mercoledì 7 gennaio 2015

Donne

La questione femminile "tira" sempre molto nei forum virtuali, gli animi si infervorano e le contrapposizioni si inaspriscono fino a degenerare. Ecco allora che i partecipanti alla diatriba tornano a leccarsi le ferite nella rispettiva “conventicola” al riparo dalle urticanti obiezioni del “nemico”. Non che il tema sia un mio cavallo di battaglia;  tuttavia, con il tempo, discuterne è divenuta un’ abitudine, sempre più spesso mi ci ritrovo dentro trascinato per i capelli e ormai ho maturato in merito una certa esperienza. Per parte mia, cerco di presentarmi al regolare appuntamento avendo sempre ben chiari in mente una trentina di concetti da cui difficilmente prescindo. Questi “capisaldi” costituiscono un po’ il mio manuale di conversazione sul tema e per averlo da ora in poi sempre a portata di mano lo posto qui di seguito ripromettendomi di aggiornarlo sulla base di eventuali illuminazioni e suggerimenti futuri.
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1) Ho qualche problema con il "femminismo della differenza", specie quando afferma con un po' troppa sicumera "la superiorità femminile" in taluni ambiti sociali. Ok, forse le cose stanno davvero così, forse con le donne ai posti di comando le cose andrebbero meglio, ma perché farne una petizione di principio anziché una semplice ipotesi empirica da verificare? Per la "femminista della differenza" se una società libera, ovvero basata su interazioni volontarie, non fa emergere la supposta "superiorità", allora non è né libera né giusta... per definizione. E' naturale quindi vedere la "femminista della differenza" sempre immersa nello studio di nuove coercizioni sociali che le diano obtorto collo quanto desidera. E, almeno per me, queste ostetriche del nuovo sempre armate di forcipe, non sono un bel vedere.  Per fortuna il "femminismo della differenza" conosce oggi un momento di crisi.
2) Ho ancora più problemi con il "neo-femminismo", specie quando afferma con un po' troppa sicumera che uomo e donna sono uguali in ogni ambito sociale. Ok, forse le cose stanno davvero così, forse ci vorrebbero un po' più di donne qui e là e un po' meno di donne lì e qua, ma perché farne una petizione di principio anziché una semplice ipotesi empirica da verificare? Per la neo-femminista se una società libera, ovvero basata su interazioni volontarie, non fa emergere la supposta "uguaglianza", allora la società non è né libera né giusta... per definizione. E' naturale quindi vedere la neo-femminista sempre immersa nello studio di nuove coercizioni sociali che le diano obtorto collo quanto desidera. E, almeno per me, queste ostetriche del nuovo sempre armate di forcipe, non sono un belvedere. Purtroppo il neo-femminismo conosce oggi un periodo di prosperità.
3) Non ho alcun problema con quel "(vetero?) femminismo" ottocentesco che rivendica pari diritti formali tra uomini e donne: si parte con la stessa dotazione di diritti e si arriva dove fortuna e capacità ci conducono. E se i punti di arrivo sono differenti se ne prende atto senza tanto lambiccarsi con trucchetti di ingegneria sociale. Purtroppo questo tipo di femminismo è oggi profondamente minoritario.
4) Mi son sempre chiesto perché gran parte del femminismo ha origine a sinistra? Molte teoriche non fanno mistero della loro provenienza, anzi, rivendicano di aver sostituito la dialettica padrone/proletario con quella che contrappone maschio/femmina. L' arsenale teorico del marxismo è passato armi e bagagli nelle loro teorizzazioni: la storia sarebbe quindi un perenne conflitto dove il più forte prevale, e nella nostra storia che ci riguarda il maschio ha prevalso imponendo la cosiddetta società patriarcale. Tutto cio' è per me molto preoccupante poiché se la genealogia intellettuale è quella, allora non si puo' credere più nell' esistenza di un accordo ragionevole in grado di beneficiare entrambe le parti campo. Quando non si crede nella ragione non resta che il conflitto: "quel che ho, ce l' ho grazie alla mia lotta". Per chi crede solo nel conflitto la vita è un tiro alla fune: più tiri, più ottieni. Guai distogliersi dal contributo dovuto alla cordata amica per ascoltare e magari ragionare con il "nemico"! Il nemico vuole solo "fregarti"... per definizione, inutile perdere tempo con lui.
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5) Vi siete mai chiesti perché molte femministe siano tanto impermeabili ai "fatti"? Esempio, alla luce di quel che sappiamo dalla scienza è davvero improbabile ipotizzare un' eguaglianza sostanziale forte tra uomo e donna, è molto più ragionevole pensare che esistano parecchie differenze innate che si riflettono poi su preferenze e comportamenti sociali. Queste elementari osservazioni non sembrano turbare la neo-femminista. Perché? Dobbiamo allora ricordare che il pensiero neo-femminista, come molte altre ideologie moderne, attinge al pensiero relativista, e, di conseguenza, in esso la ragione è tenuta a cedere una volta al cospetto del linguaggio. La "retorica" prevale sulla "logica", la "pubblicità" prevale sulla "merce". Insomma, per la neo-femminista la narrazione è tutto. Lei non usa il linguaggio per comunicarci cio' che crede vero, bensì per ottenere cio' a cui aspira. Lo usa "in senso performativo", direbbero alcune filosofe di riferimento. Se certe premesse consentono una narrazione seducente ha poco senso chiedersi fino a che punto siano vere: il concetto di "verità" è quantomeno problematico e puo' essere tralasciato senza inconvenienti. Anzi, la verità forse nemmeno esiste, perché allora viverla come un intralcio?
6) Nella narrazione di certo femminismo radicale l' uomo emerge spesso come uno sfruttatore, sembra quasi che la sua presenza non sia abbinata ad alcuna funzione sociale. Ricordiamoci allora che la società "tradizionale" è una società in cui la gran parte della violenza ricade sulle spalle dell' uomo. La vita del maschio medio vale certamente meno della vita della donna media e, di conseguenza, viene sacrificata con maggiore disinvoltura. Il maschio quindi non sembra affatto essere un mero parassita, almeno stando a questo semplice fatto facilmente constatabile.
7) Molte battaglie della neo-femminista sono condotte contro gli "stereotipi". Le più sottili tra loro mettono in luce il tipico meccanismo attraverso cui uno stereotipo puo' perdurare. Esempio: "sono donna e so che farò fatica a farmi prendere sul serio come "manager", quindi non studio per realizzarmi come manager ma indirizzo altrove i miei sforzi". Nella comunità in cui si ragiona così ci saranno poche donne manager e i “maschilisti” saranno autorizzati a concludere che le donne non sono portate per la carriera di manager. E’ vero, gli stereotipi tendono ad autoalimentarsi ma cio’ non significa necessariamente che, se sono falsi, siano irremovibili. Anche il processo di smantellamento degli stereotipi si autoalimenta creando un “effetto valanga”: se Tizio rompe lo stereotipo, sarà più facile farlo anche per Caio, dopodiché sarà ancora più facile farlo per Sempronio e via di questo passo. L’ importante, dunque, è la prima mossa. Ora, in molti campi, primo su tutti quello lavorativo, la prima mossa è già stata compiuta da tempo, la partecipazione femminile è aumentata, i gap salariali si sono ristretti, eppure c’ è un margine che persiste. Perché l’ “effetto valanga” si è arrestato? Non è facile fermare una valanga e per spiegarlo l’ argomento degli stereotipi non aiuta molto.
8)  Le battaglie contro gli stereotipi, oltre a non tenere molto conto della logica tipica degli stereotipi, trascurano anche la psicologia: una crescente  letteratura  ci dice che gli stereotipi tra gruppi sociali sono in gran parte razionali (statistical discrimination) nonché flessibili rispetto alle evidenze. In una società libera non bisogna far crociate in grande stile per spazzarli via. E se non vengono "spazzati via" in modo repentino... gatta ci cova. Uno stereotipo inaccurato puo' perdurare quando interessa soggetti lontani con cui abbiamo pochi o nulli contatti ma difficilmente perdura a lungo se abbiamo continue interazioni con il gruppo sociale interessato. La libertà di mescolarsi e di trarre profitto dagli stereotipi (inaccurati) altrui, è una medicina ben più efficace rispetto alla vociante crociata.
9) Il mercato è un buon antidoto contro gli stereotipi inaccurati: chi li nutre li paga cari e di tasca propria. Non voglio assumere una donna perché probabilmente presto avrà figli e la sua attenzione verrà polarizzata altrove? Pagherò cara questa superficialità: la concorrenza, scevra da simili pregiudizi infondati, si sbarazzerà presto di me riducendomi sul lastrico.
10) Che il mercato sia un buon antidoto agli stereotipi inaccurati non è solo una solida teoria ma un fatto storico con diverse conferme: grazie al libero mercato molti stereotipi inaccurati sono spariti in breve tempo e molte categorie sono uscite velocemente dal "ghetto". Gli ebrei, tanto per citare un caso, una volta tolti di mezzo taluni odiosi divieti, sono entrati subito e con successo in settori della vita sociale prima loro interdetti.
11) Il neo-femminismo pensa di combattere gli stereotipi inaccurati con il sistema della "discriminazioni al contrario", altrimenti noto come metodo delle “quote rosa”. Tuttavia, le quote rosa, per quanto possano essere difese "in generale" diffondono pur sempre un risentimento sociale per l' ingiustizia che veicolano "nello specifico", specie in quei maschi che subiscono sulla loro pelle la condizione di vittime sacrificali.
