martedì 31 gennaio 2023

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lunedì 30 gennaio 2023

 DI COSA PARLO QUANDO PARLO DI NEGAZIONISMO CLIMATICO.


Il cambiamento climatico produce sia esternalità positive che negative. La domanda è quale sarà l'effetto netto.


Vedo che lo scenario positivo riceve poca attenzione. Il caldo è generalmente una cosa buona quando si ha freddo, una cosa cattiva quando si ha caldo. A causa della fisica dell'effetto serra, il calore aumenta nei tempi e nei luoghi dova fa più freddo, aumenta d'inverno più che d'estate, ai poli più che all'equatore. 


È difficile vedere un motivo a priori per aspettarsi che il cambiamento climatico ci faccia stare meglio o peggio. La terra e il suo clima, in fondo, non sono stati progettati per la nostra comodità, quindi non c'è motivo di credere che il loro stato attuale sia ottimale per noi. Noi stessi non siamo progettati per il clima attuale: nel corso della storia della nostra specie, il clima è variato molto di più rispetto ai cambiamenti previsti dal riscaldamento globale.


Ci sono almeno quattro effetti prevedibili del cambiamento climatico che appaiono inequivocabilmente negativi: innalzamento del livello del mare, caldo estremo più frequente, cicloni più forti e riduzione del pH degli oceani. 


Ci sono almeno quattro effetti inequivocabilmente positivi: espansione delle aree abitabili verso i poli, freddo estremo meno frequente, meno cicloni, fertilizzazione con CO2.


Non riesco a capire cosa prevarrà, e proprio per questo, mentre possso concepire un saldo "negativo", non sono sensibile all'idea di una catastrofe che giustifichi riforme radicali con alti costi per tutti. 


Ma se ho ragione, perché quasi tutti gli altri credono che il cambiamento climatico sia un problema terribile? A questo punto potrei intrattenermi sul "potere del male" e del negativo per fare colpoe catturare l'attenzione altrui, preferisco però un' altra risposta: nego che sia così. Se guardi le opinioni degli esperti come nei rapporti dell'IPCC o il lavoro di William Nordhaus, un economista che ha ricevuto un premio Nobel per il suo lavoro di stima del costo del cambiamento climatico, scopri che valutano il cambiamento climatico come indesiderabile ma non come la catastrofe che implica gran parte della discussione pubblica. Nordhaus, ad esempio, scrive che "la migliore ipotesi che formulo è che i danni economici causati dal cambiamento climatico senza interventi saranno dell'ordine del 2,5% della produzione mondiale all'anno entro la fine del ventunesimo secolo". Un danno decisamente contenuto! Qyasi irrilevante. Ultimamente è uscito un lavoro con stime più "costose" ma sono formulate a 300 anni da oggi, e postulano un blocco ad oggi della tecnologia. Direi che possono essere accantonate.

 "Le credenze di lusso sono idee e opinioni che conferiscono status ai ricchi a un costo molto basso, mentre pagano un tributo alla classe inferiore.  In passato, le persone mostravano la loro appartenenza alla classe superiore con il loro equipaggiamento materiale. Ma oggi i beni di lusso sono più convenienti di prima... Gli esseri umani diventano più preoccupati per lo status sociale una volta che i nostri bisogni fisici sono soddisfatti...

 Perché non sono un materialista.


Perché la realtà fisica non è meno illusoria di quella spirituale. Cio' non significa che sia irrilevante. Bisogna tenerne conto, ma anche molte realtà spirituali vanno tenute nel debito conto.

 PZ è pessimista sul fatto che le rotte del commercio mondiale rimarranno pacifiche e che i paesi saranno in grado di adattarsi al rapido calo dei tassi di natalità.


