L’immigrazione non diluisce l’individualismo, lo rafforza. Quando vivi accanto a chi è diverso, impari a difendere confini personali, diritti astratti, regole impersonali. Il multiculturalismo non produce “comunità”, produce individui. La paura conservatrice dell’erosione dei valori occidentali sembra empiricamente sbagliata.
mercoledì 17 dicembre 2025
PIÙ MERCATO, MENO SANGUE.
lunedì 15 dicembre 2025
IL "MONDO MIGLIORE" E' UNA STRONZATA E I BIAS LO STESSO
IL "MONDO MIGLIORE" E' UNA STRONZATA
La maggior parte dei "bias" cognitivi non sono veri e propri bias: sono strategie ed euristiche intelligenti (date un'occhiata al libro di Lionel Page Optimally Irrational). In effetti, Daniel Kahneman, colui che ha co-scoperto la maggior parte di questi "bias", ha dichiarato in un'intervista che scoprirli non ha migliorato in alcun modo il suo comportamento. Era, significativamente, poco motivato a diventare più "razionale". Forse una parte di lui sapeva che i bias che aveva scoperto erano strumenti utili al suo egoismo
TUTTI I LIMITI DELLA CONVIVENZA
Austerity
Finché la povertà è un grafico o una percentuale, i benestanti votano “più aiuti”; quando il povero ha un volto, un odore, abitudini sgradevoli e scelte discutibili, la carità evapora e resta il giudizio morale. Il dato controintuitivo è questo: conoscere i poveri non rende più di sinistra, rende più severi. Non perché siano cattivi, ma perché l’esperienza diretta distrugge la favola del “sistema ingiusto che spiega tutto”. La distanza alimenta l’idealismo, la vicinanza produce realismo.
La retorica dei “bias” non serve a renderti più informato, serve a farti sentire più furbo degli altri. Questo non riduce il tribalismo, lo raffina, e funziona perché oggi sentirsi meno manipolati conta più che essere meno ignoranti.
LIBERALISMO
disadattati
DISADATTATI
LEGGE UNIVERSALE: persone e animali sono immersi in un ambiente e vengono selezionati in base alla loro capacità di sopravvivenza. Questa legge è universale, ma gli ambienti nei quali essa si applica sono specifici. Per gli animali, l’ambiente è quasi sempre quello naturale; per l’essere umano, invece, non è necessariamente così. La nostra straordinaria capacità di aggregazione ci ha permesso di costruire ambienti culturali che spesso costituiscono un mondo a sé. Tuttavia, se non è il singolo individuo, è l’intera mega-società a essere comunque immersa nell’ambiente naturale; di conseguenza, per garantirsi la sopravvivenza, essa deve correlare i bisogni generati nei vari ambienti culturali con quelli imposti dall’ambiente naturale. Un esempio stipido tanto per non rimanere astratti: la famiglia rappresenta per il bambino uno "spazio sicuro", ossia un luogo in cui, almeno in teoria, può fare ciò che vuole senza incorrere in conseguenze spiacevoli; può perfino gettarsi a testa in giù dal tavolo della cucina, e una madre correrà a “salvarlo”, trasformando un potenziale suicidio in un gioco divertente. È evidente, tuttavia, che una famiglia sana cercherà di fornire un’educazione in cui le regole domestiche siano in qualche modo armonizzate con le richieste che l’ambiente esterno avanzerà al bambino una volta cresciuto. Se insegno a mia figlia a bestemmiare fin dalla più tenera età, è probabile che in futuro incontri qualche difficoltà a inserirsi in un contesto lavorativo di prestigio o a trovare un compagno di livello. Ciò che mi preme sottolineare è che, comunque, può esistere una famiglia disadattiva e che, se il contatto con ambienti in qualche modo correlati a quello naturale è debole, essa può anche prosperare. La correlazione debole diventa tanto più probabile quanto più