così tremolanti di fronte a figure forti e decise come quelle incarnate dalla loro controparte femminile... forse però sarebbe meglio valutare questa riluttanza non tanto come una paura quanto come un comportamento razionale facile da spiegare... la diffusioni degli anticoncezionali ha innalzato lo status dell' uomo... la "rivoluzione sessuale" è stata una rivoluzione in positivo soprattutto per l' uomo... ora i ragazzi hanno facilmente il sesso che cercano senza bisogno di sobbarcarsi impegni a lungo termine... le donne, visto che non corrono più rischi, sono disponibili e si concedono molto più facilmente alla ginnastica preferita dai vitelloni... una volta, per guadagnarsi certi privilegi sessuali, dovevi come minimo conquistare un intero Regno... ora che è possibile spassarsela tanto, è normale voler prolungare oltremodo questo periodo di "giovinezza godereccia"... d' altro canto la donna cerca prevalentemente la maternità e un compagno che la affianchi nella magica esperienza rassicurandola... per lei è diventato molto difficile bloccare un buon partito, specie se lo desidera di pari età... e poi, a proposito di desideri... sappiamo da tempo che le donne nel "mating" cercano per lo più il soggetto ricco e di successo, per contro l' uomo ricerca la bellezza... ecco, se le cose stanno così, chiediamoci un po' a favore di chi lavora il "tempo". Ma è semplice: mentre con il tempo la bellezza sfiorisce, l' uomo accresce le sue sostanze.... se a questo aggiungiamo la ciliegina dell' orologio biologico (per la donna suona presto, per l' uomo praticamente mai) i conti sono presto fatti... Altro che riluttanza e "paura" dell' ignoto... altro che compagne decise che "sanno quello che vogliono"... dietro tanti tentennamenti c' è solo una scelta razionale tesa a valorizzare i doni che la "rivoluzione sessuale" e la pillola hanno elargito su un vassoio d' argento al maschio contemporaneo..."

Roy Baumeister - Is there anything good about man?

C' è chi va oltre nel considerare gli effetti delle dinamiche innestate dalla "rivoluzione sessuale" e dalla pillola: la rarità di maschi inasprisce la competizione femminile.

Come fare a rendersi più appetibili visto che in tema di esaltazione della bellezza abbiamo già raschiato il fondo del barile? Una buona strategia consiglia di studiare, di prendere la laurea, prendere il master... prenderne due... tre.

L' accresciuta scolarizzazione femminile sarebbe sostanzialmente il modo moderno che ha la donna per "sculettare" di fronte ad un maschio sempre più esigente da quando la "rivoluzione sessuale" gli ha consegnato un affilato coltello dalla parte del manico.

La fonte delle ultime considerazioni è Gary Becker: Tratise on Family.

martedì 8 marzo 2011

La dieta del Minotauro

Prendete un gruppo di persone, diciamo tutte coloro che oggi sono vive sul pianeta terra. Ora considerate i loro avi chiedendovi quanti siano donne e quanti siano uomini.

Non arrovellatevi, i conti li ha fatti per voi Jason Wilder coadiuvato dalla sua équipe dopo un' analisi meticolosa dei DNA: le progenitrici donne sono quasi il 70%, i progenitori uomini poco più del 30.

Come tutto cio' sia possibile lo si capisce bene osservando che la metà dei bambini nati in centro Asia oggi, è discendente di Gengis Khan.

Considerato poi che tra i nuovi nati le femminucce costituiscono il 50% del totale, cosa ne ricaviamo?

Semplice, ne ricaviamo che ai fini riproduttivi una vita femminile vale molto molto di più di una vita maschile. A parità di disponibilità, servono molte più donne che uomini.

E una "cultura vincente" non puo' trascurare un simile conto della serva.

A quanto pare questo semplice fatto è il più sottovalutato della storia umana.

Una conclusione tanto lineare quanto facilmente verificabile, appare controintuitiva se non sconcertante. Come mai? Forse perchè tesi differenti, per quanto fragili, vengono pubblicizzate e diffuse in modo rumoroso dalla propaganda del femminismo politicizzato.

Pensate a Gloria Steinem e Naomi Wolf, per esempio. Entrambe, in epigrafe ai loro libri, menzionavano il fatto che ogni anno negli USA muoiono 150.000 donne annientate dall' anoressia. Secondo loro, sono i modelli proposti dai media a richiedere un simile mostruoso olocausto.

Dopo quell' esempio preclaro, ormai il compitino della femminista standardizzata è riproducibile con lo stampino: si inanella un' anedottica purchessia concludendo poi che la cultura predominante imola le donne sul suo altare. Si dà per scontato che le vite maschili siano invece salvaguardate sotto vetro come preziose reliquie. Ecco, la rotativa che stampa questo genere di libri gira in continuazione indifferente agli interrogativi.

