sabato 18 ottobre 2008

Il festival non si addice alla cultura dei timidi

Sebbene nessuno puo' aver mai notato la mia assenza, ultimamente mi sono trasferito armi & bagagli su Fahreunblog. Un posticino stimolante dove mi capita di proporre qualche riflessione.

Non vorrei lasciare nell' abbandono queste stanze che rimangono pur sempre un confortevole rifugio, finchè ce la faccio segnalo anche qui cio' che di là è trattato più compiutamente.

Qui parliamo dei modi in cui ciascuno di noi fruisce della cultura. Dopo alcune riflessioni sul fenomeno dei festival si finisce a citare Glenn Gould.

venerdì 10 ottobre 2008

Meditazioni nel bush

Di quando in quando sempra fermarsi per sentirsi suonare, fa come dei piccoli rallentamenti, ma non servono a cercare la nota, non è nemmeno la mania di suonarle proprio tutte, il suo virtuosismo lo esenta da simili espedienti. Sono invece dei minuscoli rapimenti a cui va soggetto, ed è inavitabile interpretarli alla luce degli sviluppi futuri. Perchè non si riesce mai ad ascoltarlo facendo sparire dall' orizzonte l' esito a cui saranno destinate le corde che vibrano qua sotto. Molte rock star si fanno ascoltare impreziosendo l' opera con il dramma del loro sacrificio, senza il quale tutto risulterebbe più sciapo. E così pure questo australiano, ma per lui tutto si svolge all' interno di un itinerario artistico, non c' è il cattivo gusto di nessun dramma esistenziale, eppure la leggera deformità con cui suona le ballate più classiche rendono imprescindibile l' impiego di un orecchio prospettico sintonizzato sui tentativi estremi di molti anni dopo, ovvero quei pezzi poco riusciti (ma quante cose racconta la musica venuta male!) dilatati e amorfi come fossero dei raga su cui vigila un occhio vitreo e impersonale. Quei pezzi in cui, come per un incanto indotto, il bush veniva tsasformato in un deserto tebano.

giovedì 9 ottobre 2008

mercoledì 8 ottobre 2008

DFW

ciao ric,
lascio qui un ricordo di David Foster Wallace.

E' un piccolo video.

Girando tra blog, articoli e siti americani, ho trovato il commento di un ragazzo in un blog, che parla di Infinite Jest. Giura che bisogna cominciare la lettura a pag.120.
Che la gente si scoraggia perché la prima parte è una specie di grandissimo fuckyou ai lettori, come per scoraggiarli e tenersi solo quelli fatti in un certo modo.
Io non lo so, l'ho visto in libreria l'altro giorno, quel libro - fa paura.
Ma chissà, magari quello del blogger è un buon consiglio.

martedì 7 ottobre 2008

Vertici (5)

Chopin fa riparare una sua Polacca dal miglior meccanico in circolazione.

Ah le Polacche di Chopin... le credavamo cioccolatini e le riscopriamo orologi. L' artiglio del meccanico la smonta e ci fa pure vedere le molle. Poi ci prende il ditino e ce lo fa passare sui denti dell' ingranaggio. Che emozione la decostruzione!

Per guardare meglio cio' che si ascolta, ecco un dettaglio dell' artiglio:



Per ascoltare meglio cio' che si guarda, entriamo in silenzio nell' officina...



Puntata precedente...

sabato 4 ottobre 2008

Voci da rieducare (5)

Un bel petto spremuto nel tentativo di intecciare polifonie pur avendo a disposizione una sola voce: la propria. Certe donne sono dei veri punti interrogativi.





Puntate precedenti...

venerdì 3 ottobre 2008

Quante ne impara un cuore solitario!

Un mio amico frequentava un club tre giorni alla settimana. Era alla ricerca di un' anima gemella, ma la voleva dal carattere dolce. Sapeva che al martedì scegliere una bionda aumentava le possibilità di una compagnia con queste caratteristiche. Il Giovedì i frequentatori cambiavano completamente, ma dalle meticolose indagini fatte, la dolcezza continuava ad essere una prerogativa delle bionede. Il mio amico si comportava di conseguenza.

La domenica sera al club affluivano tutti, sia le habituè del martedì che quelle del giovedì. Il mio amico nei fine settimana è particolarmente malinconico, senta avvicinarsi una nuova serie di giorni lavorativi che lo strazieranno; più che mai ha bisogno di dolcezza. Per non perdere il suo tempo dietro la persona sbagliata consulta i suoi appunti e si accorge con sgomento che per avvicinare il suo obbiettivo è molto meglio che si dedichi alle more.

