giovedì 29 novembre 2012
Iudicium Aquae Fervantis
Libertari: due stili educativi
Uno punta sul mercato e uno sulla libertà.
In realtà si tratta di atteggiamenti diversi in tema di regole.
Il passaggio decisivo cerca di ricucire:
Are there any obvious reasons for the differences in our child-rearing strategies? One is that we had two children, they had five; the advantages of decentralized market decision making are typically greater the larger the number of people being coordinated. Another is that they had their children younger than we did, and were probably under greater financial pressure as a result. While imposing market discipline on children should be doable under almost any circumstances, it's more convincing when money is tight—a policy of "I won't buy that for you even though you really want it; you have to earn the money yourself" feels artificial, to the parent and perhaps to the child, when it is obvious that the cost of everything the child wants is small enough to be entirely insignificant to the parent's economy. That is one reason I have suggested in the past that World of Warcraft may provide a better way of teaching the same lessons to the children of well off parents; the budget constraint within the game is real.
mercoledì 28 novembre 2012
Sanità: USA vs. UE
http://www.foxnews.com/opinion/2012/11/16/what-world-doesnt-know-about-health-care-in-america/
Negli usa molti milioni di cittadini non hanno accesso alla sanità. Lo si sostiene spesso.
Alla stessa stregua si potrebbe dire che in Europa una proporzione ben maggiore di cittadini è vittima del diniego di cui sopra.
Questo, almeno, dopo una sentenza della Corte Canadese nella quale si legge: "avere accesso a una fila d' attesa non equivale ad accedere alla sanità...".
Qualche ragione ce l' hanno pure i giudici canadesi se si va a guardare le cause di morte: da noi la "fila d' attesa" è tra le prime.
Fortunatamente è una morte dolce, una specie di eutanasia, non sembra irritare la vittima e per molti la diagnosi ottenuta un mese dopo è la medesima che si sarebbe ottenuta un mese prima, le differenze non verranno mai alla luce ed è facilissimo stendere un velo pietoso e tirare innanzi vantando i pregi della nostra sanità, soprattutto la sua economicità.
A proposito di economie, avete notato che Veronesi è sparito dalla circolazione? Forse è perché predicava la necessità di continui controlli per sconfiggere il cancro. Ma continui controlli = spesa alle stelle. Meglio non esporre troppo il vecchietto in questo periodo.
Mia mamma, reduce da un' operazione delicata, annualmente si sottopone a screening, colonscopia, esattamente. Ieri ha fatto l' esame. Tutto bene, che torni pure tra tre anni. Probabilmente l' hanno condannata a morte ma l' annuncio non sembrava certo lugubre, di certo non scalfisce la reputazione del nostro sistema sanitario e per molti non è nemmeno un buon motivo per rivolgersi al privato. Ha parlato o non ha parlato la Voce del Padrone? Persino la persona razionale non si sente di dare molto peso se la condanna è solo statistica e se te la infliggono che sei ancora sana.
Noi europei siamo così, con il trattamento uguale per tutti impartito dal Prete/Medico si crepa festeggiando, se fosse per noi i costi sanitari potremmo pure azzerarli, basta che ci dicano in modo ufficiale come dobbiamo crepare e che gli ordini siano uguali per tutti. Ci piacciono le scene ben costruite, e quindi si badi bene che la diagnosi provenga dalla spaziosa fronte corrugata del Luminare Unico, anche se è solo un ventriloquo del ragioniere ministeriale.
Lo zingaro insudiciato
Questi personaggi mi hanno incuriosito e ho cercato di informarmi, ora vi rendo partecipi di quel che ho scoperto.
Come regolano dunque la vita sociale? Qual è il segreto del loro successo?
La mia impressione è che sopravvivano grazie al fatto di aver respinto ogni forma di laicità.
Ma andiamo per gradi e cominciamo a capire di cosa campa uno zingaro. In cosa consiste la sua vita mondana?
Svolgono un' unica attività - la predizione del futuro - oggi però molto in crisi, cosicché hanno virato il loro core business sull' elemosina. All' apparenza non sono molto alacri e questo perché colludono: l' autorità del campo suddivide in comparti la città evitando ogni forma di concorrenza.
Di solito noi li consideriamo ladri ma il ladrocinio non è una pratica canonica. Piuttosto, sono oggetto di ammirazione gli zingari che riescono a frodare il loro cliente nel corso dell' elemosina o della lettura della mano, così come brilla la reputazione di chi froda i programmi di welfare. La dedizione al furto più genuino discende forse da queste inquietanti premesse e, nonostante tutto, è giudicata una degenerazione anche presso i gitani.
Nel campo la criminalità è bassa: gli zingari non rubano tra loro e, anzi, sono piuttosto ligi nell' osservanza delle regole, fenomeno sorprendente visto che nel campo non esiste una polizia o roba del genere e visto anche l' ammonimento di voci autorevoli per cui homo hominis lupus...
Così com' è illegale la loro attività economica, sono illegali anche molte attività civili: le mogli si comprano e spesso ci si sposa ad età in cui da noi nemmeno è possibile esprimere un consenso. Cosicché quando ci si lascia non si puo' certo andare in tribunale per far valere i propri diritti, bisogna arrangiarsi attraverso altri canali.
Lo zingaro tipo vive dunque immerso nell' illegalità ma illegalità non significa mancanza di leggi: come potrebbe mai coniugarsi la mancanza di leggi con un simile successo evolutivo della razza? Dove sta il trucco?
Lo zingaro crede nella magia.
Con la gonna non si cucina, bisogna indossare il grembiule. La donna coi mestrui, poi, non cucinerà mai e mangerà appartata distruggendo piatti e posate (di solito finiscono nel Bozzente). L’ esposizione alle parti basse del prossimo va evitata con cura: guai a chi segue dappresso qualcuno su una scala, specie se donna, pena la contaminazione.
Sesso anale e orale sono banditi e le nudità sono tabù. La donna, tanto per dire, deve svegliarsi con congruo anticipo sull' uomo in modo da non farsi vedere allorché esce dal letto e si prepara. In ogni caso, a meno che non sia completamente vestita, deve mostrarsi sempre di schiena camminando come i granchi. I vestiti di lei non potranno mai essere lavati con quelli di lui, in caso di errore si butta tutto. Uno zingaro evita persino di sbadigliare pur di non evocare il letto, luogo impuro quant' altri mai. E non sentirete mai uno zingaro dire che si assenta per recarsi alla toilette: certe parole sono tabù.
