venerdì 5 aprile 2019

L’estinzione della privacy SAGGIO

L’estinzione della privacy

Tutto cominciò in Inghilterra. Diversi anni fa, nella città di King’s Lynn, si installarono per la prima volta sessanta videocamere telecomandate nei noti “punti problematici”, quelli dove i vandali impazzavano ogni notte. Erano collegate direttamente con il quartier generale della polizia. La conseguente riduzione del crimine di strada superò tutte le previsioni. Fantastico!
Le telecamere furono un successone: calo drastico nel crimine e collasso nei costi di sorveglianza. che vuoi di più? Il futuro era tracciato.
L’idea di fondo era quella del vecchio Bentham: sorvegliare tutto da un unico punto d’osservazione. All’inizio del diciannovesimo secolo, Jeremy Bentham, uno dei pensatori inglesi più originali dell’epoca, progettò una prigione in cui ogni prigioniero potesse essere sorvegliato in qualsiasi momento da un’unica guardia opportunamente dislocata. La trovata è stata battezzata Panopticon.
Da allora la storia ha marciato in quella direzione: le telecamere nei posti pubblici o aperti al pubblico sono già da tempo una realtà.
Da noi, le videocamere sono state utilizzate nei grandi magazzini per scoraggiare il taccheggio. Più recentemente hanno iniziato ad essere utilizzate per punire gli automobilisti che passano con il rosso e contro altre violazioni stradali.
Ma si possono immaginare usi ulteriori del  controllo a distanza (e “a tappeto”), facciamo il caso delle emissioni inquinanti delle automobili. Si consideri il problema del controllo delle emissioni inquinanti. Si potrebbe approntare un sistema più funzionale usando la tecnologia moderna. Pensate se esistessero a bordo strada dei rilevatori che misurano le emissioni di ogni singolo veicolo emettendo un fascio di luce attraverso il pennacchio di scarico dell’auto di passaggio e identificando l’automobile fuori norma con un’istantanea della targa. Vi piacerebbe?
Altro esempio: cellulari e traffico. Un’altra applicazione di sorveglianza su larga scala già in fase di sperimentazione sfrutta il fatto che i telefoni cellulari emettono continuamente segnali di posizionamento. Monitorando i segnali dei telefoni dei conducenti, è possibile osservare i flussi di traffico. Si tratta di informazioni molto utili se si desidera consigliare ai conducenti di aggirare un ingorgo o individuare un incidente dal cluster di telefoni risultante. Attualmente si tratta di informazioni anonime, che individuano un telefono ma non ne identificano il proprietario. Con l’evoluzione della tecnologia le cose sono destinate a cambiare.
All’apparenza nessun problema, solo comodità e una quantità di fastidi risolti.
Pochi considererebbero discutibile che un poliziotto gironzoli per il parco tenendo d’occhio i possibili borseggiatori. Le videocamere sui pali, in fondo, sono semplicemente un modo più conveniente per adempiere questa funzione.
L’uso spot della sorveglianza sembra innocuo, ma l’uso pervasivo consentirà di ricostruire l’intera tua vita.
Un poliziotto all’angolo della strada potrebbe vederti, potrebbe persino ricordarsi di te, ma non ha modo di combinare tutto ciò che vede con tutto ciò che vede ogni altro poliziotto e ricostruire così la tua vita quotidiana. Domani, ampie frazioni della tua vita ordinaria saranno un libro aperto per chiunque abbia accesso ai files appropriati.
Si tratta di una potenziale perdita completa della privacy.
Oltretutto, un conto è l’uso limitato e legale della tecnologia di sorveglianza, un altro l’uso pervasivo e illegale, magari da parte di privati.
Un sacco di persone possiedono videocamere e quelle telecamere stanno diventando sempre più piccole. Il proprietario di una batteria di questi aggeggi potrebbe raccogliere molte informazioni sui suoi vicini. Magri vicini facoltosi da ricattare. Magari il Bezos di turno.
Sarà possibile conoscere tutto del vicino. Esempi? Vi ricordate il caso “della  marijuana”. Si trattava di stabilire se fosse o meno un’invasione della privacy dedurre la presenza di marijuana in una casa attraverso l’utilizzo di un rilevatore a infrarossi piazzato all’esterno della stessa.
C’è anche i caso delle conversazioni private. Abbiamo già oggi tecnologie che consentono di ascoltare una conversazione facendo rimbalzare un raggio laser all’interno di un edificio.
La tesi di David Brin: la privacy è destinata a sparire, prendiamo le giuste contromisure.
Assumi, per il momento, che le tecnologie intrusive siano più potenti di quelle difensive, in modo che impedire ad altre persone di spiarti sia impraticabile. Quali opzioni rimangono? David Brin sostiene che la privacy non sarà più un’opzione disponibile.
La soluzione proposta: imporre (o comunque auspicare) la trasparenza totale. L’unica contromossa all’estinzione della privacy è la sua estinzione completa: la società trasparente. La polizia può guardarti – ma tu puoi guardare loro. L’intero sistema di videocamere, comprese le telecamere in ogni stazione di polizia,  sarà accessibile pubblicamente. I genitori potranno tenere d’occhio i loro figli, i figli i loro genitori, il marito la moglie e viceversa, i datori di lavoro i dipendenti e viceversa, i giornalisti i poliziotti e i politici.
Il ragionamento: la privacy è buona cosa, ma siccome il governo e i soggetti più potenti prima o poi si avvarranno della nuova tecnologia “azzera-privacy”, meglio allora rendere libero l’accesso alle info in modo che la “guerra” non sia asimmetrica.
Vediamo cosa c’è di buono nella società della trasparenzaipotizzata da Brin.
Qui custodes ipsos custodiet? “Chi custodirà i guardiani?” La società trasparente offre una possibile soluzione. Considera il caso Rodney King. Un gruppo di poliziotti cattura un sospetto e lo picchia. Sfortunatamente per la polizia, un testimone ha filmato l’accaduto realizzando una videocassetta, con il risultato che diversi ufficiali sono finiti in prigione. Nel mondo di Brin, ogni agente delle forze dell’ordine sa per certo che… è su candid camera!
Ma c’è un problema: la trasparenza selettiva. Difficile pensare che qualcuno non resti in una posizione di controllo.Tutte le informazioni passeranno attraverso una tecnologia sotto il controllo di un qualche livello governativo. Il piano del campo da gioco non sarà mai alla pari.
Se, per esempio, la polizia sta installando delle telecamere nelle stazioni di polizia, può far sì che alcune aree vengano lasciate scoperte… “casualmente”.
La situazione diventerebbe ancora più interessante pensando a un mondo in cui il progresso tecnologico consenta la sorveglianza privata su larga scala, in modo che ogni luogo in cui potrebbero accadere cose “rilevanti”, inclusa ogni stazione di polizia, possa ospitare “mosche spione” che svolazzano inosservate e guardano che succede per riferire poi tutto ai loro padroni. Probabilmente, nascerebbe un mercato privato delle info riservate: una società trasparente non voluta dalla politica ma dalla società.
L’informazione è spesso preziosa e può essere condivisa. Certo, i governi potrebbero cercare di limitare tale condivisione ma in un mondo a forte tecnologia spionistica la sua sarebbe una missione impossibile. Si può immaginare un futuro in cui la società trasparente di Brin non sia prodotta dalla politica  ma dalla sorveglianza privata. Un tale scenario sarà possibile solo se il produttore di info potrà rivenderle. Quindi un requisito fondamentale per una società trasparente generata privatamente è un mercato dell’informazione ben organizzato. La negoziabilità dell’informazione, come vedremo, presenta non pochi problemi.
Ma la trasparenza totale è anche pericolosa.
L’azzeramento della privacy è di fatto un ritorno al passato, quando si viveva tutti insieme. La privacy che la maggior parte di noi dà per scontata è in notevole misura una novità, un prodotto del reddito crescente negli ultimi secoli. In un mondo in cui molte persone condividevano una singola residenza, dove un letto alla locanda poteva essere condiviso da due o tre estranei, le abitudini erano molto diverse.
L’esempio delle isole Samoa. Lì molte famiglie condividono una casa singola – senza stanze appartate. La comunità è abbastanza piccola e i pettegolezzi insistenti. I bambini vengono addestrati presto a giocare in silenzio e gli adulti esprimono raramente ostilità.
In una piccola comunità il pettegolezzo è potente quanto internet oggi. Il bullismo esercitato con il bisbiglio è onnipresente e rappresenta la vera arma di controllo sociale.
In una società del genere si parlerebbe molto meno, il politically correct impererebbe, i caratteri meno conflittuali avrebbero più opportunità ma soprattutto si svilupperebbero lingue e codici esoterici, un po’ come fanno i genitori quando in presenza dei figli parlano una lingua straniera o un gergo comprendibile solo a loro.
