venerdì 22 settembre 2017

fino al cap.5 Acqua in vendita? Come non sprecare le risorse idriche (Policy) (Italian Edition) Fredrik Segerfeldt

Acqua in vendita? Come non sprecare le risorse idriche (Policy) (Italian Edition)
Fredrik Segerfeldt, Oscar Giannino, and Diana Mengo
Last annotated on Friday September 22, 2017
131 Highlight(s) | 104 Note(s)
Note | Location: 180
manila: sveglia alle treopposizione: non ci si può guadagnare sulla sete altruichi avversa la priv.? i reduci che avversavano il libero scambio... poi ci sono i sindacati statalipragmatismo vs ideologia

Yellow highlight | Location: 181
Milagros Quirino e Fely Griarte vivono in una zona povera di Manila,
Yellow highlight | Location: 183
pochi litri al giorno.
Yellow highlight | Location: 184
«Spesso dovevamo alzarci alle tre del mattino per prendere l’acqua senza problemi,
Yellow highlight | Location: 189
1,1 miliardi di persone non hanno accesso a una fonte di acqua pulita e potabile,
Note:MONDO

Yellow highlight | Location: 191
Il 97 per cento della distribuzione totale dell’acqua nei paesi poveri è a carico di società statali,
Note:97

Yellow highlight | Location: 192
alcuni governi di nazioni povere si sono rivolti al settore privato, in generale con buoni risultati.
Note:IL PRIVATO DEI POVERI

Yellow highlight | Location: 201
la Water Manila,
Yellow highlight | Location: 201
nel 2000
Yellow highlight | Location: 202
A differenza dei 100 pesos a metro cubo che erano soliti pagare, l’attuale costo è di 15 pesos,
Note:DA 100 a 15

Yellow highlight | Location: 206
water privatization,
Note:STRINGA E OPPOSIZIONE

Yellow highlight | Location: 206
su Google, si ottiene come risultato 1.750.000 pagine, molte delle quali esprimono un qualche tipo di opposizione
Note:ccccccc

Yellow highlight | Location: 208
proteste e manifestazioni violente
Yellow highlight | Location: 217
Gli oppositori della privatizzazione non accettano l’idea che qualcuno possa trarre un guadagno
Note:Il RIFIUTO

Yellow highlight | Location: 218
L’acqua, dicono, è un diritto di tutti,
Note:SLOGAN

Yellow highlight | Location: 220
«L’acqua è un diritto fondamentale
Note:SLOGAN

Yellow highlight | Location: 222
«La gente non beve denaro, beve acqua»,
Note:cccccc

Yellow highlight | Location: 229
Avendo sostanzialmente perso la battaglia sul libero scambio, ora pretendono di attaccare nuovi avversari
Note:CHI SONO I NEMICI? UNO

Yellow highlight | Location: 230
sindacati dei lavoratori del settore pubblico
Note:DUE

Yellow highlight | Location: 231
Un terzo gruppo è costituito dai media,
Note:TRE

Yellow highlight | Location: 234
È difficile comprendere la posizione e le azioni degli attivisti se si tiene conto del fallimento assoluto del settore pubblico
Note:CFR

Yellow highlight | Location: 239
La filiale americana di CorpWatch afferma che gli interessi commerciali stanno portando avanti una forte campagna per il controllo delle riserve mondiali d’acqua.
Note:COMPLOTTO

Yellow highlight | Location: 246
un approccio totalmente pragmatico
Note:MEGLIO IL PRAGMA

Yellow highlight | Location: 246
Ronald Kasrils, ministro delle Risorse idriche e forestali del Sudafrica
Yellow highlight | Location: 247
marxista di vecchia data
Yellow highlight | Location: 258
ha assunto una posizione difensiva.
Note:BANCA MONDIALE

Yellow highlight | Location: 262
Esistono delle prove che indicano come le aziende si stiano già ritirando dai paesi in via di sviluppo a causa della forte pressione esercitata dalla società.
Note:ARRETRAMENTO DOVUTO AL CLIMA

Yellow highlight | Location: 277
le evidenze non potrebbero essere più eloquenti.
Note:RIFARSI ALLE EVIDENZE

Yellow highlight | Location: 280
Capitolo 2 – Acqua vitae
Note:i danni da mancanzail peggio: le grandi città del 3 mondo22 persone al minutotempo dedicato all approvigionamentoconflitti tra paesi da sempre

