mercoledì 9 ottobre 2019

IL FILOSOFO PIU' AMATO A RAGIONERIA

IL FILOSOFO PIU' AMATO A RAGIONERIA
La parolina "über" gli deve tutto...
Ancora oggi Uber rinvia allusoriamente alle fantasie di potenza della Silicon Valley...
Facile dire "super-uomo". Ma che è? Un tale forte fisicamente? Un tale aristocratico? Un tale altero? Una specie di cyborg? Boh...
Sembra semplice: uno lo collega a Wagner e poi ai nazi. Perché invece non connetterlo a Superman, alla lotta in difesa del bene e agli anti-nazi? Si puo' fare. Tutto si puo' fare con lui...
Il proto-fascista, il cantore della crudeltà, della forza e del potere... Alain de Benoist, Richard Spencer e Aleksandr Dugin vanno in sollucchero...
Per Bertrand Russell era solo un fenomeno letterario...
Riscoperto negli anni ottanta - il periodo di gloria dei post-moderni. E' chiaro, se a Foucauld, Deleuze, Derrida dici: "siamo in balia di un sistema la cui prospettiva slitta continuamente..." loro vanno subito in sollucchero...
Cos'è la verità? Un esercito proteiforme di metafore, metonimie e antropomorfismi... E giù applausi dai relativisti...
Contro la democrazia, contro l'uguaglianza... ma anche contro nazionalismo e anti-semitismo.
Facile da leggere, difficile da capire... L'ideale per chi ha fretta, l'ideale per noi di ragioneria...
Poco chiaro ma dall'immensa potenza di fuoco. Da qui la frenetica corsa ad appropriarsene...
"Sono dinamite"...
Appena scavi una sua parola, ecco saltar fuori un abbagliante caleidoscopio di interpretazioni...
Per un bel pezzo praticamente il servo di Wagner: "l'unico vero amore della mia vita"...
Sempre in spasmodica attesa della "superba covata di bestioline bionde"...
Provò a comporre. Quanto ridere si fece Wagner (di nascosto)...
Grande ammirazione per il pessimismo di Shopenhauer. Grande disprezzo per la sua enfasi sulla compassione... Compassione!!!???
La schiavitù appartiene all'essenza della cultura...
Il progresso è una cagata pazzesca...
Praticamente un naturalista: l'uomo è animale. Anzi, bestia... bestia animata da sete di potere e impegnata in una lotta senza requie...
Il flagello del cristianesimo...
La famiglia: i mal di testa del padre, gli attacchi epilettici, le frequenti amnesie...
Celebrare ora e sempre l'energia dionisiaca, il trionfale "sì" alla vita...
I pensieri migliori durante le escursioni alpine... Ad un certo punto solo durante le escursioni alpine...
Solo storie d'amore abortite: una mente sempre in moto divora interamente l'attenzione... Una mente energivora...
Riclassificato subito tra gli esistenzialisti...
La sua misoginia, un fatto bruto...
Completa la frase: "le donne sono così poco soddisfatte di se stesse che preferiscono essere picchiate piuttosto che...".
Una prosa con il ritmo rat-a-tat incorporato... mai verboso come i suoi illeggibili imitatori...
Ovunque tu vada, lidi assolati o brume autunnali, lui lì c'è già stato e lì ha passeggiato...
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L’INTERNAZIONALE INTRSEZIONALE