Economicamente, questo produrrà un circolo vizioso.  … interazione ridotta significa accesso ridotto che significa reddito ridotto che significa meno economie di scala che significa meno specializzazione del lavoro che significa interazione ridotta… Tutti diventano meno efficienti. Meno produttivi. E questo significa meno di tutto: non solo l'elettronica ma anche l'elettricità, non solo le automobili ma la benzina, non solo i fertilizzanti ma anche il cibo...La scarsità di elettricità fa impazzire la produzione. La scarsità di cibo sventra la popolazione. Meno persone significa meno possibilità di mantenere in funzione tutto ciò che richiede manodopera specializzata. Meno strade, meno energia, meno cibo...


Zeihan vede la caduta del comunismo come una riduzione della motivazione dell'America a essere il poliziotto del mondo. Senza poliziotti, prevede che il commercio sarà più spesso interrotto dalla guerra e dalla pirateria. La violenza imporrà una grossa tassa sui trasporti. Tutto ciò che aumenta il costo marginale del trasporto aumenta l'attrito in tutto il sistema. Un semplice aumento dell'1% del costo di una parte sussidiaria annulla in gran parte l'economia di una catena di fornitura esistente. La maggior parte delle località si considererà fortunata se i costi di trasporto aumentano solo del cento percento...

 Sebbene Zeihan sia un sostenitore dei pericoli del cambiamento climatico, la sua analisi mostra che "l'energia verde" fallisce, anche alle sue condizioni. Per generare, trasmettere e immagazzinare energia solare ed eolica, dobbiamo costruire pannelli solari, parchi eolici, batterie e nuovi sistemi di trasmissione. Il costo per farlo, compreso l'anidride carbonica che verrà rilasciata in quell'atmosfera durante il processo, è scoraggiante.  Zeihan inizia con la disponibilità limitata di energia solare ed eolica affidabile. Il fatto sfortunato è che la tecnologia verde nella sua forma attuale semplicemente non è utile per la maggior parte delle persone nella maggior parte dei luoghi, né per ridurre le emissioni di carbonio o per fornire un sostituto degli input energetici.I combustibili fossili sono così concentrati da essere letteralmente "energia" in forma fisica. Al contrario, tutti i greentech richiedono spazio. Il solare è il peggiore del gruppo: è circa mille volte meno denso dei sistemi alimentati con mezzi convenzionali...  … Tutte [le città] sono per definizione densamente popolate, mentre il greentech per definizione non è denso. La quadratura di quel cerchio anche in luoghi soleggiati e ventosi richiederà enormi infrastrutture per colmare il divario tra modelli di popolazione densa e sistemi di generazione di elettricità greentech molto più dispersi.Tale infrastruttura sarebbe su una scala e una portata che l'umanità non ha ancora tentato. L'alternativa è svuotare le città e ripercorrere seimila anni di storia...

 https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0JKAqc5aJwod2Ew72iEdpxSYKu8RRVbvDSL9ELwsPW2rCaGkgc2C1FQS8cr9RT7Gtl&id=1447752724

https://www.facebook.com/1447752724/posts/pfbid02Q5a4HRg4BXNLvhpakmP9uDsnZ3ezAMrb3sqpuCG4i9PuhLMe7KwLeQ9gE5yGmwLpl/

VOLETE AUMENTARE LA FELICITA' NEL MONDO?

Tenete a mente la conclusione ripugnante (RC): per qualsiasi numero di vite molto felici, esiste un numero (molto più grande) di vite a malapena degne di essere vissute che costituirebbe un'alternativa migliore.

Sebbene molti si rifiutino di accettare RC (compresa la persona che per prima l'ha dimostrata, Derek Parfit), RC è tra i pochi teoremi non banali dell'etica moderna.