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12) Un’ altra vittima delle quote rosa sono  le donne più preparate poiché devono inevitabilmente subire una stigmatizzazione dovuta a stereotipi ("si sono piazzate solo grazie ai privilegi di cui godono") che nel loro caso non avrebbe ragione d' essere e non sarebbe nemmeno mai sorta in assenza dell’ istituzione di quelli che per quanto le riguarda sono solo  "privilegi superflui".
13) Se si promulgano leggi speciali sul lavoro a tutela dei disabili, cosa penserà il cittadino medio? Penserà che si cerca di dare una mano a categorie naturalmente svantaggiate. E se si promulgano leggi speciali sul lavoro a tutela delle donne, il cittadino medio cosa penserà? Probabilmente penserà esattamente la stessa cosa, perché non dovrebbe farlo visto che il meccanismo adottato è il medesimo? Inutile girarci intorno, se una categoria di persone viene protetta attraverso un coacervo di privilegi e deroghe ad hoc, o si pensa ai "soliti furbi", oppure si ingenera inevitabilmente lo stereotipo dello svantaggio congenito. E' un po' difficile distinguere cervelloticamente i casi.
14) Due persone si differenziano per mille fattori. Il sesso potrebbe essere un fattore tra tanti. Perché mai gli stereotipi dovrebbero allora agire in modo potente solo su questo fattore? Forse il femminismo ha contribuito a tutto cio' fissando l' attenzione e il dibattito pubblico proprio su quell' unico fattore.
15) Alcune battaglie femministe del passato, come quella per le quote rosa, possono essere interpretate come "contro il maschio"; altre, come quella per l' aborto, possono essere interpretate come "contro il bambino"; cio' che copre una certa retorica della "sorellanza" è il fatto che gran parte delle battaglie odierne della neo-femminista siano in realtà rivolte contro altre categorie di donne. Pensate per esempio alla "battaglia contro gli stereotipi”, oggi tanto di moda: lo stereotipo della donna materna, per esempio, danneggia forse la donna senza figli ma avvantaggia la donna con tanti figli. Combatterlo, specie se lo si combatte a prescindere dalla sua accuratezza, è un favore fatto alle prime a spese delle seconde. Altro esempio: non si puo' combattere lo stereotipo della donna sexy senza colpire le donne sexy. Eccetera. Insomma, la lotta alla discriminazione è una brutta bestia: non si puo' combattere contro la discriminazione della donna senza discriminare tra le donne.
16) Le femministe sostengono che anche nelle società più avanzate e libere le donne soffrono odiose discriminazioni. Il caso classico è quello dei differenziali nei compensi lavorativi. Tuttavia, il gender gap negli stipendi è in gran parte giustificato dalle scelte professionali differenti fatte da uomini e donne.
17) Una volta constatato che l' ipotesi di discriminazioni sul lavoro non regge, le femministe hanno ripiegato sul fatto che gli stereotipi agirebbero precedentemente, ovvero al momento della scelta dell' indirizzo di studio. Tuttavia, le preferenze nell' indirizzo di studi intrapreso sembrano in gran parte autentiche e quindi da rispettare. Anche i paesi che hanno attuato politiche per orientare le ragazze verso studi nell' area STEM (quella che garantisce impieghi più remunerativi), a distanza di 10/20 anni, hanno dovuto riscontrare un sostanziale insuccesso.
18) Il problema delle classi miste
  1. Perchè a scuola i maschietti si annoiano più delle femminucce (e rendono meno)? È lo "yawn gender gap". La ricetta della Sommers: "... più competizione, più gare, più giochi, più tecnologia, più laboratori, meno classi miste,  più scuole professionali...". Per la studiosa noi abbiamo imposto le classi miste ma poi alle classi miste abbiamo imposto metodologie d'insegnamento tipicamente femminili.
  2. Oggi il fenomeno è riconosciuto ma chi tenta di porvi rimedio è accusato di fomentare il sessismo
  3. Sentimento, scarsa competitività, avversione al rischio, bando ad ogni contatto fisico... la scuola è sempre più femminilizzata
  4. Molte università ormai assomigliano a collegi femminili, il tipping point del 60/40 è sempre più in vista. Spesso, superata quella soglia, l' università stessa diventa meno appetibile
  5. Perché ce ne deve importare?: 1) sono i nostri ragazzi 2) sono i ragazzi con cui le nostre ragazze costruiranno il loro futuro 3) ragazzi di scarso successo spingono le ragazze a non sposarsi e nulla è più debole di una donna con figli senza nessuno accanto
  6. Le ragazze sono più ambiziose negli studi, frequentano più corsi extracuriculari, si iscrivono in massa all' università, scrivono e leggono meglio, portano a termine i loro studi conseguendo la laurea... se questa non è "superiorità"?
  7. Nelle ricerche e nei compiti conta sempre di più lo stile glamour, a volte prevarica la sostanza. Un elemento di sicuro vantaggio per le femmine.
  8. Ma i ragazzi non dominano nei test? Ci sono risposte chiare a questa obiezione: 1) più ragazze a rischio si sottopongono al sat (vedi punto sulla maggiore ambizione) 2) tra i maschi prevalgono sia i geni che gli idioti, i secondi si autoescludono dai test 
Il sistema educativo unico sembra piuttosto penalizzare i maschietti, il gap di apprendimento a favore delle bambine avanza sin dalle prime classi. Una studiosa sintetizza bene: “… as our schools become more feelings-centered, risk-averse, competition-free, and sedentary, they move further and further from the characteristic needs of boys…”.  Il fatto è che il dogma delle classi miste si è imposto a tutti i livelli visto che non si volevano alimentare stereotipi di genere, ma poi, probabilmente, a queste classi si sono applicate pedagogie più adatte alle bambine. Non c' è niente di certo in questa ipotesi, come pochissime sono le certezze quando si indaga la scuola con gli strumenti quantitativi canonici. Tuttavia, visti questi rilievi, non sarebbe il caso di lasciare aperta la via alle classi differenziate? Una misura logica ed equa: oggi solo i ricchi possono scegliere per i loro maschietti, se lo desiderano, questa alternativa.
19) Paradossalmente, l' emarginazione del maschio rafforza il patriarcato: la donna emancipata ed istruita disdegna di unirsi stabilmente ad un compagno più rozzo e meno istruito ritrovandosi con i figli, un desiderio a cui non vuole comprensibilmente rinunciare, da accudire in solitudine con fatiche immense. Non c' è nulla di più vulnerabile che una donna sola con i suoi figli. E così, nel campo del lavoro per esempio, il "rozzo e meno istruito" maschiaccio le sta ancora davanti, nonostante che a scuola le precedenze si siano invertite. E' la trappola malthusiana del femminismo radicale.
20) Le differenze di personalità tra maschi e femmine sono ancor più spiccate nei paesi avanzati rispetto a quelli arretrati. Le donne "maschiaccio" sono un incontro frequente spcialmente nei paesi sottosviluppati.
21) La felicità delle donne è calata negli anni sia in assoluto che relativamente. Le donne di oggi sono meno felici rispetto alle loro mamme e nonne ma anche rispetto agli uomini di oggi. Perché? Forse la rivoluzione femminista ha giocato a molte di loro un brutto scherzetto: il peso dei doveri non ha bilanciato sempre quello dei diritti, le ha sospinte fuori di casa precipitandole in un mondo ansiogeno senza che la pesantezza degli impegni casalinghi si sia alleviata di molto.
22)  Si dice che l' uomo dovrebbe attivarsi di più tra le mura domestiche, il suo contributo è ancora minimo. Va bene. Purtroppo però anche i suoi standard di soddisfazione domestica sono altrettanto... "minimi". Entrate in un college universitario e date un' occhiata alle camere dei ragazzi, poi visionate quelle delle ragazze. Nelle prime il disordine regna sovrano è mediamente più accentuato. Faccio questo esempio perché qui siamo in presenza di preferenze genuine visto che il fastidio e gli inconvenienti per il maggior disordine gravano interamente sulle spalle dell' unico occupante. Ergo: è dura sperare dagli uomini un aiuto casalingo importante poiché disordine e sporcizia sono tollerati molto bene dai maschietti, i quali si attivano solo quando suona un allarme che non suonerà mai se in casa c' è una donna, specie se c' è una donna terrorizzata da sporcizia e disordine che gira perennemente con lo spolverino. Quindi:  non è meschino opportunismo, è piuttosto legittima preferenza!
23) La questione del femminicidio è emersa soprattutto negli ultimi anni ma spesso la campagna delle femministe è stata equivocata. Anche da me, lo ammetto. Certo che chi tra le femministe eleva una denuncia sociale mettendo in evidenza la violenza subita dalle donne ha nel proprio arco solo frecce spuntate: la società che abbiamo creato riversa sulle spalle dell' uomo un quantitativo di violenza ben superiore. Inoltre, per quanto ci siano alcuni motivi per ritenere che la donna sia mediamente meno aggressiva dell' uomo, forse è più prudente dire che la sua aggressività è diversa: si concentra nelle relazioni intime ed è più spesso indiretta e strumentale a certi obiettivi. L' aggressività maschile puo' essere anche astratta ("uccido sconosciuti premendo un bottone") ma anche più diretta e incontrollata. Tuttavia, la femminista intelligente non denuncia affatto la "violenza subita dalle donne" ma lo stereotipo implicito in chi uccide in certe circostanze. La neo-femminista non teme la violenza in sé, anzi, paradossalmente lotta per una società in cui le donne subiscano una maggiore violenza, purché siano le tipiche violenze subite da chi ricopre ruoli chiave, oggi a carico prevalentemente degli uomini.