La società della trasparenza sarebbe la società dell’ipocrisia all’ennesima potenza. Nella futura società trasparente di Brin, molti di noi diventeranno meno disposti a esprimere le loro opinioni sul capo, sui dipendenti, sull’ex moglie o sul marito. Le persone diventeranno meno espressive esibendo tratti caratteriali autistici, la conversazione  sarà blanda, poco interessante oppure criptica, poco comprensibile.
Ma perché molti di noi considerano la privacy un bene prezioso?
La privacy perfetta la ottengo pensando tra me e me, ma anche in quel caso è possibile immaginare violazioni. Se qualcuno inventasse un modo facile e accurato di leggere le menti, la privacy sarebbe radicalmente ridotta anche in assenza di mutazioni nei miei diritti legali.
Aumentare la privacy è un bene o un male?
La privacy ha dei chiari vantaggi. Il motivo per cui do valore alla mia privacy è semplice: le informazioni su di me nelle mani di persone sbagliate a volte permettono un guadagno a mie spese. Esempio, dei ladri potrebbero organizzare al meglio un furto in casa mia.
Se il ladro sa che mi assento, andrà a colpo sicuro. Certo, io potrei essere il ladro,  ma di solito il vantaggio netto della privacy resta poiché il derubato dà più valore alla refurtiva rispetto al ladro.
Ma le informazioni che mi riguardano nelle mani giuste potrebbero essere la mia fortuna, ad esempio le informazioni sulla mia specchiata onestà e competenza.  Ma la privacy, si noti, non impedisce che tali informazioni siano rese disponibili.
C’è un caso in cui però la privacy è un costo.
Uno dei rischi nella contrattazione di info è il collasso della contrattazione quando un venditore sovrastima il prezzo che un acquirente sarebbe disposto a pagare o un acquirente commette l’errore opposto. L’accordo salta e tutti stanno peggio di come potrebbero stare. Il problema è che non posso vendere un’informazione esponendola affinché il potenziale acquirente possa valutarla accuratamente, altrimenti l’avrei di fatto regalata prima ancora di venderla.
La privacy avvantaggia chi bluffa, e questo potrebbe rappresentare un costo. Per esempio, a causa dei sospetti infondati che ingenera, potrebbe non far chiudere contratti convenienti ad entrambe le parti. Il fatto è che un mercato del genere si riempirebbe di bluffatori, non solo, tutti saprebbero che è così. 
Conclusione: la privacy ci avvantaggia nel prevenire scambi involontari (furti) e ci svantaggia in quelli volontari(commercio).
E la politica? Il rapporto tra governo e cittadini è quasi sempre di natura “involontaria”. I governi si impegnano in transazioni involontarie su vastissima scala.
La privacy, in altri termini, consente al cittadino di proteggersi dal governo, è questa la sua funzione fondamentale. Così come posso proteggermi dai miei concittadini con serrature e antifurti, posso proteggermi dal governo preservando le informazioni che mi riguardano.
La privacy è come la libera circolazione delle armi: un modo per difendersi dagli abusi governativi.
Come giudicare questo scudo? Semplice: è buono se il governo è cattivo, è cattivo se il governo è buono. O meglio, se il governo è l’equivalente moderno del re filosofo di Platone, la privacy individuale rende semplicemente più difficile realizzare il bene. Se, d’altra parte, un governo è semplicemente una banda criminale particolarmente numerosa, ben coordinata e malintenzionata nei tuoi confronti, allora la privacy è un’arma preziosa di cui avvalersi.
Chi ama la privacy implicitamente giudica l’azione di governo. La privacy, per esempio, favorisce l’evasione fiscale.
Torniamo un attimo all’ipotesi di Brin. Difficile che il progetto di società trasparente proposto da Brin possa reggere con un Hitler al potere, ci sarà sempre asimmetria. Quando le SS si confrontano con un privato cittadino, sono le SS ad avere le pistole.
Ma ricordiamoci comunque che la “società trasparente” ipotizzata da Brin non è un “progetto”, nel suo libro la la privacy non è un’opzione: il governo – Di Maio o Hitler – se potrà violare la privacy, prima o poi lo farà (vedi l’accesso nei c/c personali). E’ solo per ristabilire la simmetria che si auspica l’avvento di una tecnologia altamente intrusiva e facilmente disponibile da tutti.
Problema: le info saranno disponibili per tutti ma saranno anche falsificabili. Esempio, prendiamo una causa di divorzio per tradimento. Mia moglie mi ha citato in giudizio perché intende divorziare imputandomi un tradimento. A sostegno della sua contestazione, presenta dei video presi da camere nascoste che mi mostrano in atteggiamenti intimi con donne diverse. Il mio avvocato chiede un rinvio per indagare sulle prove. Quando la corte si aggiorna, invia un video prodotto a mia difesa. Lì c’è mia moglie che se la spassa con con Humphrey Bogart, Napoleone e il giudice della causa in questione. Quando il silenzio è ristabilito in aula, il mio avvocato presenta al giudice l’indirizzo della ditta di effetti speciali che ha prodotto il file video.
L’unica soluzione è affidarsi sempre alla tecnologia. Ci sono modi di utilizzare la crittografia per ricostruire un’immagine firmandola digitalmente dimostrando così da garantire che quella sequenza è stata presa da quella telecamera in quel particolare momento.
Altro argomento correlato: senza privacy sarà molto difficile delinquere. O comunque sarà molto più semplice fare indagini. Ma soprattutto: le indagini potranno essere privatizzate. L’agenzia investigativa si farà consegnare tutti i files e ricostruirà la vicenda risalendo ai colpevoli.
Domanda: il diritto andrebbe quindi totalmente depenalizzato? Oggi abbiamo un codice civile e un codice penale, quest’ultimo, infatti, esiste poiché si ritiene che lo stato debba avere un ruolo prominente nelle indagini. Nel sistema penale odierno l’accusa è controllata e finanziata dallo stato. La legge penale, inoltre, offre una gamma di punizioni leggermente diversa.
Se nella società trasparente non ha più senso che lo stato abbia un ruolo nelle indagini, non ha più senso nemmeno la legge penale con il PM e il suo ufficio.
Un argomento contro la depenalizzazione è che molti reati sono difficili da punire. Una vittima potrebbe concludere che catturare e perseguire penalmente l’autore del reato costi più di quanto si riceverà in cambio, specialmente se l’autore del reato non dispone di risorse sufficienti a pagare poi i danni sostanziali. Alcune categorie di reato potrebbero rimanere sistematicamente sotto-punite e diffondersi. Ma nel mondo della trasparenza radicale una simile difficoltà si dissolverebbe. Ogni aggressione sarebbe registrata su nastro. Il crimine standard diventerebbe molto simile all’illecito standard. Il furto non differirebbe troppo dall’ incidente automobilistico, per esempio, dove (eccetto nel caso dei pirati stradali) l’identità del “colpevole” e molti dei fatti rilevanti sono informazioni pubbliche. Nella società di Brin, se qualcuno ruba la tua auto, controllerai la registrazione video per identificare il ladro, quindi farai causa chiedendo il risarcimento.
E’ un’idea radicale ma lo è solo per noi oggi: nella Gran Bretagna del ‘700, per esempio, le cose funzionavano esattamente così: mentre il sistema legale inglese distingueva tra illeciti e crimini, entrambi erano in pratica perseguiti privatamente, di solito dalla vittima. Le cose cambiarono poiché la società si estese diventando “anonima”, ma potrebbero di nuovo cambiare in seguito all’avvento della trasparenza radicale.
Ma l’ipotesi della società trasparente si scontra col fatto che mai come in questa epoca storica esiste una potenziale privacy telematica in grado di proteggerci da ogni spione: la possibilità di criptare i messaggi li rende completamente inaccessibili a tutti, anche alla NASA. Sono due mondi che collidono: massima privacy nella comunicazione telematica, massima trasparenza nella vita reale.
Chi vince?
A prima vista la trasparenza della realtà sembrerebbe vincente. Non serve a nulla una sofisticata crittografia se una zanzara-con-telecamerina-incorporata svolazza nella mia stanza registrando quello che scrivo sulla tastiera. La privacy in una società trasparente richiede un modo per proteggere l’interfaccia tra il mio corpo nello spazio reale e il cyberspazio.
Si possono immaginare sia soluzioni a bassa tecnologia che ad alta tecnologia. Una soluzione low-tech è quella di digitare sotto un cappuccio. Una soluzione high-tech consiste nel collegare la mente e la macchina in modo che possano comunicare senza produrre eventi esterni.
Le conversazioni faccia a faccia, per sfuggire all’intercettazione, dovranno far ricorso a tecnologia wireless con microfoni in gola e ricettori nelle orecchie.
Probabilmente, potremo ancora assoldare un killer in modo sicuro ma altrettanto probabilmente non lo troveremo mai poiché lui non potrà mai agire impunemente.
Lettura consigliata: The Transparent Society: Will Technology Force Us To Choose Between Privacy And Freedom?, di David Brin.
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IL MONDO DELLA FAMIGLIA

