https://feedly.com/i/entry/B7jw4LCucCLXhd0mcd9EmMn+sbxtNLGOdNAs60PDOTo=_16a6977081f:1f1c4c0:f466dfa2
Il Big Business è portatore di civiltà e tolleranza. Magari questo suo atteggiamento inclusivo è frutto di ipocrisia ma sta di fatto che esiste ed è forte. La cosa non è sorprendente: i clienti del big business vengono da ogni ceto e da ogni strato sociale: occorre trattare bene tutti!
lunedì 29 aprile 2019
LA DISTRIBUZIONE DEI LAVORI DOMESTICI
LA DISTRIBUZIONE DEI LAVORI DOMESTICI
Di solito le donne sgobbano di più a casa mentre gli uomini sono più spremuti sul posto di lavoro. C’è chi fotografa la situazione dicendo che le donne sono “intrappolate” a casa, ma la narrazione non è molto soddisfacente poiché neanche stare al lavoro fino a sera tardi è piacevole.
Ecco allora un resoconto più coerente: la quota di donne con istruzione superiore è in costante aumento. Cio’ ha contribuito all’arricchimento delle famiglie, specie quelle con coniugi istruiti. L’abbondanza è tale che molte coppie non devono nemmeno più lavorare a tempo pieno per generare un reddito soddisfacente. Ne consegue che molte donne benestanti si dedicano alla casa dando la priorità all'equilibrio tra vita lavorativa e vita privata rispetto ai ritorni finanziari puri. Con una così ampia percentuale di lavoratori altamente istruiti che rinunciano a tempo pieno e straordinari, le imprese stimano necessario aumentare i premi per i "superlavoratori" in modo da generare un’offerta adeguata per ricoprire i ruoli più impegnativi.
https://feedly.com/i/entry/Od/Z0OrlTBzSrJtcae1t5qtueOtvOco3UFNx6gD9Pd4=_16a677a7225:bc270a:2b35d9c8
Di solito le donne sgobbano di più a casa mentre gli uomini sono più spremuti sul posto di lavoro. C’è chi fotografa la situazione dicendo che le donne sono “intrappolate” a casa, ma la narrazione non è molto soddisfacente poiché neanche stare al lavoro fino a sera tardi è piacevole.
Ecco allora un resoconto più coerente: la quota di donne con istruzione superiore è in costante aumento. Cio’ ha contribuito all’arricchimento delle famiglie, specie quelle con coniugi istruiti. L’abbondanza è tale che molte coppie non devono nemmeno più lavorare a tempo pieno per generare un reddito soddisfacente. Ne consegue che molte donne benestanti si dedicano alla casa dando la priorità all'equilibrio tra vita lavorativa e vita privata rispetto ai ritorni finanziari puri. Con una così ampia percentuale di lavoratori altamente istruiti che rinunciano a tempo pieno e straordinari, le imprese stimano necessario aumentare i premi per i "superlavoratori" in modo da generare un’offerta adeguata per ricoprire i ruoli più impegnativi.
https://feedly.com/i/entry/Od/Z0OrlTBzSrJtcae1t5qtueOtvOco3UFNx6gD9Pd4=_16a677a7225:bc270a:2b35d9c8
domenica 28 aprile 2019
GENDER GAP (a scuola)
GENDER GAP (a scuola)
Le ragazze in classe con i maschi più secchioni rendono meno di quel che potrebbero rendere.
Strano, perché di solito chi frequenta i migliori migliora. A scuola come altrove.
Sembra che il gap sia più legato all’autostima che ad altro.
L’UNIVERSITA’ COME CARCERE
L’UNIVERSITA’ COME CARCERE
Tra gli studenti universitari la depressione colpisce sei volte di più che tra la popolazione. I dottorandi hanno tassi di depressione pari solo a quelli dei carcerati.
giovedì 25 aprile 2019
SINISTRA E TERRORISMO
SINISTRA E TERRORISMO
Un certo imbarazzo è evidente.
Da un lato si nega lo scontro tra civiltà al punto da negare l'esistenza stessa di civiltà differenti.
Dall'altro si postula che nella storia siano esistite civiltà sfruttate (loro) e civiltà privilegiate (noi).
Da un lato si negano le radici cristiane (o giudaico-cristiane, o le radici purchessia) dell'Europa.
Dall'altro si afferma come quelle radici abbiano condotto allo sfruttamento di altri popoli.
Forse le vittime principali di questo corto circuito sono proprio i cristiani nel mondo: allo stesso tempo bersaglio del terrorismo islamico e sempre pensate come appartenenti al gruppo dei privilegiati.
https://www.nytimes.com/2019/04/23/opinion/sri-lanka-bombing-christians.html?action=click&module=Opinion&pgtype=Homepage
Un certo imbarazzo è evidente.
Da un lato si nega lo scontro tra civiltà al punto da negare l'esistenza stessa di civiltà differenti.
Dall'altro si postula che nella storia siano esistite civiltà sfruttate (loro) e civiltà privilegiate (noi).
Da un lato si negano le radici cristiane (o giudaico-cristiane, o le radici purchessia) dell'Europa.
Dall'altro si afferma come quelle radici abbiano condotto allo sfruttamento di altri popoli.