Note | Location: 281
2@@@@@@@@

Yellow highlight | Location: 283
Dal 60 al 70 per cento del nostro corpo è composto d’acqua, e in totale abbiamo bisogno di bere dai 3 ai 4 litri al giorno.
Note:ACQUA BENE BASE

Yellow highlight | Location: 288
La situazione più grave si presenta nelle grandi città del terzo mondo. Per esempio, a Bandung (Indonesia) il 62 per cento della popolazione non ha accesso alla rete idrica principale.
Note:GRAVE

Yellow highlight | Location: 289
Maputo
Yellow highlight | Location: 289
Madras
Yellow highlight | Location: 296
Ogni quattro casi di malattia registrati nel Bangladesh, tre sono legati alla contaminazione dell’acqua
Note:CONTAMINAZIO

Yellow highlight | Location: 297
La mancanza di acqua causa 12 milioni di morti l’anno.
Yellow highlight | Location: 297
acqua uccide 22 persone al minuto.
Yellow highlight | Location: 322
Nel mondo, la miseria è dovuta, in parte, a una produzione di alimenti inferiore al necessario.
Note:EFFICIENZA AGRICOLA

Yellow highlight | Location: 334
nei paesi poveri, molte persone dedicano una grande quantità del loro tempo – fino a sei ore al giorno, in alcuni casi – alla ricerca di acqua.
Note:TEMPO

Yellow highlight | Location: 343
Nakuru (la terza città più grande del Kenya) perse molti investimenti
Note:X L ACQ NN FORNITA

Yellow highlight | Location: 348
L’acqua pura e la crescita di Macao (Cina)
Note:tttttt

Yellow highlight | Location: 359
La gran parte degli esperti crede che la carenza d’acqua per l’umanità andrà sempre peggiorando, a meno che non si faccia qualcosa.
Note:SEMPRE PEGGIO

Yellow highlight | Location: 369
la carenza d’acqua, così come accade con altre risorse scarse, è fonte di conflitti fra paesi,
Note:CONFLITTI

Yellow highlight | Location: 382
Alcuni intendono la mancanza dell’accesso all’acqua potabile come una carenza di acqua in quanto risorsa, materia, e sostengono che la quantità di acqua a nostra disposizione non sia sufficiente
Note:IL BENE ACQUA

Yellow highlight | Location: 387
quanta acqua c’è nel mondo,
Yellow highlight | Location: 390
Capitolo 3 – A mancare non è l’acqua, ma le buone politiche
Note:k

Note | Location: 390
3@@@@@@@@@@

Yellow highlight | Location: 391
Ovviamente, le riserve idriche non sono illimitate.
Yellow highlight | Location: 395
ne abbiamo 113.000 km3, o 2.300.000 litri, pro capite.
Note:NUMERI

Yellow highlight | Location: 397
le precipitazioni nette sono pari a 41.000 km3. Ciò equivale a circa 19.000 litri a persona al giorno,
Note:ANNO... NETTO EVAPORAZ

Yellow highlight | Location: 398
Il consumo attuale è di circa 1.300 litri a persona al giorno, vale a dire, solamente il 6,8 per cento della quantità di acqua quotidianamente a nostra disposizione.
Note:6.8

Yellow highlight | Location: 424
le misure intraprese e le politiche hanno molta importanza.
Note:CORRELAZIONE POVERTÀ E ACQUA... NN È QUESTIONE DI FORTUNA

Yellow highlight | Location: 455
Molti paesi non si trovano ad affrontare una crisi d’acqua, ma una crisi di governance.[33]
Note:FORDUM SULL ACQUA

Yellow highlight | Location: 459
Questa è una crisi legata al governo dell’acqua, causata essenzialmente dalle metodologie erronee con le quali la si gestisce.
Note:cccccccc

Yellow highlight | Location: 476
Persino alcuni politici e commentatori con un orientamento progressista hanno ormai assimilato i benefici che si accompagnano all’ingresso nel settore delle imprese private:
Note:INGRESSO DELLE IMPRESE

Yellow highlight | Location: 487
investimenti nella distribuzione dell’acqua,
Note:PRIMO PROB

Yellow highlight | Location: 488
mancanze tipiche della sfera pubblica nei paesi poveri,
Note:SECONDO

Yellow highlight | Location: 490
le leggi e le norme applicate all’acqua,
Note:TERZO PROB

