mercoledì 13 settembre 2017

Negri e fascisti

Negri e fascisti

Perché non fare della parola “fascista” quel che è stato fatto della parola “negro”?
Il campo semantico  della parola “fascista” – con il contributo di un pasolini scatenato – si è nel tempo allargato a dismisura – persino i borghesi venivano fatti rientrare nel novero – cosicché oggi viene utilizzata quasi esclusivamente dai professionisti dell’antifascismo in chiave di slogan offensivo per coltiva genericamente una posizione di destra.
Mi spiego meglio.
Chi utilizza il termine “negro” ha in mente un individuo pigro, inaffidabile e con una chiara propensione a delinquere.
Chi utilizza la parola “fascista” ha in mente un individuo che intende rovesciare la democrazia per instaurare una dittatura.
Naturalmente, ci sono anche persone nere inaffidabili e con una chiara propensione a delinquere ma generalizzare sarebbe sbagliato e offensivo. Generalizzare al fine specifico di offendere un intero gruppo è sommamente errato.
Naturalmente, ci sono anche persone di destra che intendono rovesciare il regime democratico e instaurare una dittatura ma generalizzare è sbagliato e offensivo. Generalizzare al fine specifico di offendere è doppiamente sbagliato.
Nel tentativo di ovviare a questi errori si cerca di fare del termine “negro” un tabù.
Ecco, a volte penso che sia necessario fare altrettanto con la parola “fascista”.
Certo, ci sono anche dei fascisti che si definiscono tali, e costoro non hanno certo l’intenzione di offendersi utilizzando quel termine. Penso per esempio ad un’icona come Almirante.
Ma se è per questo ci sono anche dei neri che si definiscono orgogliosamente “negri”. Penso ad un’icona come Malcolm X. In questi casi vige la prassi che finché è il soggetto interessato a disattendere il tabù la cosa non ha conseguenze.
Certo, ci sono anche i “nostalgici del duce”.
Ma ci sono anche i nostalgici dell’ impero romano o dell’Unione Sovietica.
Non penso che i “fascisti su Marte”, i “legionari su Marte” o i “compagni su Marte” siano il fulcro della questione.
Si dirà: i neri sono stati storicamente vittime, i fascisti carnefici.
A parte che non mi ficcherei nel ginepraio della storia, ma questo fatto renderebbe solo l’offesa “negro” meno infamante.
fascisti

Fenomenologia del “grammarnazi”

Fenomenologia del “grammarnazi”