La situazione di cui sopra illustra un' illusione statistica molto più comune di quanto si pensi. Ricordo di esperimenti sui farmaci che, separatamente, segnalavano l' efficacia delle medicine testate. Senonchè, riunendo gli esiti si notava come l' effetto placebo fosse predominante.

L' inghippo non è immediato ma nenache difficile. La probabilità è una frazione, ma sommare numeratori e denominatori non equivale certo a sommare frazioni. Non basta considerare la misura di una probabilità ma anche quanto una probabilità incide sull' altra qualora si sommino. Una probabilità puo' essere molto alta ma avere impatto nullo se sommata ad una probabilità bassa e "inamovibile".

Detto in modo molto semplice: le molte (ipotesi) brune del secondo gruppo potrebbero essere più dolci delle bionde del primo gruppo, anche se lo sono meno delle poche (ipotesi) bionde del loro gruppo. Unificando i gruppi la quantità premia la scelta di una bruna.

giovedì 2 ottobre 2008

Il Kamikaze innamorato

... la bombe qui pourrait tout detruire
je ne veux pas m' en soucier
car toujours le soleil va reluire
tant que je serais dans tes bras...



Indimenticabili granuli che nessuna saggina saprà mai spazzare via. Quando il vero virtuoso t' insegna sul campo che all' occorenza basta un braccio per la batteria e un dito per l' organetto, saltano mille tenaci catene e si sciolgono altrettante nevrosi compatte. Con il cartone di quel vinile, 17 anni fa, ci feci un quadretto... le piccole prelibatezze che offre l' immaturità... persone di buon senso hanno fatto sparire i misfatti, oggi resta solo un invisibile pic telematico...

lunedì 29 settembre 2008

I Have a Dream. Quando la politica USA sogna

L' ultimo sogno sembra averlo fatto nel 2003: una casa per tutti gli americani.

Per realizzarlo meglio ha cominciato strizzando l' occhiolino e dando di gomito ad alcune banche, magari sollecitando verso politiche aggressive (spericolate) il colosso bancario più strettamente legato con Washington, ossia FF.

Come molti sogni della politica anche questo si è trasformato in un incubo chiaro a tutti solo nel settembre 2008, cioè oggi. A pagare probabilmente sarà l' odiato "libero mercato", sempre pieno di imperfezioni da additare visto che è il luogo deputato a gestirle. Un po' come l' ospedale, sempre pieno di malati e di malattie.

Dirlo adesso ha il valore semi-nullo di una razionalizzazione. Le denunce di Bill Poole, governatore della Fed di Saint Louis, quelle non erano una "razionalizzazioni" però. E nemmeno il disegno di legge Dole/Hagel/Sununu, respinto dal Congresso democratico proprio perchè poneva un argine alla missione sociale della "casa per tutti" garantita contro l' avidità delle banche che, come si sa, danno soldi solo a chi già ce li ha. Nemmeno quello è una realizzazione, visto che veniva avanzato nel 2005.

La ricostruzione degli eventi a cura di Guido Tabellini sul 24 ore del 28/9/2008.



Comunque sembra scontato, l' arena dei giochi subirà drastici cambiamenti. Con cuore rassegnato dico che non tutto il male viene per nuocere, di alcune riforme si sente la necessità e introdurre forme di chiarezza puo' fare bene.

Nella battaglia sulle nuove regolazioni, la mia personale trincea libertaria penso che sarà all' incirca questa: agire sulla trasparenza e sul modo di presentare le offerte, imporre dei default poco rischiosi preservando comunque la libertà di scelta. Separare Informazione e Libertà (non per niente già prima della buriana avevo ordinato questo libro). E' una posizione di retroguardia? Ho l' impressione che pure quel fortino sarà travolto.

Il Sig. Newcomb misura il libero arbitrio

E' possibile che un problema chiaramente esposto tolleri due soluzioni opposte entrambe perfettamente razionali? Un certo Sig. Newcomb pensa proprio di sì ed avanza altresì un esempio notevole che ancora deve essere decriptato dagli studiosi.

Poniamo che Omega, un essere venuto dallo spazio, con le sue apparecchiature abbia la capacità di leggere nel cervello umano prevenendo le nostre reazioni. Su questo punto le sue sentenze sono infallibili, inutile star lì a discutere, è così.

