lunedì 12 giugno 2017

Strage di Bologna - Parte seconda

La strage alla stazione di Bologna - I nemici della Repubblica: Storia degli anni di piombo (Italian Edition) Vladimiro Satta
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3. Il problema del movente
Premesso che, storicamente, gli attentati contro impianti ferroviari erano nel repertorio di alcuni gruppi di estrema destra, la sentenza di Cassazione n. 14890/95 ha stabilito che «la strage di Bologna era oggettivamente compatibile con la strategia terroristica che in quel momento una parte della destra eversiva stava attuando
Note:LA STRATEGIA FERROVIARIA
il fallimentare attentato del 1973 al treno Torino-Roma eseguito da Nico Azzi e quelli cosiddetti minori degli anni 1974 e 1975 sulla linea ferroviaria tra Chiusi e Arezzo in ordine ai quali erano stati condannati Luciano Franci e Mario Tuti.
Note:I PRECEDENTI ATTENTATI CON CUI SI STABILIVA UN LEGAME
Le fonti da cui si ricavava la compatibilità tra l’attentato del 2 agosto 1980 e l’attività dell’ultradestra in quel periodo erano: un «manoscritto rinvenuto pochi giorni dopo la strage, in una cabina telefonica di Bologna, nel quale si rivendicava che d’ora in poi lo scopo della lotta allo Stato era quello di causare le massime perdite possibili»;31 l’allarme lanciato a luglio 1980 da un simpatizzante della destra extraparlamentare detenuto, Vettore Presilio, il quale disse di avere appreso che i fascisti progettavano un attentato contro il magistrato trevigiano Giancarlo Stiz e altre azioni clamorose non meglio specificate; le dichiarazioni rese un paio di mesi dopo la strage da Leonardo Giovagnini, direttore dell’emittente locale di estrema destra Radio Mantakas, il quale riferì che nel luglio precedente Roberto Fiore, di Terza posizione, gli aveva confidato che «i militanti erano armati e pronti a compiere azioni terroristiche».
Note:LE FONTI CHE COLLEGAVANO LA STRAGE ALLA DESTRA. POCO PROBANTI
il terrorismo, sia indiscriminato che contro obiettivi ben individuati, […] può essere indicato per scatenare l’offensiva contro le forze del regime contando sull’impressione prodotta sia sul nemico che sulle forze almeno in parte a noi favorevoli. […] È indubbio che si avrà quasi automaticamente un estendersi della lotta armata, favorita anche dalla prevedibile recrudescenza della repressione. […] Il cecchinaggio, pur valido da un punto di vista tattico, non è di per sé sufficiente.
Note:DOCUMENTO RINVENUTO A NUORO. REDATTO FORSE DA TUTI
Tuttavia la pertinenza di questo documento è discutibile, per ragioni soggettive e oggettive. Soggettive, perché gli estensori, pur essendo fascisti, non coincidono né con i condannati per la strage di Bologna né con i Nar…. nel caso della stazione di Bologna, dove sono le rappresaglie, le ritorsioni e gli ultimatum fascisti che secondo il documento avrebbero dovuto permettere di dirottare l’eventuale odio popolare verso le autorità?
Note:DUBBI
L’ennesima riprova della difficoltà di trovare un movente fascista convincente si riscontra nelle riflessioni extragiudiziali del magistrato Vittorio Borraccetti. L’autore, a conclusione di un esame critico dei moventi che teoricamente i fascisti potevano avere, si trova a ripiegare sull’irrazionalismo puro:
GIUDICE BORRACCETTI: L"IRRAZIONALISMO COME UNICO MOVENTE
Il Sismi e l’operazione «Terrore sui treni»
confezionamento di una pista investigativa da parte del capo del Sismi Giuseppe Santovito e di due ufficiali del Servizio, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte. Costoro inventarono che una «fonte» del Servizio aveva preannunciato l’attuazione di un programma eversivo accompagnato da attentati dinamitardi – denominato «Terrore sui treni» – e poi, con l’aiuto del maresciallo Francesco Sanapo, fecero collocare su un treno della linea Taranto-Milano una valigia contenente materiali altamente indizianti: esplosivo dello stesso tipo di quello usato per la strage di Bologna,
Note:LA FALSA PISTA
la messinscena «Terrore sui treni» fu trattata nell’ambito della presunta costituzione di un «centro di potere arbitrario ed occulto» all’interno del servizio segreto militare, detto «SuperSismi» o «SuperEsse», a opera di appartenenti al Servizio stesso e di estranei, tra cui il cosiddetto «faccendiere» Francesco Pazienza.
Note:SUPERSISMI
Un anno dopo, in appello, gli imputati furono però assolti dall’accusa di associazione a delinquere per insussistenza del fatto, e condannati per peculato e reati minori.
Note:SUPESISMI SMONTATO
È pacifico che il contenuto della valigia del gennaio 1981 e le notizie sul piano «Terrore sui treni» messe in circolazione dagli ufficiali del Sismi erano tali da intrecciarsi strettamente con l’inchiesta sulla strage del 2 agosto 1980 e che l’intervento di Santovito, Musumeci e Belmonte configura una manipolazione, la quale va di gran lunga al di là delle renitenze del Sid a collaborare con l’autorità giudiziaria registratesi nei primi tempi delle indagini su Piazza Fontana,
Note:FATTI GRAVI. PEGGIO CHE LE RETICENZE DEL SID ALL’EPOCA DI PIAZZA FONTANA
C’è da aggiungere che anche Licio Gelli fu condannato per avere interferito nelle indagini. Nella prima decade di settembre 1980 il capo della P2 disse a un funzionario del Sisde, Elio Cioppa, che bisognava guardare all’estero invece che in Italia e secondo i giudici, ivi compresi quelli di Cassazione, i servizi segreti recepirono l’indicazione, essendo asserviti al Gelli.
Note:GELLI INTERFERISCE CONDANNATO.
Poiché della strage del 1980 sono stati dichiarati colpevoli Fioravanti, Mambro e Ciavardini, la definizione di depistaggio usata per la manipolazione effettuata dai tre uomini del Sismi nel 1981 è compatibile con la condivisione delle sentenze a carico dei neofascisti solo nella misura in cui si dimostri che «Terrore sui treni» serviva a stornare i sospetti dai futuri condannati e dal loro ambiente. Tuttavia, già nel 1986 uno fra i sostenitori della matrice fascista della strage di Bologna, il magistrato Borraccetti, notava a proposito di «Terrore sui treni», che per la verità questa creazione di falsa prova sembra almeno in parte avere avuto lo scopo di assecondare l’indirizzo delle indagini, non di smentirlo, se è vero che la collocazione della valigia su di un treno proveniente da Taranto consentiva di collegare il fatto ai soggiorni di Mauro Addis, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, nonché di altri personaggi della destra, in quella città. […] Certo non si può non riflettere sul fatto che questo intervento dei servizi, se da una parte sembrava voler indicare agli inquirenti una pista straniera, dall’altra rafforzava l’indirizzo delle indagini verso un determinato settore della destra eversiva, quello di Valerio Fioravanti.
Note:BORRACCETTI: TERRORE SUI TRENI SEMBRA AGEVOLARE LA CONDANNA DEI NEOFASCISTI, NON OSTACOLARLA