Forse le vittime principali di questo corto circuito sono proprio i cristiani nel mondo: allo stesso tempo bersaglio del terrorismo islamico e sempre pensate come appartenenti al gruppo dei privilegiati.
https://www.nytimes.com/2019/04/23/opinion/sri-lanka-bombing-christians.html?action=click&module=Opinion&pgtype=Homepage
DISINCASTRARSI
DISINCASTRARSI
Problema: non sei d'accordo con qualcuno (per esempio sull’aborto). Sai che l’altro è in una posizione almeno pari alla tua per formarsi un'opinione sulla materia del contendere, ad esempio, oltre che ben informato, è intelligente e diligente almeno quanto te. Supponiamo che la discussione non produca un'intesa, sebbene entrambi proviate ad esporre con compiutezza le vostre ragioni. Come reagisci al fatto che il disaccordo persiste?
Proposta:
PRIMO PASSO. Verifica ideologica: se nell’altro esistono motivazioni ideologiche, trascuralo e mantieni la tua posizione.
SECONDO PASSO. Verifica metodologica: se la posizione dell’altro si basa su una mera intuizione, trascuralo e mantieni la tua posizione.
TERZO PASSO. Verifica termininologica. Se il dissidio è meramente termininologico, una volta chiarito puoi riconciliarti con l’altro.
QUARTO PASSO. Se le tre verifiche di cui sopra danno esito negativo, cambia la tua posizione e resta in attesa della sua reazione. Se il disaccordo persiste ricomincia dal primo passo.
mercoledì 24 aprile 2019
parole pericolose: PRIVILEGIO
https://feedly.com/i/entry/OcmPw51T3d5onYOISiwpM9BX1zA1+y5+OlQ7imrHSBw=_1840a88dabc:774d308:d8b4f5e5
parole pericolose: PRIVILEGIO
Concetto moralmente vacuo che le persone utilizzano per demoralizzare e disumanizzare chi non è d'accordo con loro.
BUONE MANIERE E CORRETTEZZA POLITICA
BUONE MANIERE E CORRETTEZZA POLITICA
Sarebbe meglio non confondere le due cose. Ricordo allora la differenza: le buone maniere sono reciproche, la correttezza politica no.
Esempio: sia le donne che gli uomini devono trattarsi in modo educato. Tuttavia, mentre una donna che critica gli uomini non viola il politicamente corretto, un uomo che critica le donne sì.
Neri e bianchi sono tenuti a trattarsi con gentilezza. Tuttavia, un nero che critichi l’operato dei bianchi non viola il politicamente corretto, un bianco che faccia altrettanto con i neri sì.
P.S. IMO: penso che i liberali abbiano sviluppato un'allergia al politicamente corretto perché censura il loro messaggio centrale: la giustizia sociale non esiste.
IL PASSATO INFINITO
La ragione per ritenere il tempo infinito è intuitiva: l'idea di
un inizio del tempo mi sembra metafisicamente impossibile in un modo simile a
quello di un confine dello spazio. Per qualsiasi posizione nello spazio, ha
senso chiedersi cosa ci sia alla sua destra (anche se la risposta è che non c'è
niente). Un luogo senza spazio ci appare impossibile.
Allo stesso modo, per qualsiasi momento, ha senso chiedere cosa è successo, diciamo, un minuto prima (anche se la risposta è che non è successo niente). Se ci fosse un inizio di tempo, non avrebbe avuto senso chiedere cosa fosse successo prima di quel momento. Il tempo non può nascere, perché una cosa sta per nascere implica un tempo in cui la cosa non esiste, seguita da un momento in cui la cosa esiste. Non puo’ esistere un tempo in cui il tempo non esisteva.
PRIMA OBIEZIONE
Alcuni filosofi credono che la nozione di un passato infinito sia inconcepibile perché una serie infinita non può mai essere completata procedendo un passo alla volta. Ma questi argomenti si scontrano con i paradossi di Zenone. Supponiamo che io lasci cadere una palla. Per raggiungere il terreno, la palla deve prima percorrere metà della distanza, quindi metà della distanza rimanente, quindi metà della distanza rimanente, e così via. La serie è infinita e le fasi devono essere completate una alla volta, in ordine. Tuttavia, gli oggetti caduti in effetti raggiungono il suolo.
SECONDA OBIEZIONE
La cosmologia del Big Bang dice che lo spazio-tempo è iniziato con il Big Bang, circa 14 miliardi di anni fa. Questo proverebbe che il tempo è finito nella direzione passata, sebbene infinito in quella futura.
Tuttavia, la teoria è ancora dibattuta poiché alcuni modelli cosmologici contemporanei incorporano un passato infinito. La maggior parte di questi sono modelli ciclici, in cui l'universo attraversa una serie infinita di big bang, ciascuno seguito da una fase di big crunch. Altre teorie postulano un infinito multiverso che genera periodicamente universi figli, in cui ogni universo figlio ha un'età limitata mentre il multiverso è di età infinita.
Un problema con la teoria del Big Bang è che la teoria richiede un inizio immotivato in uno stato straordinariamente improbabile, con un'entropia estremamente bassa. È stato calcolato che la probabilità che lo stato iniziale sia come la teoria lo richiede è inferiore a 1 su 10 alla 10ima potenza alla 124esima potenza.