Omega, che si diverte a giochicchiare con esemplari della razza umana come fossero topolini, un bel giorno ha invitato me e mio fratello nel suo ufficio dicendoci se volevamo giadagnare quattro soldi. Siamo schizzati come schegge.

Sul tavolo c' erano due scatole: una trasparente che conteneva 1.000 euro; l' altra opaca e dal contenuto misterioso. Omega ci assicurò che la seconda conteneva 1.000.000 di euro. In caso contrario sarebbe stata vuota. Non poteva dirci di più se non garantirci che non potevano darsi terze opzioni. Poi ci chiese cosa intendavamo fare: prendavamo solo la seconda scatola oppure le prendavamo entrambe? Naturalmente c' era l' inghippo che fu precisato con un' avvertenza decisiva: la seconda scatola era stata approntata da lui in persona secondo il criterio per cui chi sceglieva entrambe le scatole si sarebbe ritrovato con la seconda vuota, mentre chi sceglieva solo la seconda si sarebbe ritrovato 1.000.000 di euro sull' unghia. Dopo questa concisa ma esauriente spiegazione Omega lasciò la stanza abbandonandoci alla nostra decisione.

Passano pochi secondi e, come al solito, sto già litigando con mio fratello. E' ovvio, intendo prendere solo la seconda scatola, trovo ineccepibile il mio ragionamento: 1) Omega non sbaglia mai nel prevenire le nostre azioni, e su questo tutti noi concordiamo 2) se prendessimo entrambe le scatole ci ritroveremmo con 1.000 euro; quindi: bisogna prendere solo la seconda e partire per una lunga vacanza. Ovvio.

Quello zuccone di mio fratello non ci sta e devo dire con riluttanza che il suo ragionamento non è meno rigoroso: visto che Omega ha lasciato la stanza, non puo' più modificare il contenuto delle scatole (su questo tutti sono d' accordo), e allora noi dobbiamo appropriarci di entrambe le scatole: come minimo avremo assicurato 1.000 euro alle nostre saccocce.

Due conclusioni opposte raggiunte con due ragionamenti senza pieghe.

Ci siamo consultati con esperti ma non hanno saputo cosa dirci, formalmente abbiamo ragione tutti e due. Forse mio fratello è più ingegnoso e meno fatalista. Io sono più pratico avendo escogitato un metodo dall' applicazione universale.

Quale sia la soluzione corretta nessuno lo sa, c' è chi ancora ci si sta spaccando la testa sopra. Resta il fatto che trattasi di un buon test per misurare la propria sensibilità al "libero arbitrio". Finora per isolare la psicologia di un soggetto lo avevo spiato di fronte a dilemmi per cui non esistevano soluzioni razionali. Ecco a sorpresa uno caso in cui ce ne sono troppe e tutte senza sbavature.

sabato 27 settembre 2008

Memoria e musica

Ho trovato questo breve video di Oliver Sacks. Forse può interessarti. L'"anima perduta" di cui parla è un musicologo e musicista inglese che per una encefalite ha perso la memoria biografica e non trattiene i ricordi per più di qualche minuto. In questo caso la sua "memoria interiore" è la musica. Che fa da ponte col passato cancellato e custodisce l'identità. (Il libro da cui è tratto è: O.Sacks, "Musicofilia", Adelphi)

Tre cose sul Manzoni

Era una difesa del Manzoni, roba vecchia, non ricordo nemmeno bene il quando, il dove e il perchè. Ora, invecchiato di qualche mese, sarei il primo a formulare obiezioni che però non ho più voglia di muovere. Roba ritrovata tra i files... che sprechi di energie, fermiamoci a rileggere ogni tanto...
***


Miriam ha proposto argomenti interessanti per un adolescente di oggi. Visto che non si lascia mai sola una signorina in questi frangenti, mi affianco a lei nel sostenere la debordante ricchezza tematica dei Promessi Sposi.

Ammetto subito di non avere nessun rapporto con le attività didattiche e di non sapere nemmeno cosa passi per la testa di un minorenne, cio' nonostante mi rifiuto di considerare poco attraenti alcuni temi che informano il Romanzo. Soprattutto sostengo con forza la loro bruciante attualità.

