mercoledì 14 gennaio 2015

La mia fede

Oggi e sempre di più il cattolico si scontra in società con un muro d' indifferenza quando non di derisione, al più è tollerato se le iniziative a cui dà vita hanno un qualche rilievo sociale, in questo caso si accompagna la pacca sulla spalla con queste parole: "sei un tipo un po' inquietante ma finché ti comporti bene puoi convivere con noi". Tutto cio' lo richiama a una difesa più articolata delle fede e se questo è vero per noi, figuriamoci per i nostri figli domani.
Come portare allora qualche argomento a difesa della fede che suoni sensato anche alla controparte? Come deve spiegare cio' che è e cio' che fa a chi sembra vivere su un altro pianeta? Come puo' parlare della sua fede in modo seducente senza edulcorarla? Come deve impostare la sua apologetica?
fede
Di seguito faccio le pulci a cinque figure di credente. Nonostante le mie succinte critiche si tratta di figure per molti versi ammirevoli, e lo voglio dire subito per evitare ogni equivoco. Solo che con le loro modalità non rispondono secondo me al bisogno cui vorrei far fronte: guadagnarsi il rispetto sincero dell' ateo mantenendo ferma la dottrina.
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La ragione insita nell' atto di fede è stata a lungo screditata da chi ha puntato su un fideismo talmente semplice da affascinare soprattutto i "semplicioni". Senonché, oggi, la massa non è composta né da colti né da semplicioni, bensì da un ideal tipo che incute timore: l' acculturato.
L' acculturato segue "duci" come Augias, avete presente? Libri sfogliati, rapide infarinature a suon di frasi fatte (con l' alternativa delle frasi ad effetto), il poster di Giordano Bruno al muro e tanto tifo sugli spalti del dibattito per la testa d' uovo preferita. L' acculturato, se da un lato non si beve tutto, dall' altro non ha nemmeno tempo e voglia di  approfondire sospendendo prudentemente il giudizio.
Nulla va lasciato in sospeso. L' acculturato dà un senso alle sue prolungate immersioni nel mare dei mass media, delle librerie e dei festival solo se riesce a guardare dall' alto in basso e punzecchiare i pochi sempliciotti rimasti sulla piazza, e spesso li trova nelle Chiese che ama frequentare con l' intensità della beghina: Augias, Fo, la Hack, Odifreddi sembrano più ossessionati di Santa Caterina, non parlano d' altro che di "quello".
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Altri credenti pietiscono l' ascolto dell' “uomo moderno” puntando sull' etica. Potrei chiamarli eticisti.
In questi casi l' equivoco è sempre in agguato: l' etica non è la fede! La morale serve al fedele giusto per rendersi credibile di fronte all' infedele al fine poi di "evangelizzarlo".
Chi punta sull' etica finisce troppo spesso per dimenticare la fede, esita nel compiere il secondo passo, l' unico che conta. La lusinga che deriva dal sentirsi riconosciuti lo appaga e lo blocca. L' evangelizzazione, unica meta, è accantonata. Peggio, è sentita quasi come un' offesa arrecata al prossimo che ci ha concesso un' ammirazione da non mettere a repentaglio. Molto meglio vestire i confortevoli panni dell' amico di tutti.
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Un altro tipo comune è il "credente estetizzante", ama in modo smodato la liturgia e le bellezze che una cultura anti-iconoclasta come quella cattolica ha stratificato nei millenni e ora mette a disposizione dell' umanità. Vede in questo patrimonio il veicolo privilegiato del messaggio cristiano: la Parola stessa non tollera di essere pronunciata se non con accenti altisonanti in modo da metterne chiaramente in luce il fulgore e il carattere soprannaturale. Tuttavia, per quanto la bellezza sia una componente imprescindibile della verità, la deriva estetizzante e profetica finisce un po' troppo spesso per trascurare le ragioni più immediate, quelle legate al comune buon senso (emarginato per la sua proverbiale prosaicità), quelle che più di altre sono in grado di metterci in relazione con l' Altro.
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A mezza strada tra il fideista, l' estetizzante e l' eticista si pone l' esistenzialista, costui sintetizza pregi e difetti dei primi due. Il ciellino-tipo potrebbe rientrare in questa categoria.
Completamente coinvolto in quello che fa, è capace di gesti generosi; si butta a testa bassa nell' esperienza di fede per viverla fino in fondo senza tralasciare nulla. Tutto cio' è cosa buona e giusta ma spesso ci si dimentica dell' altro (dell' infedele) e della sua diversa sensibilità.
L' "altro" resta spiazzato di fronte al fervore dell' "esistenzialista": com' è possibile tanta indemoniata energia nel cogitabondo mondo d' oggi? Comincia a sospettare una qualche forma di "integralismo", o di "settarismo", o di "lavaggio del cervello" e scappa tra l' ammirato e l' impaurito per tanta sicumera.
La posizione esistenzialista ha un difetto: pretende troppo. Ci si chiede di vivere come se Gesù fosse presente qui ed ora in questa stanza, non è affatto facile vivere così ogni giorno senza assumere qualche droga.
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Veniamo all' ultimo "tipo" di fedele: il colto ortodosso. Ebbene, in tutta sincerità penso che la ragione sia maltrattata anche da chi si rifugia nell' ortodossia del razionalismo tomistico. In questi casi la fede è ricavata da un freddo esercizio solipsistico condotto a tavolino, un gioco che lascia sempre più indifferente l' indifferente.
Costui si chiede: se la fede è un teorema, come mai tanti pareri diversi che provengono da teste tutte stimabili?
Non ricevendo risposta a questa domanda che ritiene centrale, l' "indifferente" va a fare shopping stabilendo il centro commerciale come sua nuova Chiesa.
Non si puo' parlare con efficacia all' infedele ricorrendo solo a concetti atemporali, neanche al più disponibile. Io non riesco a parlare neanche a me stesso con concetti del genere, molto meglio le analogie prese dal nostro mondo (e quindi temporali). Il tomista descrive perfettamente l' inferno ma chi lo ascolta immagina l' inferno come una realtà temporale e si scandalizza. E' normale che sia così.
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Vengo subito alla parte propositiva del post e introduco l' ultimo tipo di credente, il "probabilista", è quello che mi convince di più, non lo nego.
Per lui nel discorso sulla fede deve valere né più né meno quel che vale nel discorso sulla vita: ognuno di noi ha delle intuizioni da cui parte e che aggiorna via via a seconda delle informazioni che riceve vivendo. La fede cambia e fedi diverse sono giustificate purché si sappia che si progredisce convergendo: la convergenza degli onesti.
Ecco allora che ci formiamo delle opinioni su Dio nella stessa maniera in cui ci formiamo delle opinioni sul concerto che abbiamo ascoltato o sul campionato di calcio che seguiamo con passione. Utilizziamo le medesime abilità cognitive e siamo minacciati dalle medesime dissonanze.
In altri termini, la fede è un' espressione del nostro buon senso, basta scegliere le giuste analogie tratte dall' esperienza quotidiana per comprenderla e farla comprendere.
Il probabilismo è un razionalismo moderato e dialogante poiché rende conto del fatto che io e te possiamo essere entrambi persone ragionevoli anche mantenendo posizioni (al momento) differenti. I nostri "a priori", che dipendono dalle diverse esperienze da cui proveniamo, spiegano cio' che ci separa.
Dopo questo riconoscimento comincia un confronto e se c' è buona fede l' esito finale segnerà dei cambiamenti.
Tutto cio' è troppo ottimistico? Non direi, si è posta la condizione della "buona fede", non mi sembra una condizione da niente, anzi è una condizione molto difficile da realizzare.
Il probabilismo è il metodo che impiegano i commissari della squadra omicidi per restringere la cerchia dei colpevoli. Un metodo molto umano e comprensibile a tutti, di sicuro agli appassionati di film gialli oltre che agli appassionati di teologia naturale. Penso che il probabilismo sia il modo migliore di incamminarsi verso Dio, quatti quatti, come tanti ispettori Clouseau.
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Il probabilismo ha un pregio: consente di esplicitare cosa ci farà cambiare opinione.
E' un prerequisito importante per chi tiene all' onestà intellettuale. Esponendo dei fatti per noi rilevanti indirettamente ammettiamo che nuove scoperte intorno a quei fatti potrebbero costringerci a rivedere almeno in parte la nostra posizione.
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In epoca digitale gran parte dei discorsi sulla fede si intrattengono sul web con “amici virtuali”. Ora, la rete è una realtà meravigliosa ma proprio per l’ abbondanza dell’ offerta fomenta atteggiamenti superficiali (come concentrarsi sui duri esercizi Sufi quando ci arrovella il dubbio che gli esercizio ignaziani, a un click da noi, forse si attagliano meglio alla nostra personalità?). Anche per questo è bene che il progresso spirituale resti ancorato alle vie tradizionali incentrate sulle comunità designate dalla tradizione: famiglia, parrocchia, movimento. Tuttavia anche la rete puo’ dare un contributo al nostro progresso spirituale, il miglior modo per sfruttarla consiste nel confrontarsi apertamente con il “diverso” (una risorsa che la vita di “comunità” non offre), ecco allora che proporre il proprio messaggio secondo i dettami dell’ approccio “probabilistico” si dimostra una buona scelta: è un approccio dialogante, è imperniato sulla ragione scientifica, è aperto al confronto e facilmente comprensibile a tutti.
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Il probabilismo resta comunque avversato da molti, a volte con delle ragioni: come è possibile credere in modo sincero sulla base di probabilità e buon senso? Sarà sempre una fede tiepida.
E' avversato dai tomisti, per esempio, perché non fornisce una giustificazione completa alla fede.
E' vero, il probabilismo lascia aperto un gap. Ma forse lo si puo' colmare con un eccesso di fede consapevole, un' escrescenza irrazionale che ci renda dei credenti in piena regola. Un sovrappiù magari alimentato dall’ arte e da altri tesori di bellezza con cui la gloriosa tradizione cristiana ci fa entrare in contatto. Sarà nostra cura liberarci dall' "eccesso" una volta entrati in dialogo con l' infedele. [... nelle parole di Eric Falkenstein, vedi sotto,: If you estimate rationally, there is a sufficient probability (e.g., 73%) that Christianity is true, with this probability it makes sense to act as if Christianity has a 100% probability of being correct. This is because, in any strategy that takes persistence, once you make the choice to do it you should be “all in.”In the words of a famous short green deist, “Do, or do not, there is no try.”
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Questo "eccesso di fede" è forse l' irrazionalità che rientra dalla finestra dopo essere stata cacciata dalla porta?
La risposta è un “no” secco e un’ analogia chiarisce il perché: siete di fronte ad un bivio, ci sono 55 probabilità su cento che la strada di destra sia quella giusta. Il soggetto razionale opta per andare a destra. Una volta che si è deciso puo’ imboccare quella strada con un entusiasmo e un ottimismo che non sono giustificabili in termini razionali, ma questo che vuol dire? La scelta è stata operata razionalmente, vogliamo forse condannare l’ entusiasmo e l’ ottimismo che realizzano e rendono felice quella persona? Ovviamente no.
La “passione” non mi sembra un' anomalia così preoccupante, tutti noi, credenti e no, coltiviamo nella vita almeno un ambito in cui nutriamo una speranza che forse non è del tutto giustificata in termini razionali. In quell’ ambito siamo pronti a gettare il cuore oltre l' ostacolo.
Potrei esemplificare ricorrendo ai settori più disparati.
Chi si occupa di finanza lo sa e puo' dirlo numeri alla mano: il rischio dovrebbe avere un prezzo nei corsi di borsa ma così non è, evidentemente ci sono persone che s' "innamorano" di alcuni titoli per quanto rischiosi essi siano; credono in essi e sono addirittura disposti a pagare pur di addossarsi il rischio che comporta il loro possesso. La loro è una forma di fede in ambiti lontanissimi dalla fede religiosa.
Chi si occupa di cavalli lo sa e puo' dirlo: ci si innamora di un cavallo, si crede di riconoscere in lui cio' che gli altri - incompetenti!- non hanno saputo vedere e si fanno puntate irrazionali in omaggio a questa fede che realizza la nostra persona.
Chi si occupa d' innovazione puo' dirlo: l' innovatore non procede calcolando ma credendo in cio' che fa. Se calcolasse si sarebbe già trovato da tempo un impiego al catasto.
Ma soprattutto puo' dirlo e approvarlo chi si occupa di felicità: per essere felici dobbiamo sentirci coinvolti in una causa, abbracciarla completamente e crederci. A maggior ragione se questa causa è di ampio respiro, se la reputiamo importante e significativa in assoluto. In questo senso la fede è preferibile ai titoli di borsa e ai cavalli, anche se non manca chi si fa bastare quelli.
Anche la società umana nel suo complesso si giova della presenza di queste persone, sono un po' come delle avanguardie, dei ricercatori che battono con cura la via per chi verrà, magari anche attraverso un "appassionato" fallimento, perché no?
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Bene, impostato il problema in questi termini, come costruire un' apologia sensata anche per l' ateo ma che non faccia sconti sul rigore?
Io procederei in questo modo.
  1. Riserverei dapprima una risposta a chi liquida le pratiche religiose come "ridicole" o quanto meno irrazionali. Lasciamo perdere per un attimo i contenuti della fede e concentriamoci sulle mere pratiche. La teoria dei giochi ci dice chiaramente che riti, culti, cerimonie, sacramenti e tutto quanto ruota intorno al "sacro" produce un bene prezioso che i logici chiamano "conoscenza comune" o conoscenza profonda". Si tratta di un bene che consente di coordinare i comportamenti sociali e a volte di creare la comunità stessa. Questo beneficio prescinde dai contenuti del rito e deve quindi essere riconosciuto anche da colui che nega i contenuti della fede. In questo senso, chi liquida la religione come un fenomeno "ridicolo e irrazionale" adotta una posizione frettolosa che non considera il valore "performativo" che la credenza sviluppa in una comunità. 
  2. Dopo affronterei una preoccupazione che blocca molti credenti; constatare che tra gli scienziati e tra le persone colte in generale aumenti il numero degli atei puo' essere imbarazzante per il credente poiché la cosa corrobora l' ipotesi per cui "chi pensa non crede". Eppure ci sono parecchi elementi che consentono di eludere questa sconfortante conclusione.
    1. molti scienziati, più di quanti non si pensi, non crederanno nel Dio cattolico ma hanno comunque una loro vita spirituale (vedi il lavoro di Elaine Ecklund);
    2. poiché lo scientismo (solo la scienza "conosce") è un buon candidato per sostituire la religione, esisterebbe un conflitto di interessi nel momento in cui uno scienziato è interpellato in materia: gran parte del suo capitale umano è investito proprio nella conoscenza scientifica! Sarebbe come chiedere a un professore se l' "istruzione" serve, otterremo un autorevole parere ma "leggermente" viziato;
    3. per quanto l' "intensità" di fede sia difficile da misurare, sembra proprio che tra i fedeli aumenti all' aumentare della cultura (anche scientifica). Inoltre sembra proprio che, una volta tenuto conto dell’ effetto della ricchezza (e quindi dei sussidi all’ educazione) il nesso tra religiosità e intelligenza sia positivo.
    4. eliminando alcune domande ambigue su evoluzione e big bang ci accorgiamo che il legame cultura scientifica/fede cessa come d' incanto di essere negativo.
    5. difficile che facendo scienza si perda la fede, molto più facile che facendo scienza ci si converta. Ultimo caso quello del genetista Francis Collins che, dopo aver mappato il genoma umano, ebbe a dire: "ho scoperto il linguaggio di Dio" (vedi Francesco Agnoli: credenti perché scienziati).
    6. l’ uomo d’ ingegno è più attrezzato per allontanarsi dal “senso comune” e la credenza in Dio poggia molto sul senso comune. Se aggiungiamo quanto sia “sexy” presentarsi nella società contemporanea esibendo una propria originalità, capiamo bene la lusinga a cui molti intellettuali anche raffinati sono sottoposti. In questi casi la sostanza passa in secondo piano.
    7. l’ università – la casa dell’ intellettuale – è luogo di trasmissione del sapere ma anche luogo di competizione dove gli intellettuali si esibiscono mostrando i loro “muscoli”, ovvero le complicate teorie che sono in grado di escogitare. Anche per questo un pensiero basato sul senso comune – come quello religioso – non attira.
    8. meglio sempre ricordare che in questi casi l’ asimmetria che ci si presenta tra credenti e non credenti è molto meno accentuata di quel che appare, questo per il noto processo di falsificazione delle preferenze che si attua al fine di socializzare al meglio tra simili. I meccanismi di esclusione non sono diretti ma sono efficaci: non recensiamo il tuo libro perché sappiamo cosa t’ ispira nel tuo intimo.
    9. tra gli intellettuali l’ ateismo prevale ma tra gli intellettuali che si occupano di religione (filosofi della religione) non è affatto così. Lo specialista della religione è per lo più un credente.
    10. c’ è poi un’ osservazione che contiene sempre la sua verità: “poca scienza allontana da Dio, molta vi riconduce”. In merito il fisico Russel Stannard ha scritto un bel libro in cui contrappone il bambino all’ universitario, le aperture mentali del primo e le paurose chiusure a riccio del secondo. Anche per qusto Dio diventa una favola per bambini, perché sono rimasti i soli a sapersi stupire. Loro e i grandi geni del’ umanità
    11. un numero sproporzionato di scienziati non crede nel dio-creatore e rifiuta ogni forma di spiritualità; questo numero si assottiglia se prendiamo in considerazioni i cosmologi, ovvero coloro che più da vicino si interessano a materie che hanno una certa sovrapposizione con la teologia.
    Un altro imbarazzo coglie il credente quando si sente “psicologizzato”: la fede è la tua droga (Marx); credi perché sei un debole in cerca di sostegni (Nietzsche); credi perché hai bisogno di illuderti per tirare avanti (Freud).
    C’ è anche, per esempio, chi sostiene che chi crede lo fa essenzialmente per trovare una casa e una comunità in cui rifugiarsi.
    Visto che una componente psicologica è normale che ci sia, il credente spesso si sente “smascherato” da queste accuse. Ma sono accuse che potrebbero essere facilmente ribaltate su chi accusa: non credi per carenza di empatia!
    I meccanismi psicologici che conducono alla fede sono stati indagati a fondo e – è vero - conducono anche a molte illusioni ma – ci si dimentica di dire – conducono per lo più a verità (per esempio l’ esistenza di emozioni e desideri nelle persone con cui abbiamo a che fare). I meccanismi psicologici grazie a cui molti si orientano su posizioni atee ricevono molta meno intenzione. Quando li si indaga si scopre che spesso l’ ateismo è molto spesso facilitato da un deficit cognitivo: esiste infatti una correlazione forte tra autismo e ateismo, per esempio.
    Tutto cio’ non dimostra nulla sui casi singoli ma implica un consiglio pressante: non psicologizzare l’ avversario. Non farlo perché su quel versante ce n’ è per tutti, e per l’ ateo in particolare.
    Sarebbe meglio allora trascurare la psicologia e prendere sul serio – almeno in prima istanza - le parola di chi non la pensa come noi: se uno ci dice che crede lo fa perché crede, se uno ci dice che non crede lo fa perché non crede.
  3. Disinnescata così una possibile bomba, inquadrerei il problema della scelta religiosa nella più ampia cornice della scelta razionale (vedi Pascal). L' argomento della scommessa pascaliana puo' essere indebolito, lo sappiamo, ma non annullato, L' argomento, inoltre, funziona con probabilità infinitesimali mentre i punti seguenti provano che le probabilità a disposizione sono di un certo peso, al punto da rendere trascurabili le critiche all' argomento della scommessa.
  4. E' molto importante a questo punto enfatizzare le relazioni tra buon senso e dimensione soprannaturale. Dire che siamo almeno in parte persone libere e non predeterminate è un' affermazione di buon senso. Dire che viviamo in un mondo reale e non in un' allucinazione è un' affermazione di buon senso. Dire che anche tu hai una mente come la mia è un' affermazione di buon senso. Eppure si tratta di "credenze" pure.  Ecco, l' affermazione della credenza in dio ha uno statuto epistemico in tutto simile a quello delle affermazioni precedenti, non puo' essere definita assurda o bizzarra. Magari siamo esseri predeterminati, magari viviamo in un Matrix, magari tu sei un androide, magari dio non esiste... Magari ci sbagliamo ma cio' non significa che noi credenti siamo dei tipi bizzarri (vedi Plantinga).
  5. La filosofia che più si oppone alla fede religiosa è il naturalismo. Vale la pena di considerare l' implausibilità della filosofia naturalista, specie se chiamata a sostenere l' impresa scientifica (anche qui il filosofo di riferimento è Alvin Plantinga e il suo ben noto argomento).
  6. Poiché l' infinitamente piccolo ci parla di Dio, è il caso fare un un excursus in temi gravidi di conseguenze quali l' incompatibilità tra materialismo e fisica quantistica (Stephen Barr)
  7. Fate presente che l' uomo è una "macchina" costruita per credere. Ce ne si ricorda solo per mettere in luce gli svarioni che questa inclinazione ci fa prendere. Bisognerebbe ricordarsene anche quando si tratta di scegliere tra alternative problematiche: è più facile e razionale, in casi del genere, seguire le proprie predisposizioni naturali anziché ostacolarle! La "semplicità" è la nostra stella polare.  (Justin Barett)
  8. Offrite i misteri della matematica come indizio sulla plausibilità della prova teleologica. Eugene Wigner è forse l' autore che meglio collega le due cose nel suo testo The Unreasonable Effectiveness of Mathematics in the Natural Sciences.
  9. Anche l' infinitamente grande ci parla di Dio. In particolare viene riabilitata l' analogia dell' ororlogio. La cosa migliore è rifarsi al concetto di "fine tuning" sviscerato da di John Leslie con la sua secca alternativa: o Dio o molti mondi. Cosa vi sembra più ragionevole?
  10. Persino i processi evolutivi portano acqua al mulino del teismo. Le specie animali sono molto diverse tra loro, eppure l' occhio è qualcosa in che hanno in comune e funziona bene o male in modo sempre uguale. Evidentemente le pressioni di un ambiente condiviso pesano sugli esiti finali, in altri termini, esiste una certa "convergenza evolutiva". Se fosse così l' esistenza dell' uomo non sarebbe del tutto casuale. Non è affatto detto che "riavvolgendo il nastro della vita" rivedremmo un film tanto diverso. Dove c' è vita, c' è umanità (altri pianeti compresi). Il fenomeno della convergenza evolutiva è stato indagato a fondo dal paleontologo Simon Conway Morris.
  11. Argomentate con la prova cosmologica di Swinburne: se le cose hanno un inizio allora è più semplice ipotizzare un essere onnipotente che non una catena causale infinita e costruita in modo complicatissimo da descrivere.
  12. Proseguire con Lane e il suo argomento di Kahlam: un universo che esiste da sempre (ipotesi alternativa all' universo creato) sarebbe contrario al buon senso e pieno di paradossi.
  13. La logica pura la lascerei in fondo, non vale la pena di introdurre le dimostrazioni astratte dell' esistenza divina; forse il fatto più rilevante è che ingegni sopraffini quali  Leibniz e Godel si siano convinti alla fede attraverso questa via.
  14. C' è poi l' argomento etico: per quanto le affermazioni dostoveiskiane siano fin troppo altisonanti, resta difendibile la tesi secondo cui al comando etico serve una base religiosa. Se dico "tutti gli uomini sono uguali" (e la gran parte dei precetti sono di questo tenore) distinguo nettamente il concetto di "uomo" da quello che designa le altre creature; ebbene, la scienza, tanto per dire, non è in grado di produrre questa distinzione, occorre una filosofia trascendentale e la filosofia religiosa è la prima a nostra disposizione. In aggiunta è fruttuosa la consultazione di auitori come A. E. Taylor e Robert Adams nella cui opera risaltano bene i vantaggi dell’ obbligazione etica quando deriva da un comando divino. Se questo fosse vero è chiaro che tutto cio’ costituisce un indizio dell’ esistenza di Dio.
  15. L'argomento etico non è molto forte poiché i principi fondamentali dell'etica cristiana sono percepiti come validi da chiunque, anche dall'ateo. Ma questo, come divevo più sopra, costituisce comunque un indizio dell'autenticità del messaggio cristiano (un Dio non avrebbe potuto parlare altrimenti). D'altra parte la cosa ha un peso anche e soprattutto sulla scelta di fede: se anche un ateo si sente in dovere di sottoporsi a certi principi, il cristiano ha una ragione in più. Oltretutto noi sappiamo che condurre una vita retta è il modo migliore per realizzarsi ed essere felici. Ebbene, il cristiano anche qui ha un motivo in più per farlo poiché comportandosi in tal modo onora il suo Dio.
  16. Accennerei infine a due principi, entrambi di buon senso ed espressi originariamente ancora dal filosofo analitico Richard Swinburne:
    1. Principio di Credulità - data l'assenza di un qualsiasi motivo per non credere, si dovrebbe accettare quello che sembra essere vero (ad esempio, se si vede qualcuno che cammina sull'acqua, si deve credere che stia accadendo)
    2. Principio di Testimonianza - data l'assenza di qualsiasi motivo di non credere loro, si dovrebbe accettare il fatto che testimoni oculari o credenti stiano dicendo la verità quando testimoniano di esperienze religiose.
    Continua.
  17. Chiuderei ricordando il mio intento (che a questo punto qualcuno potrebbe aver dimenticato): raccogliere qualche indizio concreto sull' esistenza di dio operando all' interno di una cornice nella quale un indizio infinitesimale potrebbe già essere sufficiente a dettare la scelta di fede come scelta razionale.
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Bene, giunti in fondo puo' darsi che nessuno dei quindici punti sia convincente. Poco male perché ha senso solo la forza dell' insieme e questa forza un piccolo effetto dovrebbe comunque averlo su un interlocutore onestamente appassionato alla verità.
L' approccio probabilistico mi piace proprio per questa sua caratteristica: è scettico sulla prova regina e fiducioso sull' effetto cumulo, un effetto che agisce in un contesto di scommessa pascaliana e richiede comunque un supplemento di fede che io non definirei "irrazionale" bensì appassionata".
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Giunti a questo punto si potrebbero introdurre e discutere le verità del credo niceano: Gesù, la Trinità eccetera. Ma lo farei solo con chi è disposto a considerare la forza dei quindici  punti nel loro complesso, ovvero con chi è disposto a prendere sul serio l' ipotesi teista. Fare il secondo passo senza aver fatto il primo causa formidabili capitomboli: torneranno ben presto a ridere di voi.
AGGIUNTE POSTUME
AGGIUNTA 1: Essere cattolici significa entrare in un gruppo poco selettivo (la Chiesa Cattolico espelle molto poco), il che presenta almeno due inconvenienti:
1) Il comportamento dei "peggiori" crea stereotipi che finisci per pagare anche tu. Esempio: siccome molti cattolici sono moralisti, anche tu, nel momento in cui ti professi cattolico, vieni considerato un moralista.
2) Sei portato a difendere quello che dice il tuo compagno cattolico, anche quando spara cazzate. Insomma, il "group thinking" fa perdere una certa indipendenza di giudizio.
Il primo inconveniente è superabile: paghi le esternalità negative (vedi esempio sopra) ma incassi le esternalità positive.
Il secondo inconveniente è più grave ma si puo' superare grazie all' adesione ai movimenti (che andrebbero quindi incoraggiati). Esempio di dinamica tipica: "io non sono semplicemente un cattolico, bensì un ciellino". E qui non ci si lasci ingannare dal concetto ambiguo di deriva identitaria.
AGGIUNTA 2:
Molti atei obbiettano: se l' universo fosse una creazione divina NON sarebbe ricolma di "sprechi" come in effetti è. Perché mai, per esempio, far nascere i dinosauri per poi annichilirli?
Ho letto questa argomentazione nell' ultimo libro di Chicco Testa dove il manager si spinge a porsi domande esistenziali di ampio respiro.
Sul punto faccio due osservazioni.
L' obiezione ha una sua forza ma, tutti, e in particolare l' ateo davvero sensibile allo "spreco", ovvero all' "inutile che si verifica", dovrebbe vivere con particolare imbarazzo il fatto che l' universo che ci ospita consenta la vita quando un' infinità di alternative possibili non l' avrebbero mai permessa. Una forma di economia difficilmente spiegabile ricorrendo al caso.
Detto questo, puo' anche darsi che eventi come quello dei dinosauri non siano uno spreco puro. Tutto cio' che desta lo stupore e la curiosità dell' uomo fa parte di una creazione ben fatta poiché è proprio grazie a questa facoltà che l' uomo arriva a Dio. In sintesi, Dio, per forza di cose, sceglie di dar vita all' unico universo che possa ospitare l' uomo, tuttavia noi ci aspettiamo che all' interno di quel progetto necessario non disdegni una forma di varietà "stupefacente" affinché lo stupore della sua creatura prediletta sia sempre sollecitato.
AGGIUNTA 3:
Oggi la maggioranza dei credenti evita  di puntellare la propria fede con la ragione, al più la si utilizza per respingere gli attacchi razionalisti. Eppure la Tradizione ha da sempre messo a disposizione del dubbioso argomenti razionali a supporto, da un certo punto in poi attingere al deposito della cosiddetta teologia naturale è diventato un atto caduto in discredito. la teologia naturale cerca di ricavare da cio' che vediamo qualche notizia su cio' che non vediamo e non potremo mai vedere. Nella storia del pensiero spiccano due nomi che potrei indicare come maggiori responsabili dell'atteggiamento generale oggi prevalente quando si valuta il rapporto fede/ragione: Hume e Kant, hai detto poco. La loro critica alla logica induttiva, ovvero alla possibilità di passare da una conoscenza delle cose sensibili alla conoscenza delle cose incondizionate e inosservabili, è stata devastante. Eppure oggi sappiamo che quella critica non poggiasse su argomenti particolarmente solidi e utilizzava altresì un concetto di "conoscenza" che escludeva quella probabilistica, ovvero l'unico genere di conoscenza oggi accettato nel processo bayesiano. Del resto la scienza ha cominciato proprio nel XIX secolo a costruire le sue teorie postulando la presenza probabilista di oggetti inosservabili, peccato perché se i due avessero assistito a questa evoluzione di una disciplina che ammiravano molto probabilmente avrebbero rivisitato i loro testi.
AGGIUNTA 4:
Ci sono dei criteri sulla base dei quali la persona razionale sceglie la teoria da privilegiare:
  1. capacità di predizione
  2. capacità di spiegare i dati già in nostro possesso
  3. semplicità.
La teoria di Dio è una Teoria del Tutto che va confrontata con le altre teorie concorrenti (universi infiniti, salto quantico, stringhe...) sulle quali si impone soprattutto per la sua semplicità e la sua economia. Quanto ai primi due punti, non sono molto utili. Le teorie del tutto che consideriamo in genere sono sempre compatibili con le scienze tradizionali cosicché la loro capacità di predizione e di spiegazione coincide con quelle della scienza stessa.

