Una regola giusta deve trattare tutti allo stesso modo oppure casi differenti in modo differente?
Ci sono regole che uno dà a se stesso: io, per esempio, m’impongo di non calpestare le righe del campo da tennis nel corso degli intervalli, oppure di fare sempre le scale a piedi.
Qui non ci sono problemi: ognuno si sceglie le sue regole ritagliandosele su misura.
Ci sono poi le regole contrattuali: anche qui i contraenti selezionano le regole che fanno il caso loro. Sarebbe assurdo imporre a tutti le stesse clausole.
Poi ci sono le leggi di natura: la legge di gravità non distingue i grassi dai magri, si applica indistintamente a tutti.
Anche il divertimento ha bisogno di regole. Le “regole del gioco” s’ispirano a quelle di natura: nella pallacanestro, per esempio, i “bassi” non hanno alcun diritto ad avere un canestro più basso: se lo si abbassa, lo si abbassa per tutti.
E le leggi politiche? Devono ispirarsi ai contratti o alla natura? Al solipsismo o ai giochi? E’ qui che si crea una frattura.
Chi simpatizza con la natura vorrebbe leggi universali, chi punta sulla ragione dell’uomo pensa ai contratti.
I primi sono etichettati come “realisti”, i secondi come “anti-realisti”. Il motivo è semplice: un contratto non potrà mai essere stipulato da una moltitudine di contraenti, cosicché non esiste nella realtà e bisogna inventarselo nell’anti-realtà.
La natura non ha un’etica, esattamente come i giochi. Per questo che i “realisti” sostengono lo “stato ludico” in contrapposizione a quello etico.
E qui si comprende un altro aspetto dell’ “anti-realismo”: per costoro lo Stato (ovvero un’entità fittizia) assume rango di soggetto etico. Per i realisti solo l’individuo (entità reale) puo’ assumere rango di soggetto etico.
sabato 17 ottobre 2015
Hayek e il welfare
Qual è la forma di welfare che conserva l'universalità della legge? Non esiste ma esistono forme meno deturpanti di altre. Esempio: dare un fisso a tutti i cittadini (o ai maggiorenni) e fissare una tassazione progressiva per i redditi più bassi in modo da riprendersi gradualmente il fisso corrisposto quando si supera una certa soglia di reddito (i particolari sono in Charles Murray: In your hands)
venerdì 16 ottobre 2015
Sulle origini della musica
Sappiamo che l'uomo sceso dalle piante cominciò subito a mangiare carne. Ma senza strumenti come faceva? Scacciava i predatori e si appropriava della preda. Ma come? Urlando in coro e agitandosi in modo coordinato in modo da sembrare un "animalone".
http://www.meltingasphalt.com/music-in-human-evolution/
The Invention of Science: A New History of the Scientific Revolution di David Wootton
Come smascherare chi è privo di mentalità scientifica? Basta osservare chi usa l’espressione “la scienza ci dice che…”, oppure “la comunità scientifica ci dice che…”, oppure esclama che una certa relazione è "scientificamente provata". Dove alligna meglio la mentalità anti-scientifica? Un po’ ovunque ma - per motivi legati al conflitto d’interesse – soprattutto tra gli scienziati. A loro la gente oggi concede più facilmente di emanare dogmi e in queste condizioni è umano cedere al privilegio acquisendo via via un'inclinazione per l'appunto dogmatica. I dipartimenti delle facoltà scientifiche sono pieni di ricercatori con una mentalità da filosofi quando va bene, da impiegati del catasto quando va male. Ma cos’è esattamente la mentalità scientifica? E’ una mentalità rivolta con ottimismo al futuro, dà per scontato che ci sono "molte cose da scoprire", sa che se facciamo "100" la verità, qui ed ora conosciamo "1"; il resto deve essere ancora scoperto e puo' ribaltare le conclusioni provvisorie. La mente scientifica condivide con quella medievale il senso del mistero fitto ma si distacca da quest'ultima per dinamismo e ottimismo oltre che nella capacità plastica di rivedere le proprie posizioni. Capisci che se uno ha dentro questo demone non dirà mai “la Scienza ci dice che…”. Difficile che intervenga nel dibattito politico senza abdicare alla sua mentalità. La scienza ti dice ben poco, se hai un'autentica "mentalità scientifica", ci mette solo nelle condizioni di progredire scoprendo nuove cose, saranno le nuove scoperte ad illuminarci sulla realtà dei fatti, e ce ne sono sempre di nuove da fare, a qualunque stadio della storia umana. Ebbene, la conoscenza scientifica non è altro che la conoscenza intuitiva di chi fa scienza concependola in questo modo.