Miriam, hai già parlato di Don Abbondio, un tale che ci passa davanti ogni giorno tre volte al giorno. E in più, come se non bastasse, me lo ritroverò nello specchio anche domani mattina. Ti ringrazio di avermi tolto questo peso, una fatica in meno.

Il mio contributo, cara miri, arricchirà la tua lista con altri tre soli punti.

Il capitolo sulla peste contiene la prima lezione di un corso di Sociologia. Poi anche la seconda e la terza. Siamo introdotti alla Psicologia delle Masse senza che si debba rinunciare al godimento estetico. Siamo pronti per Ortega Y Gasset o per Elias Canetti. Penso solo al fenomeno dell' untore: si potrebbero estrarre citazioni buone, ad esempio, per una discussione ogni tre che si fanno sui blog contigui e parlo di quelli più concentrati sui titoli di testa dei telegiornali. E' abbastanza attuale?

Il capitolo sull' assalto ai forni contiene la prima lezione di ogni corso di Economia degno di questo nome. Poi anche la seconda e la terza. Ancora oggi formerebbe lo stundentello sbarbato come il ministro di cui taccio il nome. Penso all' aberrazione dei prezzi controllati e al popolo bestia pazza: si potrebbero estrarre citazioni buone, ad esempio, per una discussione ogni due che si tengono nei vicini forum sull' attualità. Si va dalle commissioni sulle ricariche telefoniche, fino ai problemi negli stadi e alle manifestazioni di piazza. E' abbastanza attuale?

E non dimentichiamoci infine il "sugo" della storia. Contiene la prima lezione di ogni corso rispettabile di Etica. Poi anche la seconda e la terza. Penso al concetto manzoniano di Provvidenza e alle incomprensioni a cui va soggetto, mi impressiona la ricchezza di riferimenti all' attualità che si potrebbero fare: un arguto commentario alle spericolate cronache intorno al recente tsunami, uno scavo sulle basi logiche delle ossessioni climatiche e del pensiero isterico-catastrofista, una delucidazione quanto mai urgente sui concetti oggi resi indistinguibili di male e di ingiustizia.

Mi fermo qui per ora, basta che sia chiaro che Manzoni vive e lotta insieme a noi, la sua spada ci divide ancora profondamente e, se compresa, deve farci litigare nel dialogo proprio per quello che dice.

Le sue tematiche sono roventi e seminatrici di zizzania, la sua semina si tiene oggi, ora.

Forse chi propone una "soluzione" non va di moda, forse l' adolescente preferisce il lamento del disperato che si limita a comunicarci il suo fremito; forse gli hanno detto quanto più nobile sia l' iterata interrogazione del vuoto e nel vuoto. Io invece considero l' interiezione, i bronci, i musi lunghi e gli interrogativi costruiti ad arte per non avere risposte abbastanza demodé.

Questo per quanto riguarda "il contenuto". Il linguaggio è tutt' altra cosa. Probabilmente, qua e là, devono soccorrere forme di "mediazione", ma su questo punto lascio volentieri la parola al didatta.

venerdì 26 settembre 2008

Uomini senza il giorno prima

L' evoluzione semantica sforna sempre nuovi significati, ma ancora più spesso trasla i vecchi da un termine desueto ad un altro. Il primo rinsecchisce cedendo le sue linfe al secondo. La secolarizzazione, lungi dall' aver eclissato il linguaggio religioso, ha operato però profondi camuffamenti; ripercorrere il tragitto in senso inverso puo' essere interessante. La lettura di Carl Schmitt illumina sui retaggi della retorica politica e sui debiti evidenti nei confronti della teologia. Ma anche il linguaggio ordinario non delude l' archeologo degli idiomi.

Ho sempre notato come la gente trovi sconveniente il termine "anima". A volte lo sostituisce con la parola "vita" ma le insufficienze sono palesi. Molto meglio, mi dicevo, "memoria". L' anima, d' altronde, è cio' che regala unità (concetto ascientifico) e consente al soggetto di nascere. Io sono quello che ero ieri, sono responsabile anche di quello che ho fatto ieri. Me lo assicura l' anima, e poichè questa parola ci brucia sulla bocca, possiamo allora sostituirla con "memoria": me lo assicura la "memoria". Il cambio funziona abbastanza bene.

Così, stando a quanto racconta in un suo libro, la pensava pure Oliver Sacks, specie dopo un incontro fugace con Jimmie G., un malato affetto da una forma esacerbata di sindrome di Korsakov. La memoria di Jimmie non oltrepassava il quarto d' ora. Jimmie era un' anima perduta impossibilitata a stabilire una continuità con le sue radici.

