venerdì 12 maggio 2017

Il bambino competente

La benemerita Ellen Key, pioniera nella difesa dei più piccoli, proclamò il  ‘900 come il “secolo del bambino”.
Un nuovo riformismo dal volto umano avrebbe dovuto valorizzare il mondo dell’infanzia.
A dire il vero non si puo’ negare che molto sia stato fatto: niente più lavoro minorilescuola per tutti, un sistema giudiziario riservato ai minori…
Ma la missione puo’ dirsi compiuta? L’esito finale puo’ dirsi soddisfacente?
No, almeno secondo Kay Hymowitz.
il XX secolo ha riscoperto l’infanzia solo per perderla di nuovo. Di questa perdita si parla nel suo saggio “Empty Nests”. Sotto accusa sono certe teorie pedagogiche.
Gli ultimi 30/40 anni hanno visto una trasformazione nel nostro modo di vedere il bambino, che ora è considerato alla stregua di un piccolo adulto competente.
Non è affatto detto però che questa impostazione costituisca un passo avanti, parecchi dubbi cominciano a sorgere.
***********************************************************
Se in certe scuole americane si entra con il metal detector, forse c’è qualcuno che a preso un po’ troppo sul serio il fatto che i bambini siano degli “adulti”.
Mentre la criminalità giovanile è in diminuzione, i delitti commessi dai minori sembrano più gravi, al punto che molti operatori del settore chiedono l’abolizione di corti speciali.
E parliamo di “bambini benestanti”, non di soggetti adolescenti o poveri.
Anche le pratiche sessuali sono sempre più comuni a qualsiasi età.
Le scuole di New Haven nel Connecticut distribuiscono preservativi in quinta elementare, e a 12 anni la conoscenza della sessualità è stata definita dagli esperti “sofisticata”. Esito di cotanta “sofisticatezza”…
… dramatic increases in the rates of out-of-wedlock childbirth, welfare dependency, fatherlessness, and abortion. Even though the percentage of teens having sex has decreased somewhat in recent years, sexual activity has trickled down to ever-younger ages…
consigli del NYT (non di Penthouse) sono di questo tenore…
… according to the New York Times health columnist Jane Brody, experts believe parents should begin teaching girls “how and why to say ‘no’ and what to do should they say ‘yes’” at nine years old, an age that would shock almost any culture…
Alcuni segnali che il bambo-piccolo-adulto (bpa) è tra noi.
Il  bpa impara la lezione scolastica sul laptop con programmi educativi ad hoc, la presenza fisica in aula non sempre è necessaria.
Per il bpa nascono squadre di calcio per treenni.
Il bpa deve lavorare duro se vuole riuscire, praticamente come… ma sì, come un adulto; cosicché in alcune scuole si comincia a parlare di “abolizione delle vacanze” (sarebbero una perdita di tempo).
La dose di compiti giornalieri tende ad aumentare: se il bambino è un adulto è giusto che si adegui alle “porzioni” dell’adulto.
A tre anni il bpa ripete le battute di David Letterman e già dall’asilo si ritiene adeguato discutere con lui di AIDS e olocausto.
Il bpa è un esperto di internet, tant’è che insegna ai genitori.
Il dodicenne di oggi è il quattordicenne di ieri, sia come abbigliamento che come atteggiamenti.
Se parla di sè si descrive: “figo, sexy, di tendenza…”, e per  lui/lei – al decimo compleanno -  ci sono lucida labbra, mascara, profumi, olii
L’industria del giocattolo è in lutto: dopo i nove anni la bella clientela di una volta è sparita nel nulla. Prima si arrivava in scioltezza fino ai 14.
****************************************************************
Dove rintracciare la causa principale di questi cambiamenti?
… The psychologist David Elkind believes “the hurried child” is the offspring of stressed-out, overambitious parents
Sarebbe la nostra malsana risposta ad una società iper-competitiva.
Tutto è più rapido: persino i genitori cambiano alla velocità della luce!: “prima avevo un papà, oggi ne ho un altro”. Senza punti fissi di riferimento, meglio che anche l’infanzia voli via il prima possibile.
Marie Winn punta invece il dito su un fenomeno come “la fine della segretezza”…
… When literacy was a prerequisite for knowledge, children could be kept in the dark…
Con TV e rete il recinto di sicurezza salta in aria, pensiamo solo a sesso e pornografia su internet.