Potresti pensare che, nonostante la sua improbabilità, sia lecito postulare quello stato iniziale, se ciò spiega ciò che osserviamo. Ma non è necessario, perché esistono ipotesi alternative: forse, piuttosto che 14 miliardi di anni fa, l'universo iniziò nel 1950, con il nostro cervello configurato per avere falsi ricordi per esempio sulle ossa dei dinosauri. Questa ipotesi, per esempio, per quanto strana è più probabile di molti ordini di grandezza rispetto alla teoria standard del Big Bang. Quindi, se la teoria standard del Big Bang è ragionevole, allora anche la teoria del 1950 è ragionevole. Ma tutti noi sappiamo che non è affatto ragionevole. Concludo che è almeno plausibile che l'universo abbia un passato infinito, oltre a un futuro infinito. È quindi interessante considerare ciò che segue se il passato è infinito.
IMO: l'ipotesi teista rende molto più probabile il big bang riconciliando scienza e ragionevolezza. Cio' però non implica che il tempo sia finito poiché il tempo puo' esistere anche in Dio e in assenza di universo. Il che salva la nostra intuizione di un tempo infinito. E' l'uomo che non puo' esistere in assenza di universo, in questo senso è il tempo dell'uomo ad essere finito, e cio' nega il fatto che noi siamo dei reincarnati.
Allo stesso modo, per qualsiasi momento, ha senso chiedere cosa è successo, diciamo, un minuto prima (anche se la risposta è che non è successo niente). Se ci fosse un inizio di tempo, non avrebbe avuto senso chiedere cosa fosse successo prima di quel momento. Il tempo non può nascere, perché una cosa sta per nascere implica un tempo in cui la cosa non esiste, seguita da un momento in cui la cosa esiste. Non puo’ esistere un tempo in cui il tempo non esisteva.
PRIMA OBIEZIONE
Alcuni filosofi credono che la nozione di un passato infinito sia inconcepibile perché una serie infinita non può mai essere completata procedendo un passo alla volta. Ma questi argomenti si scontrano con i paradossi di Zenone. Supponiamo che io lasci cadere una palla. Per raggiungere il terreno, la palla deve prima percorrere metà della distanza, quindi metà della distanza rimanente, quindi metà della distanza rimanente, e così via. La serie è infinita e le fasi devono essere completate una alla volta, in ordine. Tuttavia, gli oggetti caduti in effetti raggiungono il suolo.
SECONDA OBIEZIONE
La cosmologia del Big Bang dice che lo spazio-tempo è iniziato con il Big Bang, circa 14 miliardi di anni fa. Questo proverebbe che il tempo è finito nella direzione passata, sebbene infinito in quella futura.
Tuttavia, la teoria è ancora dibattuta poiché alcuni modelli cosmologici contemporanei incorporano un passato infinito. La maggior parte di questi sono modelli ciclici, in cui l'universo attraversa una serie infinita di big bang, ciascuno seguito da una fase di big crunch. Altre teorie postulano un infinito multiverso che genera periodicamente universi figli, in cui ogni universo figlio ha un'età limitata mentre il multiverso è di età infinita.
Un problema con la teoria del Big Bang è che la teoria richiede un inizio immotivato in uno stato straordinariamente improbabile, con un'entropia estremamente bassa. È stato calcolato che la probabilità che lo stato iniziale sia come la teoria lo richiede è inferiore a 1 su 10 alla 10ima potenza alla 124esima potenza.
Potresti pensare che, nonostante la sua improbabilità, sia lecito postulare quello stato iniziale, se ciò spiega ciò che osserviamo. Ma non è necessario, perché esistono ipotesi alternative: forse, piuttosto che 14 miliardi di anni fa, l'universo iniziò nel 1950, con il nostro cervello configurato per avere falsi ricordi per esempio sulle ossa dei dinosauri. Questa ipotesi, per esempio, per quanto strana è più probabile di molti ordini di grandezza rispetto alla teoria standard del Big Bang. Quindi, se la teoria standard del Big Bang è ragionevole, allora anche la teoria del 1950 è ragionevole. Ma tutti noi sappiamo che non è affatto ragionevole. Concludo che è almeno plausibile che l'universo abbia un passato infinito, oltre a un futuro infinito. È quindi interessante considerare ciò che segue se il passato è infinito.
IMO: l'ipotesi teista rende molto più probabile il big bang riconciliando scienza e ragionevolezza. Cio' però non implica che il tempo sia finito poiché il tempo puo' esistere anche in Dio e in assenza di universo. Il che salva la nostra intuizione di un tempo infinito. E' l'uomo che non puo' esistere in assenza di universo, in questo senso è il tempo dell'uomo ad essere finito, e cio' nega il fatto che noi siamo dei reincarnati.
REINCARNAZIONE
REINCARNAZIONE
L'universo ha plausibilmente un futuro infinito e un passato infinito. Dato questo tempo illimitato, ogni stato qualitativo di cio’ che contiene si ripeterà molte volte. Esisteranno quindi in futuro persone simili a te in ogni aspetto concepibile. Una persona del genere si qualificherà letteralmente come un'altra incarnazione di te. Le teorie che escludono questa evenienza devono negare la durata identità dell’universo.
