lunedì 15 maggio 2017

HL 1. Antrozoologia La nuova scienza delle interazioni fra esseri umani e animali - Amati, odiati, mangiati: Perché è così difficile agire bene con gli animali (Nuovi saggi Bollati Boringhieri) (Italian Edition) by Hal Herzog

1. Antrozoologia La nuova scienza delle interazioni fra esseri umani e animaliRead more at location 295
Note: 1@@@@@@@@@@@@@ Edit
Perché il nostro rapporto con gli animali è importanteRead more at location 312
Note: t Edit
Il dibattito sullo statuto morale degli animali è diventato un tema pubblico talmente conflittuale da indurre l’FBI a inserire le frange estremiste dell’attivismo animalista tra le maggiori minacce di terrorismo interno degli Stati Uniti.Read more at location 331
Note: L ESTREMA VARIABILITÀ NEL RELAZIONARSI CON GLI ANIMALI Edit
Pensare da antrozoologoRead more at location 335
Note: t Edit
I delfini sono bravi terapeuti?Read more at location 352
Note: t Edit
Il termine «pet therapy»5 fu coniato nel 1964 da Boris Levison, uno psichiatra infantile che scoprì come alcuni bambini con i quali era difficile lavorare diventassero più aperti se giocavano con il suo cane Jingles.Read more at location 355
Note: PET THERAPY Edit
Janell Miner e Brad Lundahl, della University of Utah, hanno analizzato i risultati di quarantanove studi pubblicati sull’efficacia della AAT6 in bambini, adolescenti, adulti e anziani in situazioni disparate, dagli studi medici alle strutture di ricovero a lungo termine. Ne è emerso che i cani erano i terapeuti animali più comuni e che la AAT veniva impiegata più sovente con persone affette da problemi di salute mentale che disturbi fisici. Nella maggior parte degli studi (ma non in tutti), dall’interazione con i loro terapeuti non umani i soggetti ottenevano benefici misurabili. E, in media, il grado del loro miglioramento era all’incirca pari a quello che individui colpiti da depressione ricavano da farmaci quali il Prozac.Read more at location 363
Note: BENEFICI MISURABILI Edit
La terapia con i delfini, però, è più controversa della AAT che impiega cani o cavalli. Tanto per cominciare, i delfini utilizzati per la terapia sono animali selvatici tenuti in cattività contro la loro volontà. Per giunta, molte delle affermazioni sui loro sedicenti poteri curativi sono decisamente eccessive:7 interagire con i delfini, viene detto, sarebbe in grado di alleviare la sindrome di Down, l’AIDS, il mal di schiena cronico, l’epilessia, la paralisi cerebrale, l’autismo, i disordini dell’apprendimento, la sordità, e ridurrebbe persino i tumori.Read more at location 369
Note: CON I DELFINI È DIVERSO Edit
La delfinoterapia attira soprattutto genitori disperati che pagherebbero per qualunque cosa che prometta di aiutare i loro figli affetti da disordini quali l’autismo o la sindrome di Down.Read more at location 378
Note: c Edit
Qualcosa come l’effetto Hawthorne, cioè il fare semplicemente una nuova esperienza, potrebbe spiegare i miglioramenti osservati in alcuni pazienti sottoposti alla delfinoterapia? Proviamo a pensarci. Oltre a ritrovarsi a tu per tu con una delle più affascinanti creature del pianeta, si soggiorna in luoghi meravigliosi, si trascorre il tempo facendo il bagno in mari tropicali e si è immersi in un ambiente molto supportante in cui le proprie aspettative di successo sono elevatissime.Read more at location 398
Note: EFFETTO HOEWTHORNE Edit
Un gruppo di ricercatori tedeschi9 ha rigorosamente osservato delle sessioni in cui alcuni delfini interagivano con un gruppo di bimbi con handicap mentali e fisici in un programma di delfinoterapia alle Florida Keys. Hanno scoperto che la maggior parte dei delfini ignorava i bambini e che fra gli animali non si svolgeva quel gran parlare ultrasonico. Di fatto, durante ciascuna sessione, i bambini erano esposti a una media di soli dieci secondi di ultrasuoni di delfini, tutt’altro che sufficiente per essere di beneficio. I ricercatori hanno concluso che i bambini avrebbero ottenuto maggior giovamento giocando con dei cani.Read more at location 408
Note: MEGLIO I CANI DEI DELFINI Edit
che dire della supposta capacità dei delfini di curare mediante la loro buona comunicazione, il sorriso terapeutico e misteriosi campi elettrici?Read more at location 413
Note: CHE DIRE DELLA BUONA COM DEI DELFINI? Edit
Lori Marino e Scott LilienfeldRead more at location 415
Lori e Scott hanno rigorosamente valutato i metodi impiegati dagli studi pubblicati a sostegno dell’efficacia della delfinoterapia in disordini quali depressione, dermatite, ritardo mentale, autismo e ansia. Hanno riscontrato che tutti presentavano delle deficienze metodologiche:10 campioni troppo piccoli, mancanza di misurazioni oggettive del miglioramento, gruppi di controllo inadeguati, incapacità di separare gli effetti prodotti dai delfini da un’accresciuta sensazione di benessere derivante dal fare cose nuove in ambienti piacevoli, conflitti di interesse dei ricercatori.Read more at location 422
Note: STUDI PRECEDENTI DIFETTOSI Edit
In contrasto con gli esiti di questi studi, Lori e Scott affermano che non esistono evidenze scientifiche valide a conferma dell’efficacia della delfinoterapia come trattamento per nessuno dei disordini indicati dai suoi sostenitori. Sono convinti che sia tutta pseudoscienza.Read more at location 428
Note: NO EVIDENZA Edit
I delfini possono essere aggressivi, anche verso dei bambini che si suppone debbano curare. Un recente studio ha scoperto che metà delle oltre quattrocento persone che hanno lavorato professionalmente a contatto con mammiferi marini hanno subito lesioni traumatiche,11 e che alcuni partecipanti a programmi di delfinoterapia sono stati colpiti, morsicati, speronati (in quest’ultimo caso con il risultato di una costola rotta e un polmone perforato). Da questi terapeuti animali si possono inoltre contrarre malattie cutanee.Read more at location 434
