lunedì 2 novembre 2009

Ricostruisci ogni giorno e per sempre la mia dimora

... sculture cristiche nel legno (link perduto)...

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Dio, benedici qesto pane. Mio Dio, non ti lascio finchè non benedici questo pane.

Dio, tu che sei possente ricostruisci la mia dimora. Apparecchia la mia tavola. Fallo presto, prestissimo. O Dio, ricostruisci la mia dimora ogni giorno e porta il pane alla mia tavola.

Egli Che è prescelto ricostruirà la Sua dimora presso la mia, lo farà presto, prestissimo, nel corso della mia vita lo farà. O Dio, ricostruisci, ricostruisci presto la tua dimora presso la mia!

Egli Che è grande ricostruirà la Sua dimora presto, prestissimo, già durante la mia vita l' avrà ultimata. O Dio, ricostruisci, ricostruisci presto la tua dimora presso la mia!

Egli Che è onorato, fedele, giusto, pio riapparecchierà la Sua tavola presto, prestissimo, durante la mia vita lo farà. O Dio, ricostruisci, ricostruisci presto la tua dimora e apparecchia la tua tavola accanto alla mia, mangeremo insieme già nella sera della mia vita!

Egli Che è puro, unico, possente, saggio, re, dotto, forte, prode, liberatore, giusto ricostruirà la Sua dimora presto, prestissimo, già durante la mia vita lo farà. O Dio, ricostruisci, ricostruisci presto la tua dimora presso la mia!

Egli Che è santo, pietoso, onnipotente, forte ricostruirà la Sua dimora presto, prestissimo, durante la mia vita già potrò vederla. O Dio, ricostruisci la tua dimora presso la mia e apparecchia la tua tavola accanto alla mia. Mangeremo insieme il pane di vita eterna di cui mi farai dono. Lo mangeremo come amici. Lo mangeremo presto, prestissimo.



riadattamento di una preghiera ebraica pasquale link

L' illusione dell' ateismo

Guardando alla vita terrestre e alla sua evoluzione secondo le lenti della biologia moderna, esiste una possibilità di vedere all' opera l' azione di un "Dio architetto"? Ovvero, la prova cosmologica dell' esistenza di Dio è supportata dalla scienza moderna? Mentre la risposta affermativa sembra piuttosto facile avendo in mente le teorie astronomiche (es. Big Bang), alcune pietre d' inciampo intralciano il cammino di chi prende in considerazione l' evoluzionismo della vita sulla Terra.

Poniamoci dunque la domanda concentrati sulla biologia. Per una risposta affermativa si raccomanda di notare come i processi evolutivi appaiono "direzionati": dal semplice al complesso. E, inoltre, come sommamente complessa sia quel prodotto che chiamiamo intelligenza umana. Attenzione però a non confondere quanto detto con la fantomatica spinta interiore di lamarkiana memoria che gli organismi avrebbero ad evolvere in un certo senso.

Il mondo che ci circonda esiste per filtrare e produrre intelligenza? La scienza non si pone queste domande, tuttavia, trasferendo il piano del discorso in ambito filosofico, è lecito valutare se l' interpretazione sia compatibile con i fatti che la scienza stessa ci mette a disposizione.

Le mutazioni saranno anche casuali, l' ambiente sarà anche costituito da un insieme di fenomeni dall' origine casuale, sta di fatto che questo impulso e questo filtro, selezionano gli organismi in modo da privilegiare nel tempo una crescente complessità organizzativa fino a raggiungere livelli sorprendenti, come nel caso dell' intelligenza umana.

Se il mondo è un posto dove i tipi intelligenti sono anche i più adatti a campare, allora una certa spinta verso la complessità esiste. Uscendo dall' ambito scientifico, la domanda "chi spinge?" diverrebbe ragionevole.

Obiezione dell' onnipresente Gould: l' ambiente seleziona il più adatto, ok. Ma se andiamo a vedere quali organismi siano risultati i "più adatti" nella storia della vita, ovvero quali organismi resistono meglio alla selezione, notiamo che tra essi la maggioranza è estremamente semplice.

Vero, cio' non inficia l' esistenza di una spinta verso la complessità, almeno sul nostro pianeta.

Si potrebbe insistere che, per quanto sia inconfutabile una spinta verso la complessità, bisogna mettere in conto eventi catastrofici - sempre possibili - tali da estinguere anche le intelligenze più sofisticate. La spinta in "avanti" sarebbe dunque compensata da una pari spinta all' "indietro".