L'universo ha plausibilmente un futuro infinito e un passato infinito. Dato questo tempo illimitato, ogni stato qualitativo di cio’ che contiene si ripeterà molte volte. Esisteranno quindi in futuro persone simili a te in ogni aspetto concepibile. Una persona del genere si qualificherà letteralmente come un'altra incarnazione di te. Le teorie che escludono questa evenienza devono negare la durata identità dell’universo.
LA STORIA NON ESISTE
Noi pigri non amiamo molto la Storia.
I libri di Storia sono sempre giganteschi, il che è un pessimo segnale. Tutti noi, se abbiamo qualcosa da dire, prima di dirla siamo tenuti a “mostrare i muscoli” per accreditarci, purtroppo funziona così. Ma si ha la sensazione che gli storici passino il 95% del loro tempo a “mostrare i muscoli” e il 5% a dire quel che debbono dire! La disciplina suona ridondante e qualsiasi affermazione risulta plausibile, se accompagnata dalle dovute precisazioni. Ognuno ha diritto di parola e la prende senza timori, non c’è mai la controprova di nulla, quanto agli esperimenti, fa ridere solo il pensarci. Uno sceglie la sua tesi preferita e passa la vita consolata a cumulare indizi a supporto.
C'è chi ha detto che la Storia era finita, ai non pigri non basta. Vorremmo che non sia mai esistita. Per questo preferiamo appostarci sulla luna e guardare il pianeta da lì. Da lì la storia non sembra esistere, tutto è più o meno fermo, più o meno uniforme.
Recentemente mi è venuto il dubbio che questa uniformità non sia completamente un abbaglio: forse la storia non esiste, forse la demografia è tutto.
Il grafico qui sotto, tanto per dire, abbraccia gli ultimi due millenni e descrive bene la storia umana. Al di là dell’insondabile mistero del nostro animo, infatti, il parametro della ricchezza materiale prodotta mi sembra centrale (con la ricchezza pro-capite le cose cambiano di poco).
Cosa si nota? L’ingenuo si concentra sull’impennata a cavallo tra XIII e XIX secolo e cio’ gli dà il destro per diffondersi sui meriti della Rivoluzione Industriale; e magari, tanto per metterci un po’ di pepe (la Storia annoia anche lui), la butta in politica sciogliendo il suo inno alla dea Ragione e al suo Messia in terra, ovvero l’ Illuminismo, sempre badando bene a puntare l’indice contro i freni posti da una Chiesa retriva. Il grafico di cui sopra diventa presto un totem da far girare in tutte le scuole per formare l’Uomo Nuovo.
Ma è solo un’illusione ottica.
Basta aver fatto il liceo per capire, infatti, che basta una sola equazione (iperbolica) per descrivere questo andamento storico. Non ci sono punti di rottura ma solo continuità. Tradotto: i meriti o demeriti di un certo periodo storico affondano le loro radici nel periodo storico precedente.
L’equazione valeva nell’anno 1 d.C. come nel ‘900. Sempre la stessa, ripeto. In questo senso è difficile affermare che alcune epoche siano state particolarmente “illuminate”: tutte si assoggettano allo stesso modo alla legge ferrea dell’equazione iperbolica.
Ma perché dico che la demografia ha preso il posto della Storia? Perché l’equazione specifica più promettente è quella che lega popolazione e ricchezza: più popolazione => più teste => più idee => più ricchezza => più popolazione.
LA STORIA NON ESISTE
Noi pigri non amiamo molto la Storia.
I libri di Storia sono sempre giganteschi, il che è un pessimo segnale. Tutti noi, se abbiamo qualcosa da dire, prima di dirla siamo tenuti a “mostrare i muscoli” per accreditarci, purtroppo funziona così. Ma si ha la sensazione che gli storici passino il 95% del loro tempo a “mostrare i muscoli” e il 5% a dire quel che debbono dire! La disciplina suona ridondante e qualsiasi affermazione risulta plausibile, se accompagnata dalle dovute precisazioni. Ognuno ha diritto di parola e la prende senza timori, non c’è mai la controprova di nulla, quanto agli esperimenti, fa ridere solo il pensarci. Uno sceglie la sua tesi preferita e passa la vita consolata a cumulare indizi a supporto.
C'è chi ha detto che la Storia era finita, ai non pigri non basta. Vorremmo che non sia mai esistita. Per questo preferiamo appostarci sulla luna e guardare il pianeta da lì. Da lì la storia non sembra esistere, tutto è più o meno fermo, più o meno uniforme.
Recentemente mi è venuto il dubbio che questa uniformità non sia completamente un abbaglio: forse la storia non esiste, forse la demografia è tutto.
Il grafico qui sotto, tanto per dire, abbraccia gli ultimi due millenni e descrive bene la storia umana. Al di là dell’insondabile mistero del nostro animo, infatti, il parametro della ricchezza materiale prodotta mi sembra centrale (con la ricchezza pro-capite le cose cambiano di poco).