Sarà capitato anche a voi di essere o di subire un “grammarnazi”, ovvero una persona particolarmente zelante nel far notare e correggere errori ortografici, grammaticali e di sintassi, pur quando non sembrano intaccare in alcun modo la comprensione del messaggio che ci si scambia.
Ovviamente, non mi interessa il “grammarnazi a scuola”, lì la regola grammaticale è la regola di un gioco che si sta giocando e il suo rispetto diventa imprescindibile, pena mandare tutto a monte.
A dir la verità non mi interessa nemmeno il caso di quando la solerzia del grammarnazi emerge nel corso di un’ infuocata diatriba: in casi come questi l’azione del grammarnazi ha l’unico scopo di offendere, ed è quindi giustificata nella misura in cui efficace.
La cosa interessante è proprio l’ “efficacia” della sua azione intimidatoria, ovvero il motivo per cui il grammarnazi ritiene di poter offendere accanendosi su apostrofi, accenti e congiuntivi all’apparenza irrilevanti.
Certo, un errore di scrittura potrebbe segnalare crassa ignoranza, qualcosa di cui vergognarsi, ma sta di fatto che il più delle volte segnala solo trascuratezza e testa nelle nuvole.
Ora, se a qualcuno fai notare una distrazione di solito non si offende, tanto più se l’ elemento trascurato si rileva del tutto inessenziale al fine ultimo, nel nostro caso la trasmissione di un significato.
All’apparenza ha poco senso colpevolizzare, ancora meno indicare al pubblico ludibrio. Eppure il grammarnazi – insieme al suo pubblico plaudente e alle sue vittime mortificate – sembra pensarla diversamente.
Ma perché questo istinto a segnalare errori sullo sfondo di un godimento proprio e di un’umiliazione altrui?
Inutile chiedere chiarimenti a lui, il più delle volte agisce in preda ad una trance poco compatibile con l’introspezione: è dominato da un istinto compulsivo.
Ebbene, a me interessa proprio questo istinto.
***
Nel mio tentativo di sbrogliare la matassa ho trovato illuminante il lavoro dello psicologo Mike Tomasello. Descrivo brevemente un suo tipico esperimento.
Un gruppo di bambini viene convocato in un teatro e sistemato nelle prime file, dietro siedono compunti i genitori.
Sul palco fa la sua comparsa un attore nelle vesti di “personaggio autorevole” vestito di tutto e in grado di destare fin da subito il rispetto e l’approvazione compiaciuta dei genitori.
Costui mostra di avere con sé uno strumento bizzarro, una specie di tavola di legno con una canalina incisa nel mezzo. La tavola viene retta con una mano, nell’altra stringe una spoletta con uno sperone oblungo che, ostentando impegno, viene infine con maestria infilato nella canalina è fatto scorrere enfatizzando l’elegante gesto che ne risulta.
Ai genitori viene chiesto di approvare e applaudire quanto vedono, seppure il tutto sia privo di un significato palese. I bambini si uniscono presto al plauso.
A questo punto il personaggio autorevole cede la scena e da dietro le quinte sbuca il trasandato pupazzo Max, ha con sé la medesima strumentazione che abbiamo visto prima, ma la usa in modo molto più goffo battendo la spoletta sulla tavola e producendo un rumore fastidioso. Nel silenzio imbarazzato dei genitori i bambini cominciano dapprima a ridere e poi a mostrare la loro ostilità beffarda con parole di scherno e disapprovazione per l’azione incongrua di Max.
Sì noti che sia il “personaggio autorevole” con i suoi gesti eleganti che il ridicolo pupazzo Max con il suo goffo modo di procedere in realtà compiono azioni che non hanno nessun significato decifrabile. Eppure, il primo riceve plauso ed ammirazione incondizionata mentre il secondo è osteggiato e schernito.
Possiamo ben dire che tutto il lavoro di laboratorio di Mike Tomasello è improntato su questa falsariga e giunge per una via o per l’altra alla medesima conclusione: i bambini intuiscono da chi apprendere “la regola”, la assimilano prontamente ma soprattutto sono disturbati e provano una certa sadica soddisfazione nel punire chi la viola o ha l’aria di farlo.
Vale la pena di notare come le regole siano apprese grazie all’opera di terzi mentre l’azione punitiva è dettata da un istinto primordiale e non necessita di alcun insegnamento. In altri termini: i bambini sono dei conformisti naturali.
Ma perché dinamiche di questo genere? Nell’ambito della psicologia evoluzionistica la risposta che viene data riscuote ormai una vasta approvazione: si ritiene che la principale abilità umana consista nel costituire gruppi sociali estesi ben coordinati grazie all’istituzione di regole sociali che diventano via via talmente sofisticate da costituire una vera e propria cultura.
L’uomo non si limita a produrre cultura ma la cumula e la trasmette alle generazioni successive  in modo estremamente efficace (altrimenti non potrebbe mai “cumularsi”). E’ per questo che ha un cervello gigantesco, e non tanto per compiere atti “intelligenti”.
Mentre molti animali sul pianeta posseggono un’intelligenza inferiore ma vicina a quella dell’uomo, nessuno di loro possiede una cultura in grado di cumularsi nel tempo: tutte le generazioni devono praticamente ricominciare daccapo. in questo senso noi siamo nani sulle spalle di giganti, sulle spalle di giganti eccetera eccetera. Al contrario, un animale, per quanto intelligente possa essere, non riesce a collocarsi sulle spalle di nessuno, forse giusto su quelle dei suoi genitori, ma il gioco finisce lì.
La capacità di non dover continuamente reimparare le medesime nozioni e di poter trasmettere in modo sintetico le conquiste delle generazioni precedenti è indubbiamente il nostro punto di forza, ciò che ci ha reso dominanti sul pianeta. Le tigri sono bestie poderose ma l’uomo potrebbe eliminarle dal pianeta nel giro di 24 ore, e questo grazie alla sua cultura, non alla sua forza fisica e nemmeno grazie alla sua intelligenza.
Tuttavia, questa capacità di cumulo è resa possibile dalla capacità di trasmettere e recepire una mole inusitata di nozioni. L’inclinazione dei bambini al conformismo segnala appunto come funziona questo decisivo canale. I bambini sono completamente disinteressati al significato, al perché o all’utilità di un certo gesto o comportamento, non perdono tempo a “problematizzare”, ciò che a loro interessa è la fonte autorevole  dell’ insegnamento (reputazione) e che i trasgressori vengano ridotti al silenzio e puniti.
L’abilità dei bambini nel fiutare la reputazione di chi entra in contatto con loro è leggendaria, sanno per istinto da chi imparare e sanno per istinto chi sbeffeggiare. I mastri di scuola sono terrorizzati da questa competenza.
I bambini sono essenzialmente esseri alla ricerca di una regola a cui uniformarsi e a cui uniformare gli altri, in loro l’emarginazione del diverso è qualcosa di naturale. Il deviante diventa inevitabilmente bersaglio di angherie se non viene protetto dall’adulto. Le sanzioni possono cominciare nella forma di pettegolezzo o presa in giro per passare poi all’esclusione e all’attacco fisico: spesso i bulli sono lo strumento attraverso cui il gruppo dei conformisti attacca i devianti (introversi, effemminati, trasgressivi…).
E’ il processo di “domesticazione”: anche i lupi sono diventati cani facendo fuori gli individui più riottosi ad uniformarsi.
Se le cose stanno in questi termini l’arbitrarietà della regola non interferisce con l’esigenza principale dei piccoli: la regola è un fine, non un mezzo, anche per questo società diverse hanno regole diverse. Il bambino è un talebano relativista  nel senso che, per scatenare il suo zelo, non è interessato alla verità della regola  ma solo all’autorità di chi promana. Più efficienti faranno prevalere il gruppo sugli altri gruppi ma per intanto un gruppo bisogna crearlo.
***
Mi sembra evidente che la molla in grado di muovere i bambini di Mike Tomasello sia la stessa che muove l’azione del grammarnazi, anche lui è dominato dall’istinto di punire chi trasgredisce una regola sociale – in questo caso legata alla scrittura – e questo indipendentemente dal significato profondo o dall’utilità di quella regola nel contesto dato. Anche lui è un talebano relativista, il suo accanimento, infatti, è scatenato da una regola intrinsecamente relativista, ovvero la regola grammaticale. Ma abbiamo appena visto che non c’è nulla di speciale in tutto ciò.
A questo punto le dinamiche in gioco mi sembrano più chiare, lascio a voi se giudicare il grammarnazi un bambinone in preda ad istinti primordiali di cui non riesce a liberarsi, oppure un prezioso custode di ciò che l’uomo ha di più prezioso, ovvero la capacità di trasmettere/recepire/cumulare cultura intesa nel senso di regola sociale.
ggg

Una teoria per il gender gap nelle facoltà scientifiche

Una teoria per il gender gap nelle facoltà scientifiche

Perché mai una ragazza avrebbe meno probabilità rispetto ad un ragazzo di iscriversi ad una facoltà scientifica?
Le teorie proposte per spiegare questo fatto sono molte e fanno leva sui fulcri più disparati: preferenze, discriminazione, cultura, stereotipi, educazione ricevuta in famiglia. E, come si dice in questi casi, “chi più ne ha, più ne metta”.
Qui propongo un’ alternativa: il gap è dovuto ai problemi che i maschi incontrano a scuola.
Partiamo con il fatto che al liceo le ragazze mostrano una preparazione scientifica almeno pari a quella dei ragazzi.
I loro voti sono eccellenti e non sfigurano nel confronto con l’altro sesso. Forse vanno un po’ meno bene in fisica e matematica ma vanno meglio in chimica e biologia.
D’altro canto, nelle materie non scientifiche le liceali fanno molto meglio dei loro colleghi maschi. Qui sì che c’è un gap.
In media le ragazze sono molto più preparate per l’università, e infatti si iscrivono in massa, diversamente dai ragazzi che tendono ad entrare nel mondo del lavoro.
Mettetevi ora nei panni di una ragazza che ha finito il liceo con il massimo dei voti in tutte le materie e che deve scegliere la facoltà universitaria a cui iscriversi.
Ipotizziamo poi che 1) sia un tipo molto razionale, 2) che non abbia preferenze di sorta, 3) che sia priva di stereotipi e 4) che non esista alcun meccanismo discriminatorio ad influenzarne la scelta.
La nostra candidata farà senz’altro due considerazioni fondamentali.
Prima: perché mai dovrei scegliere una facoltà in cui incontro sia la concorrenza dei maschi che quella delle femmine quando ce ne sono altre i cui competo solo con le femmine? Laddove c’è meno concorrenza, al di là del sesso, c’è anche più possibilità di successo
Seconda: perché mai dovrei puntare su materie in cui andavo relativamente BENE anziché su materie dove andavo relativamente MOLTO BENE?
E’ chiaro che queste considerazioni indurranno la studentessa verso le facoltà umanistiche.
***
Cerchiamo di riassumere, le ragazze non vanno affatto male nelle materie scientifiche ma hanno un vantaggio comparato in quelle umanistiche, cosicché è logico che privilegino queste ultime.
Detto in altri termini, gli unici ragazzi sufficientemente preparati per fare l’università sono quelli preparati nelle materie scientifiche, ciò si ripercuote sulle scelte femminili. Ma tali scelte sono razionali e non tanto frutto di preferenze o stereotipi o discriminazioni.
Per concludere, potremmo affermare che il vero gender gap si genera dal fatto che i ragazzi hanno problemi a competere ovunque tranne che nelle facoltà scientifiche.
gend

