Nei giorni pari il legislatore italiano ritiene che "la formazione e l' aggiornamento regolare" dei commercialisti non sia solo inerente ma addirittura indispensabile per l' esercizio oculato della professione. Tant’ è che lo indica come obbligatorio.
Poi, nei giorni dispari, il legislatore indossa un’ altra maschera, quella da “legislatore fiscale” e decide che i costi (*) relativi ai “corsi di aggiornamento obbligatorio” sono inerenti all’ attività e quindi deducibili solo nella misura del 50%.
Per chi ritiene che l’ “incoerenza” combini più guai della “disonestà”, viene voglia di simpatizzare con quei politici che rubano direttamente dal vaso della marmellata.
(*) e i “costi” di cui sopra non sono pochi, basta pensare che sull’ aggiornamento ci campa un esercito di aggiornatori che quasi eguaglia quello degli aggiornati.