IL MONDO DELLA FAMIGLIA

Ogni giorno passiamo di continuo attraverso tre mondi:

1) Mondo della Massa.

2) Mondo dell’ Amicizia.

3) Mondo della Famiglia.

Il primo Mondo è dominato dall’anonimia, non proprio l’ideale per uno sviluppo armonioso della nostra personalità.

Il secondo Mondo e dominato dalla legge dell’ Amicizia: gli amici che scegliamo hanno più amici di noi. Cio’ implica che l’attenzione altrui sia un bene raro, il che innesca comportamenti esibizionisti ed estremi (opinioni radicali, alcol, droghe, sesso…). Il web, tanto per dire, è strutturato sul paradigma dell’amicizia. Non proprio l’ideale per uno sviluppo armonioso della nostra personalità.

I MISTERI DEL LAVORO

I MISTERI DEL LAVORO

Perché esiste un congedo parentale retribuito? Come mai un fringe benefit viene imposto per legge anziché lasciarlo alla contrattazione? Non potremmo abolirlo?
Chissà se levarlo di mezzo rafforzerebbe o indebolirebbe le famiglie.
Possibile risposta: l'informazione asimmetrica è un fallimento del mercato. La paura della discriminazione delle assunzioni crea uno squilibrio di informazioni quando si tratta di negoziare il risarcimento.
Repliche:
1) questa ignoranza non è diversa dal fatto che non sappiamo quali impiegati si ammaleranno di più o avranno incidenti o si dimetteranno o saranno poco produttivi.
2) L’imprenditore, al fine di attirare i migliori dipendenti al minor costo possibile, avrà forti incentivi ad offrire il fringe benefit se pensa che sarà vantaggioso.