23bis) tre scomode verità sul femminicidio: 1 l'inasprimento delle pene è inutile 2 l'italia se la cava bene nei cfr internazionali 3 la violenza è simmetrica
24) Molte neo-femministe sono accusate di moralismo. Loro dicono di essere vittime di un equivoco, e in questo hanno fondamentalmente ragione. Anche qui l' oggetto della loro denuncia sono gli stereotipi e non tanto la volgarità di certi comportamenti. Tanto per dire, se una donna si spoglia va incontro a due inconvenienti: fa scandalo e alimenta lo stereotipo della donna/puttana. Alle femministe interessa solo questo secondo inconveniente, non si tratta quindi di un problema legato alla moralità e alla scandalosità di certi comportamenti! La neo-femminista sogna una società dove per la donna sia del tutto neutrale circolare nei luoghi pubblici perfettamente depilata piuttosto che ostentando un orribile neo peloso in pena faccia. Personalmente ritengo che il neo-femminismo trascuri molti dati di natura fino a costituirsi in un' utopia, vedo anche come tutto cio' possa essere estremamente pericoloso: chi si pone obbiettivi utopici puo' ottenerli solo "nazificando" la società; tuttavia capisco anche come l' accusa di "moralismo" elude il cuore del loro discorso.
25) C' è chi sostiene che nonostante i suoi mille difetti il femminismo ha fatto del bene alle donne. Puo' darsi, io continuo a credere che la tecnologia abbia inciso molto più del femminismo su certi cambiamenti che molti - non tutti - giudicano come positivi. Faccio solo un paio di esempi: all' emancipazione sessuale ha contribuito molto di più la pillola che i comizi femministi; alla partecipazione lavorativa ha contribuito molto di più la lavatrice che gli slogan femministi. Eccetera.
ADD1: si dice, lo stereotipo si autoalimenti. Giusto: anche se Tizia potesse fare X non lo fa perché si crede che non possa farlo e guadagnarsi un' opportunità per farlo sarebbe oltremodo faticoso. Ok. Ma anche il superamento di uno stereotipo si autoalimenta grazie ai meccanismi di mercato: quando si scopre una risorsa economica e parimenti produttiva tutti si gettano su quella risorsa per appropriarsene. Non bisogna quindi spiegare "perché non succede X",  oppure "perché non si sblocca il processo Y", piuttosto perché il processo Y si è sbloccato e si è poi ribloccato: bisogna spiegare una "frenata" non un "blocco". Nello spiegare la "frenata" la teoria degli stereotipi serve a poco. Un caso classico è il gender gap negli stipendi (ggs): perché si è costantemente ristretto salvo una stagnazione negli anni 60 e oggi? Per gli anni sessanta la spiegazione c' è: allora collassò il gg nella partecipazione al lavoro (più offerta comprime il prezzo). Ma oggi? Poiché la dinamica non ci consente di parlare di stereotipi è più plausibile una spiegazione in termini di preferenze. Sul punto vedi (Claudia Goldin).
ADD2: Oggi le donne sono molto istruite, anche più degli uomini. Le bambine sono educate da mamme mai tanto colte nella storia. Ebbene, è verosimile persone tanto istruite siano vittime di stereotipi?
ADD3: Tutto il gender gap è spiegabile attraverso le preferenze. Manca forse un 5%. Ebbene, abbiamo voluto legare alla maternità certi diritti, credevamo forse che fossero un pasto gratis?
ADD4: Si recrimina per l' esistenza di un soffitto di vetro che blocca l' ascesa delle donne nel mondo del lavoro. Domanda: perché una donna americana ha più opportunità di sfondarlo rispetto a una donna svedese? Eppure la svezia è il paradiso delle teorie gender. Il fatto è che certi diritti legati alla maternità e alla flessibilità fanno emergere le preferenze femminili più autentiche che in genere non riguardano la carriera lavorativa.
ADD5: Quando la discussione sugli stereotipi si infervora si creano due tribù: quella femminista sempre protesa alla denuncia e quella di chi minimizza. Ebbene, in questi casi gli stereotipi con cui l' appartenente ad una delle due tribù guarda al suo dirimpettaio prevalgono sugli stereotipi oggetto di discussione. A sostegno di questa conclusione esiste una buona letteratura psicologica (vedi Scott Alexander: I CAN TOLERATE ANYTHING EXCEPT THE OUTGROUP).
ADD6: Molte femministe denunciano la pubblicità sessista che ridurrebbe la donna ad oggetto sessuale. E' del tutto naturale: quando vediamo qualcuno con certe caratteristiche che fa qualcosa ci aspettiamo che chi ha quelle caratteristiche faccia lo stesso. In questo senso non si puo' negare che si creino delle "esternalità". Solo che le caratteristiche del soggetto che osserviamo sono centinaia, perché fissarsi proprio sul genere? Di sicuro chi lo fa attira l' attenzione su quella caratteristica contribuisce ad amplificare proprio il male che va denunciando. Per approfondire vedi Katja Grace: Does SI make everyone look like swimsuit models?
ADD7. Gli antropologi ci spiegano che la violenza è sempre stata un buon metodo per risolvere i conflitti. Di sicuro il più popolare.
I violenti sopravvivevano, i pacifici soccombevano.
Presso le tribù amazzoniche che vivono oggi sul pianeta in condizioni simili ai nostri antenati, nel tempo libero non si fa altro che parlare e vantarsi di quanti nemici sono stati stroncati con la forza. Si è praticamente incapaci di pensare se non in termini di "guerra al nemico".
Sarà per questo che ancora oggi - dove la violenza si esprime in modo più obliquo - sia l' uomo che la donna conservino istinti belluini.
Ci si chiede solo dove allignino meglio, c' è chi opta per l' uomo e chi invece, salomonicamente, li vede equi-distribuiti.
Penso di appartenere al primo gruppo e cerco di illustrare le mie ragioni partendo da una considerazione presa a prestito dalla psicologia evolutiva:
  1. la violenza dell' uomo è maggiormente proiettata nell' ambito sociale;
  2. la violenza della donna è maggiormente proiettata nell' ambito personale.
Viviamo tempi in cui si denuncia la "violenza in famiglia" e questo ci fa dimenticare l' ovvio: i nostri nemici stanno soprattutto fuori dalla famiglia.
Ora, poiché i nemici per lo più stanno "là fuori", è normale che il maschio, per quanto detto prima, sia più pronto a ricorrere all' aggressione e a sviluppare nel tempo un istinto aggressivo.
Millenni di guerre e conflitti tribali - per lo più ingaggiati dagli uomini - non passano senza lasciare traccia.
Vengo all' ovvia obiezione: e tutti gli episodi di cronaca in cui "lui" strapazza "lei" all' interno di una relazione di coppia?
Sembrerebbe che la violenza dell' uomo sia preponderante anche nella dimensione più intima.
L' osservazione è imbarazzante, la mia impalcatura è in pericolo.
Vedo solo questa doppia "contromossa" difensiva: non è sempre facile distinguere tra dimensione personale e dimensione sociale. Non è nemmeno sempre facile distinguere tra violenza e violenza.
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Distinguere tra pubblico e privato
Faccio un esempio.
Non penso che la disistima del partner sia un vulnus insopportabile per l' uomo, almeno finché questo sentimento non assurga ad una dimensione pubblica, finché cioè non viene in qualche modo ufficializzato e reso noto a tutti, magari attraverso la minaccia di un abbandono, mossa non più occultabile e destinata inevitabilmente a condizionare il giudizio sociale sul soggetto in questione.
A questo punto "lui" reagisce, ma reagisce proprio perché si abbandona la dimensione intima per entrare in una dimensione pubblica che pregiudica il suo status.
In caso contrario, quando la disistima è circoscritta nella sfera privata, quando i panni sporchi saranno lavati in famiglia, lui troverà modo di compensare questa mancanza, per esempio grazie agli amici, o grazie all' amante, oppure anche grazie a un hobby o a qualsiasi interesse da coltivare a latere.
Al contrario, la donna è meno interessata alla sfera pubblica, lei soffre l' ostilità del partner a prescindere e questo puo' solleticare la sua aggressività indipendentemente dalla minaccia di essere lasciata.
Distinguere tra violenza e violenza
C' è poi un' altra considerazione da fare, parto dall' aspetto più generale: noi oggi non siamo meno violenti dei nostri predecessori o dei nostri fratelli dell’ Amazzonia, siamo al limite più temprati dall' esperienza, sappiamo evitare i conflitti inutili anche se la nostra aggressività è tutt'altro che sopita, e lo vediamo bene quando ci viene offerta l' opportunità di assalire un imbelle senza conseguenze per la nostra persona. Pochi si tirano indietro.
Insomma, il violento s' impratichisce e diventa più raffinato ma non si libera del suo istinto. Sarà un paradosso ma in certi ambiti la "brutalità" segnala una scarsa abitudine alla pratica violenta, almeno dal punto di vista evolutivo.
Ora, siccome la donna pratica da sempre la violenza nell' ambito delle relazioni personali, possiede oggi in questo ambito un grado di raffinatezza che l' uomo non ha e spesso capisce meglio dell' uomo quanto la violenza bruta sia controproducente per ottimizzare la sua condizione, meglio dare forme alternative alla propria aggressività.
Riferimenti bibliografici
  1. Sulla violenza come fattore evolutivo: Napoleon Chagnon: Tribù pericolose. La mia vita presso gli Yanomamo.
  2. Sulla tipizzazione della violenza maschile e femminile: Roy Baumeister, Is There Anything Good About Men?: How Cultures Flourish by Exploiting Men.
  3. Su come nel tempo si raffini la violenza: Jeffrey Pfeffer, Power: Why Some People Have It and Others Don't.
Tutto il resto sono mie congetture bisognose di verifica.
ADD. 8 La femminista si lamenta delle vessazioni che la donna subisce nel rapporto di coppia, tuttavia allorchè quest'ultima instaura lo scambio fondamentale, ovvero quello amoroso, non sembra privilegiare i cosiddetti "bravi ragazzi", innocui, inoffensivi, spesso umili, imbranati e ancora più spesso vergini. Privilegia invece chi consegue un certo successo sociale, il che è possibile solo grazie ad una certa esperienza, una durezza di fondo nel carattere e una buona dose di aggressività che metta in grado di bruciare l' altro sul tempo facendogli le scarpe. Ma soprattutto l' uomo di successo o comunque ambizioso ha cura del suo status, il che fa vivere male le eventuali umiliazioni subite poi nel rapporto di coppia, magari in seguito a una rottura. Quando questo è stato fatto notare rappresentanti illustri del movimento femminista hanno accusato i nerds di pretendere velatamente un diritto al sesso facile. Meglio sarebbe stata una risposta del tipo: è vero, il mondo è ingiusto e ti compiango ma francamente non so che farci.
ADD. 9. C' è un posto dove le ragazze hanno superato i ragazzi: la scuola. E' un posto dove i ragazzi soffrono particolarmente: ritiri, voti bassi, bocciature sono un loro appannaggio. Ma perchè a scuola i maschietti si annoiano più delle femminucce (e rendono meno)? È lo "yawn gender gap". La ricetta della Sommers: "... più competizione, più gare, più giochi, più tecnologia, più laboratori, meno classi miste,  più scuole professionali...". Per la studiosa noi abbiamo imposto le classi miste ma poi alle classi miste abbiamo imposto metodologie d'insegnamento tipicamente femminili.