lunedì 11 settembre 2017

HL Sei La prevenzione dei disastri finanziari, ovvero: «decoupling»

Sei La prevenzione dei disastri finanziari, ovvero: «decoupling» - Elogio dell'errore: Perché i grandi successi iniziano sempre da un fallimento (Saggi) (Italian Edition)
Tim Harford
Note:6@@@@@@@@@@@@

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Quando il fallimento è impensabile
Note:ttttttttttt

Yellow highlight | Location: 3,313
le istituzioni finanziarie e i suoi regolamentatori si convinsero che i nuovi strumenti finanziari stessero arginando i rischi «spalmandoli» su chi era nelle condizioni migliori per affrontarli, e i precedenti storici suggerivano che i pacchetti di contratti di riassicurazione fossero molto sicuri. Infine – come nella stretta creditizia – per i protagonisti fu praticamente impossibile rendersi conto delle reali dimensioni del rischio cui stavano andando incontro, almeno fin dopo che la situazione degenerò orribilmente. In entrambi i casi le innovative tecniche finanziarie si rivelarono costosi fallimenti.
Note:LA SPIRALE DELLE RIASSICURAZIONI

Yellow highlight | Location: 3,319
la crisi finanziaria ha dimostrato che un atteggiamento di tolleranza nei confronti degli errori è pericoloso per il sistema bancario.
Note:TOLLERANZA CATTIVA

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sistemi che concedono poco spazio al «prova e sbaglia»,
Note:TRIAL AND ERROR E ONE SHOT

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«Il sistema bancario supera per complessità qualsiasi impianto nucleare che abbia mai studiato»
Note:ttttttttt

Yellow highlight | Location: 3,330
James Reason,
Note:LO PSICOLOGO DEGLI ERRORI

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Perrow si è fatto un nome pubblicando un libro, Normal Accidents, dopo Three Mile Island e prima di Chernobyl. Il libro esplorava le dinamiche dei disastri e sosteneva che in un certo tipo di sistema gli incidenti erano inevitabili, o «normali».270 Secondo Perrow, la concomitanza pericolosa si verifica quando un sistema è sia complesso, sia «strettamente correlato».
Note:INCIDENTI INEVITABILI

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Poche invenzioni umane sono più complesse e tanto strettamente correlate come il sistema bancario, che secondo Perrow «supera per complessità qualsiasi impianto nucleare che abbia mai studiato».
Note:IL SISTEMA PIÚ COMPLESSO E CORRELATO

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Perché i sistemi di sicurezza hanno effetti collaterali
Note:tttttttt

Yellow highlight | Location: 3,369
Immaginiamo una serie di sistemi di sicurezza messi uno sull’altro come fette di Emmental. Ogni fetta di formaggio ha i suoi buchi, e così ogni dispositivo di sicurezza ha le sue falle. Ma aggiungendo altre fette di formaggio si può essere abbastanza sicuri che i buchi non saranno mai uno in coincidenza dell’altro.
Note:SICUREZZA A FORMAGGIO SVOZZERO

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quello che è accaduto nella crisi finanziaria: non mancavano i sistemi di sicurezza, ma tali sistemi hanno aggravato i problemi.
Note:LA SICUREZZA CHE AGGRAVA GLI INCIDENTI

Yellow highlight | Location: 3,389
I CDS sono una sorta di assicurazione contro un prestito non rimborsato.
Note:CDS

Yellow highlight | Location: 3,397
Furono due i modi in cui questi CDS causarono guai. Il primo è semplicemente che avendo assicurato qualcuno per i suoi rischi, le banche potevano alzare con fiducia il credito.
Note:PRIMO GUAIO DEI CDS

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«È come se le persone prendessero l’invenzione delle cinture di sicurezza come un’opportunità per guidare ubriachi».
Note:ANALOGIA

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I contratti CDS aumentarono sia la complessità, sia la stretta correlazione del sistema finanziario. Le istituzioni che in precedenza non avevano connessioni reciproche si ritrovarono legate le une alle altre,
Note:DANNO INDIRETTO

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Se un bond veniva assicurato, ereditava semplicemente il rating sul credito dell’assicuratore. Le compagnie assicurative come AIG, naturalmente, avevano una valutazione sul rischio di credito molto alta,
Note:IL PROBLEMA DEL RATING

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Un gran numero di bond venne abbassato di rating all’unisono e le banche furono obbligate a venderli tutti a causa di una normativa apparentemente ragionevole che vietava loro di avere in portafoglio un numero eccessivo di bond a rischio.
Note:UNA NORMA RAGINEVOLE CHE CREA GUAI

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una banca può evitare tutte le principali fonti di guai finanziari, come il mercato dei mutui subprime, e tuttavia venire spinta verso la bancarotta.
Note:QUANDO È IL TUO ASSICURATORE A FINIRE NEI GUAI... CI FINISCI ANCHE TU...