Cosa si nota? L’ingenuo si concentra sull’impennata a cavallo tra XIII e XIX secolo e cio’ gli dà il destro per diffondersi sui meriti della Rivoluzione Industriale; e magari, tanto per metterci un po’ di pepe (la Storia annoia anche lui), la butta in politica sciogliendo il suo inno alla dea Ragione e al suo Messia in terra, ovvero l’ Illuminismo, sempre badando bene a puntare l’indice contro i freni posti da una Chiesa retriva. Il grafico di cui sopra diventa presto un totem da far girare in tutte le scuole per formare l’Uomo Nuovo.
Ma è solo un’illusione ottica.
Basta aver fatto il liceo per capire, infatti, che basta una sola equazione (iperbolica) per descrivere questo andamento storico. Non ci sono punti di rottura ma solo continuità. Tradotto: i meriti o demeriti di un certo periodo storico affondano le loro radici nel periodo storico precedente.
L’equazione valeva nell’anno 1 d.C. come nel ‘900. Sempre la stessa, ripeto. In questo senso è difficile affermare che alcune epoche siano state particolarmente “illuminate”: tutte si assoggettano allo stesso modo alla legge ferrea dell’equazione iperbolica.
Ma perché dico che la demografia ha preso il posto della Storia? Perché l’equazione specifica più promettente è quella che lega popolazione e ricchezza: più popolazione => più teste => più idee => più ricchezza => più popolazione.
martedì 23 aprile 2019
ESISTE UN DIRITTO ALLA PROPRIA CULTURA?
ESISTE UN DIRITTO ALLA PROPRIA CULTURA?
No.
No perché la "nostra" cultura sono le altre persone. O meglio, dipende dalle altre persone, da come si comportano, da quello che fanno.
Il diritto alla propria cultura è intrinsecamente totalitario.
LA BRUTTA FINE
LA BRUTTA FINE
Diciamolo: internet è finita male, almeno rispetto ai sogni degli anni novanta.
Da allora la massa è approdata nel web. Era poco esperta da un punto di vista tecnico e più interessata a consumare passivamente l'intrattenimento che a contribuire in modo creativo. Gestiva in modo poco maturo i contenuti non censurati ed era più disposta a rinunciare alla propria autonomia in cambio di comodità.
I blog simboleggiano la "vecchia visione" di Internet mentre Facebook incarna la nuova e vincente.
Quando leggi i blog, fai le tue scelte su chi seguire. Con Facebook, ti affidi all’algoritmo di un’ intelligenza artificiale.
Chi tiene un blog mette dentro ogni post un lavoro genuino. Su Facebook, molti post sono solo "condivisioni" occasionali dove la persona che l aopera non aggiunge nulla.
I blogger creavano "metadati". Inserivano i loro post in categorie aggiungendo tag con parole chiave. Ciò consentiva ai lettori di filtrare ciò che leggevano e di recuperare un senso evolutivo. Su Facebook, l'intelligenza artificiale cerca di dedurre i nostri interessi dal nostro comportamento. Non selezioniamo gli argomenti da soli ma veniamo sospinti ora da una parte, ora dall’altra.
L'ambiente più popolare per leggere e scrivere blog è il personal computer, che consente al lettore di pensare e dà a chi scrive uno strumento per comporre e modificare diversi paragrafi. L'ambiente consueto per la lettura e la pubblicazione su Facebook è lo smartphone, che favorisce lo scorrimento rapido di foro e parole sporadiche.
https://hackernoon.com/how-the-internet-turned-bad-b85b079ac45f
Diciamolo: internet è finita male, almeno rispetto ai sogni degli anni novanta.
Da allora la massa è approdata nel web. Era poco esperta da un punto di vista tecnico e più interessata a consumare passivamente l'intrattenimento che a contribuire in modo creativo. Gestiva in modo poco maturo i contenuti non censurati ed era più disposta a rinunciare alla propria autonomia in cambio di comodità.
I blog simboleggiano la "vecchia visione" di Internet mentre Facebook incarna la nuova e vincente.
Quando leggi i blog, fai le tue scelte su chi seguire. Con Facebook, ti affidi all’algoritmo di un’ intelligenza artificiale.
Chi tiene un blog mette dentro ogni post un lavoro genuino. Su Facebook, molti post sono solo "condivisioni" occasionali dove la persona che l aopera non aggiunge nulla.
I blogger creavano "metadati". Inserivano i loro post in categorie aggiungendo tag con parole chiave. Ciò consentiva ai lettori di filtrare ciò che leggevano e di recuperare un senso evolutivo. Su Facebook, l'intelligenza artificiale cerca di dedurre i nostri interessi dal nostro comportamento. Non selezioniamo gli argomenti da soli ma veniamo sospinti ora da una parte, ora dall’altra.
L'ambiente più popolare per leggere e scrivere blog è il personal computer, che consente al lettore di pensare e dà a chi scrive uno strumento per comporre e modificare diversi paragrafi. L'ambiente consueto per la lettura e la pubblicazione su Facebook è lo smartphone, che favorisce lo scorrimento rapido di foro e parole sporadiche.
https://hackernoon.com/how-the-internet-turned-bad-b85b079ac45f
STATE CAPACITY SOSPESA
Supponiamo che abbia proposto la seguente teoria dello sviluppo economico: la causa principale dello sviluppo economico è la capacità sociale.