Gould convince: i meccanismi dell' evoluzione non garantiranno mai un progresso lineare e generale verso forme di vita più sofisticata, si avanza a tentoni, non tutti avanzano, e a volte si torna indietro.

Resta vero comunque che esiste una tendenza statistica alla comparsa nel tempo di forme mediamente (non modalmente) sempre più complesse. Si procede in avanti a tentoni ma si procede. Perchè, tanto per fare un esempio la vita non tende ad arretrare ma piuttosto ad avanzare? Non tutto è una lotteria, come potrebbero concludere i lettori frettolosi di Gould.

A proposito, importante: l' approccio proposto è indifferente all' intrinseca probabilità che sorga la vita umana date certe premesse iniziali. La "spinta direzionale" (trial and error) esisterebbe comunque, indipendentemente dal numero di "trial" che forza e dal numero di "error" che frena. Nel tempo, prima o poi, l' improbabile accade. Se sulla terra l' uomo sia comparso sfidando leggi probabilistiche, l' importanza è relativa. Cio' che conta è che la "direzione" sia quella.

Ironia: l' analogia proposta si attaglia meglio all' evoluzione pensata nei termini di un ultradarwinista ateo come Dawkins, rispetto ai medesimi processi pensati da uno studioso come Gould che appare molto più incline a concessioni verso la sensibilità religiosa. Non a caso è Dawkins a parlare di "gene egoista", ovvero ad introdurre la metafora di una volontà in azione che spinge e spiega i processi evolutivi. La metafora di Gould è invece quella della "lotteria", una metafora decisamente inservibile ai nostri fini.

E' pur vero che ad un Dio di questo genere l' appellativo di "architetto" sta un po' stretto; pensiamolo pure senza inconvenienti come un "chimico" o un biologo.

Quale mondo dovrebbe consegnarci la scienza per mettere in crisi l' ipotesi appena formulata? Semplice, un mondo caotico dove ricorsivamente e ineluttabilmente si ripropongono sempre le medesime forme di vita prive di una complessità minimale nonchè di un' ambizione a raggiungerla intrappolate come sono nella loro gabbia ciclica.

Da notare che chi accoglie questa versione della prova cosmologica, deve dismettere ogni condanna e disprezzo del mondo, atteggiamento diffuso tra molti religiosi "puritani": la prova di Dio dipenderebbe infatti dalla particolare attitudine dell' intelligenza a valorizzare le risorse mondane e a potenziarsi con esse.

add: link

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Considerazioni sul cap. IV par. 5 di Roberto Timossi: "L' illusione dell' ateismo"

venerdì 30 ottobre 2009

Timossi colpisce ancora

In due parole, come definirebbe il rapporto corretto tra scienza e fede?
«Userei la famosa diade del ma­tematico e filosofo Gottlob Fre­ge: senso e significato. La scien­za ci mostra come non sia il caos a prevalere, come esistano delle leggi, un’intelaiatura del reale. Questo è quello che potremmo chiamare il ' senso'. Il problema su cui devono lavorare invece fi­losofia e teologia, partendo da quanto è mostrato dalla scienza, è quello del ' significato'».


senso e significato

il libro

Breve Teoria del Male

Il Male puo' essere giustificato dalla Libertà che Dio dona all' uomo. Ok.

Ma il Male innocente?

Bel problema.

In passato mi affidavo alla necessità di particolari "prove" affinchè Dio potesse giudicare l' uomo. Mi spiego meglio, forse Dio puo' giudicarci solo se osserva la nostra reazione di fronte ad una catastrofe. E allora la catastrofe è necessaria.

Ma la soluzione migliore (nonchè canonica) al problema del "Male Innocente" è di natura economica. Mi riferisco alla teoria del "Migliore dei Mondi Possibili": attraverso una "race" evolutiva dal Male esce il Bene. In altri termini, se Dio ci avesse risparmiato quel male, non godremmo del suo prelibato frutto.

Notare che questa visione si accorda meglio con una mentalità speranzosa e ottimista verso il futuro. Così come la sua negazione comporta la negazione di un futuro migliore.

link

La più innamorata del mondo

La sera che comprai il libro di MC.


