lunedì 8 ottobre 2012
Funny Games
Gli inserti di meta-cinema non giovano. Ma sul punto ci sono opinioni diversi.
sabato 6 ottobre 2012
Già in tasca
Il ministro dell’Istruzione, Profumo, ha inserito nell’ultima legge di stabilità l’aumento, a parità di stipendio, dell’orario di lavoro per professori di scuola. La legge prevede il passaggio da 18 ore settimanali a 24. In cambio i professori otterrebbero 15 giorni di vacanze in più all’anno.http://blog.ilgiornale.it/porro/2012/10/23/i-politici-e-le-18-ore-dei-prof/
Si tratta di una buona proposta. Ed è precisamente per questo motivo che essa non passerà. Il coro dei contrari è unanime: dai professori ai sindacati. Dal Pd al Pdl… Sindacati e professori dicono che lavorano anche al di fuori dell’aula. Sacrosanto. Ma per quale motivo non hanno mai voluto quantificarlo nei loro contratti collettivi? Per quale motivo la maggioranza dei nostri insegnanti gode di fatto di più ferie di quante essi avrebbero sulla carta? Motivo per il quale possono allegramente considerare l’aumento delle ferie proposto dal governo (da 35 giorni a 50) non come un miglioramento della loro vita lavorativa, ma come qualcosa che già hanno in tasca.
mercoledì 3 ottobre 2012
Teologie contro
Oggi la teologia razionale presenta almeno due scuole: i “personalisti” e i “classici”.
I secondi rispolverano San Tommaso riaggiornandolo: il loro razionalismo non cede a compromessi. I primi nutrono un grande rispetto per il buon senso.
I secondi descrivono dio partendo dall’ uomo: l’ uomo può fare alcune cose, dio puo’ fare tutto; l’ uomo puo’ conoscere alcune cose, dio conosce tutto; l’ uomo vive nel temo, dio vive nell’ eternità. Eccetera.
Questo approccio si scontra con alcuni principi cari ai razionalisti puri, principi che rendono Dio un’ entità astratta, il “principio della semplicità”, per esempio.
Ma il vero ostacolo è come render conto della libertà umana. I “personalisti” ci tengono a dare risposte di senso comune e il “principio di conservazione” guasta loro la festa. In esso si stabilisce che il mondo è creato e sussiste in ogni istante. C’ è contemporaneità e necessità tra la causa prima e la conseguenza attuale. Come puo’ un mio atto essere contemporaneo e necessario, oltreché libero? Come possiamo respingere il determinismo naturale per abbracciare il determinismo soprannaturale?
Lettura consigliata:
http://edwardfeser.blogspot.it/2012/07/classical-theism-roundup.html
Fondi contro Premi
Non è il caso di sostituire i fondi alla ricerca con i premi alla ricerca?
Non sarebbe una grande novità, in passato le cose funzionavano grazie ai premi.
Ok, d’ accordo, i fondi assolvono a funzioni importanti: oggi il ricercatore deve investire in macchine costose e staff numerosi.
Ma i premi conservano un duplice vantaggio: 1. si pagano solo i risultati e 2. tutti possono concorrere.
La manna dei burocrati della ricerca sarebbe finita.
Ma perché storicamente si è passati dai premi alla ricerca?
Forse perché prima il finanziatore era un soggetto potente in grado d’ imporre alla lobby degli scienziati il metodo più efficiente.
Nelle nostre democrazie il finanziatore è un soggetto disperso e la lobby degli scienziati hanno gioco facile nell’ imporre la soluzione più comoda per loro.
Letture: http://www.overcomingbias.com/2007/01/prizes_versus_g.html
Europa 51
Se il film non decolla è perché manca una vera “invasata”. Nei panni della mistica Ingrid Bergman, con quel sottofondo di lucidità nordica che si porta sempre dietro, mi spiace dirlo ma non è credibile. A meno che Rossellini ritenga sul serio che la pratica concreta dell’ “amore universale” e del “porgere l’ altra guancia” non siano affatto segnali di follia.
martedì 2 ottobre 2012
Il problema del “chi ha cominciato”.
Secondo Vivarelli il fascismo non è nato, e neppure si è affermato, come un movimento reazionario di classe sollecitato dagli agrari o tanto meno dagli industriali, come vuole lo stereotipo ancora oggi corrente. L'idea centrale della sua ricostruzione, invece - condotta, così come nei volumi precedenti, su una vastissima documentazione anche di ambito locale -, è che in Italia, tra il 1919 e il 1922, si sia combattuta in realtà una vera e propria guerra civile «tra due opposte passioni politiche», incarnate dai socialisti da un lato e dai fascisti dall'altro: la passione della classe e quella della nazione. Tra la bandiera rossa e il tricolore.
