sabato 4 aprile 2015

Leggendo "Sei ricco, Coniglio" di John Updike

Tassellando il melone:

  1. Esperienze estetiche nel week end: fu colto da una beatitudine bovina...
  2. Linguaggio della casa anni settanta: lo sgraziato risucchio quando si apre o si chiude la porta del frigo...
  3. Mente come muscolo: quella dannata difficoltà di pensare alla fine della giornata...
  4. Un tenero ricordo del padre: era stato tanto gentile da morire al momento giusto...
  5. La grande verità a proposito dei morti:  è che lasciano spazio...
  6. Una vita per la fabbrichetta: con quella sua vocetta stridula che sembrava una mola da arrotino, spaccava le palle tutto il tempo con consigli per la resa ottimale...
  7. In concessionaria: l’odore di auto nuova presente perfino nei depliants...
  8. In officina: la vasta pace squadrata di questo posto maschile insaporito dall’andirivieni delle ragazze dell’amministrazione...
  9. Il boss guarda l' orizzonte: mentre se ne sta lí nella sua propria pelle, conscio dell’ombra che si getta alle spalle...
  10. Dal sarto: centoquattro di vita, ha cercato di dirgli il commesso di Kroll finché lui non ha tirato in dentro la pancia e l’uomo, con estrema riluttanza, ha stretto un po’ il metro...
  11. Il Tempo del Maschio scorre: quel progressivo recedere delle tempie...  e quando si rade, lo specchio riflette un caos di bargigli e mollezze sotto il mento, che non sopportano di essere guardati tanto da vicino...
  12. Sarcasmo: emise la solita risatina monosillabica...
  13. Tipi non del tutto affidabili: l’aria perbene e disidratata di un ubriacone redento...
  14. L' annuncio della malattia: un giorno cominciò a notarsi ancora di piú il suo teschio...
  15. Piccoli momenti di trascurabile felicità: Gesù, l' altro giorno  se n'è andato perfino John Weyne... Coniglio è felice semplicemente perché è vivo... si accontenta di trotterellare per la concessionaria mentre pensa: "questi fanatici dello stare in forma cadono secchi nei parchi come mosche".
  16. Il Direttore ha comunicazioni importanti da fare: attaccò come se parlasse col modulo sul tavolo...pronunciando con estrema cura la parola cruciale...
  17. Guardando Piero Angela in TV: si inoltrò a tentoni nella storia, che per lui è immersa nella nebbia, con una suddivisione in secoli non piú precisa. Qualche data spuntò inattesa qua e là...
  18. Il Cliente ha sempre ragione 1: non sta bene lasciare i clienti da soli a sentirsi scemi... Sono timidissimi, i clienti, peggio dei cerbiatti...
  19. Il Cliente ha sempre ragione 2: se ne sta piantato lí grosso e stolido, e Harry deve girargli attorno a passettini veloci...
  20. Scena sexy: notò il gonfiore della carne dove premono le spalline del top... mentre tremolano nelle due piccole amache del reggiseno
  21. Rinvenuto un vecchio mazzo di chiavi dietro il mobile: fra cui alcune che su questa terra non aprono piú niente...
  22. Difetti delle auto asiatiche: I giapponesi avranno tutte le virtú ma sono corti di gamba...
  23. Quando esci dalla concessionario con l' auto nuova di zecca: palpò il volante alla vana ricerca del clacson...
  24. Corteggiamento: ha paura di spaventarla, e di distruggere anche la propria vibrante eccitazione di fronte a una possibilità ancora da verificare...
  25. Il venditore di razza: si stupisce lui stesso di come la sua lingua snocciola misure in centimetri...
  26. Topologia del fascino: c’è qualcosa di sexy nelle sue palpebre inferiori, con la scarsità di sonno che le ombreggia...
  27. Pericolo giallo in concessionaria: dipendesse da me, venderei le auto americane al grossista appena entrano da noi. Non le vuole nessuno tranne i negri e i portoricani, e prima o poi si sveglieranno anche loro...
  28. Congedo tipico tra maschi all' aperitivo: andrò a vedere cos’ha bruciato Janice per cena...
  29. Rientro in casa dopo il lavoro: parcheggia e struttura nella mente la frase d' esordio...
  30. Autoradio anni 70: ragazze negre con acute voci metalliche cantano frasi insensate su una base ritmica elettrica martellante e gli piace, gli piace pensare a queste negrette, di Detroit probabilmente, i loro fidanzatini alle prese con la catena di montaggio...
  31. Cambio di stazione:  la disco-music si trasforma nei Bee Gees, uomini bianchi che sono riusciti nella miracolosa impresa di cantare come donne nere. Stayin’ Alive spara il suo martellante ritmo amplificato e quello strano gemito nasale sullo sfondo...  E John Travolta... Coniglio lo considera sempre il Vinnie Barbarino dei Ragazzi del sabato sera, ma per un certo periodo l’estate scorsa gli Usa sono stati suoi al cento per cento, e non c’era figa sotto i quindici anni che non sognasse di essere scopata da un tamarro sul sedile posteriore di una macchina parcheggiata a Brooklyn...
  32. Cambio stazione: i capelli arricciati della Streisand e il suo naso ebreo...
  33. Cambio stazione (e trovi la Gruber): arriva il giornale radio. Lo legge una giovane voce femminile in tono annoiato, come se sapesse benissimo di farci perdere tempo...
  34. Sorpasso con occhiataccia: la vecchia guida con entrambe le mani ben strette al volante e sul viso l’espressione di chi si aspetta che dentro il cofano scoppi una bomba...
  35. Il borghese e il telegiornale: la sua indignazione di fronte a un pomposo finocchio che la passa liscia...
  36. Immigrazione all' angolo della strada: ragazzi scuri che pensano in lingue che usano solo loro...
  37. Mogli: ha sempre avuto la carnagione olivastra e ancora prima di luglio è già abbronzata come una selvaggia... Dal calore che emana, si capisce che ha litigato con la madre... È ricco grazie alla sua eredità e questa comune consapevolezza li tiene uniti come una particolare forma di sessualità, comoda e sorniona...
  38. Reazioni alla prima portata: avanzi e insalata, il mio menu preferito!
  39. Il Regno della Suocera: poi va nel muffoso salotto dove le tapparelle sono sempre abbassate, il regno dei musi lunghi di mamma Springer...
  40. Quando ci si prepara come si deve si è in grado di affrontare qualsiasi cosa: risponde freddo, sentendosi dentro nuovi spazi creati dal gin...
  41. Ogni tanto un diversivo è utile: Harry innesca un dietrofront e marcia in sala da pranzo, facendo fremere i vetri piombati della vetrinetta antica...
  42. Arriva la suocera!: La signora Springer scende con le sue dolenti gambe idropiche... diffida del pavimento della sala da pranzo... Quel sorrisetto infido e improvviso da commerciante...
