sabato 15 febbraio 2020

CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA

CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA
Siamo spacciati, vi annuncio che l'umanità si estinguerà in futuro. Non è una grande notizia, lo so, nulla dura per sempre.
Le cause possibili dell'evento ferale sono tante e l'articolo di Wiki le elenca diligentemente, è uno dei miei preferiti e me lo leggo ogni mese. Tuttavia, penso anche che la nostra fine avverrà molto prima e che, tanto per dire, se il sole si spegnerà, si spegnerà su una Terra ormai deserta da tempo. La nostra sparizione è molto più vicina e sarà un' apocalisse della stupidità.
Una ventina d'anni fa non avrei parlato in questo modo ma ora ho un'opinione differente.
Mi spiego meglio. Supponiamo che l'arrivo di un asteroide sia preannunciato dalla comunità scientifica con 40 anni di anticipo e con una probabilità intorno al 5%. Tutti concordano sul fatto che l'impatto sarebbe disastroso, sebbene non ci sia accordo su "quanto" sarà disastroso e sulla percentuale di cui sopra. Ci sono diversi piani per difendersi, il loro costo è elevato in valore assoluto ma non poi così oneroso in termini relativi. Resta un certo disaccordo degli esperti su quanto sia efficace ciascun piano di difesa e sui tempi di realizzazione. Ogni esperto concorda, tuttavia, che qualcosa dovrebbe essere tentato.
Ora, cosa succederebbe in una simile situazione?
Alcuni partiti politici s'intesterebbero la causa della lotta all'asteroide. Lo storico partito rivale - supponiamo ci siano solo due partiti - deciderebbe quindi che loro sono quelli pro-asteroide. Il primo partito collega la sua nuova causa a misure che già sponsorizzava prima per ragioni ideologiche, il secondo accusa una buona fetta della comunità scientifica di essere ideologizzata e bolla di tradimento chi nelle sue file è perplesso.
Gli scettici dell' asteroide puntano sulle incertezze nella scienza, sostenendo che non abbiamo prove concrete che l'asteroide stia effettivamente per colpire la Terra. Enfatizzano gli argomenti più ottimistici e amplificano tutte le incertezze dello scenario più disastroso.
I catastrofisti si mostrano estremamente sensibili alla causa ma, allo stesso tempo, non supportano i piani più promettenti proprio perché non in linea con la loro ideologia complessiva. Per esempio, esiste un piano che avrebbe come effetto collaterale quello di acuire le diseguaglianze sociali. Non si deve parlarne. Esiste un altro piano che richiederebbe l'impiego massiccio di una tecnologia abbastanza rischiosa e non proprio neutrale. Non si deve parlarne. Eccetera. I piani che raccolgono più consenso sarebbero anche i più velleitari e improbabili.
E chi dovrebbe pagare poi per l'asteroide? Gli americani vogliono che la Cina paghi di più; La Cina vuole che l'America paghi di più. Entrambi si arrabbiano con i russi per essersi rifiutati di pagare anche il minimo dovuto. L'Europa, come sempre, conterà zero.
L'uomo medio sa a malapena cosa sia un asteroide, non ha mai assistito a un impatto e si rifiuta di credere agli "arroganti" scienziati (che indirettamente gli stanno chiedendo sacrifici non piccoli proprio ora che è andato in pensione). Si attacca la solfa dei complotti. Alcuni dicono che puoi semplicemente guardare in alto nel cielo e vedere che non ci sono asteroidi. Inoltre la storia umana non ci racconta di grandi impatti con asteroidi, questo significherà pure qualcosa. I siti di questa gente sono molto cliccati e loro ottengono parecchio denaro.
I media più equilibrati e affidabili cercano di dare uguale attenzione alla posizione ortodossa e alla posizione scettica, quest'ultima rappresentata dai pochi scienziati che nel mondo che pensano che l'asteroide non sia una minaccia seria.
Quando diventa chiaro che non si sta facendo nulla per il problema asteroide, gli scienziati diventeranno sempre più attivi nel tentativo di convincere le masse. Proveranno vari approcci. Alcuni offriranno analisi sobrie e ponderate. Questi scienziati, tuttavia, saranno ignorati perché noiosi; Altri scienziati faranno appelli sempre più allarmati ed emotivi. Offriranno uno spettacolo in grado di attirare l'attenzione ma che si va lentamente trasformando in una buffonata. Nani e ballerine entreranno in scena nella lotta contro l'asteroide con messaggi forti ed ideologici. Gli scettici prenderanno queste carnevalate come la conferma delle loro tesi: il messaggio contro l'asteroide è solo un pretesto per un'esibizione narcisistica della virtù. Avranno ragione un po' tutti e la conseguenza sarà lo stallo prolungato.
Molti politici sanno che la minaccia dell'asteroide è reale, ma riterranno che non valga la pena perdere i voti e il lavoro per una piccola possibilità di salvare l'umanità; inoltre, penseranno giustamente di non poter fare la differenza da soli. Tra chi nega e chi supporta solo piani velleitari si raggiungerà un compromesso al ribasso che imporrà costi alla società senza alcun beneficio reale.
Tutto questo andrà avanti per 39 anni. Nell'ultimo anno, gli scienziati avranno raggiunto il 100% di accordo sul fatto che l'asteroide colpirà la Terra entro un anno uccidendo tutti e che alcuni piani architettati in precedenza, quelli meno "simpatici" avrebbero avuto successo. Sono anche d'accordo che ormai è troppo tardi per fare qualsiasi cosa che non sia pregare. E così non si farà nulla di concreto neanche nell'ultimo anno. Circa la metà di tutti gli esseri umani ancora rifiuterà di credere alla catastrofe prossima ventura, fino al giorno in cui l'asteroide colpirà, uccidendo miliardi di persone e innescando la più grande estinzione di massa della Terra.
P.S. Leggendo qualcuno avrà pensato al riscaldamento globale. Calma, quello non è un rischio esistenziale, anche se alcune dinamiche a cui accenno sono state rielaborate sulla base di questa esperienza.
Commenti