Per le mani il discorso si fa complesso vista la loro continua spola tra parti basse e parti alte del corpo. Il lavacro è importante per decontaminarle almeno una volta al giorno: non deve mai avvenire in contenitori dediti ad altri usi.
Cani e gatti sono infetti poiché dediti all' orribile leccaggio dei genitali ma il più infetto d tutti è il non-zingaro. Io, per esempio. Se invitato nel loro campo mi assegneranno uno sgabello opportunamente ricoperto da uno spesso preservativo, non si sa mai. In ogni caso non sperate di entrare nella loro dimora, i timori di contagio sarebbero troppi.
Gli zingari credono dunque nella magia, non solo, della magia bisogna tener conto in ogni piccolo atto quotidiano. La loro magia è ipertrofica. Una vita d' inferno per chi non dovesse condividere questa fede. Considerando che l' adesione alla tribù è completamente volontaria, capiamo bene perché la fede nella magia sia solida e pervasiva tra i membri della comunità: ogni individuo è immerso in questo mondo fin da piccolo e
sviluppa in questo senso un capitale umano e sociale notevole.
A questo punto il gioco è fatto, basta equiparare i crimini mondani ai peccati d' impurità. Chi uccide uno zingaro è dichiarato impuro, proprio come chi non si lava le mani o non fa tre inchini prima di entrare in casa. Lo stesso dicasi per chi ruba a uno zingaro.
Una punizione tremenda se hai passato la vita (tutti i santi giorni che il dio degli zingari manda in terra) a mantenerti puro trovando perfettamente sensato questo sforzo. Ma soprattutto una punizione che si auto esegue senza bisogno di polizia e corti d' appello.
martedì 27 novembre 2012
Pagare la rca auto per chilometro percorso e non per auto
http://www.brookings.edu/~/media/Research/Files/Papers/2008/7/payd%20bordoffnoel/07_payd_bordoffnoel.PDF
Il ciellino e i suoi nemici.
… nelle società primitive in cui predominava un’ “economia di rapina” e dove era alto il rischio di saccheggio e schiavizzazione poteva risultare razionale impoverirsi volontariamente attraverso gesti pubblici eclatanti e non falsificabili in modo da trasformare se stessi o la propria comunità in una preda meno ambita evitando così di dover sopportare i costi di una guerra di difesa… la strategia dell’ auto-impoverimento e dell’ erosione volontaria di parte delle proprie ricchezze era dunque funzionale alla conservazione delle medesime… la strategia dell’ auto-impoverimento spiega molti fenomeni spesso ritenuti irrazionali: i sacrifici umani, i monumenti tombali maestosi (es. piramidi), la sepoltura con le proprie ricchezze, il rifiuto verso lo sviluppo possibile in molti paesi poveri… Zomia, Zingari, monaci medioevali, Esseni… cio’ che caratterizza questi soggetti non è tanto una preferenza particolare in tema di povertà, quanto una spiccata vulnerabilità alla predazione esterna tale per cui l’ auto-impoverimento si presenta a costoro come una strategia disponibile e poco costosa volta alla difesa efficiente dei diritti di proprietà minacciati…
LETTURA:
http://www.peterleeson.com/Human_Sacrifice.pdf
http://www.coordinationproblem.org/2012/11/law-economics-and-superstition-human-sacrifice.html
lunedì 26 novembre 2012
Donne, uomini e biologia
Animali processati
Il mandante dei femminicidi
E' l' omicidio di una donna da parte del suo partner. Di solito si verifica quando la vittima sta cercando di abbandonare il suo futuro carnefice.
Questa violenza estrema sulle donne è un fenomeno recente?
Non saprei dire, non ho ancora messo gli occhi su statistiche ben fatte. Posso supporre che a parità di tutto il resto quanto più è facile "abbandonare" il proprio partner, tanto più frequentemente s’ innescherà la violenza.
Ma la nostra società è particolarmente violenta nei confronti delle donne?
In termini assoluti è piuttosto vero il contrario: per ogni donna che muore in modo violento ci sono sei maschi ammazzati. Lo dico a prescindere dal sesso dell' assassino, che è quasi sempre maschile.
Già, perché il maschio per sua natura è più violento...
Dal punto di vista psicologico non direi, la violenza femminile è differente, questo sì: si concentra sulle relazioni personali restando refrattaria alle astrazioni (come le violenze di guerra, dove sei chiamato ad uccidere degli sconosciuti, magari premendo un bottone).
Mi sembra di capire comunque che la morte della donna nelle nostre società avvenga in condizioni del tutto particolari: spesso è uccisa proprio in quanto donna. Ovvero, diventano decisivi il ruolo sociale e le aspettative nei suoi confronti legate al suo sesso.
Questo è senz' altro vero: nel caso del femminicidio, per esempio, la violenza si scatena anche perché la donna adotta un comportamento che non rientra in certi stereotipi.
Bene, ecco allora che abbiamo isolato un punto specifico in grado di far comprendere la particolare pericolosità di queste violenze: sono generate da modelli culturali obsoleti e per mutarli è raccomandabile uno "sforzo speciale".
In realtà non abbiamo compiuto un gran passo in avanti. Prova a riflettere, anche il fatto che da noi vengano uccisi sei uomini ogni donna è il portato di modelli culturali. Siamo sempre vissuti in società dove se affonda una nave le scialuppe sono riservate innanzitutto a "donne e bambini". In altri termini, le nostre società sono fondate su un modello culturale che prevede il sacrificio umano del maschio, in questo senso anche quel rapporto di uno a sei riflette uno stereotipo di genere, ma per mutarlo nessuno chiede "sforzi speciali".
La conclusione potrebbe allora essere questa: il mandante dei femminicidi è un certo modello culturale? Ok, ma anche il “minotauro” che pretende sei cadaveri maschili contro ogni cadavere femminile è un certo modello culturale. Non si vede perché il primo meriti sempre la prima pagina mentre del secondo passi inosservato. La cosa migliore è considerare in modo equanime i morti per mano di qualsiasi modello culturale e festeggiarli tutti insieme il due novembre.
http://llemgam.wordpress.com/2012/05/10/il-femminicidio-finlandese/
http://www.uominibeta.org/2012/11/22/femminicidio-e-violenza-di-genere-tutto-da-rivedere/
I poveri che meritano di essere tali
L' unico modo per giudicarli consiste nel guardare cosa fanno.
