Scommetto che in passato avete buttato giù il testo (in inglese) di una potenziale canzone a cui manca solo la musica e l' interprete giusto. Bene, tiratelo fuori dal cassetto e connettetevi...
link
mercoledì 28 ottobre 2009
Zingales contro il Glass-Steagall Act
Motivi:
1) alza il costo del credito;
2) la crisi viene dalle banche d' investimento, non da quelle commerciali;
La distinzione che conta non è quella tra banche d' affari e banche commerciali, ma tra banche "too big to fail" e le altre.
(24 ore 20.10.2009 "C' era una volta il senatore Glass)
1) alza il costo del credito;
2) la crisi viene dalle banche d' investimento, non da quelle commerciali;
La distinzione che conta non è quella tra banche d' affari e banche commerciali, ma tra banche "too big to fail" e le altre.
(24 ore 20.10.2009 "C' era una volta il senatore Glass)
Qualcosa batte in testa
L' emicrania si approssima... rullano i tamburi nella parte di sotto... spuntano le tribù di pensieri che sempre accompagnano il tuo ingresso nel proscenio... Mentre la terra risuona dall' interno... percossa e cava... vivente timpano... cerco la mia medicina, era al sicuro in cassaforte... e se questi giri di serratura non finissero più?... e se dovessi stare qua fuori a girare per sempre la chiave scortato dall' ansia?...
lunedì 26 ottobre 2009
E' facile essere più buoni...
... basta essere più profumati (qui e qui).
Le questioni in ordine crescente di interesse: 1) è vero? 2) perchè per molti non puo' essere vero a prescindere?
link
Le questioni in ordine crescente di interesse: 1) è vero? 2) perchè per molti non puo' essere vero a prescindere?
link
sabato 24 ottobre 2009
Diseguali di fronte alla legge?
Non so se la domanda sia troppo scontata o troppo impervia. Di sicuro, pur essendo fondamentale, sembra continuamente elusa.
Perchè la privacy dei cosiddetti "personaggi pubblici" dovrebbe valere meno rispetto a quella degli altri cittadini?
Perchè la privacy dei cosiddetti "personaggi pubblici" dovrebbe valere meno rispetto a quella degli altri cittadini?
venerdì 23 ottobre 2009
RAZZI-AMORAZZI
Per quanto il fumetto non mi abbia ancora regalato emozioni profonde, capita che lo legga con sincero godimento. Mi piace la Satrapi, mi piace lo Spiegelman di Mause ma il mio favorito è Love & Rockets. Non so se qualcuno conosce Maggie (meccanica specializzata in razzi), Hopey (punk a tempo pieno), Luba (lottatrice di wrestling), Penny Century (giornalista in carriera) e compagnia cantante. Se apprezzi il disegno dai tratti nitidi e puliti (stile "ligne claire" alla Tin Tin) qui ce l' hai. Ma la cosa più bella è che chi trova surgelati i fumetti di quel genere non ha proprio nulla di cui preoccuparsi. La variante proposta infatti non è priva di movimentazioni fresche, fantasiose e mai traumatiche, sia nel tratto del singolo disegno che nell' impaginazione delle varie scene. Sono storie corali, non c' è un vero protagonista, i protagonisti sono le ragazze che si arrangiano. Questo fumetto è pieno di ragazze che si arrangiano alla grande. Per chi non lo sapesse è uno spettacolo commovente vedere in azione una ragazza che si arrangia. Tanto per dare un' idea: sono tipe che languono d' amor avvitando il bullone spanato del calorifero che perde. Sono ragazze alle quali uno window shopping come si deve fa dimenticare che dovevano tagliarsi le vene. L' arte di moderare quelle voglie che ci salveranno. L' arte di tracciare le sismografie del capriccio. Le storie invece sono labirinti impenetrabili, proprio come l' animo di una ragazza che diventa donna (arrangiandosi). Una "ragazza che si arrangia" si arrangia sempre e dovunque. Problematiche che richiederebbero l' intervento di un supereroe della Marvel vengono sbrogliate con l' eleganza di chi sbaglia da professionista. Questa costellazione di sventatezze che noi lettori scusiamo entusiasti, decora piacevolmente ogni storia. Se proprio una soluzione perfetta non è disponibile, se un lavoro viene un po' così così, vabbè, ci si puo' sempre distrarre con delle piccole gioie: una camicetta veramente carina, l' ex culone che finalmente fa di nuovo passare i jeans... La seduzione del sapersi distrarre, la malia sprigionata dalla capacità di "passare oltre" e ricominciare...le Locas di L&R tutto ciò ce l' hanno. E ce l' hanno anche Los Bros. Hernandez che le hanno inventate
giovedì 22 ottobre 2009
Tragedia e bellezza
Ma la rete non è solo un luogo di depravazione, nella sua cameretta Yonlu ha creato anche tanta bellezza. Peccato si sia ucciso a 16 anni in quel di Puerto Alegre dopo una breve vita passata quasi interamente su internet. Tutti lo conoscevano come creativo e svitato. Solo la mamma lo ricorda invece come un ragazzino un po' troppo serio. Chissà cosa c' era sotto.