3) Non capisco perché, se sei una donna di 30 anni, non puoi chiedere il fringe benefit per paura di essere sorpassata da un uomo. Perché un datore di lavoro non dovrebbe offrire questo vantaggio compensandolo nella retribuzione o con altri fringe?

https://cafehayek.com/2019/04/open-letter-to-angela-rachidi.html

giovedì 4 aprile 2019

SIAMO PIU’ RICCHI O PIU’ POVERI?


Dipende dal deflattore che adotti.
Mi spiego meglio: il tuo reddito potrebbe essere aumentato, ma se è aumentata anche l’inflazione potresti essere più povero.
C’è anche il problema della tecnologia: i computer potrebbero anche costare come ieri ma oggi sono più belli e funzionali. A parità di reddito saremmo più ricchi. In questo senso la rivoluzione più notevole non sono tanto i pc ma i programmi ora a disposizione.
Il deflattore più usato (X) confronta un pacchetto di beni pesandolo ai prezzi attuali. Esempio: qual è il valore delle arance consumate nel 1990 ai prezzi attuali? E qual è il valore di quella stessa quantità ai prezzi attuali? Se il valore è il medesimo il deflattore è neutrale (pari a 1).
Ma si possono usare anche i prezzi del 1990 per confrontare due beni (deflattore Y).
Con il deflattore Y la nostra ricchezza è esplosa rispetto al 1990. Perché?
Esempio: quante ore di video guardiamo oggi? Beh, con You Tube praticamente gratuita una quantità spropositata. E quanto costava un’ora di video nel 1990? Dobbiamo guardare al costo del noleggio delle cassette, oppure al prezzo orario della sala cinematografica. Vogliamo dire 2.5 euro? Bene, moltiplica 2.5 con le ore di video consumate oggi e otterrai una valanga di miliardi di euro. Ripeto, la nostra ricchezza è esplosa. Con Google l’esplosione è ancora più macroscopica. Quante ricerche fai oggi su Google? E quanto ti sarebbero costate nel 1990? Bè, avrei dovuto affittare un omino che girasse tutte le biblioteche d’italia per mio conto, non solo, molto spesso avrebbe dovuto recarsi spesso negli USA presso le università e richiedere le ricerche prodotte in quelle sedi per poi portarmele a casa. Diciamo che il valore ai prezzi del 1990 delle nostre ricerche Goggle è una valangata di miliardi. Se ce lo possiamo permettere è perché, evidentemente, la nostra ricchezza è esplosa rispetto al 1990.
Insomma: deflattore X (stagnazione) o deflattore Y (esplosione)?

Io farei una media: siamo molto più ricchi rispetto al 1990, anche se il nostro reddito non è aumentato affatto.

