PERCHE’ SIAMO MOLTO PIU’ RICCHI DI QUEL CHE CI DICONO
La mia impressione è che noi siamo molto più ricchi di quanto ci
dicano, non ce ne accorgiamo perché – contrariamente alle nostre aspettative
- la ricchezza non fa la felicità. Direi di più, il nostro disagio assomiglia
molto a quello tipico del soggetto satollo.
Ma come è possibile che ci si sbagli a misurare la ricchezza di
una persona? Colpa dell’inflazione, una variabile impossibile da misurare in
modo oggettivo.
Anche qui, qualcuno potrebbe non vedere il problema. Faccio
allora un esempio: che differenze c’è tra un’auto di 25 anni fa e un’auto di
oggi? Molte ed enormi, sono praticamente due beni differenti. Eppure, per molti
statistici un’auto è un’auto e l’unica differenza che conta è il prezzo. In
altre parole, lo statistico ci dice che il prezzo delle auto è aumentato e che
noi – se abbiamo un reddito costante - siamo più poveri; ma così facendo
confronta mele con pere e giunge a conclusioni sballate.
E che differenza c’è tra un servizio sanitario al Pronto
Soccorso di 25 anni fa e un servizio sanitario di oggi? Stesso discorso. E che
differenza c’è tra l’offerta TV di 25 anni fa e quella di oggi? Stesso discorso.
Potrei andare avanti all’infinito ma la sostanza dovrebbe essere chiara: dove
l’ISTAT vede solo differenze di prezzo, noi vediamo due prodotti completamente
diversi non più confrontabili tra loro.
Disincastrare il miglioramento tecnologico dall’inflazione è
molto difficile, e qui la soggettività di chi redige i conti gioca un ruolo. A
questo punto è opportuno considerare il fatto che tutti gli schieramenti
politici prediligono lo scenario negativo: la sinistra per chiedere più equità,
la destra per inquietare la classe media. La politica ha un ascendente notevole
sui burocrati che redigono i conti, oltre al fatto che i burocrati in
questione, nonché i giornalisti che diffondono le loro elaborazioni, hanno una
loro personale inclinazione politica.
Ecco, per queste ragioni presumo che noi siamo molto più ricchi
di quel che ci dicono.
https://feedly.com/i/entry/B7jw4LCucCLXhd0mcd9EmMn+sbxtNLGOdNAs60PDOTo=_16c1f013437:40baefe:4b2e0c8b
mercoledì 24 luglio 2019
DILEMMI SULLA GUERRA PROSSIMA VENTURA
Sul lungo periodo mi ritengo un grande ottimista, tra un paio di secoli le nostre ricchezze raddoppieranno ogni ora, non per questo mi nascondo i problemi a breve:
- nelle nazioni ricche l’ IQ medio ha smesso di crescere;
- la crescita economica è rallentata;
- il riscaldamento globale incalza;
- in occidente la fertilità è bassa;
- da un secolo il tasso innovativo per ogni singolo ricercatore si abbassa;
- diseguaglianza e polarizzazione politica si acuiscono.
Tuttavia, il problema dei problemi è la guerra: come si vede dal grafico, dopo il picco di morti del 900, abbiamo attraversato un lungo periodo in cui le morti in guerra sono state in caduta libera. La traiettoria storica sembra indicare una guerra prossima ventura con picchi nei morti mai raggiunti prima, probabilmente una guerra di origine nucleare.
Ma qui viene il bello: da noi, non solo i morti in guerra sono precipitati, anche il supporto sociale alle tipiche virtù combattenti è svanito. Rispetto ai nostri nonni, glorifichiamo meno i soldati destinati al sacrificio. Al contrario, le società del passato erano organizzate attorno alla guerra e offrivano status elevati alla classe guerriera. Persino i soldati che violentavano e saccheggiavano erano giustificati. D’altro canto, creare un maggiore supporto sociale per le virtù combattenti potrebbe avvicinare l’evento bellico.