Lavori duro anche se il lavoro non ti piace e rende poco?
Investi i tuoi pochi ricavi in cibo e cure ai bambini?
Ti tieni alla larga da alcol, droghe e sigarette?
Fai solo sesso sicuro?
Allora ti comporti ragionevolmente e acquisisci qualche merito.
Il fatto è che da noi chi si comporta così, anche se la sua istruzione è minimia, difficilmente sarà tra i poveri, o comunque sarà un povero molto particolare: con la casa, lo stereo, la tv via cavo, la lavastoviglie, la lavatrice, l' aria condizionata. Insomma, una persona chepotrebbe risparmiare per la vecchiaia e comprarsi la polizza sanitaria.
Il povero meritevole sta piuttosto tra i disabili e tra i bambini dei poveri non meritevoli, Ma la gran parte dei poveri meritevoli sta nel terzo mondo.
Guardiamo ora su chi si concentrano gli aiuti governativi e scopriremo che la scala di valori è rovesciata.
Chi spinge per riciclaggio e porta a porta?
http://conversableeconomist.blogspot.it/
La pubblicità
Il capitalismo è meritocratico?
E' vero, il mercato premia il valore, non il merito ma le due cose sono strettamente correlate.
Chi lavora duro e chi si distingue nel suo campo, difficilmente verrà gettato ai margini.
Certo, anche il tipo di talento conta ma è poi un delitto se si valorizzano maggiormente i talenti che più beneficiano gli altri?
Controlliamo pore ler IQ, education e altri parametri psicologici, avremo solo conferme della correlazione. In genere i migliori emergono e in una società capitalista questo è ancora più vero.
Il dubbio che merito e mercato non vadano a braccetto puo' cogliere giusto chi si è fatto corrompere da Rawls. A una persona normale non verrà mai in mente di dire: "Bolt non merita la medaglia d' oro perché non ha vinto lui ma ha vinto il suo talento!". Per un rawlsiano invece un' osservazione del genere è scontata.
C' è chi dice che noi tendiamo a sopravvalutare la correlazione di cui parlavo. In effetti esiste quel che chiamiamo just-world fallacy: se una cosa è andata in un certo modo era giusto che andasse così.
Non saprei però se giudicando i meriti sia in opera la just world fallacy. Pensate al vostro boss e pensate se veramente si merita quel che guadagna in più rispetto a voi, scommetto che il dubbio si è già insinuato. Molti bias sono all' opera in questo giudizio. Innanzitutto l' avaibility bias, quello per cui noi giudichiamo solo situazioni che abbiamo sotto mano e che ci toccano in prima persona.
C' è poi un problema di prassi: farà breccia la soluzione di mercato presso gente che dal mercato è stata punita?
Domanda sensata, purché non si confonda la teoria con la prassi e si rinunci a dare risposte corrette. E' vero, se il merito e il mercato sono correlati allora i poveri meritano di essere tali e questa puo' essere un' affermazione dura da mandar giù.
Un' ultima cosa: se rinunciamo a difendere il mercato sulla base del merito perché mai dovremmo difenderlo sulla base della prosperità che crea? Molti sarebbero pronti ad affermare che la prosperità è dannosa, i teorici della decrescita per esempio.
http://econlog.econlib.org/archives/2010/01/pyramid_power.html
http://econlog.econlib.org/archives/2010/02/the_reality_of_1.html
http://econlog.econlib.org/archives/2010/02/merit_and_the_m.html
http://econlog.econlib.org/archives/2010/02/more_on_merit_r.html
http://econlog.econlib.org/archives/2012/06/the_meritocracy.html
http://econlog.econlib.org/archives/2012/06/trevor_burrus_i.html
http://econlog.econlib.org/archives/2012/06/burrus_and_meri.html
http://econlog.econlib.org/archives/2012/07/jersey_shore_an.html
http://econlog.econlib.org/archives/2012/02/how_deserving_a.html
http://youarenotsosmart.com/2010/06/07/the-just-world-fallacy/
http://en.wikipedia.org/wiki/Just-world_hypothesis
Non sono le parole, sono le preferenze!
La sua ricerca ha consentito di isolare 5 fondamenti psicologici su cui ognuno costruisce poi la sua preferenza plitica: violenza, reciprocità, comunitarismo, gerarchia e purezza. Sono come i livelli di un equalizzatore e ognuno di noi se li sistema in base alla propria sensibilità.
Nell' interpretare i gusti del popolo non inventiamoci strane teorie sulla falsa coscienza, oppure non esageriamo la portata delle alchimie del linguaggio, guardiamo in primo luogo alle preferenze genuine della gente. Se si tratta di un elettorato che enfatizza la purezza e il disgusto, difficilmente sarà disposto a concedere il matrimonio tra gay, a prescindere dal "frame" della domanda.
http://willwilkinson.net/flybottle/2007/09/19/jonathan-haidts-moral-psychology-applied-to-american-politics/
sabato 24 novembre 2012
venerdì 23 novembre 2012
Ricette contro la crisi: crescere prima dell' austerità
La meccanica quantistica è sbagliata (e la relatività, pure)
Chiunque non resti sconcertato di fronte alla meccanica quantistica significa che non l' ha capitaNils BohrIn vita mia non penso di aver mai incontrato qualcuno che abbia compreso la meccanica quantisticaRichard Feynman
Prendiamo i fotoni Giovanni e Giacomo.
Giovanni e Giuseppe confabulano fittamente in una stanza, ma cosa si diranno? A un certo punto escono prendendo direzioni opposte finché ciascuno dei due si trova di fronte a una porta socchiusa. A questo punto, a seconda di come gira, potranno impartire due ordini: 1. "apriti Sesamo" o 2. "chiuditi Sesamo", la porta (Sesamo) eseguirà. Fine della storiella.