Un fisco per la famiglia
un fosco per la famiglia
- sostituire la detrazione coniuge con l'eliminazione della tassazione progressiva (che penalizza il reddito unico
- sostituire la detrazione figli con una pensione parametrata al numero di figli (lavoratori) che si sono allevati
continua
giovedì 15 ottobre 2015
The Moral Sense di James Q. Wilson
The Moral Sense di James Q. Wilson
- la virtù ha una brutta fama: x i giovani è il contrario del divertimento x i vecchi un arma politica o nostalgica. eppure il moralismo spopola. come è possibile?
- nascondiamo il tipico linguaggio della morale dietro il linguaggio sui caratteri...
- tesi: l uomo ha una sua natura morale e ad essa si appella ogni discorso etico convincente.
- perchè i discorsi moralisti ci infastidiscono? forse xchè riteniamo che nn siano nè razionali nè scientifici. domanda molto fondandosi sul nulla.
- darwin: siamo solo degli egoisti ipocriti. così almeno la vulgata di qs autore
- freud: il senso di colpa è sintomo di repressione.
- marx: contano solo i rapporti di forza.
- x la moralità nn c è posto in qs autori che hanno forgiato la modernità. la loro scienza sfida il senso comune.
- fallacia naturalistica: scienza e morale sono separate da un abisso. in campo etico possiamo avere solo opinioni ma nessuna conoscenza...
- antropologia: ci mostra quanto vari sono i costumi. nn esiste una natura umana...
- inoltre è sbagliato giudicare i costumi altrui...
- filosofia: impazza il relativismo e il pensiero debole...
- conclusione maggioritaria: l uomo moderno si affida unicamente alla pancia o al calcolo egoistico..
- chi parla di virtù è invitato ad abbassare la voce e si becca del rozzo se nn del fanatico...
- conclusione del libro: l uomo moderno conserva la sua natura morale ma tenta di schermirla o sprezzarla. quando l occultamento nn è più possibile esplode in tirate moralistiche salvo utilizzare linguaggi della politica della giustizia eccetera...
- a volte l occultamento del senso morale deriva dalla sensazione che parlare di giusto o sbagliato faccia male e opprima, specie i bimbi. in molti casi si stigmatizza il bene e il male parlando di semplificazione..
- i bambini sono invece invitati a discutere: value clarification. senonchè la cosa li manda in confusione più che essere un chiarimento...
- di fronte a tanto relativismo sbandierato è normale che un ragazzo si droghi bari ai test o? sospendiamo il giudizio. il libro non parla di qs è troppo difficile legare la cultura ai comportamenti effettivi.
- tema del libro: siamo veramente dei relativisti etici? e perchè ci teniamo tanto a dirci tali? è importante xchè potremmo anche diventare ciò che crediamo di essere...
- oggi la parola valore predomina. ha emarginato la virtù, ma cosa si intende? si parli di divorzio figli illegittimi droga crimine media il dibattito è sempre sui valori.
- la parola valori ci disimpegna sviando il discorso sulle preferenze sui gusti...
- ma nessuno crede veramente a qs altrimenti nn difenderebbe i suoi valori con tanta forza. nn si difendono i propri gusti alzando il pugno.
- da un lato siamo scettici quando sentiamo pontificare sui valori dall altro scegliamo le ns compagnie in base ai valori...
- gli studi sullo sviluppo infantile evidenziano l emergenza di un senso morale...
- tesi: siamo dei moralisti naturali. il giudizio morale per noi è inevitabile...
- il fatto che puoi parlare di morale con tutti significa che tutti capiscano di cosa si parla...
- tesi: molti giudizi espressi nn sono sentiti affatto come relativi...
- senso morale: intuizione morale...
- il senso morale è una predisposizione nn si identifica con nessun obbligo specifico...
- esempi di senso morale: senso del dovere della correttezza della simpatia dell autocontrollo...
- maestri: david hume adam smith. dobbiamo integrare con biologia e nuove conoscenze...