Yellow highlight | Location: 3,428
subisce un ribasso di rating sul credito non perché sia cambiata la sua qualità, ma perché il suo assicuratore naviga in cattive acque.
Note:ccccccccc

Yellow highlight | Location: 3,429
come per un alpinista che scala prudentemente una falesia ma è legato a una squadra di spericolati: improvvisamente si ritrova spinto negli abissi
Note:ALPINISTI

Yellow highlight | Location: 3,432
Più che ridurre i rischi, i CDS hanno trovato invece il modo di massimizzarli, facendoli emergere in superficie là dove non si prevedeva potessero manifestarsi.
Note:IL PARADOSSO

Yellow highlight | Location: 3,443
Se quindi un’aggiunta alla Rube Goldberg di un sistema di sicurezza dopo l’altro non è la soluzione né per le catastrofi industriali, né per quelle finanziarie, che cosa ci resta da provare?
Note:IL VANO CUMULO DELLE SICUREZZE

Yellow highlight | Location: 3,446
«Le persone che stavano lavorando sull’impianto erano completamente perse»
Note:tttttt

Yellow highlight | Location: 3,447
Il disastro del 1979 a Three Mile Island
Note:tttt

Yellow highlight | Location: 3,448
alcuni ingegneri, provando a pulire un filtro intasato, hanno accidentalmente permesso che una quantità d’acqua pari a un bicchiere penetrasse nel sistema sbagliato.278 La perdita, di per sé innocua, innescò un dispositivo di sicurezza automatico che spense le pompe principali che facevano circolare l’acqua attraverso lo scambiatore di calore, le turbine a vapore e le torri di raffreddamento. A quel punto il reattore aveva bisogno di essere raffreddato in un altro modo.
Note:IL CASINO DEI SISTEMI DI SICUREZZA

Yellow highlight | Location: 3,452
singoli errori recuperabili si sommano irrimediabilmente l’uno all’altro.
Note:CUMULI

Yellow highlight | Location: 3,463
Una cacofonia di oltre un centinaio di allarmi provvide a creare i presupposti per questo confuso scambio di opinioni.
Note:CONFUSIONE

Yellow highlight | Location: 3,469
Alle 6.20 del mattino una nuova squadra con occhi freschi e riposati si accorse che
Note:OCCHI RIPOSATI

Yellow highlight | Location: 3,478
fare in modo che gli operatori non debbano più cercare di controllare un reattore in panne frastornati dal suono di un centinaio di allarmi e da migliaia di piccoli indicatori luminosi impazziti.
Note:LA LEZIONE

Yellow highlight | Location: 3,491
rivestimenti colorati pensati per aiutare gli operatori a capire, in un momento di panico o confusione, quali interruttori e quali indicatori sono collegati gli uni con gli altri.
Note:I COLLEGAMENTI

Yellow highlight | Location: 3,494
gli stessi errori di confusione e stanchezza che hanno caratterizzato la tragedia di Three Mile Island hanno complicato il processo decisionale durante la crisi finanziaria.
Note:CONFUSIONE STANCHEZZA E STRESS

Yellow highlight | Location: 3,504
AIG costituiva sia una minaccia più grande di Lehman, sia una sorpresa decisamente più imprevista. Eppure nella testa di Geithner il campanello d’allarme fu meno forte di quanto avrebbe dovuto.
Note:TROPPO CONCENTRATI SU LEHMAN

Yellow highlight | Location: 3,506
Per vari motivi – forse fatica, forse perché non ebbe il tempo di studiare la nota di Willumstad, o forse perché questa non era sufficientemente esplicita – Tim Geithner accantonò la questione AIG e ritornò a concentrarsi su Lehman Brothers.
Note:DISTRATTO DA UN ALLARME SECONDARIO

Yellow highlight | Location: 3,512
abbiamo passato le ultime quarantott’ore a occuparci della cosa sbagliata?»
Note:LA COSA SBAGLIATA

Yellow highlight | Location: 3,518
Dare la colpa a quelli come Geithner e ai capi di Lehman Brothers e di AIG ci fa stare meglio, ma gli esperti di sicurezza come Perrow sanno che è molto più utile ideare sistemi migliori che non sperare in persone migliori.
Note:DARE LA COLPA ALL OPERATORE

Yellow highlight | Location: 3,541
«Non abbiamo avuto il tempo»
Note:tttttttttt

Yellow highlight | Location: 3,553
non esiste il caso di una banca d’investimento che scivoli lentamente verso la bancarotta. O succede rapidamente o non succede affatto.
Note:FALLIMENTO IN TEMPO ZERO

Yellow highlight | Location: 3,593
Chi doveva essere pagato, quanto e quando?
Note:IL CAOS DEL FALLIMENTO LEHMAN

Yellow highlight | Location: 3,598
Con il tempo si capì che la banca aveva sistematicamente nascosto l’ammontare delle sue ristrettezze finanziarie grazie a un trucco contabile legale chiamato «Repo 105»,
Note:REPO 105

Yellow highlight | Location: 3,611
non abbiamo avuto il tempo di farlo».
Note:IMPOSTARE UN BUON FALLIMENTO

Yellow highlight | Location: 3,618
Il domino e le banche «zombie»
Note:ttttttttt

Yellow highlight | Location: 3,618
Quello strano gioco chiamato domino è forse l’esempio più chiaro di un sistema strettamente correlato.
Note:DOMINO

Yellow highlight | Location: 3,627
Nel 2005 un centinaio di volontari ha trascorso due mesi a predisporre 4.155.476 tessere in una sala espositiva olandese, quando un passero ci volò dentro e ne fece cadere una. Ma grazie a queste porte di sicurezza, caddero solo ventitremila tessere:
Note:PORTE DI SICUREZZA

Yellow highlight | Location: 3,633
ha bisogno dell’equivalente di queste porte di sicurezza.
Note:IL SISTEMA FINANZIARIO

Yellow highlight | Location: 3,654
Questo tipo di strategia ha evitato che il crollo avesse effetti ancora più gravi sull’economia, ma ha comportato un costo. Non solo spese (e rischi) maggiori per i contribuenti, ma anche il messaggio pericolosamente rassicurante per i creditori delle banche: prestate quanto vi pare a chi vi pare, perché il contribuente garantirà sempre che veniate ripagati.
Note:INIEZIONE DI LIQUIDOTÀ E AZZARDO MORALE

Yellow highlight | Location: 3,658
Disaccoppiare» (decoupling) il sistema finanziario significa istituire gli equivalenti finanziari delle porte di sicurezza,
Note:DISACCOPPIARE

Yellow highlight | Location: 3,660
«Decoupling»
Note:ttttttt

Yellow highlight | Location: 3,661
assicurarsi che queste dispongano di più capitale.
Note:PRIMA MISURA

Yellow highlight | Location: 3,663
è probabile che requisiti di capitale più alti rendano i prestiti e le assicurazioni più care.
Note:COSTO

Yellow highlight | Location: 3,686
Il terzo modo per togliere rigidità al sistema consiste nel creare un meccanismo decisamente migliore per la gestione del fallimento bancario.
Note:FALLIMENTO