Yellow highlight | Location: 494
Gli investimenti non sono adeguati in termini quantitativi e qualitativi
Note:tttttttt

Yellow highlight | Location: 496
mancanza di investimenti e alla scarsa manutenzione
Note:TERZO MONDO

Yellow highlight | Location: 500
i tubi perdono, e se l’acqua non è contaminata quando entra, si contamina strada facendo.
Note:TUBI BUONI E DEPURATORI

Yellow highlight | Location: 501
Meno del 5 per cento degli investimenti in infrastrutture dei paesi in via di sviluppo è devoluto al settore idrico.
Note:5

Yellow highlight | Location: 510
investire 180 miliardi di dollari all’anno per i prossimi 25 anni,
Note:ACQUA E FOGNA X TUTTI

Yellow highlight | Location: 514
Oggi, gli investimenti sono tra i 70 e gli 80 miliardi di dollari l’anno: meno della metà
Note:OGGI

Yellow highlight | Location: 527
la quantità degli investimenti non è l’unico problema: la loro qualità, infatti, è ugualmente importante, se non di più.
Note:QUALITÀ

Yellow highlight | Location: 535
finanziava progetti monumentali con entusiasmo, e spesso elargiva denaro per costruire grandi dighe. Molte di queste dighe, però, erano dei grandi fiaschi
Note:GRANDI DIGHE GRANDI FIASCHI

Yellow highlight | Location: 541
I cattivi investimenti del settore pubblico in Perù e Sri Lanka
Note:tttttt

Yellow highlight | Location: 543
1993,
Yellow highlight | Location: 543
Perù
Yellow highlight | Location: 543
3,4 miliardi
Yellow highlight | Location: 544
solo il 6,6 per cento dei risultati attesi
Note:6.6

Yellow highlight | Location: 546
Il costo delle terre irrigate fu tra i 10.000 e i 56.000 dollari per ettaro, mentre un ettaro normale di terreno irrigabile nella stessa regione oggi costa 3.000 dollari.
Note:COSTO IRRIGAZIONE

Yellow highlight | Location: 548
Sri Lanka,
Yellow highlight | Location: 548
sviluppo del fiume Mahaweli,
Yellow highlight | Location: 549
6 per cento del PIL.
Note:COSTO DEL PROGETTO

Yellow highlight | Location: 551
le nuove terre coltivabili sono diventate troppo costose, al punto che il governo ha dovuto sovvenzionarle.
Note:INCONVENIENTE

Yellow highlight | Location: 560
a causa del diffuso coinvolgimento del governo, in Pakistan quasi il 10 per cento dei terreni coltivabili si è trasformato in terre salmastre.
Note:PAKISTAN

Yellow highlight | Location: 561
l’acqua salata filtra
Note | Location: 561
ESTRAZIONI A MONTE

Yellow highlight | Location: 562
in Arabia Saudita, nel Bahrain, a Gujarat (India) e a Giava.
Note:sssssss

Yellow highlight | Location: 564
per portare l’acqua alle piantagioni di cotone, le autorità deviarono i due fiumi più grandi dell’Asia centrale, affluenti del lago Aral. Il risultato fu una catastrofe ecologica:
Note:URSS ANNI 50

Yellow highlight | Location: 569
I difetti della burocrazia nel settore idrico
Note:tttttttt

Yellow highlight | Location: 571
il modo in cui agisce la burocrazia che si occupa del settore idrico nei paesi poveri.
Note:IL PROB N. 1

Yellow highlight | Location: 575
La frammentazione della burocrazia in Etiopia
Note:INCISO

Yellow highlight | Location: 576
Fino all’inizio degli anni ’90 alla gestione dell’acqua partecipavano otto istituzioni,
Note:ETIOPIA

Yellow highlight | Location: 582
la gestione del settore idrico è spesso troppo centralizzata
Note:CENTRO

Yellow highlight | Location: 583
aumenta il peso burocratico e allontana dalla realtà
Yellow highlight | Location: 592
Può sembrare contraddittorio affermare che un fenomeno possa essere frammentato e centralizzato allo stesso
Note:TANTI ENTI TUTTI A ROMA

Yellow highlight | Location: 598
in 32 città asiatiche, su un totale di 50, lo spreco di acqua è superiore al 30 per cento, e in America Latina è pari a una percentuale compresa tra il 40 e il 70
Note:QUANTIFICARE GLI SPRECHI