Eseguita questa piccola azione, i due tornano nella stanza per consultarsi e tessere altre misteriose strategie, dopodiché escono di nuovo, di nuovo incontrano una porta e di nuovo impartiscono il loro ordine all' apparenza casuale per poi rientrare nella stanza e ricominciare tutto daccapo ripetendo la sequenza infinite volte.
Ah, dimenticavo: il colore della porta che incontrano varia, puo' essere bianco, rosso o nero ma una cosa deve essere chiara, non puo' essere conosciuto in partenza e nemmeno si puo' dire in partenza se i due incontreranno porte del medesimo colore, puo' capitare, ma non è detto. La cosa è importante perché una volta fuori dalla stanza, forse non l' ho precisato, Giovanni e Giuseppe non hanno più alcun modo di comunicare tra loro.
Giovanni e Giuseppe giocano il loro gioco in continuazione sotto l' occhio vigile di molti osservatori incuriositi, costoro via via che le cose si ripetono, notano una regolarità: ogni volta che Giovanni e Giuseppe incontrano una porta dello stesso colore impartiscono il medesimo ordine. Senonché non è possibile stabilire a priori quale ordine sia: nel 50% dei casi è "apriti Sesamo", nel restante 50% è "chiuditi Sesamo", l' unica cosa che sappiamo per certo è che l' ordine sarà sicuramente il medesimo. (*).
A questo punto gli osservatori vogliono capire cosa si dicono Giovanni e Giuseppe di tanto interessante quando sono nella stanza. Cosa consente di sincronizzare in questo modo le loro azioni una volta fuori e scollegati?
Fioccano le ipotesi più strampalate, finché un gruppetto di Copenhagen vuole dire la sua. Sembra un intervento irrilevante ma lo segnalo perché di lì a poco, sembra incredibile, diverrà la versione standard di quanto accade. Secondo i ragazzi di Copenhagen, Giovanni e Giuseppe nella stanza concordano semplicemente di dare "lo stesso" ordine una volta di fronte alla porta, poniamo, di colore bianco. Solo che evitano di stabilire a priori quale sia l' ordine. Lo stabiliranno in seguito, quando si troveranno effettivamente faccia a faccia con la porta bianca e lo faranno tirando una monetina. Fine della spiegazione.
Vi sembra una strategia in grado di produrre i comportamenti osservati? Secondo Einstein è una spiegazione del cavolo. Mia nonna avrebbe usato espressioni ancor più colorite. Una parte dei ragazzi di Copenhagen si giustificò dicendo che la loro spiegazione non sta in piedi per il semplice fatto che non vuole affatto essere una spiegazione, ha altri scopi. Un' altra parte disse che, sì, ok, la spiegazione fornita è illogica ma in fondo basta cambiare le leggi della logica per raddrizzare le mura a un edificio così sbilenco. Tanto per iniziare dovremmo convincerci di abitare in un mondo in cui esistono oggetti che possono essere "o bianchi o neri" senza essere "né bianchi né neri".
Chi ha seguito con un minimo di attenzione avrà capito che Einstein sembra proprio uscirne come vincitore morale. D' altronde, l' esperimento con Giovanni e Giuseppe fu ripetuto più volte e i dati confermati, su questo è difficile trovare osservatori dissenzienti. E poi non parliamo di uno qualunque ma di un tale che, in altri contesti, è stato sempre in grado di decriptare alla perfezione le strategie più cervellotiche messe in campo da tipi come Giovanni e Giuseppe. Un vero campione, la sua teoria della relatività è un traduttore universale, anche se nel caso specifico sembrava incepparsi. Poco male, pensava il tedesco, probabilmente operano variabili nascoste che prima o poi verranno alla luce svelando la strategia misteriosa, basta che non mi si venga a dire che non esiste una strategia-spiegazione della faccenda.
A questo punto, colpo di scena: entra in campo il Signor John Stuart Bell che, con il suo teorema, dimostra l' inesistenza di una strategia attraverso la quale Giovanni e Giuseppe possano mai sincronizzare i loro comportamenti al fine di modularli su quelli osservati. Quel che si dicono è destinato a restare misterioso, e comunque non sono affatto intenti a tessere strategie. Einstein, di fronte a una dimostrazione tanto peritosa, si rassegna: anche la sua teoria della relatività è sbagliata. Tra due teorie sbagliate non ci resta che il pragmatismo: pescare di volta in volta quanto c' è utile sul momento.
(*) non si tratta dell' unica regolarità; se, per esempio, uno incappa in una porta nera e l' altro in una porta bianca, la probabilità di impartire lo stesso ordine scende, ma scende con precisione chirurgica da 100% a 75% (e non 76%!). Mi ritengo esonerato dall' esplorare ulteriori combinazioni che pure esistono.
Alla ricerca della razza ebraica
mercoledì 21 novembre 2012
Far fiorire la cultura azzerando i fondi pubblici
martedì 20 novembre 2012
Stasera niente Peppa.
lunedì 19 novembre 2012
Doppia introduzione: al CPI bias e a Serge Latouche
Domanda: quanto più una nazione si avvicina al paradiso in terra tanto più il suo pil decresce?
Cos' è il CPI bias: http://econlog.econlib.org/archives/2011/02/existence_enhan.html
Sulla religione come scelta razionale: Caplan vs Iannaccone
I: il fenomeno religioso puo' essere studiato con gli apparati della scelta razionale.
C: occorre un caveat che si chiarisce facendo un parallelo con la democrazia: se tratto l' elettore come un soggetto razionale non ci capisco niente, non a caso l' atto stesso di votare è irrazionale; lo stesso dicasi per la religione.
I: il comportamento dell' elettore produce esternalità, non quello del fedele (le opere salvano o condannano solo lui).
C: tu non hai una teoria della religione ma una teoria della membership.
I: devi ammettere che nell' uomo esistono anche esigenze spirituali e di verità.
C: sarebbe meglio inquadrare tutto nel paradigma "rational irrational".
I: ma i fedeli, diversamente dai votanti, sopportano grandi costi per le loro scelte.
C: solo pochi fanatici, la massa è costituita da meta-atei che si allontanano dalle fedi troppo "costose", il che fa pensare che la loro scelta dia dettata da voglie irrazionali da soddisfare finché costano poco.
I: esistono anche problemi di time consistency, ne hai tenuto conto?