L’INTERNAZIONALE INTRSEZIONALE
Il libro: un'indagine durata 1 anno tra i ragazzi dei campus americani.
Ci fu un tempo in cui i "ggiovani" volevano sempre "aprire un dibattito". Oggi vogliono chiuderlo, hanno paura di rimanere offesi.
Se ieri era tutto uno "sfruttamento", oggi è tutto un' "oppressione": razzismo, sessismo, omofobia, xenofobia, transfobia, diseguaglianza economica... E il pacchetto lo devi prendere intero, tu chiamala se vuoi... INTERSEZIONALITÀ...
Se lotti per i diritti dei gay ma non condanni il capitalismo o non consideri Israele cattivo cattivo, allora non stai lottando contro l'oppressione, non sei abbastanza "intersezionale". Sei infido.
L' "intersezionalismo" - in quanto ideologia totalitaria - ha un suo fascino in questi tempi di tensione culturale, è un vestito che si porta su tutto, non devi pensarci su, non devi stressarti. Ti mette tutto in discesa…
Ma perché tutta questa “tensione culturale”? Colpa del social, e te pareva. Il fatto è che il social ti erode il confine tra pubblico e privato, sul social trovi sia il tuo amico che l'assessore, devi rispondere ad entrambi nello stesso tempo. Non puoi distinguere, non puoi permetterti la manfrina...
Precedenti: gli anni 30 e la radio. Anche lì, grande fascino delle ideologie totalitariste...
Naturalmente, la libertà d'espressione può diventare un mezzo di oppressione. Quando lo è? In genere quando non sei d'accordo con me!
Il disaccordo è già una "microaggressione"...

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Since the 2016 election, college campuses have erupted in violent protests, demands for safe spaces, and the silencing of views that activist groups find disagreeable. Who are the leaders behind these protests, and what do they want? In Panic Attack, libertarian journalist Robby Soave answers the...

https://www.econlib.org/library/Columns/y2019/KlingSoave.html

martedì 8 ottobre 2019

DEMOCRAZIA PER REALISTI

DEMOCRAZIA PER REALISTI



1 - Le persone votano per quello che sono, non per quello che vogliono - Kwame Anthony Appiah


2 - La politica non ha a che fare con le politiche - Robin Hanson

STREET ART

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Io che frequento le stazioni lo so. Il guaio di questa "arte" è che non vai mai tu da lei. E' lei che ti viene a trovare, quasi sempre sgradevole, chiassosa, mai invitata da nessuno.

GENDER

Se posti di fronte a finti studi scientifici sulle differenze sessuali, sia gli uomini che le donne hanno maggiori probabilità di credere a quelli che affermano la superiorità femminile in qualcosa piuttosto che il contrario, questo anche se gli studi si presentano simmetrici ma identici.
PSYARXIV.COM
The primary aim of this study was to investigate how people react to research describing a sex difference, depending on whether the difference in question favors males or favors females. An additional aim was to see how accurately people can predict how the average man and the average woman will res...

DUE SOLITARI DI BUONA COMPAGNIA

DUE SOLITARI DI BUONA COMPAGNIA
Van Gogh e Gauguin, i due grandi solitari erano in realtà sempre in compagnia: “non posso fare a meno della relazione umana”, diceva uno di loro. E di relazioni ne avevano parecchie. Magari le troncavano di punto in bianco sparendo dalla circolazione, ma solo per riformarle altrove.
Il loro sodalizio non fu poi così patologico, solo caratteri incompatibili come capita spesso. Theo Van Gogh, la pecora bianca della famiglia, volle procurare un maestro al fratello svitato Vincent, che finalmente si era deciso in tarda età a far qualcosa nell'arte. Gauguin in questo senso offriva servigi a buon mercato non potendo vantare alcuna credenziale se non una certa esperienza.
I più grandi detrattori dei ritratti di Gauguin erano i suoi clienti, che si affrettavano a ripudiarli immediatamente, magari perché influenzati dai frizzi e lazzi dei colleghi del pittore.
Gauguin approda alla pittura vecchiotto, dopo una carriera di agente di cambio, non ebbe alcuna preparazione di tipo accademico, si limitò ad affiancare Pissarro e Cezanne. Imparò osservando ed esercitando il suo intuito. Il fatto di non possedere una tecnica da disimparare lo avvantaggiò nel mondo delle avanguardie.
Lo stile di Gauguin: “cloisonnism”. Praticamente si stende un contorno nero ben marcato e si riempie di un colore poco allettante (ma emotivamente esplosivo)la relativa superficie. Avete presente la "ligne claire dei fumetti di Tin Tin?
Gauguin ritraeva i suoi soggetti sulla base del ricordo. De Haan era morto da 7 anni quando Gauguin ne fece il ritratto. Quello che ritraeva non era il suo amico ma ciò che rappresentava per lui. Le persone si trasformavano in concetti metafisici: mortalità, fecondità, fede... Sono ritratti che dicevano poco dei modelli è molto del pittore. Quando gli chiesero come mai non aveva ancora immortalato la sua prostituta preferita rispondeva: “non mi è ancora tornata in mente…”.
Se la realtà era insignificante per Gauguin, era vitale per Van Gogh. Anche lui è un tipo senza arte né parte, senza nessuna formazione e senza una tecnica pittorica. In realtà anche senza alcuna fiducia da parte dei suoi familiari. Il fratello, mercante d’arte molto noto, non trattò mai un suo quadro.
L’unico consiglio artistico elargito da Van Gogh ai suoi pochi allievi: dipingi le cose più scure di come sono in modo che sembrino più naturali.