È abbastanza ovvio dove la nostra intuizione ci depista. Quando le persone sentono parlare dei mondi A (vite felici) e Z (vite a malapena degne), consultano le loro reazioni emotive per decidere quale sia il migliore. Poiché hanno una reazione emotiva positiva più forte di fronte ad A rispetto a Z, concludono che A è migliore. Se poi sono addestrati in filosofia, iniziano a inventare teorie contorte e ad hoc per razionalizzare questa reazione emotiva. E perché la nostra reazione emotiva ad A prevale? In parte perché immaginiamo di vivere in A anziché in Z. C'è anche poi il fatto che noi sappiamo di non poter calcolare la felicità delle persone mentre RC assume che lo possiamo fare. Una moltitudine di vite "appena degne di essere vissute" per noi, inconsciamente, potrebbero essere interpretate come una moltitudine di vite non degne di essere vissute, trasformando RC da conclusione perfettamente razionale in conclusione drammatica.

domenica 29 gennaio 2023

la mia filosofia definitivo (dopo la svolta) (e dopo la controsvolta)

Dopo la svolta. Principio guida: contraddirsi è ok se funziona. Nume tutelare: la volpe. Il nemico: l'istrice. Motto: la verità è preziosa, meglio averne tante (anche in opposizione tra loro) che una.


PRINCIPIO GENERALE: di seguito elenco posizioni strumentaliste che reputo valide pur credendo, al contempo, che convenga professare di fatto posizioni (quasi sempre) contrarie, cosa che in genere faccio. Aggiungo che, per produrre questa utilità, non basta l'esoterismo ma occorre una credenza autentica. In casi del genere a cosa credo veramente? Esempio: al relativismo o all'assolutismo? Al determinismo o al libero arbitrio? Al razionalismo o alla retorica? ... Potrei rispondere che la posizione autentica è quella che fonda le altre ma un relativista, per esempio, non crede nell'esistenza di fondamenti, anche se pensa che sia conveniente per lui averne uno. Inoltre, per produrre l'utilità di cui sopra, non basta l'esoterismo ma occorre una convinzione autentica. Inoltre, credo al fatto che tale convinzione puo' essere raggiunta. La risposta alla domanda, quindi, è "non lo so", su questo punto decisivo sospendo il giudizio riservandomi di decidere in seguito. 


MORALE I. Deontologia.

ieri: L'economia diventa una guida per la morale. Magari nella sua versione comportamentale. Il bene equivale all'efficienza. È una morale poco esigente poiché ti consente di coltivare il tuo interesse nel rispetto delle regole del gioco. Faccio il bene perché mi piace. Sarebbe però meglio pensare che esistono dei principi morali oggettivi.

MORALE I. Doveri.

Ieri: Il principio guida è il piacere, ovvero una guida non-cognitiva.

META-ETICA. MORALE III. Deontologia.

Il conseguenzialismo vince sulla deontologia, ma a volte un approccio deontologico puo' essere "più utile".

CONSEGUENZE. Contano solo quelle che mi riguardano (teoria evoluzionistica). E il LUNGO PERIODO? Quelle che mi riguardano pesano al 100%, quelle che riguardano i miei figli pesano al 50%, i nipoti al 25% eccetera.

VERITA': corrispondenza.

ieri: prgmatismo (teorie epistemiche). E' vero cio' che funziona non cio' che "corrisponde". Irrealismo delle ipotesi. Vedi Friedman. meglio però professare una verità come corrispondenza.

ONTOLOGIA. Realismo (diretto).

ieri: Credo in un essere depotenziato perché... relativo, convenzionale, strumentale, nominale... In questo senso rinnego il principio di terzo escluso: non è vero che le cose o esistono o non esistono, sono, invece, in questa condizione intermedia, oppure ora esistono ora no, a seconda dell'ambito in cui si discute. Vedi l'anti-realismo di Dummett e chiamalo quasi-realismo. Questa ontologia si coniuga bene con l'eclettismo. meglio però credere nell'essere.

RAGIONE. fondata sull'intuizione.

ieri: E' solo strumentale, o strategica. Praticamente una forma di retorica. Un ornamento per giustificare o abbellire la nostra azione e convincere il prossimo. Meglio pensarla come guida alla verità.

LA VITA E' SOGNO? No: realismo diretto.

Ieri: A volte sì, a volte no. Dipende se è indifferente o rilevante considerarla tale. Di fronte allo scettico dico no per non cadere nel suo fatalismo, di fronte al filosofo dico sì per non cadere schiavo delle sue astrazioni. Trattasi comunque di problema filosofico, il che rinvia all'eclettismo.