Da qui il dilemma: al punto in cui siamo è più opportuno ridare prestigio alla figura del soldato – in modo da prepararsi meglio al combattimento – o proseguire l’andazzo attuale – in modo da rinviarlo ulteriormente?
LA DEMOCRAZIA DELLE GENERAZIONI FUTURE
LA DEMOCRAZIA DELLE GENERAZIONI FUTURE
Il problema delle generazioni future è che non esistono e non possono rappresentare i propri interessi.
Ma c'è un’alternativa: poiché le generazioni si sovrappongono, dando più peso ai giovani tuteliamo anche chi deve ancora nascere. Esempio:
18–27 anni: ogni voto pesa 6 voti.
28–37 anni: ogni voto pesa 5.
38–47 anni: ogni voto pesa 4.
48-57 anni: ogni voto pesa 3.
58–67 anni: ogni voto pesa 2.
Oltre i 67 anni: ogni voto pesa 1.
I genitori, non solo potrebbero votare per i loro figli, ma ogni voto di minorenne conterebbe 10 voti (20 sotto i 10 anni).
P.S. In realtà l’ultimo trafiletto l’ho aggiunto io, in realtà non c’è nell’articolo. Secondo voi perché?
https://medium.com/@william.macaskill/age-weighted-voting-8651b2a353cc
Il problema delle generazioni future è che non esistono e non possono rappresentare i propri interessi.
Ma c'è un’alternativa: poiché le generazioni si sovrappongono, dando più peso ai giovani tuteliamo anche chi deve ancora nascere. Esempio:
18–27 anni: ogni voto pesa 6 voti.
28–37 anni: ogni voto pesa 5.
38–47 anni: ogni voto pesa 4.
48-57 anni: ogni voto pesa 3.
58–67 anni: ogni voto pesa 2.
Oltre i 67 anni: ogni voto pesa 1.
I genitori, non solo potrebbero votare per i loro figli, ma ogni voto di minorenne conterebbe 10 voti (20 sotto i 10 anni).
P.S. In realtà l’ultimo trafiletto l’ho aggiunto io, in realtà non c’è nell’articolo. Secondo voi perché?
https://medium.com/@william.macaskill/age-weighted-voting-8651b2a353cc
martedì 23 luglio 2019
MALEDETTI FRANCESI: LO SCIAMANO.
MALEDETTI FRANCESI: LO SCIAMANO.
Mamma mia, qua dentro c’è di tutto, anche un gergo matematico tratto da teorie che secondo me all’autore non interessa nemmeno capire, li chiama "matemi", in analogia con i fonemi e i morfemi in cui i linguisti dividono le parti funzionali del linguaggio. Almeno nell’inventare parole è un Maestro autentico, su questo non ci piove, il linguaggio sta al centro del suo approccio, secondo lui l’inconscio stesso è strutturato come un linguaggio, qualsiasi cosa voglia dire questa frase che ripeto a pappagallo dall’intro. Le sue teorie sono un pasticcio su base hegeliana (autore già parecchio pasticciato di suo). Io l’ho avvicinato per curiosità, ormai ero vaccinato contro il morbo della filosofia francese post-moderna e sapevo di non doverci perdere tempo; tuttavia, l'influenza dei suoi seminari - 34 volumi dei quali sono stati trascritti e anche tradotti - è uno dei misteri più profondi della vita intellettuale moderna, il confuso rigurgito di pseudo-teorie che secondo me neanche il suo autore saprebbe ripetere allo stesso modo due volte, resta senza paralleli nella saggistica moderna. Probabilmente è proprio dalla sua proverbiale oscurità che traeva quell’ indubitabile carisma da sciamano che ha steso molte persone desiderose di diventare intelligenti.
Tra questi c’è il nostro Massimo Recalcati. Al che uno si chiede: ma come si puo’ filtrare l’incomprensibile ed ottenere il banale? Come come si puo? Il banale e l’incomprensibile sono cugini primi!