L'UNTORE CHE CI SALVERA'

L'UNTORE CHE CI SALVERA'



Tempo fa, nelle famiglie con molti bambini, non appena un bambino si ammalava, i genitori gli mettevano vicino i fratellini affinché tutti potessero ammalarsi insieme: era meno difficile prendersi cura di tutti in una volta sola. Un po' come per gli incendi controllati, quelli che prevengono gli incendi devastanti.
Oggi il coronavirus si sta diffondendo rapidamente in tutta la Cina, e molti si stanno sforzando di resistere a tale diffusione. La speranza è quella di contenere il contagio, ma una volta superata una certa soglia, questo scenario diventa inverosimile. Probabilmente, questo punto critico è già stato superato; una volta contagiata tutta la Cina mica potremo costruirle un muro intorno, dovremo rassegnarci e prendere in considerazione l'ipotesi di un contagio controllato.
Non conosciamo bene il tasso di mortalità, ma puo' darsi che cure adeguate lo riducano, questo ce lo diranno i medici. Se le cure saranno importanti il contagio controllato diventa un'arma decisiva. Infatti, i nostri sistemi ospedalieri hanno capacità limitate, specialmente per le cure intensive. Se tutti si ammalano nella stessa settimana, la stragrande maggioranza non riceverà molto aiuto. Diffondere l'infezione in modo graduale è una soluzione da considerare attentamente.
L'altro problema sono le persone sane che si rintanerebbero restando improduttive per non ammalarsi. Sono costoro che mandano a rotoli un'economia, senza contare che tra loro ci saranno anche medici e infermieri. Anche qui la soluzione è ovvia: infezione controllata. Potremmo tranquillizzare i non prescelti e scegliere chi infettare. Una razionalizzazione delle attività tipo turni di lavoro. L'infezione casuale è il vero nemico. Le persone selezionate per essere infettate per prime potrebbero essere pagate per compensare qualsiasi rischio.
P.S. Un altro motivo per resistere è la speranza del vaccino. Ahimè, le stime per il coronavirus sono 18 mesi, senza tenere conto della produzione e della distribuzione. Fino a ieri, i decessi noti erano 1384, un numero che ha avuto un tempo di raddoppio ogni sei giorni. A questo ritmo dobbiamo abbandonare ogni speranza nel vaccino, a meno di un drastico rallentamento.