i biglietti aerei presenti nella valigia rinvenuta il 13 gennaio 1981, pur essendo intestati a due stranieri, avevano a che fare con i Nar. I biglietti risultavano comprati a Bari da un giovane la cui descrizione fisica era associabile a Giorgio Vale, tanto che pochi giorni più tardi Santovito poté comunicare plausibilmente all’autorità giudiziaria che l’acquirente era proprio lui, persona notoriamente in contatto con Cavallini e Fioravanti, al punto che taluni giornali avevano pubblicato insieme le foto dei tre. Per giunta, da un controllo sulle prenotazioni per i voli da Milano verso Francia e Germania partiti nella stessa data dei biglietti aerei della valigia, emersero i nomi «Fiorvanti» e «Bottacin». Lo pseudonimo «Bottacin» era quasi uguale a «Bottagin», il nome recato da un documento falso usato da Cavallini quello stesso inverno e, ovviamente, «Fiorvanti» faceva pensare a Valerio Fioravanti.
Note:ALTRO ELEMENTO PER IPOTIZZARE UN'AZINE DEL SISMI CONTRO I NAR DI FIORAVANTI
Colombo rovescia la valutazione dei giudici e definisce la finzione montata dal Sismi un «impistaggio» anziché un depistaggio,
Note:IMPISTAGGIO
rispose infatti negativamente al giudice istruttore di Bologna il quale gli aveva domandato se fossero compartecipi del piano eversivo «Terrore sui treni» gli imputati della strage di Bologna Sergio Calore, Dario Pedretti, Francesco Furlotti, Aldo Semerari, Paolo Signorelli e «che parte avessero avuto i Nar» nel nuovo progetto: «È stato escluso il legame con i Nar, come è stata esclusa la partecipazione alla strage dei nominativi segnalati» scrisse Santovito all’autorità giudiziaria.
Note:MA SANTOVITO DAL GIUDICE HA SEMPRE NEGATO UN COINVOLGIMENTO DEI NAR
Rimangono inesplicati, o peggio inesplicabili, i motivi per i quali il Sismi avrebbe agito dolosamente in favore dei Nar. Fioravanti, Mambro e Ciavardini non erano Guido Giannettini, ovvero non c’erano tra loro e gli apparati di sicurezza rapporti pregressi da nascondere
Note:NON CHIARI IL MOVENTE DEL SUPERSISMI
lo scopo non era tanto di incastrare questo o quel fascista, quanto di alimentare la generica convinzione che la strage di Bologna fosse «nera». Peraltro, non a fini antifascisti: qualora per la strage di Bologna, come per quella di Peteano, fosse stato possibile instradare l’inchiesta verso gli attivisti di Lotta continua o verso un gruppo di giovani pregiudicati per reati comuni, forse Santovito, Musumeci e Belmonte avrebbero disseminato falsi indizi in direzione di questi ultimi anziché di Fioravanti
Note:OBBIETTIVO: INCASTRARE I FASCISTI. MA PER PROTEGGERE CHI?
Il terrorista tedesco Kram e la pista palestinese
In partenza, si osserva che la presenza di Kram a Bologna la mattina della strage è sicura – a differenza di quella dei neofascisti condannati – e che a lui, in quanto appartenente a un gruppo collegato al terrorismo mediorientale, si può attribuire un movente: la ritorsione, in conseguenza della rottura del patto tra Italia e guerriglieri palestinesi avvenuta con gli arresti di Ortona del 1979, il connesso arresto del giordano Saleh e la celebrazione di un processo su queste vicende davanti al tribunale di Chieti, che in primo grado aveva visto la condanna degli imputati
Note:PRESENZA SICURA E MOVENTE CERTO
Secondo la ricostruzione che prende le mosse da Kram, delineatasi nel corso dei lavori dell’ex Commissione Mitrokhin,52 l’attentato sarebbe stato eseguito dal gruppo di Carlos, formazione nata nella seconda metà degli anni Settanta e parzialmente composta da soggetti che, come il fondatore di Separat, in precedenza avevano militato nei ranghi del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) sotto la guida di Wadi Haddad, deceduto nel 1978.
Note:CARLOS
Carlos, invero, nega responsabilità sue e dei suoi uomini nella strage di Bologna, ma al tempo stesso dice che alcuni di essi videro Kram, «un insegnante comunista di Bochum» che dunque conoscevano, uscire dalla stazione di Bologna «pochi istanti prima dell’esplosione».56 Se avevano visto Kram, significa che erano lì anche loro.
Note:CARLOS NEGA MA...
La presenza di Kram a Bologna la mattina dell’attentato
Kram ha raccontato alla stampa e nel testo consegnato agli inquirenti che ai primi di agosto 1980 era in vacanza, contava di fermarsi a Milano e a Firenze da amici conosciuti durante suoi precedenti soggiorni in Italia e aveva fatto tappa a Bologna casualmente… Inoltre ha fatto notare che viaggiava con documenti autentici, cosa alquanto strana per uno che è in trasferta al fine di compiere un grave atto terroristico. I magistrati Alfonso e Cieri, però, giudicano incomprensibile il mancato soggiorno di Kram a Milano e la sua immediata ripartenza da lì, hanno accertato che nessuna corriera fece servizio da Bologna a Firenze nel giorno indicato dall’indagato
Note:A BOLOGNA IN VACANZA?
Kram, nel 1980, ancora non era latitante (lo diverrà nel 1987). La polizia della Germania Ovest lo sospettava di essere un fiancheggiatore del gruppo armato Rz e già dal 1979 aveva chiesto a quella italiana di tenere d’occhio l’uomo in occasione dei suoi movimenti nel nostro Paese, come riferì lo stesso Kram a «il manifesto» nel 2007. Ciò significa che egli, tornando in Italia nell’estate 1980, sapeva che poteva capitargli di essere sottoposto a un controllo, come in effetti avvenne il 1° agosto al valico di Chiasso, in ingresso dalla Svizzera.
Note:PERCHÈ VIAGGIAVA CON DOCUMENTI AUTENTICI?
Il movente palestinese
Qualora l’attentato fosse stato effettivamente eseguito da Kram, il movente dei suoi eventuali mandanti sarebbe la punizione dell’Italia per avere sequestrato i missili di Ortona e avere arrestato e condannato Saleh e i suoi complici, in violazione del «lodo Moro».
Note:MOVENTE: VIOLAZIONE DEL LODO MORO
dopo l’arresto degli autonomi e del giordano [Baumgartner, Nieri, Pifano e Saleh] il Giovannone fu veramente preoccupato per le reazioni palestinesi e pervenne a suggerire, dopo che [il 25 gennaio 1980] i predetti furono condannati, di adottare forti riduzioni di pena, […] diversamente sarebbero ripresi gli attentati in Italia, anche senza la loro etichetta.
Note:TESTIMONIANZA DEL DIRETTORE DEL SISMI ALL' EPOCA
al tribunale di Chieti una lettera, messa agli atti il 10 gennaio. La missiva affermava che: i lanciamissili erano di proprietà dello Fplp; non era intenzione di nessuno usarli in Italia, bensì si trattava di un trasporto verso l’estero;
Note:IL FRONTE RIVENDICA I MISSILI
Il 15 gennaio l’Ucigos trasmise alle questure di Roma e di Bologna un appunto, pervenuto da «fonte qualificata», nel quale si parlava di contatti informali tra il fondatore dello Fplp George Habash e «ambienti diplomatici arabi» per «far pressione sul governo italiano al fine di ottenere la liberazione di Saleh» e si avvertiva che il leader palestinese «non escluderebbe il ricatto terroristico» pur di averla vinta.
Note:PRESSIONI
«sulla base di precise direttive del Governo di cui erano al corrente tutti i Ministri prendemmo contatti con i Palestinesi dei vari gruppi e ci accordammo per evitare attentati che coinvolgevano l’Italia; […] in questi accordi era compreso un patto di tolleranza da parte dell’autorità italiana nei confronti di patrioti palestinesi»
Note:LODO MORO