Ebbene, se il messaggio preponderante è di questo tenore, sarà una sorpresa scoprire che è vero esattamente il contrario.

Quando al telegiornale sentiamo che "tra le vittime ci sono anche donne e bambini", è sottointeso il fatto che quelle vite vengono considerate di maggior valore.

Quando sulla nave che affonda si dà la precedenza a donne e bambini, questo è un segno del tipo di cultura che vige presso quelle persone.

Mestieri pericolosi, incidenti sul lavoro, prigione, pena capitale, guerre... è sempre o quasi sempre l' uomo che ci va di mezzo.

La nostra Cultura è molto preziosa ma in essa c' è come un Minotauro che chiede di continuo sacrifici umani. I gusti del Minotauro sono precisi: desidera maschi, possibilmente giovani.

Alcune vite maschili sono molto preziose, nel corso di un attacco nucleare, la vita del Presidente degli USA (probabilmente un maschio), riceve particolari cure. Ma la stragrande maggioranza è carne da macello.

La Cultura spinge l' uomo al rischio: pochissimi scaleranno il vertice, a tutti gli altri è riservato una specie di baratro. Ma è logico che sia così: per mandare avanti la razza umana basta un maschio alfa circondato da miriadi di donne (tutte preziose). Il resto è inutile e puo' fungere da pasto per il Minotauro.

P.S. Se in questo post avete scorto un tono lamentoso, siete fuori strada. Basti considerare che la Cultura resta pur sempre una creatura realizzata dai maschi per perseguire i loro fini.

P.S. Qualcuno dirà "in molti casi il Maschio puo' scegliere delle alternative al sacrificio di sè". "Scegliere"? Ma nessuno sceglie... "è la cultura baby"! Forse voi non capite ma una femminista di ultima generazione, quelle per cui la parola "scegliere" ha poco o nullo senso, sicuramente capirà.

P.S. In che senso si dice che "la cultura sfrutta l' uomo". La Cultura non è un agente dotato di volizione, è solo un sistema grazie al quale le persone coordinano le loro vite. Lo "schema" di Trapattoni "sacrificava" l' ala destra prevedendo che corresse incessantemente su e giù per la fascia. Ecco, il senso dello "sfruttamento" è un po' quello.

P.S. Le 150000 vittime di anoressia all' anno denunciate dalla Wolf e dalla Steinem erano una panzana originata da dati non verificati. Le morti USA accertate erano circa 70. 150000 erano i casi di anoressia che qualcuno (?) avrebbe stimato. Insomma, quisquillie.

Donne nei cda

"...I risultati confermano che le donne sono presenti nei cda delle imprese con alte performances... Il problema di tali studi è che la correlazione tra redditività o solvibilità e partecipazione femminile ai Cda non implica in alcun modo causalità... potrebbe essere vera una causalità inversa, cioè che la maggiore redditività consenta alle imprese di avere un numero più elevato di donne nei Cda... nello studio più serio in merito... Adams e Ferreira verificano la possibilità di causalità inversa e di possibili variabili omesse... trovando che le imprese con un rapporto più paritario tra uomini e donne nei Cda hanno una performance peggiore. Gli autori scrivono esplicitamente che i loro risultati suggeriscono che l’imposizione di quote obbligatorie per i consigli di amministrazione possa, in alcuni casi, ridurre il valore delle imprese..."


http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002196.html

Meditazione libertaria sul Vangelo del 7.3.2010

Vangelo secondo Luca 15, 11-32

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto,sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Siamo di fronte ad una delle pagine più toccanti del Vangelo, pochi lo dubitano: bellezza e verità qui si danno la mano. Io stesso, reso cinico dalla frequentazione di molti libri, sento regolarmente un groppo in gola quando viene letta. Eppure, inutile dirlo, mi procura sempre un disagio veder maltrattato chi pretende giustizia. Perchè il figlio maggiore pretende solo cio' che è giusto, e questo lo ha ribadito a chiare lettere anche il Don nel corso della predica!

Come riconciliare allora giustizia e misericordia?

Ipotesi: la misericirdia deve nascere dal cuore spontaneamente, la giustizia deve essere sancita nella legge.

L' espressione spontanea di un sentimento è il frutto di una natura e di un' adeguata educazione pregressa. Difficile immaginarla come obbedienza ad un comando. Al contrario, possiamo essere equi uniformandoci passivamente ad un giusto precetto.

Sono concetti già incontrati da chi conosce Tibor Machan.

Perchè allora il figlio maggiore non ha gioito per il ritorno del "minore"? Forse perchè ha speso la sua vita trascurando di educarsi in modo corretto. Questa è la sua pecca, e penso che il padre lo escluda proprio in virtù di quella lacuna.