  43. Annuncio: il nipote è fidanzato: scommetto che è nera. – Oh mamma, non tirar fuori tutti i tuoi pregiudizi! Il piccolo Arnold e gli altri telefilm di neri li guardi alla Tv, no?
  44. Liti tra donne: È pazzesco quel loro flagellarsi reciprocamente usando dei fantasmi di uomini, papà che è morto, Nelson che è via, e perfino Harry è una specie di fantasma, visto che parlano di lui come se non ci fosse...
  45. Visto che non lo cagano, sparecchia: il colapasta di alluminio piacevolmente leggero da portare...
  46. Si giunge in cucina passando per il corridoio: abitato da silenziose presenze vegetali... 
  47. Ricordo del figlio sparito nei vari campus: l’ha visto diventare un liceale con un misero ciuffo di baffetti che si vedeva solo se ci batteva la luce...
  48. Il dopo-cena dei litiganti: la serata trascorre in uno stagnante crepitio televisivo misto a risentimento inespresso...
  49. Azione e reazione: quando lei si alza per andare di nuovo a riempirsi il bicchiere, lui passa sulla partita dei Phillies...
  50. Consapevolezza femminile: e in piú la morte comincia a sbocconcellarle il corpo quel tanto da farle capire che non è poi quella preziosissima coppa e che non c’è nessun superman per cui conservarlo...
  51. Infine, l' amore: un atto talmente glorioso ridotto a questo confuso raspare di due vecchi corpi, uno assonnato e uno ubriaco...
  52. Il posto delle suocere: digerisce il broncio dormendo oltre una fetta di cemento...
  53. Scoperte trascurabili: intuisce l’intelligenza in lei, ma l’intelligenza nelle donne non gli è mai interessata...
  54. I limiti della vita da scapolo: le ragazze che si tira dietro Buddy sono una buona lezione per Harry sui limiti della vita da scapolo: piccole segretarie indurite, direttrici di ristorante, ex figlie dei fiori con l’aria da streghe, code di cavallo brizzolate e seni piatti coperti di gioielli Navajo, ragazzone sovrappeso vice capo del personale in uno di quei torvi nuovi palazzi di uffici senza finestre, dove passano le giornate a gettare i tabulati dei computer nel cestino della carta straccia. Donne pescate nel dimenticatoio, gambe gessose e facce lievemente storte, come se fossero state spinte nella trentina da una brutta botta laterale.
  55. Appena dopo la prima vera esperienza: la donna stanca che diventerà si sta già facendo largo sul suo viso.
  56. In posa: con quel sorriso sbilenco per la macchina fotografica...
  57. In ascolto della moglie: accendendosi un’altra sigaretta per rendere teatrale la sua pazienza,  inclina la lunga testa con un occhio chiuso a difesa dal fumo...
  58. La storia riferita entra nel vivo: la voce scende a un sibilo cospiratorio...
  59. Segnali: forse con piccole e inesplicabili fitte come questa gli uomini cominciano a morire...
  60. I genitori riflettono sul figlio pelandrone e fuori corso: be’... in fondo è ancora all’università... "Non si direbbe", sente la necessità di urlare.
  61. Tensione al funerale: stanno litigando sottovoce: molti enfatici bisbigli da parte di Peggy, a cui Ollie risponde con stoici borbottii sempre guardando fisso davanti a sé... dopo l’ultimo furibondo bisbiglio di Peggy Fosnacht tutto si quieta...
  62. Funzioni della musica liturgica: l’organista scarabocchia gli andirivieni di una fuga per dar modo a tutti di tossire e cambiare l’incrocio delle gambe...
  63. Cerimonie: la piccola folla dei consanguinei...
  64. Parenti mal messi rivisti dopo secoli: probabilmente fa il ladro, nei momenti liberi...
  65.  In fila per la Comunione: il collo muto e fragile di Nelson...
  66. Trucchetti coniugali: accende la radio per spegnere la conversazione...
  67. Il bicchiere mezzo pieno: Dio, è sempre tonta... una consapevolezza che lo consola...
  68. Incinta: quella sontuosa e lenta compostezza delle donne che non portano solo sé stesse...
  69. Vani tentativi di riguadagnare la pace: Janice segue la curva per restargli con la bocca attaccata all’orecchio...
  70. Nonna: bismamma...
  71. Quasi pronto in tavola: nel forno cuociono dei qualcosa avvolti in pancetta...
  72. Controtenore: durante l' intervallo hanno fatto cantare uno di quelli che sanno fare la voce alta come le donne...
  73. La distrazione sempre in agguato quando ascolti lo zio monologante: una rosetta in un sopracciglio che manda una sventagliata di peli nella direzione sbagliata...
  74. PredestinateHa già la bella andatura dritta della cameriera...
  75. Il palinsesto della suocera: a quest' ora macina lo sceneggiato su Mosè, a giudicare dall’intonazione biblica delle voci, che urlano e rombano intervallate da musica in crescendo...
  76. Giovani: si presentarono... come se si fossero appena beccati un masso sulla testa e fosse stata un’esperienza fantastica...
  77. In Sacrestia per accordarsi sul compenso del Prevosto: una versione in sordina del suo vocione da cerimonia...
  78. Vendette a vuoto: gli occhi scuri sporgenti non tradiscono alcuna consapevolezza della scortesia di Harry...
  79. Pettegolezzi interiori: tutti i peli che non ha in testa li ha sulle braccia, come fa Thelma a sopportarlo?
  80. Jitterbugquella pausa di una battuta sui calcagni prima della giravolta...
  81. Convenevoli: la stretta di mano di Ollie è floscia, fibrosa e micragnosa
  82. Le virgole nella conversazione: si volta per rivolgergli quel suo sorriso essiccato ma stranamente perfetto, un sorriso come quelli che guizzavano nei vecchi film in bianco e nero, pudichi e sicuri di sé, un sorriso che è un filo di pura melodia e che quando era giovane doveva sembrare il tramite per una vita molto piú elevata di quella a cui si è fermata...
  83. Coca: il pfff della lattina che si apre non vale piú niente da quando hanno messo quella piastrina di sicurezza per impedire agli idioti di soffocarsi...
  84. MisticismoIl mio pensiero sulla religione è che… che se non ne hai un poco, sprofondi...
  85. Rigenerazione: il riposino comincia a entrargli nelle ossa e si sente piú di buon umore...
  86. Il sentimento dominante: sembra che abbia nostalgia della vita mentre ancora sta vivendo...
  87. Il travaglio della gravidanza: adesso Pru scoreggia perché il bambino la scombussola tutta là dentro...
  88. L' espressività della suocera: non ha detto granché ma le è venuta la gola a chiazze e si è capito benissimo che per lei era un affare di stato...
  89. Rospi sputati: con quelle labbra chiuse frettolosamente come se avessero appena pronunciato una dolente verità e non avessero intenzione di rimangiarsela.
  90. Muri: la tappezzeria, col suo complicato disegno di cose che entrano ed escono da altre cose... 