Ma c’è un’ altra tesi più promettente
… The disappearance of childhood is, to a far greater extent than previously understood, a result of conscious human design
Il bambino-piccolo-adulto non è un accidente ma qualcosa di esplicitamente teorizzato e voluto. In questo caso i “nuovi colpevoli” sono…
… psychiatrists, educators, child advocates, lawmakers, advertisers, marketers, and storytellers both in print and on the screen…
L’infanzia come periodo di vita è stata apertamente rigettata da molti educatori: il bambino è già competente, razionale e autonomo per molte cose, sbagliato trattarlo da bambino.
Una volta assicurati cibo, vestiti e sicurezza, puo’ far praticamente da solo (o quasi).
Un essere del genere non deve essere plasmato dall’adulto ma fatto crescere (come una pianta nel bosco, giusto da bagnare ogni tanto)…
… childhood has lost its traditional purpose as the time set aside for shaping raw human material into a culturally competent adult…
E’ svanita l’idea che il bimbo dovesse essere introdotto con accortezza nella società da genitori e nonni: tutto è aperto al dibattito e il bambino è un solitario osservatore che prenderà poi la sua posizione.
L’adulto diventa giusto un “personal trainer” se non un mero compagno di strada…
… they have no role in either socializing them or investing the information with meaning and value… Their job is to “empower” children, build their self-esteem…
L’idea che il bambino debba crescere indipendentemente dal contesto culturale che lo circonda (o persino in opposizione ad esso) potrebbe essere battezzata anticulturalismo.
Nella stragrande maggioranza delle culture si dà per assodato che l’adulto debba “civilizzare” il bambino insegnandogli l’educazione e la morale.
Per Carol Gilligan, invece, è l’adulto il problema, i bambini sono ok.
Nei suoi studi si evidenzia come la moralità si deteriori crescendo: all’inizio i bambini sono genuini poi, man mano che l’adulto interferisce nel suo mondo morale,  vanno corrompendosi. Questo è il classico atteggiamento anticulturalista…
… children are naturally moral creatures who are ruined by the adults who attempt to civilize them…
Un altro bestseller che mantiene questo approccio è il libro di Robert Coles: “The Moral Intelligence of Children”. I bambini non sono solo “morali” ma posseggono un’intelligenza morale. Il figlio di Coles è diventato il suo “istruttore morale”…
… the wisdom of his nine-year-old son, who tells him to slow down because he might cause an accident…
C’è un rovesciamento dei ruoli: il padre diventa figlio e viceversa.
Bè, sicuramente una cultura umana non puo’ fiorire in contrasto alla nostra natura, ma gli anti-culturalisti sembrerebbero andare oltre.
Fino agli anni 50 venivano dati per scontati nel bambino crudeltà, aggressività ed egoismo, almeno in una certa misura. Oggi non più, oggi Freud è un nemico…
… Freud went so far as to add sexual perversion and patricidal wishes to the gallery of childhood evils…
James Q. Wilson notava come virtù quali l’autocontrollo venissero piuttosto trascurate nell’educazione contemporanea: in effetti se l’istinto è santificato, l’autocontrollo perde punti.
Peter Stearns nota: “un tempo i manuali sottolineavano la crudeltà dei bambini verso gli animali, oggi le loro paure…”.
Anne MacLeod ha studiato a lungo la letteratura per l’infanzia…
… Nineteenth-century books contain child characters who frequently misbehave or demonstrate cruelty… But by the mid—twentieth century, child heroes seem to have no personal lessons to learn
Oggi trionfa Peppa Pig: figli arguti, padri bietoloni.
All’ottimismo degli esperti segue l’ottimismo dei genitori: oggi dei figli si notano e si sottolineano solo le caratteristiche positive. La giustificazione del pargolo è un istinto primario…
… “It wasn’t my kid; it must have been the other one,”…
David Elkind parla della nascita di un nuovo mito: “il super-bambino”.
In epoca vittoriana il bambino veniva difeso perché “innocente”, oggi perché “ha ragione lui”.
Il comportamentismo vedeva la mente del bambino come una lavagna pulita, e chiedeva all’adulto di vergarla in modo consono. Il cognitivismo invece la vede come una macchina che impara, e chiede all’adulto di lasciarla lavorare.