L' amore, la misericordia e l' aiuto ai bisognosi è un frutto sublime della nostra educazione (cristiana). Nulla ha a che fare con la legge, che invece inerisce la Giustizia. E questo senza nulla togliere alla fondamentale importanza della Legge.

Ci sono forse argomenti morali migliori contro qualsiasi forma di welfare?

La lunga giornata del sincero militante

D all' agenda di un affaccendato militante sinceramente democratico. «Scendere in piazza, organizzare corteo e comizio e allestire palco per attori e cantanti a piazza del Popolo in difesa della Costituzione ultimamente sotto attacco. Predisporre coccarde e bandiere tricolori per l' anniversario dell' Unità d' Italia ultimamente sotto attacco: ripassare parole dell' inno di Mameli utilizzando la magistrale lezione a Sanremo (ultimamente sotto attacco per via della vittoria del sinceramente democratico Vecchioni) tenuta da Roberto Benigni. Scendere in piazza e organizzare manifestazioni con slogan creativi e salite sui tetti per protestare contro la riforma Gelmini dell' Università che ha messo sotto attacco i diritti fondamentali degli studenti. Organizzare corteo e catena umana e allestire palco (con turnover) di attori e cantanti a piazza del Popolo per la difesa della legalità ultimamente sotto attacco. In generale fare attenzione ai contenuti delle manifestazioni per non confondersi e portare la bandiera viola dove ci vuole il tricolore, o quella arcobaleno. Tenere quella rossa solo per la manifestazione, con palco allestito per attori e cantanti a piazza del Popolo, a favore della Fiom ultimamente messa sotto attacco. Scendere in piazza, organizzare manifestazione e allestire palco per attrici e cantanti a piazza del Popolo, in difesa della dignità della donna ultimamente sotto attacco. Scendere in piazza, predisporre slogan, cartelli e striscioni per la manifestazione a difesa della libertà di stampa ultimamente sotto attacco. Fare attenzione alle firme di attori, cantanti, intellettuali e artisti in genere per non dare l' impressione di una certa ripetitività. Poi organizzare manifestazione per sostegno allo sciopero generale a difesa dei diritti fondamentali ultimamente sotto attacco. Scendere in piazza e trovare nuovi slogan creativi per la manifestazione, che si concluderà a piazza del Popolo con un palco pieno di attori e cantanti, a difesa della scuola pubblica ultimamente sotto convergente attacco». «Scendere in piazza e organizzare manifestazione di protesta delle celebrazioni ufficiali del 25 aprile, il cui significato è stato ultimamente messo sotto attacco. Trovare attore o cantante che possa dare un contenuto di denuncia al palco del Primo maggio ultimamente messo sotto attacco. Scendere in piazza, riempire cartelli e striscioni, e allestire palco (con turnover) per attori e cantanti, per la manifestazione a difesa della cultura e dello spettacolo ultimamente messi sotto attacco. Rimandare la discesa in piazza per la domenica di maggio in cui ci saranno le elezioni: una noia mortale e del tutto inutile visto che le perderemo ancora una volta per colpa del modello culturale imposto da Drive in. Scendere in piazza contro Drive in»

Pierluigi Battista

Me lo sono sempre chiesto: ma perchè tanto impegno? E' sorprendente.

All' ora di cena molta gente tira su il telefono e chiama trasmissioni radio che parlano di politica: Cruciani, Forbice e Radio Popolare sono i più solerti ad intercettare questo bisogno.

E senza andare tanto lontano, ma perchè sentiamo l' esigenza di dire la nostra su un blog semi-deserto?

Forse perchè professare un' Ideologia ci fa star bene, come professare una Religione. Si tratta di centri-benessere, anche quando la nostra travagliata secrezione è un' indifferente goccia nel mare, anche quando il paradiso è solo una labile entità chimerica.

Vedo un' analisi dell' ideologia imparentata con l' analisi sociologica degli hobby. Professare un' ideologia assomiglia tremendamente ad una gita fuori porta, una scampagnata, un giorno libero. L' ideologia è "tempo libero".

Libero ma mai vuoto: l' importante è stiparlo con cose che possiamo fare trascurando la razionalità.

Disseminare una burocrazia pervasiva ma leggera è vitale, dà sempre un tocco di serietà alle cose, la sensazione di non essere a zonzo. Il sudore incrementa l' autostima, si sa, quand' anche fosse quello di chi scava buchi per poi riempirli.

L' ideologia ha l' enorme pregio di non coniugarsi con le "scommesse": non si vince e non si perde, non c' è competizione, niente resa dei conti, niente responsabilità... finalmente liberi. Liberi di urlare, di cantare, di sottilizzare in un ruminante soliloquio da estendere giusto alla sempre solidale "parrocchietta".