ADD10. Perché distinguere tra tradimento e stupro? Il tradimento è una minaccia riproduttiva ben più grave dello stupro. Quanto alla sofferenza indotta: preferireste essere stuprati (costretti ad accoppiarvi con una sconosciuta) o essere traditi dalla moglie? Le asimmetrie che si riscontrano su questi temi sono sessismo alla rovescia. Per approfondimenti vedi il blog di RH alla voce cuckhold

ADD11. Oggi l' affirmative action concentrerebbe i costi sui maschi in cerca di lavoro anziché su quelli che già lavorano. Ironia della sorte, se esiste una discriminazione, questa è perpetrata dai maschi che lavorano, bisognerebbe quindi spostare i costi su questa categoria. Perché non lo si fa? Forse la logica dell' affirmative action è ipocrita e non reggerebbe ad un reale attacco portato da una categoria organizzata come quella dei maschi che lavorano.

ADD12. Perché le femministe insistono tanto sulla teoria del Patriarcato? Eppure, per molte loro istanze, non sembrerebbe necessario supportare una teoria a prima vista tanto lacunosa! In genere la "teoria del Patriarcato" serve come argomento a sostegno della politica delle "quote rosa". A chi obietta che le "quota rosa" siano una discriminazione al contrario si puo' rispondere che, in ogni caso, non è una discriminazione oppressiva. Solo le discriminazioni inserite in un sistema oppressivo che tende a subordinare un gruppo sociale sono condannabili. La cosa salta agli occhi quando notiamo che in fondo noi discriminiamo ogni giorno i soggetti con cui ci relazioniamo senza commettere alcun obbrobrio morale. Per le femministe le discriminazioni subite dalle donne in passato, contrariamente alla discriminazione perpetrata attraverso le quote rosa, avevano natura oppressiva ma è chiaro per poter sostenere una cosa del genere è necessario una teoria come quella del Patriarcato.

ADD13. Su una cosa la piattaforma delle donne cattoliche e delle femministe si incontra: più asili per tutti (in modo da conciliare meglio lavoro e maternità).

Quello che non capisco: perché più asili e non più flessibilità sul lavoro e sui servizi all' infanzia?

A volte due problemi tendono a mescolarsi: quello della povertà e quello vero e proprio della conciliazione tra lavoro e maternità.

Leviamo di mezzo il primo, quello della povertà e immaginiamo un mondo perfettamente flessibile.

Ebbene, io, mamma lavoratrice, posso tappare tutti i buchi che crea la gestione di un figlio attraverso il baby sitting, in questo modo risolverò ogni problema.

Qualcuno potrebbe obiettare: ma io considero un valore passare più tempo col bambino, voglio tempo per me e per noi due insieme, non mi basta "tappare i buchi".

Risposta: non c' è problema, paghi questo tuo valore rinunciando a parte del tuo stipendio (su un mercato flessibile questa operazione risulta semplice) e acquisti una porzione del tuo "valore" sul mercato.

Conclusione. grazie alla flessibilità è facile conciliare bimbi e lavoro, ognuno puo' farlo restando in linea con i valori che intende professare. Va da sé che alcuni valori saranno più costosi di altri, ma questo non ci sorprende, è sempre così.

I problemi potrebbero nascere una volta che introduciamo l' elemento povertà, ma a questo punto dobbiamo anche segnalare che cessiamo di occuparci di un problema come la "conciliazione bimbi/lavoro" per occuparci invece della "povertà" delle perone nella società contemporanea.

Domanda: se una persona non guadagna a sufficienza per permettersi una baby sitter tappa-buchi, perché mai dovrebbe pagarla in sua vece un' altra persona finanziando la realizzazione di "più asili"?

Se il lavoro della baby sitter vale di più del lavoro della "lavoratrice" allora quest' ultima potrebbe dedicarsi al primo. Farsi pagare da terzi per avere una baby sitter è una mera redistribuzione di reddito  a cui si accede facendo un figlio, nulla ha a che vedere con la conciliazione tra lavoro e figli. E' è un po' come farsi pagare per avere un figlio. Io dico: "voglio fare un figlio, non posso permettermelo perché svolgo un lavoro a basso valore aggiunto e tu mi devi pagare il suo mantenimento".

Non so se sia molto etico farsi pagare per avere un figlio. Puo' darsi di sì, puo' darsi che i figli siano un diritto, che avere figli sia considerato un bene essenziale per il soggetto e che quindi debba essere fatto rientrare nel "reddito minimo" a cui accede ogni cittadino povero. Purché sia chiara una cosa: stiamo parlando di povertà (e quindi di reddito minimo), non di "conciliazione" tra maternità e lavoro, a quella, come chiarito, ci pensa la flessibilità: deregolamentazione dei contratti, deregolamentazione del babysitting, deregolamentazione degli asili...