AGGIUNTA 5
La posizione di molti consiste nel considerare insensate le domande della fede: la ragione non ha presa su queste questioni, conta solo l'istinto. Due possibili risposte:

  1. La prima rivolta ai teorici, e rinvio a quanto sopra circa l'obiezione di Kant e Hume.
  2. La seconda rivolta ai pragmatici: questa posizione assomiglia a quella dei fondamentalisti, e lo si capisce subito quando si considera che se la ragione non ha un ruolo allora non si puo' discutere, conta solo la forza. Solo la ragione, infatti, consente la discussione e la negoziabilità di taluni valori.
AGGIUNTA 6
Ipotesi scientifiche alternative all'ipotesi teista:
  1. Ipotesi Feynman: esistono infiniti universi, cosicché il fatto che esista anche il nostro non è un caso straordinario e inspiegabile.
  2. Ipotesi Tegmark: l' universo è un'entità matematica (e quindi eterna). La matematica non descrive l'universo, la matematica è l'universo.
  3. Ipotesi Smolin: la legge dell'evoluzione si applica anche alle leggi della fisica, cosicché le attuali leggi sono solo un pacchetto tra i tanti possibili.
  4. Ipotesi Hawking: l'universo origina da un salto quantico, è quindi una fenomeno casuale.
  5. Ipotesi Einstein: ovvero ipotesi panteistica: l'universo possiede un'anima di cui noi siamo parte.
  6. Ipotesi Nietzsche: (padre dei relativisti): l'universo è un prodotto della mente dei "superuomini" che lo ha costruito così e avrebbe potuto costruirlo diversamente.
continua.

AGGIUNTA 6 BIS stephen hawking e il salto quantistico:  secondo i critici, Hawking non spiegherebbe come possa esistere una legge di gravità senza gravi, così come non spiega come sia concepibile una legge di meccanica quantistica che preceda l'universo dato che in realtà lo presuppone. Il modo migliore di uscire da questea impasse consiste nel postulare molti mondi, il nostro sarebbe un effetto di questo continuo fiorire di mondi. Non a caso H. ha più volte simpatizzato con l'ipotesi many worlds. Senonché ricadiamo nelle ipotesi meramente speculative, oltreché più complicate (postula l'esistenza di una moltitudine di oggetti inosservabili) rispetto a quella teista.

AGGIUNTA 6 TER Per molto tempo non si sono conosciuti esattamente gli orientamenti religiosi di una mente eccelsa come quella di Stephen Hawking (SH), anche se nel suo best seller sui buchi neri utilizzava un'espressione come "mente di Dio" che mandava in sollucchero molti credenti.

Tuttavia, l'ateismo dello scienziato è andato via via delineandosi fino a fissarsi in un libro specificatamente dedicato alla faccenda in cui le conclusioni suonavano perentorie: non è necessario nessun dio per spiegare l'origine dell'universo, bastano le leggi scientifiche che già conosciamo.

Per SH l'universo ha un'origine spontanea che possiamo inferire dalle leggi della meccanica quantistica (MQ), in particolare dal cosiddetto "salto quantico".

In effetti, nel resoconto della MQ, senza entrare in particolari in cui mi perderei, taluni fenomeni si presentano in forma "incausata" (non hanno cioè una causa materiale). E allora il gioco è fatto, l'origine del mondo potrebbe essere spiegata sulla falsariga di questi eventi.

Detto in altri termini: per SH l'universo non ha una causa materiale ma questo semplice fatto non spiazza in alcun modo lo scienziato/scientista poiché con roba del genere costui traffica tutti i giorni quando osserva il "micromondo" delle particelle subatomiche.

Inoltre, l'intuito che ci serve per afferrare l'ipotesi di SH è ulteriormente aiutato dal fatto che prima di espandersi  l'universo aveva dimensioni minime, assomigliava molto cioè proprio a una di quelle particelle subatomiche per cui valgono le leggi quantistiche di cui sopra.
 LORENZO_QUIN_force_of_nature-3
(madre natura scolpita da Lorenzo Quinn)

La "soluzione H." ha una caratteristica del tutto innocente che si rivela però un punto debole se pensiamo agli intenti non del tutto innocenti del suo ideatore: implica cioè che le leggi della MQ debbano esistere prima dei corpi a cui si applicano. E' per forza così visto che si ipotizza un universo che viene ad esistenza proprio in seguito all'azione di una di quelle leggi.

Dobbiamo immaginarci una MQ senza quanti. Un po' come immaginare una legge di gravità senza gravi. Per molti non è facile.

Fortunatamente nella storia del pensiero uno sforzo immaginativo di questo genere è giù stato fatto e se oggi l'operazione non ha per noi più segreti lo dobbiamo al sommo Platone: vi ricordate la teoria delle idee platoniche? Basta allora chiudere il cerchio convertendosi al platonismo, ovvero ad una filosofia che riconosce realtà metafisica alle idee: a quel punto non avremmo più problemi a concepire le leggi della MQ come aventi una realtà loro propria (nell'iperuranio) che prescinde dal mondo a cui si applicano.

Ma un SH platonista non ce lo vedo, innanzitutto perché si perdono in questo modo tutti i vantaggi che la sua ipotesi poteva vantare rispetto all'ipotesi teista, ovvero il fatto di non implicare oggetti metafisici.

In secondo luogo perché in questo senso è anche peggio dell'ipotesi teista: se esiste una realtà metafisica delle leggi quantistiche, perché mai  non dovrebbe esistere una realtà metafisica della legge di gravità? E via dicendo. Insomma, mentre al teista basta postulare la realtà metafisica di un oggetto solo: Dio, SH dovrebbe postulare una serie numerosa di realtà metafisiche complicando ulteriormente la sua ipotesi, che a questo punto, come tutte le idee inutilmente contorte, perderebbe in plausibilità.