Yellow highlight | Location: 613
un ente pubblico manca degli incentivi per raggiungere la maggiore quantità possibile di utenti.
Note:RAGGIUNGERE TUTTI

Yellow highlight | Location: 619
invece che cercare dei modi per aumentare l’efficienza, tendono a chiedere una quota maggiore di fondi pubblici.
Note:BUROCRAZIA

Yellow highlight | Location: 622
innovazione e rinnovamento.
Note:ALTRA DIFFERENZA

Yellow highlight | Location: 630
quando si tratta di anticipare la domanda e i bisogni.
Note:ALTRA DIFF

Yellow highlight | Location: 636
La politicizzazione della distribuzione dell’acqua e la corruzione che essa porta
Note:CORRUZIONE

Yellow highlight | Location: 647
I politici, soprattutto, vogliono compiacere quegli elettori e quei gruppi d’interesse dai quali dipende la loro rielezione.
Note:LOBBY

Yellow highlight | Location: 655
i politici sbagliano nel decidere in che luogo l’acqua porterà maggiori benefici economici.
Note:IMPRENDITORE

Yellow highlight | Location: 659
André de Moor ha stimato che i sussidi pubblici per le attività di irrigazione nei paesi in via di sviluppo valgono fra i 20 e i 25 miliardi di dollari l’anno.
Note:SUSSIDI

Yellow highlight | Location: 683
Capitolo 4 – I diritti idrici: la soluzione a molti problemi
Note:4@@@@@@@

Yellow highlight | Location: 685
mancanza di diritti di proprietà,
Note:PROBLEMA

Yellow highlight | Location: 687
il diritto a utilizzare l’acqua,
Note:ccccc

Yellow highlight | Location: 690
“La tragedia dei beni comuni” è un concetto teorico, popolare tra i gruppi ambientalisti
Note:TRFAGEDIA

Yellow highlight | Location: 692
Garrett Hardin.
Yellow highlight | Location: 695
il caso di alcuni pastori che utilizzano lo stesso pascolo
Yellow highlight | Location: 698
nessuno si assumeva la responsabilità del pascolo,
Yellow highlight | Location: 700
I parchi sono di solito più sporchi dei giardini privati.
Yellow highlight | Location: 710
la “tragedia dell’acqua comune”.
Yellow highlight | Location: 710
La soluzione al problema è “privatizzare l’acqua”.
Note:SOLUZIONE

Yellow highlight | Location: 714
Il Cile ha introdotto la proprietà privata delle acque con buoni risultati.
Note:ESEMPIO

Yellow highlight | Location: 716
La fornitura d’acqua crebbe più velocemente che in qualsiasi altro paese.
Note:cccccccc

Yellow highlight | Location: 726
i proprietari (agricoltori) furono fortemente motivati a evitare gli sprechi
Note:PRIMO EFFETTO

Yellow highlight | Location: 729
decentramento della gestione della risorsa,
Note:DECENTRAMENTO

Yellow highlight | Location: 738
fa sì che l’acqua arrivi laddove apporta il massimo vantaggio economico,
Note:FA SÌ

Yellow highlight | Location: 752
L’acqua venduta a una città, e non a un altro agricoltore, viene utilizzata dall’industria o da privati. In entrambi i casi, l’agricoltore fa un buon affare.
Note:VENDERE ALLE CITTÀ

Yellow highlight | Location: 762
imposizione, a volte capricciosa, di prezzi e quote.
Note:ALLA MERCÈ DELLA POLITICA

Yellow highlight | Location: 764
In India, ad esempio, molti stati – e il Gujarat non fa eccezione – hanno mercati informali dell’acqua piuttosto sviluppati.
Note:MERCATI INFORMALI

Yellow highlight | Location: 771
per il 70 per cento dei corsi d’acqua studiati, esiste un certo grado di commercializzazione dell’acqua.
Note:PAKISTAN

Yellow highlight | Location: 776
nei primi anni ’90, durante una terribile siccità, gli agricoltori hanno iniziato a negoziare illegalmente i loro diritti sull’acqua.
Note:SUDAFRICA

Yellow highlight | Location: 784
Messico e Brasile per esempio, hanno introdotto in modo soddisfacente delle riforme
Note:MESSICO E BRASILE