… “Babies are learning machines,” Newsweek announced in 1997.28 Ceaselessly, automatically learning, children are unperturbed by emotions and irrational needs… They want only information and input…
Ecco l’immagine tipo dei bambini sui media… 
… Sophisticated kids with a knowing smirk on their face are a common motif on the screen and in glossy magazines. These kids are frequently accompanied by clueless adults, most of them men…
Si teorizza che il bambino POSSA decidere da solo. Sarà vero? Chissà. Una cosa è certa: in molti casi DEVE farlo perché… è solo…
… as women have moved into the workforce in large numbers, the divorce rate has soared, and “home alone” children have come to make more and more decisions…
Ma c’è un altro motivo per cui noi desideriamo che il bambino possa essere autonomo: la politica
… Individual autonomy, the right to live life as we want, to think and judge for ourselves, to make our own decisions, has always been a central dogma in the nation’s civic religion
bambini costituiscono un fastidio,  “inquinano” i sacri principi libertari: che fare di loro. L’unica cosa da fare è che smettano di essere bambini il prima possibile…
… “Children are the Achilles heel of liberal ideology,”…
Ma, comunque la si pensi, è bene rendersi conto che siamo di fronte ad un’innovazione educativa decisamente originale per l’uomo…
… Even in the most primitive societies, people have believed that the transformation of children into socialized individuals who understand the requirements of their culture is an intensive process lasting years and requiring the active and sustained intervention of mother, father, grandparents, older siblings, and other relatives…
Dal XVII secolo, in occidente l’età dell’infanzia ha cominciato ad allungarsi e la devozione genitoriale ad intensificarsi. Troppe cose da imparare, occorreva pià tempo e più dedizione. Nelle società liberali l’obiettivo di questo sforzo era ben definito…
… prepare the young for freedom. In order to shape “self-governing”… rejected what until that time was an almost universal acceptance of corporal punishment… They encouraged them to awaken their children’s minds and stir their interests by giving them time to play freely and by supplying the now recognizably middle-class home with toys and books… No one believed that the transmission of these complex and highly contradictory cultural values would come naturally
Man mano che l’educazione si trasformava in educazione ai valori, le punizioni corporali venivano bandite.
Una preparazione adeguata richiedeva 15/20 anni, caso unico nelle società umane.
L’assunto sottostante (oggi rinnegato)…
… children do not naturally know how to shape their lives according to their own vision…
Il nuovo approccio  anticulturalista ha ribaltato la tendenza. Il suo successo è da ascrivere anche a ragioni pratiche
… Doubtless this is partly a practical matter. Many Americans simply feel they don’t have the time to satisfy the demands of traditional parenting…
Molto semplicemente, non c’è più tempo per essere genitori nel modo classico, molte madri vivono costantemente fuori casa…
… home life has become what the psychologist Kenneth Gergen has called “less a nesting place than a pit stop.”…
Westchester, NY, nel pomeriggio i bimbi vanno all’ “homework club” fino alle otto di sera. L’andazzo è lo stesso ovunque…
… Between 1970 and 1990, white children lost an average of ten hours a week of parental time…
Le teorie anticulturaliste consolano i “genitori mancati per mancanza di tempo”.
Una volta il rapporto adulto/bambino era ben diverso. Ecco un episodio esemplare narrato da Jane Jacobs nel suo capolavoro The Death and Life of Great American Cities
… “When Mr. Lacey, the locksmith, bawls out one of my sons for running into the street, and then later reports the transgression to my husband as he passes the locksmith shop, my son gets more than an overt lesson in safety and obedience. He also gets, indirectly, the lesson that Mr. Lacey, with whom we have no ties other than street propinquity, feels responsible for him to a degree.”…
Oggi, altro che “secondi padri”, non si osa nemmeno riprendere i propri figli per non turbarli, figuriamoci se riprendiamo i figli degli altri nella pubblica via…
… only 39 percent of adults would be comfortable reprimanding kids who are misbehaving in a public area…
I genitori segnalano ripetutamente la voglia di dimettersi dal loro ruolo.
sensi di colpa si sono trasferiti dal bimbo alla mamma…
… Evelyn Bassoff, a Colorado therapist, reports that when she asks the women in her mothers’ groups what happens when they discipline their daughters, they give answers such as “I feel mean,” “I feel guilty,” “I feel like an old fuddy-duddy,” and “I quake all over; it’s almost like having dry heaves inside…
Pur di non lottare con la prole si ingaggiano tutori per i compiti a casa.