AGGIUNTA 7

Illusione. per molti atei la religione non è altro che un'illusione di cui abbiamo bisogno in talune circostanze, tanto è vero che vi ricorriamo nel bisogno. Per respingere questa considerazione ricorro all'analogia dell'acqua. Non vivremmo su questo pianeta se questo pianeta non fosse tanto ricco d'acqua. Per noi l'acqua è essenziale. Basterebbe analizzare questo elemento per capire come sia imprescindibile per il buon funzionamento della fisiologia umana. Ma la maggior parte di noi non constata la dipendenza dall'acqua in questo modo, se ne accorge piuttosto quando ha sete. Allora sì che capiamo l'importanza dell'acqua? Non potremmo mai farne a meno. Nessuno si sognerebbe di sospettare che siccome la scoperta di questa "dipendenza" deriva da un bisogno, allora la "dipendenza" in questione è di natura illusoria. Eppure quando si discute della fede religiosa un simile sospetto viene sistematicamente avanzato. Analizzando freddamente il concetto di Dio giungiamo a pronosticare la sua esistenza e la sua importanza per l'uomo. Ma la maggior parte delle persone non giunge a simili conclusioni per questa via. Sente piuttosto la presenza divina e il bisogno di ancorarsi ad essa in punto di morte, oppure ad una svolta cruciale della sua esistenza. Tuttavia, come per l'acqua di cui sopra, cio' non implica affatto che il concetto di Dio sia illusorio. Dio e la dipendenza che l'uomo ha nei suoi confronti potrebbe essere reale, esattamente come lo è l'acqua e la dipendenza del nostro organismo nei suoi confronti.

AGGIUNTA 8

Come convertirsi. Vi conosco bene voi "acculturati", pensate che la religione non sia fatta per voi e che la cosa debba finire lì. Non vi interessa che al mondo esistano ancora dei devoti, facciano pure, meglio per loro, purché vi lascino in pace. Oggigiorno le persone "smart" non perdono tempo in questo genere di occupazioni. In fondo nessuno dei professori che ammirate è religioso, e men che meno gli intellettuali arguti che leggete sulla terza pagina dei quotidiani. Ogni volta che l'argomento entra in una circolo per sbaglio  viene dismesso con una sapida battuta e subito dopo lo "spirito dei tempi" ricomincia a fare il suo corso tranquillizzandovi. Vorreste prendere sul serio la religione ma intimamente pensate che sia solo colpa sua se non si fa prendere troppo sul serio. Non prendete neanche in considerazione che sia una certa pigrizia intellettuale a tenervi a distanza. Voi pigri intellettualmente? Voi che pensate da mane a sera ogni giorno che dio manda in terra? Eppure, purtroppo, prendere sul serio la religione implica un lavoro faticoso. Se per rompere il ghiaccio aspettate un'esperienza straordinaria vi state solo prendendo in giro, probabilmente per voi non esisterà mai nessuna "Damasco". Non si andrà mai a fondo della questione religiosa stando su una panchina a contemplare il tramonto o le bellezze della natura. La cosa, almeno nel vostro caso, richiede invece uno sforzo intellettuale almeno pari a quello che occorre per guadagnarsi una laurea. Il modo migliore per cominciare consiste nel leggere libri di cosmologia. Incontrerete un universo che  non solo è molto più strano di quel che pensavate ma è anche molto più improbabile di quel che avreste mai osato immaginare, e noi non siamo neanche vicini a cogliere i suoi misteri. Queste letture scientifiche non faranno di voi delle persone religiose ma - forse - scuoteranno il vostro dogmatismo ateo, il che è un buon inizio. Il passo successivo consiste nel procurarsi la compagnia di uomini religiosi, tra essi incontrerete persone la cui intelligenza critica non è meno impressionante di quella del vostro amato professore o dell'editorialista di grido. Costoro hanno imparato a riconciliare fede e ragione ma soprattutto hanno imparato a conoscere la realtà mondana in un modo diverso, più completo senza essere meno rigoroso, in un modo che non coinvolge solo l'intelligenza e realizza appiena l'uomo che apprende.


Charles Murray: Advice for a Happy Life

AGGIUNTA 9 Rupert Sheldrake ci introduce ai dogmi della scienza
  • Oggi la scienza gode di grande prestigio ma sin dal 1920 sono emersi problemi che rendono difficile un sistema coerente di conoscenze, forse perchè si vuole a tutti i costi conservare un set di assunzioni (consolidati in dogmi) che hanno tenuto bene in precedenza...
  • Dogmi :
  • 1)tutto è meccanico, anche l'uomo è un robottone
  • 2) la coscienza nn esiste, anche nell'uomo è mera illusione
  • 3) nulla si crea: la quantità di materia è sempre la stessa
  • 4) le leggi fisiche sono immutabili
  • 5) l'universo nn ha uno scopo
  • 6) l'ereditá biologica tra genitori e figli è interamente biologica
  • 7) la mente è nel cervello, ovvero dentro le ns teste
  • 8) la memoria degli uomini è nelle loro teste e sparisce quando spariscono quelle
  • 9) la telepatia è illusoria
  • 10) solo la medicina tradizionale funziona
  • Molti scienziati nn sono nemmeno consapevoli dell'assunzione materialista. Per loro si tratta semplicemente del punto di vista della scienza...
  • In qs libro i 10 assunti vengono messi in questione...
  • La crisi del materialismo: 200 anni fa ci fu promesso che alcune incongruenze della scienza sarebbero state alla fine risolte. Per esempio il caso della coscienza, si pensava di poter dimostrare la sua derivazione dal cervello...
  • Oggi,a decenni di distanza, il problema del dualismo resta irrisolto. L'"illusione" della coscienza continua ad illudere, specie se nn si crede fermamente nel dogma materialista...
  • Anche se sappiamo cosa succede nel ns cervello quando osserviamo il rosso, nulla ci può essere detto in cosa consista l'esperienza del rosso...
  • Poichè problemi del genere si trascinano da troppo tempo possiamo ben dire che le quotazioni del materialismo sono in calo...
  • La fisica sembra portare un colpo ulteriore al fisicalismo: 1) la meccanica quantistica sancisce l'indeterminazione degli eventi 2) le teorie del tutto appaiono oggetti misteriosi e nn sono cmq testabili 3) la materia conosciuta è il 4% di quella complessiva, la restante è "materia nera" 4) i tentativi di aggirare il fine tuning sono goffi (violano platealmente il rasoio di Occam) e incompleti (nn escludono comunque l'ipotesi divina)
continua

AGGIUNTA 10 Quando scelgo di caldeggiare una certa dottrina economica mi comporto esattamente come quando devo scegliere il dio in cui credere.

Soppeso l'evidenza e le ragioni che stanno dietro le varie ipotesi per poi selezionare la più probabile.

Si chiama "scelta razionale", e non nego in essa giochino un certo ruolo anche aspetti soggettivi. La razionalità non esclude affatto la soggettività, basterebbe avere in mente la natura della probabilità per capirlo.

Nella seconda fase metto da parte la ragione per far entrare in campo la fede, a questo punto comincio a credere sul serio nella bontà della mia scelta.

Domanda: ma perché la fede dovrebbe avere un ruolo in tutto questo, non basterebbe limitarsi a "scegliere" senza tirarla in ballo?

No, per almeno due motivi.

Innanzitutto per un motivo privato: è più piacevole credere che avere dubbi, specie quando l'atto di dubitare non è una mera finzione intellettuale. I dubbi, se autentici, sono fonte di ansia, di inquietudine, di angoscia. La credenza è una roccia su cui si costruisce meglio.

Poi per motivi pubblici. Avete presente quel fenomeno psicologico che va sotto il nome di "growth mindset"? Gli psicologi hanno notato che chi è fatalista è anche più pigro di chi non lo è, e questo indipendentemente dal fatto che il mondo sia determinato. Credere a qualcosa ti rende più attivo ed energico, ti fa adempiere meglio al tuo compito e quando sei inserto in una comunità questo fatto si riverbera a beneficio di tutti. Certo, magari il "tuo compito" è sbagliato e "adempierlo al meglio" amplifica i danni, ma qui torniamo al calcolo razionale di cui sopra. 

Questo elogio della fede non deve nasconderne i pericoli: le verifiche razionali vanno fatte periodicamente e questa operazione pio' essere resa difficile da chi si rilassa troppo.



p.s. chi notasse il parallelo tra economia e religione potrebbe ritenere che io supporti l'idea per cui l'economia non sia una scienza. Non è detto che le cose stiano in questi termini, potrei invece supportare l'idea che nella scelta di fede la mentalità scientifica pesi parecchio.

AGGIUNTA 11 Don Giussani e la verifica. Alla fine cosa cerchiamo tutti? La felicità. Qual è la ricetta?

In molti l'hanno studiata, uno studio difficile, ambiguo, sfuggente. Per fortuna c'è una consolazione: in fondo sappiamo riconoscere con buona approssimazione quando siamo felici, e non è nemmeno poi così difficile riconoscere una persona felice. Forse che il mistero sia sopravvalutato?

Infatti, noi sappiamo molto sulla felicità, senonché le conclusioni di chi approfondisce sono imbarazzanti:

  • la felicità è saldamente legata al possesso di solidi valori sentiti come reali,
  • chi è sinceramente appassionato alla verità ben difficilmente sente di possederla in modo stabile e definitivo.
A nessuno sfugge il cortocircuito: l'appassionato ricercatore della verità non ha i requisiti per essere felice e la persona onestamente felice è nelle condizioni ideali per cessare di esserlo.

Sarà per questo che psicologi e compagnia bella sono restii a fornire ricette, neanche dopo aver speso una vita nel tentativo di scovarla. Sanno tutto sulla felicità ma mica si puo' presentare l'autoinganno come la soluzione dei nostri problemi.

I due punti di cui sopra ci pongono una contraddizione logica che però possiamo risolvere. Con la bacchetta magica? No, con il "tempo": noi non viviamo su un piano cartesiano ma nel tempo, il tempo ha la virtù di sciogliere le contraddizioni: una palla non puo' essere sia rossa che verde, sarebbe contraddittorio. Tuttavia, puo' essere prima rossa e poi verde. E' del tutto normale.

Cerchiamo allora i nostri valori, teniamoceli stretti, viviamoli fino in fondo credendoci. Poi andiamo serenamente incontro alla crisi, alla verifica razionale degli stessi, magari ad una dolorosa "ristrutturazione". Infine ricominciamo il ciclo.

La felicità non è una condizione permanente ma un onda che ci prende di volta in volta e ci solleva. Sistemiamo con cura il territorio intorno a noi per non perderci neanche un'onda, la vita ne riserva parecchie. 

ADD12. Science and Christianity in Pulpit and Pew di Ronald L. Numbers
  • scienza e religione. la versione classica del rapporto: white e draper: conflitto perenne. job roberts: l idea che nn muore mai.
  • da galileo a scopes...
  • ma qual è la natura del contendere. del resto si sa che molti religiosi si sono dedicati allo studio della natura.
  • lindberg: nel medioevo i r. erano i più ardenti supporter della filosofia naturale.
  • heilbron: tra il 1300 e il 1700 l istituzione che più massicciamente ha finanziato l astronomia è stata la CC.
  • whithead: la religione (in particolare il puritanesimo) con la sua idea di natura ordinata ha contribuito all emersione della scienza. minimizzato il ruolo dei greci e dei mussulmani medievali.
  • stark: la teologia cristiana è essenziale x la scienza.
  • brooke: tesi della complessità. la storia è troppo caotica su qs punto. a volte r. ha favorito s. altre volte l ha ostacolata. una visione che nn prestandosi a molte polemiche ha avuto poca firtuna...
  • evoluzionismo. moore: paradosso: solo una teologia ortodossa può digerire darwin...
  • hull: i primi studiosi dell evoluzionismo erano tutti atei...
  • roberts: alcune confessioni protestanti americane rigettano l e. ritenendolo onconciliabile con alcune teorie. ma l eterogeneitá di qs confessione implica atteggiamenti divrrsi...
  • anche tra i cattolici c è eterogeneità. mentre il vaticano accetta la civiltá cattolica è inquieta...
  • glick: è il centralismo che salva i cattolici dalla condanna di e.
  • livingstone: persino tra i calvinisti scorgiamo atteggiamenti antitetici rispetto all evoluzione...
  • spesso l avversione a e. nn è dottrinaria ma legata agli attacchi atei subiti dai religiosi. il caso dei calvinisti di belfast è clamoroso: in un discorso l e. tyndell auspicava la sparizione di tutto il pensiero credente. altrove i rapporti sono stati cordiali. le circostanze locali sembrano contare più della dottrina vera e propria...
  • livingstone: ogni religione ne contiene dieci. basta parlare di s. e r. in astratto. nn ha senso.
  • la ricezione di darwin deve essere studiata a livello più locale...
  • hull: nessuno ha mai trovato correlazione tra ricezione del darwinismo e qualche altra caratteristica della società studiata...
  • il darwinismo significa cose diverse in paesi diversi ma varia anche nel paese stesso.
  • marxisti: l accettazione di darwin è legata alla classe di appartenenza. le evidenze sulla classe media nn confermano: ci sono forti variazioni intraclassiste. gli operai sembrano poi disinteressati a darwin e alla scienza in generale. meglio puntare sulla psicologia che sulla classe...
  • sulloway: è più probabile che siano i figli minori a supportare d. il discrimine è nella famiglia e non tra le famiglie....
  • moran: la ricezione in base alla razza...
  • genere: le femministe hanno sempre avuto probleni con d. maxsoprattutto le chiese in cui le profetesse giocano un ruolo chiave...
  • studiare la scienza senza postulare dio? un metodo comune anche tra i religiosi...
  • il linguaggio neutro godless della scienza è un segno di secolarizzazione? no. molti scienziati credenti lo adottano senza xdere la fede
continua