Milton Friedman e la grande depressione

Una politica monetaria in linea con i precetti dell' ortodossia dovrebbe mettere nel mirino le aspettative inflazionistiche: finché si puo' farlo si agisce sul tasso d' interesse, dopo, quando i tassi sono a zero, sull' immissione di nuova base monetaria. Il concetto di per sé è semplice ma spesso viene equivocato e per giudicare se una politica monetaria è espansiva o restrittiva si guarda invece al tasso d' interesse, oppure alla base monetaria creata. E' un errore, bisognerebbe confrontare l' azione della banca centrale rispetto all' inflazione attesa. Una banca che schiaccia i tassi a zero magari sta di fatto realizzando una politica restrittiva, persino una banca impegnata in un QE puo' realizzare una politica restrittiva. L' equivoco non è solo teorico, è storico, basterebbe guardare a come è stato accolto il giudizio di Milton Friedman sulla grande depressione: mentre si accusava la politica monetaria di essere restrittiva si segnalava che una specie di QE era all' opera. E allora? Ebbene, il messaggio è contraddittorio solo per chi trascura le distinzioni fatte più sopra. Naturalmente, poi, ogni crisi ha la sua componente offertistica e laddove opera qualsiasi azione monetaria è vana se il sistema non è abbastanza flessibile da consentire le dovute ristrutturazioni. Bene, la denuncia di Friedman si fece sentire anche a questo proposito: la FED, dichiarandosi esplicitamente prestatore di ultima istanza, rallentò le ristrutturazioni bancarie.