https://www.econlib.org/paasche-prosperity/

L’inflazione vien di notte… SAGGIO


L’inflazione vien di notte…


Cara nonna,
visto che mi hai sempre messo in guardia dalle catene di sant’Antonio, penso che tu non abbia problemi a comprendere perché il debito pubblico possa costituire un pericolo (cosa che non sembrano capire nemmeno molti economisti). Ma partiamo dall’inizio.
Negli anni settanta, ricordi,  ho partecipato con mia sorella alla  “catena delle cartoline”: un nostro amico intraprendente ci aveva scritto mandandoci  un elenco di indirizzi e invitandoci a spedire una cartolina al primo nome riportato in elenco, nonché una lettera identica alla sua ad altri amici, modificando l’elenco fornito con l’eliminazione del primo nome e la collocazione del nostro in fondo. Se tutto fosse andato per il verso giusto avremmo ricevuto entro pochi mesi “centinaia di cartoline da tutta Italia”. Tu eri scettica e scuotevi la testa, capivi che in queste genere di affari il “verso giusto” raramente viene imboccato. Avevi ragione, cara nonna, di cartoline ne arrivarono ben poche perché la “catena” si era fatalmente spezzata dopo pochi giri. Pazienza, in fondo erano solo cartoline.
Più tardi, ricordo l’avvento tonitruante del “get money”, che funzionava appunto con tessere da vendere a 10000 lire l’una. Ne comprai una ma, ovviamente, fu un fiasco. Erano proprio gli anni 80. Feci tutto di nascosto, tanto sapevo bene che mi avresti condannato senz’appello: “quella roba è fatta per spillare soldi ai gonzi, è tutto un imbroglio!”. Avevi ragione, fortunatamente i miei danni furono contenuti.
Eppure mia madre partecipò ad una di queste catene di sant’Antonio negli anni ’60. Dice di aver guadagnato diversi soldi e con quei soldi si essersi fatta il set di pentole. Mah. Tu non c’hai mai creduto, lo so. Le consideri leggende famigliari.
Più tardi la mia insaziabile avidità fu tentata dalla catena   “dell’aeroplano”: entravi con una quota in qualità di “passeggero”, poi, se inoltravi due quote, diventavi “steward” e via via risalivi la piramide fino al grado di primo pilota. Ogni primo pilota incassava un milioncino offrendo la cena a tutti (e ti credo!). E così via. Ricordo una mia amica che mi proponeva con insistenza di partecipare, visto che era già avanti con la catena, ma, memore della tua maledizione, declinai l’invito. E feci bene! Lei ci rimise non poco.
Alcuni amici di recente sono incappati in una catena chiamata “Carpe diem” in cui si doveva vendere un tot di quote di multiproprietà per diventare a propria volta proprietari di villette al mare. Personalmente sono fuggito a gambe levate. E, per quel che ho saputo, feci ancora strabene. Grazie nonna!
***
Ma c’è una catena, cara nonna, dalla quale nessuno di noi, né io né te, può fuggire: quella del debito pubblico italiano.
Perché faccio questo ardito parallelo? In fondo con il debito pubblico abbiamo fatto tante belle cose nel nostro paese. Sia io che te ne abbiamo beneficiato. Quando ne senti parlare al telegiornale non scagli la consueta maledizione che di solito riservi alle comuni “catene”. Dove puo’ annidarsi la parentela tra il diavolo e l’acqua santa? In fondo, anche le diaboliche catene hanno fatto del bene (ai primi partecipanti), il che dovrebbe insospettirci. Ma vediamo meglio.
Prima di tutto, occorre farsi un’idea di cosa sia la finanza.
Primo: i debiti sono strumenti finanziare e gli strumenti finanziari sono promesse. Le promesse sono l’architrave su cui si regge la finanza.
Quando uso i soldi, sto usando una promessa costruita socialmente: c’è tra noi una convinzione auto-rinforzante che la figurina di un personaggio famoso defunto (banconota) che ti ho dato in cambio di un biscotto può a sua volta essere utilizzata da te per ricomprarti il biscotto che hai venduto a me.
Quando scambiamo biscotti con biscotti, si chiama baratto.  Nessuna economia altamente sviluppata può funzionare con il baratto.
Quando scambiamo biscotti con  promesse, si chiama attività economica. Gli statistici governativi cercano di catalogare e ordinare questi scambi in modo da ricavarne il famoso PIL.
Quando scambiamo le promesse per altre promesse, si chiamafinanza.
Capito nonna cos’è la finanza?
Quello che voglio dire: tutti gli strumenti finanziari sono una costruzione sociale.  Accetto  uno strumento finanziario in pagamento solo perché credo che in futuro lo potrò trasformare in biscotti. Ce lo siamo promessi in società e io mi fido.
Supponiamo che la settimana prossima il nostro pianeta impatterà un asteroide e la sua sorte è segnata. A quel punto, mi piacerebbe godermi un’ultima avventura spendendo tutte le mie risorse finanziarie, ma non sarei in grado di farlo perché nessuno accetterebbe più promesse. Non possono esistere promesse in assenza di futuro. Di conseguenza, tutti gli strumenti finanziari, compresi i soldi, sarebbero inutili. In breve, con lo scenario dell’ asteroide, torneremmo al baratto. Tu nonna, avendo vissuto la guerra, forse sai cos’è il baratto.
Le catene collassano puntualmente di colpo, da un giorno all’altro, da un’ora all’altra, da un secondo all’altro. Esplodono impattando contro un asteroide. Ogni catena ha il suo asteroide, anche se quasi sempre non è un asteroide vero e proprio. L’asteroide fa crollare la fiducia nel futuro e la mancanza di fiducia è contagiosa: in un lampo si diffonde ovunque. Lavora di nette, ti svegli e sei in un altro mondo.
Supponiamo che io  faccia alcune promesse personali in cambio di denaro. Le faccio ad Ahmed e a Barbara. Prendo i loro soldi e li uso per me. Ora, supponiamo che io non possa mantenere le mie promesse. Quando Ahmed e Barbara vengono chiedendomi di onorarle io prendo tempo, chiedo di poterle rinnovare rendendole ancora più appetitose.  Questo fatto rende contento Ahmed, quanto a Barbara la placo dandole i soldi ottenuti da Carlo in cambio di una promessa impegnativa. Nel frattempo faccio altre promesse ad Alberto e Denise prendendomi i loro soldi.
Ecco, posso continuare ad agire così finché trovo nuove persone disposte ad accettare le mie promesse. Questa dinamica è nota nel mondo della finanza come schema di Ponzi, una cosa destinata a crollare con fragore non appena si riducono le persone disposte ad accettare le mie promesse.
Il crollo di uno schema di Ponzi è necessariamente improvviso e imprevedibile. Se tutti avessero capito che dietro a quel debito c’era uno schema Ponzi, allora nessuno avrebbe accettato le mie promesse, lo schema può procedere solo fintantoché posso attingere a persone inconsapevoli, oppureconsapevoli che le altre sono inconsapevoli.
Quando il tran tran della finanza è regolare, le promesse di solito vengono onorate. A volte capita qualche intoppo, come il fallimento di un’impresa, qualcuno ci rimette ma non è la fine del mondo. Tuttavia, a volte la finanza degenera in uno schema Ponzi, come nel caso di Bernie Madoff che ha cominciato a rimborsare i vecchi clienti con i soldi ricevuti dai nuovi. Un po’ come fa il governo.
Sì perché, cara nonna, il governo è specialista in promesse; si puo’ dire che il mestiere del politico consista nel fare promesse; più promesse, più biscotti. Le promesse fatte con gli interessi si chiamano titoli di stato, quelle fatte a interesse zero si chiamano soldi.
Alcune promesse molto importanti che il governo fa sono incorporate nei cosiddetti “diritti acquisiti”. Non è possibile avere una promessa scritta per chi andrà in pensione, ma quando è il tuo turno t’incazzi se la promessa non viene mantenuta, e soprattutto potrai contare sull’appoggio di una delle lobby più potenti del mondo, quella del sindacato pensionati, qualcosa che nessun politico oserebbe sfidare tagliandoti i benefici.
Se il governo è in grado di mantenere tutte le sue promesse, allora è impegnato nella finanza ordinaria. Se non è in grado di soddisfare le sue promesse, la finanza pubblica non fallisce semplicemente come farebbe un’attività economica, ma degenera e collassa in uno schema Ponzi che tira giù l’intera civiltà di un paese.
Come siamo messi ora? Le opinioni differiscono. La maggior parte di noi si comporta facendo finta di nulla, ovvero dando fiducia al governo, anche se alcune analisi suggeriscono il contrario. In fondo l’inflazione – ovvero lo scricchiolio che ci avverte che sta venendo giù la casa – è ancora bassa.
Il crollo dello schema Ponzi comporterà una perdita di fiducia negli strumenti finanziari emessi dal governo. Ciò includerebbe una perdita di fiducia nel valore futuro del denaro. Proprio come nello scenario degli asteroidi, le persone cercherebbero di sbarazzarsi dei soldi il più velocemente possibile (una promessa non vale nulla in assenza di futuro). I paesi che hanno sperimentato l’iperinflazione illustrano bene il punto. L’iperinflazione si traduce in un collasso nell’ordinaria attività economica e le persone tornano di fatto al baratto. Certi discorsi di Di Maio, lo ammetto, mi fanno venire in mente l’asteroide.
Come abbiamo visto, la sfiducia è contagiosa, si diffonde in un lampo. Quando il virus parte, ci mette un nano-secondo a contagiare tutti, specie se il mondo è iper-connesso come oggi. Uno va a letto la notte dicendosi “ma sì, l’inflazione è ancora bassa!” e si sveglia con l’iperinflazione che ha azzerato i suoi risparmi. E’ un collasso di civiltà, come dicevo. L’inflazione vien di notte (e parte come le valanghe: da un fiocco di neve che cade di traverso).
Nonna, sono sicuro che hai capito. Posso fidarmi?

https://medium.com/@arnoldkling/modern-ponzi-theory-bb094872e2dc
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mercoledì 3 aprile 2019

