venerdì 17 luglio 2015

Una teoria dello stato

Emersione dello stato moderno tra biologia, antropologia, storia ed economia.

  1. La biologia ci dice che un gene egoista guida i nostri comportamenti;
  2. l'egoismo del gene favorisce la cooperazione tra familiari: cooperando con qualcuno abbiamo più possibilità di sopravvivere e i familiari sono i soggetti più affidabili poiché nell'aritmetica dei geni un figlio vale otto cugini, il che rende il tradimento o il sacrificio in favore dei familiari meno oneroso rispetto alla cooperazione con estranei;
  3. quando il gruppo si allarga il legame di parentela si diluisce e sorgono più frequenti i conflitti;
  4. il modo più pratico di risolvere i conflitti consiste nella secessione;
  5. quando le vicinanze sono affollate da altri gruppi ostili la secessione non è più possibile e si ricorre alla tirannia e alla cultura dell'onore
  6. un tiranno potente e onorabile (leadership) crea fiducia, ovvero un bene raro allorché i soggetti che si relazionano hanno una parentela diluita. Lo stato si configura come cosca vincente.
  7. la tirannia e l'onore rendono anche più potente il gruppo poiché lo rendono numeroso e producono quindi benefici anche nelle relazioni con altri gruppi meno numerosi (famiglie allargate); 
  8. tirannia e onore retrocedono in favore di proprietà privata e moneta allorché si scopre che questi strumenti di regolazione dei conflitti interni accrescono la potenza del gruppo avendo come effetto collaterale elementi quali innovazione e produttività;
  9. La società incentrata su proprietà privata e moneta (società dei contratti) determina una rete complessa e fragile di relazioni che rendono particolarmente sensibili al rischio di cambiamento i suoi membri (status quo bias e effetto dotazione): siamo iper-specializzati e non sappiamo che sarà di noi allorché il castello crollerà;
  10. Ma l'avversione al rischio ostacola innovazione e produttività (che procedono per distruzione creativa), e questo è il maggiore conflitto nelle società contemporanee. Libertari e comunitari disputano su quale sia il bene più prezioso: ricchezza e potenza o sicurezza e eguaglianza?;
  11. paradossalmente i libertari rispolverano forme di assicurazione privatistica alternative alla politica (ora chiamata a garantire solo proprietà e la moneta) come per esempio quella religiosa;
  12. Conclusione: la libertà dei libertari non è originaria ma è l'esito finale (e contrastato) a cui tende un processo di cui la statalizzazione è uno stadio importante, tuttavia recupera in termini privatistici talune forme di assicurazione tipiche dei primi stadi della civiltà.


continua