link
Breve Storia di una Secessione mancata
Perche' la LN non fa la secessione
In breve: la LN ha cercato seriamente di dare la secessione, ha avuto vigoroso consenso su questo programma in parte del Nord nel 1996-1998 ma non sufficiente ad arrivare al risultato. Questo e' il motivo principale per cui la LN non fa veramente la secessione. Nessuno in Italia specie tra i politici e' in grado di fare un bilancio attendibile dei vantaggi e svantaggi della secessione, questo e' uno dei tanti motivi per cui non e' certo da queste valutazioni che la LN ha (ad oggi) abbandonato l'indipendenza della Padania. Personalmente ritengo una secessione altamente nel medio-lungo periodo benefica sia per il Nord e forse anche piu' per il Sud, esattamente come e' avvenuto nel caso della secessione Cecoslovacca, ma non e' certo questo che determina i programmi politici che dipendono invece dalle preferenze degli elettori e dal consenso politico e dalla percezione che di tutto questo hanno i politici.
Ora espongo piu' in dettaglio. Bossi ha cercato seriamente di fare la secessione, a partire dalla campagna per le elezioni del 1996 quando la LN si e' presentata sola, prendendo piu' voti di ogni singolo altro partito nel Nord geografico dall'Emilia Romagna inclusa in su. Di seguito ci sono state la dichiarazione di indipendenza della Padania, e la manifestazione che secondo Massimo Fini ha raccolto se ricordo bene 300-600mila persone sulle rive del Po. Inizialmente il programma indipendentista della LN ha raccolto ampio consenso, specialmente nelle province pedemontane e montane, dove la LN ha preso tra il 30% e il 42% nel 1996, incrementando questi numeri gia' elevati dopo aver ulteriormente chiarito di voler puntare all'indipendenza. Ad esempio, nel giugno del 1997 la LN ha vinto le supplettive per il seggio di Tradate con il 46.2% aumentando il gia' largo consenso del 38.2% con cui aveva vinto lo stesso seggio nel 1996. Sempre nel 1997 alle elezioni amministrative la LN ha vinto da sola le province di Varese, Como e Vicenza e i comuni di Alessandria, Lecco e Pordenone. Nel Veneto i sondaggi indicavano un consenso alla LN aumentato dal 30% del 1996 al 47% nel 1997 - 1998. Tuttavia il consenso all'indipendenza della Padania, pur vigoroso in alcune delle aree piu' economicamente forti e produttive del Nord, non ha raggiunto il livello (maggioranza assoluta in un insieme ragionevole di province) che potesse innescare una secessione di fatto sia pure iniziale. Inoltre a partire dal 1999 gli elettori padani hanno progressivamente deciso di puntare Berlusconi piuttosto che sulla LN per raggiungere una soluzione piu' rapida ai danni che loro provocava il governo dell'Ulivo del tempo. Indicativi di questa tendenza sono i risultati delle amministrative del 1999 quando per un soffio la LN ha perso la provincia di Bergamo a favore del centro-destra. Da quella data Bossi cambia programma nella direzione di un accordo con Tremonti e SB per arrivare ad una riforma federale dello Stato, un accordo che SB effettivamente mantiene nonostante il magro risultato (3.9%) della LN nel 2001, approvando le riforme nella legislatura 2001-2006. Il resto e' storia recente, la LN sta riprovando la riforma elettorale, ma questa volta ha preso l'8.4% e poi il 10% alle europee invece del 3.9% del 2001.