Durante lo shopping la scorsi tra polveri vellutate che occhieggiava dal fondo di una cieca feritoia cartacea.
Nidificava quieta senza cipria nè lacche, reclinata languidamente verso un tomo suo compagno di scaffale.
Ero all' ultima vetrina, all' ultimo minuto commerciale della settimana. Le sette e mezza del Sabato sera.
Per quanto male in arnese (sembrava piuttosto "usata"), da quell' anfratto inaccessibile, la "scienziata del riserbo" si smentì sciorinando una moina che mi fece gemere in tutte le giunture.
Intanto, dalla Cassa, un Bravaccio del Libraccio in piena Febbre del Sabato Sera ci lumava palleggiando lo sguardo ansioso tra noi, lo Swatch e l' ingresso.
Decisi di affrontarlo, ci volle poco, con 3,5 euri ottenni di passare la serata con Marina la Russa, ero ufficialmente autorizzato a fendere la fitta siepe di spine che la circonda a protezione.
Chiusa la transazione, il tempo per lei di mettersi un po' in ordine pettinandosi le pagine, definendo gli inchiostri...e prendemmo alla cieca, uscendo come pula soffiata per le srade dalla saracinesca che sbatteva.
Allo sbaraglio, a rompicollo, allo stordimento, a vuoto...
Fin da subito, poichè lo sguardo era più grande degli occhi, fu necessario spalpebrarsi per guardarsi meglio nel vivo dell' animo. Con Marina la Russa va così.
Fin da subito, poichè i gesti erano più ampi delle braccia, fu necessario smembrarsi per comunicare meglio l' intimità. Con Marina la Russa funziona così.
Non so da voi (12 Novembre), ma qui un' uggiosa serata autunnale senza nome trasfigurò in una notte di canicole. Investito da brividi afosi contavo sul suo fresco palmo per mitigare le contagiose febbri.
Ancora non mi spiego una simile saturazione di energia elettrica in assenza di cavi nei paraggi.
Poi la Poetessa prese la Parola.
E la Parola ci portò lungo un baratro senza ringhiere.
Dapprima si scatenò la complicità tipica di chi rompe insieme le regole, che birichini! Imbrogliavamo le carte, baravamo sui conti, rubavamo sul peso.
Violavamo tutto pur restando miti e mansueti come foglie d' insalata.
Al momento giusto la spinsi nel portone giusto e quando le scale terminarono di scricchiolare entrammo in casa.
Lì potei s(f)pogliarla delle sue carni residue e avvolgermi nel calore odoroso della sua Serra Cartacea.
Tattica: la feci sognare un po' - ci volle poco, parte subito la Russa - in modo da poter frugare meglio nell' anima fitta di ferite e misteri.
Figurati te che al primo profondo fischio dell' uccello mattutino, nell' ora che manca sui quadranti, quando il sonno è più Santo che mai, io ero ancora lì, incastrato in un rosato mucchio di corpi senza carne, tutto sospiroso e con l' occhio a palla.
Naturalmente, fin dal giorno dopo, non mancai di relazionare il mio migliore amico (noi ce le scambiamo!).
La presentai senza reticenze come si conviene: la Russa più innamorata del mondo, Marina Cvetaeva.
Amante perfetta non lascia tracce, non proietta ombre, scompare da tutti gli specchi, si disfa senza ceneri residue, mai un bigodino, fuoriesce da ogni orizzonte, non perde capelli, sussurra fantasmatica...
...la sua posologia è singolare: da sfogliare/spogliare nottetempo, preferibilmente negli ispirati week end novembrini.
Al mio migliore amico l' ho caldamente consigliata. Mi permetto di consigliarla anche a voi.

giovedì 29 ottobre 2009

Circoncisione e infibulazione

Caplan sul tema.

Le due pratiche vengono respinte e considerate abusive: mancano buone ragioni.

Ma la ragione religiosa non puo' considerarsi buona?

Ammettere la circoncisione e respingere l' infibulazione è possibile solo gettando alle ortiche il relativismo culturale.

E il libertario che fa? Lascia libertà?

Non riesco a prendere una chiara posizione, specie se si da' corso a queste pratiche animati da un amore in buona fede per i figli. In questi casi non vedo come poter respingere la soluzione liberale.

Inutile, quando ci sono di mezzo i bambini, il liberale va sempre in crisi.

Dawkins e il creato

Per l' inglese Dio ha chiuso. Ormai disoccupato deve liberare il campo al più presto:

Evolution is God’s redundancy notice, his pink slip. But we have to go further. A complex creative intelligence with nothing to do is not just redundant. A divine designer is all but ruled out by the consideration that he must be at least as complex as the entities he was wheeled out to explain

Landsburg si acciglia:

But Darwinian evolution can’t replace God, because Darwinian evolution (at best) explains life, and explaining life was never the hard part. The Big Question is not: Why is there life? The Big Question is: Why is there anything? Explaining life does not count as explaining the Universe.