In una simile prospettiva di guerra civile il punto chiave, come è evidente, è l'uscita del conflitto sociale dai binari della legalità; il problema del «chi ha cominciato». E qui una montagna schiacciante di prove vale a mettere sul banco degli accusati il Partito socialista. Per pagine e pagine il lettore s'inoltra in una sorta di interminabile rassegna di quello che è difficile non definire un vero e proprio attacco di demenza politica che in quel dopoguerra colpì i socialisti
Il ladro di bambini
Il Carabiniere Antonio illustra al meglio la psicologia near/far scoprendo che una coppia di bambini nominati sull’ ordine di servizio è ben diversa da una coppia di bambini che ti guarda standoti di fronte.
La conclusione ripugnante
Fu Derek Parfit ad imbarazzare gli utilitaristi con il cosiddetto argomento della “conclusione ripugnante”:
per quanto una comunità sia composta da individui felici, esisterà sempre una comunità che, pur composta da depressi o disperati, dovrà essere giudicata come migliore secondo meri criteri utilitaristici. Basterà infatti scegliere la seconda in modo che sia sufficientemente numerosa
Ragionare con gli “infiniti” crea moli paradossi, da Pascal a Hilbert, questo è solo uno dei tanti. Il miglior modo per smontarlo consiste nel “ragionare” in piccolo pensando a un problema ben specifico: “perché non faccio un altro figlio”? Ecco che allora ci si accorge che un altro figlio potrebbe diminuire la felicità degli altri e la sua venuta al mondo non è detto che incrementi la felicità totale della famiglia. E’ vero, un numero infinito di figli, dal punto di vista teorico, risolverebbe il problema dell’ utilitarista pur dando vita alla “conclusione ripugnante” ma questa è solo un’ ipotesi teorica, meglio limitarci agli insiemi finiti. Solo postulando insiemi infiniti si elude la conclusione ripugnante
La buona notizia per i natalisti: gli argomenti utilitaristi fanno comunque parte del loro arsenale anche secondo le scienze sociali accademiche.
Per approfondire:
http://www.gmu.edu/centers/publicchoice/faculty%20pages/Tyler/ZERO.pdf
Il libro della giungla
Mai visto un cartone tanto reazionario.
Che ognuno stia al suo posto! Che ognuno stia coi suoi e si ricordi che è quello che è.
Altro che… “politiche inclusive”, altro che accoglienza e integrazione.
Il rapporto con il diverso è possibile (Baloo e Mowgli, per esempio), piacevole ma condannato alla precarietà. E quando va a gambe all’ aria il saggio (Bagheera) pensa: “ecco, ci siamo, c’ è voluto un po’ di più di quanto pensassi ma ecco che ci siamo…”.
sabato 29 settembre 2012
Funziona il gun ban?
Queste ricerche hanno tre problemi: 1. come specificare la presenza di armi (non ci sono registri) 2. come depurare la variabile dei crimini e 2. come fare controlli omogenei.
Di solito funziona il metodo “difference in difference”: confrontare la città (contee, stato) prima e dopo la ban law con un gruppo di controllo prima e dopo la ban law.
Esito: le politiche di ban law hanno scarso effetto.
Sembra che la politica più efficace sia quella di punire in modo esemplare chi fa un cattivo uso delle armi.
http://www.freakonomics.com/2008/07/07/no-more-dc-gun-ban-no-big-deal/
In alternativa si potrebbe mettere una qualche forma di controllo (specie sul gruppo più a rischio: giovani adulti) premiare chi denuncia il porto abusivo di armi:
http://www.freakonomics.com/2008/08/22/whats-your-best-idea-to-cut-gun-deaths-a-freakonomics-quorum/
Poi ci sono i metodi più tradizionali di regressione. Qui, per misurare l’ intensità degli armamenti privati ci si sbizzarrisce: c’ è chi usa exit poll (Lott, elasticità +3.3), c’ è chi usa gli abbonamenti a riviste specializzate (Dungan elasticità –0.2) e c’ è chi usa il tasso di suicidi con arma da fuoco (Cook, elasticità tra -0.01 e +0.03).
http://home.uchicago.edu/~ludwigj/papers/JPubE_guns_2006FINAL.pdf (qui c’ è Cook con il riferimento anche agli altri studi citati).
lunedì 24 settembre 2012
venerdì 21 settembre 2012
Disonestà coerente o onestà incoerente?
Nei giorni pari il legislatore italiano ritiene che "la formazione e l' aggiornamento regolare" dei commercialisti non sia solo inerente ma addirittura indispensabile per l' esercizio oculato della professione. Tant’ è che lo indica come obbligatorio.
Poi, nei giorni dispari, il legislatore indossa un’ altra maschera, quella da “legislatore fiscale” e decide che i costi (*) relativi ai “corsi di aggiornamento obbligatorio” sono inerenti all’ attività e quindi deducibili solo nella misura del 50%.
Per chi ritiene che l’ “incoerenza” combini più guai della “disonestà”, viene voglia di simpatizzare con quei politici che rubano direttamente dal vaso della marmellata.
(*) e i “costi” di cui sopra non sono pochi, basta pensare che sull’ aggiornamento ci campa un esercito di aggiornatori che quasi eguaglia quello degli aggiornati.