Giovannone suggerì di «adottare forti riduzioni di pena» a beneficio dei condannati, perché altrimenti «sarebbero ripresi gli attentati in Italia». Lo Fplp, continua Di Napoli, «avallò la tesi del Giovannone», avvertì che «sarebbe stato vano, da parte dell’Italia, ogni appello a Fatah» per scongiurarli e «fece richiesta di clemenza».
Note:CHIESTE FORTI RIDUZIONI DI PENA PER SCONGIURARE ATTENTATI
Il 2 agosto, a un mese esatto dall’inizio del processo di secondo grado, ci fu la strage. Dato che dopo il 2 agosto 1980 non ci furono altri gravi attentati esplosivi fino a quello del 1984 (bomba sul treno 904) al quale lo Fplp è comunque totalmente estraneo, è più ragionevole supporre che i palestinesi abbiano provvidenzialmente rinunciato ad attuare le loro documentate minacce, o supporre che la strage di Bologna sia opera loro?
Note:BOLOGNA. UNICO ATTENTATO PAPABILE
Un’amnesia collettiva
La prima discussione in Parlamento sulla strage di Bologna si svolse il pomeriggio del 4 agosto in Senato, dove il presidente del Consiglio Cossiga si sbilanciò in favore di una matrice nazionale di estrema destra.
Note:COSSIGA TRASCURA I PALESTINESI
Fece però eccezione l’intervento del missino Michele Marchio, il quale domandò «a che punto sono le indagini sulle responsabilità che senza dubbio incombono sul cittadino giordano residente a Bologna (che fu arrestato assieme a Pifano) dove esiste un’organizzazione terroristica di cittadini giordani, che si fanno passare per volenterosi studenti»,
Note:L'ECCEZIONE MISSINA
l’unica pista internazionale prospettata fu una pista libica, secondo la quale la bomba di Bologna poteva essere una terribile risposta di Gheddafi alla firma di un trattato tra Italia e Malta, avvenuta proprio il 2 agosto, che ledeva gli interessi libici nell’isola. Nell’ipotesi che il mandante fosse Gheddafi, avanzata dal ministro Antonio Bisaglia e in seguito sostenuta vigorosamente dal sottosegretario Giuseppe Zamberletti, Bologna sarebbe stata una replica di un messaggio inutilmente già lanciato con il disastro aereo di Ustica.
Note:LA PISTA LIBICA
Saleh, Kram e le autorità italiane dopo la strage
Il caso di Saleh, che a livello pubblico sembrava dimenticato, fu riaperto riservatamente nel 1981. Una nota Sismi del 15 luglio affermava che il magistrato della procura di Roma Domenico Sica, durante i primi mesi dell’anno, si era incontrato in Libano con esponenti dello Fplp… E questa volta andò diversamente rispetto agli avvertimenti del 1980: il 14 agosto l’arabo uscì di prigione, sebbene la sua libertà fosse parziale, in quanto per un certo tempo gravò su di lui l’obbligo di firma presso la questura di Bologna.
Note:1981 SI RIAPRE IN GRAN SEGRETO IL CASO SALEH
Il processo di secondo grado a Saleh si concluse il 18 gennaio 1982, con una condanna a cinque anni di reclusione (due meno di quelli inflittigli in primo grado) e nel 1983 l’arabo, il quale avrebbe dovuto scontare una pena residua di un anno e tre mesi, si rese irreperibile.
Note:SALEH CONDANNATO CON SCONTO. POI IRREPERIBILE
Kram non era fascista, al contrario era di estrema sinistra e per giunta, all’epoca, non si avevano indizi idonei a mettere in relazione il tedesco con il terrorismo mediorientale tramite l’organizzazione di Carlos. Non di meno, Kram era pur sempre l’unico personaggio sospetto sicuramente presente nel luogo sbagliato
Note:KRAMM. PERCHÈ NON SI INDAGÒ OLTRE?
Le valutazioni degli inquirenti bolognesi
«l’esistenza del “lodo Moro”» o comunque di un accordo «la cui violazione avrebbe indotto la reazione stragista non ha trovato alcuna conferma precisa nelle indagini della polizia
Note:PERCHÈ LA PISTA PALESTINESE È SATA ACCANTONATA? DUBBI SUL LODO MORO
il coinvolgimento del gruppo Carlos nella ideazione ed esecuzione della strage non hanno trovato alcuna conferma indiziaria
Note:SECONDO MOTIVO
L’ipotesi di coinvolgimento del gruppo Carlos, a ben vedere, passa non solo e non tanto attraverso Saleh, quanto attraverso Kram… La presenza di Kram nel posto sbagliato al momento sbagliato, storicamente accertata e priva di adeguata giustificazione da parte dell’interessato, costituisce appunto un indizio.
Note:MA
La presenza di Kram nel posto sbagliato al momento sbagliato, storicamente accertata e priva di adeguata giustificazione da parte dell’interessato, costituisce appunto un indizio.
INDIZIO CHIARO
L’esistenza di un accordo convenzionalmente chiamato «lodo Moro» e i suoi contenuti sono stati illustrati ampiamente in altre pagine di questo volume e non occorre ripetersi, bensì fare presente che c’è già una cospicua produzione storiografica, pubblicistica e parlamentare al riguardo. Si tratta perciò di una materia per la quale non ha senso rimettersi invece a nuove indagini da parte della polizia giudiziaria, né affidarsi alla memoria di taluni politici o ufficiali del Sismi… Purtroppo, quando Alfonso e Cieri hanno avviato le loro indagini Moro, Giovannone, Pennacchini e i pochi altri che sapevano tutto erano ormai scomparsi e non potevano più rispondere alle domande
Note:IL LODO MORO ESISTE. POCHI DUBBI
L’assenza di una versione scritta del «lodo Moro», con ogni probabilità, era una precauzione originata dalla consapevolezza che l’accordo aveva contenuti incompatibili con l’ordinamento giuridico italiano.
Note:IL LODO NON ERA UNO SCRITTO. OVVIO.
Se poi si accoglie l’idea che la finzione «Terrore sui treni» sia stata un depistaggio sì, ma ai danni di Fioravanti e Mambro invece che a loro beneficio, ecco che la volontà di nascondere la matrice palestinese pur di non provocare un terremoto diplomatico fornisce pure una spiegazione della condotta di Santovito, Musumeci e Belmonte, più credibile del semplice peculato.
Note:NASCONDERE LA MATRICE PALESTINESE
Alfonso e Cieri attribuiscono valenza contraria alla pista palestinese pure al fatto che lo Fplp non rivendicò l’attentato del 2 agosto 1980.
Note:PERCHÈ NESSUNA ROVENDICAZIONE?
Infine, Alfonso e Cieri ritengono che vi sia una «manifesta sproporzione» tra la strage di Bologna e l’arresto di «un dirigente non di primo piano, qual era Abu Anzeh Saleh» unito al sequestro di due missili.
Note:SPROPORZIONALITÀ
il punto in cui si asserisce la sproporzione tra strage di Bologna e arresto di Saleh è l’unico nel quale l’uomo viene definito una figura di secondo piano (pag. 67), mentre altrove egli era indicato come il numero uno dello Fplp in Italia (pagg. 56, 57, 68, 69 e 70).
Note:L'IMPORTANZA DA SALEH
L’altro termine della presunta sproporzione, le vite umane perse a Bologna, è per la nostra sensibilità un valore immenso. Purtroppo, però, non lo è affatto per le organizzazioni terroristiche. La storia pluridecennale del terrorismo mediorientale – e non solo mediorientale – dimostra a iosa che nella mentalità dei suoi protagonisti il fine giustifica qualunque mezzo,
Note:LA VITA UMANA PER UN TERORISTA
Due verità e un paradosso
Come si è visto, sulla strage di Bologna abbiamo finora: una verità definitiva che condanna i neofascisti nonché una richiesta di archiviazione per la pista palestinese, in sede giudiziaria; seri motivi di perplessità sulla responsabilità dei condannati nonché molti elementi in direzione delle organizzazioni palestinesi, sotto il profilo storico.
RIASSUNTINO