"Cos' è la vita senza collegmaneti", dice il grande Hume, "... altro non saremmo che un fascio, un accumulo indifferenziato di sensazioni diverse". Veniva istintivo parlare di Jimmie come dell' uomo humeano perfetto, come dell' uomo dall' "anima perduta".

Ma bastò confrontarsi con chi conosceva meglio Jimmie per capire che le cose stavano ben altrimenti, che qualcosa di fondamentale eccedeva la semplice equazione Anima-Memoria. "Pensate che ce l' abbia un' anima?", le infermiere che seguivano l' infermo con costanza, rimasero indignate a questa domanda impertinente del celebre neurologo e lo invitarono a giudicare egli stesso osservando Jimmie nella Cappella dell' Ospedale.

Le pagine successive raccontano la commozione di Sacks mentre dal buco della serratura spiava l' intensità e l' attenzione con cui Jimmie si raccoglieva in preghiera. La fruttuosa concentrazione con cui, in ginocchio, riceveva l' Ostia consacrata. Era evidente che Jimmie, pur non ricordando niente di quanto accaduto un quarto d' ora prima, conservava una sua memoria "interiore" che difficilmente saprei spiegare cosa sia, anche perchè non l' ho mica capito mica tanto bene. Sacks la chiama "memoria bergsoniana": "... cio' che era fugace, non trattenibile come struttura formale, era perfettamente stabile, perfettamente trattenuto come arte e volontà...".

giovedì 25 settembre 2008

Più trasparenza con meno regole?

Nella crisi finanziaria che stiamo vivendo la mancanza di trasparenza sui mercati puo' senz' altro aver pesato. Ma qualcuno si fionda subito verso conclusioni indebite: per avere più trasparenza non sono indispensabili più regole. Anzi, una regolamentazione fitta produce spesso opacità:

"... there is a misconception that President Bush’s years in office have been characterized by a hands-off approach to regulation. In large part, this myth stems from the rhetoric of the president and his appointees, who have emphasized the costly burdens that regulation places on business.

But the reality has been very different: continuing heavy regulation, with a growing loss of accountability and effectiveness. That’s dysfunctional governance, not laissez-faire.

...

In the meantime, if you hear a call for more regulation, without a clear explanation of why regulation failed in the past, beware. The odds are that we’ll get additional regulation but with even less accountability and even less focus on solving our very real economic problems..."

Ci sono regole da levare di mezzo per la confusione che creano. Ci sono quelle da abrogare perchè producono incentivi distorti. E ci sono poi anche le regole da cambiare, magari in senso liberale.


martedì 23 settembre 2008

Voci da rieducare (4)

Questa volta si tratta di un novellino recentemente datosi al canto imboccando una china pericolosa. La scelta è discutibile visto che parlo del mio drummer preferito e non vorrei trascurasse il suo talento principale. In ogni caso, qui fa un pezzo di Prince e i talenti li mette entrambi in campo...





Il "qui fa un pezzo..." si riferisce al 1989, e al "... non vorrei che trascurasse...", devo aggiungere che "trascurerà", eccome se trascurerà (oggi canta e basta...)

... una recente foto di David Moss...



... per il costume di carnevale del brennino mi ispiro sempre alla sua effige: lavoro semplice, risultato espressivo...

Puntate precedenti.

P.S. nella biografia dell' artista colpisce il singolare modo in cui il Nostro si è spendidamente adattato alle nuove strumentazioni elettroniche (che hanno messo in crisi molti della sua generazione): ha cominciato a percuotere selvaggiamente pure quelle come niente fosse ottenendo sempre nuove e cangianti sonorità... [d' altronde, se con le sue cortissime bacchette percuoteva pure il pubblico ai pericolosissimi concerti...]

L' etica come reazione chimica

Non che ce ne fosse bisogno... in ogni caso il libertario riduzionista Schermer lo dice con chiarezza a pagina 185: secondo lui ogni precetto etico consiste in un circuito di reazioni biochimiche che vengono innescate nel cerebro da particolari "scosse" elettriche.