Yellow highlight | Location: 3,688
Le autorità potrebbero e dovrebbero pretendere che le più grandi aziende finanziarie preparino questo genere di piani d’emergenza
Note:cccccccc

Yellow highlight | Location: 3,697
È altresì assurdo che un anno dopo la bancarotta di Lehman Brothers i tribunali stessero valutando quattro strategie legali diverse per gestire il denaro nei conti della banca.
Note:QUATTRO ANNI DOPO

Yellow highlight | Location: 3,701
l’equivalente della causa Jarndyce & Jarndyce descritta nella Casa desolata di Dickens, che si protrae così a lungo che le spese legali consumano l’intera eredità
Note:DICKENS

Yellow highlight | Location: 3,709
Bulow e Klemperer
Note:METODI DI RISTRUTTIRAZIONE

Yellow highlight | Location: 3,710
i due teorici propongono che le autorità di regolamentazione possano forzatamente dividere una banca che lotta per la sopravvivenza in una banca «ponte» buona e in una banca «superstite» cattiva.
Note:BAD BANK

Yellow highlight | Location: 3,713
In un colpo solo la banca ponte è perfettamente funzionante,
Note:ccccccc

Yellow highlight | Location: 3,715
Questo significa che i creditori della banca superstite sono stati derubati? Con calma, non così in fretta. Ecco il gioco di prestigio: la banca superstite è proprietaria della banca ponte!
Note:ET VOILÀ

Yellow highlight | Location: 3,723
John Kay.
Note:IDEATORE DEL NARROW BANKING

Yellow highlight | Location: 3,723
Kay suggerisce di separare le funzioni «casinò» e «utility» del moderno sistema bancario. La funzione utility è quella che assicura che i bancomat emettano denaro,
Note:SEPARARE

Yellow highlight | Location: 3,728
L’idea è infatti assicurare che le banche che procurano utility non possano giocare al casinò.
Note:cccccc

Yellow highlight | Location: 3,730
Come abbiamo visto nel terzo capitolo, le idee nuove hanno bisogno di finanziamenti arrischiati, e molte buone idee sono destinate a fallire.
Note:IL COSTO

Yellow highlight | Location: 3,731
senza attività in stile casinò come il venture capital il mondo sarebbe un luogo più povero e meno innovativo.
Note:ccccccccc

Yellow highlight | Location: 3,732
Non è nemmeno così semplice distinguere tra utility e casinò:
Note:DISTINGUERE

Yellow highlight | Location: 3,761
Scivoloni, errori e violazioni
Note:ttttttttt

Yellow highlight | Location: 3,762
I più evidenti sono gli scivoloni, quando per via di goffaggine o mancanza d’attenzione si fa qualcosa che semplicemente non si voleva fare.
Note:IL PRIMO DI TRE POSIBILI ERRORI

Yellow highlight | Location: 3,765
«errori del dito ciccione»,
Yellow highlight | Location: 3,766
Poi ci sono le violazioni, per cui qualcuno ha deliberatamente fatto la cosa sbagliata.
Note:VIOLAZIONI

Yellow highlight | Location: 3,768
Bernard Madoff
Yellow highlight | Location: 3,769
Più insidiosi sono invece gli errori, che sono azioni compiute consapevolmente ma con conseguenze inattese, perché basate su una percezione errata della realtà.
Note:CONSEGIENZE INATTESE

Yellow highlight | Location: 3,772
L’ipotesi matematica che stava dietro alle CDO era altresì un errore: i genietti che li hanno progettati sbagliavano riguardo alla implicita distribuzione dei rischi,
Note:CDO

Yellow highlight | Location: 3,776
sono generalmente molto più difficili da individuare rispetto agli scivoloni,
Note:ERRORI E VIOLAZIONI

Yellow highlight | Location: 3,790
le persone che dovrebbero individuare i rischi sono i revisori contabili e le autorità finanziarie. Dopotutto, è il loro lavoro. Ma lo fanno?
Note:CHI CONTROLLA I CONTROLLORI?

Yellow highlight | Location: 3,796
Dyck, Morse e Zingales
Note:ESPERTI IN FRODI

Yellow highlight | Location: 3,796
Delle varie frodi venute a galla, le società di revisione contabile e le autorità di regolamentazione finanziaria ne avevano scoperte solo una su sei.
Note:UNA SU SEI

Yellow highlight | Location: 3,802
Questo suggerisce che le persone nella posizione migliore per individuare le frodi – o, a essere più precisi, ogni tipo di pericolo si celi dietro un’organizzazione – sono i dipendenti che lavorano in prima linea
Note:LA POSIZIONE PRIVILEGIATA DEL DIPENDENTE

Yellow highlight | Location: 3,804
a fare luce sul numero maggiore di frodi erano stati i dipendenti.
Note:cccccccc

Yellow highlight | Location: 3,806
«Non avevo nulla da guadagnarci a dire la verità»
Note:tttttttt

Yellow highlight | Location: 3,811
ricevuto pressioni affinché vendesse i mutui necessari a raggiungere gli obiettivi aziendali, non importava quali rischi correlati ci fossero.
Note:PRESSIONI SUL DIPENDENTE

Yellow highlight | Location: 3,815
il personale della HBOS concedeva prestiti in denaro a persone che non erano nelle condizioni di restituirlo.
Note:CONSEGUENZA

Yellow highlight | Location: 3,821
licenziato.
Yellow highlight | Location: 3,846
È vero, alcuni informatori tirano acqua al proprio mulino, e alcuni sono ex dipendenti frustrati desiderosi di creare problemi:
Note | Location: 3,846
DIFFICILE CAPIRE CHI PRENDERE SUL SERIO

Yellow highlight | Location: 3,849
Molti di essi si dicono pentiti di avere parlato: più dei quattro quinti del campione analizzato da Dyck, Morse e Zingales raccontano di essersi dovuti dimettere, di essere stati licenziati o retrocessi.
Note:PENTITI DI INFORMARE

Yellow highlight | Location: 3,859
«Sta’ attento a non farti nemico uno come me».
Yellow highlight | Location: 3,861
non è impossibile creare un sistema che incoraggi gli informatori
Note:INCORAGGIARE

Yellow highlight | Location: 3,866
Non sorprende, quindi, che la prospettiva di vincere «il primo premio della lotteria» abbia sciolto la lingua di numerosi dipendenti del settore sanitario, nel quale le denunce sono tre volte più frequenti che in qualunque altro settore.
Note:PREMIO AGLI INFO

Yellow highlight | Location: 3,873
durante la crisi finanziaria molti videro i segnali dei guai all’interno delle singole banche e delle istituzioni finanziarie, ma non ravvisarono alcun tornaconto a raccontarlo.
Note:E NELLA FINANZA?