ADD13   Is There a God? di Richard Swinburne
  • Definizione di Dio. Dio essere personale: dotato di intenzioni, scopi e credenze
  • Dio come essere dai poteri infiniti: onnipotente eterno senza corpo onnipresente creatore di tutto perfettamente buono onnisciente incondizionato (perfettamente libero). Tuttavia n agisce in modo insensato (contro logica) e nn x' nn possa ma x' sarebbe insensato. Allo stesso modo n può conoscere ciò che nn si può conoscere, x es. cosa farà un uomo libero
  • dio ha tutte qs caratteristiche. notare che sono tutte essenziali. ma possiede anche la divinità? xchè postularlo quando si può inferire?
  • morale: alcuni principi sono x tutti ma alcune accessibili solo ai fedeli. servono a realizzarsi e a coordinarsi
  • Xxxxx
  • 2 spighe: 1 inanimata 2 intenzionale.
  • inanimata: poteri e proprietà.
  • intenzionale: credenze scopi intenzioni.
  • il fisico si concentra su 1 il detective su 2.
  • spiegazione prob. spiegazione piena (necessità) spiegazione completa (che implica fondamenti o cause prime).
  • cosa fa preferire una teoria? 1 se concorda coi fatti 2 se è semplice 3 se si armonizza con il background conoscitivo 4 se nn ci sono alternative valide.
  • la semplicità è il criterio guida tra teorie che spiegano. vedi galileo e copernico.
  • ockham: nn postulare più oggetti di quelli che abbisognano x spiegare. ok ma dipende da come intendi il bisogno. una spiegazione completa ha bisogni differenti da una spiegazione condizionata..
  • la capacità predittiva testa il criterio 1
  • osservabilità: così come certi fenomeni necessitano di postulare entità inosservabili (quark pianeti...) così altri fenomeni richiedono l esistenza di persone inosservabili
  • Xxx
  • spiegazioni complete 1 materialismo: si arretra nella catena causale fino alle cause prime che si postulano di natura materiale.
  • 2 umanesimo: si arretra nella catena causale fino alle cause prime senza postulare alcunchè sulla sua natura...
  • 3 personalismo: si compie la medesima operazione postulando che la causa prima sia xsonale. il teismo appartiene a qs famiglia...
  • valutare i tre approcci secondo i criteri di cui al cap precedente...
  • tesi: tutti i criteri classici sono inservibili tranne quello della semplicità. sulla base del criterio sopravvissuto l ipotesi teista è da preferire...
  • imho: il criterio della background knowledge spiega opzioni differenti...
  • materialismo: si arretra verso la particella fondamentale: atomo elettrone quark. se l universo è infinito si arretra all infinito postulando una serie infinita di oggetti inosservabili. nota che gli oggetti rilevanti da postulare sono specifici altrimenti bisognerebbe spiegare la regolarità dei comportamenti.
  • il materialismo è costretto a postulare formidabili coincidenze. ovvero la presenza di elemento diversi in un particolare stato in un particolare momento. in qs senso è un ipotesi complicata.
  • il teismo postula un unica causa. in qs senso è più semplice del politeismo...
  • il concetto di infinito è molto semplice. porre dei limiti è molto più complicato.
  • il dio strettamente necessario x creare il mondo sarebbe una xsona molto più difficile da descrivere rispetto al dio infinito. io stesso sono molto più difficile da definire rispetto a dio
  • Xxx
  • la spiegazione materialista è complicata e nemmeno spiega xchè le proprietà degli oggetti si mantengono nel tempo. insomma, perchè il mondo è ordinato?
  • l ipotesi teista offre una spiegazione ragionevole: la creazione di una xsona intelligente è ordinato. inoltre dio essendo infinitamente buono nn vuole rendere il mondo comprensibile alla sua creatura...
  • william paley: vedere un ordine nel mondo nn significa che è stato fatto in un istante e nn in un processo. in questo senso la creazione è compatibile con l'evoluzione.
  • la spiegazione darwiniana è completa ma nn ultimativa: xchè esistono certe leggi e nn altre?
  • il fine tuning. dio o il caso? ricorrere alla coincidenza nn è mai una spiegazione forte...
  • obiezione: tu nn puoi che xcepire un mondo ordinato quindi il fatto che ti appaia tale non esprime alcuna coincidenza..
  • confutazione x analogia: joe viene rapito e lo si tortura con la roulette russa (99 proiettili in un caricatore da 100). si spara ma nn parte nessun colpo. joe: nn posso credere alla coincidenza lo avete fatto x spaventarmi. torturatore: dubbio assurdo: nn è una coincidenza il fatto che sei tra noi: solo essendoci puoi formulare la tua ipotesi. è chiaro che l assunto del torturatore è fallace.
  • controanalogia. perchè nn consideriamo le leggi scientifiche un puro arbitrio dettato da una coincidenza visto che sono ricavate da un esperienza estremamente limitata e x di più percepita nel modo estremamente specifico tipico degli uomini? risposta: semplice, xchè uno lavora con i dati che ha.
  • morale: il teista nn spiega ciò che xcepisce ma ciò che è. il mondo ordinato e nn la sua xcezione del mondo ordinato  richiede una spiega
  • imho: nota la differenza con l argomento di plantinga contro l evoluzione. in quel caso la teoria contestata prevede esplicitamente che nn siamo fatti x la verità bensì x adattarci all ambiente.
  • l evoluzione nn è uno spreco? no. 1 l uomo ha bisogno di un ambiente 2 nn esiste solo l uomo: il mio cane nn è uno spreco. del resto qs è il punto di vista della scienza....
  • universo infinito. bisogna spiegare xchè dura. xchè le leggi sono costanti. xchè ad un certo punto emerge l uomo. il paradosso di khalem. troppi problemi.
  • multiverso. se i molti universi sono simili nulla di nuovo. le teorie inflattive ipotizzano un gruppo di universi simili di qs tipo.
  • ma se i molti universi sono differenti nn possiamo più parlare di coincidenza x la presenza umana. un miltiverso di qs tipo è molto complicato. vale la pena di postularlo in assenza di indizi seri? no.
  • l ipotesi teista resta la più semplice e spiega xchè la scienza spiega
  • Xxx
  • tesi: l anima esiste e il dualismo è il miglior modo x documentarla.
  • l anima conferisce identità
  • i monisti materialisti sono in grado di rendere conto dell identità? no.
  • dimostrazione col trapianto dei cervelli: prendi i miei due emisferi e trapiantali in due crani vuoti. chi sono io? boh. ecco dimostrato che anche sapere tutto sui cervelli nn ci assicura di conoscere l identità. l io ha qualcosa in più che la sua materialità. chiamo qs qualcosa in più anima...
  • altro esperimento: il chirurgo pazzo trapianta i miei due emisferi in a e b dicendomi prima che a avrà una vita piacevole e b solo sofferenze. poi mi fa scegliere chi voglio essere. ovviamente farò scena muta xchè la sorte del mio cervello mi dice poco su di me.
  • altro esperimento. muoio e i miei parenti senza il mio consenso congelano il mio cervello ma un terremoto lo manda a pezzi. tra 100 anni grazie a nuove tecniche il mio cervello viene riparato integrandolo con un altre. poi viene scongelato. la xsona rediviva si comporta in qlc modo come me. sono io?
  • imho: un evidenza definitiva la dà il teletrasporto. ammettiamo che esistano due canine a e b connesse: nella prima entri, vieni distrutto e ricostruito fedelmente nell altra. chi esce da b è la stessa xsona che entra in a. ma se chi entra in a nn viene distrutto chi esce da b è solo un gemello di chi è entrato in a. morale: lo stesso identico cervello può dare origine a identità diverse. nn esiste tra cervello identità un legame preciso.
  • imho: l argomento della disconnessione può essere fatto valere contro chi la postula in materia di aborto.
  • nella misura in cui gli animali hanno una vita mentale hanno anche un anima...
  • la possibile storia: l anima potrebbe emergere dal cervello allorchè quast ultimo raggiunge una certa complessità nel corso dell evoluzione...
  • lo stadio è inferito dai comportamenti: i mammiferi hanno una vita mentale, secondo me
  • tutti gli animali il cui comportamemto è meglio spiegato in termimi di intenzione esentimenti e credenze posseggono un anima..
  • il nesso causale mente cervello è a doppio nesso (free will)...
  • xchè il dualismo è poco gettonato? xchè nn sappiamo spiegare come emerge l anima. ok ma nn è molto razionale negare l evidenza solo xchè nn sappiamo spiegarla. inoltre i teisti hanno una buona spiegazione in merito....
  • le neuroscienze ci forniscono una semplice lista di abbinamenti: 1 toccando qui il cervello vedo blu 2 toccandolo qui faccio una certa operazione aritmetica. possono fornirci una lunga lista di abbinamenti: una certa puntura al cervello mi fa vedere il blu. mangiare il cioccolato mi fa sentire il gusto del cioccolato eccetera
  • le neuroscienze potrebbero anche dirci la conformazione del cervello che origina la coscienza.
  • ma le neuroscienze non possono dirci il xchè di tutto questo. xchè mangiare il cioccolato mi fa sentire il gusto del cioccolato e nn quello del pane? le neroscienze mettono i fila una serie di frasi ma nn ci forniscono nè una grammatica né un dizionario. nn esiste una teoria scientifica dell anima. una teoria che ci faccia predire in anticipo gli effetti di un trattamento del cervello mai sperimentato da un soggetto.
  • difficoltà: cervello e mente sono di sostanze differenti la scienza ha bisogno di numerare per redigere le sue equazioni,  nn si è mai cimentata in qs campo.
  • difficoltà: mentre i fenomeni cerebrali sono misurabili quelli della mente nn lo sono con una scala numerabile altrettanto precisa questo rende impossibile generalizzare la relazione. scale differenti e nn convertibili. l anima poi o c è o non c è. nn è misurabile su una scala continua.
  • si dice: ma la scienza nn può sorprenderci? in fondo in passato ha ridotto la termodinamica alla meccanica quantistica smascherando la temperatura e considerandola non più una prop. intrinseca ma una velocità (atomica)...
  • c è una differenza fondamentale: la riduzione della termodinamica si ottiene sostituendo il moto delle particelle alla sensazione di calore. ma nel ns caso una simile scissione è impensabile poichè l oggetto d indagine è la sensazione stessa...
  • come convertire il desiderio di cioccolato in un desiderio di carne? Come posso redigere le equazioni che mi istruiscano su come procedere? i due desideri non sembrano misurabili su una scala comune.
  • le grandi integrazioni della scienza si sono ottenute marginalizzando il mentale. operazione impossibile quando il mentale stesso diviene oggetto della scienza...
  • la scienza deve emarginare il mentale. darwin tratta l uomo come un robot.
  • altra domanda impossibile per la scienza: perchè la mia anima è emersa dal mio cervello e la tua dal tuo? nn poteva essere al contrario?...
  • prendi 2 pensieri 1:"la russia è immensa". pensiero 2"la gioconda è bellissima". che scala cardinale utilizzo x convertire qs due pensieri uno nell altro. il linguaggio della scienza deve "numerizzare" le relazioni x poi connetterle tramite equazioni. nell ambito della materia tutto è convertibile (tutto si trasforma). un equazione ci spiega come convertire l oggetto 1 nell oggetto 2. nella mente qs operazione sarà mai possibile? penso di no. ergo: la scienza dell anima è impossibile.
  • il teismo invece converte facilmente 1 in due. esempio di conversione: dio è buono e ci ha connesso mente e cervello per realizzare cose buone: la conoscenza del mondo è buona (compresa quella spaziale che ci fa dire quanto è grande la russia) così come è cosa buona godere della bellezza (comprea quella ineffabile dello sfumato che caratterizza la gioconda). ergo: il teismo spiega l anima la scienza no. la scienza in qs campo (più ancora che nell origine dell universo) il suo resoconto è particolarmente incompleto.
  • dio ha molti motivi x connettere anime e corpi: regalarci una proprietà regalarci la libertà farci provare sensazioni piacevoli. solo se la connessione è ordinata noi siamo liberi e proprietari.
  • imho: ci sono anche ragioni x connettere quel corpo a quell anima: poterci giudicare secondo giustizia. ognuno di noi ha un suo banco di prova personalizzato da superare
  • ma il free will nn nega le leggi scientifiche del cervello? due soluzioni
  • 1 il cervello nn è un organo come gli altri (del resto fa emergere l anima).
  • 2 nel cervello la meccanica quantistica agisce con effetti particolari
  • imho: preferisco la prima
  • Xxx
  • cosa attendersi: 1. un dio sensibile alle ns preghiere 2 un dio che nn turbi l ordine naturale
  • differenza tra sospensione e confutazione: l esempio dell uomo che levita (contro popper)
  • condizioni x il m.: 1 evidenza empirica 2 ragioni x volerlo 3 occasionalità
  • storico tipico: sono oggettivo nn ho pregiudizi. sbagliato x la razionalità scientifica conta tutto si parte dalle intuizioni di base
  • circolo e prob.: l apriori di dio rafforza il miracolo l evidenza del miracolo rafforza l ipotesi di dio...
  • rivelazione: intervento divino x informarci e aiutare la ns. inteligenza
  • come giudicare le rivelazioni? 1 tradizione 2 plausibilità 3 fonte (firma divina)
  • decisivo il secondo elemento
  • riv. crist: fondata su un miracolo con diversi testimoni e con un buon resoconto storica
  • riepilogo del miracolo cristiano: 1 tradizione: bimillenaria. 1bis conoscenza a priori: dimostrazioni di dio. 2 validi motivi: ad una ragione debole s insegna con l esempio => incarnazione. 3 evidenza del miracolo: la più solida. 4 comparazione con spieghe le alternative
  • altro miracolo: la vita oltre la morte. motivato! un dio buono e giusto ci premia con ciò che abbiamo di più caro
  • altro intervento divino: l esperienza religiosa Dio appare si ns cuori o pubblicamente
  • motivo: l apparizione puo' edificare o rinforzare la fede. fonte: è necessaria la stabilità psicologica
  • principio di credulità: le cose sono come appaiono... se mi appare dio... l onere è sullo scettico
  • fai fatica a credere alle app. esteriori? pensale come interiori
  • xchè succede ai credenti? x dire di aver visto un telefono bisogna conoscerlo
  • xchè succede a chi è in crisi? nn è normale che un dio buono appaia a chi è più debole?!
  • esercizio: prendi qs elementi e cfr con le apparizioni degli ufo: l ufo nn ha motivi x apparire sporadicamente ma soprattutto nn può apparirci interiormente o a sensi che nn siano i cinque tradizionali
continua

ADD14 Credere in Dio nell' età della scienza di John Polkinghorne
  • La realtà interpretata in modo generoso rende possibile una conoscenza unitaria
  • Per un recupero della teologia naturale fondata sul principio antropico.
  • Credere in dio da uno scopo al concetto di universo e un senso al concetto di mente
  • La realtà che studio è bella e io ne sono consapevole. Tutto ciò sarebbe illusorio senza dio.
  • Il mondo come linguaggio di dio nn è un immagine fuorviante e indica un desiderio dell uomo.
  • L irragionevole efficacia della matematica.
  • Gli universi immaginati sono noiosi. Come mai quello reale è così interessante?
  • John leslie: o esiste un dio o molti universi.
  • Le alternative a leslie oggi sono speculazioni disperate
  • Contro tommaso: la teologia naturale nn cerca prove ma solo indizi per inspirare l intuizione di dio.
  • La tn siffatta nn è mai rivale della scienza ma la completa.
  • I biologi come dawkins si concentrano sull evoluzione dimenticando i processi fisico che ne sono alla base.
  • Proposta: passate da tn alla teologia della natura. Nn cercare indizi su dio nella natura ma fornire grazie al teismo una cornice entro la quale esercitare la scienza.
  • Anche se la scienza presenta il suo lavoro in modo asettico dietro c è una fede una volontà una intenzione. Insomma c è una xsona.
  • Esempio di povertà della scienza: la scienza che descrive la musica in modo oggettivo.
  • Altro esempio: il big crunch e la fine del mondo raccontato dalla scienza. Una storiella senza pathos.
  • Ecco allora che il teismo arricchisce qs conoscenza.
  • Perchè dovremmo anteporre l impersonale al xsonale?
  • Meglio affidarsi ad una intuizione soddisfacente.
  • La matematica è scoperta o inventata? La sua oggettività indirizza la ns intuizione.
  • La matematica: un duro ostacolo x il riduzionismo fisico.
  • 3 teorie dell universo: 1 eterno 2 con un inizio 3 multi.
  • 1 può dare qualche problema teologico di tipo secondario. L unicerso deve essere soatenuto oltre che creato.
  • 2  idem
continua

ADD.15 Miracoli di C.S. Lewis
  • Problema teorico: haldane contro il naturalismo: se sono determinato xchè mai dovrei avere pensieri veri? Di conseguenza il n determinista si spiazza da sè.
  • Problema empirico: il naturalismo nn sembra render conto della coscienza
  • Evoluzione: emerge ciò che è utile nn ciò che è vero.
  • Il naturalista coerente nn può credere seriamente al naturalismo
  • Teismo: x lui la ragione deriva da dio. Da un ordine più elevato rispetto alla natura.
  • A maggior ragione x n nn ha senso la razionalità nei giudizi morali.
  • Qui il n nn è del tutto incoerente. Ma i problemi nn mancano: ogni dovere è ridotto ad un capriccio.
  • Ad essere incoerenti sono i comportamenti morali dei n: essi si comportano come se credessero di aver ragione. Benedetta incoerenza!
  • Ma distruggere la moralitá e poi aspettarsi che prosperi è rischioso.
  • Conclusione: la posizione del sopranaturalista sembra più rigorosa nel suo complesso
  • Il s accetta un condizionamento della natura ma anche l esistenza di forze s
  • Se il miracolo è una manifestazione del s allora la ragione umana è un miracolo di x sè
  • L esistenza di dio nn inplica miracoli
  • Ob: molti miracoli del passato sono dovuti a leggi n scoperte più tardi
  • R: chi crede nei m crede nella loro possibilità. Le credenze specifiche sono sempre prob
  • La concezione dell universo: anche in passato si postulava l insignificanza della terra!
  • Il miracolo necessita di molta scienza: senza scienza il miracolo xde senso
  • Il miracolo è essenziale x il cristianesimo che si fonda su un miracolo. Islam e induismo sono in un altra condizione
  • Cristianesimo tappabuchi: arretra con l avanzare della scienza
  • Tesi: un cristianesimo nn tappabuchi ma cornice nn deve rinunciare al miracolo. Anzi.
  • Si pensa x immagini. A volte pensiamo pensieri veri avvalendoci di immagini grottesche o cmq false se descritte alla lettera. Specie se parliamo di cose estranee ai sensi
  • Il dio antropomorfo è un immagine commovente e felice ma resta inadeguata x quanto sottenda una verità
  • Il cristiano adulto si rifugia nel panteismo quando teme di xdere la sua rispettabilità. Ma così facendo tradisce il pensiero cristiano.
  • Paradosso: il panteismo è in realtà l idea più rozza un animismo tribale. Il cristianesimo è idea più sofisticata ed evoluta
  • L analogia panteista è informe opaca rozza inespressiva confusa. Veicola un pensiero confuso
  • Il dio panteista elude l intuizione razionale. È un istinto primitivo: vedi un uccello volate e dico che lo spirito lo fa volate. Il pant manca di un elemento ordinativo.
  • Dio infinito. Ma nel senso che ha poteri infiniti
  • Dio creatore: nn può essere che specifico.
  • Dio agisce. Fa anche miracoli. Nn può che essere specifico
  • Dio compie miracoli? In fondo sono i tiranni che sviano le proprie regole.
  • Licenza o errore?
  • Ateo: accetterá le storie più imp pur di rifiutare il miracolo. Allucinazioni collettive.
  • Hume: il suo anti miracolismo è in contraddizione con il suo scetticismo
  • Eventi che accadono una volta. Sono infinitamente impeobabili? E la storia della terra?
  • L incarnazione e la ns vita. Analogia: possediamo un romanzo mutilo e qlcn ci dice: ecco la parte mancante.
  • L evidenza che chiedo alla storia è minima perchè mi sia sufficiente.
  • Il mistero dell i è grande? Nn più di quello del dualismo
continua

ADD16 The language of god di Francis Collins
  • FC: un tipo anomalo: si è convertito studiando l evoluzione.
  • Sentimento dopo la scoperta: decriptato il libro divino.
  • Tra i due fondamentalismi: dawkins e i creazionisti
  • Cr: se bibbia e scienza differiscono è la scienza che deve adeguarsi
  • Cap2
  • Paul Tillich: il dubbio nn è l opposto della fede ma un suo elemento
  • Fare scienza procura gioia. Uno s interroga sulla gioia
  • Freud: dio come wishful thinking. La voglua di avere un padre.
  • Perchè allora il dio delle religioni dovrebbe essere tanto esigente?
  • Noi cerchiamo una moglie ma ciò nn rende la ns sposa una creatura fantastica
  • Escludere i miracoli significa escludere il sopranaturale una opz al limite dell irrazionale.
  • Bayes e i miracoli. La razionalità è garantita dalla prob a priori che può essere bassa ma nn zero
  • Il miracolo deve essere raro e mirato
  • Cap3 l universo
  • La scienza si trasforma guidata dai dati di realtà e dall estetica
  • Fase1: universo eterno e infinito
  • Problema: come garantire l eq in presenza di forza gravità?
  • Fase2: big bang e singolaritá
  • Principio antropico: rende la spiegazione casuale insoddisfacente. Tra gli infiniti universi possibili proprio l unico che garantisce la vita
  • Hawking: clearly religion implication
  • L ipotesi degli indiniti universi nn piace a occam
  • La mecc quant mina il determinismo. Altro caposaldo del materialismo
  • Cap7 ateismo
  • Dawkins: darwin dà conto di tutto
  • Con: darwin elimina l ipotesi di creazioni speciali ma nn di dio e di una creazione generale
  • Dawkins: la religione ha fatto tanto male.
  • Con: nn prova l inesistenza do un dio creatore
  • D: la scienza chiede ateismo
  • Con: ma la sc da sola nn sa nemmeno formulare il criterio di verità
  • Agnosticismo: il problema di dio è insolubile
  • Agn: posizione imp. Difficile pensare ci si sia esaminata tutta l evidenza senza farsi un idea
  • Agn: o 1 ateo poco aggressivo o 2 pigro che se ne lava le mani
  • Cap10 il biologos
  • Evol teistica. Sponsor: asa gray gpii agostino maimonide
  • Et: dio sintonizza e la creazione è un processo che prevede l emersione di uno spirito in corrispondenza di una certa configurazione della materia: l uomo e il suo ambiente
  • Et nn è una prova: la fede è sempre richiesta
  • Problema: perchè te è così poco popolare: 1 poco conosciuta nonostante gpii 2 nome terribile meglio biologos 3 dio tappabuchi 4 inefficienza dell evoluzione
  • Risposta al tappabuchi: no te risponde a domande che la scienza nn può affrontare.
  • Dio nella sua onniscienza conosce ogni dettaglio della creazione x lui il caso nn ha un ruolo
  • Imo. Inefficienza: il banco di prova richiede un ambiente. Ciò che consideri inefficienza è l ambiente in cui siamo immersi.  Es: e se dio volesse suggerirci l efficacia del processo decentrato?
  • E le sacre scritture? Un simbolo tra l altro accurato
  • Adamo ed eva? Un allegoria morale più che una storia vera
  • Cap11 i cercatori di verità
  • Perchè sono qui a fare quel che faccio? La domanda di senso apre ad ipotesi differenti. Alcune sono più soddisfacenti di altre. Tipo quella che siamo qui xchè voluti ed amati.
  • Quale dio? Fc voleva un dio giusto buono col quale si potesse parlare. Gesù era l ideale. Con il suo amore la sua morale e i suoi miracoli.
  • Scienza e religione sono complementari
  • Imo: entrambe fanno perno si fede e ragione.
  • Un mistero simile: la musica. Pensate alla descrizione oggettiva datane da un fisico.
  • Si può adorare dio anche facendo scienza: copernico.
  • Appello agli scienziati: prendetevi il tempo di pensare. L ateismo è la posizione più irrazionale.
  • Conclusione: la guerra nn è necessaria dio esalta la scienza nn la comprime.
continua