Mamma mia, qua dentro c’è di tutto, anche un gergo matematico tratto da teorie che secondo me all’autore non interessa nemmeno capire, li chiama "matemi", in analogia con i fonemi e i morfemi in cui i linguisti dividono le parti funzionali del linguaggio. Almeno nell’inventare parole è un Maestro autentico, su questo non ci piove, il linguaggio sta al centro del suo approccio, secondo lui l’inconscio stesso è strutturato come un linguaggio, qualsiasi cosa voglia dire questa frase che ripeto a pappagallo dall’intro. Le sue teorie sono un pasticcio su base hegeliana (autore già parecchio pasticciato di suo). Io l’ho avvicinato per curiosità, ormai ero vaccinato contro il morbo della filosofia francese post-moderna e sapevo di non doverci perdere tempo; tuttavia, l'influenza dei suoi seminari - 34 volumi dei quali sono stati trascritti e anche tradotti - è uno dei misteri più profondi della vita intellettuale moderna, il confuso rigurgito di pseudo-teorie che secondo me neanche il suo autore saprebbe ripetere allo stesso modo due volte, resta senza paralleli nella saggistica moderna. Probabilmente è proprio dalla sua proverbiale oscurità che traeva quell’ indubitabile carisma da sciamano che ha steso molte persone desiderose di diventare intelligenti.
Tra questi c’è il nostro Massimo Recalcati. Al che uno si chiede: ma come si puo’ filtrare l’incomprensibile ed ottenere il banale? Come come si puo? Il banale e l’incomprensibile sono cugini primi!
MALEDETTI FRANCESI: LA GRANDE MACCHINA DEL NONSENSE. LACAN
MALEDETTI FRANCESI: LA GRANDE MACCHINA DEL NONSENSE.
Questo strambo psicanalista ebbe una grande influenza ai suoi tempi, specie tra i sessantottini, vedi bene quali prestigiose case editrici lo pubblicarono in Italia. D’altronde, la psicanalisi è una disciplina particolare, le persone diventano famose non per i loro successi terapeutici (chissà se ce ne sono), ma per le loro idee. Sono più filosofi che medici. La forza di una delle loro idee deriva più dalla sua influenza che dalla fondatezza.
Questo strambo psicanalista ebbe una grande influenza ai suoi tempi, specie tra i sessantottini, vedi bene quali prestigiose case editrici lo pubblicarono in Italia. D’altronde, la psicanalisi è una disciplina particolare, le persone diventano famose non per i loro successi terapeutici (chissà se ce ne sono), ma per le loro idee. Sono più filosofi che medici. La forza di una delle loro idee deriva più dalla sua influenza che dalla fondatezza.
MALEDETTI FRANCESI… E MALEDETTI I LORO GIOCHI DI PAROLE.
MALEDETTI FRANCESI… E MALEDETTI I LORO GIOCHI DI PAROLE.
Da giovane questo libro mi ha fatto dannare l’anima. Non c’ho capito nulla ma non potevo ammetterlo a me stesso, per cui continuavo a tornarci su in modo estenuato, fino a che la carta maneggiata di continuo si liquefaceva come il cervello. Ero arrivato al punto di inventare significati elaborati facendo leva su appigli alquanto precari; il frasario era tortuoso, le parentesi si aprivano senza chiudersi e quando i singoli passaggi erano intellegibili, era poi impossibile metterli insieme ottenendo un senso compiuto. Per un ragioniere digiuno del sapere che conta è stato traumatico accostare la sacra montagna della filosofia scalandola da questo versante. Davo per scontato che libri rinomati pubblicati in collane prestigiose avessero un senso importante, non prendevo nemmeno in considerazione che potessero ridursi a poco più che sciarade o giochi di parole.