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Rendere sostenibili gli esperimenti
Note:tttttttt

Yellow highlight | Location: 3,883
La fine degli errori nella finanza sarebbe anche la fine delle nuove idee,
Note:SACRIFICARE LE NUOVE IDEE?

Yellow highlight | Location: 3,885
Negli anni Sessanta mio suocero provò a chiedere un mutuo, ma senza successo. Era un dentista, cioè un libero professionista, quindi un rischio troppo grande per le banche.
Note:DIAMO X SCONTATE TROPPE COSE

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Come in qualsiasi altro settore, alcune innovazioni finanziarie falliranno inevitabilmente. E come in ogni altro settore, questi insuccessi inevitabili sono il prezzo da pagare
Note:INNOVAZIONE

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La proposta di John Kay della «banca a operatività limitata» mira a strutturare le banche in modo tale che il sistema finanziario possa continuare ad assumersi dei rischi
Note:PROPOSTA KAY

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Evitare che le banche diventino «troppo grandi per fallire» è il giusto tipo di approccio, ma è il modo sbagliato per dirlo, come dimostrato dall’analogia con il domino: sarebbe infatti assurdo dire che una singola tessera è troppo grande per fallire. Ciò di cui abbiamo bisogno sono barriere di sicurezza all’interno del sistema
Note:TESSERE DEL DOMINO TROPPO GRANDI X FALLIRE

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Deepwater Horizon
Note:tttttttt

Yellow highlight | Location: 3,934
La prima lezione è che i sistemi di sicurezza spesso falliscono.
Note:PRIMA LEZIONE

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La seconda lezione è che gli errori latenti possono essere letali.
Note:SECONDA LEZIONE

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La terza lezione è che se gli informatori avessero avuto la sensazione di poter parlare, l’incidente si sarebbe evitato.
Note:INFORMATORI

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Quarto, il sistema della piattaforma era correlato in maniera troppo stretta.
Note:QUARTA LEZIONE... DIVERSITÀ

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Quinto, come avrebbe confermato Tony Lomas, dei piani d’emergenza avrebbero aiutato.
Note:QUINTO... AVERE UN PIANO DI EMERGENZA

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La lezione finale è quella della teoria degli incidenti «normali»: gli incidenti accadono, e dobbiamo essere preparati alle conseguenze.
Note:LEZIONE FINALE: L INCIDENTE ACCADE

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La risposta istintiva sarebbe di cercare di eliminare gli errori, ma si tratta di un sogno impossibile. L’alternativa è provare a semplificare e «disaccoppiare» il più possibile questi sistemi ad alto rischio, incoraggiare le «gole profonde» a denunciare errori latenti che aspettano di colpire e, purtroppo, prepararsi al peggio.
CONCLUSIONE


sabato 9 settembre 2017

2 Why Billington Survived

2 Why Billington Survived 1491 (Second Edition): New Revelations of the Americas Before Columbus
Charles C. Mann
Note:2@@@@@@@@@@@ da indicizzare fino al segnalibro 1031 poi da leggereil primo contatto tra indiani e colonigli indigeni si alleano a fini militari (x combattere meglio i nemici) non x spirito di amicizial omissione dei reali motivi è sintomatica e nn riguarda solo i testi x bimbidio e la tecnologia c entrarono poco con la sopravvivenza dei primi colonil etnocentrismo sembra universale: entrambe le parti si credevano superiorile tende indiane: tutt altro che primitivei givani indiani: bamboccionila proprietà: c era eccome... veniva poco utilizzata ma c erail capo: si votava coi piedile battaglie rrano più che altro risse... prima degli europei: una rissa continua tra tribufisicamente gli indiani erano più prestanti di noi... nn hanno conosciuto carestie o epidemie

Note | Location: 763
2@@@@@@@@@@@

Yellow highlight | Location: 763
THE FRIENDLY INDIAN
Note:T

Yellow highlight | Location: 781
They encouraged the exchange of goods, but would only allow their visitors to stay ashore for brief, carefully controlled excursions.
Note:la politica degli indiani nei confronti dei bianchi

Yellow highlight | Location: 785
Now Massasoit was visiting a group of British with the intent of changing the rules. He would permit the newcomers to stay for an unlimited time—provided they formally allied with the Wampanoag against the Narragansett.
Note:alcune tribù sfruttano l'aiuto dei bianchi nei loro conflitti interni

Yellow highlight | Location: 822
A friendly Indian named Squanto helped the colonists. He showed them how to plant corn and how to live on the edge of the wilderness. A soldier, Captain Miles Standish, taught the Pilgrims how to defend themselves against unfriendly Indians.
Note:come la etorica scolastica ha ridotto l'incontro tra indiani e bianchi

Yellow highlight | Location: 834
Winslow didn’t know that fish fertilizer may not have been an age-old Indian custom, but a recent invention—if it was an Indian practice at all. So little evidence has emerged of Indians fertilizing with fish that some archaeologists believe that Tisquantum actually picked up the idea from European farmers.
Note:l'idea del pesce come fertilizzante

Yellow highlight | Location: 841
omission is symptomatic of the complete failure to consider Indian motives, or even that Indians might have motives. The alliance Massasoit negotiated with Plymouth was successful from the Wampanoag perspective, for it helped to hold off the Narragansett.
Note:l'omissione fondamentale dei testi storici canonici

Yellow highlight | Location: 846
This variant of Holmberg’s Mistake dates back to the Pilgrims themselves, who ascribed the lack of effective native resistance to the will of God. “Divine providence,” the colonist Daniel Gookin wrote, favored “the quiet and peaceable settlement of the English.” Later writers tended to attribute European success not to European deities but to European technology.
Note:c'è un errore opposto ovvero considerare la resa indiana una volontà Divina

Yellow highlight | Location: 855
“Indians were seen as trivial, ineffectual patsies,” Salisbury, a historian emeritus at Smith College, told me. “But that assumption—a whole continent of patsies—simply didn’t make sense.”
Note:gli indiani non erano considerati un popolo arretrato e barbaro

Yellow highlight | Location: 859
The fall of Indian societies had everything to do with the natives themselves, researchers argue, rather than being religiously or technologically determined.
Note:le cause della sconfitta indiana