sabato 10 giugno 2017

L'odore dei pensieri

Vergogna (Super ET) (Italian Edition) BY J. M. Coetzee
non dire di un uomo che è felice finché non è morto.
Note:L ULTIMO CORO DELL EDIPO
penso che l’origine del linguaggio vada cercata nel canto, e l’origine del canto nel bisogno di riempire con un suono un’anima umana sovradimensionata e alquanto vuota.
Note:L ORIGINE DELLA MUSICA
un basso ostinato di soddisfazione, come il ronzio del traffico che culla il cittadino quando s’addormenta,
Note:LA FELICITÀ
Non c’è niente di male nei rituali, sono stati inventati per facilitare i passaggi imbarazzanti.
FUNZIONE DEL RITO
Poi mette su un altro disco: le sonate di Scarlatti, musica sorniona
Note:VECCHIO MARPIONE
Agli esseri piú belli si chiede una progenie sí che mai non perisca la rosa di bellezza
Note:SHAKESPEARE: TRATTATO DI EUGENETICA
Lei potrebbe ancora salvarsi con una bugia, sgusciargli via. Ma è troppo confusa, e l’attimo passa.
LA LENTEZZA DELLA PREDA
Melanie! – dice, cercando di pronunciare il nome in tono lieve. Ma ormai ha dimenticato come si corteggia.
Note:VECCHIO BABBIONE
come un coniglio quando le mascelle della volpe si chiudono sul suo collo.
Note:L'ABBANDONO
Ha il viso tirato; David si prepara a un fiume di parole rabbiose, a una scenata.
PRIMA DELLA PIAZZATA
A dispetto delle circostanze, David sente il solletichio del desiderio.
QUANDO MENO TA L’ASPETTI
E adesso ecco che lei è in casa sua, con l’inevitabile scia di complicazioni.
Note:QUANDO PENSI UNA BOTTA E VIA
David ha smesso da lungo tempo di stupirsi della vastità dell’ignoranza dei suoi studenti. Post-cristiani, post-storici, post-alfabetizzati, potrebbero essere usciti da un uovo non piú tardi di ieri.
Note:I POSTALFABETIZZATI
L’uomo che ha parlato è piccolo, magro, con le spalle curve. Indossa un abito blu troppo grande e puzza di sigaretta.
Note:ISAACS (IL PAPA’ DELLA “VITTIMA”)
lanciando un’occhiataccia alla figlia, sfidandola a obiettare.
Note:L’IRRITANTE TIMIDEZZA DELLA VITTIMA
il dito paterno macchiato di nicotina.
Note:RICORDI PRE-SCUOLA
Quei bisbigli pieni di maligna soddisfazione.
Note:LA COMUNITA’ DEI VIRTUOSI
Sgombriamo subito il campo, – dice l’avvocato, – sono vere le accuse? – Quanto basta. Avevo una relazione con la ragazza. – Seria? – La serietà migliora o peggiora le cose? Dopo una certa età tutte le relazioni sono serie. Come gli infarti.
Note:RELAZIONI SERIE
ti consiglio di cercarti un avvocato donna
Note:STRATEGIE DIFENSIVE NEI PROCESSI DI MOLESTIA 
Qualcuno su cui contare quando arriva il peggio: la caduta in bagno, il sangue nelle feci.
Note:L’EX MOGLIE ANCORA NEI PARAGGI
un ostinato improntato perennemente all’ infervorata recriminazione.
Note:DISCUTERE PRIMA DEL DIVOZIO
sopportare le estasi degli esseri disgustosi.
Note:FUNZIONE DELLE PUTTANE
partì la parte consolatoria dei discorsi… Nella vita ci sono cose piú importanti della prudenza…. Ci piacerebbe trovare un modo perché tu potessi continuare la tua carriera universitaria. In questo coro di benevolenza, – dice David, – non odo voci femminili.
Note:ZERO VOCI FEMMINILI 
Violenza: stava aspettando questa parola. Pronunciata con la voce vibrante della virtú offesa.
Note:LA PAROLA PIU’ ATTESA
assurdità!
Il sorriso della ragazza non ha cedimenti.
Note:SIGNORINA BUONASERA
Mentre mangia si sente addosso gli occhi di Lucy. Deve stare attento: niente disgusta un figlio piú del corpo dei genitori mentre esplica le sue funzioni.
Note:COSA NON TI PERDONA UN FIGLIO
gli toccherà essere ordinato.
Note:DA TEMPO NON VIVE CON UNA DONNA
Ritrattazione, autocritica, pubbliche scuse. Sono una persona all’antica, preferisco essere messo al muro e fucilato. Farla finita.
Note:IL POLITICALLY CORRECT E LA CINA DI MAO
Le donne che non fanno alcuno sforzo per essere attraenti non gli piacciono.
Note:LA DURA VITA DI CAMPAGNA
Cosí, quando Bev Shaw apre la porta, LUI fa buon viso a cattivo gioco, anche se il puzzo di urina di gatto, di rogna canina e di lisoformio gli dà il voltastomaco. La casa è esattamente come la immaginava: arredamento di infimo ordine, un’accozzaglia di soprammobili (pastorelle di porcellana, campanacci da mucca, uno scacciamosche di piume di struzzo), il lamento della radio, il cinguettio degli uccelli in gabbia, gatti dappertutto e sempre fra i piedi.
Note:A CASA DELL’ANIMALISTA
gli animalisti mi sembrano come certi cristiani. Cosí gioiosi e pieni di buone intenzioni che alla fine ti viene una gran voglia di stuprare e saccheggiare il mondo intero. O di prendere a calci il gatto.
Note:LA COMPAGNIA DELL’ANIMALISTA
un momento consacrato ai maschi e ai loro piaceri.
Note:Il SABATO POMERIGGIO A JOHANNESBURG
Yellow highlight | Location: 1,062
Puzza lontano un miglio di servizio socialmente utile.
Note:FINALMENTE UN LAVORO
Si concentri su qualcosa di consolante e di energico. I cani sentono l’odore dei pensieri.
Note:CONSIGLI ALL’AIUTO VETRINARIO
Le venuzze delle orecchie traspaiono in una filigrana rossa e viola.
Note:VISTA DA VICINO MENTRE OPERA
spara una breve raffica di palline sul pavimento… la padrona finge di rimproverarlo.
Note:Il CASO DEL CAPRONE RILUTTANTE SUL TAVBOLO OPERATORIO 
Il caprone trema, lancia un belato: un suono orrendo, basso e roco. Quando la crosta si stacca, David vede che la ferita, ancora aperta, è piena di larve che dimenano nell’aria la testolina cieca. Rabbrividisce. – Mosca carnaria, – dice Bev Shaw.
Note:MOSCA CANARIA
Riscoprendo nell’adulterio tutto il tedio del matrimonio.
Note:SLANCI BYRONIANI
Io mi appello ai diritti del desiderio, – dice. – Al dio che fa fremere anche gli uccellini. Nessun animale può considerare giusta una punizione perché ha seguito i suoi istinti.
Note:ARRINGA DEL MANIACO
Camminano in fretta, con lunghi passi da contadino.
Note:SPOSTAMENTI TRA I CAMPI
Ha la faccia piatta e inespressiva, gli occhi porcini;
Note:IL VIOLENTATORE
Si schiaffeggia il volto come un pazzo, mentre i capelli crepitano e prendono fuoco; si getta di qui e di là, lanciando mugghii informi che non nascono dalle parole ma dalla paura.
Note:E ALL’IMPROVVISO SCOPRI CHE NON HAI AFFATTO VOGLIA DI MORIRE
grida, e ripete questo urlo finché nella sua voce s’insinua una punta di follia.
Note:SOS
nell’abbraccio Lucy resta rigida come un bastone, senza cedere di un millimetro.
L’UMILIAZIONE DI CHI DEVE CONSOLARE 
L’orologio a muro segna le 17:45. David chiude l’occhio buono e scivola in una specie di deliquio in cui le due sorelle continuano a bisbigliare tra loro…  Quando riapre gli occhi l’orologio segna ancora le 17:45. Che sia rotto? No: la lancetta dei minuti ha uno scatto e si ferma sulle 17:46. Passano due ore prima che l’infermiera lo chiami,
Note:IL TEMPO DEL PRONTO SOCCORSO
Possibile che Bill Shaw, che è nato a Hankey, a meno di duecento chilometri da lí, e lavora in un negozio di ferramenta, conosca cosí poco il mondo da non sapere che esistono persone poco propense a fare amicizia, persone il cui atteggiamento nei confronti dell’amicizia fra uomini è corroso dallo scetticismo?
Note:QUELLA SCOCCIATURA DELL’ AMICIZIA