L’ imbucato
Chi oltre a pensare che il “capitale umano” sia la risorsa più preziosa che abbiamo pensa che questa risorsa si formi all’ Università, dovrebbe riflettere su un semplice fatto: le migliori lezioni universitarie sono aperte a tutti e gratuite, anche ai non iscritti. Nessuno vi fermera se accedete all’ aula. Perché mai il numero di “imbucati” è tanto basso se davvero si distribuisce un valore tanto prezioso?
Da leggere:
http://econlog.econlib.org/archives/2007/04/get_the_best_ed.html
mercoledì 19 settembre 2012
Fisco e Palestina
Da quando ho 6 anni in coda al TG sono costretto a sorbirmi il solito servizietto sulla “questione palestinese”. Mi affretto a cambiar canale anche se, lo confesso, è sempre tardi: un senso di noia incartapecorita si insinua puntualmente nel mio animo.
La domanda che vorrei fare a un palestinese: “Israele è più forte e organizzato, pensare di abbatterlo è pura utopia. Ma perché non vi sottomettete completamente ai suoi voleri vivendo in pace?
La risposta che mi attendo: “Ah sì? E come mai tu non ti sottometti a chi ti ricatta e ti vessa con pretese ingiuste?”
La risposta che non vedo l’ ora di dare: “Ma io già lo faccio: lo Stato in cui vivo mi estorce gran parte dei miei averi mediante una tassazione ingiusta e io, per puro quieto vivere, abbasso la testa, mi sottometto e pago fino all’ ultimo euro.
venerdì 7 settembre 2012
Bagnasco immaginario
Cardinal Bagnasco sull’ immoralità dell’ evasione fiscale:
L’uso della forza è immorale. Lo Stato detiene il monopolio della forza legalizzato. Ma legalità non vuol dire legittimità né moralità. Il prelievo fiscale sarebbe legittimo se fosse approvato all’unanimità. Nella realtà una maggioranza di individui attraverso i propri rappresentanti politici è in grado di espropriare una minoranza a tassi di imposta paragonabili a una vera e propria confisca e innegabilmente immorali. Possiamo allora ritenere che colui che resiste a questa oppressione attraverso l’evasione fiscale sia in una situazione di legittima difesa dei propri diritti? Ci sono diversi metodi di evadere il fisco. Chi esilia per sfuggire a un fisco vorace come quello europeo non fa che esercitare i propri diritti e la propria libertà. Tuttavia chi sfugge all’imposta sa che gli altri contribuenti rischiano di essere ancor più pesantemente vessati dal fisco a causa della sua defezione. Egli può scegliere se esiliare oppure intraprendere un’opera di persuasione verso i propri concittadini al fine di eleggere nuovi governanti o, per esempio, organizzare uno sciopero collettivo. Tutto ciò però rientra nella coscienza individuale, è difficile stabilire in proposito una regola generale incontestabile.
(fonte: il mio sogno di stanotte)
mercoledì 5 settembre 2012
Consigli all’ egoista perché faccia più figli
Il messaggio della scienza alle coppie: ci sono ottimi motivi per fare qualche bambino in più rispetto a quello che avete pianificato.
E’ vero, chi ha figli è più infelici di chi non li ha. Ma:
1. la differenza è minima;
2. la differenza è facilmente compensabile (molti sacrifici non sono in realtà necessari);
3. 2/3 di coloro che non hanno figli si pentono;
4. molti benefici vengono dopo (es.: diventare nonni).
Naturalmente il consiglio di “fare un figlio in più” deve tener conto che i figli sono indivisibili e che alcune persone hanno un’ avversione molto spiccata per i bambini.
Ci sono poi altre motivazioni per fare un figlio in più:
1. donare la vita a un bambino significa renderlo più felice;
2. donare la vita un bambino rende il mondo un posto migliore;
3. il miglior modo per aumentare la felicità di bambini consiste nell’ adottarne uno.
Certo, queste ultime motivazioni non toccano l’ egoista. Anzi, per dirla tutta sono particolarmente mirate sulle elites di un paese.
Ore buche
Molti trovano spiacevole pagare la retta universitaria.
Molti si disperano allorché scoprono di ignorare alcune nozioni prima dell’ esame mentre, una volta inserite stabilmente nel mondo del lavoro, non si mostrano preoccupati di averle ormai dimenticate.
Molti studenti in fondo non pensano affatto che “copiare” senza essere beccati sia poi così nocivo a se stessi.
Molti preferirebbero avere in tasca una laurea 110 e lode alla Bocconi avendo studiato spassandosela ad Urbino che avere una laurea risicata ad Urbino avendo studiato con grande impegno alla Bocconi.
Molti provano un senso di gioia all’ annuncio di un’ ora buca.
Molti in presenza di un prof. tollerante e di “manica larga” dedicano meno tempo allo studio della sua materia per concentrarsi sulle altre.
Se i “molti” sono davvero “molti” e se il loro atteggiamento è tutto sommato ragionevole, allora la funzione della scuola e dell’ università è sopravvalutata. Domanda: perché questi beni godono di così “buona stampa”? Quali potenti trucchi pubblicitari sono in campo per difenderne la reputazione?