SAGGIO Io confesso


Il Sacramento della confessione è stato a lungo esecrato come una forma di controllo sociale esercitato dalla Chiesa sulla comunità, oggi direi che questo pericolo si è dissolto cosicché possiamo accostarci al Sacramento con una ritrovata serenità, d' altronde nella mia esperienza è una delle poche forme di protagonismo lasciate al fedele, tanto è vero che non appena il ricorso alla confessione è andato scemando il narcisismo è dilagato altrove: psicoanalisi, “opinionismo” spiccio (telefonate in radio, lettere ai giornali…), social network, eccetera. Tutti hanno trovato forme di protagonismo alternative (e quasi sempre più degradanti).
In confessione, bisognerebbe confessare peccati specifici anziché tenersi sulle generali, tuttavia per setacciarli meglio potrebbe essere utile avere una lista di categorie sulle quali concentrarsi. Quella che segue è la mia personale ma scommetto che si adatta facilmente a qualsiasi persona che viva nel mondo di oggi.
  1. Bolla/Spreco/Misantropia. Indulgere nella propria “bolla”: crogiolarsi oltremisura  in una realtà virtuale costruita su misura per isolarci dal contatto urticante con il reale. Ti Accorgi di avere molte energie ma non intendi indirizzarle all’esterno. In fondo, anche l' intelletto è un muscolo e se lo eserciti per certi lavori poi è stanco per svolgerne altri. Pià ci si isola, pi ci si rende sensibili, più cresce l’idiosincrasia per il: una scarsa apertura mentale mista a paure ingigantite non ti consente di andare verso l’ altro con la dovuta curiosità. L’ altro è un nemico da evitare finché si puo’.
  2. Giudizio/Narcisismo/Temperanza. Il giudizio seriale è un vizio diffuso, di solito prende due forme. C' è la componente, forse la più importante, legata allo scarico di responsabilità: per gestire l' imprevisto abbiamo bisogno di scaricarci la coscienza assegnando delle colpe. Poi c' è la forma del giudizio gratuito: il pettegolezzo con giudizio annesso ci seduce. Infine c' è la dimensione virtuale: abbiamo bisogno di attribuire colpe su scala mondiale sistemando le cose in quattro e quattr’otto, la nostra ignoranza su certi problemi che ci trascendono ci dovrebbe consigliare il silenzio ma non siamo disposti a prestarle ascolto. Qui c' è una chiara componente narcisistica, la voglia di essere protagonisti e di spiccare per arguzia.
  3. Rassegnazione/Pigrizia/fatalismo. Accettarsi per come si è con i propri pregi e i propri difetti rinunciando ad ogni forma di progresso spirituale. Ti viene da dire “son fatto così” e finché non accade un evento traumatico non rifletti mai sulla possibilità che hai di cambiare. In questo modo sfuggono tutti i benefici del “puntare in alto”: chi ci crede dà sempre di più.
  4. Status/Umiltà. A mente fredda e nei pochi momenti in cui riesci a vedere le cose chiaramente ti accorgi quanto conti per te coltivare la tua immagine presso gli altri e quanto tutto questo incide sulle tue decisioni. Non che tu indulga in certi comportamenti con intenzioni esplicite ma quando ti accorgi quanto ti costerebbe l' astensione ti accorgi anche che la ragione di fondo è legata allo status che certi comportamenti ti procurano. Anche qui possiamo parlare di “spreco”. Ma possiamo parlare anche di mancanza di coraggio: il contrario del coraggio non è la codardia ma il conformismo.
  5. Cerebralismo. Nel rapporto con la fede capita di privilegiare l’ aspetto razionale – magari impegnandosi nella difesa di talune cause – o nell' edificare un' identità formale piuttosto che ricercare una vera e propria esperienza religiosa.
  6. Autocontrollo/Collera. A volte si fanno gesti, anche violenti, di cui ci si pente subito, e forse anche per questo si tende a sottovalutare. Non inganniamoci, specie se la pratica si rinnova, si tratta di difetti molto più difficili da scalzare di quanto si creda.
  7.  Formula MINAP. Misantropia(bolla)-Invidia(status)-Narcisismo (giudizio)-Autocontrollo(collera)-Pigrizia (fatalismo). E il cerebralismo mettiamolo nella pigrizia.
Continua.
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Tenendo conto che la parte principale del Sacramento della Confessione (o Penitenza o Riconciliazione) è la Misericordia di Dio che penetra nella vita del credente rendendolo una creatura nuova, ecco alcune semplici e concrete indicazioni di cui il penitente potrà tenere conto per vivere al meglio il grande mistero dell’amore di Dio racchiuso nel Sacramento:
  1. La confessione ben fatta va innanzitutto preparata; è bene accostarsi al Sacramento solo dopo aver fatto un diligente esame di coscienza. L’esame di coscienza poi va accompagnato dalla volontà e dal proposito di non ricadere più in quelle mancanze che si sono individuate, non dalla certezza che quelle cose non accadranno più; siamo essere limitati e sempre in cammino, e probabilmente per tutta la vita avremo qualcosa da migliorare e da cambiare… tuttavia se, ad esempio, mentre mi confesso ho già programmato di compiere un furto, ovviamente la mia confessione è invalida. Di contro, se quando vado a confessarmi non sono realmente intenzionato a cambiare qualcosa nella mia vita… sarebbe meglio non confessarsi!
  1. Prima di iniziare l’accusa dei peccati sarebbe opportuno, ma non obbligatorio, presentarsi al confessore (se questi non vi conosce, naturalmente!): chi sono, se sono sposato, se ho figli, che tipo di attività svolgo, se sono un consacrato, se in ricerca vocazionale, fidanzato, celibe, nubile e quant’altro… un conto sono i doveri cristiani di uno sposato, un conto i doveri di un consacrato, un altro conto ancora quelli di un celibe…
  1. Durante la confessione sacramentale sei chiamato a consegnare al sacerdote tutti i peccati gravi commessi dall’ultima confessione ben fatta (specificando numero e caso, almeno in maniera approssimativa). Tacere consapevolmente, per qualsiasi motivo, anche un solo peccato, rende invalida (e sacrilega) la confessione stessa.
  1. Non confessare solo i peccati «secondo te», ma tutti quegli atti che sono peccato secondo Dio e secondo la legge della Chiesa. In caso di dubbio, parlane col sacerdote.
  1. Durante l’accusa dei peccati, non ti giustificare e non giustificare il fatto che tu abbia commesso quella o quest’altra cosa… Dio sa e conosce tutto! Tu sei chiamato con grande umiltà a riconoscerti peccatore e a confidare nell’infinita misericordia di Dio.
  1. Durante l’accusa dei peccati (e prima ancora durante l’esame di coscienza) non ti paragonare a quelli che stanno peggio di te (“non ho ammazzato nessuno, non ho rubato…”); confrontati con la legge di Dio e della sua Chiesa e, se proprio vuoi paragonarti con qualcuno, esamina la vita di Gesù Cristo e confrontala con la tua!
  1. Non confessare i peccati degli altri (marito, moglie, genitori, figli, amici, ecc.); confessa i tuoi!
  1. Nella confessione dei peccati và subito al nocciolo della questione! Se hai un cancro, prima il medico curerà il cancro, poi, eventualmente, andrai dal dentista per il mal di denti…
  1. La penitenza sacramentale che il sacerdote ti impone fa parte della confessione stessa. Essa non è una punizione, ma il semplice segno che vuoi iniziare una vita nuova riparando i peccati commessi.
  1. Non lasciare la pratica della Confessione all’improvvisazione! Confessati regolarmente… decidi una scadenza entro cui confessarti (quindici giorni, un mese, un mese e mezzo, ecc.) e prestavi fede! Assumi uno stile di vita scandito dai Sacramenti.