È costretto a chiamare Bill Shaw e a subire l’ignominia di farsi aiutare a uscire dalla vasca,
Note:L’IGNOMINIA DELL’ INVALIDO
Forse si sbaglia a credere che Lucy sia omosessuale. Forse preferisce semplicemente la compagnia femminile. O forse è proprio questa la definizione delle lesbiche: donne che non hanno alcun bisogno degli uomini.
Note:DEFINIZIONE DI LESBICA
Lucy regge il suo sguardo, con il collo rigido e gli occhi scintillanti.
Note:NON E’ PIU’ LA PICCOLA DI PAPA’
Per la prima volta ha un assaggio della vecchiaia, quando diventerà un uomo spossato, senza speranze, senza desideri, indifferente al futuro…. non resterà che l’involucro di una mosca in una ragnatela, fragile al tocco, piú leggero della pula,
Note:QUEL CHE RESTA 
Nessuno dei due ha fame, ma mangiano lo stesso. La cena è un rito, e i riti facilitano la vita.
Note:ANCORA RITI
Quanto piú divora, tanto piú diventa famelica.
Note:LA VENDETTA E’ COME IL FUOCO
Intere parti del codice linguistico inglese si sono ispessite, hanno perso le articolazioni, la capacità di esprimere, la facondia… la storia di Petrus ne uscirebbe artritica, stantia.
Note:UNA LINGUA PER LA STORIA DI PETRUS
Un cospiratore, un intrigante e senza dubbio anche un bugiardo, come i contadini in ogni parte del mondo. Onesto lavoro e onesta furberia.
Note:CONTADINO
Non gli importa di come riuscirà a strappare le parole giuste a Petrus, in questo momento gli preme solo sentirne il suono.
Note:IMPLORAZIONE
la carne viene mangiata, le ossa vengono frantumate e trasformate in mangime per polli.
Note:SULL’ AGNELLO
Se un’aggressione di quel genere segnasse per sempre? Trasformasse la vittima in una persona diversa e piú cupa?
Note:CI VORRA’ DEL TEMPO PERCHE’ LA VITTIMA TORNI DAL SUO “VIAGGIO”
l’inglese cui attinge con tanta disinvoltura è una lingua stanca, friabile, rosa all’interno dalle termiti. Solo dei monosillabi ci si può ancora fidare, e neanche di tutti.
Note:LA STANCHEZZA DELLA LINGUA
Sfrega indice e pollice insieme. – Soldi, soldi, sempre soldi.
Note:LE FEMMINE COSTANO CARE
Volteggia per conto suo, in quel modo solipsistico tanto di moda ai nostri giorni.
Note:DISCOTECA
sul recto il profilo dell’acida Vittoria, regina et imperatrix, sul verso gnu o ibis rampanti.
Note:MEDAGLIE
frasi ben tornite che s’impennano per poi ridiscendere.
Note:DECLAMAZIONI
le zampe si contorcono e l’occhio si appanna.
Note:QUANDO L’AGO CENTRA LA VENA. UN LAVORACCIO A CUI NON CI SI ABITUA
Non capisce che cosa gli stia succedendo. Fino a oggi gli animali gli erano quasi indifferenti….
QUANDO SEI SOLO… ECCO GLI ANIMALI 
come una suora che si lascia violentare per ridurre la quota di stupri nel mondo?
Note:LE MISTERIOSE VIE DEL BENE
La donna telefona all’uomo che la importuna e gli dice: «Ci sto».
Note: FINALE A SORPRESA
Veloce ed efficiente; per nulla africano.
Note:IL VECCHIO PETRUS
Non è difficile immaginare Lucy fra dieci anni: una donna corpulenta con la tristezza dipinta in viso, infagottata in vestiti fuori moda, che parla con i suoi animali e mangia da sola. Bella vita.
Note:LUCY FRA 10 ANNI
e sorride, mostrando i denti gialli di nicotina.
Note:PETRUS
È conscio dell’irritazione nella sua voce, ma non fa nulla per dominarla.
Note:SI ARRIVA AL DUNQUE
come se qualcosa l’avesse roso dall’interno lasciando solo il guscio vuoto del suo cuore.
Note:APATIA
È stato sconvolgente scoprire di essere odiata
Note:TRA COLLEGHI
«È impossibile che stia succedendo, – si diceva mentre gli uomini la tenevano ferma;
Note:PENSARE VORTICE
Mi sembri una delle tre scimmie, quella con le zampe sugli occhi.
Note:SEDUTA IN UN ANGOLO DOVE NON ARRIVA IL SOLE
sente il battito del suo cuore che scandisce il ritmo dell’esametro.
Note:LEGGENDO BYRON
l’impressione di essere sbirciato da un rapace chiuso in un sacco.
Note:SUL BANCO DEGLI IMPUTATI
E anche lui, David Lurie, bofonchia: – Amen
Note: ORAZIONE
conversa piacevolmente, colma i silenzi.
Note:LA PARTE DELL’ OSPITE
La vita di campagna in tutta la sua imbecille semplicità.
Note:GIORNO DOPO GIORNO
in un modo o nell’altro riescono ad arrivare in fondo alla cena.
Note:LA CONVERSAZIONE LANGUE
dopo una certa età si è troppo vecchi per imparare. Si può essere solo puniti, duramente puniti.
Note:DELITTO E CASTIGO
si vede con i capelli bianchi, curvo, mentre si trascina fino al negozietto all’angolo per comprare mezzo litro di latte e mezza forma di pane; si vede seduto alla scrivania con lo sguardo perso, in una stanza piena di carte ingiallite, ad aspettare che il pomeriggio volga al termine per potersi preparare la cena e andare a letto… troppo demoralizzato per prendere iniziative. ..
Note:VITA DELL’ ACCADEMICO A RIPOSO
Superman che china la testa mentre viene sgridato da Lois Lane.
Note: POSTER
«Secca. È ormai secca la fonte di ogni cosa».
Note: BYRON MUORE
Metti le parole sulla carta, si dice. Dopo sarà tutto piú facile. Cercherai con calma fra i maestri – Gluck, per esempio – plagiando melodie e forse – chi può dirlo? – nuove idee.
Note: ABBOZZARE UNO SCRITTO
«timida come una gazzella», diceva di lei
Note:BYRON E LA SUA TERESA
Libertà di parola. Libertà di tacere…. L’hanno condannato per il suo stile di vita. Per atti contro natura: per avere sparso seme vecchio, seme stanco, seme incapace di vivificare, contra naturam.
Note: LA SALVAGUARDIA DELLA SPECIE
una nota disdicevole su cui togliere il disturbo.
Note:RIMPIANTO
un gruppo di turisti con la faccia rubizza, contenti della loro adiposità,
Note: E LORO RIDONO
Immagini ipnagogiche,
Note: MENTRE CI SI ADDORMENTA
Chi l’avrebbe mai detto! Un giorno come gli altri, cielo limpido, sole tiepido, e d’improvviso tutto è cambiato,
Note:IL PEGGIO PASSA
nasconde il volto tra le mani, ansima, ansima e finalmente piange.
FINALMENTE
Assomiglia sempre di piú a una di quelle donne che trascinano i piedi nelle case di riposo bisbigliando da sole.
Note:SUA FIGLIA
una rabbia cosí primitiva… Le frasi che per tutta la vita ha evitato con cura sembrano improvvisamente giuste e appropriate: «Dàgli una bella lezione, rimettilo in riga».
Note:VENDETTA
la mano gli formicola ancora per i ceffoni.
Note:LA MANO DEL PAPI
Gli torna un’immagine dell’Inferno dantesco: la grande palude stigia, con le anime che bollono nell’acqua come funghi.
Note:ROSICARE
Una mattina, alzando lo sguardo, vede le facce di tre ragazzini che lo sbirciano dalla sommità del muro di cemento. Si alza dalla poltrona, i cani si mettono ad abbaiare, i ragazzi si lasciano cadere e se la danno a gambe ululando di eccitazione. Che bella storia da raccontare a casa: un vecchio matto che canta da solo in mezzo ai cani!
Note:QUANDO DIVENTI UNA BELLA STORIA DA RACCONTARE
è consapevole che il cane lo adora. Senza una ragione, incondizionatamente, David è stato scelto; quel cane morirebbe per lui, ne è sicuro.
Note:IL PRESCELTO
la parte meno bella del corpo di una donna, la meno espressiva, dunque forse la piú commovente.
Note: GINOCCHIA
come sia possibile entrare in una stanza all’apparenza normale e non uscirne piú.
MORTE