Note: DELFINI PERICOLOSI Edit
La delfinoterapia solleva anche pesanti questioni etiche. Per gli psicologi clinici diventare terapeuti è una scelta, per i delfini no.Read more at location 439
Note: QUESTI NO Edit
Le persone assomigliano ai loro cani?Read more at location 459
Note: t Edit
Nicole Richie, l’attrice californiana, prese alla lettera l’idea che il suo cane fosse un’estensione di se stessa quando si fece fare le extension ai capelli di un colore che si abbinasse alle extension che aveva in precedenza fatto fare al suo cane, Honey Child.Read more at location 469
Note: CANE COME ACCESSORIO DI MODA Edit
Che le persone somiglino ai loro cani è un’opinione dura a morireRead more at location 471
i motociclisti tarchiati con tatuaggi da galera propendono per i pitbull; le modelle dalle gambe lunghe e sinuose passeggiano in Park Avenue con una coppia di smilzi afgani al guinzaglio.Read more at location 472
Note: STEREOTIPO Edit
Lo psicologo ed esperto di cani della University of British Columbia di Vancouver Stanley Coren pensa che non sia un’ipotesi poi così peregrina. In fondo, gli psicologi sociali hanno scoperto che, nella sfera sentimentale, le persone sono attratte da partner attraenti all’incirca quanto loro stesse. Perché la scelta dell’animale con cui vivere non dovrebbe seguire lo stesso principio?Read more at location 475
Note: STEREOTIP ACCURATO Edit
Coren chiese a donne con differenti tagli di capelli di assegnare dei punteggi a immagini di quattro razze canine che differivano nella forma delle orecchie. Ciascuna donna votava in base a quanto le piacesse l’aspetto di ogni cane, e a quanto le sembrasse amichevole, fedele e intelligente. Come aveva previsto, il ricercatore riscontrò che le donne con capelli lunghi preferivano springer spaniel e beagle mentre le donne con capelli corti basenji e husky. Inoltre, le donne con capelli corti hanno valutato i cani con orecchie a punta come più amichevoli, più leali e più intelligenti.Read more at location 480
Note: VERIFICA SPERIMINTALE Edit
Michael Roy e Nicholas Christenfeld.Read more at location 487
Note: STUDIOSI CHE SI SONO DEDICATI Edit
I ricercatori hanno formulato due possibili ragioni per cui le persone potrebbero essere simili ai propri cani: convergenza e selezione. Secondo la teoria della convergenza, padrone e cane andrebbero via via assomigliandosi nel corso degli anni. Di primo acchito, sembra un’idea assurda. Però vi sono evidenze empiriche del fatto che le coppie sposate da lungo tempo in effetti convergono nell’aspetto assunto dai loro volti. Per giunta, le persone obese tendono ad avere cani in sovrappeso.Read more at location 489
Note: TEORIA DELLA CONVERGENZA Edit
secondo la teoria della selezione, tutti noi inconsciamente cercheremmo animali che ci assomiglino nel momento in cui ne scegliamo uno da portarci a casa.Read more at location 494
Note: TEORIA DELLA SELEZIONE Edit
Allo scopo di testare questa idea, Roy e Christenfeld sono andati in giro per i parchi e hanno scattato fotografie di persone con i loro animali da compagnia. Poi con queste immagini hanno creato dei set comprendenti una foto del proprietario o della proprietaria, una del suo cane e una di un altro cane. Quindi hanno chiesto ad alcuni studenti universitari di abbinare il padrone al cane giusto. Se la scelta degli animali fosse stata soltanto casuale, gli studenti avrebbero dovuto fare i giusti accoppiamenti in circa il 50 per centoRead more at location 497
Note: L ESPERIMENTO Edit
I ricercatori ritenevano che quella fornita dalla selezione costituisse una spiegazione migliore dell’aspetto simile fra cane e padrone rispetto a quella derivante dalla convergenza. La loro previsione era dunque che gli accoppiamenti sarebbero risultati esatti solo con razze pure e che non si sarebbe riscontrata alcuna correlazione fra la durata della convivenza con il cane e il grado di somiglianza manifestato fra cane e possessore. Ed ebbero ragione su tutti i fronti.Read more at location 501
Note: CONFERMATA LA SELEZIONE Edit
il supporto scientifico all’idea che molte persone tendano ad avere un aspetto simile al proprio cane è sorprendentemente forte.Read more at location 512
Note: c Edit
Amanti dei cani e amanti dei gatti hanno personalità diverse?Read more at location 513
Note: t Edit
La questione è stata affrontata da Sam Gosling, uno psicologo della University of Texas che studia le differenze individuali negli umani e negli animali. La sua ricerca sulla personalità umana, descritta nel suo affascinante libro Snoop. What Your Stuff Says About YouRead more at location 537
Note: La RISPOSTA Edit
la maggioranza degli psicologi concorda sul fatto che si possa ottenere una buona descrizione della personalità di un individuo misurandone cinque tratti di base. (Tecnicamente questo si definisce «modello dei cinque fattori», in gergo chiamato «Big Five»). I cinque fattori sono: Apertura mentale contrapposto a Chiusura all’esperienza Coscienziosità/scrupolosità contrapposto a Impulsività Estroversione contrapposto a Introversione Amicalità/gradevolezza contrapposto a Antagonismo Nevroticismo contrapposto a Stabilità emotivaRead more at location 546
Note: COME SI MISURA LA XSONALITÀ... INNANZITFUTTO Edit
Ecco i risultati: I tipi da cane sono più estroversi I tipi da cane sono più amichevoli I tipi da cane sono più coscienziosi I tipi da gatto sono più nevrotici I tipi da gatto sono più aperti a nuove esperienze Per cui, questa volta, la psicologia popolare ha ragione: ci sono differenze fra amanti dei cani e amanti dei gatti, e gran parte di esse si situano lungo assi che avremmo facilmente potuto prevedere. Ma nella scienza c’è spesso un tranello. In questo caso, sta nel fatto che le differenze nei punteggi di personalità erano relativamente esigue (tranne per l’estroversione, che risultava in un range di dimensioni moderate).Read more at location 564