- quali evidenze segnalano l esistenza di un senso morale?…
- i comportamenti valgono più di mille parole..
- qual è la fonte del senso morale?: natura famiglia cultura...
- il dilemma della cultura: come è nata in occidente l idea universalista (quella x cui tutti sono formalmente uguali)??.…
- conclusione: esiste una natura etica umana. è fragile e va coltivata e protetta...
- oltre all egoismo (il ns peccato originale) esiste in moi il desiderio di essere lodati e di meritarci le lodi x la ns correttezza
conclusioni
How Drones Are Changing Warfare di David Cortright, Benjamin Wittes and Ritika Singh, Daniel Goure, Tom Barry
- cartright: i d. rendono la guerra più economica e meno disturbante. il che ci porta a fare più guerre con più danni collaterali e meno terrorismo
- wittes: benvenuta la maggior precisione dei droni. assurdo discutere se controllare la loro proliferazione. unica domanda sensata: vogliamo essere leader in qs tecnologia o semplici follower?
- goure: numeri: guerra e feriti declinano. i droni compiono spesso missioni nn violente e spesso sono un alternativa all invasione. nonostante i xicoli potrebbero essere un occasione di pace...
- barry: la d-technology è alla portata dei privati. gli omicidi saranno commissionati e si creeranno lobby affinchè nn manchi mai lavoro
La main street dell'educazione
Forse l'approccio tradizionale è ancora il migliore.
- Contenuti: le più grandi conquiste del pensiero umano nella scienza e nelle arti (contro il predominio dell'attualità e della militanza come mezzo per catturare l'interesse del discente)
- Pensiero critico: da concepirsi come capacità di aggiornare le conoscenze ricevute (contro la costruzione autonoma da zero della propria conoscenza)
- Valori: il classico VELo: Verità, Educazione, Lealtà (contro i valori di democrazia, legalità, solidarietà).
- Metodo1: è implicato nei contenuti: il metodo del Maestro che sa e che trasferisce la sua conoscenza a chi non sa (contro l'educatore come facilitatore).
- Metodo2: l'insegnante come allenatore della forza di volontà che abitua ai sacrifici e al controllo degli impulsi (contro l'insegnante come intrattenitore che attira l'attenzione).
continua
L'inno dello stalker
https://youtu.be/JcYndF9vfqI
Il pensiero critico
Coltivare un pensiero critico consista nella disponibilità ad aggiornare la propria posizione, non nel non averne alcuna o nel togliere fondamento a qualsiasi posizione. La cosa si riflette nella pedagogia: per insegnare il pensiero critico è opportuno partire da una posizione. Cosa aggiorno se non ho una posizione? In questo senso il pensiero critico è essenzialmente verifica.
Sacrifici inutili
L'utilitarista gli aborre ma ci sono almeno due motivi per difenderli:
- allenano ai sacrifici utili. la volontà infatti si allena come un muscolo. del resto la scuola non è altro che un allenamento allo sforzo intellettuale: le nozioni che s'imparano sono per lo più inutili per lo più inutili. c'è da aggiungere che chi sta in fondo alle gerarchie sociali ed è privo di grandi talenti ha nella capacità di sacrificarsi l'unica sua arma per non perdere il contatto con chi sta sopra di lui.
- sono fonte di soddisfazione quando ci legano e ci identificano strettamente ad un valore che sentiamo profondamente: la mamma che non fa l'epidurale offre questo suo dolore al figlio e si sente realizzata.
continua
mercoledì 14 ottobre 2015
Diseased thinking dissolving questions about disease - Less Wrong - argomenti in favore della medicalizzazione della società
Diseased thinking dissolving questions about disease - Less Wrong - argomenti utilitaristici in favore della medicalizzazione della società
- problema affrontato: quando è scorretto somministrare certe medicine? spesso dietro la definizione di malattia si nasconde un etica libertaria che induce a soluzioni subottime del problema...
- lamentela conservatrice: il determinismo biologico ci toglie dignità e anche felicità togliendoci il senso della personalità...
- sandy l obesa: x il marito è un maiale per il dottore una malata x la sorella una xseguitata. chi ha ragione?
- concentriamoci sullo scontro tra dottore e marito. la questione ruota intorno al concetto di malattia. se l'obesità è una malattia ha ragione il dottore, se è un vizio ha ragione il marito...