Il bilancio dei trasferimenti di ricchezza tra Nord e Sud Italia
In passate discussioni su nFA l'entita' dei trasferimenti di ricchezza da Nord a Sud era stata gia' approfondita. Ricordo come riassume la situazione Mario Draghi nelle considerazioni finali del 2008:
La spesa pubblica è tendenzialmente proporzionale alla popolazione, mentre le entrate riflettono redditi e basi imponibili pro capite che nel Meridione sono di gran lunga inferiori. Si stima che il conseguente afflusso netto verso il Sud di risorse intermediate dall'operatore pubblico, escludendo gli interessi sul debito, sia dell'ordine del 13 per cento del prodotto del Mezzogiorno, il 3 per cento di quello nazionale. È un ammontare imponente; per il Sud, è anche il segno di una dipendenza economica ininterrotta. La sua incidenza non è uguale dappertutto: varia dal 5 per cento del prodotto regionale in Abruzzo al 20 per cento in Calabria. Nonostante un tale impegno finanziario, resta forte la differenza tra Mezzogiorno e Centro Nord nella qualità dei servizi pubblici prestati, a parità di spesa. Divari si trovano in tutti i settori: dalla sanità all'istruzione, dall'amministrazione della giustizia a quella del territorio, dalla tutela della sicurezza personale alle politiche sociali, alla stessa realizzazione di infrastrutture.
Negli interventi Spesa pubblica e tributi pagati nelle Regioni d'Italia e Mezzogiorno, Villa La Pietra, 2009 (pdf) (trasparenze 10 e 13) sono elencati i residui fiscali pro-capite per Regione, cioe' quanto ogni cittadino in media paga di tasse meno la spesa pubblica mediamente erogata nel suo territorio: questi numeri sono piu' concreti dei tuoi dati che contengono un profluvio di dati assoluti e di percentuali le cui conseguenze pratiche per il contribuente medio sono piuttosto nebulose. I dati elencati sopra spiegano che ogni famiglia lombarda di 4 persone invia verso Roma e verso il Sud 20mila euro all'anno (senza ottenere alcun risultato, aggiungo io). Questo in fin dei conti e' il numero che conta, e che le riflessioni sul fatto che lo Stato spende per acquistare prodotti delle industrie settentrionali non intacca se non marginalmente. Anche nel caso del Belgio i trasferimenti tra fiamminghi e valloni venivano efficacemente riassunti nella considerazione che ogni 3 anni ogni famiglia fiamminga regala un'automobile ad una famiglia vallone: in Italia e' molto di piu', per i lombardi, e anche le altre Regioni del Nord contribuiscono pesantemente.
Non ci puo' essere dubbio alcuno che questi soldi che i settentrionali "regalano" a Roma e al Sud senza ottenere alcuno sviluppo anzi ricevendo indietro servizi statali che l'Economist correttamente definisce "miserabili" sono una perdita netta per tutta la societa' italiana, incluso il Sud dove drogano e distorcono l'economia e la stessa societa'. Non c'e' dubbio alcuno pertanto a mio parere che in base a queste considerazioni sia opportuno dividere i destini economici e politici del Nord e del Sud Italia, a beneficio di entrambi. E' corretto che ci saranno anche conseguenze negative, di rilevanza minore, come ce ne sono state nel caso cecoslovacco, ma non mi risulta che nessuno dei due Paesi voglia tornare indietro e anzi mi sembra che entrambi stiano progredendo autonomamente e serenamente senza rimpiangere il passato unitario.