VIDEOGIOCHI - ALTI COSTI INIZIALI

Ora penso a YouTube come a un mezzo di comunicazione con costi (spesso, non sempre) elevati di "investimento nel contesto". Quindi, se molti video ti sembrano stupidi, a volte lo sono, ma altre volte non hai abbastanza contesto per capirli, o per quello motivo di condannarli per i giusti motivi. Questo modello di "alti costi iniziali" è coerente con il comportamento semi-avvincente mostrato da molti fedeli utenti di YouTube.

https://feedly.com/i/entry/Od/Z0OrlTBzSrJtcae1t5qtueOtvOco3UFNx6gD9Pd4=_170475047a7:3e632:878e51c9

VOGLIA DI PRECISARE. LA LEZIONE DI F

La lezione di Facebook, da reimparare ogni giorno: se le persone ti sembrano leggermente stupide, probabilmente sono solo stupide. Ma se ti sembrano colossalmente e inspiegabilmente stupide, probabilmente stai discutendo con presupposti differenti senza accorgertene. E magari ad un certo punto te ne accorgi pure ma - che ne so perché, forse per orgoglio - sei già talmente avanti nella fase degli insulti che la voglia di tornare indietro per precisare ti ha completamente abbandonato.

venerdì 14 febbraio 2020

IMMAGINARE + POLONIO.

QUANDO SHAKESPEARE NON RILANCIAVA I CONSUMI
Polonio è chiaro con il figlio Laerte: "non essere mai né mutuatario né prestaTore". Vade retro. Comunque non era un consiglio originale nella Danimarca medievale (e marcia). Ma tutto il medioevo scansava con orrore il mutuo e le sue peccaminose parti, forse sulla scorta della Bibbia medesima, dove si aggrottano ripetutamente le sopracciglia quando compaiono all'orizzonte questi due tristi figuri, e nel Levitico si organizza un anno giubilare in cui i debiti sono perdonati affinché si esorcizzi il maleficio. L'antica parola ebraica per "prestito a interesse" equivaleva a "morso del serpente". Una volta contratto il patto fatale, non restava che attendere che la vittima cadesse intossicata ai piedi del suo serpente-prestatore, il che, rinnovo dopo rinnovo, accadeva regolarmente. Nel Medioevo i sacerdoti si sono limitati a rafforzare il contenuto dell'antico messaggio, poco dopo aiutati dal bardo Shakespeare che incarnava l'epitome dell'uomo disgustoso nell'usuraio Shylock, sempre in cerca della sua tanto agognata libbra di carne umana. Insomma, le fonti religiose e classiche inviano un messaggio chiaro: il debito fa male. Nell'era preindustriale il debito è cattivo.
Poi arriva l'era industriale: il debito puo' fare anche bene, è il fallimento ad essere cattivo.
Infine, eccoci nella nostra era postmoderna: né il debito né il fallimento fanno male. Anzi, a ben vedere il fallimento nemmeno esiste, lo stigma dei secoli puo' dissolversi in un rassicurante e leggero nulla in cui volano i coriandoli delle banconote. I pezzi di carne tanto amati da Shylock sono stati rimpiazzati da anonimi pezzettini di carta, materia vile sempre disponibile. La stessa parolina "indebitamento" sparisce nel nulla della politica per essere sostituita da espressioni più urbane, tipo: "rilanciare i consumi".

IMMAGINARE LO STATO COME UNA FAMIGLIA.
Per me, almeno in economia, fa capire anche al profano molte cose sul disastro finanziario italiano. Ma guai se lo dici di fronte a certe persone, tipo quelle che scrivono qui sotto. Si arrabbiano, dicono che l'analogia trucca le carte in tavola. In genere si tratta di persone che vorrebbero aumentare - anziché diminuire - il già portentoso debito di stato. Alla persona della strada che dubita di questa ricetta urlano: "cretino, non ragionare come se lo stato fosse una famiglia, è tutta un'altra cosa!!!".
Forse hanno ragione, il debito di stato non è proprio come quello privato. E' peggio, molto peggio. Più insinuante, più pericoloso.
Supponiamo che tuo padre crepi, a quanto pare era un frequentatore compulsivo di casinò. Alla morte non erediti una cippa. Al funerale, mentre i becchini abbassano la bara, un avvocato che rappresenta i creditori in lutto ti prende da parte e dice: "mi dispiace per la sua perdita, ma vede, lei mi capirà, il suo papi aveva dei conti in sospeso, robetta, circa un milione di euro, sa com'è, sono certo che lei vorrà venirci incontro...". La tua risposta: "alt, esimio, la fermo subito, se vuole essere saldato salti pure nella buca con mio papà, perché i suoi debiti muoiono con lui. Davvero non lo sapeva? Non mi dica, come mi dispiace...". Del papi puoi ereditare il colore degli occhi, la mascella quadrata e la statura imponente: ma non i debiti, quelli no, se non ti va.
La situazione è triste, lo capisco, parliamo pur sempre di 1mln di euro. Ma non è necessariamente il male assoluto, si puniscono così i creditori malaccorti, e nella maggior parte dei casi, i creditori sono più sofisticati dei debitori ed erano in una buona posizione per controllare il rating del papi e le sue proprietà.
Quando i governi accumulano debiti, tuttavia, questi non muoiono nel momento in cui i politici generosi (con i soldi degli altri) vengono trombati. I debiti contratti per il reddito di cittadinanza di Di Maio non se ne vanno con lui, i debiti della quota 100 di Salvini, resteranno anche se lui dovesse sparire nel nulla domani. I debiti si moltiplicano creando un onere sempre maggiore per le generazioni a venire, quelle che non hanno ancora il diritto di voto e non contestano. Non si tratta di sfortuna ma di logica. Alcuni paesi, tipo noi, sono solo più "logici" di altri. Il famoso e fastidioso "no taxation without representation" puo' essere comodamente aggirato tassando le generazioni future, o Salvini vuole rappresentare anche quelle? E a noi, da bravi terroni, le comodità piacciono.