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NEWSTATESMAN.COM
For nine weeks in late 1888, two of art’s great loners lived together. The home and studio Paul Gauguin and Vincent Van Gogh shared was the small and unassuming “Yellow House”, just outside the northern city gate of Arles in the south of France. There was an imbalance to the arrangement. Van G...
Gauguin precursore dell’astrattismo? Un po' forzato ma perché no. Quando ti doveva fare un ritratto ti guardava fisso, dopodiché attendeva qualche anno per constatare come il tuo faccione “riaffiorava” nella sua memoria. Di solito “riaffiorava” in forma ovoidale, o di ellissi, o di disco, o di pizza… Se non riaffioravi proprio addio ritratto.
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lunedì 7 ottobre 2019

Da Zeman a Unabomber, il mondo ha sempre amato i perdenti di successo; in fondo spiegarsi la rispettabilità di cui godono ancora oggi nel mondo intellettuale personaggi come Joseph Stiglitz non è poi così difficile.

La sua grande passione è sempre stata Hugo Chavez, il presidente ingiustamente accusato di essere populista che invece, grazie al suo modo originale di affrontare la globalizzazione, ha portato istruzione e sanità alle masse di poveri venezuelani. I frutti della impressionante crescita economica che ha saputo generare con le sue politiche socialiste, hanno trovato così una più equa distribuzione. Inutile dire come questa romantica storia si sia conclusa, ma questi sono particolari secondari. Intendiamoci, non che in sciagurate prese di posizione del genere lo Stiglitz fosse l'unico pirla in campo, poteva godere della rispettabile compagnia del Guardian, oppure del New Yorker, così come della BBC (i radical chic non ti deludono mai). Ma mentre questi soggetti hanno fatto doverosa pubblica ammenda per l'abbaglio, lo Stiglitz, come è nel suo stile, ha tirato dritto facendo finta di nulla. Ve lo immaginate uno Sgarbi che chiede scusa?

D'altronde, alzate di ingegno del genere non sono una novità per lui,  nel 2007 prese una cotta per il dittatore etiope Meles Zenawi, noto per sparare sulla folla e trattenere nelle sue casseforti gli aiuti internazionali destinati ad alleviare la carestia del paese. Ma noto anche per praticare un economia centralizzata di quelle che piacciono tanto al nostro, sebbene producano iperinflazione a go go, interessi negativi, dazi iperbolici e un severo controllo dei prezzi, di quelli già a suo tempo compresi dal Manzoni dell'assalto ai forni.