MONDO ESTERNO: REALISMO, IDEALISMO O SCETTICISMO. realismo.

ieri: Nessuna delle tre ma eclettismo: vedi sopra. meglio comunque professare realismo.

SCIENZA. E' importante se funziona o prevede (strumentalismo). Epistemologia convenzionalista. Bellarmino > Galileo. Cerchiamo schemi che funzionano, non mitiche Leggi della Natura che non esistono. Atteggiamento huemaniano. Antirealismo scientifico. Disconoscendo la legge induttiva diventa difficile giustificare l'induttivismo (vedi alla tag induttivismo). meglio un sano realismo bayesiano.

STRATEGIA: 

ieri: ipocriticismo, una variante del pragmatismo. Sdoppiare il pensiero in esoterico ed essoterico. Ancora meglio: sdoppiarlo in nome dell'ecletticismo. Vedi "Why is ok to have two minds?".

ECLETTISMO. L'esistenza viene prima dell'essenza. Eclettismo > Contestualismo... Assumiamo che non esistano problemi filosofici ma solo problemi pratici; cio' comporta che, qualora nel risolvere i vari problemi pratici tu cada in contraddizioni "filosofiche", questo è un inconveniente su cui puoi sorvolare. Chiamo questa strategia "eclettismo". Esempio, in economia assumo strumentalmente l'esistenza della libertà umana perché mi agevola la soluzione di taluni problemi di efficienza; in fisica, al contrario, la assumo come non esistente perché mi complicherebbe inutilmente le cose. Tutto cio' crea un'evidente tensione sulla questione filosofica di fondo del libero arbitrio che, per quanto detto prima, posso trascurare. L'importante è aver risolto con soddisfazione i due problemi pratici. Certo, l'ontologia della "libertà", con questo approccio, resta incerta, esiste o non esiste? Possiamo abolire la bivalenza assumendo un valore anti-realista. Potrei procedere altrimenti con una strategia "contestualista", ovvero mutando il senso ordinario delle parole (in questo caso "libertà"). In fondo, con un lavoro ad hoc sul senso delle parole ogni contraddizione è sanabile e il realismo puo' essere salvato. Tuttavia, a queste "capriole" preferisco l'eclettismo per la sua chiarezza dovuta alla conservazione dei significati comuni dei concetti analizzati. Tale chiarezza mi sembra addirittura un valore etico, una forma di onestà che contempla i buchi anziché mettere le toppe. Quello che ho detto sulla "libertà" puo' essere ripetuto con i concetti filosofici più importanti: coscienza, giustizia, identità, essere...

INTERNALISMO/ESTERNALISMO DEI SIGNIFICATI E DELLE CREDENZE. internalismo. Come rispondi alla macchina dell'esperienza? Se accetti probabilmente sei un esternalista, credi che anche in una simulazione si possano sviluppare credenze significative (*). L'internalista rifiuta perché trova la simulazione simile all'illusione. L'esternalismo si coniuga meglio con il contestualismo e il relativismo.  Considera l'esperimento mentale del cervello in una vasca: immagina di essere un cervello contenuto in una vasca, privato di ogni contatto con il mondo esterno. L'internalista vivrebbe questa situazione come ingannevole, l'esternalista pensa che anche in questa situazione si possono sviluppare credenze sensate. Il cervello in una vasca potrebbe dire di non essere un cervello in una vasca e avrebbe ragione perché il segnificato di "io" nel suo linguaggio equivale a "io simulato". L'esterno (ovvero il contesto) dà un senso alle sue parole rendendole vere. L'esternalismo è sostanzialmente una filosofia che realizza una trasmutazione dei significati per rendere credibili posizioni intuitivamente contrarie al buon senso.

La FELICITÀ è piacere. Anche il bisogno di SENSO è soddisfazione di un piacere. Se sentirmi onesto mi rende realizzato, questo rientra nel calcolo costi e benefici di un utilitarismo a larghe vedute.