giovedì 13 febbraio 2020

CHI E' ELITE?

CHI E' ELITE?

Sento dire, per esempio in questo articolo: "viviamo la crisi delle élites ma bisogna distinguere, non tutte le élites sono in crisi, Cristiano Ronaldo, per esempio, è élites ma non è in crisi, nessuno contesta il suo talento e tutti lo adorano, anche nel famigerato XXI secolo".

Ma Ronaldo è solo un mostro, un numero uno. Non direi che è élite, almeno nel senso in cui la intendo io.

Per rientrare nell'élites devi avere la rispettabilità per essere creduto anche quando spari balle e tutti lo sanno. Ronaldo non "spara balle", dimostra in campo tutte le Domeniche di essere il migliore, nel suo modo di agire la trasparenza è massima. Ronaldo opera con la verità, le èlites con i segreti. Mi spiego meglio con il solito esempio.

Supponiamo che siate al cinema e scoppi un incendio. Vi trovate di fronte a questa situazione: 1) se tutti corrono la probabilità di salvarsi è scarsa, 2) se siete i primi a correre la salvezza è certa, 3) se nessuno corre la probabilità di salvarsi è buona.Tutti gli spettatori in pericolo sanno bene o male che la condizione in cui si trovano è questa.

Cosa occorre per risolvere al meglio una situazione del genere? Serve un'élite. Ovvero un membro dell'élite che dica con voce stentorea e autorevole: "non spingete, tutto andrà bene, non c'è pericolo".

Io, spettatore in pericolo, ascolto questa voce e mi uniformo, faccio finta di crederle anche se so bene che il suo ottimismo è esagerato. Non sono stupido, agisco così perchè so che parla un membro dell'élite, ovvero qualcuno a cui anche gli altri credono. Se tutti "facciamo finta di credergli" le cose andranno bene veramente, anche se le cose non stanno affatto come dice lui, anche se il suo "non c'è pericolo" è meramente retorico.

Cos'ha in comune il tizio del cinema con Ronaldo? Quasi nulla. Ronaldo è talentuoso, potente ma non necessariamente "autorevole" nel momento in cui parla.

Quando i nostri genitori ascoltavano il Presidente della Repubblica nel discorso di fine anno o il Papa dal Balcone di Piazza San Pietro, si mettevano sull'attenti pur sapendo quanto quei messaggi fossero gonfiati da una retorica strabordante. Ascoltavano l'élite e in loro c'era come una vocina che diceva: "rispetta quel che dicono, se ti uniformi tutto andrà bene, non devi per forza capire, ma tutto andrà bene, fidati". Oggi noi percepiamo i medesimi messaggi ma, diversamente dai nostri genitori, non ci mettiamo sull'attenti, soffochiamo quella vocina e non vediamo l'ora di correre sui social tutti contenti di sputtanare l'élite di turno.