giovedì 2 aprile 2015

Sterilofobia

Consideriamo tre coppie unite in matrimonio:
  1. Coppia A. Si tratta di una coppia omosessuale (necessariamente senza figli)
  2. Coppia B. Si tratta di una coppia eterosessuale con un figlio.
  3. Coppia C. Si tratta di una coppia eterosessuale con tre figli.
Ammettiamo adesso che la situazione ambientale sia la stessa per tutti e la condizione finale imputabile alla libera scelta degli individui coinvolti.
Come si orienta il giudizio della Chiesa?
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Ultimamente ci si concentra sulla condanna alla coppia A, e a causa di questa condanna la Chiesa viene spesso definita "omofoba".
In realtà la Chiesa non condanna l' omosessualità ma l' esplicita scelta di sterilità.
Nota bene che per un omosessuale è difficile avere figli in modo naturale ma non impossibile: con grande sforzo - di cui la Chiesa nel suo giudizio deve tener conto - anche l' omosessuale maschio, per esempio, puo' sposarsi con una donna e avere figli.
Ora consideriamo la coppia B, anch' essa compie una scelta di sterilità: anziché avere tre figli sceglie liberamente di averne uno, eppure in questo caso non sembra risuonare alcuna condanna. Perché?
E' ben vero che la coppia B non sia completamente sterile, d' altro canto, se misuriamo il differenziale di trattamento riservato dalla Chiesa ad A e B con quello riservato a B e C i conti non tornano.
Perché allora il primo differenziale ci sembra più ampio del secondo quando il secondo dovrebbe essere doppio rispetto al primo?
Forse la fecondità non è l' unico valore di cui si tiene conto. Ma che altro valore si protegge? La stabilità di coppia?
Non penso, anche la coppia A è sposata. Inoltre, empiricamente, le coppie lesbiche sono anche più stabili di quelle eterosessuali eppure la condanna coinvolge anche loro.
La mia ipotesi è un' altra: nella coppia omosessuale il peccato di sterilità è più visibile.
Nel momento in cui due omosessuali decidono di sposarsi fanno pubblicamente una scelta di sterilità (*) mentre se una coppia etero decide di avere un figlio anziché tre fa questa scelta in privato, il pubblico non puo' facilmente entrare nella loro intimità e scandalizzarsi per il peccato che compiono.
Francamente non saprei se tutto cio'  giustifichi i diversi trattamenti che ricevono dalla Chiesa i vari peccatori, io penso di no, ad ogni modo è una spiegazione plausibile di quanto succede.
(*) anche una coppia omosessuale puo' avere dei figli con metodi "non naturali", senonché la Chiesa  condanna proprio quei metodi. Ad ogni modo qui si va su un altro terreno e per non finire fuori tema lascio cadere l' argomento.
Diclosure: avrei potuto avere almeno 4/5 figli e invece ne ho fatti solo 2. (Ammetto di sentirmi colpevole ma solo previa ragionamento).