- caratteristiche di una malattia:
- 1 cause biologiche
- 2 esclusa un azione del libero arbitrio
- 3 qlcs di raro
- 4 qlcs di spiacevole
- 5 qlcs di discreto: o ce l hai o nn ce l hai
- 6 qlcs x cui esistono medicine almeno in potenza...
- il cancro è una malattia. al nanismo manca 5. all omosex manca 4. all obesità manca 6 4 3. alla depressione manca 6 e altro. alla vecchiaia manca 3....
- ma la parola malattia è delicata perché induce ad inferenze di valore quindi potremmo dire che certe condizioni meritano di essere malattie altre no...
- solo il malato merita simpatia e supporto. sandy è condannata dal marito xchè nn è malata...
- x un malato la cura è dovuta x un nn malato la cura è un abdicazione della xsonalità...
- conclusione: definire la malattia è piuttosto irrilevante se nn fosse x le implicazioni morali e filosofiche...
- come giudichiamo di solito? secondo il modello libertario: chi agisce male è cattivo e nn merita simpatia, almeno se nn è condizionato in modo determinante da un fattore esterno. In altri termini, diamo grande importanza al fattore 2.
- x il modello libertario distinguere biologia e spirito è decisivo.
- imho: nota che x l immanentista c è una biologia costitutiva intimamente legata all identitá. in qs senso più che di merito si parla di just desert.
- è una distinzione difficile che rischia di sottoporre a condanna degli innocenti...
- imho: nn farla rischia di nn farci condannare dei colpevoli.
- x il determinista conseguenzialista qs separazione nn ha senso e il problema nn si pone: tutto è biologia.
- ma soprattutto la separazione nn è necessaria. certo anche il determinista giudica male i comportamenti socialmente dannoso così come giudica male le unghie incarnite. nn ha bisogno di conoscere l origine di certi comportamenti...
- punire un ladro nn è giusto in sè ma x le conseguenze che scatena...
- determinista: condanna e simpatia sono funzionali a max felicità sociale e qs atteggiamento si riflette nell atteggiamento verso le malattie...
- anche se tutto è biologia per il determinista resta giusto consolare il malato di cancro e condannare il pigro. così facendo la felicità sociale aumenta...
- se un disturbo può essere superato con una condanna ma esiste anche una medicina è giusto consentire di accedere a quest ultima? per un libertario potrebbe ledere la dignità ma un determinista nn ha di qs fisime...
- obiezione libertaria: intervenire con le medicine impedisce di sviluppare il senso di responsabilità..
- risposta: il senso di responsabilità che lo si alleni su cose utili le occasioni nn mancano. se l' obiezione fosse valida creeremmo delle dipendenze per fare in modo che i bambini sviluppino il loro senso di responsabilità (in realtà è proprio quello che si fa quando ci si allena allo sforzo mentale: si imparano cose inutili per tenere in esercizio la mente)
- l opposizione dei libertari alla medicalizzazione della società non fa meraviglia: se fai sacrifici ma viene prospettata una comoda soluzione al problema che affronti, rischi di opporti: un ambito dove segnalavi le tue virtù viene minacciato...
- conclusione: un etica conseguenzialista induce a soluzioni ottimali circa la somministrazione di medicinali. un etica librrtaria e virtuistica rischia di sviare il problema aumentando il costo sociale
- imho: psicologia minima: il sacrificio inutile è uno spreco ma il sacrificio in sé spesso è la base per una vita soddisfatta. forse anche per questo la sua reputazione è tanto buona. oltretutto è anche un allenamento: la scuola è una serie di sacrifici inutili (e forse questi sì eccessivamente costosi) compiuti per allenarsi.
- imho: 1) per il libertario non esiste un diritto alla cura, neanche per colui che giudica "malato", di conseguenza non c'è possibilità di equivoco 2) al di là del diritto, in effetti, il libertario rischia di condannare l'innocente ma il conseguenzialista rischia di non condannare il colpevole, in questo senso non esistono posizioni di vantaggio per qualcuno. 3) il determinista, a meno che non mantenga esoterica la filosofia che professa, non puo' condannare nessuno proprio per gli assunti che abbraccia, di conseguenza non puo' valersi di un'arma che lui stesso ammette essere importante...