ADD14.capitolo 1 Is There Anything Good About Men?: How Cultures Flourish by Exploiting Men by Roy F. Baumeister
  • Le maggiori differenze tra uomo e donna si configurano come trade off: se U è migliore nel fare X allora D fa meglio Y... 
  • Non esiste società al mondo in cui gli uomini non dominino. Perchè? Tre spieghe: 1) l'uomo è superiore 2) la donna è oppressa 3) uomo e donna hanno motivazioni differenti...
  •  La terza spiegazione sembra vincente: le inclinazioni dell'uomo sembrano più idonee a costruire sistemi sociali estesi, anonimi, astratti. La donna è più attratta dalla sfera personale... 
  • Tesi del libro: la cultura è una costruzione maschile ma ciò nn significa che tuteli il maschio, al contrario, gli uomini ricoprono spesso i panni della vittima... 
  • Il femminismo ha prodotto uno spiacevole effetto collaterale: la teoria del complotto patriarcale. Non sembra davvero una tesi sostenibile. Avete mai sentito dei maschi complottare? In genere maschi e femmine collaborano. Il conflitto dovrebbe essere qualcosa che accade all'insaputa dei protagonisti. Solo alcune femministe radicali sembrano coscienti... 
  • Il femminismo da movimento per i pari diritti si è trasformato in movimento antagonista. Molti cervelli hanno giudicato raggiunti gli obbiettivi mollando il colpo e lasciando il movimento nelle mani della frangia più radicale... 
  • Non lo si può negare: chi nell'accademia revoca in dubbio gli assunti femministi rischia. Non esiste un pari trattamento tra ipotesi esplicativi. Es. il wage gap: esistono molte ipotesi alternative all'oppressione dei pregiudizi (full time, rschio, sacrifici, preferenze, negoziazione...) eppure... Altro esempio eloquente sono le ricerche sulle preferenze sul sesso del nascituro, spesso sono dovute all'assetto istituzionale più che hai pregiudizi ma ipotizzarlo pubblicamente è molto rischioso... 
  • U. e D. sono differenti, le culture che capitalizzano qs. differenza sono vincenti. Il matriarcato ha perso in questa lotta. Perchè. Tesi: nn che le donne siano inette a governare ma hanno meno motivazioni: sono più avverse al rischio e ai sacrifici (hanno più alternative alla carriera)... 
  • Ma come è possibile che il sistema sfrutti i maschi quando i maschi sono ai vertici di qualsiasi organizzazione? L'errore qui è di concentrarsi sui vertici. Guarda anche ai margini, scoprirai che anche lì la prevalenza maschile è indiscutibile. Margini: prigione, barboni, incidenti sul lavoro, vitime di guerra. Per la nostra cultura la vita di un uomo vale meno. Spiegazioni? Forse è tutto legato alla generazione della prole: bastano pochi uomini per garantire una numerosa figliolanza, mentre le donne devono essere necessariamente molte... 
  • Norah Vincent: una femminista che si è fatta passare da uomo x scrivere il suo libro. Conclusione inattesa: che vita di m.!... Trade off. Esiste un genfer gap opposto nei salari e negli incidenti sul lavoro. Forse sono legati: parte del salario copre i rischi di incidenti. La logica del trade off compensa i gender gap e spiega molto in qs. tematiche.
continua

ADD15  gENDER GAP DOVUTI A STEREOTIPI: Molti studi che lo segnalano sono fallati. Il tipico errore:

Okay. Imagine a study with the following methodology. You survey a bunch of people to get their perceptions of who is a smoker (“97% of his close friends agree Bob smokes”). Then you correlate those numbers with who gets lung cancer. Your statistics program lights up like a Christmas tree with a bunch of super-strong correlations. You conclude “Perception of being a smoker causes lung cancer”, and make up a theory about how negative stereotypes of smokers cause stress which depresses the immune system. The media reports that as “Smoking Doesn’t Cause Cancer, Stereotypes Do”. The obvious counterargument is that people’s perceptions may be accurate, so your perception measure might be a proxy for a real thing.


. http://slatestarcodex.com/2015/01/24/perceptions-of-required-ability-act-as-a-proxy-for-actual-required-ability-in-explaining-the-gender-gap/

ADD16
***APPENDICE***
Oggi la scienza ci suggerisce alcune differenze tra uomo e donna che dovremmo considerare almeno come "ipotesi più probabile". Difficile prescindere da esse, almeno se vogliamo fare un discorso non ideologico.
Per evitare di metterla in termini di "dotazione" differente mettiamola in termini di "preferenze" differenti, difficile però negare che alcune differenze notevoli ci siano. Vediamo un po’ le sei principali:
1. differenti priorità, specie se consideriamo “status” e “famiglia”;
2. differenti interessi, specie se distinguiamo tra “cose”, “persone” e “astrazioni”;
3. differente attitudine verso il “rischio”;
4. differenti prestazioni nei test matematici e nel ragionamento matematico (non nel calcolo matematico);
5. differente attitudine mentale verso le proiezioni spaziali (non nella memoria visiva);
6. differente variabilità nelle distribuzioni di frequenza sulle varie abilità cognitive.
A questo punto la domanda cruciale: si tratta di differenze “naturali” o indotte dalla cultura.
Esistono diversi motivi che inducono a privilegiare l’ ipotesi di una base naturale, almeno sei:
1. uomini e donne hanno una biologia molto differente;
2. si tratta di differenze universali nello spazio, anche se variabili nell’ entità;
3. si tratta di differenze universali nel tempo, anche se variabili nell’ entità;
4. si tratta di differenze condivise con la gran parte dei mammiferi;
5. molte di queste differenze si riscontrano già nella prima infanzia;
6. si tratta di differenze impermeabili allo “stile educativo”;
Concludo con alcune notazioni di cui tenere conto:
1. parliamo di differenze statistiche; ovvero, anche quando diciamo, per esempio, che “gli uomini sopravanzano le donne nell’ ambito X” cio’ è compatibile con il fatto che nell’ ambito X esistano parecchie donne che sopravanzano parecchi uomini;
2. spesso le differenze nemmeno si riscontrano a livello di media, bensì a livello di “coda” (es.: gli uomini in un certo ambito potrebbero prevalere sia nel “meglio” che nel peggio);
3. molti studi offrono risultati deboli che, vista la delicatezza della materia, si tende a scartare; anche per questo diventano decisive le meta-analisi (se una debolezza si ripete sistematicamente nello stesso senso, il risultato cessa di essere “debole”) e le sperimentazioni su vasti campioni;
4. difficilmente gli stereotipi culturali giocano un ruolo decisivo, anche perché noi, nell' agire quotidiano, tendiamo a sottovalutare le “differenze di genere” piuttosto che a sopravvalutarle.
5. al modello “osmotico” molti contrappongono il modello degli “stereotipi autorafforzanti”, ma si tratta di un modello improbabile in presenza di “flussi e riflussi” visto che un modello del genere favorisce piuttosto la crescente polarizzazione;
6. il modello degli “stereotipi autorafforzanti” ha un ulteriore punto debole: sembra incapace di descrivere la dinamica osservata nel caso di altre odiose discriminazioni. Ho in mente quella subita dai neri in ambito sportivo, o quella ancor più vasta a danno degli ebrei. Sono casi in cui, appena cadute le barriere, c’ è stata integrazione: i neri hanno cominciato a mietere successi, gli ebrei a trovare la loro posizione sociale. Ma anche la discriminazione femminile, appena si sono aperte le porte, è cessata molto velocemente in parecchi ambiti
7. vale a poco obiettare che nello sport, per esempio, esistono misure oggettive; infatti le maggiori difficoltà a ottenere un’ adeguata rappresentanza femminile, nello sport come fuori dallo sport, si hanno proprio in ambiti dove le performance sono più facilmente misurabili;
8. chi denuncia la sproporzione tra “differenze naturali” e ruolo sociale non coglie alcuni meccanismi economici; ogni economista sa che bastano differenze minime nelle attitudini per avere conseguenze catastrofiche nella distribuzione razionale dei ruoli. Non solo, potrebbe essere irrilevante persino il segno delle differenze (se ci fosse un sesso migliore in tutte le attività umane, sarebbe razionale confinare il suo ruolo alle attività dove la differenza di prestazioni è più ampia).
Ma se devo essere sincero, da profano, a convincermi sull’ ipotesi della “base naturale” è un altra cosa: l’ alto numero di studiosi che approfondisce la questione partendo dall’ ipotesi culturalista e approdando alla sponda opposta. Il cammino inverso è pressoché inesistente. Un caso emblematico è quello di Diane Halphern:
At the time I started writing this book it seemed clear to me that any between sex differences in thinking abilities were due to socialization practices, artifacts, and mistakes in the research. After reviewing a pile of journal articles that stood several feet high, and numerous books and book chapters that dwarfed the stack of journal articles, I changed my mind. The literature on sex differences in cognitive abilities is filled with inconsistent findings, contradictory theories, and emotional claims that are unsupported by the research. Yet despite all the noise in the data, clear and consistent messages could be heard. There are real and in some cases sizable sex differences with respect to some cognitive abilities. Socialization practices are undoubtedly important, but there is also good evidence that biological sex differences play a role in establishing and maintaining cognitive sex differences, a conclusion I wasn't prepared to make when I began reviewing the relevant literature.
Scusate se non ho inserito né link, né bibliografia. Su richiesta provvederò a fornire la letteratura su ciascun punto. Tanto per cominciare, chi è interessato puo’ trovare una buona rassegna in materia nella “Tabula rasa” di Steven Pinker, oppure David Geary Male, Female: The Evolution of Human Sex Differences.
9) Un buon argomento per le quote rosa:
  1. E' giusto aiutare i più sfortunati
  2. Nascere donna è una sfortuna, almeno in questo mondo
  3. Non si puo' dire che "nascere donna è una sfortuna", quindi non si puo' trasferire in modo diretto ricchezza dai più fortunati ai più sfortunati
  4. Non restano che i trasferimenti indiretti, quelli tramite quote rosa, per esempio.
continua