Alberto Lusiani su nfa
In breve: la LN ha cercato seriamente di dare la secessione, ha avuto vigoroso consenso su questo programma in parte del Nord nel 1996-1998 ma non sufficiente ad arrivare al risultato. Questo e' il motivo principale per cui la LN non fa veramente la secessione. Nessuno in Italia specie tra i politici e' in grado di fare un bilancio attendibile dei vantaggi e svantaggi della secessione, questo e' uno dei tanti motivi per cui non e' certo da queste valutazioni che la LN ha (ad oggi) abbandonato l'indipendenza della Padania. Personalmente ritengo una secessione altamente nel medio-lungo periodo benefica sia per il Nord e forse anche piu' per il Sud, esattamente come e' avvenuto nel caso della secessione Cecoslovacca, ma non e' certo questo che determina i programmi politici che dipendono invece dalle preferenze degli elettori e dal consenso politico e dalla percezione che di tutto questo hanno i politici.
Ora espongo piu' in dettaglio. Bossi ha cercato seriamente di fare la secessione, a partire dalla campagna per le elezioni del 1996 quando la LN si e' presentata sola, prendendo piu' voti di ogni singolo altro partito nel Nord geografico dall'Emilia Romagna inclusa in su. Di seguito ci sono state la dichiarazione di indipendenza della Padania, e la manifestazione che secondo Massimo Fini ha raccolto se ricordo bene 300-600mila persone sulle rive del Po. Inizialmente il programma indipendentista della LN ha raccolto ampio consenso, specialmente nelle province pedemontane e montane, dove la LN ha preso tra il 30% e il 42% nel 1996, incrementando questi numeri gia' elevati dopo aver ulteriormente chiarito di voler puntare all'indipendenza. Ad esempio, nel giugno del 1997 la LN ha vinto le supplettive per il seggio di Tradate con il 46.2% aumentando il gia' largo consenso del 38.2% con cui aveva vinto lo stesso seggio nel 1996. Sempre nel 1997 alle elezioni amministrative la LN ha vinto da sola le province di Varese, Como e Vicenza e i comuni di Alessandria, Lecco e Pordenone. Nel Veneto i sondaggi indicavano un consenso alla LN aumentato dal 30% del 1996 al 47% nel 1997 - 1998. Tuttavia il consenso all'indipendenza della Padania, pur vigoroso in alcune delle aree piu' economicamente forti e produttive del Nord, non ha raggiunto il livello (maggioranza assoluta in un insieme ragionevole di province) che potesse innescare una secessione di fatto sia pure iniziale. Inoltre a partire dal 1999 gli elettori padani hanno progressivamente deciso di puntare Berlusconi piuttosto che sulla LN per raggiungere una soluzione piu' rapida ai danni che loro provocava il governo dell'Ulivo del tempo. Indicativi di questa tendenza sono i risultati delle amministrative del 1999 quando per un soffio la LN ha perso la provincia di Bergamo a favore del centro-destra. Da quella data Bossi cambia programma nella direzione di un accordo con Tremonti e SB per arrivare ad una riforma federale dello Stato, un accordo che SB effettivamente mantiene nonostante il magro risultato (3.9%) della LN nel 2001, approvando le riforme nella legislatura 2001-2006. Il resto e' storia recente, la LN sta riprovando la riforma elettorale, ma questa volta ha preso l'8.4% e poi il 10% alle europee invece del 3.9% del 2001.
Il bilancio dei trasferimenti di ricchezza tra Nord e Sud Italia
In passate discussioni su nFA l'entita' dei trasferimenti di ricchezza da Nord a Sud era stata gia' approfondita. Ricordo come riassume la situazione Mario Draghi nelle considerazioni finali del 2008:
La spesa pubblica è tendenzialmente proporzionale alla popolazione, mentre le entrate riflettono redditi e basi imponibili pro capite che nel Meridione sono di gran lunga inferiori. Si stima che il conseguente afflusso netto verso il Sud di risorse intermediate dall'operatore pubblico, escludendo gli interessi sul debito, sia dell'ordine del 13 per cento del prodotto del Mezzogiorno, il 3 per cento di quello nazionale. È un ammontare imponente; per il Sud, è anche il segno di una dipendenza economica ininterrotta. La sua incidenza non è uguale dappertutto: varia dal 5 per cento del prodotto regionale in Abruzzo al 20 per cento in Calabria. Nonostante un tale impegno finanziario, resta forte la differenza tra Mezzogiorno e Centro Nord nella qualità dei servizi pubblici prestati, a parità di spesa. Divari si trovano in tutti i settori: dalla sanità all'istruzione, dall'amministrazione della giustizia a quella del territorio, dalla tutela della sicurezza personale alle politiche sociali, alla stessa realizzazione di infrastrutture.