C: nella battaglia delle idee emrgono le migliori, non sidirebbe che sia lo stesso nella battaglia tra le fedi.
I: comunemente riteniamo come migliori le fedi che accettano la competizione.
C: l' unica teoria della scelta razionale applicata spcificamente alla religione è la scommessa di Pascal. Purtroppo l' argomento è debole cosicché si puo' ipotizzare un dio irascibile al culto degli altri dei tanto che diventa razionale non offendere nessun dio astenendosi.
I: puoi confutare Pascal solo assumendo che l' ateismo resta una scelta religiosa ma tu stesso ti sei offeso quando in altri contesti ti è stata fatta notare questa particolarità, devo desumere che non la respingi.
C: le evidenze intorno ai miracoli sono pressoché nulle.
I: pensa alla definizione di miracolo e poi pensa alla prova che ti farebbe cambiare idea; ebbene, devi concludere che non esiste alcuna prova in grado di farti cambiare idea; anche in questo caso si procede per fedi contrapposte.
C: come puo' la teoria della scelta razionale spiegare la diffusa secolarizzazione delle nostre società?
I: innanzitutto sfatando il mito della diffusa religiosità nelle masse contadine del medioevo; poi facendo l' ipotesi che cio' che chiamiamo secolarizzazione sia in realtà una fuoriuscita dalle religioni organizzate per coltivare in proprio la nostra spiritualità; l' Europa conferma: i molti monopoli rendono l' offerta religiosa flebile e incapace d' intercettare la fuoriuscita di cui sopra che viene scambiata così per semplice abiura, ecco allora che un fenomeno di conversione diventa un fenomeno di secolarizzazione.
***
http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/larrydeb.htm
http://thefilter.blogs.com/thefilter/2005/11/caplan_vs_ianna.html
http://www.clas.ufl.edu/users/kenwald/pos6292/iannaccone.pdf
sabato 17 novembre 2012
Conflitto di civiltà
Ma il miglior modo di narrare la vicenda è un altro: i modelli di crescita ci dicono che l' impeto dello sviluppo dipende dal reddito presente: seguire la locomotiva è più facile che fare la locomotiva. Si tratta di osservazioni di mero buon senso traducibili nel modello di Solow-Swan in cui si predica la grande convergenza, un modello che rendiconta bene i rapporti tra USA e UE: dopo la guerra la ue si avvicinò a grandi falcate verso la frontiera tecnologica dominata dagli usa ma poi, negli anni ottanta, ecco la sorpresa: i due continenti tornano a divergere con un nuovo arretramento dell' Europa, anche la mitica produttività francese, tanto per dire, sembra molto ridimensionata dopo aver considerato immigrati a bassa specializzazione e lavoratori part time!: cosa è andato storto?
Gli europei hanno cominciato a guadagnare di meno: gusti differenti? Maggior apprezzamento per le vacanze?
Probabilmente maggior apprezzamento per welfare e retorica del "dagli al ricco": i guadagni di produttività, fa notare Edward Prescott, si sono avuti soprattutto nei settori più ricchi come risposta ad un abbassamento delle aliquote marginali.
http://www.nationalreview.com/agenda/39189/america-vs-europe/reihan-salam
Istruzione on line: pro e contro
Critiche: non confondiamo l' insegnare con l' informare e lo studente con il cliente e ricordiamo invece quanto ci dice Bruce Springsteen: ho imparato più da una canzone di tre minuti che da tutti gli anni passati a scuola e chiediamoci perché parla in questo modo, cosa c' dietro quell' imparare. Ha un ruolo anche la serendipity che agisce nella classe: spesso impariamo da eventi inattesi la cui emersione possiamo favorire creando un contesto. A proposito di "contesto", attenzione a parlare alla leggera di "insegnanti migliori", troppo spesso il giudizio dipende dal contesto: in periferia saranno migliori alcuni, alle ted conference saranno migliori altri. Concentrarsi sull' online ha un altro svantaggio: depotenzia il miglioramento dei metodi tradizionali.
Se i sostenitori del pro e quelli del contro fossero d' accordo nell' individuare un esaminatore all' altezza si potrebbe fare una prova confrontando gli esiti di chi si è preparato online e chi lo ha fatto coi metodi tradizionali. Naturalmente bisognerà tener conto del fatto che l' insegnante online avrà una platea di 10 000 persone mentre l' altro di 30.
http://www.cato-unbound.org/2012/11/12/alex-tabarrok/why-online-education-works/
http://www.cato-unbound.org/2012/11/16/siva-vaidhyanathan/a-new-era-of-unfounded-hyperbole/
Probabilità, valore atteso e code grasse
Oggi viviamo in un mondo di "loss an island effect", le medie sono inservibili e la matematica è inutilizzabile, è da buttare e il fatto che i crimini siano diminuiti è irrilevante, a meno che con si voglia confondere probabilità e valore atteso, rischio e incertezza. Come si fa a prendere sul serio le serie storiche quando il contesto è così profondamente mutato: ieri avevamo le mazze, offi i missili nucleari li compriamo al supermercato. Questo se non vogliamo parlare di psicologia della persona.
http://www.fooledbyrandomness.com/longpeace.pdf
http://stevenpinker.com/pinker/files/comments_on_taleb_by_s_pinker.pdf
http://www.prospectmagazine.co.uk/magazine/john-gray-steven-pinker-violence-review/
venerdì 16 novembre 2012
Slow food
giovedì 15 novembre 2012
I bambini sono razzisti?
mercoledì 14 novembre 2012
Violenza domestica sugli uomini
E per completare: http://archerave111.blogspot.it/2012/08/erin-e-le-altre.html
Istruzione: finti dubbi e strategie
Perché nelle aule universitarie dove si tengono prestigiose lezioni, pur essendo l' accesso praticamente libero, entrano solo gli iscritti intenzionati a dare l' esame finale?
Perché ci si preoccupa tanto quando appena prima dell' esame emerge una nostra lacuna mentre, ad anni di distanza, ci è abbastanza indifferente constatare che ci siamo dimenticati alcune nozioni apprese a suo tempo sui banchi?
Perché superato l' ultimo esame nessuno dice mai: "ok, puo' bastare", e ci si incaponisce invece nel fare la tesi e conseguire il diploma di laurea?