10) Pinker su differenza, gender gap sul lavoro, quote rosa e stupro (Tabula Rasa).
  • Odissea 2001. Perchè nn ha previsto il cambiamento della condizione femminile?...
  •  Cause della riv.femminista: 1) le società liberali sono + fluide e sul mercato la convenienza s'impone... 
  • 2) il progresso tecnologico: ha attenuato la necessità di suddividere il lavoro nella coppia... 
  • 3) l'accresciuto valore del cervello rispetto ai muscoli nell'economia.. 
  • 4) la contraccezione: consente di rinviare i figli al momento + opportuno... 
  • 5) il femminismo: ha rivendicato e sensibilizzato... 
  • Purtroppo il femminismo ha dovuto abbracciare la teoria della Tabula rasa: 1) le menti di uomo e donna somo ugualu 2) l'istinto sessuale dell'uomo nn sono sessuali ma culturali... 
  • Eguaglianza: un individuo nn va giudicato sulla base del suo gruppo di appartenenza. Enunciato in qs modo eguaglianza e differenze di gruppo sono compatibili... 
  • Su qs argomenti si ragiona solo in termini di distribuzioni probabilistiche... 
  • Le 2 controversie: 1) gap tra i generi 2) violenza sessuale... 
  • Ci sono due femminismi: 1) f. dell'equità (liberale) 2) f. di genere (marxistà). Quindi prendere certe posizioni nn significa osteggiare il femminismo... 
  • Il f. di genere su è messo in rotta di collisione con la scienza. E a qs impresa scientifica partecipano molte donne... 
  • E il femminismo della differenza? Offre il peggio di entrambi i mondi: differenza e ripudio della scienza. Differenze spesso inventate si sana pianta... 
  • Le differenze tra i generi riguardano: 1) atteggiamento verso il sesso occasionale e anonimo 2) la competizione violenta e la denigrazione 3) manipolazione spaziale degli oggetti 4) ragionamento matematico e test matematici 5) rapporto con le emozioni e l'empatia nel piccolo gruppo 6) rapporto col dolore 7) rapporto col rischio (specie di danno fisico) 8) rapporto coi figli 9) rapporto con la gelosia e con il corteggiamento 10) giochi: lotta e ruoli sociali...
  • Alcune di queste differenze riguardano la media altre la coda. 
  • Perchè prob. qs. differenze sono biologiche?… 
  • 1) perchè esistono in tutte le culture. 2) sono quelle che predice l'evoluzionista 3) si ritrovano anche in altri primati. 4) lo sviluppo fisiologico dei feti è molto diverso tra uomo e donna 5) il cervello di uomo e donna differisce notevolmente 6) il testosterone influenza chiaramente la vita psichica 7) idem x gli estrogeni, tanto è vero che le prestazioni cognitive delle donne variano col ciclo 8) idem x gli androgeni 9) l'esperimento ideale su neonato è stato condotto confermando l'importanza della biologia maschile 10) il trattamento dei figli oggi nn è molto differente ma le canoniche differenze si ripresentano... 
  • E il gender gap sul lavoro? Non è possibile neppure ventilare che esistono preferenze vocazionali, che 1) le donne prediligono la relazione xsonale mentre i maschi amano gli oggetti, la teoria, la ricerca 2) il maschio è più disponibile a mettersi fisicamente in xicolo 3) il maschio tiene di + al suo status legato al guadagno si ferma di più in ufficio fa lavoro + duri 4) la donna è + legata a figli e famiglia... 
  • Anche le capacità incidono: 1)l'uomo eccelle nel ragionamento matematico 2) la donna eccelle nel linguaggio... 
  • Prendi l'Università. È credibile che i matematici ce l'abbiano con le donne e i linguisti con gli uomini?... 
  • La legge della specializzazione (vantaggio comparato) fa sì che il matrimonio enfatizzi le differenze anche quando sono minime (gary becker)... 
  • Il mercato aiuta: le donne senza figli guadagnano quanto gli uomini. Le aziende stupide hanno vita breve... 
  • Quote rosa? 1) rendono la società inefficiente 2) insinuano dubbi sulla capacità femminile 3) si allontanano le xsone dai lavori che + piacciono... 
  • Problema: la natura della violenza carnale. Tesi prevalente: nn ha nulla a che vedere con la sessualità. Lo stupro è un abuso di potere indotto dalla cultura patriarcale... 
  • La teoria distorta nasce sollecitata da problemi reali: lo stupro era preso un pò troppo alla leggera. Ma anche dalla teoria del bupn selvaggio: il sesso è buono siccome lo stupro nn lo è le due cose viaggiano separate... 
  • 2 esperienze comuni 1) ci sno uomini che farebbero di tutto x andare con una donna 2) ci sono uomini che usano la violenza x ottenere ciò che desiderano... 
  • Teoria standard: l' uomo stupra x affermare la supremazia del genere maschile. Non quadra: 1) troppi costi e pochi benefici. Chi stupra è uno sfigato mentre chi beneficia del patriarcato è un tipo di successo 2) agli uomini stanno + a cuore madri e sorelle che gli altri uomini 3) la presunzione d'innocenza nn vale solo x lo stupro 4) xchè fare dello stupro un reato se ci fosse complotto patriarcale?... 
  • Due teorie alternative: 1) stupro opprtunistico: l'emarginato nn ha altri mezzi 2) stupro incontrollato: desiderio + violenza... 
  • Lo stupro ha qualcosa di naturale. Tutti noi siamo potenziali stupratori... 
  • La sofferenza delle vittime è elevata xchè il costo di un figlio è elevatissimo. Qs giustificherebbe pene + severe... 
  • E gli stupratori che prendono di mira le vecchie? che hanno disfunzioni o addirittura usano il preservativo? Risposta: 1) parliamo di casi minioritari 2) sono casi comuni anche nel rapporto consensuale... 
  • E lo stupro della corteggiata? Dobbiamo pensare che l'amore si converta in pochi secondi nella lotta x il patriarcato?... 
  • Stupro e sesso sono intimamente legati. Prove: 1) l'accoppiamento coatto è pratica diffusa in tante specie 2) è presente in tutte le culture 3) in genere lo stupratore nn uccide 4) le vittime sono all'apice della produttività 5) i violentatori sono giovani (da vecchi si liberano dal condizionamento?) 6) in paesi tradizionalisti come il Giappone gli stupri sono meno... 
  • La correlazione imbarazzante va in senso opposto: più la donna è indipendente + gli stupri sono un xicolo... 
  • Consiglio finale: nn andare in giro con la minigonna in posti isolati e malfamati..
continua
  1. Lauren Hall su famiglia e patriarcato
    • È ben vero che Filmer giustificò l'assolutismo politico tramite un'analogia con la famiglia dove l'uomo, capo-famiglia, comanda su tutto e tutti. Ma è proprio dall' analogia prescelta che scopriamo le mille forzature. Tanto è vero che Locke, il maggiore critico di Filmer, riprende proprio quell'analogia x la sua famosa "confutazione".
    • E poi, nn demonizziamo il patriarcato, rispondeva pur sempre a delle esigenze che nascevano dal fatto che la donna nel corso della gravidanza si presentava come soggetto vulnerabile bisognoso di cure e protezione; in queste condizioni, per altro molto frequenti, occorreva un compagno che avesse il controllo assoluto della famiglia. Una situazione oggi mutata non tanto per un soprassalto di moralità mo per l'azione propagandistica del femminismo, quanto per le condizioni ambientali legate alla ricchezza sopraggiunta dopo la rivoluzione industriale.
    • È stata la politica, piuttosto, a radicalizzare la famiglia patriarcale: l'interdetto per la donna a detenere prop. era fissato dalla legge nn dalla tradizione.
    continua
  2. What is the Right Number of Women? di Garett Jones
    • problema: perché ci sono poche economiste?
    • tesi: per questioni di gusto/abilità
    • premessa: nell accademia sono presenti solo persone con abilità superiori alla media
    • un dato di fatto: l impatto degli ormoni sul cervello
    • evoluzione: ruoli riproduttivi diversi. difficile pensare che l evoluzione non selezioni differenze.
    • l evoluzione non ha ome obiettivo la parità di genere
    • chi vince in accademia: chi dà tutto tra i 25 e i 39 anni.
    • i maschi possono spostare la paternità a piacimento le femmine no.
    • fatti: genoma: una differenza dell 1/2% tra uomo e donna. quanto quella tra uomo e scimpanzé maschio. o donna e scimpanzé femmina.
    • cervello: maggiore testosterone nell uomo
    • il t puo' essere iniettato: più t più abilità di manipolazione spaziale (pensiero astratto)
    • differenze nell ippocampo: nelle donne maggiore memoria spaziale
    • peso cervello: maggiore negli uomini
    • connessione cervello: maggiore nelle donne
    • il peso infrasesso è correlato all iq ma la connessione ha effetti compensativi
    • mri: uomini e donne risolvono gli stessi problemi usando aree del cervello diverse
    • test score: varianza maschi più elevata specie in matematica
    • Uomini: maggiore abilità matematiche; donne: maggiori abilità aritmetiche. uomini: meglio nei test attitudinali di math; donne: meglio nei test di miglioramento in math
    • uomini pià soggetti ai disordini mentali (vedi autismo)
    • meta studi: uomini meglio nello spazio astratto, donne meglio nel linguaggio
    • meta studi: donne più empatiche e coscienziose; uomini più aggressivi
    • conclusione: per com è oggi l'economia avvantaggia gli uomini e non sorprende che siano sovrarappresentati. domani le cose potrebbero cambiare. esempio: se la storia economica prendesse il sopravvento vedremmo molte più donne.
    continua
  3. The inequality taboo di Charles Murray
    • In all cases, the variation within groups is greater than the variation between groups.
    • The concepts of “inferiority” and “superiority” are inappropriate to group comparisons.
    • women have played a proportionally tiny part in the history of the arts and sciences.[4] Even in the 20th century, women got only 2 percent of the Nobel Prizes in the sciences–a proportion constant for both halves of the century–and 10 percent of the prizes in literature.
    • Through high school, girls earn better grades in math than boys, but the boys usually do better on standardized tests.[5] The difference in means is modest, but the male advantage increases as the focus shifts from means to extremes.
    • In primitive societies, men did the hunting, which often took them far from home. Males with the ability to recognize landscapes from different orientations and thereby find their way back had a survival advantage.