Nella sua creazione rapsodica, Derrida si ispirava al linguista svizzero Ferdinand de Saussure e al suo esoterico sistema delle “differenze”, una roba per cui il significato di parole come "caldo" deve essere ricompreso in qualche modo nel differenziale tra cio’ che si dice – ovvero “caldo” – e cio’ che non si dice, ovvero “freddo”. Ancora oggi non capisco bene se trattasi di una banalità o di una fertile intuizione foriera di conoscenza autentica, sta di fatto che per la tribù radunata intorno al guru il linguaggio non ha "termini positivi", ma è un flusso infinito di negazioni, il cui significato risiede sempre in cio’ che non si dice. Ecco Jacques Derrida va oltre, sostenendo che nessun segno significa qualcosa se isolato, e che il suo significato attende sempre un segno "altro", il segno che lo completa opponendosi a lui, ma a questo punto resti con una nuova unità linguistica priva di senso che attende il suo completamento. Insomma, il significato non è mai presente ma sempre differito, e noi ragionieri lo attendiamo come tanti Godot. In altre parole: se non capisci non fa niente, è così che deve andare, aspetta e goditi la rabbia del borghese che si innervosisce.
P.S. Mi sono pentito di questa lettura giovanile? Naturalmente dovrei dire sì ma ancora oggi, a distanza di decine d’anni, dico no e uso come pretesto il fatto che il libro mi ha comunque fatto conoscere scrittori come Antonin Artaud, Edmond Jabès, Maurice Blanchot e Emmanuel Lèvinas.
MALEDETTI FRANCESI: LA RIVOLUZIONE.
MALEDETTI FRANCESI: LA RIVOLUZIONE.
E’ una rivoluzione filosofica, si potrebbe incarnare nel motto: anche il nonsense significa qualcosa.
Si tratta di mettere a punto una macchina per annientare i significati e mandare in palla i filistei che ne cercano uno. I primi a lavorare sul progetto furono Jacques Lacan, Gilles Deleuze e pochi altri, operarono su lacerti della psicologia freudiana e della linguistica saussuriana, abbellendo il tutto con frammenti di filosofia hegeliana servita nella salsa anodina elaborata dal loro maestro Alexandre Kojève. A fronte di questo caos teorico, risplende nitido l'obbiettivo pratico: anarco-comunismo duro.
PERCHE' LE DISEGUAGLIANZE AUMENTANO?
Una spiegazione "umanistica": perché oggi sono le persone più intelligenti a prendere più rischi.
https://economics.stanford.edu/sites/g/files/sbiybj9386/f/abstract_5.pdf
MALEDETTI FRANCESI: CREDO PERCHE' ASSURDO
MALEDETTI FRANCESI: CREDO PERCHE' ASSURDO
Non è che, come potrebbe sembrare a prima vista, Althusser abbia una predilezione per le sciocchezze in libertà, sta piuttosto cercando di dare voce a un sentimento religioso legato al marxismo, e lotta così per distillare le parole più adatte ad unirti nella sua fede. Il suo credo religioso possiede la struttura abissale tipicamente pascaliano. Nessun argomento, nessun ragionamento, solo la vertigine di una scommessa sull'infinito.
Non è che, come potrebbe sembrare a prima vista, Althusser abbia una predilezione per le sciocchezze in libertà, sta piuttosto cercando di dare voce a un sentimento religioso legato al marxismo, e lotta così per distillare le parole più adatte ad unirti nella sua fede. Il suo credo religioso possiede la struttura abissale tipicamente pascaliano. Nessun argomento, nessun ragionamento, solo la vertigine di una scommessa sull'infinito.
MALEDETTI FRANCESI: LA POSTURA DELL’OPPRESSO
MALEDETTI FRANCESI: LA POSTURA DELL’OPPRESSO
Il mondo è tutto contro di lui. Ogni istituzione cospirazione ai suoi danni e lo opprime. Chiesa, famiglia, scuola, sindacato, cultura, stampa, magistratura: tutti appartengono all' "apparato statale ideologico".