Yellow highlight | Location: 799
Capitolo 5 – Mercati e conflitti
Note:5@@@@@@@@@@

Yellow highlight | Location: 801
«Il whisky è per bere, l’acqua è per combattere».
Note:TWAIN

Yellow highlight | Location: 801
Quando un bene è scarso, e non si sa con chiarezza chi ne è proprietario,
Note:DIRITTI

Yellow highlight | Location: 805
Da migliaia di anni nel mondo si lotta per questo bene. Come spiega Peter Gleick,
Note:MIGLIAIA

Yellow highlight | Location: 809
Nella sua Cronologia dei conflitti per l’acqua, Gleick ne sintetizza un centinaio, partendo da alcune leggende sumere
Yellow highlight | Location: 814
nel corso degli ultimi 50 anni, nel mondo ci sono stati 507 casi di conflitti interstatali per l’acqua,
Note:50

Yellow highlight | Location: 820
La Guerra dei Sei Giorni,
Yellow highlight | Location: 830
«Le guerre del XXI secolo saranno guerre per l’acqua».
Note:BANCA MONDIALE

Yellow highlight | Location: 839
Ma i conflitti non sorgono solo fra paesi. Di fatto, sono più frequenti le dispute fra province,
Note:TRA PROVINCE

Yellow highlight | Location: 849
Il perseguimento del profitto costituisce un potente incentivo per cercare di tutelare la risorsa e metterla al servizio dei propri clienti, invece che sprecarla.
Note:COMMERCIO E GUERRA

Yellow highlight | Location: 853
monetizzando un bene, lo si depoliticizza.
Yellow highlight | Location: 854
Hillel Shuval,
Yellow highlight | Location: 856
quando Israele ha accettato di vendere l’acqua ai palestinesi.
Note:COMMERCIO E PACE

Yellow highlight | Location: 857
[Il commercio] garantisce l’utilizzo razionale dell’acqua
Yellow highlight | Location: 873
Gli agricoltori rubano l’acqua perché non hanno altra scelta: la quantità assegnata loro politicamente non soddisfa
Note:INDIA

Yellow highlight | Location: 878
Alcuni studiosi sostengono che siano pochissimi i casi di guerra tra Stati la cui unica causa sia riconducibile a questo fattore.
SI ESAGERA?