  4. Il corpo delle donne nella pubblicità DI Katja Grace e Robin Hanson
    • donna-oggetto: ma cosa significa essere rappresentati come oggetti?
    • ipotesi: oggetto=sfigata
    • l esternalità è grande? nn penso rispetto agli stereo. abbiamo molte informazioni in aggiunta x giudicare il caso concreto in cui ci troviamo
    • il problema nn è il processo di stereotipizzazione ma la caratteristica che decidiamo di stereotipizzare. chi si concentra sulla denuncia degli stereotipi di genere accresce il focus su quella caratteristica
    • es.: quasi tutti i crimini commessi alla tv sono commessi da maschi ma la cosa nn è enfatizzata nè denunciata
    • lo stereotipo della donna oggetto produce esternalità ma è solo una delle mille possibili e chi si fissa su quella peggiora le cose... senza contare il beneficio dell attrice e di chi legge
    • Mmmm
    • Does SI make everyone look like swimsuit models?
    • William Easterly believes Sports Illustrated’s swimsuit issue externalises toward women
    • L'esternalità sotto accusa: young female body type as sex object’.
    • L' uomo tampina di poù? Forse ma...men do not seem on the whole less friendly when hoping for sex.
    • Cosa significa "oggetto"? ‘ipotesi: low status person to have sex with’,
    • La cosa syrana: gli uomini they have masses of much better information about the sexiness and status of women around them.
    • Ancora il solito problema: However as usual, we are focussing on the tiny gender related speck of a much larger issue. Whenever a person has more than one characteristic,
    • Il meccanismo. When we show clowns with big red noses it is an externality to all other people with big red noses.
    • La reazione abituale: we mostly don’t bother keeping track of all the expectations
    • Quando allora si crea lo steteotipo?  the viewers deciding that tallishness is more or less of a worthwhile category to accrue stereotypes about.
    • Il femminismo favorisce il processo. gender aspect of such externalities (and everything else) probably helps draw attention to gender
    • ***hanson risponde a Easterly***
    • violenza e arrapamento aggressivo? nessuna prova empirica e nemmeno teorie solide: 1 le donne reali nn sono così
    • le società con pubblicità stereotipata sesualmente sono anche quelle in cui la donna ha + diritti... qs nn prova che lo stereotipo sia liberante ma che abbia costi bassi sì
    • *******
    • .Easterly doesn’t explain how exactly watching swimsuit models induces disrespect and harassment,
    • few complain about similar effects on women from watching sexy rock stars.
    • the real issue here is status. women who are acting submissive to men, this lowers the status of women
    • Esagerazione: looking at swimsuit pictures violates the “rights of woman”even if the models themselves don’t mind, and no matter what the empirical consequences,
    continua
  5. Human Accomplishment by Charles Murray
    TWELVE …AND OF DEAD WHITE MALESRead more at location 6495
    In this chapter, as for the European role in the preceding chapter, I document the reasons for concluding that the inventories fairly represent the role played by people who were not males and not white.Read more at location 6500
    Why women have played so disproportionately small a role and Jews have played so disproportionately large a role in the arts and sciencesRead more at location 6505
    WOMEN On the wallRead more at location 6508
    Note: Le donne hanno basse prestazioni. Anche dopo l' emancipazione Ci sono molte categorie oppresse: molte, poco dopo la liberazione, coprono il gap Fonte DOSB (scienze) + altre fonti combinate tra loro. Si sceglie il criterio + favorevole La sottorappresentazione è tale che nemmeno significativi errori possono fare grande differenza Dopo il 1950: Nobel Limbarazzante cfr con gli ebrei (emancipati negli stessi anni) Non occidentali: scarsi contributi, sia come nazioni che come etnicità. Sia prima che dopo il 1950 X' così poche donne? fattori ambientali: stereotipi, valori alternativi (famiglia e figli) Omosessuali sovrarappresentati nelle arti Fattori biologici: 1. la maternità (un impegno emotivo non comparabile, segue biblio) 2. il patriarcato è inevitabile (non soffre eccezioni). La spiegazione biologica è la + semplice: l' uomo rischia di + e si posiziona agli estremi (meglio e peggio) IQ uomo donna. Cundrum: linguaggio, matematica e brain size. La media e la varianza. La donna è raccoglitrice (individua oggetti immobili). L' uomo è cacciatore (calcola traettorie). L' astrazione. Edit
    Just as only two percent of the mathematics significant figures were women, two percent of all the significant figures were women—88 out of the 4,002 persons in the inventories.Read more at location 6513
    WOMEN AMONG THE SIGNIFICANT FIGURESRead more at location 6515
    The earliest woman to appear in the inventories is the Greek poet, Sappho of Lesbos, in –6C. A thousand years later comes the next woman, the natural philosopher Hypatia of Alexandria,Read more at location 6567
    The first woman to qualify as a significant figure in the visual arts is Wen Shu (1595–1634) of Ming China.Read more at location 6570
    The first woman to qualify in any of the scientific inventories after Hypatia is astronomer Caroline Herschel (1750–1848), sister and colleague of William Herschel.Read more at location 6570
    The first and only woman in the music inventory is French composer Germaine Tailleferre (1892–1983).Read more at location 6571
    No woman qualified as a significant figure in any of the philosophy inventories.Read more at location 6572
    The dearth of women in the inventories until 19C and 20C reflects near-total exclusion, by law and social pressure, from the possibility of participating. But the legal emancipation of women, which began in 19C at about the same time as Jewish emancipation, took even longer to complete.Read more at location 6573
    During the most recent half century we are examining, 1900–1950, women still constituted only 5 percent of significant figures in the hard sciences, 3 percent in mathematics, 7 percent in medicine, and none in technology. In the combined arts inventories, women constituted 5 percentRead more at location 6580
    Women have even smaller representation among the highest index scores.Read more at location 6583
    Murasaki Shikibu, the author of Tale of Genji, with the third-highest index score in Japanese literature, is the lone womanRead more at location 6585
    Marie Curie, who won Nobel Prizes in both chemistry and physics, is the only other woman who has an index score higher than 18.Read more at location 6586
    In short, inventories in the arts and sciences, based on multiple sources, almost all of them written in the last few decades, producing highly reliable indexes, tell us that women constitute only a little more than 2 percent of all the significant figures, fewer than 5 percent of the significant figures in the first half of 20C, and that even the top-ranked women are, with the rarest exceptions, well back in the pack of the distributions in their fields.Read more at location 6590
    The Dictionary of Scientific Biography as a Benchmark in the SciencesRead more at location 6596
    The definition of significant figures is based on consensusRead more at location 6600
    Relying exclusively on the DoSB would have led to the conclusion that 0.7 percent of all the significant figures in mathematics and the hard sciences were women, instead of the 1.9 percent actually designated.[2]Read more at location 6607
    If the selection rules used to augment the number of women are applied to men as well, the proportion of women will remain effectively unchanged, even drop,Read more at location 6626
    The Women Who Were Left OutRead more at location 6634
    One may go into any large bookstore and find an entire section devoted to women’sRead more at location 6636
    If you go to such a section of a major bookstore, pick up one of the books about women in science, and start scanning the entries, here is an example of what you will find:Read more at location 6640
    1. Women with significant scientific accomplishments but whose work postdates 1950.Read more at location 6642
    2. Educators who taught scienceRead more at location 6643
    3. Pioneers, the first women to get a degreeRead more at location 6643
    4. Translators and popularizers of scientific worksRead more at location 6644
    5. Women, usually amateurs, who collected data that were used by scientistsRead more at location 6645
    6. Activists in women’s rights and social reform whose profession was in medicineRead more at location 6646
    7. Wives, sisters, and children of famous male scientistsRead more at location 6647
    8. Women with accomplishments ancillary to science though not involving scientific discoveriesRead more at location 6649
    9. Women who were directly engaged in scientific professions and conducted substantial original researchRead more at location 6650
    Generalizing from the Case of the SciencesRead more at location 6662
    The exercises already conducted for the sciences point to a few large realities. One is that the representation of women is so small that even fairly large errors in under-representation wouldn’t make much difference.Read more at location 6664
    Since 1950Read more at location 6669
    Based on the most obvious indicator of distinguished achievement, the Nobel Prizes, little seems to have changed.Read more at location 6671
    THE JEWSRead more at location 6709
    In a practical sense, legal equality for Jews first occurred in the newly formed United States, where Jews were given full rights under federal law, though full protection at the state level had to wait upon the equal protection clause of the Fourteenth Amendment in 1868.7 France and the Netherlands emancipated their Jewish populations in the 1790s. Throughout the first half of 19C, the rest of Western and Central Europe evolved toward more tolerant policies without actually granting full legal equality. In England, Jews faced comparatively few legal restrictions after mid-18C, though it was not until the Promissory Oaths Act of 1871 that the last remnants of discriminatory law were revoked. The revolutions of 1848 saw civil rights granted (though not necessarily enforced) in most of Austro-Hungary and Germany. Bismarck completed the emancipation of Prussian Jews in 1869. Emancipation of Italian Jews began in the Piedmont in 1848 and ended in 1870 in Rome. Switzerland granted emancipation in 1866. In Russia, which in 19C also meant Poland, events moved the other way. The assassination of Alexander II in 1881 intensified long-standing Russian anti-Semitism.Read more at location 6730
