venerdì 16 marzo 2012

La migrazione degli zombi

cinecluMi piacciono gli zombi ma aborro i film horror. Che fare?

Clemens Behr

Niente paura, da qualche decennio i morti viventi stanno evacuando dalle storie truculente: esiste un filone di film d’ autore tutt’ altro che horror, ma non per questo meno zeppo di “zombi”.

Pensando a una possibile genealogia mi viene da fare i nomi di Kaurismaki e Jarmush (qualcuno c’ infila i Coen). L’ umanità che popola le storie del primo, appena fuoriuscita dal frigorifero sovietico, osserva col ghiacciolo che pende dal naso un mondo che hanno sognato a lungo e che ora sfreccia loro accanto senza degnarli di uno sguardo. Quella del secondo, anziché uscire, entra invece in un esilio letargico trovando un certo sollievo nell’ anticipare il proprio trapasso verso dimensioni più… “anaffettive”.

Oggi alla sparuta pattuglia si unisce il nostrano Sorrentino.

Qui Cheyenne, lo zombi, vince una partita a ping pong in una scena epocale (l’ epoca è quella del “banale memorabile”). Nulla da invidiare alle gag dei portieri scemi di Mistery Train.

Qui lo zombi fatto e finito canta con un aspirante zombi:

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Da un po’ di tempo la “pattuglia” ha cominciato a prediligere il “lieto fine”. Anche Cheyenne si “scongela” grazie a una feroce vendetta che noi mammiferi a sangue caldo non capiremo mai fino in fondo (fa camminare nudo nella neve un innocuo vecchietto a suo tempo kapò ad Auschwitz):

Definitivamente “scongelato” puo’ salvare altre anime che aveva contribuito a imprigionare tra i ghiacci:

… lei è la mamma in perenne attesa del figlio che da bravo adolescente dark si era suicidato anni fa coerente con la filosofia “zombificante” dei suoi idoli…

Non so ben dire se questi film possano essere definiti “belli”, probabilmente non piacciono a tutti, di sicuro li sento come i “miei film”, una categoria estetica molto particolare il cui valore non sarei in grado di stimare.

… la storia di Cheyenne non è biografica, ma chi non ha pensato per un attimo a Robert Smith?… Tra gli ultra quarantenni ben pochi, credo…