giovedì 21 settembre 2017

L’argomento cattolico

L’argomento cattolico

Aborto, eutanasia, utero in affitto, gender, matrimonio omosessuale, contraccettivi… il cattolico è perennemente in trincea con l’elmetto ben calato sulla fronte a combattere una battaglia culturale che non gli dà respiro.
Sembra a volte disperato, sembra sul punto di cedere, eppure nel suo arsenale ha un’arma segreta, un argomento irresistibile che non ammette repliche: quello demografico.
A volte persino lui se ne dimentica: dovrebbe sfruttarlo meglio!
Cattolici, vi prego, produce più figli e meno parole!
E non quei soliti due bambinelli sperduti come se foste degli atei qualsiasi.
Proclamare dal pulpito di “non fare figli come conigli” avrà anche le sue ragioni ma è già una dichiarazione di resa.
Il cattolicesimo stenta? Fate figli. Il cattolicesimo perde colpi? Fatene di più. Il cattolicesimo è allo sbando? Fattene almeno 5.
Ecco, cinque è il numero giusto (per ora).
I movimenti cattolici sono meritori nella misura in cui i loro adepti figliano. I ciellini, per esempio, non sono messi male. Ma quelli del Rinnovamento sono ancora meglio. L’Azione Cattolica delude da anni.
Ricordatevi che i vostri figli la penseranno come voi e che l’ideologia è 1) contagiosa e 2) si eredita di padre in figlio, più della statura.
Cosa dite? La vostra non è ideologia ma fede? Fa lo stesso, non cambia una virgola.
***
Le strade sono invase da atei, non se ne puo’ più.
Per capire come liberarle in modo pacifico da questa presenza è necessario prima capire da dove spuntano.
A questi atei non sembra mancare niente, sono molto più rilassati di un tempo, a volte persino appagati.
Fatevi un giretto in Danimarca – il paese più ateo del mondo.
Sicurezza e fiducia predominano, se vi serve potete persino tirar su una bici per strada e utilizzarla senza troppe formalità deponendola poi dove vi pare (o quasi).
La Danimarca svetta nelle classifiche di cooperazione, sicurezza, fiducia e coesione sociale. Una delle società meno religiose al mondo!
Se vi capita di litigare andate in Tribunale. Ma vi fidate del giudice? In Danimarca si fidano.
Si fidano anche della polizia. Anche della maestra e dell’impiegato comunale. Si fidano delle istituzioni, che bisogno hanno di fidarsi di Dio? Dopo la morte ci penseranno. Il pensiero implicito è: tanto quando arriva la morte io non ci sono più.
Le istituzioni hanno sostituito dio nella mente di quei rozzi vichinghi.
Più le istituzioni sono affidabili, meno bisogno abbiamo della religione. E’ un fatto.
La corruzione politica è il miglior alleato della fede. Che non si abbia paura ad affermarlo!
Il grande Dio dei monoteisti è stato rimpiazzato dal Grande Governo degli statalisti.
***
Vediamo più da vicino questo fenomeno.
La società secolarizzata non si contrappone a quella religiosa, come si credeva, ne è un’escrescenza.
Nella società secolarizzata non c’è più posto per il sacro?
Ma sono i monoteismi ad aver combattuto per primi l’onnipresenza del sacro. Dovevate vedere come eravamo messi prima. Sono loro ad aver indicato la strada e spiegato come si fa.
Nella società secolarizzata si è spenta la fede?
Ma nelle società monoteistiche si sono spente molte più fedi. Se la società secolarizzata ha “confutato” un dio, la società monoteistica ne ha confutati e abbattuti cento!
Da dove prende la società secolarizzata concetti quali quello di “persona” o “umanità”? Ma dalla società monoteista, ovviamente. In particolare quelle cattoliche, che secondo l’insegnamento di san Paolo concedevano allo straniero di unirsi al gruppo senza riguardo per la razza.
Nella mente delle persone Dio e il Governo occupano la stessa sedia: se si siede uno non puo’ sedervisi l’altro.
In altri termini, il credente è un libertario dentro. Non crede al governo poiché ha già un suo dio. E viceversa.
La fede regna sovrana… se il governo è corrotto.
Il dio monoteista vi vede anche quando siete in bagno, è per questo che non vi mettete le dita nel naso nemmeno lì. Ebbene, quando il ministero piazzerà nel vostro bagno le sue telecamere (presto) potrete abbandonare Lui e la sua Omniscienza al loro destino.
Dopo l’alluvione, l’uragano, il terremoto… ci si sprofondava in preghiera invocando lo Spirito Santo. Oggi si chiama la Protezione Civile. Inutile perder tempo in preghiere, meglio PC che SS.
L’istituzione stabile, forte e trasparente erode giorno dopo giorno la nostra religione.
La religione declina più rapidamente laddove il governo vi scorta dalla culla alla tomba: Danimarca, Svezia e Francia.
Laddove invece si mostra più disinteressato – Stati Uniti – dio riesce ancora a sedersi su quell’unica “sedia per due”, a comparire in effige sulle monete.