Negli interventi Spesa pubblica e tributi pagati nelle Regioni d'Italia e Mezzogiorno, Villa La Pietra, 2009 (pdf) (trasparenze 10 e 13) sono elencati i residui fiscali pro-capite per Regione, cioe' quanto ogni cittadino in media paga di tasse meno la spesa pubblica mediamente erogata nel suo territorio: questi numeri sono piu' concreti dei tuoi dati che contengono un profluvio di dati assoluti e di percentuali le cui conseguenze pratiche per il contribuente medio sono piuttosto nebulose. I dati elencati sopra spiegano che ogni famiglia lombarda di 4 persone invia verso Roma e verso il Sud 20mila euro all'anno (senza ottenere alcun risultato, aggiungo io). Questo in fin dei conti e' il numero che conta, e che le riflessioni sul fatto che lo Stato spende per acquistare prodotti delle industrie settentrionali non intacca se non marginalmente. Anche nel caso del Belgio i trasferimenti tra fiamminghi e valloni venivano efficacemente riassunti nella considerazione che ogni 3 anni ogni famiglia fiamminga regala un'automobile ad una famiglia vallone: in Italia e' molto di piu', per i lombardi, e anche le altre Regioni del Nord contribuiscono pesantemente.
Non ci puo' essere dubbio alcuno che questi soldi che i settentrionali "regalano" a Roma e al Sud senza ottenere alcuno sviluppo anzi ricevendo indietro servizi statali che l'Economist correttamente definisce "miserabili" sono una perdita netta per tutta la societa' italiana, incluso il Sud dove drogano e distorcono l'economia e la stessa societa'. Non c'e' dubbio alcuno pertanto a mio parere che in base a queste considerazioni sia opportuno dividere i destini economici e politici del Nord e del Sud Italia, a beneficio di entrambi. E' corretto che ci saranno anche conseguenze negative, di rilevanza minore, come ce ne sono state nel caso cecoslovacco, ma non mi risulta che nessuno dei due Paesi voglia tornare indietro e anzi mi sembra che entrambi stiano progredendo autonomamente e serenamente senza rimpiangere il passato unitario.
Alberto Lusiani su nfa
mercoledì 21 ottobre 2009
La scommessa del professore
Lo sforzo dell' idomito professor Tetlock si pone come unico scoglio teso ad arginare il mare della fluida chiacchera politica.
Dopo aver riscontrato come in queste materie il giudizio speculativo degli scienziati non sopravanzi in modo significativo quello del dilettante esperto, dopo aver rilevato che un semplice algoritmo è sufficiente per ottenere prestazioni migliori, dopo aver indagato sugli stili cognitivi più congeniali a chi fa questo mestiere, tenta di chiudere il suo libro con qualche suggerimento di policy.
Parlando di politica si entra in un dedalo e in simili labirinti occorre un filo d' Arianna; speculando intorno agli scenari possibili, cala un nebbione in men che non si dica e in un mare tanto periglioso si cerca avidamente un faro.. In altre parole, occorre un "mercato delle predizioni politiche", un' arena in cui scommettere parte del proprio stipendio (gettoni di presenza per le comparsate TV compresi).
Che gli esperti vengano dunque chiamati periodicamente a formulare delle previsioni pubbliche e verificabili, meglio se in forma di scommessa.
Avrebbero un incentivo economico e, ancor più importante, un incentivo reputazionale.
Non partecipare al giochetto fornirebbe segnali non meno preziosi. Un vero atto di sfiducia verso le capacità predittive della propria disciplina. Non è un dramma, significa che verranno valorizzate altre funzioni.
Ci sarebbe poi il fatto che una borsa delle predizioni darebbe indicazioni migliori di quanto potrebbe fare il singolo esperto. Conosciamo bene il fenomeno.
