In amore la “mobilità sociale” fa sempre effetto. Qui Romeo, gattaccio dei bassifondi, conquista Duchessa, micetta altolocata…
La cosa più riuscita del film: la lezione di musica in salotto.
La cosa meno riuscita: l’ impiego dei dialetti per segnalare l’ estrazione popolare.
E poi, dài, non si puo’ avere il protagonista maschile con una voce da basso/baritono. Stride ogni volta che apre bocca! La parte del “bello & coraggioso” si assegna al tenore, è risaputo. Nel paese dell’ Opera certe sviste saltano all’ occhio.
Non sono un particolare cultore di “inseguimenti” ma quelli che ingaggiano Edgard-Napoleone-Lafayette valgono quelli di Tom & Jerry, così come il parossismo e l’ inventiva delle loro risse non sfigura nemmeno di fronte a quelle di Braccio di Ferro.
A proposito di Edgard… che strano, di punto in bianco e senza alcuna premonizione diventa “il cattivo” della storia. Di sicuro è più simpatico lui della stucchevole vecchia. Forse – proprio come gli spettatori più tradizionalisti (penso a mia mamma) - ha ricevuto unO choc nell’ apprendere che, dopo un’ onorata esistenza “a servizio”, era stato diseredato… in favore dei gatti!