La difesa del salario minimo da parte di JS è veramente una storia curiosa. Nel momento in cui optò per questa misura - aveva posizioni di responsabilità nell'amministrazione Clinton - trascurò completamente quanto scriveva nel suo manuale di economia, ovvero che se una cosa diventa più costosa (il lavoro) probabilmente se ne acquisterà di meno (rischio disoccupazione). Insomma, il salario minimo rischia di creare disoccupazione. Messo di fronte al JS Dr. Jackil, il JS Mr. Hyde liquidò la faccenda considerando gli effetti negativi poco significativi. Quanto poco non sembrava interessarlo. Anche perché, e qui sfoderò l'arma segreta - un  salario elevato motiva i lavoratori generando maggiore produttività. Ma perché di questo strano meccanismo non si erano mai accorti gli imprenditori? Risposta di Stiglitz: perché sono miopi e bisognosi della guida governativa.

Poi c'è la storia della crisi finanziaria del 2008. La posizione di Stiglitz fu prevedibile: i mercati falliscono e i regolatori devono "ripararli" prendendoli sotto tutela. Bisogna dare più potere a regolatori incorruttibili e abbastanza intelligenti per fare sempre la cosa giusta. Ma dove possono essere rintracciati questi  soggetti provvidenziali su cui riporre una così grave responsabilità? E qui JS risponde facendo praticamente il suo ritratto senza mai menzionarsi, anche se non manca di definirsi come "specialista in crisi finanziarie". Qui però lo specialista dimentica un suo studio del 1996 quando falli completamente nell'anticipare l'imminente crisi delle tigri asiatiche. Ma dimentica anche  un suo studio del 2002 commissionato dagli istituti finanziarie parastatali Fannie Mae e Freddie Mac, nel quale valuta come estremamente improbabile il rischio di default. Proprio queste istituzioni furono l'epicentro del futuro collasso finanziario. Lo studio sparì subito dal sito personale di Stiglitz così come da quello di Fannie Mae e Freddie Mac. Uno dice: "ma nel 2002 era impossibile anticipare il crack".  Secondo l'American Enterprise Institute, che approfondì la questione, la cosa era invece chiaramente visibile già allora.

Noto a tutti è il  disprezzo con cui Joseph tratta i colleghi che non la pensano come lui (quasi tutti). Le sue accuse agli economisti del FMI sono epiche (gente di terza fila che arriva da università di prima fila), arrivando ad insinuare come un marco Travaglio qualunque - ovvero senza prove - una compromissione di  Stanley Fischer con Citibank. In una lettera aperta a lui indirizzata Kenneth Rogoff ebbe modo di raccontare a tutti un paio di aneddoti spassosi che immortalano il  gigantesco ego di quest'uomo ("... dimmi Kenneth, ma Volker è davvero intelligente? Intendo intelligente come noi...". Altri preferiscono mettere in evidenza la sua cocciutaggine sottolineando come non impari mai dai suoi errori. La sua splendida carriera, ad ogni modo, viene presa a riferimento per dimostrare come sia possibile combinare credenziali di primo livello, brillante creatività teoretica con i bias più colossali dell'estrema sinistra e la crassa ignoranza della storia.

Ma attenzione,  il pericolo Stiglitz non ha finito di imperversare, dopo essere stato accantonato da Obama, recentemente si è legato alla senatrice di estrema sinistra Elizabeth Warren, candidata alle prossime elezioni. E chissà che non ce lo ritroveremo splendido 80enne consigliere del presidente.

Per completare il quadretto è utile fare un raffronto con il suo più noto compagno di fazione, Paul Krugman. Secondo me c'è qualcosa che li divide profondamente, negli alterchi di PK si sente una voglia di rivalsa, è la passione che lo acceca e gli impedisce di fare un passo indietro al momento opportuno. Al contrario, JS, anche nella diatriba più infuocata, sembra sempre convinto delle sue idee. Procede regolarmente i mperterrito (verso il baratro). Nulla lo smuove, nulla lo turba. A voi scegliere quale sia il caso più disperato.