    What happens? “The suddenness with which Jews began to appear…is nothing short of astounding,” writes historian Raphael Patai. “It seemed as if a huge reservoir of Jewish talent, hitherto dammed upRead more at location 6743
    The sudden emergence of Jewish significant figures, 1800–1950Read more at location 6751
    The Magnitude of Disproportional Jewish Representation in the InventoriesRead more at location 6756
    In every case except astronomy, Jews are disproportionately represented. The period 1870–1950Read more at location 6821
    Since 1950Read more at location 6874
    RECENT TRENDS FOR NON-WHITES, MALE AND OTHERWISERead more at location 6930
    The question arises: If we focus on ethnicity instead of nationality, how does the picture change?Read more at location 6934
    When we restrict the inquiry to significant figures and the cutoff date of 1950, hardly anything changes.Read more at location 6935
    DO WE HAVE ANY IDEA WHY?Read more at location 6981
    Explanations of the disproportionately high representation of Jews and low representation of women in the inventories can be biological or environmental.Read more at location 6982
    Within a few decades, we will know a great deal about the genetic differences among groups.Read more at location 6986
    Environmental causes.Read more at location 6997
    Part of the answer is that the nature of the obstacles facing Jews and women differed. Winning the legal battle could not have nearly the liberating effect for women that it had for Jewish males.Read more at location 6997
    A woman trying to take advantage of her newly won legal rights by entering a profession had to be prepared to make three new sacrifices.Read more at location 7000
    First, she had to accept being an oddball, which, depending on her situation, could mean being the object of curiosity, ridicule, scorn,Read more at location 7000
    Second, she had to confront the reality that to pursue a career would automatically reduce the likelihood of marriageRead more at location 7002
    Third, even if she found herself in a good marriage, she had to confront another reality: Pursuing a career at full throttle, as first-rank accomplishment demands, is at odds with being a full-time mother.Read more at location 7004
    These sacrifices did not go away when the legal battle was won.Read more at location 7007
    Employers continued to prefer men over women, pay them more, and promote them higher.Read more at location 7008
    Husbands continued to discourage wives from pursuing careers that would compete with their own.Read more at location 7009
    anecdotal evidence indicates they were not much less prevalent in 1950 than they had been earlier. The conflict between career and motherhood had not even lessened.Read more at location 7010
    HOMOSEXUALITY AND HUMAN ACCOMPLISHMENTRead more at location 7017
    Note: parentesi sull'omosessualità Edit
    In our own era, the disproportionate representation of homosexuals in the arts is taken for granted,Read more at location 7019
    the significant figures claimed as homosexuals in a recent book, The Gay 100, include Socrates, St. Augustine, Michelangelo, Leonardo da Vinci, William Shakespeare, Piotr Tchaikovsky, Lord Byron, and Francis Bacon, in addition to significant figures of more recent years, such as Oscar Wilde and Walt Whitman, whose homosexuality is indisputable.21Read more at location 7020
    The difficulties in identifying homosexuality in significant figures are too great. Many of the claims now being made about homosexuals of the past, such as Shakespeare, are dubious.Read more at location 7024
    Note: chiusa parentesi Edit
    Women and Motherhood.Read more at location 7028
    The central importance of motherhood means that many women do not want to jeopardize the opportunity to become a mother.Read more at location 7032
    The years crucial to realizing great achievements have been precisely those years during which women are sexually most attractive, best able to find mates, and best able to bear children.Read more at location 7034
    Rather, it is argued, the emotional distractions of parenthood are far greater for most mothers than for most fathers.Read more at location 7037
    However equally the physical burdens of child care are divided, the woman is likely to spend much more of the rest of her time thinking about the child’s needs than the man does.Read more at location 7038
    we are not talking merely about motherhood versus career or about juggling jobs and children. When we discuss accomplishments at the level of the people in the inventories, we are commonly talking about perfectionist, monomaniacalRead more at location 7048
    The Raw Materials for Great Accomplishment.Read more at location 7051
    The most ambitious and controversial explanation for the disparity between accomplishment among men and women is based on biological differencesRead more at location 7052
    empirical observation at the core of this view is that in human societies around the world, men have without exception routinely held the top positionsRead more at location 7053
    In 1970, sociologist Steven Goldberg published The Inevitability of Patriarchy, in which he asserted that these characteristics were universal.Read more at location 7056
    In 1993, Goldberg published a new statement of his theory entitled Why Men Rule,Read more at location 7058
    Using social construction to explain why human societies have been universally constructed according to these sex differences in role and attainment requires complicated arguments. Using biology to explain them requires simple ones.Read more at location 7061
    Many of these differences are argued to cluster around male-female differences in aggressiveness, broadly defined.Read more at location 7063
    It is men who go to the extremes, compete ruthlessly, and, in whatever field they take up, are going to achieve the best and the worst.Read more at location 7065
    Although the mean IQ of men and women is apparently the same, the variability of male IQ is higher—meaningRead more at location 7067
    Women tend to do better, for example, in a variety of verbal skills; men in a variety of mathematical and visual-spatial skills. The latter may explain a conundrum: Brain size is reliably correlated with IQ; men and women have different mean brain sizes; but men and women have similar overall IQ.24 Some large portion of those extra brain cells in men may be devoted to three-dimensional processing, the largest and most consistently identified male cognitive advantage.Read more at location 7070
    the male advantage corresponds to degree of abstraction involved in an artRead more at location 7074
    EVOLUTIONARY EXPLANATIONSRead more at location 7078
    to put it in terms of stereotypes that seem to have merit: Wives remember where the car keys are; guys read maps better than girls do.Read more at location 7081
    Men did the hunting (fostered by other physical advantages of males) while women did the gathering. Their mental repertoires diverged corresponding to the skills that evolutionary pressure rewarded.Read more at location 7084
    Within the sciences, the ordering from more to less abstract is not so clear cut—some tasks in astronomy, for example, are pure observation, cataloging, and description, while others call on the highest reaches of mathematical abstraction. But in scanning the roster of female significant figures in the sciences, the overwhelming majority made their reputations on achievements that were concrete rather than abstract,Read more at location 7088
    Nobel winner Marie Curie, being an apt example.Read more at location 7092
    existing circumstantial evidence is already strong enough to have persuaded me that disparities in accomplishment between the sexes are significantly grounded in biological differences,Read more at location 7093
    I close the discussion of sex differences with the point that I made at the outset: All we need is a few decades’ patience and we won’t have to argue anymore.Read more at location 7095
    The JewsRead more at location 7097
    What explains the extraordinary level of accomplishment among the Ashkenazi Jews who came out of Central and Eastern Europe?Read more at location 7098
    the extraordinarily high value attached to learning.Read more at location 7099
    Polish Jews in 1818: Almost every one of their families hires a tutor to teach its children….Read more at location 7100
    their entire population studies. Girls too can read, even the girls of the poorest families.Read more at location 7102
    Reports of the mean IQ of Ashkenazi Jews vary, but it is likely to be at least 107 on tests that are normed to have a mean of 100.26Read more at location 7107
    The data for Oriental Jews do not show consistently elevated IQ means.27Read more at location 7109
    Jews also have much larger proportions of people with extremely high IQs.[28]Read more at location 7110
    it is at least plausible that selection pressures have led to a higher Jewish IQ with some genetic basis.Read more at location 7119
    One cause of genetic difference could be the Diaspora and subsequent centuries of anti-Semitism, requiring the Jews to survive in alien and often hostile cultures. Those who survived and left behind offspring were statistically likely to be more resourcefulRead more at location 7120
    The young rabbi was one of the most desirable marriage partners for young women, and also, given the intellectual demands of Talmudic study, probably had a high IQ.Read more at location 7123
    Jewish family units were strong through 1950, with few children growing up in broken homes and with close networks of grandparents, aunts, and unclesRead more at location 7131
    The high expectations placed on Jewish children are the stuff of cultural cliché,