Il discorso si fa serio e l' inglese non demorde:

D.: Making the universe is the one thing no intelligence could do, because an intelligence is complex—statistically improbable —and therefore had to emerge, by gradual degrees, from simpler beginnings.

Qui non seguo più L. e se voi colete farlo linkatevi più sotto. Io mi astengo poichè L. segue fin troppo D. e condivide con lui l' espressione "making the universe" nel senso di assemblare. Ma l' universo è costruito o creato? E' un bricolage o una creazione ex nhilo? Poichè un Cristiano - ma non solo lui - compie la seconda opzione, il seguito dell' argomento decade. Lo scienziato non coglie questa differenza fondamentale e inferisce in modo all' apparenza scorretto. La complessità divina non è dunque del genere di quelle osservabili poichè noi non assistiamo ad alcuna creazione quaggiù. Taciamo agnosticamente dunque sulla struttura e teniamoci la dimostrazione dell' esistenza.

"Esistere", ecco il verbo che gli atei dovrebbero togliere di mezzo per convincerci. Purtroppo per loro la parolina sembra godere ancora di buona salute.

link

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Sfruttamento minorile

Infant industry' argument has been a pretext to protect inefficient industries for over 200 years.

La Beltà delle donne comparisce la sera

Volendo concedere un libro alla Morante, mi sono risolto per "L' isola d Arturo" relegando eventualmente alle dolcezze della vecchiaia "La Storia". Scelta felice!

Strano che da un pennino femminile sgorghi una potente quanto inattesa apologia del Patriarcato e delle sue ragioni. Ma le ragioni in realtà sono flebili e sfumano quasi subito risolvendosi in bellezza, unica vera "ragione" residua. E in tanta bellezza, la bellezza del ruolo femminile - sapientemente incastonato nell' articolata struttura oppressiva - rifulge facendole sembrare tutte Madonne che tramutano la Morte in un travestimento. Quelle donne sono invece solo Madri, ovvero la nostra prima e indimenticabile compagnia.

L' uomo - unico essere autorizzato ad uscire di casa, bambino in difficoltà tra i flutti di una vita attiva che è chiamato a vivere da solo - conosce a fondo una sola elaboratissima arte: quella di chiedere aiuto. Lo fa nei modi più disparati e strani, ricorrendo ad una fantasia pittoresca quanto ignorante.

Solo la preziosa conchiglia dell' orecchio femmineo puo' echeggiare e percepire l' ingiunzione, solo un muliebre talento puo' decodificare l' esse o esse.

E' un mondo che pullula di marmocchi travestiti da grandi, tutti smaniosi all' apparenza di accaparrarsi l' odio di lei con occhiate bellicose. La cattiveria si fa immaginifica per offenderla più in profondità. La crudeltà s' ingegna per sorprendere e deturpare la passività accogliente dei grembi.

Insopportabile per noi ragionatori quell' amore non perturbato da alcun pensiero.

Irritante la presenza di tanti motivi d' infelicità, tutti resi irrilevanti da un empito misterioso.

Fastidiosa quella bontà automatica, indifferente quanto la bellezza del fiore notturno. Una bellezza che comparisce la sera e si svela del tutto solo violandola.

Intollerabili quei seni che danno solo latte cristiano e convertono creature ombrose, creature cresciute inventando parole selvatiche mentre poppano latte caprino.

Che rabbia quella debolezza sempre opposta e che ci impedisce di sfogare al meglio la nostra ira! L' unica via d' uscita consiste nel colpire di rimbalzo.

Non aspettarmi più! E soffri il colpo che m' infliggo.

Non scaldarmi più. E vergognati per l' azione che mi degrada.

Non rincuorarmi più. E soccombi alla sciagura che mi attinge.

Non cucinarmi più. E piangi la sventura che mi procuro.

Non accudirmi più. E disperati alle mortificazioni che m' intaccano.

"Perchè non ti vergogni di me! Voglio che ti vergogni di me!".

Ricordati che da vecchia mi chiederai il pane e ti darò un sasso. Ti colpisco, e grazie al disonore mi metto in salvo.