Poverino.
Il mondo è tutto contro di lui. Ogni istituzione cospirazione ai suoi danni e lo opprime. Chiesa, famiglia, scuola, sindacato, cultura, stampa, magistratura: tutti appartengono all' "apparato statale ideologico".
Poverino.
MALEDETTI FRANCESI II
MALEDETTI FRANCESI
Ma soprattutto quella circolarità circospetta della prosa, una roba che gira e rigira monotona su se stessa per ore, come la ruminazione di un pazzo intrappolato nella sua gabbia immaginaria. C'è qualcosa di ipnotico nel cerchio infinito di queste tautologie. Occorre salvare Marx novello Tolomeo, occorre inventari un epiciclo che lo tragga d'impaccio. Ogni frase contiene una specie di delirio sintattico, incorpora una miriade di termini inspiegabili in strutture creative ma misteriose. Sembra che proprio questo sia l'apporto dell'autore.
Ma soprattutto quella circolarità circospetta della prosa, una roba che gira e rigira monotona su se stessa per ore, come la ruminazione di un pazzo intrappolato nella sua gabbia immaginaria. C'è qualcosa di ipnotico nel cerchio infinito di queste tautologie. Occorre salvare Marx novello Tolomeo, occorre inventari un epiciclo che lo tragga d'impaccio. Ogni frase contiene una specie di delirio sintattico, incorpora una miriade di termini inspiegabili in strutture creative ma misteriose. Sembra che proprio questo sia l'apporto dell'autore.
MALEDETTI FRANCESI I
MALEDETTI FRANCESI
In parole povere, la conclusione è questa: puoi capire il Capitale solo credendo che dica il vero. In latino suona meglio: "credo ut intelligam", come diceva Sant'Anselmo (credo per capire).
NEO MORALISMO
NEO MORALISMO
Quando ero un ragazzo, le persone sessualmente più libere tendevano a considerare chi aveva atteggiamenti più tradizionali come un bigotto guastafeste. Il modo di porsi era quello del gaudente che compatisce il topo di biblioteca che non sa divertirsi. Oggi la mentalità è invece un miscuglio di Hugh Hefner e Mao (o Cicciolina e Gestapo). I critici della rivoluzione sessuale sono trattati come agenti del diavolo o nemici del popolo – non solo bigotti da compatire, ma anche da avversare, perseguitare e catechizzare grazie ad una nuova classe sacerdotale. Cosa spiega questa strana trasformazione del gaudente in moralista?
Ipotesi: ci vuole una morale per scacciare una morale.
lunedì 22 luglio 2019
DICHIARAZIONI PERICOLOSA
"Una dichiarazione può essere sia vera che pericolosa. Quella che ho appena fatto è una dichiarazione del genere. " David Friedman
AZIENDA O FAMIGLIA
Lo stato è più simile a un’azienda o a una famiglia?
https://feedly.com/i/entry/Nkn6RK6HwBgWrvMj84SxHg63I5Wn8O87ZvoPCQT30Mw=_16bfa7b4ecf:133862f:73d34570
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IL DISPREZZO
IL DISPREZZO
Non è un sentimento molto costruttivo, eppure non è mai stato tanto diffuso quanto oggi. Non è che la tecnologia c’entri qualcosa?
Su Facebook ricevi molti like se accusi ed esprimi disprezzo (magari ricorrendo ad un sarcasmo creativo). Atteggiamenti di apertura verso il “nemico” invece sono poco apprezzati.
http://www.econtalk.org/arthur-brooks-on-love-your-enemies/#audio-highlights
Non è un sentimento molto costruttivo, eppure non è mai stato tanto diffuso quanto oggi. Non è che la tecnologia c’entri qualcosa?