Ma l’educazione libertaria degli anticulturalisti non sembra aver prodotto una generazione di uomini liberi…
… juvenile crime rates have dropped…children are in jail in record numbers for having committed crimes much more serious…
Non ci sono più i monelli di una volta
… Defense lawyers wonder at the change in their clients. “The kids I represented ten, fifteen years ago were so different,” says a California attorney interviewed by Edward Humes in No Matter How Loud I Shout. “They were still kids. They knew right from wrong more or less … Now … they seem like they are brain-dead. You can’t reach them.”…
E all’università le cose vanno ancora peggio…
… on college campuses… crime has increased in amount and severity: “Harassment becomes assault,”…
Ma forse la conseguenza più preoccupante dell’anticulturalismo è l’immiserimento della vita emotiva. La cosa sembra paradossale perché…
… Where once Americans were forced to repress their emotions, they now have permission to express…
Eppure, questa considerazione non tiene conto di quanto valore si attribuisca oggi alla razionalità.
L’assunto implicito: il bambino auto-sufficiente non deve aver bisogno degli altri, cosicchè imparare a legare con gli altri diventa secondario. A che mi serve l’empatia se mi basto?
D’altronde, i bambini di oggi hanno di fatto una vita molto più isolata e frammentaria di un tempo…
… A study by the National Institute of Child Health and Development found that babies cared for by people other than their parents will typically see those caretakers change twice in their first year of life; one-third of these infants will watch three or more nurturers come and go.49 In The Time Bind, a study of how employees at a Fortune 500 company balance work and family, Arlie Hochschild writes that “real people—neighbors, relatives, friends, baby sitters, teachers in after-school programs, and parents with flexible work schedules—have disappeared, while MTV, the ‘new neighbor’ for the latchkey child, remains only a press of a button away.”…
Un buon esempio: anziché una maestra, ne hanno 3/4. Così, tanto per aumentare frammentazione ed isolamento (oltre che per non licenziare corpo docente in eccesso dopo il crollo demografico).
Il bambino contemporaneo è un eterno migrante senza più un senso compiuto dello spazio e senza più relazioni coerenti.
Ha pochi fratelli, spesso neanche uno. Non conosce nemmeno il suo vicino.
Il rapporto con gli adulti è sempre più improntato al legalismo. Ecco alcune raccomandazioni che il mondo adulto fa agli educatori…
… “I Can Take Care of Myself”… recommends a pseudolegal agreement between parents and their “self-care” children…lawsuits against showing too much affection…
Il nuovo imperativo: “teach but don’t touch”. Sugli abbracci tra allievo e maestro la giurisprudenza è involuta e i consigli invitano alla prudenza…
… a lawyer for the National Education Association… “If you hug a child, even a child who is hurt or crying, I will break your arms and legs … If kids need help in the bathroom, take an aide with you, or let them go on the floor.”…
In queste condizioni l’educatore è meno “rilassato”, meno pronto ad instaurare un rapporto emotivo (questo anche per ragioni nobili legate alle violenze sui minori), non si puo’ pensare che la cosa non abbia effetti collaterali.
Hollywood e la TV si adeguano all’andazzo e forniscono una “dieta di emozioni” esemplare….
… wisecracking, eye-rolling hipsters on Sesame Street… The Simpsons… David Letterman and Saturday Night Live… children adopt a knowing posture that adults frequently mistake for true sophistication…
Messaggio di fondo: emozioni sincere e passioni sono out, ironia distaccata e scetticismo da persone vissuti sono in.
Ed è normale che l’influenza dei media sia notevole: se i genitori abdicano, i figli si cercano altrove dei modelli.
Li cerca anche nei compagni. Un tempo l’influsso dei pari età era minore: si temeva il bullismo. Oggi straborda.
Anche la “scienza dell’infanzia” rinforza l’immiserimento della vita interiore del bambino…
… Science has drawn a picture of a child as an efficient learning machine that needs information and input rather than meaning and values. Play, for instance, was once thought of as a means of exercising and freeing the imagination but is now increasingly described as a way to facilitate achievement…
Il bambino è una macchina fatta per imparare: dobbiamo renderla abile, non edotta. Servono competenze, non conoscenza.
Perché per esempio orientare il proprio figlio verso la musica classica?…
… Young children are supposed to listen to classical music, we are now informed, not because it enriches the spirit by connecting us to a meaningful tradition or by expanding a shared vocabulary of human feeling, but because it advances spatial and temporal reasoning
Perché cenare tutti insieme?…
… Families should eat together not because mealtime allows them to partake in the timeless rituals of civilized manners and communal sharing, but because children who listen to mealtime conversation do better on vocabulary and reading tests…
***************************************************************
L’anticulturalismo ha anche effetti socialiLasch e Putnam sono gli studiosi che più hanno sudato sulla faccenda.