la società è ricca ed estesa. In una tribù dell’Amazzonia, la natura è lì, immediatamente presente: non correlare le esigenze sociali della tribù con quelle imposte dall’ambiente naturale significherebbe condannarsi a una morte rapida. Al contrario, in una mega-società occidentale, intere generazioni possono vivere e prosperare dedicandosi a studi privi di utilità pratica, la cui conoscenza è del tutto scollegata – se non addirittura inversamente correlata – rispetto alle competenze richieste dai vincoli naturali in cui è immersa la comunità. I cultori degli studi di genere, tanto per dire, possono persino superare in numero i laureati in fisica o in ingegneria. Possiamo permetterci ampie isole di “disadattati” senza subirne conseguenze immediate. Nei casi più estremi, possiamo persino tollerare l’esistenza di una “cultura della sterilità” senza renderci conto che si tratta, in realtà, di un lusso da società opulenta. Questo, almeno, finché tali isole di disadattamento non superano una soglia critica. Oltre quel limite, si profila il collasso della civiltà.giovedì 11 dicembre 2025
etica e intelligenza - carattere intelligenza
L’intelligenza non ti rende né più buono né moralmente migliore – solo più bravo a razionalizzare la tua merda. I più svegli sono solo più curiosi, non più giusti; e, se va male, sono pure meno ansiosi mentre ti fregano. Un cretino può essere affidabile, leale, generoso; un genio può essere freddo, manipolativo, opportunista – e non sarebbe certo un incidente statistico.
la mia etica definitivo
LA MORALE DEL "DECENTE"
venerdì 5 dicembre 2025
EREDITARIETA' MANCANTE
EREDITARIETA' MANCANTE
martedì 2 dicembre 2025
rotten kid theorem
FAMIGLIA CRISTIANA
venerdì 28 novembre 2025
quando ci vuole ci vuole
C'è un populismo sano, quello che grida che L'ERBA E' VERDE. "L'erba è verde" puo' essere declinato così: "i criminali in galera", "ho il diritto di difendermi", "non si tolgono i bambini alla mamma", "lasciatemi in pace", "occhio per occhio, dente per dente", "via da casa mia", "non è dei nostri", "se ha successo se lo merita", "è mio!!!", "le tasse sono un furto"... Eccetera.
PATRIARCATO = EFFICIENZA definitivo
PATRIARCATO = EFFICIENZA
CONTESTUALISMO SOGGETTIVISMO RELATIVISMO E MORALE NATURALE definitivo
RELATIVISMO E SOGGETTIVISMO
giovedì 20 novembre 2025
religione definizione
LA MIGLIOR DEFINIZIONE DI RELIGIONE CHE ABBIA MAI SCOVATO
la soluzione alle diseguaglianze definitivo
Una soluzione per la diseguaglianza? Il capitalismo tecnologico. Tutti chini sullo stesso dispositivo a prescindere che tu abiti in un castello o in una baracca, che tu sia in vacanza alle Maldive o pendolare su Trenord.
martedì 18 novembre 2025
CULTURA definizione definitivo
venerdì 14 novembre 2025
Perché odiamo l'arte dell' Intelligenza Artificiale? definitivo
Perché odiamo l'arte IA?
Due ipotesi:
1) Odiamo l’arte generata dall’intelligenza artificiale perchè ci fa sentire superflui, nel senso di sostituibili. Poi trasformiamo queste motivazioni estrinseche in motivazioni intrinseche.
2) L'arte nasce nella storia dell'uomo per esibire o captare in modo ipocrita la fitness di un soggetto. Sapendo a priori che la fonte dell'arte non è un soggetto sentiamo svuotata di senso l'esperienza estetica.
A me piace la 2.
p.s. Qui ci vorrebbe un Francesco D'Isa per andare oltre.
David Friedman: psicologia evoluzionistica tappabuchi dell'economia
PREZZO GIUSTO (code prevedibili)
"Quando i nostri antenati barattavano carne per sesso o aiuto per cibo, impararono che mostrarsi emotivamente indignati di fronte a un prezzo “sbagliato” era un modo per vincolarsi credibilmente a non farsi fregare".