Su Facebook ricevi molti like se accusi ed esprimi disprezzo (magari ricorrendo ad un sarcasmo creativo). Atteggiamenti di apertura verso il “nemico” invece sono poco apprezzati.
http://www.econtalk.org/arthur-brooks-on-love-your-enemies/#audio-highlights
https://feedly.com/i/entry/Nkn6RK6HwBgWrvMj84SxHg63I5Wn8O87ZvoPCQT30Mw=_16c09cfa278:2861592:4b2e0c8b
Non è un sentimento molto costruttivo, eppure non è mai stato tanto diffuso quanto oggi. Non è che la tecnologia c’entri qualcosa?
Su Facebook ricevi molti like se accusi ed esprimi disprezzo (magari ricorrendo ad un sarcasmo creativo). Atteggiamenti di apertura verso il “nemico” invece sono poco apprezzati.
http://www.econtalk.org/arthur-brooks-on-love-your-enemies/#audio-highlights
Non è un sentimento molto costruttivo, eppure non è mai stato tanto diffuso quanto oggi. Non è che la tecnologia c’entri qualcosa?
Su Facebook ricevi molti like se accusi ed esprimi disprezzo (magari ricorrendo ad un sarcasmo creativo). Atteggiamenti di apertura verso il “nemico” invece sono poco apprezzati.
http://www.econtalk.org/arthur-brooks-on-love-your-enemies/#audio-highlights
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DIFESA DEL TU QUOQUE
DIFESA DEL TU QUOQUE
Poniamo che abbia l’inveterata abitudine di non raccogliere la cacca del mio cane, tutti lo sanno e nel quartiere sono una leggenda (marrone). Tuttavia, ecco che un bel giorno ti becco in fragrante a fare altrettanto elargendoti un cazziatone memorabile. Al che tu mi mandi a quel paese con il classico TU QUOQUE. A quel punto mi si gonfia la vena e raddoppio le energie per farti presente che il TU QUOQUE non è un argomento logico, che devo affrontare la mia critica nel merito se ne sono capace.
Ecco, chi prenderebbe mai sul serio una simile reazione piccata? L’argomento del TU QUOQUE non sarà logico ma è convincente. E noi abbiamo penuria di argomenti convincenti, non di certo di argomenti logici. Non c’è nulla di più semplice che costruire dal nulla un argomento coerente. Il pensiero logico cresce anche sugli alberi e francamente non conosco discussione risolta per fallacia logica di uno dei contendenti: quand'anche ci sia, si aggiusta senza problemi. Ma che un noto smerdatore di marciapiedi faccia la morale in tema di pulizia e cura dell’arredo urbano è cosa, questa sì, che l’uomo ragionevole seppellisce con una risata.
http://www.econlib.org/archives/2014/07/the_argument_fr_1.html
I SOCIAL NETWORK COME CRITICA AL PENSIERO CRITICO.
I SOCIAL NETWORK COME CRITICA AL PENSIERO CRITICO.
Quando ero ragazzo “pensare con la propria testa” era un valore che stava al pari solo della “mamma”.
Oggi, dopo 15 anni di social network quel valore si è disintegrato come un fuoco artificiale. L’obbrobrio di chi pensa con la sua testa è un blob che ci sta sommergendo e contro cui invochiamo pietà. Un appello alle coscienze sgorga spontaneo: tu, uomo qualunque, perché non ti sforzi a seguire l’onda? Perché non ti limiti ad unirti al gregge? Segui la tua natura, e se il conformismo è nella tua natura un motivo c’è. Anzi, ce ne sono almeno tre, eccoli.
1) Essere originali è costoso e rischioso, la società è aggressiva con i diversi (chiedilo agli omosessuali).
2) Il nostro istinto ad imitare gli altri è fortissimo, specie quando “gli altri” ne sanno di più: se imiti l’esperto incameri i benefici della sua conoscenza senza sopportarne i costi (fatiche).
