Facile e intuitivo il modello che le ordina imponendo delle precedenze:
1. politiche monetarie convenzionali (tassi d' interesse).
2. politiche monetarie non convenzionali (quando i tassi sono a zero).
3. politiche fiscali centrate sugli sgravi all' investimento privato.
4. politiche fiscali keynesiane.
Le politiche monetarie sono da privilegiare: basta assumere che il livello della spesa pubblica sia già ottimo e i motivi sono auto evidenti.
L' investimento è da privilegiare: il consumo è a breve periodo e incentivarlo rischia di distorcere l' apparato produttivo visto che quel genere di domanda non è destinato a riproporsi. L' investimento invece è a lungo termine e viene individuato tenendo conto degli scenari post crisi.
la politica monetaria incentrata sugli investimenti significa: prestare ai prestatori.
Giudicare le politiche anti-cicliche in base ai moltiplicatori è sconsigliabile: non tengono conto della composizione del PIL.
Il miglior modo per attuare 3? Uno sgravio contributivo. Ma, per quanto detto prima, limitato alla quota a carico dell' impresa!
Da notare che non esistono motivi per andare oltre 2. Una politica monetaria non convenzionale basta e avanza per perseguire tutti gli obiettivi occupazionali. Tanto è vero che gli autori dicono prudentemente "qualora per qualsiasi motivo 2 non si possa attuare..."
http://www.themoneyillusion.com/?p=9254
http://scholar.harvard.edu/mankiw/files/exploration_of_optimal.pdf