L'utilitarista gli aborre ma ci sono almeno due motivi per difenderli:
- allenano ai sacrifici utili. la volontà infatti si allena come un muscolo. del resto la scuola non è altro che un allenamento allo sforzo intellettuale: le nozioni che s'imparano sono per lo più inutili per lo più inutili. c'è da aggiungere che chi sta in fondo alle gerarchie sociali ed è privo di grandi talenti ha nella capacità di sacrificarsi l'unica sua arma per non perdere il contatto con chi sta sopra di lui.
- sono fonte di soddisfazione quando ci legano e ci identificano strettamente ad un valore che sentiamo profondamente: la mamma che non fa l'epidurale offre questo suo dolore al figlio e si sente realizzata.
continua
Against Against Autism Cures Scott Alexander
Against Against Autism Cures Scott Alexander
- esiste un movimento x la libertà di cura degli autistici.
- problema: l autismo è una malattia?...
- la psichiatria ha categorie flessibili: depressione schizo: dalla quasi normalità all invalidità totale...
- ma il range record spetta all autismo: c è il genietto e c è chi nn parla ed è continuamente violento...
- x matthwes e silberman l autistico danneggia se stesso se lasciato solo. i guai che combina sono da imputare all istituzione...
- le horror story sul trattamento degli autistici sono comuni e si capisce quanto le brutalità li danneggino. ma see ne deduce forse che nn abbiano bisogno di una cura?...
- trattare bene l a. impedisce che le cose degenerino ma nn le normalizza affatto...
- l a. soffre: il 30% è epilettico e ha sofferenze fisiche...
- il 50% ha disordini cognitivi: schizo tourette ecc....
- metà degli a. si ferisce e più di metà è aggressivo. le prob. di suicidio sono molto più alte. tutto in assenza di maltrattamenti. 3/4 hanno problemi alimentari. quasi tutti hanno problemi del sonno...
- x i genitori la decisione di internare è dura sofferta e inevitabile...
- matthewes e silberman accusano kanner di incolpare i genitori ma è quello che fanno loro condannando chi interna...
- e l a. da grande? come sarà il suo outcome? varia da poor a very poor. zero lavoro. zer amici...
- e l a. che se la cava brillantemente di cui leggiamo sui giornalu? esistono. ma vanno dal 4% al 10% della popolazione totale...
- è chiaro poi che la vita in istituto è dura: altri scelgono x te!...
- l a. è una malattia? l a. soffre? direi di sì: sono sensibili si feriscono hanno crisi epilettiche si suicidano.
- se nn vogliamo definire il termine malattia definiamo almeno quello di sofferenza. un a. che vuole tagliarsi le dita nn sembra tanto felice della sua condizione...
- frenare la ricerca di medicine al grido "nn è una malattia" è grave xchè ci mette nelle mani dei politici. vi fidate di più di un biologo o di un politico?...
- il mondo senza autismo xde qlcs? sì gli a. hanno uno stile di pensiero unico...
- se esistesse una cura preventiva genetica i genitori dovrebbero sottoporvisi
conclusioni
THE ECONOMICS OF SZASZ PREFERENCES, CONSTRAINTS AND MENTAL ILLNESS di Bryan Caplan
THE ECONOMICS OF SZASZ PREFERENCES, CONSTRAINTS AND MENTAL ILLNESS di Bryan Caplan
- tesi: il modello che postula il malato mentale come un tale con preferenze estreme è il migliore
- vantaggi: rientrerebbe nel modello economico tradizionale
- nella teoria economica le scelte sono determinate da due fattori: preferenze e vincoli di bilancio. le scelte del malato mentale sarebbero preferenze
- obiezione 1: sandy si barcamena tra due lavori spiacevoli che rendono poco, non ce la fa più ad andare avanti fino al giorno in cui si sente stanca e svuotata, va dal medico che gli diagnostica una depressione, poi torna a casa e sta a letto tutto il giorno. Bob è un manager di successo che vuole partecipare alla maratona di Boston ma questa settimana è stracarico di lavoro, quando rientra a casa si ritrova stanco e demotivato, va dal medico che gli diagnostica un'influenza. il giorno dopo anziché allenarsi per la maratona se ne sta a letto. Da notare che influenza e depressione possono avere un'origine molto simile: un corpo stressato che abbassa l'azione del sistema immunitario. Orbene: perché dovremmo credere che quella di sandy è una scelta mentre quella di bob un vincolo esterno?