Abbiamo un tremendo bisogno di sentirci “in controllo della situazione”. Se il governo non ci dà questa sensazione ci volgiamo agli astri. Altrimenti… Autori come Aaron Kay hanno esplorato questa dimensione della nostra psiche. Cercate pure in rete il suo lavoro, la rete seve a questo.
La fede nel governo e la fede in dio si compensano l’un l’altra. Questo spiega quanto siano connesse le due dimensioni: non comprendiamo la religione se non comprendiamo le credenze secolari. E viceversa.
***
Dedichiamoci ora all’enigma dell’ateismo: in passato chi smetteva di credere si convertiva ad un’altra fede. Fine.
Nel tempo e nello spazio l’umanità non ha mai conosciuto l’ateismo e ora, di colpo, c’è una parte di esso in cui il contagio si propaga. Cosa diavolo è successo?
Psicologi come Paul Bloom dicono che l’ateo autentico non esiste, sono scettici.
Tutti hanno il loro dio, tutti credono in realtà soprannaturali. Anche il neuroscienziato più à la page crede nella realtà della sua mente. Neghiamo lo spirito ma implicitamente ci crediamo.
Ad ogni modo la nostra mente offre meno resistenze alla fede rispetto all’ateismo. Qui uno come Pascal Boyer. Cercate in rete il suo lavoro, la rete serve a questo mica a scambiarsi i cuoricini.
La religione è intuitiva, la scienza è controintuitiva. Qui rinvio a Robert McCauley. Cercate e approfondite il suo lavoro, grazie alla rete potete accedervi senza bisogno di recarvi alla biblioteca di Stanford.
Per capire l’esplosione dell’ateismo dobbiamo anche capire che, così come esistono diverse tipologie di credenti, esistono anche diverse tipologie di ateismo, scusate se uso espressioni forzate: 1) l’ateo autistico, 2) l’ateo analitico e 3) l’ateo apatico.
L’ateo autistico non arriva nemmeno a comprendere il concetto di dio. Lo percepisce come incongruo, insensato. Ma perché un limite del genere?
Guardiamo cosa accade nella crapa di chi prega: si attivano tutti quei circuiti che segnalano empatia. Di solito si accendono quando cerchiamo di “metterci nei panni dell’altro”.
Nell’ateo autistico questi circuiti sono seriamente danneggiati e la cosa lo fa vivere in una specie di isolamento. Jesse Bering è l’autore che consiglio a chi intendesse approfondire questo punto, cercate in rete il suo lavoro.
Non è un caso se tra gli autistici in senso stretto la religione sia un concetto incomprensibile. Cio’ che manca in queste persone è un profondo senso della relazione interpersonale. Religione significa relazione, non scordatelo.
Un tempo questa gente era relegata tra i malati mentali o quasi, oggi a loro si aprono molte più opportunità. Ieri il nerd della scuola era vilipeso e bullizzato di continuo, oggi è rispettato e mandato nelle migliori università.
Da malato mentale a genietto di successo il salto e notevole… e anche l’influenza sociale della sua non-fede pesa molto di più.
Bering cita e studia il caso di Temple Grandin, scienziato ateo e animalista.
L’ateo-autistico puo’ ancora prendere in considerare un dio astratto e lontano, ma non chiedetegli di figurarsi un dio personale, quello proprio no.
C’è poi l’ateo intellettuale. Costui ha pensato a fondo la questione di dio dismettendo le sue credenze.
La nostra mente funziona proprio così: prima credere-poi dubitare.
Ma per dubitare bisogna prima analizzare, bisogna avere il tempo per farlo, bisogna avere il lusso per avere il tempo per farlo..
Anche secondo Blaise Pascal noi crediamo con il cuore e non con la ragione. Pascal non era un fan degli Scolastici medievali, ovviamente.
Ci sono molti esempi di intuizioni corrette da successiva analisi: la scienza non fa praticamente altro che questo.
Ma le persone intuitive sono anche più religiose? Rinvio al lavoro Amitai Shenhav per supportare la risposta affermativa.
Si noti che la cosa vale a prescindere dall’intelligenza, dal livello di istruzione, dal reddito, dal carattere e dall’età. E’ proprio lo stile cognitivo che rende prevedibile la nostra posizione in materia religiosa.
Quando un pensatore analitico mette nel mirino la sua fede puo’ anche darsi che la conservi, di certo sbollisce il suo fervore.
In questi casi si comincia a credere in un dio lontano che non interviene oppure in forme di panteismo. Rinvio al lavoro di Gordon Pennycook.
C’è anche una piccola ma robusta connessione tra intelligenza e ateismo. Ebbene, l’intelligenza ci porta ad analizzare e l’analisi a dubitare.
Will Gervais ha persino notato che se fissiamo “ Il pensatore” di Rodin diventiamo un filino più scettici.
Qui si rischia un po’ di confusione, meglio chiarire. Il pensatore non mette in dubbio la sua fede perché poco solida, e mi spiego meglio di seguito.