Le società altamente sviluppate hanno un'immensa capacità sociale, come dimostrano le loro innumerevoli conquiste. Le società arretrate mancano di capacità sociale, come dimostrano i loro innumerevoli problemi.
Probabilmente non sarai impressionato. A prima vista, questa è una teoria circolare che non spiega nulla: perché le cose vanno così bene in X? Perché X ha una grande capacità sociale. Come facciamo a sapere che X ha una grande capacità sociale? Perché le cose vanno così bene in X!
A ben guardare, tuttavia, la teoria della capacità sociale non è completamente vuota. Fa una grande predizione empirica: I buoni risultati sociali correlati. Reddito, ricchezza, felicità, salute, cultura, divertimento, tempo libero e sicurezza andranno tutti insieme. E in effetti, questa previsione è vera: i buoni risultati sociali tendono ad andare insieme. Dire "La società X ha una buona salute perché ha un'elevata capacità sociale" è paragonabile a "La persona A è brava a imparare la matematica perché ha un alto quoziente intellettivo". In entrambi i casi, usiamo legittimamente buoni risultati generali per prevedere buoni esiti specifici .
Tuttavia, usare la capacità sociale per spiegare il mondo sembra profondamente insoddisfacente, per due ragioni principali: in primo luogo, gli osservatori informati sono già ben consapevoli che i risultati positivi sono correlati. In secondo luogo, una volta compreso il concetto di capacità sociale, è possibile esprimere immediatamente un'ovvia critica: "La domanda a cui teniamo veramente non è se la capacità sociale varia ampiamente tra i paesi, ma perché!"
https://www.econlib.org/state-capacity-is-sleight-of-hand/?highlight=%5B%22state%22,%22capacity%22%5D
Le società altamente sviluppate hanno un'immensa capacità sociale, come dimostrano le loro innumerevoli conquiste. Le società arretrate mancano di capacità sociale, come dimostrano i loro innumerevoli problemi.
Probabilmente non sarai impressionato. A prima vista, questa è una teoria circolare che non spiega nulla: perché le cose vanno così bene in X? Perché X ha una grande capacità sociale. Come facciamo a sapere che X ha una grande capacità sociale? Perché le cose vanno così bene in X!
A ben guardare, tuttavia, la teoria della capacità sociale non è completamente vuota. Fa una grande predizione empirica: I buoni risultati sociali correlati. Reddito, ricchezza, felicità, salute, cultura, divertimento, tempo libero e sicurezza andranno tutti insieme. E in effetti, questa previsione è vera: i buoni risultati sociali tendono ad andare insieme. Dire "La società X ha una buona salute perché ha un'elevata capacità sociale" è paragonabile a "La persona A è brava a imparare la matematica perché ha un alto quoziente intellettivo". In entrambi i casi, usiamo legittimamente buoni risultati generali per prevedere buoni esiti specifici .
Tuttavia, usare la capacità sociale per spiegare il mondo sembra profondamente insoddisfacente, per due ragioni principali: in primo luogo, gli osservatori informati sono già ben consapevoli che i risultati positivi sono correlati. In secondo luogo, una volta compreso il concetto di capacità sociale, è possibile esprimere immediatamente un'ovvia critica: "La domanda a cui teniamo veramente non è se la capacità sociale varia ampiamente tra i paesi, ma perché!"
https://www.econlib.org/state-capacity-is-sleight-of-hand/?highlight=%5B%22state%22,%22capacity%22%5D
UN’EQUAZIONE PER LA STORIA
UN’EQUAZIONE PER LA STORIA
In realtà esisterebbe. Descrive i millenni passati in modo affidabile, oltre a dire che tutto dovrebbe finire Venerdì 13 novembre 2026.
E’ stata elaborata negli anni sessanta e non è nemmeno facile da afferrare: la popolazione e la ricchezza si autoalimentano, la prima spinge la seconda e viceversa. Descrive bene la parallela crescita iperbolica degli ultimi 3000 anni di queste due variabili. In questo senso, nemmeno la rivoluzione industriale rappresenta una rottura dello schema.
Esempio (popolazione):
Anno 1: 100 milioni di persone
Anno 1000: 200 milioni di persone
Anno 1500: 400 milioni di persone
Anno 1750: 800 milioni di persone
Anno 1875: 1600 milioni di persone ... e così via.
Un modello del genere raggiunge una popolazione infinita in un tempo finito. Quello elaborato da Heinz von Foerster dopo aver analizzato la crescita della popolazione reale è molto simile e raggiunge una popolazione infinita nel 2026.
Per il reddito pro-capite le cose vanno all’incirca nello stesso modo.
Von Foerster ha pubblicato i suoi articoli nel 1960, che ironicamente è stato anche l'anno in cui le sue equazioni hanno cominciato a deragliare: la popolazione ha abbandonato il suo percorso di crescita iperbolico poiché proprio la fetta più ricca ha cominciato a fare meno figli e la crescita economica ne ha risentito.
Ma c’era d’aspettarselo, mentre la crescita iperbolica della ricchezza è facile da immaginare, quella della popolazione è più problematica: come puo’, per esempio, raddoppiare nel brevissimo periodo, occorrono almeno nove mesi per avere un figlio!