mercoledì 1 aprile 2015

How universal are rates of social mobility across time and societies? Rettifiche a Clark

How universal are rates of social mobility across time and societies?:



'via Blog this'

Em


  1. Con em noi copiamo una struttura (quella cerebrale) con AI noi comprendiamo il linguaggio del cervello e lo riscriviamo autonomamente.
  2. EM è più probabile di AI e anche più vicina
  3. Le campagne contro utero in affitto, procreazione in vitro ecc. sono destinate alla sconfitta, eppure hanno una conseguenza secondaria di ampia portata: stoppano o rallentano gli investimenti su EM. Nessuno investe sapendo che, anche in caso di successo nelle ricerche, seguirà gran baccano e quindi una mole regolamentativa che potrebbe comprimere la redditività. Baccano moralista e regole spiazzano gli investimenti per l' innovazione.
  4. Elementi rilevanti per l' economia: copie possibili, back up possibili, velocità accelerabile
  5. Con EM avremo cervelli che funzionano come i nostri ma possono essere fatti funzionare più velocemente. Quel che noi concepiamo in 100 anni puo' essere concepito in 10 da un nostro EM
  6. Identità: gli EM sono uomini? Solo l' esperienza diretta con loro ci consentirà di dirlo
  7. Lavoro: gli EM abbasseranno i salari ad un livello di sussistenza
  8. Gli EM potrebbero essere fatti vivere in un matrix.
  9. Gli EM potrebbero avere qualsiasi tipo di corpo, anche remoto
  10. Fare una copia del proprio cervello sarà come fare un figlio. Occorrerà riconcepire la famiglia e la politica
  11. Demografia: l' esplosione della ricchezza farà esplodere la popolazione di EM
  12. Demografia: far nascere un EM sarebbe, almeno all' inizio, costoso ma solo in termini di denaro
  13. Demografia: una persona tende a fare più copie possibili (desiderio genitoriale) ma c' è un limite: tante copie di esseri simili abbassano il valore specifico delle loro abilità.
  14. Le copie pirata saranno un rischio e l' ossessione della sicurezza si espanderà
  15. Valori: emergeranno solo le generazioni di EM portate al lavoro duro fatto a livello di sussistenza. 
  16. Valori: morte e vita saranno svalutate: un EM disattivato è rimpiazzabile da un suo back up recente
  17. Valori: l' infanzia sparirà o quasi visto che un EM puo' essere costruito già adulto e pronto a lavorare. Un EM bambino sarebbe estremamente costoso
  18. Politica: già non sopportiamo gli immigrati che ci portano via il lavoro, figuriamoci gli EM. All' inizio saranno proibiti, soprattutto le copie
  19. Presto si imparerà a tassare anziché proibire.
  20. Ricchezza. I redditi di lavoro crolleranno ma quelli di capitale aumenteranno, molti potranno ritirarsi vivendo di rendita. la ricchezza complessiva esploderà.
  21. le regolamentazione ferrea all' accesso all' upload e alle copie aumenterà le diseguaglianze
  22. Sicurezza. Poiché la morte è svalutata si prenderanno più rischi, il che non si capisce bene come influirà sulla difesa dei diritti.
  23. Criminalità degli EM. La strategia migliore per evitarla è l' integrazione nella comunità umana. Non dovrebbe essere difficile realizzarla poiché non parliamo di stranieri che vengono da lontano con un' altra cultura ma di nostre copie.