Osservazione: nel momento in cui una persona ragionevole scopre che l' etica si risolve in una reazione chimica, deve ritenersi svincolato da ogni osservanza. Perchè mai non dovrei soddisfare i miei più biechi desideri? Forse per una questione di scosse elettriche? Ma siamo matti, quella mi piace e me la prendo! Giunti a questo punto le ipotesi per raddrizzare l' approccio fisicalista sono fortine.

Quindi: se l' etica consistesse "solo" in una reazione chimica, molto semplicemente, sarebbe destinata a "non funzionare". Difetto che un funzionalista giudicherebbe "molto grave".

Se questa critica radicale vale per il funzionalista, gli altri, gli assetati di Verità, possono permettersi di scartare l' ipotesi? Bè, per loro un approccio del genere è inservibile poichè in un discorso simile la parola "verità", molto semplicemente, non trova posto. Chi crede poi che "verità" e "funzionalità" vadano a braccetto, ha ulteriori motivi per respingere la proposta scientista.

Curva del Dormiglione ed Effetto Flynn

E figuriamoci se anche Steve Johnson non andava a sbattere contro la Bell Curve (me la sto ritrovando ovunque).

Nella seconda parte del libro utilizza l' "effetto Flynn" per avvalorare la sua CDD.

CDD: la cultura di massa diventa ogni giorno più sofisticata e ci rende più intelligenti di generazione in generazione;

EF: i punteggi QI degli americano sono eneormemente cresciuti nel tempo, specie nei valori medio bassi.

I tempi di crescita testimoniati dall' EF non possono essere spiegati solo da fattori ereditari, evidentemente anche l' ambiente ha un suo ruolo in questa evoluzione, già Sowell segnalava uno sbocco simile.

SJ è convinto di sapere "quale ambiente" influisce maggiormente: non l' ambiente alimentare; l' alimentazione influenza la statura, ovvero una variabile scarsamente correlata con le impennate di QI. Non l' ambiente scolastico: un ambiente deterioratosi nell' America degli ultimi decenni; senza contare che i punteggi nei test che misurano le competenze strettamente scolastiche (SAT), diversamente dall' IQ, segnano il passo quando non sono in preoccupante calo.

Non rimane che l' ambiente culturale in senso lato. Ma per "culturale" non intendiamo quella cultura che pensiamo renda più intelligenti le persone, intendiamo tutto l' insieme dei processi cognitivi che un ragazzino di 14 anni è chiamato a svolgere non appena esce di scuola: interagire con il cellulare, programmare l' home theatre, seguire le multi-trame di 24, giocare a Zelda... Sono tutte operazioni molto più complesse rispetto a quelle affrontate da un suo coetaneo 20 anni fa.

Ed ecco allora il matrimonio perfetto tra CDD e EF.

lunedì 22 settembre 2008

Catholic Truths on Economics

Cattolici liberisti: un blog.

Ragaaazziiii!!!!!

Settimana scorsa ha aperto le danze l' Isola dei Famosi, e altri ne verranno ad intasare la stagione...

Ma c' è solo l' audience a difendere l' insistenza con cui i reality vengono riproposti ormai da diversi anni? E' quello l' unico scudo da opporre alla critica insistente di guardonismo? Naturalmente no, c' è anche il solito Steve Johnson!

In passato, partecipando al forum di fahre, io stesso tentai una pasticciata difesa dei reality, mi conforta rivedere quelle idee integrate, ordinate e esposte con competenza.

In effetti, quando il genere era in piena emersione devo ammettere di aver contribuito a rinfoltire la platea, parlo in particolare delle prime edizioni del Grande Fratello a cui aggiungo qualcosa dell' Isola. Ora ammetto di essermi abbastanza stufato.

Una volta tanto, quindi, anch' io posso parlare per esperienza: molti credono che il pubblico si accalchi davanti ad un reality perchè ama lo spettacolo pruriginoso di altre persone che vengono umiliate alla TV. Sebbene a volte tutto cio' sia vero, la cosa riguarda lo spettatore occasionale ed è fuori strada chi si ferma qui, il richiamo reale è molto più sofisticato.

Innanzitutto allo spettatore interessa chi vince e come vince. Il reality assomiglia più allo sport o ai videogame che al documentario, su questo SJ dice parole definitive. Chi gareggia conosce sul campo i suoi avversarri, li scopre man mano e gradualmente appronta e corregge le sue tattiche. L' imprevisto regna, le regole mutano. Tutto cio' ricorda il videogioco molto più dei programmi di Mike dove le regole invece sono chiare e fisse fin da principio.