In altre parole, l’equazione vacilla perché non abbiamo più un modo per convertire il denaro in ricercatori innovativi che aumentino la nostra produttività. Il vecchio schema era abbastanza semplice: più denaro => più cibo => più popolazione => più ricercatori => più denaro. Il nuovo modo è solo più denaro => più anni all’università, più bamboccioni e più cagnolini…
Chissà se l' Intelligenza Artificiale ci riporterà in asse consentendoci di riconvertire l’eccesso di denaro in ricercatori: più soldi => più macchine intelligenti ricercatrici => più ricerca => più denaro.
https://slatestarcodex.com/2019/04/22/1960-the-year-the-singularity-was-cancelled/
In realtà esisterebbe. Descrive i millenni passati in modo affidabile, oltre a dire che tutto dovrebbe finire Venerdì 13 novembre 2026.
E’ stata elaborata negli anni sessanta e non è nemmeno facile da afferrare: la popolazione e la ricchezza si autoalimentano, la prima spinge la seconda e viceversa. Descrive bene la parallela crescita iperbolica degli ultimi 3000 anni di queste due variabili. In questo senso, nemmeno la rivoluzione industriale rappresenta una rottura dello schema.
Esempio (popolazione):
Anno 1: 100 milioni di persone
Anno 1000: 200 milioni di persone
Anno 1500: 400 milioni di persone
Anno 1750: 800 milioni di persone
Anno 1875: 1600 milioni di persone ... e così via.
Un modello del genere raggiunge una popolazione infinita in un tempo finito. Quello elaborato da Heinz von Foerster dopo aver analizzato la crescita della popolazione reale è molto simile e raggiunge una popolazione infinita nel 2026.
Per il reddito pro-capite le cose vanno all’incirca nello stesso modo.
Von Foerster ha pubblicato i suoi articoli nel 1960, che ironicamente è stato anche l'anno in cui le sue equazioni hanno cominciato a deragliare: la popolazione ha abbandonato il suo percorso di crescita iperbolico poiché proprio la fetta più ricca ha cominciato a fare meno figli e la crescita economica ne ha risentito.
Ma c’era d’aspettarselo, mentre la crescita iperbolica della ricchezza è facile da immaginare, quella della popolazione è più problematica: come puo’, per esempio, raddoppiare nel brevissimo periodo, occorrono almeno nove mesi per avere un figlio!
In altre parole, l’equazione vacilla perché non abbiamo più un modo per convertire il denaro in ricercatori innovativi che aumentino la nostra produttività. Il vecchio schema era abbastanza semplice: più denaro => più cibo => più popolazione => più ricercatori => più denaro. Il nuovo modo è solo più denaro => più anni all’università, più bamboccioni e più cagnolini…
Chissà se l' Intelligenza Artificiale ci riporterà in asse consentendoci di riconvertire l’eccesso di denaro in ricercatori: più soldi => più macchine intelligenti ricercatrici => più ricerca => più denaro.
https://slatestarcodex.com/2019/04/22/1960-the-year-the-singularity-was-cancelled/
sabato 20 aprile 2019
TI RACCONTO DA DOVE VIENI
TI RACCONTO DA DOVE VIENI
Ti stai forse chiedendo come viveva l’uomo primitivo?
La tua curiosità è lecita perché lì stanno le tue origini. Fortunatamente non è neanche troppo difficile da soddisfare: basta soggiornare presso quei popoli che ancora oggi vivono in quella condizione senza nessun contatto con la civiltà. Napoleon Chagnon lo ha fatto passando diversi mesi presso gli Yanomamö (foresta al confine tra Brasile e Venezuela). Il suo racconto ci disturba ma vale la pena ascoltarlo per capire la nostra natura più profonda.