RELATIVISMO. no.

ieri: Meglio del contestualismo poiché mantiene i significati dei termini inalterati accettando la contraddizione, qualcosa con cui i pragmatici convivono senza problemi. Vedi sopra Eclettismo.

ANIMA. Esiste.

ieri: L'identità è utile, quindi assumo convenzionalmente la sua esistenza per poter adottare una visione "further fact" dell'identità. Trattasi comunque di problema filosofico, il che rinvia all'eclettismo.

MENTE. accesso diretto alla realtà.

ieri: Connessionismo. Nella teoria della mente la COSCIENZA non ha una funzione, quindi possiamo rinunciarci. Esempio: per costruire un'IA non ci serve sapere nulla della coscienza.

ANALITICITA' E VERITA' A PRIORI: esistono.

ieri: siamo fatti così. Non esistono ma si adattano bene al nostro cervello per come è fatto.

LEGGE DI HUME: esiste (a tutela dell'induttivismo)

ieri: la legge di Hume consiste nel mantenere distinti il piano dell'essere e quello del dover essere. I nostri doveri non sarebbero derivabili dai fatti. Tendo a prendere le distanze poiché le principali metaetiche che utilizzo non rispettano questa legge: - L'utilitarismo calcola la convenienza in base ai fatti e da essa deriva i nostri doveri. - L'etica evoluzionista, conferisce una base naturale a certi precetti morali. - L'etica intuizionista arriva a postulare l'esistenza di fatti morali.

MATERIALISMO (o fisicalismo o naturalismo). No, nega le evidenze.

ieri: La materia non è meno illusoria dello spitito. Conviene considerarla, ma questo vale anche per molte realtà spirituali.

DIO. esiste.

ieri: Valgono solo considerazioni strategiche (credere fa bene). Nella discussione sulle prove della sua esistenza sembra convenga difendere l'ipotesi del Design, tuttavia parliamo solo di "esistenza". La conclusione migliore è rivestire il proprio deismo con la fede della tradizione unendo razionalità e razionalizzazione.

DOPPIO PENSIERO. Esempio: se parlo di coscienza in ambito scientifico, posso tranquillamente fare come se non esista. Se parlo di coscienza affrontando temi sui diritti o sulla sofferenza, posso fare come se esista. La coscienza, insomma, esiste quando mi serve che esista e non esiste quando non serve a nulla. Il doppio pensiero è più affine all'eclettismo che all'esoterismo. Naturalmente comporta contraddizioni, ma anche la logica è qualcosa che adotto "quando serve". Certo che avere un solo pensiero ti semplifica e migliora la vita.

PERCEZIONE: realismo diretto (intuizione introspezione...).

percepire è acquisire informazioni (con un filtro selettivo) => rappresentazionalismo (senza qualia, ovvero senza poter distinguere sogno e realtà). Il rappresentazionalismo è antirealista e "calcolante". IA si imposta sul rappresentazionalismo. Detto questo, c'è un residuo esternalista sui nomi propri (vedi sopra). Meglio un realismo diretto alla Hemer.

TROLLEY: 7 a 1

ieri: 1 a 1.

NEWCOMB: 1. l'irreversibilità del tempo è più confermata della potenza del mago.

ieri: 2 (utilità attesa), tutto è probabilità. La realtà è più forte delle astrazioni: la logica funziona bene nelle seconde, la probabilità nelle prime.

CONCLUSIONE RIPUGNANTE: valida. L'utilitarista non ha via di fuga. La sentiamo ripugnante solo perché evoca situazioni astratte e non sperimentabili (questo vale anche per il trolley e altri esperimenti mentali).

NOMI PROPRI: Frege (sorregge l'internalismo e l'anti-relativismo).