ADD17 L'illusione di Dawkins di Alister McGrath
  • Dio nn è morto. Un problema x gli atei
  • Gould: la scienza è compatibile sia con dio che con l ateismo. Quindi: doveroso un reciproco rispetto
  • Nel milieau intellet nn c è un grande rispetto x il lavoro di d. sulla religione
  • D. scrive ai convertiti. Il suo libro nn è serio. Presume malafede nell altro.
  • Cap1 un dio illusorio
  • Tesi di d: ul credente è uno psicotico che inventa le cose.
  • Tommaso: solo una dimostrazione di coerenza interna. D. vuole una prova empirica.
  • Tommaso: x lui la fede è scontata le sue sono dim.zioni a posteriori x valutare la coerenza
  • D.sembra incosciente che dio è x il cristiano razionalista un ipot.ben costruita e nn un fatto provato
  • Teoria del tutto. Gli arg.di d.contro dio potrebbero applicarsi a tdt: chi spiega colui che spiega (regresso infinito)*
  • Critica di d.: dio dovrebbe essere più complesso della sua creazione quindi è improbab.
  • Swinburne: si confonde chi pensa con l idea: idee complesse possono emergere da una mente semplice.
  • La critica di d al dio tappabuchi è appropriata peccato che lo veda ovunque.
  • X d.la scienza ha confutato dio. Per altri ci sono domande che la s.nn potrà mai affrontare in modo diretto
  • Lo scontro nn è tra gould e dawkins: noma vs poma. Gould vs collins
  • Gli scienziati? La maggior parte si rifiuta di negare dio.
  • L attacco di d.a Dyson: traditore! Quando l attacco ad einstein?
  • Gpii appoggia darwin: d.va su tutte le furie: ipocrita!
  • Ruse ateo militante: il dilettantismo di d.ci penalizza
  • Cap3 le origini della religione
  • D.: teiera
  • Feuerbach: consolazione
  • Darwin: religione come accidente... anche la teoria evolutiva allora..
  • Si tratta di spieghe speculative: dov è la scienza?
  • D.: teoria: politeismo poi mont.poi ateismo. E le prove a supporto?
  • Che differenza tra religione e visione del mondo? D neanche se lo chiede
  • D deve e vuole definire la r.così poi da spigarla con darwin che consente di spiegare qlsiasi cosa. Purtroppo r.nn è facile da definire.
  • X le sue definizione d utilizza frazer ovvero l ottocento ovvero la preistoria dell antropologia.
  • I pregiudizi contano nella r come altrove.
  • Siamo psic.mente predispisti a credere? D nn sa rispondere e il suo resoconto è confuso.
  • I meccanismi cerebrali tanto cari a d in realtà presiedono a tutte le ns facoltà quindi spieg.poco nulla
  • Analogia dell amore romantico: il ns cervello è in subbuglio possiamo descriverlo e identificare cosa causa il sentimento ma la causa ultima è l amato. Idem x dio e il senso religioso.
  • Analogia del meme: anch essa applicabile a tutto. Inservibile
  • Cap4 la r è un male?
  • Gesù è più violento di pol pot? No e nemmeno il suo insegnamento
  • D nega il lato oscuro dell ateismo. Compito molto duro e abbastanza patetico.
  • Attacchi suicidi: consueti anche in chi ha motivaz politiche. Robert pape
  • Es dell irlanda. Si tratta di guerra religiosa? Chiaramente no
  • Quando si rifiuta dio ecco comparire altri valori assoluti: la libertá la ragione...
  • D accusa gesù: era settaria ed escludeva lo straniero. La risposta è facile
  • Profeti: mettono in discussione il culto. Tesi: la religione ha in sè i germi x rinnovarsi
  • Il perdono è concetto irrazionale e ingiusto x chi nn ha colpe? In gesù s intende come liberazione dalla schiavitù del peccato
  • Il peccato originale è un offesa alla ragione? Era inteso x parificate ebrei e gentili
  • D: la religione fa male. Kenneth pargament: in realtà la telugione fa benone alla salute
  • Come spigare il fondam.ismo di d? L ipotesi ateista vacilla
conclusione

ADD18 Response to Richard Dawkins di Richard Swinburne
  • teodicea. per d l'ipotesi s è risibile. meglio che d entri nel corposo dibattito filosofico su questo punto anzichè insultare
  • d contesta che "troppa evidenza puo' essere dannosa per noi" e giudica un dio probabil assurdo.
  • risposta. analogia: un padre puo' non aiutare il figlio affinché formi meglio il suo carattere. un dio palese non richiede intelligenza per essere creduto. altro esempio: se dio fosse palese farei tutto solo per questioni utilitarie anziché caratteriali. esempio: aiuterei i poveri per mero utilitarmo anziché perchè ho sviluppato un empatia per loro
  • d afferma: dio non puo' essere un ipotesi semplice visto che l universo è tanto complesso.
  • risposta 1: forse d pensa al cervello: ci vuole un cervello complesso per risolvere problemi complessi. ma noi non siamo il nostro cervello, vedi esp sul brain split
  • risposta 2: la semplicità dell'ipotesi si giudica analizzando l'ipotesi, non i dati, almeno se l'ipotesi è scritta nel dettagli. se la teoria newtoniana è semplice o complicata lo vedo studiandola. se dio è un essere complesso lo giudico analizzando la descrizione che ne viene data.
conclusioni

ADD19 L'illusione dell'ateismo di Roberto Timossi
  • Cap1 scienza e fede
  • il revival dell ateismo: dawkins e i suoi amici italiani
  • Ateismo contemp: pretende di dimostrare la nn esist. Per il resto simile al passato
  • un fatto contro l'incomp.: Gli scienziati credenti: molti
  • einstein: un panteismo confusionario dietro il quale, comq, trapela un sentimento religioso
  • Argumeentum ad verecondiam: si chiama uno scienziato e lo so fa parlare d altro. Di dio x es. poi lo si prende sul serio per il suo grande sapere in altre materie
  • Tesi: scienza e fede hanno l una bisogno dell altra
  • Odifreddi: religione = superstizione
  • Carnap: la parola dio nn ha senso
  • Odifreddi: la logica confuta dio. Critica: la logica si ferma alla validità formale nn si occupa di "esistenza"
  • Mainardi: fede = irrazionalità freud: fede e consolazione
  • Barrett vs freud: xchè dio nn avrebbe dovuto farmi in modo da credere? Se la scienza mi spiega xchè amo mia moglie significa forse che nn la amo? Se siamo nati x credere significa solo che credere è l opzione più semplice
  • La stessa scienza comprende molto atti di fede. ammissione di odifreddi.
  • I postmoderni eco e vattimo: tutto è vanità. La verità filosofica è deleteria in politica. Matrice cattolica del postmodernismo italico. Critica: i numi postmoderni nietzsche e heidegger nn sembrano molto democr.
  • Steven weinberg: universo senza scopo. tipica tesi neopositivista. w aggiunge: è una posizione che ci rende infelici, anzi, appena in grado di sopravvivere
  • La tesi di w ripugna alla mente umana: john eccles. alternative di pari potenza sono preferibili
  • Paul davis: x dare senso a x devi uscire da x
  • e qui si torna a swinburne: o recgresso infinito o causa prima: la seconda alternativa è più semplice
  • imho: discorso tipico 1) l'universo nn ha senso 2) la cosa ci ripugna e dio dà senso all'universo 3) e chi dà senso a dio: regresso infinito 3) arg. swin: l'ipotesi si sio è più semplice 4) e se l'universo fosse eterno e da sempre esistente? 5) ci sarebbe cmq la domanda perché esiste anziché no e si tornerebbe all alternativa regresso infinito/dio 6) non posso dire che l'universo ha senso in sé? eviterei di introdurre l'ente dio e occam sarebbe più felice 7) certo che puoi ma devi introdurre cmq uno spirito connaturato all'universo, una specie di posizione panteista, l'universo come mero oggetto fisico nn puo' avere senso, tu stesso lo dici al punto 1 8) ok, allora sono panteista, mi sembra meglio che teista 9) il panteismo, che resta una religione, da un lato è cervellotico da comprendere (cos'è sto spirito immateriale presente anche nei sassi?), il teismo ha a disposizione molte più analogie semplici per essere compreso (dio crea come creo io quando costruisco un manufatto), inoltre, proprio per rendersi comprensibile, il panteismo si trasforma sempre in un politeismo primitivo: il dio del fuoco, quello del fiume ecc. perdendo sul fronte di occam.
  • l epistemologia contemporanea, rispetto al muscolarismo neopositivista, sottolinea i limiti della scienza: per popper puo' solo falsificare, per kuhn è soggetta a elementi sociologici, per quine è sempre indeterminata...
  • l'unico vero alleato dell'ateismo scientista: il fideismo. innegabili i pregiudizi anti-scientifichi
  • la via estrema di paul davis: per arrivare a dio la scienza è una via migliore rispetto alla teologia
  • cap3 la prima mossa fede ed evoluzione
  • l argomento nuovo dello scientismo contemporaneo: l'evoluzione ci ha mostrato la potenza del caso. 
  • ob: non è tanto all'evoluzione che dobbiamo vedere ma all'origine dell'universo: big bang vs universi paralleli
  • il letteralismo non è tipico solo dei fondamentalisti ma anche degli scientisti: serve per confutare la bibbia e dichiarare l'incompatibilità con la scienza. vedi asimov. in questo progetto collaborano inconsapevolmente i concordisti alla Capra.
  • bibbia: scrigno di metafore, storia e poesia. una biblioteca con diversi generi
  • perché le condizioni di partenza dell'universo erano quelle? una scienza che non risponde è una scienza a metà!
  • il teorema della singolarità ci dice che non possiamo dimostrare le cause certe di un evento singolo ma cio' non toglie che possiamo formulare ipotesi più o meno plausibili
  • aggirare il problema della prima mossa: universo inflazionario: l'espansione iniziale è talmente rapida da realizzare infinite combinazioni anche nei parametri fondamentali della fisica fino al raggiungimento di un equilibrio, in qs modo il nostro universo è un sopravvissuto spiegabile con le probabilità.
  • ob: teoria meramente speculativa, del resto per avere un fenomeno inflattivo occorrono condizioni di contorno (ogni evoluzione richiede  esse stesse improbabili cosicché il dilemma della prima mossa resta intatto
  • altra idea: universi paralleli. ob: ad hoc, controintuitiva e infalsificabile
  • altra idea: universo oscillante o ciclico: stesse critiche che le altre + critiche all universo infinito qualora si presenti come tale
  • altri modelli: stringhe, universo senza confini... più che altro modelli estetici
  • conclusione: il problema della prima mossa resta intatto e il modello teista il più semplice e pragmatico
  • nota: è lo stesso dawkins ha dare il massimo valore al requisito della semplicità. per lui l'ipotesi multiverso è più semplice di quella teistica: l'intelligenza di dio è complessissima!
  • ob di barrow: non è affatto detto che gli altri universi siano poi così semplici come vorrebbe dawkins
  • ob decisiva: ad ogni modo l'ipotesi degli universi paralleli non è affatto scientifica (anche se formulata da scienziati) il che va contro tutti i dogmi dawkinsiani
  • ipotesi di smolin (una variante della teoria inflattiva): l'universo cresce combinando i suoi elementi a velocità esponenziale finché non imbrocca un eq a prima vista statisticamente impossibile come il nostro. la legge di darwin seleziona i parametri della fisica (ovvero le leggi fondamentali della materia). 
  • ob: se gli universi sono sequenziali allora si deve parlare cmq di universo unico e all'interno di un unico universo economia vuole che fino ad evidenza contraria le leggi della fisica individuate vengano mantenute fisse. Perchè ipotizzarne una selezione? Solo per eludere la prima mossa? Se gli universi sono molti e collegati tra loro con i buchi neri, allora l'ipotesi è inverificabile, e quindi ancora ad hoc.
  • tesi di dawkins: l'intelligenza di dio è talmente complessa da essere improbabile
  • ob: dawkins giudica la complessità di un ipotesi guardando la realtà ma questo ha poco senso, se dispongo di una descrizione dettagliata dell'ipotesi devo giudicare quella.
  • ob2: forse d ha in mente il cervello: ci vuole un cervello complesso per elaborare progetti complessi. ok, ma noi coincidiamo col nostro cervello? prob no: vedi brain split
  • cap4 creazione ed evoluzione
  • l evoluzione spiega il potere del caso, questo è vero. ma questo potere è una confutazione di dio?
  • l ipotesi di dio, la più credibile per quanto detto prima, non è certo confutata dall evoluzionismo che puo' essere accettato e visto come finalizzato (dio conosce tutto fin dall inizio). l ammissione di telmo pievani
  • molti filosofi atei lo comprendono meglio solo vedendolo come finalizzato: nagel, fodor, piattellini...
  • curioso: molti scienziati si sono messi a filosofeggiare formulando ipotesi su dio e facendo della scienza una dottrina filosofico/teologica (scientismo)
  • l'errore creazionista: credere che dio sia difendibile solo confutando l evoluzionismo
  • nemmeno tra evoluzionisti c'è accordo: gould (eq punteggiati (stasi+ev veloce) vs ultradarwinisti (evol costante). esiste dunque una pluralità di teorie in un unico paradigma
  • l evoluzione viaggia verso il più complesso: c'è chi nega: gould: il successo dei batteri
  • come procede l evoluzione?: il suo forte è la diversità: tutte le nicchie vengono esplorate tra cui anche quella dell intelligenza. è lì che il tentativo uomo ha avito successo ed è emerso. in questo senso l'uomo è tut altro che un ipotesi meramente casuale, l evoluzione procede seguendo anche spinte direzionali ben precise
  • per alcuni l evoluzionismo è una teoria a metà tra scienza e storia
  • tre ipotesi evolutive: 1 ev specifica 2 ev casuale (darwiniana) 3 ev direzionata
  • escludiamo 1. l ipotesi 2 rende difficile pensare ad un processo cmq guidato: o caso o guida. anche se l idea di dio non è certo confutata. miller barr e altri scienziati credenti stanno in qs solco.
  • 3: esiste una spinta sottostante ad evolversi dal semplice al complesso il che in qualche modo guida l ev e rende prevedibili alcuni sviluppi. nota che il massimo della complessità è l intelligenza
  • il precursore di 3: theillard de cardin. ma anche presso i neodarwiniani ci sono chiare aperture a 3 (gaylord simpson, dobzhansky)
  • il sistema terrestre è sufficientemente chiuso per generare autoorganizzazione
  • ipotesi teleologica: l ev ha una sua tendenza a generare complessità, se la tendenza non è la più economica cio' si deve anche al fatto che il creatore oltre a creare l uomo deve creare l ambinte in cui inserirlo e in cui testarlo.
  • nell ipotesi finalista creazione ed evoluzione convivono eludendo l aut aut neodarwiniano. un nome per ev convergente: simon conway morris: the deep structure
  • cap6 riepilogo
  • Cos è la fede. Un tempo si distingueva tra fede e conoscenza. Oggi tutto è credenza ovvero un misto di fede e conoscenza. edmund gettier ha spianato le barriere http://broncobilli.blogspot.it/2014/10/credenza-e-conoscenza.html
  • Se tutto è credenza capiamo bene come la fede nn coincida con l irtazionalità e come la distinzione tra fatti e fede è problematici
  • Oggi il probabilismo bayesiano domina ma il prob ha una radice soggettiva
  • Cos è scienza? Il prob della demarcazione
  • Da carnap a popper a quine tornando a bayes
  • Withehead: molta teologia nella scienza contemporanea
  • L assunto della scienza: esiste un ordine. Parentela con la teologia medievale: la sequenza di cause
  • Fede degli scienziati: molte teorie sono meramente speculative: teorie del tutto. Es stringhe multiverso ecc
  • Smolin sullo srimghismo: surrogato della fede
  • Feynman: la scienza si occupa dell osservabile. Verificazionosmo. Assenza di fede nella scienza. Insanabile alternativa con la teligione
  • Relazioni possibili tra fede e scienza
  • 1 conflitto. Es galilei
  • 2 indipendenza. Es gould
  • 3 concordismo e Tappabuchi
  • 4 dialogo x un sapere più armonioso e completo
  • Critica alla teologia: ha fatto poco x nutrire qs dialogo. Ha fatto di più la filosofia quando nn la scienza stessa. La teol è rimasta al tomismo e quindi alla scienza aristotelica
  • Newman: la scoperta scientifica sposta la ns fede, non respingiamo la sfida
  • Con frege: capiamo il senso ma nn il signifocato del tutto. Dio porta significato. il senso è una coerenza interna del pensiero ma il significato è il suo referente esterno
continua

ADD20 Sono due teologie fondamentali. La prima deriva direttamente dal razionalismo di San Tommaso D' Aquino, la seconda è più legata alla contemporaneità. Di seguito elenco le 4 differenze fondamentali.

  • 1 TC sostiene la semplicità assoluta di Dio. Come la semplicità è premessa per la composizione, così Dio è la premessa per l' esistenza del mondo. La semplicità di Dio ha diverse conseguenze. Per esempio, poichè Dio è semplice è anche immutabile e impassibile. TP deriva invece l' idea di Dio da quella dell' uomo grazie ad analogie: Dio è un "uomo" senza limiti (eterno, onnipotente, onnisciente, perfetto...) ed è causa dell' universo nel senso che ne è l' architetto (ID). In questo senso Dio non è "semplicità assoluta".
  • 2) TC crede nel principio di "conservazione": il cosmo cesserebbe all' istante di essere qualora Dio non lo sostenesse. TP vede Dio come creatore che osserva, interviene e giudica la sua libera creatura. I miracoli, per esempio, sono una forma d' intervento divino. Per TC il rapporto di Dio con la sua creatura è molto più "intimo".
  • 3) Il Dio perfetto della TP assomiglia ad un uomo perfettamente virtuoso che non commette mai il male. Ma questo è un concetto assurdo per TC poiché attribuire a Dio un comportamento morale non ha senso. Il Dio perfetto di TC è una realtà piena, e quindi perfettamente buona poiché il male è definibile come una diminuzione della realtà. TC enfatizza cio' che Dio è, PT è più interessato a  cio' che dio fa da cui inferire una definizione.
  • 4) TC e TP utilizzano il linguaggio in modo differente. Poiché TC descrive un agente collocandolo fuori dal tempo, cadrebbe continuamente in contraddizione se non precisasse che utilizza il linguaggio secondo "analogia tomistica". TP è più libero di arguire utilizzando le analogie semplici del discorso quotidiano.