L’uomo primitiva è sicuro di sé, piuttosto arrogante, sorprendentemente indifferente al mondo che va oltre la sua cerchia. La curiosità non è certo una sua virtù. Tu ti presenti al villaggio con motoscafi e torce elettriche, tutte cose che non ha mai visto e che gli farebbero immensamente comodo. Eppure lui non è sorpreso e non dà segno della minima ammirazione. Magari le desidera, le pretende, ma non ti dà alcun credito per il fatto che sei tu a detenerle. Capisci immediatamente quando sei al cospetto di un vero “selvaggio”. Lo distingui al volo da quelli che bazzicano le missioni: i primi hanno una specie di fierezza nello sguardo, un aspetto altezzoso. Sono cattivi e infidi. Quando sei in mezzo a loro, ti circondano incuriositi (tu ai loro occhi sei un essere subumano), ognuno chiedendo con grandi schiamazzi di essere ascoltato, e, se non rispondi prontamente, presumono che tu non senta e urlano ancora più forte. Se non ti capiscono la colpa è tua. Il primitivo è falso e racconta palle a raffica. Se penso alle cazzate sparate da antropologi che, accontentandosi di brevi presenze presso il suo villaggio, si sono bevuti di tutto... Il primitivo è un burlone, sempre intento a ordire dispetti puerili: si diverte, per esempio, a farti dire cose che offendono gli altri. Tra i primitivi il colpevole è l’ “ambasciatore”: ad esempio, se Kumamawä volesse dire a Wakupatawä che è veramente brutto, Kumamawä direbbe a me: "dì a Wakupatawä, 'Wa waridiwa no modahawa!' ('sei davvero brutto!')" Io, ovviamente , senza nessuna idea di quanto faccio mi limito a ripetere innocentemente quello che Kumamawä mi ha chiesto di riferire a Wakupatawä. Ecco, Kumamawä, anche se consapevole di come sono andate le cose, invece di prendersela con Wakupatawä, si arrabbierà nei miei confronti con grande spasso del mio emissario! Il loro criterio di bellezza femminile risiede essenzialmente nella quantità di peli pubici. Lo humor si fonda quasi sempre su volgarissimi doppi sensi a sfondo sessuale. Gli uomini hanno più mogli, le donne possono anche avere più compagni, finché questi non trovano una loro sistemazione migliore. Tra adulti è tassativamente proibito pronunciare i rispettivi nomi (tabù del nome). Sapere il nome di qualcuno e pronunciarlo dà una specie di potere su di lui. Ma puoi dire “la mamma di Nakabaimi”, i nomi dei bambini sono leciti (a meno che non siano malati). Oppure puoi usare uno dei tanti soprannomi denigratori. Lo straniero è sempre visto con sospetto e osteggiato. Il razzismo dei selvaggi è parossistico, bastano infime differenze per scatenare terribili invidia, crudeli esclusioni e disprezzi schifati. La parentela, ovvero il sangue, è al centro di tutto, quando vieni accettato dal gruppo diventi un parente "finzionale" e ti chiamano “fratello”. Ci si sposa solo tra cugini. Il primitivo è egalitarista a oltranza: uno vale uno e nessuno deve svettate, se qualcuno ci prova la sua testa cade presto e viene impalata davanti alla sua capanna. Solo la parentela ti eleva: il capo del villaggio è quello con più figli e cugini. I maschi sono ossessionati dal prestigio, l'onore è causa di duelli mortali. Occhio agli adolescenti, si arrabbiano rapidamente e si dimostrano aggressivi se qualcuno usa il loro nome ad alta voce (obbiettare all'uso pubblico del proprio nome è una sorta di esibizione di coscienza del proprio stato). I primitivi sono sessisti all'inverosimile e lo status delle sue donne risulta piuttosto infimo. Nelle sue conversazioni gli argomenti che ricorrono sono essenzialmente due: sesso e violenza. In un dialogo tipo c'è Tizio che dice a Caio di come si sia scopato X dopo aver spaccato la faccia a Y. Il primitivo ha sempre in testa la vendetta. Ogni famiglia che si rispetti è impegnata almeno in una faida che comporta raid settimanali nei villaggi finiti (minimo due morti)...
Eccetera.
LAVORATORI SFRUTTATI
LAVORATORI SFRUTTATI
Puo’ darsi che il capitalismo sfrutti i lavoratori, ma non è tutta colpa sua.
Da cosa lo deduco?
Dal fatto che quando l’impresa è co-gestita o gestita dai lavoratori stessi (cooperative) i lavoratori sono ancora più sfruttati.
Puo’ darsi che il capitalismo sfrutti i lavoratori, ma non è tutta colpa sua.
Da cosa lo deduco?
Dal fatto che quando l’impresa è co-gestita o gestita dai lavoratori stessi (cooperative) i lavoratori sono ancora più sfruttati.
PERCHE’ GLI STIPENDI NON AUMENTANO?
PERCHE’ GLI STIPENDI NON AUMENTANO?
Tra le cause c’è anche l’alta tassazione e l’esigenza di eluderla.
Se il tuo capo ti compra una sedia ergonomica e tollera orari flessibili, realizza forme di compensazione esentasse.
Ormai una quota crescente degli stipendi è pagata in questo modo senza che traspaia nelle statistiche.
Risultato: il boss tratta i lavoratori troppo bene e li paga troppo poco.
LA FINAZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA
LA FINAZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA
Ne avete sentito parlare anche voi, vero?
Esiste?
Forse no.
Chi la sostiene fa notare che i volumi finanziari rappresentano una quota crescente del PIL.
Ma la finanza si occupa di gestire i patrimoni, non il reddito. Sarebbe meglio rapportarla alla ricchezza disponibile, non al PIL.
In questo caso la quota della finanza nell’economia è costante da almeno mezzo secolo.
venerdì 19 aprile 2019
CHI HA PAURA DELLA PSICOLOGIA EVOLUZIONISTA?
CHI HA PAURA DELLA PSICOLOGIA EVOLUZIONISTA?
1) Chi pensa che cio’ che è naturale sia anche buono.
2) Chi pensa che cio’ che è buono debba essere naturale.
3) Chi pensa sia 1 che 2.
4) Chi teme il determinismo genetico.
http://www.arnoldkling.com/blog/another-dispatch-from-the-idw/
1) Chi pensa che cio’ che è naturale sia anche buono.
2) Chi pensa che cio’ che è buono debba essere naturale.
3) Chi pensa sia 1 che 2.
4) Chi teme il determinismo genetico.
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