Note: TIPI DA CANE E DA GATTO Edit
Note: LA DIFFERENZA C È Edit
Note: DIFFERENZE ESIGUE Edit
I bambini che compiono abusi sugli animali diventano adulti violenti?Read more at location 574
Note: t Edit
un piccolo dipinto a olio di Annibale Carracci, artista italiano del XVI secolo, intitolato Due fanciulli che molestano un gatto,Read more at location 577
Il ragazzo tiene il gatto con la mano sinistra e nella destra ha un grosso gambero, che istiga a pinzare con una delle sue grandi chele l’orecchio del gatto. Il fatto che i due bambini abbiano un sorriso angelico, a denotare quanto si stiano deliziando con questo «gioco», rende il dipinto particolarmente agghiacciante. Che cosa dovremmo pensare di questa crudeltà deliberata? È solo monelleria infantile o è un indicatore di una psicopatologiaRead more at location 578
Note: CARRACCI Edit
Alcuni scienziati ritengono che le radici della crudeltà si trovino nella nostra storia evolutiva,19 in particolare nel fatto che i nostri antenati erano probabilmente delle scimmie antropomorfe carnivore che si dilettavano a smembrare le loro prede. Altri, invece, sostengono che per natura i cuccioli umani siano gentili, e che l’insensibilità verso gli animali ci venga instillata da una cultura che promuove attività come la caccia e l’alimentazione a base di carne.Read more at location 584
Note: NATURA O CULTIRA Edit
L’antropologa Margaret Mead ha scritto che «una delle cose più pericolose che possa accadere a un bambino è di uccidere o torturare un animale senza subire nessuna conseguenza».20 Stava riprendendo un tema in discussione da secoli. Già John Locke e Immanuel Kant prospettavano una connessione tra la crudeltà verso gli animali e la violenza rivolta a esseri umani.Read more at location 590
Note: RELAZIONE TRA CRID VERSO ANIMALI E VERSO UOMINI Edit
Uno dei primi studi sistematici che hanno associato crudeltà verso gli animali e criminalità è stato condotto da Alan Felthous, uno psichiatra, e Stephen Kellert,22 figura di punta nella ricerca sulle interazioni umani-animali, i quali hanno intervistato gruppi di criminali aggressivi, di criminali non aggressivi e di non criminali. Nel caso dei criminali particolarmente aggressivi era molto più probabile che avessero ripetutamente compiuto abusi sugli animali, con livelli di violenza differenti.Read more at location 597
Note: UN PRIMO STUDIO CHE CONFERMA Edit
Charles Darwin, il quale nella sua biografia scrisse che, da bambino, aveva «picchiato un cagnolino, credo semplicemente per assaporare il gusto del potere».Read more at location 611
Note: DARWIN MOLESTA ANIMALI Edit
L’idea che ci sia un forte nesso tra la crudeltà infantile verso gli animali e la violenza da adulti verso gli esseri umani si è talmente consolidata che il termine «The Link», il collegamento, è ora un marchio registrato di proprietà della American Humane Association. Le presentazioni pubbliche dei sostenitori di The Link iniziano spesso con resoconti tragici.24 Per primi, i serial killer: Albert DeSalvo (lo strangolatore di Boston), Jeffrey Dahmer (il mostro di Milwaukee), Lee Boyd Malvo (il complice del cecchino di Washington), tutti accusati di crudeltà infantile verso gli animali. Poi le sparatorie nelle scuole: Columbine, in Colorado; Springfield, nell’Oregon; Jonesboro, in Arkansas; Pearl, in Mississippi; Paducah, in Kentucky, tutte commesse, anche queste, da ragazzi che si riteneva avessero una storia di abusi sugli animali.Read more at location 619
Note: UN IDEA RADICATA Edit
Un esame condotto su 354 casi di omicidi seriali25 ha riscontrato che quasi l’80 per cento degli autori non aveva esperienze precedenti note di crudeltà verso gli animali. La connessione fra sparatorie a scuola e abusi sugli animali è ancora più tenue. Nel 2004, una task force congiunta dei servizi segreti americani e del ministero dell’Istruzione ha intrapreso un’analisi a largo spettro delle caratteristiche psicologiche dei perpetratori di trentasette sparatorie nelle scuole.26 I ricercatori scoprirono che soltanto cinque degli autori avevano una storia di abusi sugli animali.Read more at location 628
Note: UNO STUDIO CHE GETTA O PRIMI DUBBI Edit
la American Psychiatric Association ancora include la crudeltà verso gli animali fra i criteri diagnostici dei disturbi della condotta.Read more at location 641
Note: APA Edit
Linda Merz-Perez e Kathleen HeideRead more at location 646
Note: UN LIBRO DO THE LINK Edit
Animal Cruelty. Pathway to Violence Against PeopleRead more at location 647
Un gruppo di studiosi guidati da Arnold Arluke,28 un sociologo della Northeastern University di Boston, ha escogitato una tecnica innovativa per valutare l’ipotesi della gradazione. Questi ricercatori hanno comparato le fedine penali di alcuni soggetti che nell’infanzia erano stati condannati per abusi sugli animali con un gruppo di cittadini rispettosi della legge degli stessi quartieri.Read more at location 651
Note: ALTRO STUDIO CHE NN RINVIENE IL COLLEGAMENTO Edit
I risultati ottenuti non confermano l’ipotesi della gradazione.Read more at location 657
Note: c Edit
Ai corsi di logica impariamo che se «tutti gli A sono B non vuol dire che tutti i B siano A». Perciò il fatto che la maggior parte dei dipendenti da eroina abbia cominciato fumando marijuana non implica che la maggior parte di coloro che provano la marijuana diventi dei tossici. Analogamente, anche se tutti i ragazzi che sparano nelle scuole e tutti i serial killer da piccoli avessero compiuto abusi sugli animali (che già è un’affermazione dubbia), non possiamo affatto logicamente concludere che un bambino che strappa le ali a una falena sia predisposto a diventare un omicida.Read more at location 662