Se sei (o ti ritieni) auto-sufficiente, non ti interessa molto “associarti”. Eppure l’associazionismo era uno dei punti di forza delle nostre culture, un corpo intermedio essenziale, un cuscinetto tra l’individuo e il potere centrale, un baluardo contro eventuali oppressori. Putnam… 
… “Every year over the last decade or two,” he wrote in his essay “Bowling Alone,” “millions have withdrawn from the affairs of their communities.”66 In One Nation After All Alan Wolfe describes a similar retreat: “American suburban communities do seem to be chilly places. Devoid of people during the day, they are filled with people sitting behind television or computer screens in the evenings, too self-preoccupied to live a Tocquevillian life of civic engagement.”…
 tumblr_ogum0iWE7a1qdtecco1_1280

Robot con il senso di colpa

Immaginatevi un robot che riceve l’assoluzione da un sacerdote e sconta i suoi errori con tre avemarie. E’ un evento a cui potremmo mai assistere?
La persona adatta da interpellare è il filosofo Don Howard, il quale si è pronunciato nel breve ma illuminante saggio  “Can Machines Become Moral?”.
Il problema è ostico, anche perché si tende a confondere problemi tra loro differenti. Vediamo il principale…
… For some, the question is whether artificial agents, especially humanoid robots, like Commander Data in Star Trek: The Next Generation, will someday become sophisticated enough and enough like humans in morally relevant ways so as to be accorded equal moral standing with humans…
Un robot potrà mai essere in futuro responsabile per le sue azioni?
Qui la risposta è abbastanza facile: non lo sappiamo.
Solo il tempo ce lo dirà.
Come risposta è un po’ deludente ma diventa più interessante quando la si considera in opposizione alle alternative.
Il fatto interessante è piuttosto che c’è gente che sembra avere una voglia matta di rispondere “sì” oppure “no”.
Chissà perché ci si vuole schierare a priori su una questione che è essenzialmente empirica.
C’è come un’ “ansia culturale” di pronunciarsi in merito…
… Some pose the question “Can machines become moral?” so that they may themselves answer immediately, “No,”…
Lo schieramento del “no” punta molto sul fatto che i robot non abbiano una coscienza.
Oppure sul fatto che non possono esprimere o comprendere a fondo le emozioni.
Per negare la coscienza al robot, molti utilizzano il famoso esperimento mentale di John Searle noto come “stanza del cinese”…
… Imagine yourself, ignorant of Chinese, locked in a room with a vast set of rule books, written in your native language, that enable you to take questions posed to you in Chinese and then, following those rules, to “answer” the questions in Chinese in a way that leaves native speakers of Chinese thinking that you understand their language. In fact, you don’t have a clue about Chinese and are merely following the rules. For Searle, a robot or a computer outfitted with advanced artificial intelligence would be just like the person in the box…
Critica
… we humans don’t really understand that which we call “consciousness” even in ourselves, how do we know it isn’t just the very competence that such a machine possesses?…
Insomma, la coscienza è invisibile, la si inferisce empiricamente da indizi esteriori e non aprioristicamente da un ragionamento. Per questo l’analogia è falsa.
La rete neuronale umana, inoltre, è tutt’altro che impossibile da replicare artificialmente…
… they consist of neuron-like nodes and dendrite-like connections among the nodes, with weights on each connection like activation potentials at synapses. But, in practice, such neural nets are remarkably powerful learning machines that can master tasks like pattern recognition that defy easy solution via conventional, rule-based computational techniques…
Dobbiamo interagire concretamente con la nuova creatura per giudicarla, non possiamo farlo a priori per il solo fatto di sapere che il suo cervello è una replica, o per il fatto che è uscita da un laboratorio anziché da un utero…
… what can or cannot be done in the domain of artificial intelligence is always an empirical question
Ma la sconfitta dell’apriorismo tocca anche gli argomenti del “sì”…
… Confident a priori assertions about what science and engineering cannot achieve have a history of turning out to be wrong, as with Auguste Comte’s bold claim in the 1830s that science could never reveal the internal chemical constitution of the sun and other heavenly bodies, a claim he made at just the time when scientists like Fraunhofer, Foucault, Kirchhoff, and Bunsen were pioneering the use of spectrographic analysis for precisely that task…
E’ da stolti scommettere che i robot non potranno mai fare questo o quello.
Già in passato siamo rimasti scottati
… don’t be surprised if in a few years claims about computers not possessing an emotional capability begin to look as silly as the once-commonplace claims back in the 1960s and 1970s that computers would never master natural language…
**************************************************************
C’è poi un problema affine ma molto diverso: come immettere moralità nei robot del futuro?