- risposta obiezione 1: la causa fisica non è rilevante finché non stabiliamo il nesso causale: è lo spirito che aziona i corpi o sono i corpi che determinano l'azione dello spirito? nella storiella ci sono chiari indizi che i nessi siano diversi: bob rinuncia ad un compito piacevole (la maratona), senza contare che per lui il lavoro stesso è gratificante e in qualche modo piacevole. sandy rinuncia alla tortura dei suoi due lavori.
- obiezione 2: ammettiamo di entrare di nascosto nella stanza di john e iniettarli mentre dorme la sostanza X che tra i suoi effetti collaterali induce depressione. Quando si sveglia john è fortemente depresso e torna a letto. qui non c'è stata scelta, eppure c'è depressione!
- risposta obiezione 2: infatti qui sappiamo con certezza che non c'è stata scelta ma questo è un caso che non abbiamo ragione di veder realizzato nella realtà, a meno che di essere di fronte ad una truffa. in condizioni normali è più ragionevole che sia il libero arbitrio a determinare il comportamento apatico.
- obiezione 3: perché i disturbati mentali chiedono aiuto e si dicono malati e infelici per la loro condizione?
- risposta a obiezione 3: è una buona tattica per ricevere aiuti a buon mercato quando servono.
- obiezione 4: se quelle dei disturbati sono solo preferenze estreme dobbiamo concludere che sono preferenze molto disordinate: ora vogliono abusare di una certa sostanza, poi vogliono smettere, poi ancora vogliono tornare alla sostanza...
- risposta obiezione 4. forse in alcuni casi estremi bisogna anche concludere così ma non nel caso descritto. cosa c'è che non va in termini razionali in un alcolista che ragiona così: "ora, nelle condizioni in cui sono, scelgo di bere, lo trovo piacevole. poi, lo so già, toccherò il fondo, un punto in cui nemmeno il bere è più piacevole, sarò una merda. ebbene, in quel momento chiederò aiuto dicendo che voglio smettere, la gente si impietosirà e mi soccorrerà. quando tornerò nella condizione in cui sono ora tornerò a bere. ben inteso: se durante il mio recupero dovessi per caso giungere ad una condizione più piacevole di quella attuale (magari con tanti amici, magari con una posizione di rispetto negli aa) non posso escludere a priori di optare per conservarla anziché per rovinarmi di nuovo con la bottiglia.
- ADHD Overall, the most natural way to formalize ADHD in economic terms is as a high disutility of work combined with a strong taste for variety. Undoubtedly, a person who dislikes working will be more likely to fail to 'finish school work, chores or duties in the workplace'. Similarly, a person with a strong taste for variety will be 'easily distracted by extraneous stimuli'. symptoms of inattention are worded to sound more like constraints. However, each of these is still probably best interpreted as descriptions of preferences.
- lo scientismo è solo una delle tante filosofie della mente. What about all the contrary scientific evidence? It's not really contrary. The best empirics in the world can't resolve fundamental questions of philosophy of mind.
- Critics often cite findings of 'chemical imbalances' in the mentally ill. The problem with these claims, from a Szaszian point of view, is not that they find a connection between brain chemistry and behavior. The problem is that 'imbalance' is a moral judgment masquerading as a medical one.
- make such a big deal about the difference between preferences and constraints. If you literally CAN'T do something, it makes sense to say you have a "disorder." If you're perfectly able to do something but don't like it, it doesn't. How can you tell the difference? As I say in the paper, see if sufficiently strong incentives change behavior. If you do X given sufficient motivation, you CAN do X.
continua
martedì 13 ottobre 2015
HL ITALIANO Foolproof di Greg Ip
Foolproof di Greg Ip
- finanza. summers: ormai le banche hanno gli strumenti x stabilizzare qls crisi...
- finanza. minsky: gli interventi della fed hanno scongiurato molte crisi finanziarie ma lo hanno fatto alzando i rischi ovvro gonfiando la bolla della grande crisi quella in cui tutti soccomberanno...
- dal 1982 al 2007: calma piatta nella finanza. attivismo della fed. comportamenti ad alto rischio degli attori. la grande crisi decennale partita nel 2007…
- le medicine rilassano il corpo. i rimedi rilassano i comportamenti...
- la fiducia negli argini causa il disastro di katrina...
- la fiducia in un euro permanente lo porta quasi a collassare...