Note: UN ARGOMENTO LOGICO CONTRO IL COLLEGAMENTO FORTE Edit
Emily Patterson-Kane e Heather Piper hanno analizzato i risultati di più di venti studi sulla crudeltà infantile contro gli animali in soggetti maschili estremamente violenti (serial killer, abusatori sessuali, autori di sparatorie nelle scuole, violentatori e omicidi) e in soggetti maschili senza alcuna storia di violenza (studenti universitari, adolescenti e adulti normali).Read more at location 668
Note: METASTUDIO Edit
Suzanne Goodney Lea, una sociologa, ha ottenuto risultati simili. Ha studiato i background di 570 giovani adulti, il 15 per cento dei quali aveva una storia di abusi sugli animali. Ha riscontrato che i bambini con la propensione a picchiarsi fra loro, che mentivano abitualmente, usavano armi o appiccavano incendi tendevano a diventare degli adulti violenti. La crudeltà verso gli animali, al contrario, non era predittivaRead more at location 672
Note: ALTRO STUDIO CHE SMENTISCE Edit
Arnold ArlukeRead more at location 675
«È che non avevamo niente da fare e ci annoiavamo, e allora ci veniva da dirci, “Dai, andiamo a torturare un gatto”».Read more at location 680
Note: LA TIPICA GIUSTIFICAZ DEI TORTURATORI SECONDO ARNOLD ARLUKE Edit
In un recente studio condotto fra studenti universitari,31 il 66 per cento dei maschi e il 40 per cento delle femmine hanno ammesso di aver commesso abusi su animali. Arluke ha avanzato un’ipotesi drastica. È convinto che, per molti bambini, la crudeltà verso gli animali sia una componente normale della crescita.Read more at location 682
Note: TORTURARE È LA NORMALITÀ Edit
contribuisce a cementare i legami fra i cospiratori, complici nel crimine.Read more at location 686
Note: c Edit
perché delle persone essenzialmente buone fanno cose essenzialmente cattive?Read more at location 694
Note: LA DOMANDA INEVASA Edit

L'autorità della democrazia

Perché mai la maggioranza dovrebbe dettar legge? Quale autorità morale ha una democrazia?
Alla domanda cerca di rispondere Michael Huemer nel suo saggio “The Authority of Democracy” senza riuscirvi.
A prima vista non esiste alcuna autorità della maggioranza, ce ne accorgiamo subito, basta andare al bar con gli amici…
… Bar Tab example. You have gone out for drinks with a few of your colleagues and graduate students. You are all busy talking about philosophy, when someone raises the question of who is going to pay the bill… A graduate student then suggests that you pay for everybody’s drinks. Reluctant to spend so much money, you decline. But the student persists: ‘Let’s take a vote.’ To your consternation, they proceed to take the vote, which reveals that everyone at the table except you wants you to pay…
Non esiste alcun obbligo morale di pagare il conto solo perché l’ha deciso la maggioranza. L’uso della forza con chi si rifiuta è palesemente illegittimo.
Di fronte a cotanta evidenza l’onere di provare il contrario spetta ai difensori del principio democratico.
Joshua Cohen e Jurgen Habermas difendono un’idea di democrazia deliberativa che puo’ essere articolata su quattro punti…
… 1.  Participants take their deliberation to be capable of determining action and to be unconstrained by any prior norms. 2.  Participants offer reasons for their proposals, with the (correct) expectation that those reasons alone will determine the fate of their proposals. 3.  Each participant has an equal voice. 4.  The deliberation aims at consensus. However, if consensus cannot be achieved, the deliberation ends with voting…
Perché questo modo di prendere le decisioni sia legittimo non viene spiegato, viene assunto. Sembra che sia necessario accettare una procedura come legittima indipendentemente dal contenuto delle decisioni che si prendono adottandola.
Anche accettando questo assunto problematico, la democrazia deliberativa resta comunque una fantasia. Non esiste niente del genere nella realtà.
Innanzitutto le persone non si sentono vincolate solo dalla politica, sentono l’esistenza di norme a priori…
… Actual people frequently regard themselves as bound by things other than the results of public deliberation. For instance, some believe in natural law, many believe in divinely mandated moral requirements, some believe themselves bound by a constitution that was established long ago, and so on…
Si assume poi che le deliberazioni siano razionali ed emergano da una discussione tra individui votati alla ragione. Habermas parla di “assenza della forza se non quella degli argomenti”…
… In actual democracies, no one is required (by the state or anyone else) to state their reasons for advancing policy proposals. Moreover, the quality of the reasons offered for a policy proposal is only one part of what determines the fate of that proposal, and nearly everyone knows this…
L’interesse non coincide certo con la ragione ma è difficile escluderlo quando si fa una proposta politica!
Poi si richiede ancora che le voci in contrapposizione siano sullo stesso piano. La richiesta è impossibile, basterebbe pensare al gigantesco media bias che affligge le nostre democrazie…
… There is of course no actual society in which these things are true. In any modern society, a small number of individuals – journalists, authors, professors, politicians, celebrities – play a large role in public discourse, while the vast majority of individuals play essentially no role in the discourse…
Cittadini ricchi e cittadini poveri non saranno mai sullo stesso piano, così come non lo saranno i potenti e i cittadini qualsiasi. Un capo di governo può convocare una conferenza stampa in dieci minuti e diffondere le sue parole in tutto il paese.
Si richiede poi che l’obbiettivo della discussione da cui scaturiranno le decisioni sia il consenso. Noi vediamo il politico fare ben altro: puntare sugli indecisi trascurando chi non puo’ essere realisticamente convinto.