Condomini cattolici

Capitolo 5 – Abitare liberamente. Oltre i pregiudizi sull’auto-organizzazione residenziale di Francesco Chiodelli - La città rende liberi. Riformare le istituzioni locali (Policy) (Italian Edition) di Stefano Moroni
***Un dibattito nostrano poco vivace***
dal 1970 al 2010 il numero di statunitensi che vive in qualche forma di comunità contrattuale è passato da 2,1 a 62 milioni (dall’1 per cento al 20 per cento circa della popolazione totale); oggi le comunità contrattuali (residenziali) statunitensi sono circa 310.000, il 50 per cento delle quali costituite da forme organizzative particolarmente complesse e articolate.
Note:LE COMUNITA’ RESIDENZIALI UN FENOMENO CHE NON CI RIGUARDA TANTO. I CATTOLICI SI RIEMPIONO LA BOCCA CON LA PAROLA “COMUNITA’” E POI NON SONO NEMMENO IN GRADO DI DARE VITA AD UN CONDOMINIO CATTOLICO
qualche sporadico insediamento per popolazione benestante (si pensi ad esempio a San Felice, nei pressi di Milano)
Note:SAN FELICE, RARA ECCEZIONE
***Luoghi comuni***
Spesso – non soltanto nel discorso comune e giornalistico – si tende a considerare le comunità contrattuali come luoghi elitari destinati alle classi più agiate.[104] Per quanto negli Stati Uniti una parte rilevante di questi insediamenti (circa il 50 per cento) abbia caratteri di esclusività e sia destinata a fasce di popolazione ad alto reddito, le comunità contrattuali sono in verità disponibili per diversi segmenti di mercato: circa il 30 per cento è abitato dalla classe media; circa il 20 per cento da popolazione a reddito basso o medio-basso.[105] Da sottolineare anche che le comunità contrattuali statunitensi non sono prerogativa soltanto della popolazione bianca.
Note:IL LUOGO COMUNE DELL'ESCUSIVITÀ
***PREGIUDIZI***
trattamento diametralmente opposto che ricevono il cohousing[108] e quel tipo particolare di homeowners associations che sono le cosiddette gated communities[109] (lo stesso discorso vale anche per alberghi diffusi e outlet/centri commerciali). Il primo è solitamente analizzato in maniera estremamente positiva (con toni più o meno agiografici a seconda dei casi): gran parte della letteratura nazionale e internazionale sul tema vede nel cohousing «una valida soluzione contro la crescente atomizzazione e solitudine delle nostre grandi città [...], un nuovo modello di abitare e vivere la città, un’occasione di riscoprire socialità, cooperazione e solidarietà».[110] Al contrario, le gated communities sono solitamente analizzate in maniera estremamente negativa, come l’espressione di una “comunità in trincea”
Note:PREGIUDIZI SULLE GATED COMMUNITIES
Prendendo a prestito il lessico tassonomico proprio delle scienze naturali, si può piuttosto affermare che gated communities e cohousing sono semplicemente due varietà[112] di una stessa famiglia (quella, appunto, delle comunità contrattuali).
Note:TUTTE COMUNITÀ CONTRATTUALI
(i) il tipo di spazi e di attrezzature comuni (nel cohousing più orientato alla condivisione di momenti di vita quotidiana – ad esempio il pasto; nelle gated communities più orientato al fattore sicurezza); (ii) i gradi di partecipazione e coinvolgimento dei residenti nella gestione della comunità (nel cohousing sono più accentuati e presenti fin dalle prime fasi di costituzione della comunità; nelle gated communities sono più formalizzati e legati soprattutto alla gestione della comunità una volta costituita); (iii) i meccanismi di selezione dei membri (nel cohousing sono informali, di natura quasi empatica, ex-ante rispetto alla realizzazione fisica della comunità residenziale, basati su una serie di valori condivisi; nelle gated communities sono più formalizzati, impersonali, codificati nei documenti costitutivi dell’associazione, basati ad esempio sulla disponibilità a pagare il prezzo dell’abitazione e dei servizi forniti); (iv) i meccanismi di governo della comunità (nel cohousing le decisioni vengono solitamente prese per consenso, all’unanimità; nelle gated communities per votazioni a maggioranza o super-maggioranza).
Note:LE TRE DIFFERENZE ACCESSORIE TRA GATED COMMUNITIES E COHOUSING

I problemi di segregazione, spesso enfatizzati nel caso delle gated communities, se effettivamente riconosciuti come tali (cosa non affatto scontata),[116] devono essere estesi anche al cohousing. Non solo l’omogeneità sociale è tipica anche di quest’ultimo;
Note:SEGREGAZIONE?
In termini di politiche si può sostenere che non si dovrebbero mantenere «legislazioni ad hoc per ogni singolo tipo [di comunità contrattuale], ma [...] costruire un quadro giuridico quanto più astratto e generale possibile»…. evitando di distinguere le diverse tipologie di comunità contrattuali in “varietà buone” e “varietà cattive”.
Note:POLITICA: SI STABILISCANO DEI PRINCIPI, NON LEGISLAZIONI AD HOC
Come affermano Chris Webster e Renaud Le Goix,[121] la domanda da porsi in proposito non è tanto se il governo dovrebbe permettere a piccole comunità locali di pianificare e organizzare la propria vita collettiva contrattualmente, quanto, piuttosto, quali giustificazioni esistano per impedirlo. Si danno certamente alcune ragioni per regolamentare specifiche questioni relative alle comunità contrattuali; l’obiettivo dovrebbe però essere, in questo senso, quello di esaltarne gli aspetti positivi e minimizzare quelli negativi, incentivando nuove forme virtuose di sussidiarietà orizzontale in campo urbano.
EVVIVA LA SUSSIDIARIETÀ URBANA!

venerdì 9 giugno 2017

Il bene dove non te l'aspetti

Dolo e colpa sembrano all’origine degli atti che condanniamo.
Senza dolo o colpa è difficile emettere una sentenza di condanna morale.
L’atto criminale non merita assoluzione, ma nemmeno un comportamento colpevole puo’ essere perdonato.
La considerazione è importante perché è grave ma la colpa molto più diffusa.
Se Mister Y guida ubriaco e investe un bimbo sulle strisce si macchia di una grave colpa.
D’accordo, non voleva uccidere, nel momento in cui guidava non era consapevole, se ci limitassimo a quel lasso di tempo lui sarebbe innocente: non c’è né colpa né dolo nell’incidente che procura.
In effetti, se qualcuno viene drogato da terzi con la forza non puo’ certo essere ritenuto eticamente responsabile di quel che combina dopo.
Mister Y è “colpevole” perché “avrebbe potuto” conoscere i rischi. Riteniamo la sua negligenza una forma larvata di intenzione.
***
Fin qui tutto liscio, ma ecco che cominciano i problemi.
Facciamo il punto: un tribunale morale chiamato a condannare, condanna solo per dolo e per colpa. La presenza di un’intenzione nell’imputato – chiara o larvata - sembra fare la differenza.
Pensiamo ora ad un tribunale chiamato a premiare. Sembrerebbe che basti agire in modo simmetrico all’altro tribunale.
Il dolo ha una facile corrispondenza: al criminale si contrappone il giusto. A Hitler si contrappone San Francesco.
Ma qual è il contraltare del “colpevole”? Qual è il contraltare di Mister Y?
Chiamiamolo Mister X.
Alla nostra intuizione immediata un simile personaggio sfugge, tanto è vero che non abbiamo una parola per identificarlo con chiarezza.
Il colpevole (Mister Y) trascura un male eventuale che poi si realizza, per questo lo condanniamo.
Mister X dovrebbe essere un tale che trascura un bene eventuale che poi si realizza, per questo dovremmo ammirarlo!
Esiste una persona del genere?
Si propone spesso l’esempio del manager avido: viene proposto a costui un business plan che realizza alti profitti ma che come effetto collaterale deteriora l’ambiente. Lui reagisce così: “dell’ambiente me ne frego, mi interessano solo i profitti, procediamo”. E noi – naturalmente – condanniamo un simile figuro.
In una variante della storiella al manager viene proposto un piano che realizza alti profitti e in più, come effetto collaterale, migliora l’ambiente. Lui reagisce così: “dell’ambiente me ne frego, mi interessano solo i profitti, procediamo”. Ora che facciamo? Ci profondiamo in elogi così come prima abbiamo condannato con sprezzo? Se seguissimo la logica del giudizio precedente dovremmo farlo, siamo in una situazione perfettamente simmetrica.
Cio’ che ci rende difficile elogiare il manager avido è cio’ che ci rende difficile intuire l’esistenza di Mister X, anche se realizziamo in modo chiarissimo l’esistenza del suo contraltare, Mister Y.
Cerchiamo ora di correggere il nostro bias cognitivo: Mr Y trascura un male eventuale che poi si realizza, noi lo condanniamo moralmente. Mr X trascura un bene eventuale che poi si realizza, noi dobbiamo elogiare moralmente il suo comportamento.
***
Vediamo ora le conseguenze teologiche che derivano dall’eliminazione del bias cognitivo di cui sopra.
Padre Tosato dice che il messaggio evangelico puo’ convivere con la logica del capitalismo solo se siamo disposti ad accettare come meritorio un bene prodotto con senza intenzionalità.
A prima vista la cosa sembra impossibile.
Ma noi già accettiamo come perfettamente naturale  la situazione simmetrica, ovvero deprechiamo un male prodotto senza intenzionalità: quello dell’ubriaco che investe il bambino.
L’imprenditore (Mister X) potrebbe essere il contraltare dell’ubriaco (Mister Y): pensa solo al suo profitto ma crea ricchezza per tutti. Non pensa direttamente al bene che fa ma lo realizza in concreto.
L’ubriaco (Mister Y) pensa solo al suo piacere ma porterà la morte in strada. Non pensa direttamente al male che fa ma lo realizza concretamente.
Così come Mister Y è condannabile e merita l’ Inferno, Mister X è ammirabile e merita il Paradiso.
Mister Y avrebbe potuto pensare al possibile male e frenarsi. Non lo ha fatto. Merita una condanna all’ Inferno.
Mister X avrebbe potuto pensare al possibile bene e frenarsi. Non lo ha fatto. Merita un assunzione in Paradiso.
Il tutto contro la nostra distorta intuizione ma conformemente alla nostra ragione.
bbbbbbbbbbbbb