Perché se l' "istruzione è un investimento fantastico" gli studenti non finanziano i propri studi attraverso mutui privati?
Perché paghiamo volentieri per chiudere un buon affare ma troviamo seccante far fronte alla retta scolastico-universitaria?
Perché gli insegnanti prendono laboriose contromisure per ostacolare la copiatura dei compiti mentre la cosa non sembra preoccupare molto gli interessati (che anzi si dedicano in modo massiccio a questa attività appena se la possono permettere)?
Perché se si propone di valutare gli insegnanti diversificandone gli stipendi si assiste a un' unanime levata di scudi? In teoria i migliori dovrebbero essere favorevoli e i peggiori contrari. Di unanime c' è solo l' avversione al rischio e una reazione tanto compatta si spiega solo se la valutazione è vissuta come una lotteria. Non è che forse è davvero così?
Perché lo studente che non copia è considerato "onesto" anziché un semplice "egoista" impegnato a coltivare il proprio orticello?
Preferireste buttarvi nel mondo del lavoro con una laurea 110/110 alla Bocconi avendo una preparazione da 90/110 a Urbino oppure con una laurea 90/110 conseguita a Urbino avendo una preparazione da 110/110 alla Bocconi?
Perché se possiamo prendere 30 (o 9) studiando meno finisce sempre che studiamo meno?
Perché molte delle nostre conoscenze ci derivano dall' ambiente in cui abbiamo studiato? Togliete dal valore degli studi quello delle relazioni a cui vi fanno accedere e valutate pure quel che resta.
Perché l' affaire Giannino è passato tanto in sordina? Giannino non millantava lauree estranee alla sua attività. Non millantava titoli per attirare qualche vecchietta sprovveduta (come fanno certi falsi dentisti): millantava titoli inerenti alla sua opera quotidiana che svolgeva in pubblico e fianco a fianco con esperti riconosciuti del settore. Millantava la forma esibendo la sostanza. Viene da chiedersi perché, di fronte a questi scandali sui titoli, non ci si indigni contro le università all' apparenza tanto inutili.
Perché dire che bisognerebbe investire sulla scuola scatena regolarmente l' applauso anche di coloro che, una volta interrogati, dimostrano di non avere alcuna idea di quanto si stia già investendo?
Perché quando ci comunicano che c' è un' "ora buca" reagiamo con sollievo se non con felicità?
Quante nozioni apprese nel corso degli studi utilizzate regolarmente oggi?
Perché tra lo scetticismo degli psicologi si sottolinea tanto spesso che la scuola "insegna a pensare", oppure, come variante, che la scuola non deve "riempire" le teste ma "costruirle"?
Perché le imprese preferiscono assumere un lavoratore competente anziché uno incompetente? In fondo potrebbero optare per il secondo pagandolo meno. Sembrerebbe che le discriminazioni sulla base delle capacità deprimano il candidato, diversamente da quelle sul titolo di studio. E quindi?
Non serve rispondere per esteso. Serve invece mettersi una pulce nell' orecchio circa il reale contributo di scuola e università nella formazione del capitale umano. Non vi sembra che la vulgata per cui "l' istruzione è un investimento fantastico" faccia acqua da tutte le parti?
2. Qualche strategia.
Gli insegnanti lamentano spesso l' esiguità dello stipendio che ricevono e in effetti oggi come oggi il loro impegno sembra più che altro un progetto di volontariato per donne con mariti destinati a portare a casa la pagnotta.
Come cambiare le cose? Ci si puo' lamentare a oltranza, viviamo in un Paese dove questa (prima) strategia paga.
In alternativa si puo' studiare la legge della domanda e dell' offerta cercando di agire in conformità ad essa. Inutile allora enfatizzare quanto sia preziosa l' opera dell' insegnante: anche l' acqua è un bene prezioso, eppure, contrariamente agli inutili diamanti, costa poco o niente.
Vado oltre, la "rispettabilità" che la società riconosce all' insegnante e al suo ruolo puo' nuocere al conquibus visto che porta con sé una qual forma di prestigio sociale. Lo sanno bene le prostitute che accumulano ricchezze proprio facendo leva sul disgusto che suscita la loro attività.
Un parallelo meno provocatorio potrebbero offrirlo gli idraulici: privi di laurea, master e specializzazioni varie si fanno guardare facilmente dall' alto in basso monetizzando questa "umiliazione" tramite corrispettivi che l' insegnante si sogna la notte.
Semplice: meno prestigio, meno concorrenza, più corrispettivo.
Ma ho l' impressione che l' insegnante sia un tipo ambizioso, difficilmente lo si puo' indirizzare verso la (seconda) strategia dell' umiltà, lui pretende sia prestigio che stipendio congruo, ci scommetto.
In questo caso non resta che guardare a notai, dentisti, commercialisti e compagnia cantante, si tratta di categorie che fanno soldi sbarrando gli "ingressi" nel novero dei fortunati; la legge (che si sono fatti fare) glielo consente e loro la sfruttano. Meno concorsi, meno assunzioni, meno insegnanti, più soldi a parità di prestigio.
La terza strategia è però condannata se non elude un ostacolo evidente: il Sindacato. Un sindacato politicamente potente vuole tanti iscritti per manovrare tanti voti, ma tanti insegnanti significa stipendi bassi. Presumibilmente da noi gli stipendi sono più bassi che altrove proprio perché il nostro sindacato è uno dei più politicizzati (talmente politicizzato che organizza persino manifestazioni per la Palestina pur di non occuparsi degli stipendi degli iscritti!).
Se non si possono aumentare gli stipendi di tutti si possono pur sempre aumentare gli stipendi di qualcuno (quarta strategia). Pensate solo a un mondo con "education on-line": esisterebbero pochi insegnanti superstar pagati quanto Ronaldo o Messi.
Ma restiamo con i piedi per terra affrontando la dura realtà. Problema: come individuare i meritevoli?
L' intuito ci dice che alcuni insegnanti sono meglio di altri, peccato che non esistano dati oggettivi in grado di confortarci sul punto in modo inequivocabile. Puoi controllare per razza, genere, titoli, esperienza senza incontrare mai differenze apprezzabili. La cosa è piuttosto frustrante, la qualità di un insegnante sembra essere allora qualcosa di "personale", una specie di fascino. E si capisce, in fondo l' insegnante è chiamato per lo più a motivare i ragazzi su materie noiose, e deve farlo senza barare, ovvero senza rendere meno noiosa e ostica la materia che insegna: siamo a scuola, mica al festival della matematica o della biologia. Si potrebbe allora misurare quanto il docente conosca cio' di cui parla: la preparazione è segno di passione e avere passione è un prerequisito per comunicarla e motivare il discente.