Classical theism e personal theism
  • The classical theist tends to start from the idea that whatever else God is, he is essentially that reality which is absolutely ultimate or fundamental, and the source of all other reality.   Different classical theists might spell this basic idea out in different ways.  The Aristotelian will emphasize the thesis that unlike everything else that exists, God is not a mixture of actuality and potentiality but is instead pure actuality or actus purus.  Neoplatonism emphasizes that unlike everything else in reality, God is in no way composed of parts, either physical or metaphysical, but is absolutely One, simple, or non-composite.  Thomists will emphasize that God is not “a being” alongside other beings, and does not merely “have” existence; rather his essence just is existence.
  • Theistic personalists, by contrast, tend to begin with the idea that God is “a person” just as we are persons, only without our corporeal and other limitations.  Like us, he has attributes like power, knowledge, and moral goodness; unlike us, he has these features to the maximum possible degree.  The theistic personalist thus arrives at an essentially anthropomorphic conception of God.
  • Classical theists insist that God is absolutely simple or without parts; 
  • theistic personalists tend to reject the doctrine of divine simplicity. 
  • Classical theists also insist that God is immutable, impassible, and eternal in the sense of outside time altogether, while theistic personalists tend to reject these claims as well.  
  • These differences also affect how the two views interpret claims about God’s omniscience, will, goodness, and sovereignty, with theistic personalists tending to interpret these in a more anthropomorphic Paley-style “design arguments” have at least a tendency in the theistic personalist direction.
continua

ADD21  Luigi Giussani (Duepunti) Massimo Borghesi

  • la categoria dell incontro
  • giuss: una sensibilità moderna. pensatore attuale
  • so sottrae sia al tradizionalismo che al modernismo- la sua sensibilità è squisitamente moderna (vedi l amore per leopardi, pavese)
  • tomismo aperto. scuola di venegono. john henry newman. esistenzialismo.
  • 2 categorie moderne: 1 senso religioso 2 esperienza (soggettiva). categorie pericolose e sempre viste male. in odore di modernismo e criticate dalla pascendi. gius le riconcilia con la verità moggettiva
  • senso religioso. si appoggia alla pastorale del 57 di montini. contatto con l universale umano.
  • categoria dell esperienze. prima nn esisteva se nn nel misticismo.
  • esperienza come corrispondenza. grandi sospetti su giuss
  • modernismo di gius: la verità ci viene dalla libertà. verifica. la lettura di mazzolari. l adesione al vero è libera.
  • verità oggettiva richiede la certezza soggettiva. esperienza e libertà individuale.
  • il problema della chiesa contemporanea: mancando della cat esperienziale nn sa colmare il forrato tra una fede di 2000 anni fa e la storia contemporanea.
  • come incontrare cristo oggi?
  • 3 categoria: incontro. modalità di accadere nella storia + un giudizio sulla storia stessa.
  • 68: gius si accorge della fine della fede.
  • gius si rivolge ai lontani, a quelli del berchet. sempre invocato il ritorno agli inizi.
  • dare un giudizio storico è necessario. la fede si alimenta di qs giudizio, nn ci si puo' astenere. anche qs è modernità. il cristiano nn puo' disinteressarsi della polis ma interviene comunicando cristo donando una sensibilità
  • si diviene cristiani nn per eredità ma per un incontro nuovo. bisogna rinascere (colloquio con testori). nn è tempo di crociate ma tempo per la persona.
  • il nichilismo nn si vince col pensiero ma con una commozione vissuta, una ribellione da dentro.
continua

ADD22 Luigi Giussani di Massimo Borghese - le critiche di Barcellona e Severino
  • barcellona: troppa ragione in giussani
  • b.: conoscenza amorosa e giudicante nn possono convivere
  • b: dal fatto di gesù segue il ns innamoramento nn la ns valutazione. nn si passa da un fatto ad un valore
  • b: nn ci sono ragioni x amare una donna. nn ci sono ragioni x amare gesù
  • severino: fede e ragione sono incompatibili.no c è una o c è l altra
  • severino: l evidenza ragionevole nn tiene. il fatto è estraneo alla ragione pertiene ai fenomeni all illusione
  • severino: il fatto illusorio nn comunica col valore razionale
  • s: la natura dell uomo gli impone sia la domanda che la risposta consolatoria
  • barcellona e severino: due critiche opposte
ocntinua

ADD23 Luigi Giussani di Massimo Borghese - Confronto con Rahner
  • il neokantiano rahner: l a priori dell uomo è un orientamento a cristo.
  • evidente l affinitá con gius.
  • la via antropologica della teologia.
  • la critica di benvenuto: o si fa appello alla natura umana o si fa appello all esperienza. l a priori in gius latita.in gius il senso religioso assomiglia troppo alla ragione.
  • l a prori di gius: il senso religioso. l a posteriori: cristo e le verità rivelate.
  • l a priori di rahner: un senso cristico che contiene già dei valori
  • cosa con dividere con l altro? x gius il valore della ricerca di senso. per rahner i valori comuni
  • accusa di benvenuto: gius fa un minestrone che accoglie troppo
  • tesi: benvenuto nn vede che la sua critica si attaglia molto meglio a rahner
continua

ADD24 Luigi Giussani (Duepunti) di Massimo Borghesi
  • formazione del gius: venegono più cielle. teoria e esperienza
  • un affine: romano guardini.
  • l influsso del protestantesimo liberale americano e il suo personalismo
  • venegono: tomismo aperto
  • autore chiave: john henry newman jhn
  • autore chiave: chesterton.
  • altro autore chiave: leopardi. la sua domanda radicale di significato.
  • un timbro esistenziale più che oggettivo.
  • un personalismo in odore di modernismo e protestantesimo.
  • senso religioso: l uomo è naturalmente orientato su un asse verticale.
  • più di un analogia con l antropologia cristologica di karl rahner: l uomo strutturalmente orientato al mistero
  • ma gius è più esistenziale di rahner
  • gius nn postula una vera conoscenza ma solo un esigenza
  • l infinito ha un volto da incontrare. da qui la centralità della chiesa come comunione di vita vissuta.
  • gius punta sulla teologia + che sulla filosofia: è l incontro che converte n la speculazione.
  • senso religioso incontro esperienza.
  • nell esperienza noi vediamo rappresentata una presenza. la testimonianza e l estetica si fondono.
  • con von balthasar: oltre la via cosmologica. la via dell amore.
  • criteri del cuore: prova se è veramente vero bello giusto.
  • l esperienza verifica la corrispondenza.
  • l esperienza come superamento del trascendentalismo.
  • in sintonia con la critica fenomenologica al razionalismo. con il recupero del soggetto chiamato a sentire x fondare la ragione.
  • l accusa di modernismo.
  • gius salva però il realismo tomista. ma il realismo nn è tutelato escludendo il soggetto come vorrebbe la neoscolastica.
  • ricucire tommaso e agostino. fenomenologia e ontologia. atto e essere. ratio e affectus.
  • imho: come unire ratio e affectus? come si uniscono premesse e tesi? può essere qs un analogia?
  • conoscenza amorosa: oltrepassare razionalismo/irrazionalismo.
  • altro superamento: fatto/valore. l antropologia del senso religioso indirizza verso i valori. i valori slittano in secondo piano. contro il moralismo (che annoia e fa scappare i ragazzi)
  • barcellona e severino criticano appellandosi a kant: il mondo reale è inconoscibile con l esperienza. il noumeno irrecuperabile.
  • originalità: una teologia proposta da un educatore nn da un teologo.
  • gius propone una delle vie più plausibili per dare uno sbocco al vaticano II.
  • la storia di giussani, ma anche di cielle, è caratterizzata da un attento farsi carico delle critiche. prima la critiche dei modernisti  durante il vaticani ii poi le critiche dei conservatori durante il 68
conclusioni

ADD25 RESPONSE TO PLANTINGA’S ARGUMENT FROM “DWINDLING PROBABILITIES

  • La contestazione a S. : Plantinga claims correctly, we need first bare natural theology to argue for the existence of God (T) on the basis of all our background knowledge (K). Then, as Plantinga represents my style of argument, we must consider the probability, given (T& K), that (A) “God would make some kind of revelation …to humankind”–P( A/ T& K)... (B), “Jesus’s teachings were such that they could be sensibly interpreted and extrapolated to G”... (C) “Jesus rose from the dead”... (D) “In raising Jesus from the dead, God endorsed his teachings”... (E), “Jesus founded a church
  • Conseguenza. So call the probability that God endorsed the extrapolation of Jesus’s teachings in this way, given the previous evidence, P( E/ K& T& A& B& C& D). But to get the probability that G is true by this route on the only evidence we have (K), it is necessary to multiply these probabilities together
  • Esito: At each stage of multiplication, there will be a diminution of probability. Each individual... So the attempt to establish G by historical argument cannot give it a very high probability, not at all the kind of probability we need if we are “to know the great truths of the
  • Precisazione. Now, strictly speaking –as Plantinga acknowledges, but takes no further –P( G/ K) is the sum of the probabilities of the different routes to it. G might be true without some of these intermediate propositions being true.
  • Esempio. Maybe for example, in raising Jesus from the dead, God was not endorsing his teaching –so not-D; but God was endorsing only the teaching of the church which Jesus founded,
  • Regola generale. The more you say, the more you are likely to make a mistake. Yet G may be true without some of these conjuncts being true.
  • 2 repliche.
  • 1 the argument from dwindling probabilities applies, in so far as it does apply, not only to theological arguments, but to any argument of some length in history or science... consider a single page of a serious work of history, about the life of Julius Caesar for example, containing many propositions.
  • 2. My second point against the significance of “dwindling probabilities”is to note that the “dwindling”arises from the fact that in Plantinga’s discussion he supposes that all the evidence is put on the table at the beginning... Ma: as we add each conjunct to the hypothesis, we also add a new piece of evidence . In this way the probability may increase, not decrease.
continua
 ADD26 Parfit on brute facts By Edward Feser

  • Derek Parfit’s article “The Puzzle of Reality: Why Does the Universe Exist?”... It’s an admirably clear and comprehensive survey of the various answers that have been given to that question,
  • Parfit appears to sympathize with the “Brute Fact View”according to which the universe simply exists without explanation, and that’s that. The claim here is not that there is an explanation but that we don’t and even can’t know what it is. It is rather that there is no explanation at all,
  • This is , of course, implicitly to deny the Principle of Sufficient Reason (PSR), according to which everything does have an explanation,
  • Parfit describes and defends the Brute Fact View in the following passage:
  • there would exist an arbitrary set of messily complicated worlds. That is what, with a random selection, we should expect. It is unclear whether ours is one such world... It would be in one sense inexplicable why the Universe is as it is. But this would be no more puzzling than the random movement of a particle. If a particle can simply happen to move as it does, it could simply happen that reality is as it is...
  • For one thing, he seems to allow at least for the sake of argument that there might be a kind of “process”which “selects”whether anything exists etc. but in a “random”way that is not ultimately explicable.
  • If you’re going to commit yourself anyway to the idea that the universe is just an unintelligible Brute Fact, why not simply say that the universe just exists and that’s all that can be said and leave it at that? Why posit, between the universe on the one hand and sheer Bruteness on the other, some intermediate “process”of “selection”
  • Aquinas argues, chance always presupposes the convergence of lines of causation: example, when a farmer finds buried loot while he is out plowing his field, that is a chance occurrence. But that a robber decided to bury his loot there and that the farmer decided to plow the field that day were not chance occurrences.
  • Analogia. To see what is wrong with this, suppose police come across a dead body and start batting around possible explanations -- murder, suicide, accident, heart attack, etc. Suppose one of the policemen who has heretofore been silent interrupts and says: “I don’t know why you guys are wasting time considering these different explanations. I say it’s just an unintelligible, inexplicable brute fact that this corpse turned up here and now. Case closed, we can go home now... No one would accept this for a moment, of course.
  • A third issue raised by Parfit’s remarks is the stuff about the random behavior of particles,
  • No one claims that the motion of the particles in question is simply unintelligible... random motion of particles is something which it makes sense to think of as occurring given quantum mechanics. The theory provides an explanatory context
  • If you’re giving a theoretical description of some “random”phenomenon which gives it a kind of intelligibility, then you are ipso facto using “random”in a qualified sense.)
  • There is no larger background theory in the context of which such a “random” occurrence makes sense. So there just isn’t any parallel here with quantum mechanics.
  • Parfit’s remark that “randomness may even be less puzzling at the level of the whole Universe, since we know that facts at this level could not have been caused.”
  • he is blatantly begging the question when he says that “facts at this level could not have been caused.”For isn’t the claim that such facts are caused precisely what theism says? But Parfit is not ruling out theism a priori here.
  • he is saying that even if God is the cause, God’s own existence would not have a causal explanation and thus would have to be explained in some other way.
  • So far so good, then. The problem is with what Parfit seems, at the end of the essay, to think follows from this point... from the premise that “X does not have a causal explanation”it simply doesn’t follow that “X is random,”
  • Something that lacks a causal explanation could have an explanation instead in terms of its own nature, say, or by virtue of being a necessary truth. The fact that 2 + 2 = 4 does not have a causal explanation but it is hardly “random” that 2 + 2 = 4.
  • Anyway, even apart from the problems with Parfit’s account of it, we can know the Brute Fact View is false, because we can know that PSR is true.
continua


An Economist's Rational Road to Christianity By Eric Falkenstein
    • Most ex-atheists who become deists turn to Buddhism, so I thought I'd be clear why they are all wrong (Robert Wright!).
    • I came to Christ via rational inference, not a personal crisis.
    • A Rational Argument for Christianity
    • Bertrand Russell...discusses many arguments for the existence of God—first cause, natural law—and finds them all logically defective, except the argument from design... He found the theory of evolution adequate to rebut this theory, but a lot has been discovered since then.
    • Evolution Just Like Abiogenesis
    • from the beginning, evolutionary theorists conceded that the appearance of initial life forms had yet to be explained.
    • Just as his grandfather did, Darwin believed that the discovery of the first life form would occur soon.
    • The more we learn about the minimum necessary components of life, the more complicated it gets.
    • ... The most basic cell requires at least a hundred proteins, each of which has approximately 300 amino acids , and all need to be able to work with each other.
    • The inevitable conclusion is that showing how a natural process can create a set of letters used in typesetting does not go far in showing how natural processes create words, let alone novels.[ 4] The origin of life is one of those puzzles that has been right around the corner, for the past two centuries.
    • The problem is that natural selection can explain the survival of the fittest, but not how novel tissues arose,
    • looking at many thousands of generations of fruit flies and bacteria, we see only a handful of minor mutations.
    • microevolution does not imply macroevolution,
    • From Deism to Christianity
    • after I accepted that a creator exists...I experienced a strange consilience, as various facts all began to make much more sense.
    • Things that work as if they are true, are often really true.
    • The science behind evolution is essential to understand why it is rational to believe in a creator, and psychologyneurology, and economics tell us about human nature
    • In The Blind Watchmaker, Richard Dawkins wrote that Darwin made it possible to be an intellectually fulfilled atheist... A little knowledge led us away from God, and now a considerable amount of knowledge has led us back.
    • Unlike what the atheists say about God turning one off to science, it engaged me, because it is much more exciting to search for patterns if you think they exist objectively, rather than something I merely might be able to convince someone is important. The mathematician, Paul Erdos, used to become excited about determining not just mathematical proofs, but ones that were beautiful: inevitable, concise, and unexpected;
    • basic problems of survival, the search for meaning is the essence of being human.
    • The Christian Consilience
    • Once you accept that we were created, it becomes easier to understand our common drive to find meaning and purpose, because it is more likely that we have an objective purpose
    • Love is the only end in itself, and the love of God is the key to any Christian purpose,
    • The most profound truth is that some being created us, and that created things have a purpose. Our purpose is hard-wired into our biology, and creates a longing to love something greater than ourselves, and following this simple purpose generates a social optimum via invisible hand.
    • Christianity...its bottom-up focus encourages decentralized decision-making and individual liberty. Christianity neither legislates nor demands virtue; it merely encourages
    • The modesty that comes from Christianity is not weakness, but rather, a combination of honesty and intelligence.
    • A Christian purpose aligns with our nature so well that it is useful to believe and behave “as if”it were true, and in the history of science, many assumptions that were chosen because they worked were later found to be true.
    • Una teoria dell'egoismo. Your attitude towards yourself is paramount because we really love our neighbor as ourselves...... those without any self-interest find it much easier to be cruel when acting selflessly...(e.g., ants are selfless animals, yet they are also the most warlike and take slaves)?
    • making yourself a better person, not out of narcissism, but rather, in order to look better to someone beautiful who loves you. In contrast, Freudian psychoanalysis centers on fixing oneself for oneself
    • the more we thought about ourselves, the more we thought about how others had wronged us. The motivation, the heart, is key.
    • The progressive inspired ‘positive’rights for healthcare, food, education, and housing, are claims on the resources of others backed by coercive bureaucracies.
    • Il welfare degrada i caratteri. Goods and services received without struggle—and the sense of insecurity that motivates it— leads to resentment, and this leads to a vicious circle of hating the 1% even more;
    • The Bible is prescient in orienting an individual’s focus in concentric circles from him/ herself, to family, etc.,
    • In Christianity....assumes that all people are imperfect, that such is the crooked timber of humanity. A Christian does not expect heaven on Earth,
    • God.... Compared to his incredible powers, we are incredibly dumb so our greatest objective achievements in science and art are relatively lame... why God is more interested in our faith and love than any other aspect of our character.
    • Status. If you find a community of people with a shared sense of purpose, whose values inspire virtuous conduct, and whose relationships provide support, guidance, and encouragement, your life will be better.
    • people who attend religious services on a weekly basis are nearly twice as likely to describe themselves as “very happy”(45%) than are people who never attend (28%).[ 16]
    • Poor areas tend to be more religious...Relatively prosperous people are also happier, yet within these prosperous cohorts, religious people are happier.... given any level of prosperity, religion increases happiness.
    • Coda
    • In Jerry Coyne’s Why Evolution is True, he writes “the battle [for evolution] is part of a wider war, a war between rationality and superstition.
    • Wars, alas, are not known for their rationality, rather their propaganda to maintain popular support.
    • The focus on the will over reason, classical liberalism, classical virtues, love as the primal motive, that humans are by nature base, shows that the New Testament is right on all the issues that really matter.... for creating a thriving society, Christianity works.
    • we can infer transcendent forces indirectly, and most of our knowledge is inferential, not deductive. That is, we see a universal desire for purpose, the benefits in this world of living for the next
    • If you estimate rationally, there is a sufficient probability (e.g., 73%) that Christianity is true, with this probability it makes sense to act as if Christianity has a 100% probability of being correct. This is because, in any strategy that takes persistence, once you make the choice to do it you should be “all in.”In the words of a famous short green deist, “Do, or do not, there is no try.”
    • My previous attempts to create meaning within the secular humanist worldview were not failures because I did not try hard enough, but rather because you need a lot of luck to do this without God.
    • I will not find my purpose by adopting the worldview of some village in Costa Rica. That would not work primarily because I have no social connections in such a village, and without those relationships, the whole thing does not work at all, even if it works for them.
    continua
  1. Introduction - God and Stephen Hawking: Whose Design Is It Anyway? by John Lennox - #ilveroconflitto #ildiodeicolti
  2.    1 The big questions - God and Stephen Hawking: Whose Design Is It Anyway? by John Lennox #filosofoasuainsaputa #pericolodeltuono #grecicontroebrei #diotappabuchi
  3. 2 God or the laws of nature? - God and Stephen Hawking: Whose Design Is It Anyway? by John Lennox - #quantumvacuumenulla #laleggedinaturaeilnulla #bootstrap #laleggecomeagente #analogiadelmotore #lequattrocausediaristotele
  4. Da Peter van Inwagen. Teoria del male illustrata in un dialogo.