Voglio salvarmi dal vizio della tua santità e tornare a respirare con i miei polmoni in un mondo freddo, liberato dalle pastoie del sentimento.

E' un inferno essere amati da chi non ama nè la felicità, nè la vita, nè se stesso ma solo te. Donne, tacete, non opinate, se dite ancora una parola vi ammazzo... non mi servite... l' amore delle femmine è il contrario dell' amore... vi lascio volentieri a quei disgraziati che sono liberi solo la Domenica... mi sdoganate l' impropero per il solo fatto d' ingombrare l' aria... guardate come vi guardo, vi guardo come il dotto guarda l' ignorante... occhi bassi quando vi leggo il Codice della verità Assoluta... io sono scandaloso, ricordatevelo sempre, ficcatevelo in testa... e adesso che ore abbiamo fatto con tutta sta tiritera, guardate l' orologio al mio polso... non tengo voglia di alzare il braccio...

Una Madre in declino non capirà mai che la bellezza di noi Figli è impermeabile e rifugge il suo sfacelo, che accostare le due cose produce scintille mortali per entrambi. Ma da quell' amore, eterno parassita, nulla scampa. Se piove, nel suo pensiero è pioggia che ti bagna; se boffa, è vento che ti sferza; se rischiara, è sole che ti essica. Scappa pure lontano, sarà sempre vicino a te, sarà sempre incinta di te.

Sazio di negazioni, il bambino fanfarone impartisce i suoi ordini contraddittori e scoordinati con voce soffocata dal piacere d' infierire. Lei tace ed esegue scevra d' insubordinazioni, sa a memoria che quando tutto venne stabilito lei non era presente; è appena nata e, inoltre, è nata stupida come solo una donna puo' esserlo. Un simile destino d' ignoranza eterna non puo' avere l' ardire di scancellare leggi sacre confitte nel nostro cuore come piloni a sostegno di pianeti gravosissimi. Solo un' ombra leggera d' interrogazione stupefatta è consentita.

Non resta che la fatale semplicità dell' inazione peritosamente descritta una volta per tutte. Non resta che la concavità dell' accoglienza geometricamente misurata da goniometri professionali.

La società patrircale è resa quale barca con timone saldamente retto dalla callosa e virile mano maschile. Le sue ragioni e le sue rotte sono Sacramenti da non dibattere. Ma pur sempre barca che naviga in un mondo dove la donna è vento, mare, notte e tutto. Vento che incoraggia, mare che agevola, notte che giustifica (occultando); e poi Tutto: proscenio colossale che regge e osserva impietosito il beccheggio e il rollio della barchetta alla deriva.

Ora, non fraintendetemi: mai mi convertirò ai "bei" tempi andati. Ma proprio questa repulsione mi aveva impedito di capirli. Strano e bello, poi, che l' illuminante spiega provenga da una delle poche donne italiche inserite di diritto nel solco della grande letteratura. E pensare che il fantasma aleggiante di una "quota rosa" che potesse schizzarla col suo fango mi stava facendo perdere qusto autentico talento. Ah... i dannosi effetti collaterali dell' azione affermativa!

***

Un libro da leggere, dunque, raccomandato soprattutto ai lettori miopi, a chi reca nel corpo il prezzo della sua passione: quando la qualità della scrittura si mantiene alta e costante, il principiante cessa quasi subito di percepirla; quando la tensione non si allenta, il neofita s' imbambola come su una vetta senza ossigeno. Che spreco. Alla larga.

mercoledì 28 ottobre 2009

Ve la cantano e ve la suonano

Scommetto che in passato avete buttato giù il testo (in inglese) di una potenziale canzone a cui manca solo la musica e l' interprete giusto. Bene, tiratelo fuori dal cassetto e connettetevi...

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Difesa della EMH

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Zingales contro il Glass-Steagall Act

Motivi:

1) alza il costo del credito;

2) la crisi viene dalle banche d' investimento, non da quelle commerciali;

La distinzione che conta non è quella tra banche d' affari e banche commerciali, ma tra banche "too big to fail" e le altre.

(24 ore 20.10.2009 "C' era una volta il senatore Glass)

Qualcosa batte in testa

L' emicrania si approssima... rullano i tamburi nella parte di sotto... spuntano le tribù di pensieri che sempre accompagnano il tuo ingresso nel proscenio... Mentre la terra risuona dall' interno... percossa e cava... vivente timpano... cerco la mia medicina, era al sicuro in cassaforte... e se questi giri di serratura non finissero più?... e se dovessi stare qua fuori a girare per sempre la chiave scortato dall' ansia?...