La latitanza delle economiste SAGGIO


La latitanza delle economiste


IL PROBLEMA. Non vi è consenso sulla penuria di donne economiste. Anche dopo l’ aggiustamento con fattori che rappresentano il background familiare e la produttività, una parte considerevole del divario tra economiste ed economisti rimane inspiegabile.
TESI. Qui mi concentro sulla possibilità che la bassa rappresentazione delle donne in economia sia parzialmente dovuta a differenze genetiche tra i sessi in grado di influenzare gusti e abilità.
CRUCIALE LA VARIANZA. Soprattutto in un campo come quello del mondo accademico, dove essenzialmente tutti i lavoratori presentano abilità ben sopra la media, è probabile che le varianze intorno all’abilità media pesino.
LETTERATURA SCIENTIFICA. Fortunatamente gli studi sulla varianza nelle ablità cognitive separate per sesso abbondano. Tanto per dare qualche riferimento: Munger (2007), Allen e Gorski (2002), Zup e Forger (2002), Pinker (2002), e in particolare Hyde (2005) e Cahill (2006); la più importante confutazione delle opinioni espresse da questi autori è Spelke (2005). La bibliografia dettagliata disponibile su richiesta.
I FATTORI RILEVANTI PER LA CONTROVERSIA. Sono parecchi i fattori che spingono a enfatizzare la componente genetica. Ci sono considerazioni che riguardano le analogie con altri mammiferi. Ci sono gli studi sulle differenze registrate nella prima infanzia. C’è l’impatto documentato degli ormoni sessuali sulla struttura cerebrale maschile e femminile. Infine ci sono i numerosi test che confermano ripetutamente, spesso a parità di media, le varianze più elevate in certe abilità cognitive (specialmente nelle abilità matematiche) da parte maschile, indicano così la possibilità reale che uomini e donne differiscano geneticamente in un modo che puo’ plausibilmente riflettersi sulla carriera accademica in certe materie.
Evoluzione come ragione per una credenza a priori
ADATTAMENTO DIVERSO PER UOMO E DONNA. La sopravvivenza del più adatto – il concetto per cui la selezione naturale filtra il patrimonio genetico più adatto al contesto – è al centro della moderna teoria dell’evoluzione ed è difficile immaginare che gli uomini e le donne abbiano affrontato circostanze identiche nel corso dei millenni. Ovviamente, uomini e donne hanno affrontato sfide sistematicamente diverse che si riflettono nella loro biologia. Se solo si pensa al fatto che una donna puo’ avere al massimo una ventina di figli mentre un uomo ben oltre il migliaio, si capisce bene come i problemi che i due sessi affrontano per massimizzare il passaggio dei loro geni siano molto diversi.

IL DILEMMA DELL’ACCADEMICA. In effetti, quando un economista come Brad DeLong (2005) espone in modo neutrale il terribile dilemma che affligge le economiste nel mondo accademico, espone involontariamente anche un dilemma evolutivo. Il processo di scalata verso l’alto della professione è strutturato come un torneo in cui i premi maggiori vanno ai più intelligenti che sono disposti a concentrare i loro sacrifici tra i 25 e i 30 anni. Data la nostra società (e la nostra biologia), un uomo può partecipare a questo torneo senza precludersi molte possibilità di vita [gode di una flessibile sostituibilità intertemporale della paternità]. E’ evidente a tutti che una donna ha molti più problemi.
IL RISCHIO È MASCHIO. Considerato il diverso potenziale di filiazione, gli uomini si trovano così di fronte ad un maggiore guadagno atteso che consente loro di correre grossi rischi nella giovinezza. La cosa è confermata empiricamente: gli uomini hanno maggiori probabilità di intraprendere comportamenti rischiosi rispetto alle donne. Per gli uomini (e per i loro geni), c’è quasi sempre “un altro giorno”, e in ogni caso se l’impresa va in porto il guadagno è stratosferico. Per le donne, il trade-off è molto più crudele.
DIFFERENZE NEL GENOMA. David Page: uomini e donne differiscono dall’1 al 2 per cento nel loro genoma, che è la stessa differenza tra un uomo e uno scimpanzé maschio o tra una donna e uno scimpanzé femmina. Tutti noi recitiamo il mantra che siamo identici al 99 per cento e questo ci conforta da un punto di vista politico, ma la realtà è che la differenza genetica tra maschi e femmine “nanifica” tutte le altre differenze presenti nel genoma umano. Questo, all’incirca, è Page citato da Wade 2003.