Conclusione… 
… Cohen writes that ‘the ideal deliberative procedure is meant to provide a model for institutions to mirror.’10 Perhaps Cohen’s conception of deliberative democracy provides guidance for how society ought to change. While this may provide a useful role for Cohen’s construction, it brings us no closer to deriving political authority. A description of an ideal that our society ought to aim at but of which we in fact fall very far short hardly constitutes an argument that our state has political authority…
Di fronte a queste obiezioni Habermas e Cohen potrebbero ripiegare asumendo che la decisione democratica è legittima se ad essa avrebbero potuto aderire anche i suoi oppositori. Questa condizione è confutata dall’esempio del boxeur… 
… On one reading, Cohen’s principle is absurdly permissive. Imagine that you are walking down the street, when a boxer suddenly punches you in the face. ‘What did you do that for?!’ you demand. ‘Well’, the boxer explains, ‘you could have agreed to be punched in the face.’…
A Cohen e Habermas non resterebbe che ripiegare su posizioni “contrattualistiche”, ma i due problemi del contrattualismo sono ben noti…
… there were two main problems. First, there is no reason to think that the structure and principles of any actual state would in fact be agreed to after ideal deliberation. Second, even if the structure and principles of some actual state would be agreed to, there is no reason to think that this fact would confer authority on that state to coerce people
Ma esiste un altro modo per difendere la democrazia: solo un sistema democratico rispetta l’eguaglianza tra gli uomini.
Eppure nelle nostre democrazie gran parte delle leggi sono varate senza assicurarsi che rispettino il volere della maggioranza. E che dire della differenza tra cittadini ed elettori? E che dire delle regolamentazioni varate dai burocrati? E delle sentenze che derivano da un’interpretazione dei giudici?
Thomas Christiano ha esposto in modo formale l’argomento dell’eguaglianza…
… Thomas Christiano has developed the Argument from Equality as an argument for political obligation, roughly as follows: 1.  Individuals are obligated to treat other members of their society as equals and not to treat them as inferiors. 2.  To treat others as equals and not as inferiors, one must obey democratic laws. 3.  Therefore, individuals are obligated to obey democratic laws…
Anche qui si aspira ad una legittimità assoluta della democrazia e indipendente dal contenuto delle decisioni prese, l’oppressione delle minoranze non sembra preoccupare. Vasto programma…
… Christiano spends the most time justifying (2e). He argues that to truly advance individuals’ interests equally, a social system must satisfy a publicity requirement, meaning that it must be possible for citizens to see for themselves that they are being treated equally. He then argues that only democratic decision making, as a procedural form of equality, satisfies this requirement. There are other, substantive interpretations of equality – for example, that one treats others equally by equalizing their resources or that one treats others equally by granting them the same liberty rights. But these interpretations of equality do not satisfy the publicity requirement, because they are too controversial; only those who accept certain controversial ethical views could see themselves to be treated as equals in virtue of the implementation of one of these substantive forms of equality…
Ma la proposta di Christiano chiede troppo all’individuo. Chiede in modo assurdo. Basta un esempio per capirlo…
… Suppose I have $50. If I spend the money on myself, I would be advancing my interests more than the interests of others. To advance persons’ interests equally, I must spend the money on something that benefits everyone, or divide the money among all the members of my society, or perhaps donate the money to help people whose interests are presently less well advanced than the average…
Non si puo’ vivere avendo in mente solo l’interesse generale, ammesso che si sappia cosa sia.
In genere si pensa che sia il governo ad incarnare l’interesse generale. Ma anche così facendo arriviamo a degli assurdi: c’è una bella differenza tra carità e tasse, eppure i difensori della democrazia non sembrano vederla…
… Consider two examples: Charity Case: I have $50, which I am considering either donating to a very effective antipoverty charity or spending on my own personal consumption. If I give the money to charity, it will reduce the inequality in society and bring society closer to the equal advancement of all its members’ interests. However, I have already given a large amount of money to charity this year and do not wish to give more. I decide to keep the money. Tax Case: Tax laws require me to pay a large amount of money to the government. I am considering either paying all of the required taxes or cheating on my taxes in such a way as to pay $50 less than the legally required amount, in which case I will spend the $50 on personal consumption. Assume that I am certain that, if I cheat, I will not be caught or suffer any other negative personal consequences. I decide to cheatAdvocates of democratic authority would surely wish to deny that my action is permissible in the Tax Case, yet to avoid an absurdly demanding ethical theory, they would wish to allow that my action is permissible in the Charity Case
Se fondiamo l’obbligazione democratica sull’eguaglianza otteniamo un sistema di doveri o troppo esigente (fare ogni scelta pensando all’interesse pubblico) o troppo lasco (verso il governo abbiamo gli stessi doveri che verso una onolus). 
Secondo alcuni o si ubbidisce al governo o si finisce nell’anarchia. Questo molto semplicemente non è vero…
… The obvious problem with this inference is that a particular individual’s obedience or disobedience to a particular law has no actual impact on the functioning of the state. For instance, the government persists despite a large number of people who evade a large amount of taxes every year… most modern societies are nowhere near the threshold level of disobedience that would be required for government to collapse; thus, the individual’s marginal impact on the state’s survival is zero…
Il democratico mira all’eguaglianza. Ma ci sono tante eguaglianze: eguaglianza nei diritti, nel reddito… Per il democratico conta solo l’eguaglianza politica.
Per Christiano l’eguaglianza deve avere una dimensione pubblica
… Christiano argues that only the last interpretation – democratic equality, as I shall call it – satisfies the crucial publicity principle, the principle that ‘it is not enough that justice is done; it must be seen to be done.’…
Ma il requisito della pubblicità puo’ convivere anche con altre concezioni di eguaglianza…
.. If we adopt the weak interpretation of publicity, then democratic decision making satisfies the publicity constraint, as do many other conceptions of equality. For instance, suppose one holds that the proper way to treat others equally is by according everyone the same liberty rights (roughly, rights to do as they wish, free of government interference). Individuals would be able to see that they were accorded the same liberty rights…
Se adottiamo una concezione di pubblicità più stringente, allora viene da chiedersi se la democrazia lo realizzi. D’altronde esistono cento forme di democrazia…
… Does equality of decision-making power require direct democracy, or is representative democracy sufficient? Does it require that all citizens have the same chance to stand for public office? If so, is it sufficient that all citizens are legally permitted to stand for public office, or must individuals also have financially and socially realistic opportunities to run for public office? If representative democracy is permitted, must representation be strictly proportional to population, or may some parts of a nation have representation in the legislature out of proportion to their population (as in the case of the representation of states in the U.S. Senate)? Is democratic equality violated if public officials draw districts in unusual shapes for voting purposes (as in the American practice of gerrymandering), with the specific intent of maximizing the representation of a particular party in the legislature? Is democratic equality violated if some persistent minorities rarely or never get their way? If so, what sort of minorities count? Do members of all third parties in the United States (parties other than the Democrats and the Republicans) count as persistent minorities who are not treated equally? These are all controversial questions…
Secondo Christiano chi disubbidisce ad una legge democratica non rispetta la volontà altrui e tratta il prossimo come inferiore anziché come un pari.