Il bene voluto

The Concept of Intentional Action A Case Study in the Uses of Folk Psychology - Experimental Philosophy by Joshua Knobe and Shaun Nichols
***
A question now arises about the relationship between folk psychology and scientific psychology. To what extent are they similar, and to what extent different?
Note:LE NOSTRE INTUIZIONI SU QUEL CHE PENSANO GLI ALTRI SONO CORRETTE?
I will focus on just one aspect of folk psychology—our folk-psychological concept of intentional action. People normally distinguish between behaviors that are performed intentionally (e.g., raising a glass of wine to one’s lips) and those that are performed unintentionally (e.g., spilling the wine all over one’s shirt).
Note:INFERIRE L'INTENZIONE
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The key claim here will be that—strange as it may seem—people’s intuitions as to whether or not a behavior was performed intentionally can sometimes be influenced by moral considerations. That is to say, when people are wondering whether or not a given behavior was performed intentionally, they are sometimes influenced by their beliefs about whether the behavior itself was good or bad.
Note:CORTO CIRCUITO TRA MORALE E INTENZIONE
The vice-president of a company went to the chairman of the board and said, “We are thinking of starting a new program. It will help us increase profits, but it will also harm the environment.” The chairman of the board answered, “I don’t care at all about harming the environment. I just want to make as much profit as I can. Let’s start the new program.” They started the new program. Sure enough, the environment was harmed. Now ask yourself: Did the chairman of the board intentionally harm the environment?
Note:PRIMA STORIELLA DEL MANAGER
Faced with this question, most people (though certainly not all) say that the answer is yes.
Note:LA RISPOSTA PIÙ COMUNE: SÌ. IL CRIMINE È INTENZIONALE
For suppose that we replace the word ‘harm’ with ‘help,’ so that the vignette becomes: The vice-president of a company went to the chairman of the board and said, “We are thinking of starting a new program. It will help us increase profits, and it will also help the environment.” The chairman of the board answered, “I don’t care at all about helping the environment. I just want to make as much profit as I can. Let’s start the new program.”
Note:PICCOLA VARIANTE NELLA STORIELLA
This one change in the vignette leads to a quite radical change in people’s intuitions. Faced with this second version, most people say that the chairman did not intentionally help the environment.
Note:E ORA LA RISPOSTA INTUITIVA CAMBIA IN MODO INCOERENTE
The results were clear and compelling: 82 percent of subjects who received the story about environmental harm said that the chairman harmed the environment intentionally, whereas only 23 percent of subjects who received the story about environmental help said that the chairman helped the environment intentionally.
Note:EVIDENZA

The effect continues to emerge when the whole experiment is translated into Hindi and run with Indian subjects (Knobe and Burra 2006); it emerges when subjects are only four years old (Leslie et al. 2006); it emerges even when the experiment is run on subjects who suffer deficits in emotional processing due to lesions in the ventromedial prefrontal cortex (Young et al. 2006).
Note:EFETTO UNIVERSALE

How then are we to make sense of the fact that moral considerations sometimes influence people’s application of the concept of intentional action?
Note:PERCHÈ UN' INTERAZIONE TANTO SINGOLARE E ASIMMETRICA?
I want to suggest is that there is another use of the concept of intentional action in light of which the influence of moral considerations really does make sense. The claim is that people’s concept of intentional action should not be understood simply as a tool for predicting and explaining behavior.
Note:FORSE IL CONCETTO DI INTENZIONE HA UN ALTRO SENSO
***
the structure of the cases in which people’s intuitions appear to be influenced by moral considerations.
Note:QUANDO SI VERIFICA L'INTERAZIONE?

First, let us consider the debate surrounding the role of trying and foresight. Some philosophers think that trying is a necessary condition for intentional action (Adams 1986; McCann 1986); others argue that a certain kind of foresight can actually be sufficient even in the absence of trying (Ginet 1990). The distinction between these two views comes out most clearly in cases of what might be called side effects. An outcome can be considered a ‘side effect’ when (1) the agent was not specifically trying to bring it about but (2) the agent chose to do something that she foresaw would involve bringing it about. The question is: Will people think that the agent brought about such an outcome intentionally?
INTENZIONALITÀ, TENTATIVO MIRATO E PREVEDIBILITÀ. INTENZIONALITÀ ED EFFETTI COLLATERALI
But when we study these cases systematically, we end up with a surprising result: people’s intuitions appear to be influenced by the moral qualities of the side effect itself. Specifically, people seem to be considerably more willing to say that the agent brought about the side effect intentionally when they regard that side effect as bad than when they regard the side effect as good.
Note:SORPRESA: IN MOLTI CASI CONSIDERIAMO INTENZIONALE SOLO L'EFFETTO COLLATERALE NEGATIVO
Consider a case in which an agent is trying to perform a behavior and actually does succeed in performing that behavior. And now suppose that the agent didn’t really have the skill to perform that behavior in any reliable fashion, so that ultimately the agent only manages to succeed through sheer luck. Has the agent performed the behavior intentionally? According to some philosophical analyses, the answer is yes (e.g., Brand 1984); according to others, the answer is no (e.g., Mele and Moser 1994).
Note:ABILITÀ E INTENZIONALITÀ. VOODOO
Jake desperately wants to win the rifle contest. He knows that he will only win the contest if he hits the bulls-eye. He raises the rifle, gets the bull’seye in the sights, and presses the trigger. But Jake isn’t very good at using his rifle. His hand slips on the barrel of the gun, and the shot goes wild . . . Nonetheless, the bullet lands directly on the bull’s-eye. Jake wins the contest. Faced with this case, most people think that it would be wrong to say that Jake hit the bull’s-eye intentionally…. But now suppose that we consider a case that is quite similar in certain respects but in which the behavior would normally be regarded as immoral: Jake desperately wants to have more money. He knows that he will inherit a lot of money when his aunt dies. One day, he sees his aunt walking by the window. He raises his rifle, gets her in the sights, and presses the trigger. But Jake isn’t very good at using his rifle. His hand slips on the barrel of the gun, and the shot goes wild . . . Nonetheless, the bullet hits her directly in the heart. She dies instantly. Changing the moral significance of the behavior in this way leads to a quite substantial change in the pattern of people’s intuitions. Faced with this second vignette, people overwhelmingly say that Jake hit his aunt intentionally.
Note:IL CASO DI JACK IL PISTOLERO IMBRANATO: RICONOSCIAMO INTENZIONALITÀ SOLO QUANDO COMBINA GUAI. PERCHÈ?