- la fiducia nei canali di scolo porta al disastro di fukushima...
- quanti più sicuro è un argine tanti più danni farà l alluvione...
- gli incendi sono dovuti al cambiamento climatico? forse. di sicuro gran parte di essi si spiega con la crescente efficienza dei soccorsi...
- la paura è la più efficace misura di sicurezza...
- le vittime dei freni antibloccaggio...
- il caschetto dei giocatori ha mutato le fratture nn le h ridotte...
- se il bimbo nn è nel suo seggiolino vai più prudente? allora significa che se sta nel seggiolino sei più spericolato...
- più l ambiente è complesso più la catastrofe è possibile...
- la storia del titanic: la nave inaffondabile...
- la borsa non è un posto x vecchi: la memoria fa stare prudenti con profitti bassi e clienti in fuga...
- tutto si fa in nome della stabilità. giusto studiare come arricchirsi ma giusto scoprire i segreti della vita sicura e della stabilità illusoria...
- il desiderio di stabilità confliggere con quello di complessità e specializzazione.
- il rischio è come un batterio: lo cauterizzi ma lui riemerge mutato altrove...
- VAR value at risk: valuta soppesando la volatilitá passata: un lungo xiodo di stabilità spinge ad esporsi...
- guaio: la fede nella storia passata...
- europa: grande crisi frutto del grande successo: dopo l unione tassi bassi al sud.ma la moneta facile ha contribuito ad aggravare la crisi successiva...
- tesi: l instabilitá nn deriva da cattivi comportamenti ma da periodi molto prolungati di stabilità. il moralismo ci fa xdere di vista qualcosa...
- l illusione statistica: nel mondo delle conseguenze inintenzionali (negatività più rare e più intense) l illusione statistica può essere forte...
- il trade off è positivo? nn lo sappiamo...
- confronto con sam peltzman: in un mondo complesso l'effetto peltzman s'intensifica
- confronto con taleb: nel mondo della sicurezza obbligatoria i cigni neri aumentano le loro probabilità.
continua
lunedì 12 ottobre 2015
Capitalismo ed esistenzialismo
Free Market Existentialism? http://bleedingheartlibertarians.com/2015/10/free-market-existentialism/
Firm Inefficiency di Robin Hanson
#hanson inefficienza
Firm Inefficiency di Robin Hanson
Firm Inefficiency di Robin Hanson
- le grandi imprese sono inefficienti xchè 2 ipotesi: 1 bias 2 costi d agenzia
- ricorda: c'è una concorrenza coi gruppi esterni ma anche una concorrenza tra gruppi di potere interni
- 1 come mai la produttività aumenta quando entra un competitore?
- 2 i fannulloni sono noti ma vengono fatti fuori solo se c è un pretesto più ampio
- 3 preferenza verso i processi elaborati all interno piuttosto che importati dall esterno
- 4 yes man: ce n' è in abbondanza
- 5 opa ostili: la legislazione che le limita protegge i manager
- 6 paghe dei ceo: sembrano svincolate da una logica efficientista
- 7 un fiume di briefing inutili
- i meeting hanno spesso lo scopo di ostentare accordo su scelte giá prese che quello di prendere decisioni
- 8 valutazione distorta dei dipendenti: ogni boss ha i suoi favoriti che coincidono con quelli che ha assunto xsonalmente
- 9 troppa importanza ai titoli di studio
- 10 scarsa propensione agli esperimenti
- 11 scarsa propensione a controllare e documentare predizioni ed esiti effettivi. eppure nei meeting la gente nn fa altro che prevedere il futuro
- 12 il boss non premia chi sente migliore di sè
- 13 l info nn è trasparente: che bisogno c è di limitare gli accessi? solo un modo di preservare il potere
- 14 una valanga di consulenze inutili al solo scopo di pararsi le spalle
- le consulenze sono spesso adottate x incrementare il prestigio dell organizzazione piuttosto che l efficienza
- 15 poco telelavoro farebbe risparmiare molto
- 18 spesso i manager di potere espongono vaghe filosofie per ottenere alleati senza imporre costi a nessuno...
continua
Il bello della musica
Dove sta il bello nella musica?
Ardua domanda. Urge sdrammatizzare immediatamente.
No, quella roba qua sopra non è un’ opera d arte, e nemmeno la simboleggia. È un disegnino che ho fatto personalmente in soggiorno cinque minuti fa.