Ma puo’ darsi che questo giudizio (il fatto di considerare l’altro inferiore) non sia campato in aria ma molto ragionevole. Noi differiamo per intelligenza, motivazioni, conoscenza, cosicché nel prendere una certa decisione non ha senso parificare le persone…
… intelligence, knowledge, time, and effort – affect one’s reliability in arriving at correct beliefs. No one seriously maintains that persons are anywhere near to being equal in any of these dimensions, let alone all of them. It is therefore very difficult to see how one could argue that all persons are equally reliable at identifying correct political beliefs. In violating a democratic law, one may well be treating others as though they were epistemic ‘inferiors’, in the sense of persons with less reliable normative beliefs in a particular area. But there is nothing unjust in this if, as is very often the case, one knows this to be true…
Quand’anche i democratici abbiano ragione, ci si chiede: è giusto che chi ha torto sia sottoposto a violenze fisiche? Di solito noi non trattiamo così chi pensiamo che sbagli…
… You have gone out for drinks with some colleagues and students, and one of the students has proposed that you pay for everybody’s drinks. Over your protests, the other parties at the table vote to have you pay for the drinks. You tell them that you will not agree to do so. They then inform you that, if you do not pay, they intend to punish you by locking you in a room for some time and that they are prepared to take you by force…
Nell’esempio fatto chi fa un’ingiustizia a chi? Chi tratta l’altro da essere inferiore? Bè, il giudizio dei democratici sembrerebbe esattamente capovolto.
D’altro canto è vero che possiamo fare casi in cui la violenza fisica del disobbediente è sentita come meritata. Quello che manca è una demarcazione e i democratici non ci aiutano di sicuro a porla. Giustizia e Democrazia sembrano cose molto diverse…
… One might still worry that the Bar Tab example trades on the apparent unfairness of the student’s proposal and that our intuitions would change if the group had voted for an essentially fair and equitable way of paying the bar tab. But advocates of democratic authority explicitly claim that one must comply with a democratic decision regardless of whether the decision is in itself just…
Per Christiano risalire dall’obbligo alla legittimità è semplice, cosicché gli viene facile fissare il seguente principio 
… If justice requires (forbids) a person to do A, then it is permissible to coerce that person to do (not to do) A…
Eppure l’infondatezza del principio emerge da molti esempi, eccone uno…
… Consider an example in which I appear to violate one of these duties. I am out for drinks with some friends. Several of them are discussing what an excellent President Barack Obama is. I chime in, ‘You people are fools and your opinions are worthless. I do not respect your judgment. You are all inferior to me.’ I then plug my ears so I don’t have to hear what they say and turn my back on them. In this case, I have both failed to respect my friends’ judgments and treated them as inferiors. This strikes me as much more evident than the claim that I fail to respect other citizens’ judgments or treat other citizens as inferiors whenever I disobey a democratic law. But would my friends (or anyone else) now be justified in using physical force to impose punishment on me?…
Eccone un altro…
… Suppose I have recently learned that Amnesty International is working to promote democracy in the little-known country of New Florida. AI is appealing for monetary donations and contributors to letter-writing campaigns. I think AI has a reasonable chance of being reasonably effective in this endeavor, and I recognize that I could support democratic institutions by helping AI at this time.32 Because democracy is crucial to the equal advancement of persons’ interests, I would thereby be promoting the equal advancement of persons’ interests. Nevertheless, I fail to support Amnesty International. In this case, it is very plausible to say that I have (a) failed to promote the equal advancement of persons’ interests and (b) failed to help bring democratic institutions into being. And perhaps I have done wrong. But am I now an appropriate target for threats of violence?…

Possiamo discernere il male dal bene?

Sul punto il pessimismo dilaga, per molti autori l’uomo non ha la capacità di capire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato: agisce seguendo segue la sua pancia.
Daniel Jacobson ha una posizione diversa e la espone nel saggio “Can Our Capacity for Moral Reasoning Be Strengthened?”