Per esempio: come dovrà essere la moralità di una macchina che si guida da sè?
Quanto potrà rischiare (sbandare) per evitare il gattino sulla strada?
Di quante persone sarà autorizzata a mettere a rischio la vita per salvare quella di un bimbo?
Questo vale già per i droni completamente automatici: quando e dove dovranno sganciare la bomba? Che caratteristiche dovrà avere il convoglio da colpire? Quale limite di probabilità deve essere superato per stabilire che il bersaglio nel mirino è quello “giusto”?
Trapela una certa inquietudine in chi legge queste domande. Ma guardiamo al bicchiere mezzo pieno
… we can produce robot warriors that are “more moral” than the average human combatant…
E comunque il problema non sembra eludibile in molti settori…
… I spend a lot of time thinking about the rapid expansion of health care robotics… patient-assist robot that might soon be helping my ninety-year-old mother into the bathtub…
Per la risposta correttacompetono due approcci: il primo è l’ up-down.
Secondo questa strategia nella macchina vengono immessi dei precetti e delle subroutine che elaborino i dati per un calcolo utilitaristico al fine di stabilire quando derogare ai precetti generali…
… Top-down approaches to programming machine morality combine conventional, decision-tree programming methods with Kantian, deontological or rule-based ethical frameworks and consequentialist or utilitarian, greatest-good-for-the-greatest-number frameworks (often associated with Jeremy Bentham and John Stuart Mill)…one writes an ethical rule set into the machine code and adds a sub-routine for carrying out cost-benefit calculations… the approach endorsed by Arkin in his book Governing Lethal Behavior in Autonomous Robots…
I precetti considerati sono di solito quelli contenuti nei diritti umani e nella convenzione di Ginevra.
Due obiezioni: 1) non ci sono precetti abbastanza generali da coprire ogni contingenza, 2) gli elementi per un calcolo delle conseguenze sensato non sono praticamente mai disponibili.
Insomma, questo approccio – detto deontologico – è troppo rigido affinché il robot si muova in scioltezza in un ambiente complesso come quello reale.
L’alternativa è il bottom-up.
Qui viene fatta vivere al robot una sua “infanzia” durante la quale “impara” come ci si comporta nelle varie situazioni.
Un periodo in cui impara e impara ad imparare sviluppando un suo “carattere” e delle inclinazioni corrette...
… there are… deep-learning techniques… to make the moral machines into moral learners…
Potremmo definire questa impostazione come l’equivalente robotico del “virtuismo” aristotelico
… This approach borrows from the virtue ethics tradition… the idea that moral character consists of a set of virtues understood as settled habits or dispositions to act, shaped by a life-long process of moral learning and self-cultivation…
Critica: si creano così degli operatori imprevedibili, un potenziale pericolo.
Altra critica: l’uomo non è un razionalista morale, non ha una razionalità nascosta da scovare induttivamente: agisce e poi si giustifica attraverso una razionalizzazione (ex post).
La soluzione? Al momento non c’è: di certo mixarà i due approcci.

La cultura ai tempi di internet

La cultura è qualcosa di centrale nella società umana e internet potrebbe minarne i meccanismi di trasmissione, questo il timore di studiosi rispettabili quali Jerome Barkow o Nicholas Carr.
Donald Bourdeaux è più ottimista e nel saggio “Does Internet Subvert Culture?” spiega perché.
Il rispetto dei giovani per i vecchi – e quindi la trasmissione culturale - è l’architrave su cui poggia la nostra specie, cio’ che ci differenza dagli animali. Almeno su questo ottimisti e pessimisti sono d’accordo: siamo nani sulle spalle di giganti.
Il giovane deve avere un modello da imitare e a cui ispirarsi, ed è possibile che internet con la sua opera di svalutazione sistematica dell’autorità costituita distrugga ogni modello che tende ad emergere.
Il rischio è che i nuovi barbari arrivino e distruggano tutto inceppando cio’ che abbiamo di più prezioso: la trasmissione culturale.