    • Credente. Propongo la mia tesi: il male è il rovescio della medaglia della libertà
    • Ateo. Ma un uomo libero significa un Dio non più onnipotente
    • Credente. Infatti ti concedo dei limiti all'onnipotenza divina: l'uomo, hai ragione, non puo' essere libero per sua natura e contemporaneamente assoggettato ai voleri divini, sarebbe contraddittorio.
    • Ateo. Un Dio buono limiterebbe i danni donando una libertà compatibilista: faccio cio' che desidero ma non controllo il mio desiderio. In questo modo Dio potrebbe instillare desideri buoni senza conculcare la libertà.
    • Credente. Ma la libertà compatibilista non è vera libertà, ciascuno vede come è limitata: l'uomo sarebbe comunque determinato da forze esterne.
    • Ateo. Ma il male nel mondo è comunque sovrabbondante!
    • Credente. Come puoi dirlo? Puo' benissimo essere che viviamo nel migliore dei mondi possibili.
    • Ateo. Perché Dio non interviene a limitare il male, almeno le conseguenze malvagie non volute dall'agente, una volta che la libertà umana è stata esercitata.
    • Credente. Potrebbe farlo solo interferendo con le leggi naturali. Dio ha fatto un altro dono all'uomo: la ragione. Se ad ogni istante mutasse il corso delle leggi per fermare le conseguenze non intenzionali danneggerebbe la nostra capacità di conoscere il mondo isolando delle leggi naturali. (IMHO)
    • Ateo. Esistono i terremoti, ovvero il male che non dipende dall'azione umana.
    • Credente. Sono per l'uomo un banco di prova. Ogni uomo è unico, oltreché libero, e Dio per giudicarlo deve metterlo alla prova in modo unico. La nostra salvezza si realizza attraverso una prova: se Dio potesse prevedere la nostra reazione in anticipo la nostra vita sarebbe pleonastica. (IMHO)
    • Ateo. Ma da cio' discende che Dio non è onnisciente.
    • Credente. Te lo concedo, anche l'onniscienza divina è limitata: non puo' conoscere cio' che non si puo' conoscere.
    • Ateo. E di fronte alla domanda/invocazione della mamma che ha perso un bimbo e dice perché a me?
    • Credente. Non abbiamo nulla da dire: noi possediamo una teoria generale del male, non una teoria specifica.
    continua
  5. 6 WHY GOD ALLOWS EVIL -   Is There a God? by Richard Swinburne - malenaturalemalemorale libertàemale conoscenzaemale bancodiprovaemale limitareonnipotenzaeonniscienza sofferenzachenobilitanoieglialtri ossessionatidalmalefisico teodiceaanimale mondosenzamalemondopiatto
  6. 2 GOD IS LOVE God Is a Trinity - Was Jesus God?  Richard Swinburne - perchèpiùdiuna causaontologicaemetafisica ripartodeicompitiadoperadelpadre perchèsolotre nopoliteismo
  7. 3 GOD SHARED OUR HUMAN NATURE - Was Jesus God?  Richard Swinburne - freudeluomodio incrnazioneattesa nestorianiemonofisiti lavitaperfetta ascensione
  8. 4 GOD ATONED FOR OUR WRONGDOING - Was Jesus God?  Richard Swinburne - reazionealpeccato maleoggettivoesoggettivo asseereditario iquattroassidelperdono analogiadellapromessascordata perdonoindebito espiazionepercontoterzi? acheservelaperfezionedigesù? significatobattesimo
  9. 15 dopo il nostro funerale - The Evolution of the Soul by Richard Swinburne - corpo nuovoocorpovecchio? animasenzacorpo? unsonnonellattesa? cervelliriattivati quantocervellociserveperesserenoi? karmaparapsicologiaeriattivazione necessitàdellaresurrezione
  10. PROLEGOMENON - The Evolution of the Soul by Richard Swinburne - neuroscienzeinutili ilpipistrellodinagel continuitàeidentità miracolistrutturanascostaoillusionismo? emergenzialismoautonomista
  11.  INTRODUCTION - The Evolution of the Soul by Richard Swinburne - credulitàtestimonianzacarità sostanzialismoeproprietarismo
  12. 8 SPLIT BRAIN - The Evolution of the Soul by Richard Swinburne - illegamecontingente ilchirurgopazzo ilmodellopiùsemplice svegliarsiinunastanzabuia continuitàdicervello lanimachevolavia 
  13. Apophenia - You are Not So Smart by David McRaney ------------ unabuonasceneggiatura narrativaematematica ilviaggiodelleroe ilmiracolomensile nuvoleputinielibrigialli allergiaalcaos

Attenti a quei due

Oggi la maggioranza dei credenti evita  di puntellare la propria fede con la ragione, al più la si utilizza per respingere gli attacchi razionalisti. Eppure la Tradizione ha da sempre messo a disposizione del dubbioso argomenti razionali a supporto, da un certo punto in poi attingere al deposito della cosiddetta teologia naturale è diventato un atto caduto in discredito. la teologia naturale cerca di ricavare da cio' che vediamo qualche notizia su cio' che non vediamo e non potremo mai vedere. Nella storia del pensiero spiccano due nomi che potrei indicare come maggiori responsabili dell'atteggiamento generale oggi prevalente quando si valuta il rapporto fede/ragione: Hume e Kant, hai detto poco. La loro critica alla logica induttiva, ovvero alla possibilità di passare da una conoscenza delle cose sensibili alla conoscenza delle cose incondizionate e inosservabili, è stata devastante. Eppure oggi sappiamo che quella critica non poggiasse su argomenti particolarmente solidi e utilizzava altresì un concetto di "conoscenza" che escludeva quella probabilistica, ovvero l'unico genere di conoscenza oggi accettato nel processo bayesiano. Del resto la scienza ha cominciato proprio nel XIX secolo a costruire le sue teorie postulando la presenza probabilista di oggetti inosservabili, peccato perché se i due avessero assistito a questa evoluzione di una disciplina che ammiravano molto probabilmente avrebbero rivisitato i loro testi.

Come giudicare una teoria

Ci sono dei criteri sulla base dei quali la persona razionale sceglie la teoria da privilegiare allorché si intende dar conto dell' esistente:
1) capacità di predirre
2) capacità di spiegare i dati già in nostro possesso
3) semplicità.
La teoria di Dio è una Teoria del Tutto che va confrontata con le altre teorie concorrenti (universi infiniti, salto quantico, stringhe...) sulle quali si impone soprattutto per la sua semplicità e la sua economia. Quanto ai primi due punti, non sono molto utili. Le teorie del tutto che consideriamo in genere sono sempre compatibili con le scienze tradizionali cosicché la loro capacità di predirre e di spiegare coincide con la capacità messa a disposizione dalla scienza stessa.

martedì 13 gennaio 2015

L' unicità dell' uomo

Cosa differenzia l' uomo dall' animale?


  1. Autonomia. Se gli animali fossero autonomi il barboncino di casa sarebbe uno schiavo e il cane che morde un violentatore da denunciare. Poiché nessuno li sente come tali cio' indica che non li reputiamo esseri dotati di personalità, ovvero si autonomia.
  2. Giudizi morali complessi. Sono preclusi all' animale. Vedi trolley problem o aborto. Solo l' uomo "calcola" il comportamento etico più corretto.
  3. Principi astratti. Anche se un certo comportamento etico (pro-sociale) si osserva pure negli animali non è mai riferibile a principi astratti ma sempre  all' utilità del gruppo specifico di appartenenza.
  4. Linguaggio generativo. Lo possiede solo l' uomo e con esso elabora in modo ricorsivo i concetti che ottiene ottenendone un assortimento potenzialmente infinito. L' animale si limita a poche e limitate elaborazioni.
  5. Astrazioni. Le scimmie più simili all' uomo possono programmare giusto per 20 minuti: il tempo che ci mette il maschio alfa a sfamarsi. L' uomo, al contrario, sa che se mangia una fetta di torta non ingrassa tuttavia non la mangia ugualmente perché sa generalizzare e vede gli effetti nocivi a lungo termine, questa è una caratteristica sua propria e spiega come self control e coscienza siano connessi.
  6. Coordinamento. Una distinzione qualitativa si rende necessaria per coordinare epistemologia e filosofia politica in tutto armonico: non posso dire "gli uomini sono eguali tra loro" senza avere una chiaro e distinto concetto di Uomo.
  7. Differenze qualitative. Confrontate l' elaborato di uno scimpanzé che scrive a macchina e la Divina Commedia. Esistono differenze qualitative? Forse no, ma...
  8. Cultura e simboli. L'animale cucciolo reimpara cio' che in precedenza ha imparato suo padre, in questo senso non progredisce. L'uomo, attraverso i simboli, trasmette in breve tempo il sapere accumulato alle nuove generazioni, anche per questo il progresso è possibile.
  9. Solo l'uomo ha il desiderio di giustificare cio' che fa. Fornire ragioni che vincolino anche i comportamenti futuri.
  10. Some we love di Hal Herzog
  • Oggetto: l interazione uomo animale.
  • Pensare agli animali è una sfida logica continua. Le contraddizioni sono la norma. Ottima occasione x vedere quanto conti la pancia.
  • La grande e confusa morale di mezzo.
  • Gli ex vegetariani sono più numerosi dei vegetariani
  • Che bello rilasciare uccelli che moriranno certamente.
  • Per il cane nn si va in vacanza.
  • Nutrire il boa con i gattini. Ci si lamenta ma i gatti sono killer spietati. Il boa mangia molta meno carne. Milioni di gatti sono soppressi
  • Gente che dopo l incidente cambia il suo rapporto con gli animali
  • Gente che ha due tipi di cane caccia e compagnia e li tratta molto diversamente
  • Il cane: prima ragione di conflitto tra o vicini. Dopo i rumori.
  • Corea: il cane cucciolo di casa x anni viene poi mangiato.
  • Cap 1
  • Abbiamo il diritto di usare animali intelligenti x curare un autistico?
  • Il tuo cane ti somiglia? Sì.
  • Chi a i cani è più: empatico estroverso scrupoloso. Il gattaro è più emotivo e curioso.
  • I ragazzi che torturano animali sono violenti? No solo curiosi.
  • Cap 2 l importanza di essere carini.
  • L amore x i gattini è istintivo. L odio x i serpenti è un misto natura cultura. È molto più prob morire x un cane.
  • Il linguaggio che utilizziamo guida la ns relazione con a: l esempio della cucina. Attivisti: prigione d acqua x acquario.
  • la cultura conta. gli insetti: in usa sono odiati in giap amati e considerati carini
  • l'esecuzione di un cane pericoloso: assurda per la ragione, soddisfacente per la pancia.
  • haidt: nelle decisioni etiche il cuore prevale. pulire il cesso con la bandiera americana. l'incesto protetto: comportamenti offensivi senza danno per nessuno. disgusto: condanniamo senza saper dire perché.
  • trolley problem: 1) uomini > animale 2) con solo animali coinvolti l'utilitarismo è molto più spinto
  • altra stranezza: più lontani siamo dagli animali più ne abbiamo considerazione 8oggi viviamo tutti in città).
  • l animalismo avanzato dei nazi
  • antropomorfizzazione (proiezione della ns mente sugli animali. spesso errata: il sorriso del delfino, lo sbadiglio del babbuino, lo strofinio del gatto, il pentimento del cane che l ha fatta sul tappeto. d altronde l'antropomorfismo è tutto cio' che abbiamo. per un antropomorfismo critico.
  • a che ci serve il nostro cervello? a metterci nei panni degli altri. forse qs funzione ci è servita per predare
  • cap. II perché solo gli uomini amano i cuccioli?
  • l effetto cuccioli come lubrificante sociale
  • regalare un cucciolo. due storie opposte: una tragedia e una favola.
  • una teoria: amiamo i cuccioli perchè ci fanno sentire necessari.
  • altra teoria: soddisfa il ns istinto materno/paterno
  • cap. 8 l uso degli animali nella scienza
  • esperimento di milgram: la violenza di routine passa inosservata. con gli animali da laboratorio puo' essere così.
  • per cartesio l animale è un robot non puo' soffrire
  • sondaggio tra scienziati: sì gli animali soffrono
  • esperimenti: il gatto è empatico: soffre nel vedere un suo compagno soffrire (ma solo se è stretto parente)
  • lo status morale degli alieni e dei bambini handicappati
  • lo sguardo il cervello di et e la coscienza di et
  • teoria 1: gli animali con cervello più grosso possono sottomettere quelli con cervello più piccolo
  • teoria 2: gli animali dotati di certe abilità linguistiche possono sottomettere gli altri
  • inconveniente teoria 2: i down?
  • difficile trovare una asticella abbastanza alta da escludere i non umani e abbastanza bassa da includere gli umani difettosi.
  • eppure la pancia ci dice che sarebbe crudele sperimentare sui bimbi senza cervello. dobbiamo considerarla un'eccezione. eppure la pancia di altri parla loro altrimenti: meglio un anacefalico che un gattino.
  • la ricerca è utile? chi nega l' utilità sui topi chiede scimmie.
  • per gli animali l etichetta conta anche di più: per noi c è un abisso tra il randagio e il cucciolo di casa. molto più che tra il familiare e lo sconosciuto.
  • sono i gattini animali? per alcuni psicologi sono solo costruzioni sociali.
  • l animalista che fomenta il risentimento verso gli animali.
  • cap 10 come convivere conl'incoerenza
  • complessità morale implica paralisi morale?
  • le intuizioni morali variano da soggetto a soggetto
  • una buona filosofia: tutto è più complicato di quel che si pensa
  • imho: una soluzione: kantismo per gli uomini utilitarismo per gli animali. tutti gli altri soggetti sono cose. considerato che la sensibilità tra i soggetti varia molto l'utilitarismo è piuttosto spinto a favore dell'uomo.
  • il dibattito classico in breve: 1) gli animali non hanno diritti perché non hanno responsabilità 2) ci sono uomini con pesanti ritardi mentali che comunque hanno diritti 3) li hanno in quanto appartengono alla specie umana 4) ma questo è specismo!? 5) non è detto, prendi il caso della pena di morte: non l'applichiamo per paura di errori e abusi, allo stesso modo è prudente non azzerare i diritti degli invalidi. 6) e la sofferenza degli animali? 7) giusto tenerne conto: applichiamo una morale utilitarista per gli animali e assolutista per gli uomini: tormentare animali per noia è sbagliato.
continua
  1. Il giudice Posner sui diritti degli animali (dibattito con Singer):