La valanga di informazioni disponibili e il conseguente tramonto dell'esoterismo travolgono le povere élite. E Ronaldo, in tutto questo, non c'entra niente. Il web spinge pubblico ed élite verso una sorta di insopportabile vicinanza: la reazione del pubblico è rabbiosa (si aspettava forse talenti ronaldeschi), e la reazione dell'ex élite impaurita ed offesa è quella di rifugiarsi in cima alla torre d'avorio, il più lontano possibile dal volgo. Così facendono marcano le distanze - che nessuno nega - ma perdono per sempre la loro aura e la loro credibilità.

https://www.panorama.it/news/economia/jacques-attali-elite-politiche-malate

IL PROBLEMONE DELL'AMICIZIA

IL PROBLEMONE DELL'AMICIZIA
Ho solo quattro amici noiosi. Trovo il resto dei miei amici interessante. Tuttavia, la maggior parte degli amici che trovo interessante mi trova noioso: più sono interessanti e più mi trovano noioso. I pochi amici che stanno nel mezzo di questa forbice, con i quali permane un certo interesse reciproco, non sono molto affidabili: sento che in qualsiasi momento potrebbero diventare troppo interessanti per me o io troppo interessante per loro.

SE DIO NON ESISTE TUTTO E' PERMESSO?

SE DIO NON ESISTE TUTTO E' PERMESSO?
La moralità nelle società su piccola scala è sostenuta da interazioni faccia a faccia, un dio severo non serve a molto. Tutti si guardano l'un l'altro e impongono sanzioni ai non cooperanti; si va da sanzioni lievi, come i pettegolezzi e la presa in giro, a sanzioni gravi, come l'ostracismo e la pena capitale. La moralità non è sistematizzata: non esiste un elenco esplicito di regole, perché tutti la imparano come farebbero un bambino in famiglia. Non occorre nemmeno una religione trascendentale, ne basta una immanentista (tipo animismo).
Con l'ascesa di società centralizzate, le persone provenienti da diversi gruppi locali non collaborano bene tra loro. Gli agenti soprannaturali diventano più frequenti e più gerarchici, riflettendo la disposizione sociale. Ma il focus principale della religione è ancora sul potere, non tanto sulla bontà. Il dio consacra chi comanda più che dettare dei comandamenti a cui tutti devono uniformarsi.
Poi c'è un'improvvisa accelerazione delle religioni trascendentali, più comunemente conosciute come religioni assiali, perché sono apparse durante l'età assiale. Ara Norenzayan sostiene che, poiché "le persone che si sentono osservate si comportano meglio" nelle società su larga scala, il ruolo di "osservatore" onnipresente è assunto dal grande Dio trascendentale.
Ormai ho qualche dubbio su questa ricostruzione.
Il dubbio è che la natura soprannaturale e moralistica del dio sia in realtà una caratteristica secondaria. Innanzitutto, l'aspetto soprannaturale varia molto tra le religioni assiali. È abbastanza importante nei monoteismi mediorientali (zoroastrismo, ebraismo, cristianesimo, islam, ecc.), ma meno nelle religioni dell'Asia meridionale (buddismo, induismo) in cui la principale forza moralizzante è la punizione karmica, e come sottolineano molti studiosi del buddismo, il karma non è in realtà un fenomeno soprannaturale ma una semplice relazione di causa-effetto: fai cose brutte e rinasci come una rana. In questo senso non sono necessari osservatori o punitori soprannaturali. Il contenuto soprannaturale è quasi del tutto assente anche nel confucianesimo, che molti studiosi non considerano nemmeno una religione.
In secondo luogo, i principali "osservatori e punitori" non sono esseri soprannaturali ma persone molto umane. Includono i vicini, gli agenti dello stato e, soprattutto, i chierici.
C'è anche da aggiungere che chi cresce in società con una religione organizzata interiorizza le regole della moralità. Molti si comportano bene anche quando non sono osservati e non vi è alcuna possibilità di essere puniti.
La teoria del grande Dio come forgiatore della grande Società è un'ipotesi chiara ma, come accade spesso nella scienza, alle belle teorie capita di essere uccise da fatti brutti.
Penso che, in questo senso, la bellezza pesi di più della bontà; che la liturgia incida più dei comandamenti; che il rituale determini più dell'obbedienza. La religione tiene insieme la società perché la coordina e rinforza le tradizioni prima ancora che punire o premiare.La religione è cultura prima che diritto, la cultura stabilisce cosa è importante, cosa fa status, e noi siamo dei perenni cacciatori di status, viviamo per fare cose importanti, è per quello che facciamo figli, è per quello che crediamo a un grande Dio, è per quello che chi non riesce più a credere nel grande Dio deve comunque credere di salvare il mondo ogni giorno differenziando la pattumiera opponendosi così al grande Satana del riscaldamento globale.

AMAZON.IT
A groundbreaking account of how religion made society possibleHow did human societies scale up from tight-knit groups of hunter-gatherers to the large, anonymous, cooperative societies of today—even though anonymity is the enemy of cooperation? How did organized religions with "Big Go...