E se poi, a distanza di anni, i nodi venissero al pettine e gli errori diventassero ineludibili, è persino piacevole atteggiarsi a "sconfitti" che si limitavano a sognare un mondo migliore stando romanticamente "dalla parte del torto".

Wilma si tiene la clava.

Secondo Susan Cross e Laura Madsen le donne sono meglio predisposte verso la "socializzzione"... prendiamo un fenomeno come quello delle aggressioni, secondo le studiose le donne tendono ad evitarle perchè maggiormente impegnate nella salvaguardia dei legami sociali... è una spiegazione all' apparenza plausibile ma che, molto semplicemente, non concorda con i fatti osservati... studiando quel che accade nelle relazioni intime, i ricercatori si sono accorti di quanta inattesa aggressività esprimano le donne... questa loro attitudine sopravanza quella maschile... Non è politicamente corretto dirlo ma questa conclusione è supportata da evidenze consolidate... In altre parole, è più probabile che sia la donna ad attaccare psicologicamente e fisicamente il suo partner - si va dallo schiaffo all' uso di armi mortali... Queste aggressioni non ricevono l' attenzione che i media riservano alle aggressioni maschili per diverse ragioni... 1. l' uomo è meno propenso a denunciare la violenza ricevuta... 2. quando esiste una violenza reciproca la polizia tende a concentrarsi sull' uomo... 3. le donne sembrano più a loro agio nel ruolo di vittime... 4. (di gran lunga la ragione più rilevante) gli uomini sono più grandi e più grossi e, a parità di intenzione violenta, i danni causati sono più ingenti... le donne sono anche responsabili della maggior parte degli abusi infantili, sebbene questo dato sia indebolito dalla considerazione che passano più tempo con i bambini... sta di fatto che, considerando l' evidenza, le donne sono più portate alla violenza qualora l' indagine si limiti alle relazioni intime... per contro, la donna difficilmente colpirà uno sconosciuto... una donna altresì esprimerà resistenza nel premere un bottone per uccidere nemici lontani e sconosciuti, anche se persistono valide ragioni... cosa che invece l' uomo è propenso a fare qualora dai suoi calcoli vi sia una convenienza... le ricerche sul campo ci dicono anche che l' uomo "aiuta" più della donna, ma questo perchè la gran parte delle ricerche si focalizza su situazioni in cui il beneficiato è uno sconosciuto o quasi... in realtà l' attaccamento della donna per i familiari sembra maggiore rispetto a quello espresso dall' uomo... concluderei dicendo che la donna ha maggiori attitudini sociali solo se definiamo "social" equivalente a "one-to-one close intimate relation", nei casi invece in cui sono implicate "broader group connection" l' uomo sembra più sensibile, nel bene e nel male... mi sento in obbligo di aggiungere che dopo l' esposizione documentata dei nostri argomenti, Susan Cross e Laura Masden hanno abbandonato le loro posizioni pregresse per spostarsi via via su interpretazioni che collimano con quella data anche qui... è così che la scienza dovrebbe funzionare..."

Roy Baumeister - Is there anything good about men?


Curiosi anche gli esperimenti condotti sui "bambini in cortile": lasciati a giocare per un' ora, i maschietti, magari superficialmente, interagiscono bene o male tutti tra loro; le femminucce, al contrario, tendono a creare gruppetti che legano molto pur isolandosi. Anche l' introduzione del "terzo" incomodo all' interno della coppia da esiti differenti: i maschietti tendono ad accogliere, le femminucce fanno invece muro. Sono esiti compatibili con il fatto che la bambina è più preoccupata di salvaguardare l' intimità e la qualità del legame, il maschietto ad estenderlo.

FONTI: sulla maggiore predisposizione femminile alla violenza di coppia, il metastudio più comprensivo è quello di J. Archer: Sex differences in aggression betwen heterosexsual partners: a metanalytical review - Psychological Bulletin, 126, 697-702.

lunedì 7 marzo 2011

Sogni tappezzati

Per accogliere i voli pindarici delle signorine intente ad accarezzre con gli occhi le levigate gioie di Van Cleef & Arple, è stata scelta come tapezzeria una musica sgocciolante, tale per cui dalle quattro pareti stillasse lo spirito dell' eleganza, lo spirito della bellezza, lo spirito dell' avventura e lo spirito della natura.

Una specie di pointillisme weberniano. Purchè tonale, la dissonanza spaventa e distrae le signorine sognanti.



Yoshio Machida - The Spirit of Beauty -Van Cleef & Arpels Exhibition Soundtracks

http://www.goear.com/playlist.php?v=5e59945