Anatomia del cervello e differenze sessuali
ORMONI. Le scoperte di Allen e Gorski (2002) sembrano riassumere bene il consenso odierno sugli ormoni: “Per quanto riguarda i mammiferi, alti livelli di ormoni sessuali, siano essi secreti dai testicoli o somministrati da uno scienziato, determinano un peculiare sviluppo del cervello maschile”.
ORMONI E PERFORMANCE. Halpern (2000): “Esistono parecchi studi in cui il testosterone basso per i maschi e l’alto testosterone per le femmine sono associati a prestazioni con meno divari su diversi test spaziali”. Kimura (1999) conclude che “il livello” ottimale “di Testosterone, per affrontare prove legate alla capacità spaziale” è quello associato al maschio tipico con livelli medio/bassi”. Infine, quando uomini anziani e donne anziane hanno ricevuto una terapia ormonale sostitutiva, o quando le persone ricevono la terapia ormonale come parte di un’operazione di cambio di sesso, i “cambiamenti cognitivi attesi si sono puntualmente verificati” (Kimura 1999).
ECONOMISTI E ABILITÀ SPAZIALE. Gli economisti fanno abbondante uso nel loro ragionamento geometrico e topologico delle “abilità spaziali”, quindi queste differenze possono aiutare a spiegare perché la frazione di economiste è così esigua (fino a un 50% in meno).
DIMORFISMI. Il dimorfismo sessuale meglio documentato nei mammiferi si presenta nella zona pre-ottica dell’ipotalamo, situata proprio di fronte al tronco encefalico. Questa parte è circa il doppio nei maschi umani rispetto alle femmine – una differenza visibile ad occhio nudo – e riguarda una parte pesantemente coinvolta nei comportamenti legati alla riproduzione.
HIPPOCAMPUS. Anche l’ippocampo, un sito legato alla memoria e all’organizzazione spaziale, differisce tra i sessi (Cahill 2006); è più grande nelle femmine umane se normalizzato con le dimensioni del cervello, una scoperta relativamente recente. La scoperta non sorprende dal momento che le donne generalmente prevalgono nei test legati alla memoria pura e a quella  spaziale.
ROTAZIONE E MEMORIA SPAZIALE. Quindi, mentre le donne di solito si comportano peggio nelle attività di rotazione spaziale, come ad esempio la valutazione del profilo della lettera “F” quando ruota su tre dimensioni, adempiono meglio i compiti di memoria spaziale, come nel caso in cui si tratta di dover rintracciare le chiavi perse nella macchina (o il burro in frigo).
PESO DEL CERVELLO. Il cervello degli uomini pesa circa il 15 percento in più rispetto a quello delle donne.
DIMENSIONI DEL CERVELLO E IQ. Le scansioni MRI  indicano che all’interno di un determinato sesso esiste una correlazione positiva tra dimensione del cervello e punteggio QI (sono comuni correlazioni pari a 0,3/0,4), vi sono solo prove deboli che uomini e donne differiscano in media sull’intelligenza generale.
DONNE CON EMISFERI PIÙ CONNESSI. Nella letteratura neuroscientifica, si osserva comunemente che il cervello delle donne è “più equilibrato” o “meglio collegato” nei sui due emisferi.
ORMONI E CERVELLO. L’impatto degli ormoni sullo sviluppo cerebrale del feto sono abbastanza chiari e in letteratura c’è poco dibattito sul fatto che alcune differenze strutturali tra il cervello maschile e quello femminile siano dovute alla diversa esposizione ormonale.
PROBLEM SOLVING. Le scansioni MRI mostrano che i cervelli maschili e femminili utilizzano costantemente diverse strutture per risolvere lo stesso tipo di problemi: “ogni volta che esegui una risonanza magnetica mentre la “cavia” è sottoposta a un test cognitivo qualsiasi,  parti diverse del cervello si accendono a seconda che sia uomo o donna”, afferma Florence Haseltine.
I punteggi dei test come indicatore di abilità mentale
VARIANZA NEI PUNTEGGI DEI TEST. Un’osservazione comune è che gli uomini hanno una maggiore variabilità di prestazione rispetto alle donne. Halpern (2000). È stato riscontrato che i maschi sono più “variabili” delle femmine in generale,  in particolare nel ragionamento meccanico, ma anche nelle quantificazioni, nell’ abilità di visualizzazione spaziale e topologica. Le elevate differenze nei test matematici sono  le più rilevanti: sul SAT-Math, Feingold ha trovato che le varianze maschili superavano del 20-25% quelle femminili, mentre nei punteggi SAT-Verbal, le varianze maschili erano più alte del 5%.
ECONOMIA E MATEMATICA. E’ opportuno concentrarsi su quell’ abilità che probabilmente è più rilevante per la professione economica attualmente esistente: l’abilità matematiche. Jonung e Ståhlberg, per esempio, affermano nel loro lavoro: “troviamo l’economia più vicina alla matematica che alle altre scienze sociali”.
DIFFERENZE IN MATEMATICA. L’usuale stereotipo tratto dalla letteratura psicologica è che gli uomini sono più dotati delle donne nelle abilità matematiche e visuli-spaziali, specialmente nella parte superiore della distribuzione statistica. I caveat cruciali a questa generalizzazione sono che le donne sono costantemente migliori (in media) nell’aritmetica e nella computazione.
CONTABILITÀ. Il fatto che le donne siano più brave nel mero calcolo è particolarmente intrigante alla luce dei recenti cambiamenti nella professione contabile: in un campo che era precedentemente dominato dagli uomini, più della metà di tutti i titoli di studio sono ora ora conferiti alle donne (Koretz 1997, Briggs 2007).
MATEMATICA: ATTITUDINE E AVANZAMENTO. Secondo Kimura (1999) i ragazzi fanno meglio nei test attitudinali di matematica (con la solita eccezione nell’abilità contabile), mentre le ragazze fanno meglio nei compiti di matematica durante l’anno. Una distinzione molto interessante. Precisazione di Kimura: poiché la matematica è in questi casi insegnata dalla stessa persona, è improbabile che fattori legati all’insegnamento spieghino molto. Neanche altri fattori più connessi con la “socializzazione”, come il pregiudizio di genere, oppure l’ansia della matematica o l’aspettativa dei genitori e così via, spiegano adeguatamente le profonde differenze.
FORSE IL FRAMINGGli psicologi hanno effettivamente considerato la possibilità che i test approntati siano di parte: hanno fatto di tutto per formulare quesiti in modo da agevolare la comprensione femminile (ad esempio, “Marta sta facendo biscotti quadrati”, Kimura, 1999) ma i maschi continuano a prevalere.
L’INDIZIO DEI DISORDINI MENTALI. AUTISMO. Una fonte di indizi probanti sulle differenze cognitive tra uomo e donna sono i disturbi neurologici. Molti di questi disturbi sono più comuni tra gli uomini che tra le donne; quello che merita particolare attenzione è l’autismo. Simon BaronCohen e i suoi coautori (2004, 2005) hanno teorizzato che l’autismo può essere ben descritto come una forma di “mente mascolinizzata all’estremo”.
META-STUDI SUI CARATTERI. Un’altra fonte informativa sono i meta-studi (sintesi della produzione scientifica su un certo tema). In una rivista di meta-studi intitolata “L’ipotesi gender”, Hyde (2005) ha raccolto dozzine di meta-studi sulle differenze di genere nelle abilità cognitive e nei tratti della personalità. Ha scoperto che nei test legati alla rotazione tridimensionale, alla visualizzazione spaziale e alla percezione spaziale, i maschi performano costantemente meglio delle femmine, con una stima media di deviazione standard pari a 0,44 al di sopra dell’altro sesso. Il predominio femminile nei test di fluidità verbale, lingua e ortografia sono dello stesso ordine di grandezza. I maschi sono molto più aggressivi delle femmine, e le femmine sono più empatiche e (importante, a mio avviso) più coscienziose per una media di deviazione standard pari a 0,2 punti. Il vantaggio femminile nella coscienziosità è probabilmente di importanza primaria, in particolare nel mondo accademico, dove i docenti di ruolo godono di molta autonomia e possibilità di impostare il loro programma.
QUANTIFICARE LA DIFFERENZA. Se gli uomini hanno effettivamente un vantaggio nella capacità spaziale – un vantaggio, basandosi su Hyde (2005), che aumenta la loro deviazione standard media di 0.5 punti rispetto a quella femminile – e anche assumendo che uomini e donne abbiano la stessa capacità media su queste abilità, allora, a due punti di deviazione standard sopra la media femminile,  il rapporto uomini/donne sarà di 2.4/1; a tre punti sarà di 4/1; a quattro punti di 6.5/1. Insomma, più ci muoviamo verso l’eccellenza, più le sproporzioni si acuiscono (Deary 2003).
Conclusione
POLICY INUTILI. Nell’attuale comprensione scientifica, le differenze maschio-femmina sulle abilità matematiche sembrano persistere anche in presenza di interventi sociali nella didattica, come per esempio i metodi di insegnamento neutrali rispetto al genere. La cosa rappresenta un robusto indizio sulla natura biologica alla base di certe differenze nella varianza.
UNICA VIA: DEVE CAMBIARE LA MATERIA. PIU’ STORIA, MENO ANALISI. Resta comunque una via: l’economia potrebbe cambiare se stessa in modo da valorizzare le competenze più congegnali alle donne. Un’economia più “letteraria” e storica, più orientata all’esposizione narrativa e al lavoro di archivio coscienzioso, sarebbe un’economia in grado di creare più opportunità di lavoro per le donne.
Lettura consigliata: What is the Right Number of Women? Hints and Puzzles from Cognitive Ability Research, di Garett Jones
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INQUINAMENTO IN DISCOTECA