Considerate questa situazione: la gente puo’ essere intuitiva o analitica, solo i primi non analizzano la loro fede, i secondi sì. Chi analizza la propria fede puo’ conservarla o rigettarla. E’ chiaro che se cresce la quota di analitici cresce anche la secolarizzazione della società, e questo a prescindere dalla solidità razionale della fede. Succederebbe anche se l’oggetto di fede fosse la fisica newtoniana.
E ora un ulteriore passaggio: in una società in cui Big Government sostituisce Big God la fede perde importanza sociale cosicché è normale che più gente si soffermi ad analizzarla. Il rapporto tra intuitivi e analitici cambia: prima nessuno osava analizzare nel dettaglio cio’ che era l’architrave della vita in comune. Troppo pericoloso!
Quel che voglio dire che la molla che fa scattare il processo è la “sostituzione” di cui sopra.
Siamo più ricchi e possiamo concederci più tempo. Dio non è più una questione di vivere civile. E’ chiaro che ci possiamo permetterci più “analisi”… e quindi anche i dubbi relativi.
Ben più importante la terza categoria, quella degli “apatei” studiati da Pippa Norris.
Se le condizioni economiche e sociali migliorano diventiamo tutti più “apatei”.
Al contrario, un ambiente che ci mette a rischio ci “converte” anche.
La religione è una gruccia mentale, dice Al Franken. Ma prima di lui anche Freud e Feuerbach.
La ragione, la logica e anche la scienza hanno ben poco da offrirci quando entriamo in ansia. Morte e sofferenza pompano le credenze religiose.
Chris Sibley confronta i livelli di fede religiosa prima e dopo i terremoti. Cercate il suo lavoro.
Persino in laboratorio basta far presente la nostra esposizione al caso per ottenere segnali di credenza più robusta. Rinvio ancora al lavoro di Aaron Kay.
Dio è un appiglio, da lui traiamo sicurezza e conforto. Se ce le dà qualcun altro dio non ci serve più.
L’ “apateo” non rigetta la sua fede, semplicemente diventa pian piano indifferente. Puo’ permetterselo, non gli serve, ci pensa mamma-Stato a dargli quel che cerca.
C’è chi loda le virtù dell’ “apateo”: è tollerante e pieno di sani (e generici) principi. per una lode esemplare vedi Rauch.
A volte l’apteo era un credente in cerca di una regola a cui uniformarsi. Tutti noi lo siamo, in fondo: siamo dei conformisti naturali, ci sentiamo perduti senza una regola purchessia. Ora che non è più la religione a dettare le regole lui le cerca (e le trova) altrove. Semplice.
***
Riassunto: l’ateo autistico non capisce dio, l’ateo intellettuale ne dubita e l’apatico lo evita.
Prendiamo il caso dello scienziato: 1) è più incline all’autismo, 2) ha uno stile cognitivo analitico e 3) vive in ambienti più sicuri della media.
Chi si sorprende se lo scienziato medio ha più probabilità di essere ateo rispetto alla persona media?
Nella nostra mente la fede “viene prima”, ma in un mondo confortevole in cui possiamo intrattenerci con quel che “viene dopo”, la fede spesso deve cedere il posto.
***
Detto questo, chi vincerà tra fede e ateismo?
Il mondo sembra andare verso l’ateismo: siamo più sicuri, più analitici e sempre più individualisti.
Il mondo sembra andare verso l’ateismo ma la fede ha l’arma segreta: la demografia. La demografia potrebbe rivelarsi l’argomento vincente.
Se facciamo un figlio in più rispetto a quanti ne converte l’ateismo, vinciamo.
L’ateo non fa figli: o converte o è destinato a sparire. La partita è dunque aperta.
Ma c’è anche un’ altra via.
Nessuno auspica disastri naturali per innalzare i livelli di fede religiosa innalzando i rischi esistenziali. Tuttavia, esistono forme di rischio socialmente benefiche.
Pensate solo al welfare state e all’alta tassazione che ne deriva: si comprimono i rischi medi della popolazione ma anche la sua ricchezza.
Facciamo l’eloquente confronto USA-Svezia: gli usa sono più ricchi ma anche più diseguali. La Svezia sceglie di sacrificare parte della sua ricchezza per diminuire i rischi.
Il rischio accettato, quindi, potrebbe anche essere considerato buono nel momento in cui aumenta la ricchezza complessiva. E’ buono per taluni “antidoti” che consente alla società di sviluppare.
Ebbene, anche chi auspica una maggiore religiosità dovrebbe considerarlo “buono” visto che tra gli antidoti c’è la fede in dio.
E in effetti la fede in dio che troviamo negli USA non la troviamo certo in Svezia.
E’ questa la residua compatibilità tra religione e modernità, vediamo di non dimenticarcela: più Big Government implica meno Big God, e ci sono molti argomenti “moderni” per chiedere meno Big Government, molti argomenti che possono essere cavalcati anche da chi punta sul ritorno di Big God.
Quindi: 1) uniamoci a quella parte di mondo e (ripeto) 2) facciamo più figli.
demograf