Il piacere non perviene dallo spiare l' intimità di qualcuno (la noia irromperebbe subito), deriva piuttosto dal constatare come si orienta un essere umano posto in un ambiente complesso - ovvero con il gomito di parecchi suoi simili infilato nei fianchi - un ambiente in cui non esistono strategie pre-stabilite da seguire.

I partecipanti sono impegnati in un corpo a corpo con i compagni e l' impegno stuzzica di continuo la loro "intelligenza sociale". Con la fortuna, è questo genere di intelligenza che conduce alla vittoria; non basta o non è necessario padroneggiare particolari competenze.

Il cognitivista SJ conosce bene quest' arma vincente, a noi profani ce la presenta come: "l' intelligenza del microsecondo". Consiste nel modulare con prontezza il proprio comportamento sulla base di un' occhiata rilevatrice ricevuta da Z, di una ruga incredula che compare sulla fronte di X, del cipiglio rapidamente cancellatosi dal volto di Y. In società, è noto, ci esprimiamo prevalentemente con i linguaggi non verbali dell' espressione facciale, è un codice che ha i suoi analfabeti e i suoi virtuosi e spesso le graduatorie non rispecchiano affatto quelle stilate avendo come punto di riferimento la parola neutra.

Ebbene, il reality è una selva di segni emotivi che il concorrente è chiamato ad attraversare tra i commenti dello spettatore che si mette nei suoi panni e fa le sue congetture confrontandole con chi sta attorno a lui. Un reality è una vera palestra per l' intelligenza emotiva. Una palestra molto più attrezzata di Canzonissima, o di Fantastico 3, o di Pronto Raffaella, o di Tin Tin Tin - sì, perchè, vista la platea, è con questi programmi che il confronto va fatto per convalidare la Curva del Dormiglione, ovvero la tesi per cui i nostri intrattenimento sono sempre più sofisticati.

SJ raffina queste idee e le infarcisce con esempi concreti, non affronta nemmeno l' obiezione che molti muovono: ma è tutto falso! Anch' io, da spettatore penso abbastanza smaliziato, sono portato a ridimensionare questo argomento che altrimenti sarebbe fatale. Nei concorrenti la componente emotiva certificata prevale, per quanto siano consapevoli di dove si trovino e perchè. In loro la quantità di "autentico" è più che sufficiente per consentire al gioco di girare. Al punto che la cosa più irritante è proprio il collegamento tra il campo di gare e lo Studio, un momento in cui si tocca con mano il contrasto tra luci della ribalta e polveri della strada. Ricordo momenti di TV memorabili in cui da studio si cercava di pompare la souspence per l' annuncio di una "eliminazione", mentre dalla "casa" arrivavano continuamente involontari segnali sabotatori e anti-climax poichè i concorrenti "scazzatissimi" ridacchiavano già conoscendo l' esito della faccenda.

Ho provato forti repulsioni per lo "studio", non c' è presentatrice del GF che io a fine stagione non sia arrivato ad odiare, quell' artefatto "ragazziiii!!!" mi procura ancora emicranie esplosive e rabbie incontrollate, probabilmente questa idiosincrasia ha contribuito ad allontanarmi. Cio' non mi impedisce di pronunciare il mio "grazie" al pizzaiolo Salvo così come in passato lo rivolsi ad Hanna e Barbera.

sabato 20 settembre 2008

Parti difficili

Se vuoi puoi ascoltare una ballata di Vincent Gallo (was) che va alla deriva sfaldandosi con una dolcezza pari a quella che dispettosa decompone il ragionamento all' assonnato. Il vigore e la voglia di articolare tornano poi solo nel sogno rem, e non fa niente se si sognano delle ingiustificabili prugne (quando si mangiano i crostini tutto è giustificato), e non fa niente se sentiamo su ogni muscolo pesare la pastoia onirica come fosse un pitone reticolato adulto. E' il momento che vogliamo dire la nostra anche se non abbiamo niente in testa... Ma, chissà, dalla sistole dell' organo o dalla diastole della chitarra, un messaggino verrà forse espulso per quanto il parto sembri problematico. Il nuovo nato... lui non si puo' dire che non abbia nè capo nè coda; un capo ce l' ha, anche se non ben definito; una coda ce l' ha, per quanto qualcosa sia senz' altro fuori posto; ma non è poi così importante, tanto è un messaggino per il mondo che non ascolta...