Yellow highlight | Location: 873
When native met newcomer, both groups tried to benefit, as people will. In almost every case, each side believed itself to be superior—ethnocentrism seems to be a near-universal human quality—and
Note:i due gruppi si ritenevano entrambi superiori

Yellow highlight | Location: 886
Tisquantum was not an Indian. True, he belonged to that category of people whose ancestors had inhabited the Western Hemisphere for thousands of years.
Note:l'amico indiano non era affatto un indiano

Yellow highlight | Location: 891
As Tisquantum’s later history made clear, he regarded himself first and foremost as a citizen of Patuxet,
Note | Location: 891
lui stesso non si riteneva tale

Yellow highlight | Location: 900
Ten thousand years ago, when Indians in Mesoamerica and Peru were inventing agriculture and coalescing into villages, New England was barely inhabited, for the excellent reason that it had been covered until relatively recently by an ice sheet a mile thick.
Note:il Nord America una periferia dell'Impero

Yellow highlight | Location: 912
The ancestral language may derive from what is known as the Hopewell culture. Around two thousand years ago, Hopewell jumped into prominence from its bases in the Midwest, establishing a trade network that covered most of North America. The Hopewell culture introduced monumental earthworks and, possibly, agriculture to the rest of the cold North.
Note:la prima cultura del Nord America di cui abbiamo traccia

Yellow highlight | Location: 952
Nor did the English regard the Dawnland wetu as primitive; its multiple layers of mats, which trapped insulating layers of air, were “warmer than our English houses,”
Note:gli indiani non erano considerati dei primitivi dai coloni

Yellow highlight | Location: 968
Europeans bemoaned the lack of salt in Indian cuisine, they thought it nourishing. According to one modern reconstruction, Dawnland diets at the time averaged about 2,500 calories a day, better than those usual in famine-racked Europe.
Note:abitazioni e cucina indiane erano ammirate e limitate anche dai coloni

Yellow highlight | Location: 970
Wampanoag families were close and loving—more so than English families, some thought. Europeans in those days tended to view children as moving straight from infancy to adulthood around the age of seven, and often thereupon sent them out to work. Indian parents, by contrast, regarded the years before puberty as a time of playful development, and kept their offspring close by until marriage.
Note:famiglia presso gli indiani

Yellow highlight | Location: 976
The primary goal of Dawnland education was molding character. Men and women were expected to be brave, hardy, honest, and uncomplaining.
Note:pedagogia indiana

Yellow highlight | Location: 980
When Indian boys came of age, they spent an entire winter alone in the forest,
Note:cccccc

Yellow highlight | Location: 984
To master the art of ignoring pain, future pniese had to subject themselves to such miserable experiences as running barelegged through brambles.
Note:dominare il dolore

Yellow highlight | Location: 989
(Dawnlanders lived in a loose scatter, but they knew which family could use which land—“very exact and punctuall,” Roger Williams, founder of Rhode Island colony, called Indian care for property lines.)
Note:il sistema della proprietà

Yellow highlight | Location: 993
sachems had to gain the consent of their people, who could easily move away and join another sachemship. Analogously, the great sachems had to please or bully the lesser, lest by the defection of small communities they lose stature.
Note:gli indiani potano con i piedi

Yellow highlight | Location: 998
In consequence, boundaries between groups were becoming more formal. Sachems, given more power and more to defend, pushed against each other harder. Political tensions were constant.
Note:cresce il numero degli indiani cominciano le prime tensioni territoriali

Yellow highlight | Location: 1,001
Armed conflict was frequent but brief and mild by European standards. The casus belli was usually the desire to avenge an insult or gain status,
Note:i conflitti sono numerosi ma poco intensi per lo standard europeo

Yellow highlight | Location: 1,006
Women and children were rarely killed,
Note:cccccc

Yellow highlight | Location: 1,010
Nevertheless, by Tisquantum’s time defensive palisades were increasingly common, especially in the river valleys. Inside the settlement was a world of warmth, family,
Note:warfare indiano

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outside, as Thomas put it, was “a maze of confusing actions and individuals fighting
Note:tutti contro tutti

Yellow highlight | Location: 1,014
TOURISM AND TREACHERY
Note:ttttttttt

Yellow highlight | Location: 1,020
The earliest written description of the People of the First Light was by Giovanni da Verrazzano, an Italian mariner-for-hire commissioned by the king of France in 1523 to discover whether one could reach Asia by rounding the Americas to the north.
Note:il primo a descriverli

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Europeans described the People of the First Light as strikingly healthy specimens.
Note:sani e aitanti

Yellow highlight | Location: 1,030
Because famine and epidemic disease had been rare in the Dawnland, its inhabitants had none of the pox scars or rickety limbs common on the other side of the Atlantic.
Note:poche carestia e poche epidemie

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The Pilgrims were less sanguine about Indians’ multicolored, multitextured mode of self-presentation.
Note:i nostri sempre più malaticcii

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And the hair! As a rule, young men wore it long on one side, in an equine mane, but cropped the other side short, which prevented it from getting tangled in their bow strings.
Note:la grande bellezza dei capelli

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As for the Indians, evidence suggests that they tended to view Europeans with disdain as soon as they got to know them.
Note:il disprezzo delle indiano per il bianco

Yellow highlight | Location: 1,078
With striking uniformity, these travelers reported that New England was thickly settled and well defended.
Note:una terra ben difesa

Yellow highlight | Location: 1,122
THE PLACE OF THE SKULL
Note:ttttttt

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To be sure, the Pilgrims had intended to make most of their livelihood not by farming but by catching fish for export to Britain. But the only fishing gear the Pilgrims brought was useless in New England. Half of the 102 people on the Mayflower made it through the first winter, which to me seemed amazing. How did they survive? In his history of Plymouth colony, Governor Bradford himself provides one answer: robbing Indian houses and graves.
Note:come sono sopravvissuti i padri fondatori?