Da qualsiasi parte la si prenda la strada delle "misurazioni della qualità" è impervia, non per niente si chiamano "qualità"; stentiamo a definire le condizioni "necessarie", figuriamoci quando affronteremo le "sufficienti".
Sarà per tutto questo che va alla grande la quinta strategia: trovarsi un coniuge solvibile e/o un secondo lavoro.
- Frequentare l' università non serve ad accumulare capitale umano e nemmeno a segnalare uno status bensì a segnalare conformismo.
- Perché non l' intelligenza o la volontà? Perché quella puo' essere testata velocemente e in modo affidabile, specie l' intelligenza.
- Servono davvero tanti anni per segnalare conformismo? Certo, essere conformisti per sei mesi son capaci tutti. Cio' non toglie che ci sia uno spreco a tutto vantaggio di chi nella scuola ci campa.
- Se è uno spreco di risorse presto avremo alternative più economiche: non stanno mai per molto 1000 euro sul marciapiede.
- Difficile pensare ad alternative, guarda al fallimento dell' education onlineo: e.o. non segnala conformismo, anzi, attrae (adverse selection) gli anti-conformisti essendo un' alternativa più veloce e meno costosa dell' università tradizionale con tutti i suoi rituali.
- Ma gli imprenditori non hanno alternative a cui rivolgersi? L' università sussidiata puo' permettersi percorsi lunghi e tortuosi, è chiaro che gli imprenditori scelgono al vertice, indipendentemente dal fatto che un vertice tanto elevato non sia "efficiente", tanto non pagano loro.
- La soluzione? Non viene dall' online ma dal taglio dei sussidi.
- Analogia: la coda degli uccelli del paradiso: segnala prestanza ma causava molte vittime cosicché gli uccelli decisero di tagliarsela di venti cm ciascuno: il potere segnaletico restò intatto ma gli sprechi furono spazzati via.
- Cosa c' è che non va nella teoria dello status? Lì sì che non c' è motivo affinché un' alternativa si affermi.
- La teoria del signalling (cosa dicono i vicini?) ossifica la situazione, del resto il conformismo è anche augurabile (vedi distinzione uomo/animale). Come risolvere? Grazie al mercato, le alternative si impongono quando sono molto convenienti.
- Teoria della scuola: 20% capitale umano, 10% status e 70% signalling.
Politiche anti-cicliche: la classifica
1. politiche monetarie convenzionali (tassi d' interesse).
2. politiche monetarie non convenzionali (quando i tassi sono a zero).
3. politiche fiscali centrate sugli sgravi all' investimento privato.
4. politiche fiscali keynesiane.
Le politiche monetarie sono da privilegiare: basta assumere che il livello della spesa pubblica sia già ottimo e i motivi sono auto evidenti.
L' investimento è da privilegiare: il consumo è a breve periodo e incentivarlo rischia di distorcere l' apparato produttivo visto che quel genere di domanda non è destinato a riproporsi. L' investimento invece è a lungo termine e viene individuato tenendo conto degli scenari post crisi.
la politica monetaria incentrata sugli investimenti significa: prestare ai prestatori.
Giudicare le politiche anti-cicliche in base ai moltiplicatori è sconsigliabile: non tengono conto della composizione del PIL.
Il miglior modo per attuare 3? Uno sgravio contributivo. Ma, per quanto detto prima, limitato alla quota a carico dell' impresa!
Da notare che non esistono motivi per andare oltre 2. Una politica monetaria non convenzionale basta e avanza per perseguire tutti gli obiettivi occupazionali. Tanto è vero che gli autori dicono prudentemente "qualora per qualsiasi motivo 2 non si possa attuare..."
http://www.themoneyillusion.com/?p=9254
http://scholar.harvard.edu/mankiw/files/exploration_of_optimal.pdf
Speculando sulla malattia mentale
Oltretutto i matti non sembrano mancare di coerenza, tanto è vero che i coerenti ci sembrano talvolta dei matti in preda ad ossessioni.
Certo, i matti ci appaiono come gente che sbaglia. Il fatto è che il mondo è pieno di gente che sbaglia sistematicamente.
E che dire di chi classifica il matto come affetto da tare genetiche? Che la sua osservazione è poco utile: dal panzone a chi vota a sinistra, tutti noi siamo pesantemente condizionati dalla nostra struttura genetica.
Nemmeno è utile definire la follia come una malattia mentale. Se il brain scanner è rosso anziché blu, perché mai devo parlare di malattia o salute? E questo accantonando il cosiddetto problema endogeno: sono gli stati del cervello la causa dei comportamenti insani o è la decisione di tenere certi comportamenti a causare taluni particolari "brain state"? Le correlazioni non sono una causa, ma c' è di più, accettando la prima teoria che fine fa la nostra libertà? Sì perché noi tutti abbiamo preferenze specifiche.
Ecco allora che l' economista soccorre: il malato mentale è un tizio con preferenze (come tutti noi) estreme e soggetto a vincoli (come tutti noi).
http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/inecon.htm
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Singolare teoria sulla depressione: la depressione è un modo per ottenere tanto dando poco. Una specie di sciopero che minaccia chi non puo' fare a meno di noi. Il più delle volte funziona.
Ma il suicidio? Resta inspiegato (contrariamente al tentato suicidio).
ma il depresso non si sente affatto nelle vesti di un uomo d' affari? a sant' iddio, è così difficile capire che noi attuiamo gran parte delle nostre strategie evolutive inconsciamente. La stessa mancanza di coscienza è totalmente funzionale all' obiettivo!
http://econlog.econlib.org/archives/2006/09/an_evolutionary.html
bargaining model
Medicine salvavita: le pistole
A study by Gary Kleck and Marc Gertz found that Americans use guns in perceived self-defense nearly 2.5 million times per year. This same study found that nearly 400,000 Americans believe gun ownership saved their lives. Of course, these Americans might be exaggerating the danger they faced, and they might be mistaken in believing that a gun was necessary to save their lives. However, suppose just 1 out of 10 of these Americans were correct. Under that assumption, the number of lives saved by private gun ownership each year exceeds the number of lives lost
http://econlog.econlib.org/archives/2012/11/brennans_libert.html#
martedì 13 novembre 2012
Perché chi s' indigna per il condono poi non s' indigna per la patrimoniale?