Non ultimo, il pubblico potrebbe rendersi conto di quanto poco gli esperti abbiano da dirci sugli scenari futuri. Una consapevolezza che oggi manca, forse per il linguaggio forbito che sfoggiano gli accademici quando vengono interpellati in TV.
Un inconveniente ci sarebbe: il concetto di "errore giusto". Pensiamo a titolo esemplificativo alla necessità di evitare il grido "al lupo al lupo". Sapremmo tutto dell' esperto che c' azzecca, meno di quello che sbaglia facendo gli "errori giusti". Naturalmente questo concetto condensa tutta la soggettività ineliminabile che un progetto del genere porta necessariamente con sè.
Eppure vale la pena affiancare qualcosa alla scontata e autoreferenziale certificazione degli albi professionali.
p.s. Hanson è già avanti su questa strada, lui. Link.
aggiornamento: Finance Profs Won’t Bet
Dopo aver riscontrato come in queste materie il giudizio speculativo degli scienziati non sopravanzi in modo significativo quello del dilettante esperto, dopo aver rilevato che un semplice algoritmo è sufficiente per ottenere prestazioni migliori, dopo aver indagato sugli stili cognitivi più congeniali a chi fa questo mestiere, tenta di chiudere il suo libro con qualche suggerimento di policy.
Parlando di politica si entra in un dedalo e in simili labirinti occorre un filo d' Arianna; speculando intorno agli scenari possibili, cala un nebbione in men che non si dica e in un mare tanto periglioso si cerca avidamente un faro.. In altre parole, occorre un "mercato delle predizioni politiche", un' arena in cui scommettere parte del proprio stipendio (gettoni di presenza per le comparsate TV compresi).
Che gli esperti vengano dunque chiamati periodicamente a formulare delle previsioni pubbliche e verificabili, meglio se in forma di scommessa.
Avrebbero un incentivo economico e, ancor più importante, un incentivo reputazionale.
Non partecipare al giochetto fornirebbe segnali non meno preziosi. Un vero atto di sfiducia verso le capacità predittive della propria disciplina. Non è un dramma, significa che verranno valorizzate altre funzioni.
Ci sarebbe poi il fatto che una borsa delle predizioni darebbe indicazioni migliori di quanto potrebbe fare il singolo esperto. Conosciamo bene il fenomeno.
Non ultimo, il pubblico potrebbe rendersi conto di quanto poco gli esperti abbiano da dirci sugli scenari futuri. Una consapevolezza che oggi manca, forse per il linguaggio forbito che sfoggiano gli accademici quando vengono interpellati in TV.
Un inconveniente ci sarebbe: il concetto di "errore giusto". Pensiamo a titolo esemplificativo alla necessità di evitare il grido "al lupo al lupo". Sapremmo tutto dell' esperto che c' azzecca, meno di quello che sbaglia facendo gli "errori giusti". Naturalmente questo concetto condensa tutta la soggettività ineliminabile che un progetto del genere porta necessariamente con sè.
Eppure vale la pena affiancare qualcosa alla scontata e autoreferenziale certificazione degli albi professionali.
p.s. Hanson è già avanti su questa strada, lui. Link.
aggiornamento: Finance Profs Won’t Bet
martedì 20 ottobre 2009
Inspiegabili discriminazioni
the issue is why those concerned about other inequalities, such as re genders or ethnicities, seem so uninterested in inequalities associated with beauty, etc. Not only could we cause some people to look less pretty, we could use money to compensate ugly folk, reducing total inequality of utility (and increasing total utility if we are risk-averse in status). Yes we can influence our beauty to some extent, but compensation could be tied to more fixed features such as height, skin smoothness, or body symmetry
Cercasi teoria urgentemente. Chi ne ha una credibile da prestarmi?
Cercasi teoria urgentemente. Chi ne ha una credibile da prestarmi?
I rendimenti decrescenti delle profezie
Sembra un film già visto, chi ha previsto il crack finanziario non ne azzecca più una.
Peace Through Music
Non c' ho mai creduto, significa che godo meno? Non credo proprio... la tenerezza delle illusioni umane è altrettanto commovente.
Playing For Change | Song Around The World "One Love" from Concord Music Group on Vimeo.
Iscriviti a:
Post (Atom)