Eppure la lamentela ha somiglianze inquietanti col passato…
… an instance of that all-too-familiar ages-old phenomenon: elders convinced that today’s young’uns, with their new-fangled gadgets and independent ways, will cause society to coarsen and eventually collapse…
Guardiamo al mondo in cui viviamo. Alla nostra vita materiale, per lo meno: mai stata tanto prospera
… The ongoing production of material wealth that makes this trend a reality is not– despite what Thomas Piketty or Bernie Sanders might suppose– automatic or easy. It requires vast amounts of productive human creativity, effort, and flexibility. Such creativity and effort in turn require not only discipline and well-channeled intelligence, but also widespread trust. And widespread trust exists only when nearly everyone can be relied upon to keep promises even to strangers and to avoid taking advantage of others on those many occasions when such opportunism is possible…
Costante: costi di comunicazione più bassi promuovono fiducia e creatività. I catastrofisti del passato sono stati smentiti.
C’è anche meno violenza
… as Steven Pinker documents, human-on-human violence is today at an all-time low…
Ancora:
… Life expectancy continues to rise and illiteracy continues to fall… humanity has never been as wealthy, healthy, safe, and educated as it is today…
Il progresso cresce se è più facile parlare con gli altri.
La regolarità dei catastrofisti è ben nota…
… The 15th century printing press–
the 18th century newspaper
the 19th century telegraph and telephone
the 20th century radio, television, and e-mail
the 21st century Internet, smartphone, instant messaging, and social media
La premessa era: “adesso è diverso”.
Ciò non toglie che oggi possa essere veramente diverso… tuttavia un legittimo dubbio sorge.
Chi non ricorda il dibattito “telefono pro e contro”…
… The same telephone that allows the parents of a sick child to summon a physician at 3: 00 am allows that child, just a few years later, to be summoned by an acquaintance to participate in some heinous or self-destructive deed…
Così come il telefono, anche internet ha i suoi pro e i suoi contro
… The same Internet that allows my George Mason University colleagues each year to open the eyes of tens of thousands of students to the wonders of the economic way of thinking allows ISIS operatives each year to entice a few thousand impressionable young people into the ranks of vile evil-doers…
Si tratta di vicende molto simili: eppure il mondo è andato avanti e per molti è addirittura migliorato. Di certo dal punto di vista materiale.
Se comunicazione e progresso sono correlate non significa che il primo fattore sia causa del secondo. Tuttavia, ci sono teorie ragionevoli che lo ipotizzano…
… the more widespread and frequent is communication among strangers, the greater is the number of combinations of different ideas
C’è chi esprime il concetto con l’idea icastica  “ideas having sex”.
Il sesso è rischioso ma chi vi rinuncerebbe?
…  just as sexual reproduction by humans is not always successful– sex and reproduction do have their risks… that upside is so familiar to us today that we take it for granted…
La globalizzazione ha un lato benedetto che tendiamo a scontare…
… Pfizer, for example, is more likely to invest a billion dollars developing a treatment for the Zika virus if it expects to be able to market its treatment to hundreds of millions of people worldwide than if it could market that treatment only to a few hundred thousand people in North America…
Anche la pace, almeno in parte, è un portato della divisione del lavoro su scala internazionale. Tom Palmer ha espresso bene la logica che ci sta sotto: nessuno apre il fuoco sul proprio cliente…
… Each of us is today more dependent upon countless strangers… as Tom G. Palmer notes, “It’s bad business to slaughter your customers”…
Creare forti vincoli di dipendenza commerciale è una garanzia…
… evidence supports the proposition that international trade, while no guarantor of peace, does indeed make peace more likely…
Certo, l’abbinamento commerci e cultura è sempre stato oggetto di anatemi…
… fears expressed throughout history of how commerce– both in and of itself, and of the extension of commerce across political or ethnic borders– will weaken, worsen, or wreck ‘good’ cultures…
Si tratta di paure quasi sempre ingiustificate: tutte le culture sono frutto di un rimescolamento
… all of the cultures that we know today are themselves the products of past mixings…
Il mix distrugge il vecchio e lo rimpiazza. L’evoluzione culturale si accompagna sempre con una lamentela…
… such cry reflects the reality that human beings’ cultural skills are specialized to deal with the culture of their youth…
Chiedi chi erano i Beatles
… my grandparents not only did not enjoy the Beatles’ music, but seemed genuinely to find it to be “nothing but banging and screaming”…
Tutti noi siamo specialisti nella cultura della nostra giovinezza, e nessuno vuole perdere competenze. Analogia…
… we have at least as much difficulty learning to understand and to “use” new cultural developments as, say, an auto mechanic from 1964 would encounter were he to try his hand at repairing the engine of a 2014 Toyota Rav4
I “rimescolamenti” di internet sono peggiori di quelli passati? Probabilmente no…
… while the media… today differ from those of the past, there’s no evident reason to fear that these differences will be any less enriching…
Secondo Deirdre McCloskey: “alla gente piace sentirsi dire che il cielo sta cadendo”. Il pessimismo paga sull’agone della cultura come della politica…
… the gloomy ones will receive disproportionate public and (hence) political attention…
Regna una strana asimmetria
… who seek greater political power will have more success if they convince the public that doom looms on the horizon…
Facile previsione
… the possibility that the Internet will coarsen or damage culture will be seized upon by the fearful and by the politically opportunistic as sufficient justification for government-imposed restrictions on online activities…
Far suonare allarmi sui pericoli di internet è solo un modo per far scattare un opportunismo politico che non attende altro per restringere, limitare, proibire
Meglio focalizzare diversamente il messaggio…
… history teaches us that “unpredictable results and… disruptive change” are nothing new… they have more often than not in modern, liberal society improved rather than worsened humanity’s…

Due tipi di mentalità: scientifica e no

Una buona classificazione è una mezza soluzione.