Si inizia registrando il pessimismo di cui sopra…
… Recent “scientific” pessimism on this score claims that what we take to be moral reasons are mere rationalizations; and that when we think we are reasoning with others, we are actually engaged in unreasoned persuasion…
I “pessimisti” portano anche argomenti degni di considerazione ma non si possono trasformare delle “mezze verità” in sentenze…
… This extravagant view treats half-truths about the difficulty of moral reasoning as if they were the whole truth about its impossibility. The case for such strong pessimism rests not on science but scientism…
Innanzitutto noi sappiamo che la razionalità di una persona puo’ essere migliorata, il che già costituisce un indizio che anche la ragion pratica possa rafforzarsi…
… In the first place, the human capacity for moral reasoning can be strengthened because our general reasoning capacities are amenable to improvement. This is most readily observed by considering how people develop as they mature from children to adults. We improve at logic, whether or not we learn the fancy Latinate names for rules of inference…
Noi sappiamo valutare la miglior spiegazione disponibile per cio’ che accade… 
… If the lawns and streets are wet this morning, the best explanation is that it rained last night while we were asleep…
Qualcuno rinvia al lavoro dei “comportamentisti”: non hanno forse dimostrato i bias della mente umana?…
… First, haven’t behavioral economists and psychologists shown us that people are very bad at reasoning? We humans are predictably irrational…
Altri distinguono nettamente tra ragionamento e ragionamento morale
… Second, what do these reflections on general-purpose reasoning have to do with specifically moral thought?…
Ma qui bisogna intendersi su cosa sia un bias: le persone utilizzano delle euristiche efficienti ma che possono essere sfruttate a loro svantaggio da terzi. Questo non significa esattamente essere irrazionali…
… people unreflectively adopt heuristics— rough-and-ready simplifying principles— that work pretty well in a wide variety of common contexts. When interested parties, including both marketers and scientists, figure out the heuristics people use, they can exploit circumstances where it fails. We commonly chase sunk costs, overvalue things that belong to us, and respond differently to equivalent scenarios depending on how they are framed. Although these failures of rationality are fascinating and important, concentration on them can obscure the fact that our reasoning works well in many other circumstances…
In secondo luogo, molto ragionamento extramorale incide sulle conclusioni di un ragionamento morale…
… Plenty of general reasoning is morally relevant, in that it can be applied to morally significant cases and yield practical conclusions…
bambini imparano ben presto che devono giustificare una loro presa di posizione, ma soprattutto che non tutte le giustificazioni sono uguali
… Kids learn early that “It’s not fair” is more powerful than “I don’t want to” or just “No.”… But quickly enough one learns that claims about fairness have to be disciplined in certain ways. You can only make a claim of fairness when you can offer reasons…
Ma molti sostengono che noi utilizziamo la ragione per persuadere l’altro o per farla franca più che per risolvere problemi reali. Questa teoria non regge uno scrutinio attento…
… The idea that the human brain is a machine built to win arguments rather than to discover the truth seizes on the fact that people are biased in myriad ways, and these biases influence their evaluation of evidence. (This tendency is not quite as dismal as it seems, since it makes sense to hold on to core beliefs and values firmly rather than continually reevaluating them, which would have significant psychic costs.) But the claim that the brain’s primary function is advocacy rather than discovery is not credible. Most intellectual tasks involve problem solving rather than persuasion; you don’t argue with a bear but hunt, fight, or flee from it. Even in social contexts, where persuasion is most important, there are obvious costs to being proven wrong. Convince the tribe that bears are harmless and your reputation is likely to suffer…
A volte una vocina pseudo-razionale ci inganna per convenienza ma da qui a costruire una teoria generale ce ne vuole. Spesso sappiamo benissimo che i nostri argomenti sono deboli, spesso siamo i primi ad essere nervosi e insoddisfatti della loro tenuta…
… The strongest case comes from the well-documented human capacity to confabulate about our reasons, telling neat stories about what we do and why, which do not hold up under scrutiny. Although confabulation happens in various contexts, many of which have nothing to do with value judgment, no one thinks that this phenomenon supports a global pessimism about reasons. Even if we sometimes get it wrong about what we’re doing, everyone grants that in most ordinary contexts we know both what we are doing and why. Moreover, sometimes when people confabulate a false causal story, they are still sensitive to reasons that they cannot articulate…
Altre volte si interpretano come irrazionali dei comportamenti che in realtà difficilmente sono tali. Ecco degli esempi…
… subjects were morally dumbfounded by various “offensive yet harmless” scenarios, such as eating one’s dead pet dog and cleaning the toilet with the flag. That is to say, although they were quite sure there was something wrong with these actions, the subjects could not give reasons… but… it has serious problems, the worst of which is that it presupposes an extremely narrow conception of what can count as a good practical reason… the experimenters stipulate that there are no harmful consequences of actions that stir up strong aversive reactions… one cannot simply stipulate that a type of action isn’t dangerous— that is, likely to be harmful in realistic contexts— or that it does not violate well-founded rules, such as the rule laboratories have against the desecration of corpses. The general tendencies of actions are matters of fact rather than stipulation…
Se mi rifiuto di infilzare con degli spilloni una bambola che assomiglia a mia figlia non è perché ho ceduto al “pensiero magico” ma perché ho “ceduto” al “pensiero simbolico” che è tutt’altro che irrazionale: il male non si esaurisce nel danno fatto all’altro…
… psychological literature on moral dumbfounding presupposes that the only thing that can count as a practical reason is harm. It then adopts an untenably narrow conception of what counts as harmful that ignores danger, treats well-founded rules as mere suggestions, and ignores painful emotions even when they are predictable… There is nothing inherently magical about being averse to sticking pins in a doll constructed to resemble your child, for instance. Magical thinking requires some false causal belief, such as belief in the power of voodoo… While there is a science of disgust, there is no science of the disgusting— that is, of what merits disgust— and the tacit assumption that only germs can be disgusting leads to some obviously absurd conclusions… Though one could attempt to formulate an empirical notion of what counts as an injury, say, all that would do is demonstrate that there are other sorts of harms than injuries. It is simply not in the purview of science to discover what humans ought to care about…
Sulla questione se sia possibile rafforzare il nostro giudizio etico, è giusto nutrire un moderato pessimismo dovuto alle molte difficoltà, ma questo è anche ovvio! Tutto quel che va al di là dell’ovvio è probabilmente sbagliato.
Un argomento contro la natura emotiva del giudizio morale è che nessuno di noi lo tratta come tale, pessimisti compresi: un’emozione naturale non puo’ essere “sbagliata”…
… Another fact about how moral discourse actually takes place is that we do not simply make judgments but offer reasons for them, which purport to justify those judgments. We do not simply say that abortion is always wrong or permissible (or some more qualified claim)… Although many people hold skeptical theories about moral judgment, few can consistently treat moral judgments the way those theories seem to require. And it does seem like some reasons are better than others…
Il giudizio morale è per noi un’affermazione che deve essere giustificata!
Anche se la componente umana svolge un suo ruolo, il soggettivismo non puo’ esaurire la funzione giudicante…
… There are many domains of evaluative judgment— concerning aesthetics, for instance— where it seems clear that something human must be implicated in truths about beauty…
male

Difesa della virtù SAGGIO

L’ educazione alla virtù è piuttosto fuori moda, tuttavia Angela Knobel la difende nel saggio “Is Character Necessary for Moral Behavior?”.