Marx


  1. La conoscenza di un personaggio del passato è possibile in modo approfondito solo abbeverandosi a fonti secondarie: sommari, riassunti, critica da parte dei moderni.
  2. Di solito conoscere a fondo Marx ci fa inasprire il giudizio che abbiamo su di lui
  3. Marx non dice quasi niente su come dovrà funzionare una società comunista. Un bel gap
  4. Hegel: lo Spirito del Mondo lotterà contro le sue contraddizioni e alfine vincerà e s' imporrà incarnandosi sulla terra. Ebbene, Marx eredita questo paradigma inserendolo in una cornice materialista. E' chiaro quindi che risolto il conflitto capitale/lavoro la Storia finirà in una grande armonia che s' imporrà da sola, noi dobbiamo solo accompagnare questo processo, non preoccuparci di come funzionerà la società comunista.
  5. Un moderno crede di dover obiettare a Marx: "non ti sembra che capitalismo + welfare potrebbe essere meglio?". Invece, dopo avrlo letto, deve obiettare: "sei sicuro che lo Spirito del Mondo s' incarnerà una volta fatti fuori i capitalisti?"
  6. Marx crede che la natura umana non esista, o che sia infinitamente duttile. Questa premessa spiega il perché Marx non si preoccupi del futuro: si costruirà l' uomo nuovo (non alienato e privo di falsa coscienza) e tutto andrà a posto. 
  7. Marx intuisce la "tragedia dei beni comuni" ma 1) si limita a fare esempi senza teorizzare (il che significa che non l' abbia compresa fino in fondo) e 2) prima di lui Malthus e Mill l' avevano proposta con ben altro spiegamento di forze. In Marx cio' che è giusto non è originale e cio' che è originale è sbagliato.
  8. Per Marx tutto è lavoro, per questo il capitalista è un parassita. E il coordinamento dei fattori produttivi? Marx si disinteressa del coordinamento, e lo si capisce bene dalla brutta fine che faranno le società ispirate al marxismo.
  9. Si dice: Marx è stato pervertito da Stalin. Molto più semplicemente Stalin ha dovuto affrontare le difficoltà non previste da Marx. Come pensatore stalin è sicuramente più pratico di Marx. Se il purista marxista volesse realizzare la sua utopia occorrerebbero 100 Stalin.

martedì 31 marzo 2015

Colpa del neoliberismo

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Giorgio Bocca folgorato da Tonino Di Pietro.

John Tevis - 1993: Giorgio Bocca folgorato da Tonino Di Pietro.:



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Appello al cielo

  1. Appello al cielo. Il diritto alla rivoluzione contro la tirannia e la legalità è un principio caro ai moderni e nessuno dubita che abbia un' origine religiosa: solo facendo leva su un valore estraneo alla politica posso ottenere il diritto ad un' azione contro la politica. Lord Acton e John Locke, due ferventi personalità religiose, sono tra i propugnatori di questo diritto.

Privacy fiscale

E' giusto pubblicare su internet gli elenchi con i redditi dei contribuenti?


  1. Pro: ogni contribuente ha un interesse materiale nel constatare i redditi del vicino.
  2. Pro: l' effetto vergogna puo' ampliare il gettito.
  3. Contro: la compliance spontanea è un indicatore di policy che andrebbe perduto.
  4. Contro: i canonici argomenti per la privacy (molte azioni segrete hanno un contenuto sociale).
  5. In Norvegia gli elenchi su internet ci sono e sembra abbiano elevato l' imponibile di un 3% (stima analizzando il differenziale redditi dip./autonomi prima e dopo le date di entrata in vigore del decreto). Tieni presente, però che in Norvegia c' è piena trasparenza anche per la salute privata.
Continua.

lunedì 30 marzo 2015

Molti sostengono che l' invidia, più che la povertà, è causa di comportamenti anti-sociali. Due problemi: 1) i dati non sembrano confermare 2) la difesa dell' invidioso non sembra una battaglia etica promettente, come minimo andrebbe affiancata da una sua rieducazione.

Profumo di Marta

Marta spande profumi su Gesù ma c' è chi recrimina per lo spreco, si tratta di risorse che sarebbero meglio impiegate a beneficio dei poveri. Molti anti-pauperisti fanno leva su questo passaggio per segnalare che la causa dei poveri non è quella fondamentale, io sottolineo un altro aspetto: il Vangelo mette in evidenza che anche investendo per i poveri si realizzerebbe uno spreco poiché Giuda, l' addetto alla cassa, stornava da quei fondi. E' la moderna teoria del secchi bucato: trasferire risorse è affare costoso e spesso non è consigliabile anche se l' azione in sé sarebbe conveniente. Pura public choice nel cuore dei Vangeli!