Tuttavia, la cosa più difficile è classificare gli uomini, anche per questo il pensiero umanista sembra meno rigoroso.
Un aiuto a classificare in modo significativo gli uomini in due gruppi ci viene dalla storiella di Newcomb. Ascoltatela e schieratevi.
****************************************************************
Un Essere Superintelligente (ES) scende sulla terra da Marte dando prova ripetutamente di saper leggere nella mente degli uomini e di poter prevedere le loro azioni.
Un bel giorno ES ci convoca nel suo laboratorio dove ci sono due scatole: una nera e una trasparente. Nella seconda è possibili scorgere la presenza di 100 euro.
ES: “ora scegliete se 1) portarvi via la scatola nera o 2) portarvele via entrambe.
Sappiate però che io sono in grado di prevedere la vostra scelta e sappiate anche che ho messo 1.000.000 di euro nella scatola nera qualora la scelta prevista da me (che vi taccio) fosse stata 1).”
Io opto subito per 2): che ci sia o no il milione di euro, io mi porto via tutto garantendomi 100 euro in più.
Il mio amico opta per 1): ES ha dato continuamente prova di poter prevedere il futuro, quindi è il caso di fidarsi e scegliere 1).
*****************************************************************
Tesi: il mio amico ha una mentalità scientifica, io una mentalità astratta.
Lui fa affidamento sui fatti, io sulla logica.
Io credo nell’analisi, lui nella sintesi.
Io credo nelle affermazioni apriori, lui nell’esperienza.
*******************************************************************
Facciamo un caso più estremo: Alfredo è più alto di Luigi che è più alto di Giorgio. Domanda: chi è più alto tra Alfredo e Giorgio?
Io: senza alzarmi dal tavolino: “Alfredo”.
Il mio amico: misura e poi dice: “Alfredo”.
********************************************************************
E voi siete dei tipi scientifici come il mio amico o metafisici come me?
Molti filosofi contemporanei ambiscono ad essere “scientifici”, arrivano a negare l’esistenza di proposizioni analitiche, ovvero di proposizioni vere per definizione.
La loro negazione è interessante: dicono che poiché tra le parole non esiste la relazione di “sinonimia”, allora non esistono neanche proposizioni analitiche.
Due parole sono sinonime se sono intercambiabili in qualsiasi affermazione, e non esistono parole intercambiabili.
Due” e “2” non sono intercambiabili, per esempio. Considerate l’affermazione “Due è una parola con tre lettere”. Vi sembra che siano sostituibili?
E’ una dimostrazione ingegnosa ma, secondo me, chi sostiene l’ “esistenza” ha argomenti più forti: tutti noi sappiamo produrre  centinaia di proposizioni analitiche non ambigue: “ogni rettangolo ha quattro lati”, “ogni gatto è un gatto”... Si tratta affermazioni ben diverse da “ogni rettangolo è blu”, oppure “ogni gatto è tigrato”. Tutti percepiamo la differenza, dimostrare che non esiste è una perdita di tempo.
***********************************************************************
Proposizioni analitiche, verità a priori, astrazioni… tutto puzza di metafisica l’uomo moderno ne rifugge (scegliendo 1). Non l’uomo di buon senso: perché mai negare l’evidenza?
************************************************************************
Da notare che chi sceglie 2) implicitamente fa anche affermazioni empiriche che andrebbero verificate: non è possibile che il futuro determini il passato. E’ un’affermazione più che ragionevole ma resta un’affermazione empirica che l’esistenza di ES mette in discussione.
*************************************************************************