Punto primo: lo Stato, dopo non aver potuto prendere la sua parte, promette vita dura all' evasore.
Poi lo "perdona" attraverso ripetuti condoni venendo meno alla parola data.
E' forse questo uno Stato credibile? Secondo molti no.
http://youtu.be/0mD7TazUCjc?t=52s
Punto secondo: lo Stato, dopo aver preso la sua parte, promette al contribuente un reddito disponibile.
Poi, qualora il contribuente non si liberi immediatamente di tali ricchezze (magari al casinò) torna a "spennarlo" attraverso una patrimoniale, venendo così meno alla parola data.
E' forse questo uno Stato credibile? Secondo molti sì.
http://youtu.be/TPwzQ_t9bbM?t=11s
Ecco, chi ha guardato i video sa già che deve rispondere a una domanda: cosa pensa quando i "molti" di cui al primo punto coincidono coni "molti" di cui al secondo?
Questa pipa non è una pipa
C' è un solo modo per uscire dalla crisi: i tedeschi devono pagare per noi. Poiché sembrano riluttanti (ma come si permettono!) bisogna che lo facciano senza accorgersene. Insomma, serve una parolina per dire "questa pipa non è una pipa", non dovrebbe essere un problema per noi "meridionali".
http://www.radio24.ilsole24ore.com/main.php?dirprog=Nove%20in%20punto%2C%20la%20versione%20di%20Oscar
http://www.radio24.ilsole24ore.com/player/player.php?filename=121112-
EMH e Eugene Fama
As the market efficiency ideas took shape, itdawned on me that the reason the trading rules I’ddeveloped earlier didn’t work out of sample wasbecause price changes were random, which at thatpoint was what people thought an efficient marketmeant. We know now it doesn’t. Market efficiencymeans that deviations from equilibrium expectedreturns are unpredictable based on currently available information. But equilibrium expected returnscan vary through time in a predictable way, whichmeans price changes need not be entirely random...
: I think the global crisis was first a problem of political pressure to encourage the financing of subprime mortgages... . I don’t think the crisis was a problem with markets.
The worst thing to come out of thatexperience, in my view, is the concept of “too bigto fail.” Basically, the institutions that are considered to be too big to fail have their debt pricedas if it’s riskless, which gives them a low cost ofcapital and makes it very easy for them to expandand become an even bigger problem. Plus, everybody now accepts the assertion that they are toobig to fail, which creates a terrible moral hazardfor the management of these financial institutions.
The simplest solution would be to raise the capitalrequirements of banks. A nice place to start wouldbe a 25% equity capital ratio, and if that doesn’twork, raise it more. The equity capital ratio needsto be high enough that a too-big-to-fail financialinstitution’s debt is riskless,
is ex post storytelling and doesn’tgenerate new testable hypotheses It’s not ascience. In Daniel Kahneman’s book Thinking, Fastand Slow, he states that our brains have two sides:One is rational, and one is impulsive and irrational.What behavior can’t be explained by that model?
Simple. Balance the budget. I heard avery prominent person say in private that we couldbalance the budget by going back to the level ofgovernment expenditures in 2007. The economyis currently about the size it was then. If you justrolled expenditures back to that point, I think itwould come close to balancing the budget.
here is something I never would have expected. The failure of LTCM, a firm founded and run on the premise that the EMH was wrong, actually shows that . . . the EMH is wrong!
Eppure:
The efficient market hypothesis implies that it should be very difficult to beat the markets, as asset prices should already reflect all publicly available information. Many people found this hard to accept; surely really smart people are better investors than the average schmuck! Not surprisingly, the very smartest people of all, including not one but two Nobel Prize-winning finance professors, gave in to temptation and joined a hedge fund that was set up to find market anomalies and to make investments that took advantage of the market’s inefficiencies. That hedge fund was called “Long Term Capital Management.” Of course anyone who has read ancient Greek tragedies knows what happened next...
E qui ci sta a fagiolo l' aneddoto con Fama:
You have to be impressed by the resourcefulness of the anti-EMH, crowd. If LTCM and its merry band of Nobel-Prize winning economists had actually beat the market, if they had used market anomalies to get rich, well then it would have been the death knell of the EMH. Every time Fama said “if you’re so smart how come you’re not rich,” people would have responded that Scholes and Merton did get rich by spotting market inefficiencies. Instead they failed miserably, and this shows . . . it show that markets are inefficient because the market can stay irrational longer than you can stay solvent.
La cosa non vi ricorda qualcosa?
It reminds me of people who see monopoly everywhere. High prices? Clearly monopolistic exploitation. Low prices? Ah, that’s predatory pricing. The same price as your competitor? Obviously price fixing.http://www.themoneyillusion.com/?p=4121
Dallo stato alla società
1. E' più importante la "velocità" o la "maniera"?
2. il burocrate non sa "calcolare", e non è solo questione di mega pc, le informazioni sono disperse ed ineffabili non sono "dati". Di più, a volte si formano contestualmente all' azione (lezione Mises/Hayek).
3. Il burocrate manca d' incentivi (lezione Friedman/Buchanan).
4. distinguiamo tra privatizzazione e esternalizzazione: nel secondo caso manca la concorrenza. Se una funzione statale è dannosa, conseguirla in modo efficiente peggiora le cose: l' esternalizzazione delle prigioni ha consentito di persistere nel perseguimento dei victimless crime. Per l' autentica privatizzazione ci manca la parola, che ne dite di "devolution"?
5. come effettuare le privatizzazioni? In ordine preferenziale: 1. vendere e abbassare le tasse con il ricavato; 2. dare azioni a tutti 3. dare azioni ai lavoratori dell' impresa privatizzata
6. Non tutto è privatizzabile come auspicato. Vedi solo il caso delle strade.
http://www.cato-unbound.org/2012/10/01/sheldon-richman/from-state-to-society/