Mill (teoria causale del significato: il significato è l'effetto e gli oggetti sono la causa); Frege (il significato è causato dalle tavole della verità interiori).

ieri: il significato è fuori da noi (Mill-Kripke) o dentro di noi (Frege)? Penso che Frege sia propedeutico all'internalismo, Mill all'esternalismo. Ecco l'argomento milliano per eccellenza: Putnam immaginò una «Terra gemella», nella quale l’acqua non fosse composta da due molecole di idrogeno e da una di ossigeno, ma da una combinazione degli elementi X, Y e Z, non meglio specificati, ferme restando tutte le altre caratteristiche dell’acqua nostrana. In un contesto del genere, il significato della parola «acqua» sarebbe diverso perché diverso sarebbe il loro riferimento fisico. Ipotizziamo dunque che due individui gemelli – identici in tutto – pronuncino nelle due Terre la parola «acqua». Essendo identici tra loro, lo saranno anche i loro stati mentali interni, quando pronunciano quella parola; ma se i significati sono diversi, mentre gli stati mentali sono identici, questo implica il fatto che il significato dei termini non può essere ridotto ai soli stati interni. Naturalmente ci sono molte obiezioni. 



PHIL SURVEY:

prima: I problemi di compilazione del pragmatico. Se esistono solo problemi pratici e non filosofici, le ambiguità fioccano. Esempio: esiste la coscienza? Se approfondisco il tema relativo al "contenuto della mente", concludo di no (la coscienza esperienziale non ha alcuna funzione). Ma se approfondisco, per esempio, il tema dei diritti degli animali tendo a dire di sì (mi serve un concetto che leghi sofferenza e agenzia). Quindi, alla fine, cosa rispondo? Di solito rispondo in base all'argomento dove il concetto di coscienza è centrale (in questo caso il tema del "contenuto della mente") ma come è facile immaginare la risposta è decisamente incompleta.


nota finale - post facebook.

Due razze filosofiche.

Di seguito alcune tipiche "grane" filosofiche.

Mi sento libero ma la scienza (pardon, lo scientismo) dice che non lo sono?

Questa è una tensione che va risolta! Ma calma, il grande filosofo ci rassicura, basta cambiare significato alla parola "libertà" e tutto torna a quadrare nel rispetto delle varie sensibilità.

Io non sono un "cervello in una vasca" e ti spedisco al manicomio se lo affermi, tuttavia non ci sono ragioni solide per tanto ottimismo?

Questa è una tensione che va risolta! Per fortuna provvede il grande filosofo che cambia significato alla parola "io" e ristabilisce l'armonia del cosmo.

Sono convinto di vivere nella realtà ma non ci sono ragioni evidenti per non pensare di essere intrappolati in un sogno?

Basta cambiare significato alla parola realtà (o alla parola sogno) e tutto si risolve: puoi continuare a non pensarci (anche perché un concetto semplice come realtà è diventato incasinatissimo e tu non sai cosa pensare).

Ho una "coscienza" ma la neuro-immagine del mio cervello non la rileva?

Basta cambiare il significato della parola coscienza e nessuno avrà più da ridire.

Eccetera, eccetera, eccetera.

La filosofia, da quando si dedica in modo indefesso a rivoluzionare il linguaggio ordinario, ci sembra tanto astrusa, lontana dal buon senso e inservibile per la vita (anche se serve molto bene per organizzare corsi semestrali all'università). Tuttavia, anziché considerare tutto cio' come un fallimento se ne compiace. D'altronde, il suo compito viene facilitato dal fatto che nessuna persona normale definisce con precisione il significato delle parole, si limita ad usarle in modo appropriato, questo perché gran parte del significato è demandato all'intuizione, ovvero a qualcosa che non è descrivibile analiticamente. Il filosofo/automatico completa ad hoc questi significati affinché tutto quadri.