Nonostante la sua rozzezza serve alla bisogna poichè mi serve un’analogia e non un esempio.
Dunque, punto primo: per apprezzare una musica bisogna dapprima coglierne il senso.
Se il linguaggio della musica fosse un linguaggio naturale tra i tanti il percorso per giungere a questo risultato sarebbe noto. Uno si mette lì di buzzo buono e comincia a studiare la grammatica e il lessico. Ma purtroppo le cose non stanno così, il linguaggio della musica è un linguaggio sui generis.
In che senso “sui generis”? E qui parto con le analogie.
Torniamo allora al disegnino di cui sopra. Qual è il suo senso? A cosa rinvia?
Risposta ingenua: rinvia ad una ragazza o qualcosa del genere!
Sbagliato. Rinvia a “Sara”.
Chi ci fa caso lo vede piuttosto chiaramente, c'è scritto!: le "s" non sono altro che i capelli e le braccia, il volto sorridente con gli occhi forma poi delle "a", e infine il corpo con le gambe non è altro che una grande "r".
Altra domanda: che doti bisogna avere per realizzare il disegnino?
Bè, bisogna conoscere l' anatomia di una donnina e saperla poi riprodurre sulla carta con un pennarello.
Che doti bisogna avere per comprendere il disegnino? Bisogna essenzialmente conoscere le lettere dell’ alfabeto.
Ma soprattutto bisogna avere l’ immaginazione sufficiente per scovarle nel disegnino e metterle in fila affinché acquistino un senso compiuto.
Ecco, lo scambio musicale funziona all'incirca così: da una parte c’ è un tale che conosce a menadito le donnine e le sa disegnare, dall’ altra un tipo che le guarda in caccia di lettere e parole dal senso compiuto.
L’ immaginazione è la facoltá fondamentale su cui far leva per compiere per benino tutto il fondamentale lavoro “trasformativo”.
Fuor di analogia: "donnine, "lettere" e "parole" sarebbero concetti da sostituire con "strutture formali", "emozioni", "stati d'animo", eccetera, eccetera.
Concludo con quattro osservazioni in parte rilevanti per la discussione partita in seguito al post del sette.
Prima osservazione. Se guardo il disegno vedo una donnina anche se non volessi farlo. Per vedere le lettere invece devo sforzarmi.
Per questo i filosofi, a proposito della musica, parlano di "oggetto intenzionale": il bello non viene da te, devi stanarlo tu con la volontá e l’immaginazione.
Seconda osservazione: per scovare le lettere non è fondamentale saper disegnare le donnine, così come per saper disegnare le donnine non è fondamentale conoscere le lettere.
Per questo i filosofi, a proposito del musicista, parlano di intentional fallacy: puoi essere anche un insensibile ottuso che ha ben poco da dire sul senso della sua opera e restare ciononostante un notevole artista.
Terza osservazione. Il bello non è né rappresentato né contenuto nella musica ma emerge grazie al lavoro immaginativo dell'ascoltatore.
Per questo gli psicologi trattano l'esperienza musicale con gli strumenti messi a disposizione dalla psicologia gestaltica piuttosto che con quelli tipici del cognitivismo.
Quarta osservazione. Per quanto l' esperienza soggettiva dell'ascolto sia essenziale per realizzare la bellezza di una musica, nulla si ricava da queste considerazioni circa la natura oggettiva del giudizio estetico.
Anche qui mi spiego con un'analogia: i numeri. I filosofi considerano "i numeri" concetti che emergono nell' interiorità dell'uomo senza per questo negare necessariamente la loro natura oggettiva.
Bibliografia:
Un classico contro questa impostazione: “Il bello musicale” di Eduard Hanslick.
Un classico che appoggia questa impostazione: “Estetica come scienza dell'espressione” di Benedetto Croce.
Un contemporaneo contro questa impostazione: “Filosofia della musica. Un'introduzione” di Peter Kivy.
Un contemporaneo che appoggia questa interpretazione: “Comprendere la musica. Filosofia e interpretazione” di Roger Scruton.
sabato 10 ottobre 2015
Innovazione
http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2015/10/the-future-is-here-just-not-evenly-distributed.html
the problem is not a lack of innovation it’s a lack of innovation diffusion
spiegazione alternativa: o-ring production
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