L’educazione alla virtù dovrebbe tendere a forgiare un carattere “virtuoso” (coraggioso, prudente, forte, controllato…).
Essere virtuosi significherebbe quindi possedere un’inclinazione alla giustizia e all’azione degna di lode.
Aristotele e San Tommaso sono i filosofi che più hanno sponsorizzato questa via al bene.
C’ è chi si oppone all’approccio facendo notare che i caratteri sono piuttosto rigidi, anche in tenera età: volerli piegare alla virtù è velleitario e rischia di produrre forzature.
Ci sono anche altri rischi: l’educazione alla virtù fa uso della ripugnanza come segnale etico. In altri termini: una persona “ben educata” riconosce il male dalla sua “puzza”. Che ne penserà costui del “matrimonio omosessuale”? E del divieto di vendere organi umani (tipo i reni)? Si tratta di istituzioni che, al limite, possono essere accettate ragionando, se ci affidiamo al nostro istinto immediato potremmo prendere una decisione errata.
A difendere le virtù sono rimasti i religiosi: costoro non si accontentano di una morale minimale (cosa non bisogna mai fare) ma vogliono di più (cosa è lodevole fare). Ora, mentre esiste una bussola per la morale minimale, è difficile orientarsi quando si ambisce alla vita perfetta: quello che serve allora è una coscienza ben formata che sappia discernere al meglio nella contingenza.
A fianco dei religiosi c’è solo lo psicologo evoluzionistaper lui l’istinto prevale ed è quindi l’istinto, per quanto possibile, a dover essere “educato” in tenera età.
Ma quali sono i reali vantaggi della virtù? E’ davvero necessario essere coraggiosi per fare gesti coraggiosi?
A prima vista no: spesso persone non particolarmente coraggiose compiono azioni coraggiose se convinte della loro bontà.
Eppure c’è un collegamento tra prontezza nell’azione e carattere della persona. Considerate una situazione di questo tipo…
… Suppose you and a friend witness a terrible accident: a vehicle loses control, crashes into a tree, and begins to burn with the driver trapped inside. Let’s assume that it’s possible to save the driver, that going to his aid would be courageous, not reckless or foolhardy. Your friend, who is courageous, immediately springs into action. Before other bystanders have fully registered what has happened, he has rushed to the vehicle, found a means of breaking the window, and is in the process of dragging the unconscious driver to safety. If you are not particularly courageous yourself, it’s unlikely that you will react as your friend does. For one thing, you probably won’t react as quickly or decisively, even if you do want to help. You might, for instance, have a hard time deciding what to do and an even harder time doing it. In other words, you will have to wrestle with your fear of being burned or otherwise injured— even if you end up doing the courageous thing…
La persona coraggiosa compie il suo gesto senza un travaglio interiore. A volte costui sembra addirittura ansioso di compiere il “bel gesto”. Di certo agisce più prontamente, e questo in molti casi conta: in condizioni di emergenza è soprattutto su di lui che possiamo fare affidamento.
Ma cosa succede se non siamo di fronte al bambino caduto nel fiume o alla macchina che prende fuoco? Le virtù sono ancora utili? Sembrerebbe di no: il non-virtuoso, una volta risolta la sua crisi interiore, è anch’esso disponibile all’azione dopo che ha soppesato i pro e i contro.
Eppure, c’è un legame anche tra carattere e percezione morale. Per coglierlo facciamo un caso meno drammatico del precedente…
… Peter, seeing that the walks are icy and worried that his elderly neighbor might slip and fall, salts his neighbor’s walk as well as his own. Paul, seeing how much cleaning up there is to do after a friend’s party, stays behind to help wash the dishes…
Nelle nostre vite ci sono molte piccole cose buone che possiamo fare, ma pochi di noi se ne accorgono. Se qualcuno ce lo chiede esplicitamente poi acconsentiamo con entusiasmo. Altrimenti… Se il vecchietto della porta accanto ci chiede una mano noi ci precipitiamo. Se non lo anticipiamo intervenendo di nostra sponte – probabilmente - è perché non abbiamo un carattere morale ben formato.
Spesso non pensiamo di aiutare i nostri ospiti a riordinare la casa dopo una serata trascorsa insieme. Ebbene, ad una persona virtuosa un gesto del genere viene d’istinto. Una persona gentile è gentile, non deve pensare “ora è il momento giusto per essere gentili”, lo è per inclinazione, di conseguenza difficilmente “dimenticherà” di essere gentile.
La differenza tra l’ “essere” e il “fare” si riflette quindi sia nei grandi che nei piccoli gesti.
Ecco come pensa il vizioso:
… When we wake up to find our sidewalk coated in ice, our first thought is likely of the inconvenience this poses to ourselves— to our own risk of injury and our own well-being. It’s not that we consciously disregard the well-being of our neighbor but, rather, that we don’t habitually think of our neighbor’s well-being much at all…
Chi è gentile pensa in termini molto diversi, in casi del genere avere un carattere ben formato è un pre-requisito per agire in modo corretto: se non siamo virtuosi non riconosciamo il bene.
Qualcuno pensa che le le convenzioni sociali possano rimpiazzare la virtù soggettiva: facciamo in modo che certi comportamenti siano vergognosi e la virtù diventa superflua. Ma spesso la convenzione sociale fallisce…
… If I desire social approval and I know that society expects a certain kind of behavior, then I will have reason to do it— when someone is watching. Only when I see the relevant actions as desirable for their own sake will I have a reliable reason to do them no matter what…
E la legge formale come sostituto della virtù? Una società che imponga la “vita perfetta” è un incubo. Inoltre, non favorisce la conoscenza: la morale va esplorata consentendo esperimenti alternativi tra loro.
C’ è infine il problema della circolarità
… If I have to know what is virtuous in order to do it, isn’t virtue circular?…
Aristotele risolveva con il concetto di “phronimos”…
… Even if we are not ourselves virtuous, we can still recognize people who seem to have “gotten it right,” and we can imitate them. As we make progress in modeling ourselves after these exemplars, we grow in virtue…