Quello che andava bene vivendo in bande di venti persone, oggi generà povertà. La dottrina sociale della Chiesa, almeno quando giudica il mercato del lavoro, è ancora impastoiata in questa trappola.
giovedì 13 novembre 2025
DECLINO DI CIVILTA'
PERCHÉ LE CIVILTÀ DECLINANO?
Intellettuali alla fame
INTELLETTUALI ALLA FAME
Immaginate una società composta unicamente da ingegneri aerospaziali. Chi raccoglierà la spazzatura? Gli stessi ingegneri aerospaziali, ovviamente. E quanto guadagneranno gli spazzini? Quanto i loro ex colleghi ingegneri, altrimenti non sarebbero “ex”. In una simile società, i prodotti dell’industria aerospaziale costeranno pochissimo, mentre la raccolta dei rifiuti sarà carissima. Questo meccanismo è: 1) molto semplice (lo avete capito, vero?); 2) poco intuitivo e 3) spiega quasi tutto c'è di strano nelle dinamiche degli stipendi. È il meccanismo che spiega, per esempio, perché la spesa sanitaria è esplosa. È lo stesso motivo per cui “non si trova neanche un idraulico” e, quando lo si trova, lo si paga profumatamente. Di solito si riassume con l’adagio: “costa meno comprare un impianto di aria condizionata nuovo che ripararlo”. In questo schema, i produttori di impianti A/C sono l’industria aerospaziale, mentre i riparatori sono gli spazzini. Naturalmente, se la raccolta dei rifiuti o la riparazione dell’aria condizionata fossero servizi superflui, o comunque rimpiazzabili, quei lavoratori scomparirebbero. In poche parole si puo' generalizzare così: quando la produttività di un settore cresce vertiginosamente — considerando che i salari sono proporzionali alla produttività — tutti i lavoratori delle generazioni successive cercano di entrarvi. Cio' detto, se si desiderano servizi provenienti da settori stagnanti, allora, visto il progressivo abbandono di quei mestieri, bisogna pagarli molto di più. Ecco perché i medici nel settore privato guadagnano cifre ben superiori rispetto a quelli nel pubblico, dove il datore di lavoro è uno Stato gravato da debiti colossali e quindi incapace di seguire la legge di mercato che ho descritto. E veniamo a noi: che dire degli orchestrali che eseguono dal vivo la Quinta di Beethoven? Non esiste un settore più stagnante: lavorano con una produttività ferma al XIX secolo. Per quanto detto, se davvero il pubblico volesse ascoltarli, dovrebbe pagare cifre molto elevate (come avviene per i medici nel privato); altrimenti, scomparirebbero. Poiché però quasi nessuno intende pagare tanto questi musicisti, cosa accade? Le istituzioni pubbliche, considerando “la cultura” un bene particolare e meritevole di tutela, elargiscono stipendi fuori mercato per garantirne la sopravvivenza di questi pseudo-idraulici senza rubinetti da riparare — ma solo quella, nulla di più. L’intellettuale svolge un lavoro più simile a quello dell’orchestrale che del medico privato; di conseguenza, come l’orchestrale, non se la passa granché bene: vive in perenne ricerca di sussidi pubblici e costantemente impegnato a promuovere i propri servizi come meritevoli di un trattamento privilegiato rispetto agli altri. Una propaganda incompatibile con le leggi del capitalismo, che perciò detesta con cordialità.trans
LA QUESTIONE TRANS (spiegata a me stesso)
mercoledì 12 novembre 2025
riconoscere una setta
https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid02L383YMnYZP6yjCf1jfnk2ooVbDJTznNVr527CiQW6nGHVAW6j6d3BJ2tbWJprmi4l?__cft__[0]=AZWSNNj4soIBTOCtCikyiFijLFZQve_EdvXuUpzhP6zRVz91h_AWb7ckj0rfoYVvmw5hrkL7psYjg2U-BpMx-xALLl1n2EzIq-IgH_LaqfJZ5mKG90RKOWAmr6CJBlnjVf6Q1emvSVzskF9zz2Z3VhIJ-AzVt36FvsaD3Q9bGbZ5w83_HEuzE6pZPT0ruwTnn14&__tn__=%2CO%2CP-R
giovedì 6 novembre 2025
curiosità definitivo
La “curiosità” non nasce dalla sete di conoscenza, ma da un errore sistematico nella gestione della dopamina: il cervello scambia la novità per un premio, anche quando ti frega, per esempio al Casinò.