    1. Gli animali sono diversi dagli uomini, chiunque lo riconosce. Il fatto poi che la loro diversità si concentri nelle facoltà cognitive li rende "radicalmente diversi";
    2. Concedere diritti agli animali non sembra beneficiare in alcun modo la comunità umana.
    continua 
  2. il biologo evoluzionista Marc Hauser, docente presso l’Harvard University e uno dei maggiori esperti nel campo della cognizione animale e umana, ha proposto che sia più interessante studiare le differenze tra animali e uomo piuttosto che rimarcare le analogie, tanto da coniare il termine, “humaniqueness”, per sottolineare il divario insormontabile tra uomini e animali. «Non siamo animali», ha scritto nel 2008 il celebre evoluzionista americano. «Dimenticate tutte le notizie sul nostro patrimonio genetico comune con gli scimpanzé. Questi dati sul patrimonio genetico comune non ci danno alcuna informazione sul problema della nostra unicità, la nostra humaniqueness
  3. GOD, LOCKE, AND EQUALITY Christian Foundations of 'John Locke's Political Thought di  JEREMY WALDRON -     prima parte cap- 3 Species and the Shape of Equality
    • xchè nn possiamo omettere la dimensione religiosa in locke?
    • rawls ha bisogno di premettere il valore dell uguaglianza ma nn vuole compromissioni religiose
    • relazione comando/comandante
    • es. nn uccidere l altro... xchè anch esso è a immagine di dio... che relazione c è tra la prima e la seconda parte (quella religiosa)
    • le ragioni di un comando ci consentono di capirlo meglio? sì quando il predicato è astratto e indeterminato
    • nel precetto dell eguaglianza tra uomini il termine umano riceve il suo contenuto dall affermazione religiosa
    • contenuto del comando e ragioni del comando nn sono sempre separabili ma interagiscono specie nei comandi astratti: siate onesti. questo fatto mette in crisi i nn cognitivisti
    • "gli uomini sono uguali"... il concetto di uomo è in parte determinato dal comando e nn solo viceversa
    • la necessità di definire l umano spiazza rawls e i laici
    • @@@
    • il principio di eguaglianza fa della specie umana qualcosa di speciale
    • una filosofia che nn distingue tra specie crea grave danno alla filosofia ma x distinguere occorre introdurre l elemento religioso
    • il dominio dell uomo sul creato
    • .....
    • Macintyre's observation:... arguments of John Locke concerning basic equality and individual rights were so imbued with religious content that they were not fit, constitutionally, stitutionally, to be taught in the public schools
    • Why are we not able to bracket off the theological dimension of Locke's commitment to equality?
    • Why can't we put the religious premises in parentheses?...this hope is crucial for modern secular liberalism.... Rawls's system definitely requires a premise of equality... but I am doubtful that this Rawlsian strategy will work.
    • Rawlsian strategy... religious content has a purely external relation to the equality principle. By an external relation, I mean a relation that does not go to the meaning
    • Consider, for example, the relation of some proposition about a commander to the content of his command.
    • For example, the Sixth Commandment has a content "Thou shalt not kill" which seems logically quite independent of any proposition about... what one might call the preface to the Decalogue "I am the Lord thy God,
    • The commandment to Noah prohibiting murder cites as a reason the fact that potential victims of murder are made in the image of the person (God) who has issued the commandment.... There the religious aspect seems to have an internal relation to the commandment,
    • Someone might object that this confuses content with reasons....the fact that P is cited as a reason for Q doesn't mean that P is indispensable for understanding the meaning of Q
    • Now this is sometimes true, especially where the reasons in question establish nothing but an instrumental relationship.....I think the Rawlsians overestimate the extent to which it is true generally,
    • Abstract principles of justice and rights characteristically need to be filled
    • I have argued this elsewhere with regard to John Stuart Mill's "Harm Principle."8
    • I think this is particularly the case where a moral principle involves predicates whose extension is not given determinately apart from the principle in question.
    • I believe this is also true of the predicate "human" in the principle of basic human equality.
    • in Locke's account, the shape of human.....is not in the end separable from the religious reasons... If someone arrives at what purports to be a principle of human equality on other grounds (e.g., non-religious grounds), there is little reason to believe that that principle will have the same shape or texture as the Lockean principle....
    • Many non-cognitivists assume that moral positions are subjective responses to factual features
    • They think this is true not just of moral positions like "Causing pain is wrong," where it is clear that we can use the descriptive words "causing pain" to identify the actions concerned... but also that it is true of moral positions involving "thick" moral concepts, positions tions like "Honesty is the best policy" and "Courage cannot be taught."... concepts like honesty and courage can be analyzed into descriptive components referring to some fact about the world
    • John McDowell and others have expressed doubts about the general applicability of this pattern of analysis. What, asks McDowell, makes us so confident that we can always disentangle the descriptive properties from the evaluative response?
    • The descriptive features underlying a given normative attitude might well seem weird or "shapeless""
    • I think a version of McDowell's point may apply to the concept human embedded in our commitment to equality.... But our concept human may be partly shaped by our commitment to equality,
    • Locke's religious premises help to make sense of or give shape to a certain cluster of human characteristics
    • shapelessness point deprives the Rawlsians and others who favor the bracketing approach
    • All men are equal...These are familiar egalitarian propositions. To whom do they apply?...I shall devote the rest of this chapter to an exploration of some of the extraordinary difficulties thatJohn Locke gets into as he tries to answer these questions,
    • John Locke asserts as a matter of principle the fundamental equality of all members of the human species. Members of this species have a special status, or occupy a special moral position quite unlike that of any other animal....any parallel for the co-members of any other species.
    • But in his philosophy of science...Locke comes very close to saying that there are no such things as species....species are at best just human conventions... The danger that this poses to the moral and political argument is enormous.
    • Locke is not a pragmatist, like (say) Richard Rorty, proposing to keep a whole moral system tem afloat by using some conventional commitments to evaluate others.13 His approach in the Two Treatises and in his other political writings is explicitly plicitly foundationalist,
    • A causa di qs difficoltà... we have been taught by historians of the Cambridge school- in particular ular Peter Laslett and his followers to assume that Locke's politics can and should be studied in more or less complete isolation from the rest of his philosophy...."Locke is, perhaps, the least consistent of all the great philosophers,
    • Ma... The actual evidence cited for Locke's having contradicted himself was always quite slight
    • Well, I believe they are wrong...it is not just a matter of noticing the difficulty and then winching down God to resolve it.
    • Locke talks about God's decision to "make a Species of Creatures, that should have Dominion over the other Species
    continua
  4. GOD, LOCKE, AND EQUALITY Christian Foundations of 'John Locke's Political Thought di  JEREMY WALDRON -     seconda parte cap. 3 Species and the Shape of Equality
    • the importance that Locke attaches to the dividing line between human and non-human species
    • "The entire cosmos is the work of God....It is an ordered hierarchy, a `great chain of being', in which every species has its station, its rank."...
    • Locke's human egalitarianism depends crucially on the clarity and intelligibility of the species-boundaries.
    • we turn to the Essay Concerning Human Understanding. standing. What Locke says there about species is almost entirely at odds with the conception of species-hierarchy
    • Locke envisages ages a series of created beings, ascending from the lowest entity to the highest... But it ascends up from us "by gentle degrees"... this chain of being forms a continuous series of entities..."no Chasms, or gaps" between beings
    • We language-users have no choice but to confront this continuum with words............difference between this particular cat and that particular dog. Nothing in nature shows that these resemblances and differences categorize themselves into essences.... there is no reason to think that our tendency to organize resemblances into clusters under the auspices of general species-terms reflects anything other than our propensity as language-users to make use of general words.
    • I think this offers little in the way of assistance for our use of the concept species in moral and political theory....Locke's account of real essences is far from straightforward...I believe it is basically a pragmatic one:
    • Sometimes Locke presents the unavailability to us of objective real essences as a reflection of the limitations on our knowledge.
    • In general, we seem to have here a pretty thorough-going anti-realism, so far as species are concerned.
    • the putative boundaries between humans mans and other animals are blurred in a number of ways. Fetuses are sometimes oddly shaped, familiarly shaped humans often vary enormously mously in their rational abilities, some allegedly non-human animals have been rumored to have the power of speech, humans have been known to interbreed with apes (Locke alleges), and so on:
    • The fact is, says Locke, that you are likely to get disagreement among people as to how to draw the boundaries of the species:
    • which internal features caught our attention would be a matter ter of which were inherently interesting to us....it is our interests that would dictate what revisions we made in (what we called) the essence of man.
    • when he talks about fetal monstrosities, Locke says that there is a question about whether the entity is entitled to baptism.....I think this shows the absurdity of the Laslett suggestion that we have, on the one hand, Locke the philosopher (uninterested in normative implications) and, on the other hand, Locke the political theorist (uninterested in philosophy).
    • On the face of it, the implications of Locke's skepticism about species are pretty serious. If the boundaries of species are made by men and not given by our Creator... "the same individual will be a true Man to the one [party], which is not so to the other"... Locke's comment in Book IV of the Essay, on how an English child might "prove" that a negro is not a man, is really quite disconcerting in this regard.4°
    • by rejecting essentialism, Locke is undercutting those theories of human inequality that depend on "essentializing" superficial characteristics like skin color or sex organs. Kathy Squadrito says, for example, that Locke's rejection of external form as real essence means that he doesn't really think there is an important portant difference between men and women.4'
    • the point about Locke's anti-essentialism is that it leaves the field wide open for anyone to draw the boundaries...It leaves him with no naturalistic basis whatsoever for distinguishing those creatures
    • Maybe this should boost the morale of anti-speciesist defenders of animal rights; but it is hardly calculated to cheer those who think there is something special about humans and human equality.
    • Locke is also supposed to have committed himself to a fundamental principle of equality: members of the same species are naturally equal in authority, whatever the other differences between them. But now that species-based notion has collapsed...Locke seems to have deprived himself of the resource he needs to limit
    • My strategy in this chapter is to show the indispensability for Locke's theory of equality of the religious aspect of his argument
    • In biblical revelation, the only direct intimation of a basis for the distinction of the human species is descent from Adam.... Anyway, a purely genealogical basis for equality and inequality would be practically inadequate.
    • Locke says in his political philosophy that any basis for inequality must be evident, clear, and mmnifest.
    • Senso comune. So what is to be done? I think that in order to make Locke's account of equality in the Two Treatises consistent with his discussion in Book III ofthe Essay, we have to forget about real essences, and abandon the emphasis on species altogether. I think we should focus instead on   real resemblances between particulars:... We must ask which resemblances are actually doing the crucial work... That will give us his definition of humanity...
    • .The emphasis now is on characteristics not on species or ranks of species. The domain of equality will simply be the domain of relevant similarity ity i.e. the possession of faculties that can be regarded as the same or (relevantly) similar.
    • Our heuristic now is emphatically...we have to start from the idea of a similarity among faculties that would be robust enough to sustain
    • focusing moral attention not on species, but on the complex property of corporeal rationality.... the detail of the issue about species can be left as a purely speculative problem for the naturalists and philosophers.
    • Locke. The key, he says, is corporeal rationality...It is intriguing, though, that corporeality is also invoked... This little point, I believe, is quite unintelligible apart from the moral theology. ogy. Locke speculates that there are all sorts of rational beings in the cosmos
    • .I don't think he is attempting to commit the naturalistic fallacy by inferring our normative equality from some factual similarity. He says in the Second Treatise that the connection is "evident" (2nd T: 4), but that this is not the same as saying that it is logically implied... like angels, for instance,
    • Let us turn now to the rationality criterion....Unfortunately,...non-human animals have minds,... Since they are "not bare Machins (as some would have them), we cannot deny them to have some Reason"
    • There are degrees of rationality, both among those we are pre-theoretically inclined to call humans and in a broader class of animals...On this gradual scale, who gets the benefit of equality?
    • There is, for example, the human fetus, which, Locke says, "dfers not much from the State of a Vegetable...lunacy, idiocy.......Infants are a slightly different case,.... Locke's argument is that they are to be treated as beings destined for equality, though not our equals at present.... And finally there are the familiar distinctions between the wise and the silly,
    • If there is, as Locke says, "a difference of degrees in Men's Understandings...there is a greater distance between some Men and others in this respect than between tween some Men and some Beasts" (E: 4.20.5), then how can we work with or justify any notion of basic equality?
    • that, considered as tabulae rasae, our minds are all the same, and that the intellectual differences between us are simply a matter of input and exercise.
    • In Book II of the Essay, he argued that what distinguishes humans from other animals is not their capacity to reason per se - for brute animals have some sort of reason - but rather the "power of Abstracting," the capacity to reason on the basis of general ideas.... So, maybe this is Locke's equality-threshold.
    • But he quickly indicates that many who bear the nominal essence of man lack the ability to abstract. Many of those we call idiots
    • Locke is not offering this capacity to abstract as the real essence of the species human. He is offering it as an interesting resemblance among all the beings
    • for Locke the real resemblance on which basic equality rests the ability to form and work with abstract ideas must work rather like what modern political philosophers call a range property....A range property may be understood in terms of a region on a scale.... we may use the binary property of being within the range,l... In John Rawls's own use of the idea, the relevant range property is the capacity for moral personality.
    • Relative to the interest driving the specification of the range property, the precise location tion of an entity on the scale is uninteresting. That it is Within the range is all we need to know...Is there anything which can do this work for Locke?
    • No matter how inadequate the average human intellect is for a "universal, sal, or perfect Comprehension," it yet secures their great Concernments, that they have Light enough to lead them to the Knowledge of their Maker, and the sight of their own Duties... The existence of God, Locke believes, is something that can be established by the unaided human intellect, whatever that intellect's other limitations.
    • God .... He has conferred on those whom He intends to serve Him the rational power that is required for easy recognition of His existence.... Anyone with the capacity for abstraction can reason to the existence of God... he has the minimal capacity to think of himself as a person.
    • The fact that a being can get this far, intellectually, by whatever route, shows that he is a creature with a special moral relation to God.
    • if I catch a human in full possession of his faculties, I know I should be careful how I deal with him. Because creatures capable of abstraction can be conceived as "all the servants of one Sovereign Master,
    • That, it seems to me, is the interest that is driving and shaping Locke's moral conception of "man," and motivating the interest in the particular range of capacities that forms the basis for Lockean equality.
    • Someone in denial of or indifferent to the existence of God is not going to be able to come up with anything like the sort of basis for equality that Locke came up with.
    • There is no reason for an atheist to recognize such a threshold... The atheist has no basis in his philosophy for thinking that beings endowed with the capacity that Locke emphasizes are for that reason to be treated as special and sacred in the way Locke thought.
    • Locke's equality claims are not separable from the theological content that shapes and organizes them. The theological content cannot simply ply be bracketed off as a curiosity
    • Lockean equality is not fit to be taught as a secular doctrine; it is a conception of equality that makes no sense except in the light of a particular account of the relation between man and God.
    continua
  5. 2. 1 PT - L’importanza di essere teneri Perché pensiamo ciò che pensiamo delle creature che non pensano come noi - Amati, odiati, mangiati: Perché è così difficile agire bene con gli animali  by Hal Herzog - #animalenazista #noncirestacheantropomorfizzare #neipannialtrui #alleradicidelpeccato originale
  6. 2. L’importanza di essere teneri Perché pensiamo ciò che pensiamo delle creature che non pensano come noi - Amati, odiati, mangiati: Perché è così difficile agire bene con gli animali by Hal Herzog - #waltdisneybiofoliaco #lesteticaètutto #irrazionaliconanimali #guerradiparole #trolleyperanimali
  7. CHAPTER 1 A PUZZLING PRIMATE - The Secret of Our Success: How Culture Is Driving Human Evolution, Domesticating Our Species, and Making Us Smarter by Joseph Henrich #giocodelsopravvissuto - #intelligenzachenonspiega @obbedienzarito #ilgrandecumulo @infanziavecchiaia
  8. PREFACE - The Secret of Our Success: How Culture Is Driving Human Evolution, Domesticating Our Species, and Making Us Smarter di Joseph Henrich - #untipomoltospeciale #redelpianeta
  9. CHAPTER 2 IT’S NOT OUR INTELLIGENCE - The Secret of Our Success: How Culture Is Driving Human Evolution, Domesticating Our Species, and Making Us Smarter by Joseph Henrich - ildominiodelpianeta adattamentosenzamutazione lesploratoredisperso bambinovsscimmia rattiemanocalda





Educazione sentimentale

IMHO: penso francamente che il carattere uno lo erediti.

Con grandi sforzi puo’ cambiarlo (o possono cambiarglielo gli educatori), ma solo temporaneamente, proprio perché i grandi sforzi non possono che essere temporanei: la natura poi è flessibile e torna al suo stato di partenza.
E l' educazione? L’ educazione è un atto d’ amore più che di utilità. L’ utilità svanisce presto ma l’ amore  resta in chi l’ ha ricevuto. Resta innanzitutto in termini di riconoscenza (o risentimento) verso l’ educatore, meno in termini di conquiste sul campo, soprattutto caratteriali! Il resto è istruzione, e serve anche quella.

Detto questo quel che un tipo combina nella vita puo’ variare anche di molto, a parità di carattere.

Qui, infatti, entrano in gioco circostanze e fortuna (e sulle circostanze, vorrei dire, l’ educatore puo’ comunque incidere anche se indirettamente, ovvero puo’ indirizzare il figlio verso certi incontri e certe scelte che si riveleranno felici per lui). Senza dimenticare che, in un mondo dove “lo sbatter d’ ali di una farfalla procura cataclismi”, anche la nostra poca libertà – per chi crede che esista - fa la differenza.

Da quanto ho detto si sarà capito che "ambiente” è un termine un po’ ambiguo: di sicuro incide ma bisogna separare l’ ambiente che modifica le nostre doti interiori da quello che le fertilizza in modo opportuno. L' esistenza del secondo è indubitabile (va cercato e costruito), quella del primo molto più incerta.

Io sono un “tesoro” ma se non avessi incontrato le persone giuste, avrei anche potuto essere un killer, a prescindere dall' amore e dalla cura ricevute. Altri sono amabili per loro natura, anche in situazioni estremamente critiche.

La famiglia è un posto dove puoi vedere le persone da vicino, per quello che sono dentro e non solo per come fruittificano nell' ambiente in cui si vengono a trovare. E’ un posto quindi dove puoi toccare con mano l' eventuale differenza non spiegata tra doti e risultati, il posto migliore per non cadere nella  just-world-fallacy.

lunedì 12 gennaio 2015

L' austerity americana

Kids Prefer Cheese: What is Dead can never Die: American Austerity Edition:



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Ferrara, il semplificatore

Ferrara contro chi vuole penalizzare i gay:

"... c’è The imitation game in tutte le sale: se avessero messo Alan Turing in un sanatorio per froci, oggi saremmo tutti sudditi del Terzo Reich, molto probabilmente..."

Risposta immaginaria dell' omofabo:

"se l' omosessualità è almeno in parte ereditaria, in assenza dello stigma sociale connesso ad essa il padre di Alan Turing non si sarebbe sposato e non avrebbe generato suo figlio... e oggi saremmo tutti sudditi del Terzo Teich, molto probabilmente"

Morale: le cose sono sempre più complicate di come le mette giù Ferrara.

***
Il bello poi è che chi concede alla scienza il monopolio della conoscenza – e tra costoro ci sono molti atei – deve accettare l’ ipotesi dell’ omosessualità/malattia (genetica, germinale o psicologica) come la più plausibile.

Contare e pesare

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sabato 10 gennaio 2015

Trattare con la bestemmia

Riccardo Mariani:



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Austerità e crescita: nessuna correlazione

Very good sentences about austerity:



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la politica monetaria è un cuscinetto sufficiente

Franco Cardini sul Dio di Hitler

Riccardo Mariani:



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Sul piano delle formulazioni politiche, quindi, Hitler si rifugiava in apparenza dietro una concezione «laica» (del resto condivisa da molti governi europei seguiti alla rivoluzione francese) dei rapporti fra le Chiese e lo stato. Da una parte, riteneva giusto accordare una libertà di culto limitata soltanto dal rispetto della legge, dall’altra esigeva che le autorità ecclesiastiche si astenessero dall’influire in un qualunque modo sulla politica e ribadiva con fermezza che la fede religiosa doveva restare un problema di coscienza personale. Posizione coerente e moderata soltanto in teoria: ché, per essere tradotta in pratica, avrebbe preteso da parte delle Chiese il più acquiescente silenzio nei confronti delle scelte radicalmente anticristiane del nazionalsocialismo (prima fra tutte la legislazione razzistica) e da parte dei sudditi cristiani del Terzo Reich l’obbedienza a norme che ferivano le loro coscienze in cambio della libertà di culto esteriore.

http://www.gliscritti.it/blog/entry/2908