Klaus is a soldier in the German army during World War II. His regiment has been sent on a mission that he believes to be deeply immoral. He knows that many innocent people will die unless he can somehow stop the mission before it is completed. One day, it occurs to him that the best way to sabotage the mission would be to shoot a bullet into his own regiment’s communication device. He knows that if he gets caught shooting the device, he may be imprisoned, tortured, or even killed. He could try to pretend that he was simply making a mistake—that he just got confused and thought the device belonged to the enemy—but he is almost certain that no one will believe him. With that thought in mind, he raises his rifle, gets the device in his sights, and presses the trigger. But Klaus isn’t very good at using his rifle. His hand slips on the barrel of the gun, and the shot goes wild . . . Nonetheless, the bullet lands directly in the communications device. The mission is foiled, and many innocent lives are saved. Here most people feel that Klaus did hit the communications device intentionally.
Note:KLAUS. IL SOLDATO IMBRANATO MA BUONO. A LUI RICONOSCIAMO INTENZIONALITÀ
***COME SPIEGARE L’ASIMMETRIA? IL MODELLO MELE***
he suggests that people hold an explicit belief that an agent can be blameworthy for performing a behavior only if that agent performed the behavior intentionally.
IPOTESI MELE: INTUIAMO CHE PUÒ ESSERCI CONDANNA SOLO SE C'È INTENZIONE
When they encounter a case like that of the executive harming the environment, their tacit competence might spit out the conclusion: ‘This behavior is unintentional.’ But then they might think: ‘Wait! The agent is clearly to blame for his behavior, and agents can only be blameworthy for performing intentional actions. So the behavior in question just must be intentional after all.’
Note:COSA AVVIENE NELLA TESTA DI UNA PERSONA? PRIMA CONDANNA POI TORNA INDIETRO A METTERCI L' AINTENZIONE
I tried to create a situation in which people would come to believe that a behavior can be blameworthy even if it is not intentional. Subjects were given a story about an agent who performed a behavior unintentionally but seemed clearly to be deserving of blame. (The story concerned an agent who harms other people while driving drunk.) Subjects were then asked (a) whether or not the agent acted intentionally and (b) whether or not the agent was to blame for his behavior. As expected, almost all subjects answered no to the first question and yes to the second. Immediately after answering this question, subjects were presented with a case in which moral considerations usually have an impact on people’s intentional action intuitions… The answer is that the moral status of the behavior continues to have an impact even in this situation. As in previous studies, subjects were far more likely to classify the behavior as intentional when it was morally bad….
Note:MA NON SEMPRE LA CONDANNA IMPLICA INTENZIONE. IL CASO DELL' UBRIACO
***MODELLO ADAMS***
the effect might be due entirely to conversational pragmatics. The basic idea is that people are describing blameworthy behaviors as ‘intentional’ because they want to avoid certain unwanted implicatures. When a person utters the sentence ‘He didn’t do that intentionally,’ there is often a clear implicature that the agent is not to blame
Note:È TUTRA UNA QUESTIONE DI RETORICA
people’s use of this word is no sure guide to their application of the corresponding concept. Factors like conversational pragmatics may influence people’s use
Note:INTENZIONE. UNA PAROLA CHE USIAMO IN MODO INACCURATO
We can determine whether or not people regard a given behavior as intentional by looking at their use of the phrase ‘in order to.’ It seems that people are generally unwilling to say that an agent performed a behavior ‘in order to’ attain a particular goal unless they believe that the agent performed that behavior intentionally.
Note:ECCO UN METODO ALTERNATIVO PER CAPIRE SE ATTRIBUIAMO INTENZIONALITÀ
Faced with the harm vignette, people generally think it sounds right to say: ‘The chairman harmed the environment in order to increase profits.’ But, surprisingly enough, people who have been given the help vignette do not generally think it sounds right to say: ‘The chairman helped the environment in order to increase profits.’
Note:RITESTARE LE IPOTESI. ESITO
Presumably, this asymmetry in people’s use of the phrase ‘in order to’ reflects an asymmetry in people’s views about which behaviors were performed intentionally (Knobe 2004)…. There seems not to be any direct connection between being blameless and not performing an action in order to attain a goal….
Note:EVIDENTEMENTE NON C'È SOTTO SOLO RETORICA

***IL MODELLO NADELHOFFER***

the data are best explained in terms of the distorting effects of people’s feelings of blame. The key idea here is that moral considerations play no role at all in the fundamental competence underlying people’s concept of intentional action. However, when people classify an agent’s behavior as immoral, they may quickly come to feel that the agent is deserving of blame. This feeling then distorts their reasoning,
Note:TRATTASI DI SEMPLICE BIAS

two distinct stages in the process of moral assessment. First we make a judgment as to whether or not the behavior itself is bad and then—depending on the outcome of this first stage—we may end up making a judgment as to whether or not the agent deserves blame. Where in this whole process does the concept of intentional action appear? The commonsense view works something like this: On this model, people determine whether the behavior itself is bad without making any use of the concept of intentional action.
IPOTESI DI MODELLO SENSO COMUNE: MALE+INTENZIONE=COLPEVOLEZZA. È UN MODELLO CHE PERO’ NON SPIEGA LE STRANE INTERFERENZE TRA MORALE E INTENZIONALE
Nadelhoffer, Malle, and Nelson therefore propose that the process sometimes works more like this: On this model, people do not use the concept of intentional action to determine whether or not the agent is blameworthy. Instead, they assign blame before they have even applied the concept. Then they apply the concept in such a way as to justify the blame they have already assigned.
IL MODELLO DISTORTO IPOTIZZATO DA NADELHOFFER: MALE=>COLPEVOLE=>INTENZIONE
people were making some kind of error.
Note:LA GENTE SBAGLIA, SEMPLICE
There is, however, another plausible way to make sense of the data reported thus far. Perhaps the process actually works like this: This third model can make sense of the fact that people’s moral judgments sometimes influence their intuitions as to whether or not a behavior was performed intentionally,
TERZO SCHEMA: IL MALE EVOCA INTENZIONALITÀ. NOI VOGLIAMO UN COLPEVOLE
The basic idea is that people’s judgment that the behavior itself is bad can influence their intuitions as to whether the behavior was performed intentionally
Note:IL CAPRO
Instead of arguing explicitly against the view that moral considerations play some fundamental role in folk psychology, these authors simply propose alternative models and then try to show that their models provide plausible explanations of the data. The presumption seems to be that, if any alternative model can provide a plausible explanation, that model is to be preferred over the hypothesis that moral considerations really are playing a role in folk psychology.
Note:PERCHÈ NON SI VUOLE AMMETTERE CHE L'INTENZIONE SCATURISCE DA UN GIUDIZIO MORALE ANZICHE’ GENERARLO?
the basic purpose of folk psychology is to enable people to predict each other’s behavior or to offer them some other form of quasiscientific, purely naturalistic understanding. When folk psychology is understood in this way, it seems that it would be pointless for moral considerations to play any real role.
Note:MOTIVO: DOBBIAMO PREVEDERE I COMPORTAMENTI ALTRUI. SE L’INTENZIONE E’ UN BUON PREDITTORE VA SEMPRE POSTO PRIMA (ANCHE QUANDO I CONTI NON QUADRANO).
we can start out with the data and try to figure out what the data might be telling us about the nature of folk psychology.
Note:NATURALMENTE ESISTONO APPROCCI ALTERNATIVI
***

it seems that people are generally inclined to give an agent more praise and blame for behaviors they regard as intentional than for those they regard as unintentional.
Note:REGOLA GENERALE: PIÙ NTENZIONE, PIÙ MERITI E PIÙ COLPE
we should note that the three features we encountered in our discussion of intentional action—trying, foresight, and skill—play a crucial role in the process by which people normally assign praise and blame…. when people are wondering how much praise or blame an agent deserves, their conclusion will sometimes depend on whether or not the person was trying to perform a given behavior, whether she chose to do something that she foresaw would involve performing that behavior, whether she had the skill to perform that behavior reliably….
Note:SFORZO MIRATO, PREVISIONE, ABILITÀ… GLI INGREDIENTI DELL’INTENZIONE
A behavior is shmintentional if and only if the agent had skill and either trying or foresight….
Note:DEFINIZIONE DI SUPERINTENZIONALE: COMPORTAMENTO CON SFORZO PREVISIONE E ABILITÀ
The problem is that different features are relevant to different behaviors and that shmintentionality is therefore more relevant to praise and blame judgments for some behaviors than for others.
Note:NON ESISTONO REGOLE GENERALI
We noted above that there is a puzzling asymmetry in people’s intuitions about intentional action in side-effects cases. People seem to be far more inclined to say that an agent brought about a side effect intentionally when they regard that side effect as bad than when they regard it as good.
Note:LA PAZZA ASIMMETRIA
people generally give the agent considerably more praise and blame for ‘lucky successes’ when they regard those successes as immoral or morally good than when they regard them as achievements.
Note:IN NOI NON C’E’ SOLO UN PREDITTORE, C’E’ ANCHE UN MORALISTA. IL MORALISTA CHE È IN NOI RICERCA INTENZIONE
People’s intentional action intuitions seem to exhibit a certain flexibility, such that they look for different features when confronted with different behaviors, and they tend to consider in each case the specific features that would be relevant to determining whether the agent is deserving of praise or blame.
Note:PER QUESTO SIAMO COSÌ ELASTICI NELL' INTUIRE LA PRESENZA DI INTENZIONALITÀ. LA COSTRUIAMO AD HOC NEI SINGOLI CASI PER POTER MORALIZZARE
The key claim will be that people’s intentional action intuitions tend to track the psychological features that are most relevant to praise and blame judgments. But—and this is where moral considerations come in—different psychological features will be relevant depending on whether the behavior itself is good or bad.
Note:IPOTESI ALTERNATIVA PARTENDO DAI DATI: L'ATTRIBUIZIONE DI INTENZIONALITÀ SEGUE QUELLA DI COLPEVOLEZZA O MERITO
we in no way deny that the concept of intentional action is often used in the tasks of prediction and explanation. Nor do we deny that it is adequate for these tasks—that it can do a decent job of fulfilling various scientific purposes.
ATTENZIONE: QUESTO NON SIGNIFICA CHE L'INTENZIONE TALVOLTA NON SIA ALL'INIZIO DI UN PROCESSO. SI TEORIZZA SOLO L’ESISTENZA DI SITUAZIONI DIFFERENTI TRA LORO NON OMOGENEE