history of intelligence
martedì 4 novembre 2025
teologia ludica
TEOLOGIA LUDICA
Dio ha creato il mondo, ma avrebbe potuto fare qualcos’altro di altrettanto buono. Il mondo è quindi contingente... oppure no? Forse no, poiché il mondo è una “cosa buona” e Dio non ha un bilancio energetico da far quadrare: egli crea tutto, da ciò che è “estremamente buono” a ciò che è “appena buono”. Se vale la pena di creare qualcosa, lui la creerà. Ma se il mondo è buono Dio ha necessariamente creato infiniti mondi: non c’è ragione per cui si sia arrestato al primo. In altri termini, Dio ha creato un mondo infinito nel tempo e nello spazio. Pensare a questo mi dà il capogiro: un mondo infinito nel tempo, ad esempio, dissolve la mia identità, poiché implica un’infinità di Riccardi Mariani, e io non so più bene chi sono. Per fermare questa trottola impazzita c’è una sola idea cui aggrapparsi: tra noi e Dio esiste una relazione simile a quella che esiste tra noi e il personaggio di un videogioco. Noi - oppure i programmatori del videogioco - dominiamo quest’ultimo in tutto e per tutto, eppure sappiamo bene di non essere né onnipotenti, né onniscienti, né perfetti. Un Dio molto molto molto potente ma non onnipotente risolve tutto. A questo punto, non solo tutto torna a “misura d’uomo”, ma possiamo anche attribuire un’interpretazione più credibile (cioè meno metaforica) all’Antico Testamento e sciogliere alcuni enigmi cosmici, come il paradosso di Fermi: dove sono tutti? Semplice — sono sopra di noi e hanno creato la nostra simulazione, che, grazie alla sua stabilità, non ha nulla da invidiare alla realtà.giovedì 30 ottobre 2025
licenza morale
https://www.nationalaffairs.com/blog/detail/findings-a-daily-roundup/shocking
si fa del bene per essere poi disonesti.
Talento: definitivo
Talvolta ci chiediamo: pesa più il talento o la perseveranza. Questo ci fa mancare il fatto principale, ovvero che la perseveranza pesa poco per chi ha talento. Chi ha talento nel fare X, lo fa di continuo e con gioia, in un circolo virtuoso che realizza grandi risultati.
Uno psicologo con un nome complicati diceva che la felicità è fare cose difficili senza sforzo. Ha dato anche un nome alla cosa: "flusso". Il talentuoso realizza il flusso e non vorrebbe mai uscirne. Il non talntuoso ripete la pratica ma, per quanto sia perseverante, alla fine deve cedere alla fatica.
https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid02ZUf3c1D7zFhcYdtEUrBMCZEXQbfPzcwA7QZsk5G1nPy9r7H8rEmafK3PVfABEFZtl?__cft__[0]=AZVi6E3eh9MrcPVnRO9FYOr1NxFL2_vbzQOky3zn3zUi8dlCdMVE35jPOYJbwCYweWJkmj3OTuECk_MwVtF3fb2nk-fj5EpxG0rYrFVBS-AYjm38d82KQ5glXak1sO-TtPdglV8gJByNz2LjUYKRqpK-O3oA1TfXeYQqC6eVspT_G8Y95kOSjPqi6_gbh2ZefDs&__tn__=%2CO%2CP-R