martedì 4 novembre 2025

teologia ludica

 TEOLOGIA LUDICA

Dio ha creato il mondo, ma avrebbe potuto fare qualcos’altro di altrettanto buono. Il mondo è quindi contingente... oppure no? Forse no, poiché il mondo è una “cosa buona” e Dio non ha un bilancio energetico da far quadrare: egli crea tutto, da ciò che è “estremamente buono” a ciò che è “appena buono”. Se vale la pena di creare qualcosa, lui la creerà. Ma se il mondo è buono Dio ha necessariamente creato infiniti mondi: non c’è ragione per cui si sia arrestato al primo. In altri termini, Dio ha creato un mondo infinito nel tempo e nello spazio. Pensare a questo mi dà il capogiro: un mondo infinito nel tempo, ad esempio, dissolve la mia identità, poiché implica un’infinità di Riccardi Mariani, e io non so più bene chi sono. Per fermare questa trottola impazzita c’è una sola idea cui aggrapparsi: tra noi e Dio esiste una relazione simile a quella che esiste tra noi e il personaggio di un videogioco. Noi - oppure i programmatori del videogioco - dominiamo quest’ultimo in tutto e per tutto, eppure sappiamo bene di non essere né onnipotenti, né onniscienti, né perfetti. Un Dio molto molto molto potente ma non onnipotente risolve tutto. A questo punto, non solo tutto torna a “misura d’uomo”, ma possiamo anche attribuire un’interpretazione più credibile (cioè meno metaforica) all’Antico Testamento e sciogliere alcuni enigmi cosmici, come il paradosso di Fermi: dove sono tutti? Semplice — sono sopra di noi e hanno creato la nostra simulazione, che, grazie alla sua stabilità, non ha nulla da invidiare alla realtà.