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The Pilgrims were typical in their lack of preparation. Expeditions from France and Spain were usually backed by the state, and generally staffed by soldiers accustomed to hard living.
Note:i Padri Pellegrini all'avventura

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Huddled in their half-built village that first terrible winter, the colonists rarely saw the area’s inhabitants, except for the occasional shower of copper- or claw-tipped arrows. After February, glimpses and sightings became more frequent. Scared, the Pilgrims hauled five small cannons from the Mayflower and emplaced them in a defensive fortification. But after all the anxiety, their first contact with Indians went surprisingly easily. Within days Tisquantum came to settle among them. And then they heard his stories.
Note:primi contatti tra i padri e gli indiani

Yellow highlight | Location: 1,180
The Indians’ appearance in this European city surely caused a stir. Not long before, Shakespeare had griped in The Tempest that the populace of the much bigger city of London “would not give a doit [a small coin] to a lame beggar, [but] will lay out ten to see a dead Indian.” Hunt managed to sell only a few of his captives before local Roman Catholic priests seized the rest—the Spanish Church vehemently opposed brutality toward Indians. (In 1537 Pope Paul III proclaimed that “Indians themselves indeed are true men” and should not be “deprived of their liberty” and “reduced to our service like brute animals.”)
Note:gli indiani in Europa. Il fenomeno da baraccone. L'opposizione cattolica ad ogni brutalità.

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the Europeans carried a disease, and they bequeathed it to their jailers. Based on accounts of the symptoms, the epidemic was probably of viral hepatitis, according to a study by Arthur E. Spiess, of the Maine Historic Preservation Commission, and Bruce D. Spiess, of the Medical College of Virginia.
Note:la strage. I prigionieri europei erano malati. Probabilmente si trattava di epatite. il contagio fu terribile nelle sue conseguenze

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In their panic, the healthy fled from the sick, carrying the disease with them to neighboring communities.
Note:cccccccc

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The religious overtones in Morton’s metaphor are well placed. Neither the Indians nor the Pilgrims had our contemporary understanding of infectious disease. Each believed that sickness reflected the will of celestial forces.
Note:la mancanza di nozioni sulla viralità scatenò interpretazioni di carattere religioso

Yellow highlight | Location: 1,239
Until the sickness Massasoit had directly ruled a community of several thousand and held sway over a confederation of as many as twenty thousand. Now his group was reduced to sixty people
Note:Il prima è il dopo. Sintesi, dapprima gli indiani si alleano con gli europei in cerca di alleanze strumentali ai loro conflitti interni. La strage avviene a causa dell'epatite portata da alcuni francesi

Yellow highlight | Location: 1,242
The Pilgrims held similar views. Governor Bradford is said to have attributed the plague to “the good hand of God,” which “favored our beginnings” by “sweeping away great multitudes of the natives … that he might make room for us.”
Note:l'interpretazione della strage. Il nostro Dio ci favorisce. È la stessa interpretazione degli indiani medesimi

Yellow highlight | Location: 1,245
The epidemic, Gorges said, left the land “without any [people] to disturb or appease
Note:l'epidemia lascia un territorio deserto da conquistare

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Now he told the Pilgrims that he was willing to leave them in peace (a bluff, one assumes, since driving them away would have taxed his limited resources). But in return he wanted the colonists’ assistance with the Narragansett.
Note:altra richiesta di aiuto da parte dei capi indiani per combattere i loro nemici. Ora vogliono le nostre pistole.

Yellow highlight | Location: 1,276
Contemporary research suggests that indigenous peoples in New England were not technologically inferior to the British—or, rather, that terms like “superior” and “inferior” do not readily apply to the relationship between Indian and European technology. Guns are an example. As Chaplin, the Harvard historian, has argued, New England Indians were indeed disconcerted by their first experiences with European guns: the explosion and smoke, the lack of a visible projectile. But the natives soon learned that most of the British were terrible shots, from lack of practice—their guns were little more than noisemakers. Even for a crack shot, an unrifled, early seventeenth-century gun had fewer advantages over a longbow than may be supposed.
Note:un luogo comune da sfatare. La superiorità tecnologica degli Europei. È vero, le pistole fecero da prima impressione agli indiani ma si rivelarono ben presto solo degli aggeggi molto rumorosi e poco pratici.

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At the same time, Europeans were impressed by American technology. The foreigners, coming from a land plagued by famine, were awed by maize, which yields more grain per acre than any other cereal. Indian moccasins were so much more comfortable and waterproof than stiff, moldering English boots that when colonists had to walk for long distances their Indian companions often pitied their discomfort and gave them new footwear. Indian birchbark canoes were faster and more maneuverable
Note:d'altro canto gli europei stupirono per la tecnologia indiana. Il mais, i mocassini, e molto altro

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the stunned British eagerly exchanged knives and guns for Indian canoes.
Note:gli europei scambiarono ben volentieri i loro coltelli e le loro pistole con le pratiche canoe indiane

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Massasoit, if this interpretation is correct, was trying to incorporate the Pilgrims into the web of native politics. Not long before Massasoit had expelled foreigners who stayed too long in Wampanoag territory.
Note:gli indiani vedevano gli europei come un'ennesima tribù con cui allenarsi

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MACHINATIONS
Note:tttttttt

Yellow highlight | Location: 1,341
In the next decade tens of thousands of Europeans came to Massachusetts. Massasoit shepherded his people through the wave of settlement, and the pact he signed with Plymouth lasted for more than fifty years. Only in 1675 did one of his sons, angered at being pushed around by colonists’ laws, launch what was perhaps an inevitable attack. Indians from many other groups joined in. The conflict, brutal and sad, tore through New England. The Europeans won. Indeed, after the war Massachusetts sold more than a thousand Indians into slavery—perhaps one out of every ten native adults in the region. Most went to the Caribbean, but a few ended up as far away as North Africa.
Note:il patto tra coloni e indiani durò 15 anni. Fu infine rotto dagli indiani che scatenarono una guerra vinta dagli europei. I vincitori schiavizzarono i vinti e li vendettero spedendoli soprattutto ai Caraibi e in Africa

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The historian Alan Gallay has estimated that between 1670 and 1715 English slavers in the South sold somewhere between thirty and fifty thousand native people.
Note:numeri

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What happened? Europeans won military victories in New England, historians say, partly because they were divided among themselves. Indians were unwilling, too, to match the English tactic of massacring whole villages.
Note:perché i coloni vinsero le loro guerre? Non per la presunta superiorità tecnologica ma per la maggior coesione. Le tribù indiane erano divise e incapaci di coalizzarsi.

Yellow highlight | Location: 1,357
But another, bigger part of the reason for the foreigners’ triumph was that by the 1670s the newcomers outnumbered the natives.
Note:ci fu poi la questione del numero da una certa data in poi gli europei erano superiori anche per numero

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Groups like the Narragansett, which had been spared by the epidemic of 1616, were crushed by a smallpox epidemic in 1633.
Note:infine un ruolo fondamentale continuarono ad averlo le epidemie

Yellow highlight | Location: 1,360
Their societies were destroyed by weapons their opponents could not control and did not even know they had.
ccccccc