3) Gli originali sono quasi sempre pazzi, specie se si pronunciano fuori dal loro campo. Tutti i giorni assistiamo a una sfilata di opinioni politiche deliranti a cura di artisti talentuosi, scrittori di successo e scienziati provetti specializzati nel farla fuori dal vaso. L’esempio classico è Unabomber: autentico genio della matematica e svalvolato totale nei suoi giudizi sulla società.
Ti ho convinto?
https://feedly.com/i/entry//uNtJ5Te/bTWNrQ93eWUZRWG2zLfACizMrZ4kDb0FIs=_16c0ff2a336:2ebba46:561e4df6
Quando ero ragazzo “pensare con la propria testa” era un valore che stava al pari solo della “mamma”.
Oggi, dopo 15 anni di social network quel valore si è disintegrato come un fuoco artificiale. L’obbrobrio di chi pensa con la sua testa è un blob che ci sta sommergendo e contro cui invochiamo pietà. Un appello alle coscienze sgorga spontaneo: tu, uomo qualunque, perché non ti sforzi a seguire l’onda? Perché non ti limiti ad unirti al gregge? Segui la tua natura, e se il conformismo è nella tua natura un motivo c’è. Anzi, ce ne sono almeno tre, eccoli.
1) Essere originali è costoso e rischioso, la società è aggressiva con i diversi (chiedilo agli omosessuali).
2) Il nostro istinto ad imitare gli altri è fortissimo, specie quando “gli altri” ne sanno di più: se imiti l’esperto incameri i benefici della sua conoscenza senza sopportarne i costi (fatiche).
3) Gli originali sono quasi sempre pazzi, specie se si pronunciano fuori dal loro campo. Tutti i giorni assistiamo a una sfilata di opinioni politiche deliranti a cura di artisti talentuosi, scrittori di successo e scienziati provetti specializzati nel farla fuori dal vaso. L’esempio classico è Unabomber: autentico genio della matematica e svalvolato totale nei suoi giudizi sulla società.
Ti ho convinto?
https://feedly.com/i/entry//uNtJ5Te/bTWNrQ93eWUZRWG2zLfACizMrZ4kDb0FIs=_16c0ff2a336:2ebba46:561e4df6
IL SALARIO DI SANDERS
Questa è veramente bella (e istruttiva).
I collaboratori del candidato americano Sanders (sinistra populista) alla presidenza USA che stanno lavorando al ritocco sul “salario minimo”, si sono lamentati perché il loro stipendio era inferiore a 15 dollari l'ora, soglia prescelta dal senatore come nuovo minimo. Avendo appreso della lamentela Sanders ha subito aumentato la paga oraria. Ma questa provvidenziale misura ha aumentato il loro stipendio? No, perché il senatore ha provveduto contestualmente a tagliare le ore di lavoro!
Hi hi hi.
https://www.newsweek.com/bernie-sanders-campaign-15-dollar-minimum-wage-staff-2020-controversy-1450267
https://feedly.com/i/entry/QhasdlGC/je393PPTQKFFVBvU9pU8A5e2Nj247Raws0=_16c1695edab:10a428:dd8759
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FORMA E SOSTANZA
FORMA E SOSTANZA
SOSTANZIALISTA: è tuo diritto/dovere disubbidire ad una legge ingiusta.
FORMALISTA: devi comunque ubbidire ad una legge ingiusta.
RAGIONI DEL FORMALISTA: se disubbidisci, l’arbitrio prevarrà sulla legge.
RAGIONI DEL SOSTANZIALISTA: se non disubbidisci, l’ingiustizia si perpetrerà.
Come decidere?
P.S. Forse occorre giudicare caso per caso ma d’istinto mi collocherei tra i SOSTANZIALISTI, in prima battuta hanno ragione: è nostro diritto/dovere non fare qualcosa di sbagliato, questo è ovvio. Cio’ significa che l’onere della prova ricade sul formalista, che in genere non lo soddisfa.
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