INQUINAMENTO IN DISCOTECA
Quando ero giovane, in discoteca si organizzavano delle feste penose in cui alcune persone non bevevano affatto e, meno sorprendentemente, la maggior parte della gente si ammazzava con l’alcol. Questo perché c'erano solo due tipi di biglietti all’ingresso: i biglietti "alcolici", che consentivano un numero illimitato di bevute, e quelli “astemi”, che costavano meno della metà e ti consentivano di bere giusto un succo d'arancia rancido e stare in un angolo mentre i bevitori diventavano sempre più fastidiosi. Girare rilassati con un paio di birre era costosissimo.
Come si sarebbe potuto migliorare la situazione? Tre proposte:
(a) Aumentando il costo del biglietto alcolico?,
(b) Mettendo a disposizione un succo d'arancia migliore?
(c) Non facendo pagare all’ingresso e addebitando le bevute?
Lo stesso problema si pone oggi con le auto, il traffico e l’inquinamento. Al momento stiamo facendo pagare un salato biglietto d’ingresso a chi vuole diventare automobilista (tassa di possesso, eccetara). Come migliorare la festa?
(a) Aumentando il biglietto d’ingresso (tassa di possesso) per macchine inquinanti?
(b) Fornendo un "succo d'arancia" migliore (più autobus, treni migliori, piste ciclabili, attraversamenti pedonali)?

(c) Rottamando la quota iniziale (tassa di possesso) e addebitando i singoli viaggi fatti?

L’OVVIO DEL TABU’

L’OVVIO DEL TABU’

G.K. Chesterton: “Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”.
Lo si sente ripetere spesso ripetere nel corso delle “guerre culturali”, specie da chi pensa di difendere l’ovvio.
Senonché, c’è una differenza tra ovvietà e tabù. Sia l’ovvietà che il tabù sono osservati da tutti ma mentre l’ovvietà è osservata perché chiaramente vera, il tabù è osservato perché nessuno lo viola.
Ma cos’è un tabù?
Nella sostanza il tabù è un coordinamento. Il gruppo che sostiene X si coordina per colpire duramente la prima persona che dice non-X. In questo modo nessuno sosterrà non-X perché sarà colpito duramente, questo a prescindere dal fatto che magari sono in molti, magari nel loro intimo, a pensare non-X. Oppure sarà un bambino non imputabile a sostenere non-X, come nel caso de i Vestiti dell’Imperatore.
A volte, però, chi pensa non-X riesce a coordinarsi rompendo il tabù, dopodiché sfrutta il coordinamento che ha realizzato per imporre i suoi tabù.

L'indignazione, per esempio è un modo di schierarsi e al contempo di far leva sul tabù. Schierandomi in modo chiassoso e fastidioso, chi mi vede sa che se lo farà in senso contrario al mio andrà incontro a fastidi.

Esempio: fino a qualche decennio fa era tabù parlare dei diritti dei gay, ora è tabù pronunciarsi contro i diritti dei gay. Il tabù è stato ribaltato (le ovvietà non si ribaltano). Fino a qualche anno fa era tabù mettere in dubbio le differenze tra uomo e donna, oggi è tabù sottolinearne. Oggi è tabù parlare di eugenetica ma il 40% della popolazione, se interrogata in modo anonimo, è favorevole a prendere misure eugenetiche per impedire ai criminali poveri di fare figli.

https://slatestarcodex.com/2019/04/02/social-censorship-the-first-offender-model/

martedì 2 aprile 2019

link fonti rinnovabili

https://www.facebook.com/bjornlomborg/videos/vb.146605843967/391717398051053/?type=2&theater

IL SEGRETO DI SALVINI

IL SEGRETO DI SALVINI
Avete presente la distinzione tra informazione e cultura?
Internet ci offre la capacità tecnologica di trasmettere informazioni senza soluzione di continuità a qualsiasi distanza.
La cultura proviene invece sia da fonti vicine che lontane, ma l’importanza delle interazioni faccia a faccia significa che una grande parte della cultura è intrinsecamente locale.

L’ascesa di Matteo Salvini forse si deve al fatto che si muove bene in entrambi i mondi, vale a dire che si pone come ruspante con atteggiamenti idiomatici da arci-italiano, e inoltre è brillante nei suoi usi politici di Twitter.

DUE TIPICHE CONVERSAZIONI

DUE TIPICHE CONVERSAZIONI
1.
Socialista: una società socialista sarebbe più giusta e più prospera di una società capitalista.
Capitalista: davvero? Che mi dici del Venezuela? O di Cuba? O della Corea del Nord?
Socialista: no, no, quelle non sono vere società socialiste. Il tipo di socialismo che ho in mente non è stato ancora provato. Ma credimi. Sarà fantastico.
Capitalista: (alza gli occhi al cielo).
2.
Capitalista: il capitalismo distrugge i privilegi e garantisce a tutti una certa ricchezza.
Socialista: Davvero? E che mi dici di MPS? E del ponte Morandi? O degli albi professionali? O delle licenze dei tassisti? O delle sovvenzioni all’agricoltura?
Capitalismo: no, no, questo tipo di politiche sono incompatibili con il capitalismo. Il fatto che esista roba del genere significa che la nostra società non è realmente capitalista. Il vero capitalismo ci è ancora sconosciuto.
Socialista (alza gli occhi al cielo).
***

Come se ne esce?

1 guarda alla realtà
2 perché la società funzioni è necessario un fattore umano. Capisci perché nel terzo mondo ricette infallibili non funzionano?

https://bleedingheartlibertarians.com/2019/04/is-crony-capitalism-inevitable/