Ah... i preti di una volta!

Se la Fiat, nonostante tutti gli aiuti e le protezioni avute, come ogni altra impresa industriale andasse male, e io fossi qualcosa nel governo italiano, sequestrerei tutti i beni degli azionisti della Fiat e di tutte le società alle quali partecipa la Fiat per far fronte al disastro, manderei in galera tutti i responsabili del fallimento e metterei l’impresa in mano ad abili liquidatori. La nuova Fiat verrebbe su sana e valida, senza debiti e senza creditori. Quegli operai licenziati dovrebbero essere messi alla pari dei disoccupati, per i quali lo Stato provvede nei limiti delle sue possibilità, curando che nessuno muoia di fame, ma chiarendo che nessuno possa avanzare diritti contro lo Stato. Questo atto di politica risanatrice porterebbe certo la ribellione dei sindacati, il voto di sfiducia dei deputati, la crisi ministeriale, ma sarebbe l’inizio dell’apertura degli occhi degli italiani che non vedono verso quale disastro si va incontro, ammettendo a priori che nessuna impresa importante debba fallire...


don Luigi Sturzo

lunedì 26 ottobre 2009

E' facile essere più buoni...

... basta essere più profumati (qui e qui).

Le questioni in ordine crescente di interesse: 1) è vero? 2) perchè per molti non puo' essere vero a prescindere?

link

The best 3:53 clip in game show history

Economia, lezione numero 1: la gatta morta.




sabato 24 ottobre 2009

Diseguali di fronte alla legge?

Non so se la domanda sia troppo scontata o troppo impervia. Di sicuro, pur essendo fondamentale, sembra continuamente elusa.

Perchè la privacy dei cosiddetti "personaggi pubblici" dovrebbe valere meno rispetto a quella degli altri cittadini?

venerdì 23 ottobre 2009

RAZZI-AMORAZZI

Per quanto il fumetto non mi abbia ancora regalato emozioni profonde, capita che lo legga con sincero godimento. Mi piace la Satrapi, mi piace lo Spiegelman di Mause ma il mio favorito è Love & Rockets. Non so se qualcuno conosce Maggie (meccanica specializzata in razzi), Hopey (punk a tempo pieno), Luba (lottatrice di wrestling), Penny Century (giornalista in carriera) e compagnia cantante. Se apprezzi il disegno dai tratti nitidi e puliti (stile "ligne claire" alla Tin Tin) qui ce l' hai. Ma la cosa più bella è che chi trova surgelati i fumetti di quel genere non ha proprio nulla di cui preoccuparsi. La variante proposta infatti non è priva di movimentazioni fresche, fantasiose e mai traumatiche, sia nel tratto del singolo disegno che nell' impaginazione delle varie scene. Sono storie corali, non c' è un vero protagonista, i protagonisti sono le ragazze che si arrangiano. Questo fumetto è pieno di ragazze che si arrangiano alla grande. Per chi non lo sapesse è uno spettacolo commovente vedere in azione una ragazza che si arrangia. Tanto per dare un' idea: sono tipe che languono d' amor avvitando il bullone spanato del calorifero che perde. Sono ragazze alle quali uno window shopping come si deve fa dimenticare che dovevano tagliarsi le vene. L' arte di moderare quelle voglie che ci salveranno. L' arte di tracciare le sismografie del capriccio. Le storie invece sono labirinti impenetrabili, proprio come l' animo di una ragazza che diventa donna (arrangiandosi). Una "ragazza che si arrangia" si arrangia sempre e dovunque. Problematiche che richiederebbero l' intervento di un supereroe della Marvel vengono sbrogliate con l' eleganza di chi sbaglia da professionista. Questa costellazione di sventatezze che noi lettori scusiamo entusiasti, decora piacevolmente ogni storia. Se proprio una soluzione perfetta non è disponibile, se un lavoro viene un po' così così, vabbè, ci si puo' sempre distrarre con delle piccole gioie: una camicetta veramente carina, l' ex culone che finalmente fa di nuovo passare i jeans... La seduzione del sapersi distrarre, la malia sprigionata dalla capacità di "passare oltre" e ricominciare...le Locas di L&R tutto ciò ce l' hanno. E ce l' hanno anche Los Bros. Hernandez che le hanno inventate

Oligopolo

Lezione numero 1.

l' ubriaco