Alla luce di quanto detto dividerei i filosofi in due "razze": 1) coloro che si pongono come primo obbiettivo il rispetto dei significati e delle intuizioni ordinarie di cui sopra e 2) coloro che si pongono come obbiettivo primario l'allentamento delle tensioni elencate all'inizio. Quelli che si occupano delle persone e quelli che si occupano dei colleghi. Lo stravolgimento dei significati è opera dei secondi, dediti alle forme. Ma il mio rispetto va soprattutto ai primi, ormai un gruppo sparuto, dediti alla sostanza dei problemi.

p.s. difficile chiedere alle persone che litigano tutti i giorni sui social di non giocare sulla terminologia ma di guardare in faccia la sostanza dei problemi, quando i pensatori più quotati sono i primi a optare per una strategia nominalista.

mercoledì 25 gennaio 2023

 Riforma (fanta)fiscale: tassare in base ai voti scolastici (*).


Un buon sistema fiscale deve avere tre caratteristiche:

(a) poca burocrazia;
(b) efficienza;
(c) equità.

Una poll tax centra a e b, ma non c. Un'imposta sul reddito centra c ma né a né b. Una patrimoniale non centra quasi nulla, tranne forse a quando è sugli immobili.

La tassa sui voti centra tutto:

(a): i vori sono trasparenti, non c'è nulla da accertare. Burocrazia zero.

(b): la tassa non modifica i comportamenti nel mondo del lavoro (anzi, incentiva a non sprecare il proprio talento negli p.a.).

(c): la correlazione tra profitto scolastico e reddito è abbastanza robusta da fornire una garanzia.

Indirettamente, sarebbe una riforma anche della scuola, che viene incentivata a saldarsi con il mondo del lavoro evitando di diventare un corpo estraneo nella società.

(*): apportate voi le eventuali varianti su questo tema.

lunedì 23 gennaio 2023

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giovedì 19 gennaio 2023

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Contenuto condiviso con: Amici, tranne: Eleonora Parnigoni, Benedetta Marni, Caterina Marni
Amici tranne...
Volete discutere di molestie e MeToo? Volentieri, purché si sottoscrivano queste 10 elementari verità.
1. Ricevere accuse non è una colpa.
2. Le false accuse sono più o meno proporzionali alla fama dell'accusato.
3. Il successo motiva false accuse. Se l'imputato è un signor nessuno la domanda "perché dovrebbero inventarsi tutto questo?" è una domanda legittima.
4. Le incomprensioni sono onnipresenti.
Le interazioni umane sono piene di malintesi. Sì, l'abbraccio, lo scherzo o il sorriso di una persona è la "molestia sessuale" di un'altra persona.
5. Alcune persone sono ipersensibili. Sebbene le incomprensioni siano onnipresenti, non sono casuali.
6. Schierarsi con persone ipersensibili è ingiusto. L'equidistanza è la sola posizione corretta.
7. Le donne hanno maggiori probabilità degli uomini di essere ipersensibili.
8. Schierarsi con le persone ipersensibili provoca la loro solitudine e il loro isolamento. Una volta che la società inizia a schierarsi con gli ipersensibili, le persone rivedono il loro comportamento. Per stare alla larga dai guai, non si limitano a evitare l'ipersensibile, evitano chiunque sia potenzialmente tale.
9. Le persone più oppresse generalmente tengono la bocca chiusa, perché sanno che quasi a nessuno importa della loro sofferenza. Le persone più ascoltate si lamentano molto, perché sanno che ci sarà un pubblico disposto a simpatizzare. Se uomini innocenti vivono nella paura di MeToo, perché non si lamentano pubblicamente? Probabilmente perché giustamente si aspettano poca simpatia.
10. Gli esseri umani hanno un pregiudizio femminista: in caso dinaufragio"prima donne e bambini!". Gli ovuli sono più rari del seme e da sempre ci preoccupano maggiormente del benessere femminile.

 DENSO DI INFORMAZIONE


"Denso di informazione". Mi sono imbattuto in questa espressione che mi piace. Intendo utilizzarla il più possibile.

I libri non sono "densi di informazione". Gli editoriali dei giornali nemmeno.

Substack invece è "denso di informazione".

Spero di trovare al più presto altre applicazioni proficue.