Responsabilità sociale dell' investitore

Molti molti investitori coltivano una loro responsabilità sociale. Come dovrebbero comportarsi?
  1. In borsa il vizio paga. Chi investe in settori "problematici" (tabacco, alcol, pornografia...) ha un extra-profitto. 
  2. Ci sono due strategie possibili per chi ha preoccupazioni etiche: boicottare gli investimenti o investire facendo pressioni dall' interno.
  3. La strategia del boicottaggio rende ancora più lucrosi gli investimenti in quel campo, e forse per questo non si registrano successi di rilievo.
  4. La strategia della "pressione" è più promettente, specie se la si affianca con investimenti su un portafoglio universale, in questo modo se perdo nei "vizi" guadagnerò nelle "virtù" e la compensazione è assicurata.
Continua.

venerdì 27 marzo 2015

Leggendo "Per i sentieri dove cresce l'erba" di Knut Hamsun

Sembra più un precursore di Hemingway che un ardente nazista, ma tant'è.
Passaggi da rimeditare in treno:
  1. Le piccole soddisfazioni del saccheggiato: ho come deluso tutti quelli che avevano sperato che esistesse un “ingente patrimonio” a cui dare un’annusatina.
  2. Nella testa del braccato: anche questa, che vada come vuole. Non mi applico né per il bene né per il male, ma lascio che tutto segua il suo corso. Io voglio quel che vuole la polizia. 
  3. Giudizi di un sordastro: molto cortese, ma non parlava abbastanza forte per me.
  4. Soddisfazioni di un sordastro: la sua voce non era forte, ma sembrava adattarsi all’orecchio e riusciva a penetrarvi.
  5. L' ennesima galera: mi pare un buon posto per stare in santa pace come uno scemo, guardare le formiche e diventare saggio.
  6. Il surrealismo che s' insinua: si dà il caso che il mio denaro si trovi in stato d’arresto, proprio come me.
  7. Esperimenti con se stesso: allora smetterò di fumare: basta. L’ho già fatto tre volte in passato, ogni volta per un anno. Voglio essere abbastanza padrone di me stesso da smettere. Bene. Ma poi ricomincio, e a che serve allora tutto questo? Voglio essere abbastanza padrone di me stesso anche da ricominciare.
  8. L' arte di liberarsi dagli scocciatori: mi ritiro come se mi fosse venuto in mente qualche affare urgente da sbrigare nel mio ufficio.
  9. Compagne di viaggio per un attimo: un paio di mucche legate sul pendio sono scontente della loro situazione.
  10. Pensiero fisso: non colare a picco senza stile e senza dignità.
  11. Non è che dopo lo choc manchi la memoria, è che: tutti gli anni passati sono ugualmente lontani.
  12. Geni incompresi: leggo dei colori complementari nella teoria dei colori di Goethe non capendoci un’acca.
  13. Stoicismo o stanchezza?: in me scorre un fiume di parole che potrei adoperare per la mia difesa, ma me le terrò dentro.
  14. Le afasie dello scrittore: mi capita per esempio di bloccarmi in maniera così disperata su una parola che intendo usare, che per dire una cosa sono costretto a dirne un’altra prima.
  15. Rifiuti editoriali: non lessi più oltre e restituii l’agenda a Martin, che ci rimase male. Altra reazione ben nota: non riescono a convincersi che uno voglia evitare di leggere fino in fondo: non può mica essere peggio di tutto il resto!
  16. Fase ricorrente (anche nei lettori forti): dei libri veri mi stancavo presto.
  17. Richiesta di consolazione spirituale: non ero ancora in grado di formulare pensieri profondi e rimasi lì impalato.
  18. Morte all' ospizio: noialtri vecchi finalmente ora abbiamo qualcosa di serio su cui pigolare.
  19. Le cose accadono da sé, i talenti strabordano: Un, due, tre, quattro. Eccomi qui seduto a scrivere storielline per il mio uso esclusivo.
  20. Arte senza sforzo: c’è una falla in me che lascia sfuggire caute parole, sono come un rubinetto che gocciola: uno, due, tre, quattro.
  21. Degenerazioni: il suo corpo si paralizzava sempre di più.
  22. Quando i vecchietti ci sorprendono: non so dire da dove tirasse fuori simili risposte, probabilmente dai giornali dentro i quali aveva sempre il naso.
  23. Avvisi per aspiranti suicidi: ora non è il caso che noi disillusi ci mettiamo a far tragedie.
  24. L' inizio della fine: penso sempre più spesso "l’anno passato l’avrei fatto".
  25. Lo sguardo del vicino: di certo ha letto sul giornale che hanno dovuto sottopormi a una perizia psichiatrica.
  26. Relazioni interpersonali: Non risposi. Non ne avevo voglia.
  27. Continua.

Abbandono nelle mani di Dio

Un atteggiamento estraneo alla modernità, ma solo in apparenza. Possiamo interpretare il consiglio dell' "abbandono" come una ricetta contro la cocciutaggine e la sicumera. Consiglio prezioso, specie in ambito intellettuale, dove una volta che si prende posizione è difficile cambiare. Il "confirmation bias" puo' allora essere scalfito da una maggiore flessibilità che tolga valore alle nostre idee rendendo più facile "abbandonarle" in nome di un altrove.

Sottomissione e mortificazione di sé

All' apparenza concetti lontani anni-luce dalla mentalità moderna, eppure sono recuperabili, basta un piccolo spostamento semantico e giungiamo ad un concetto come quello di "conformismo" che ci porta dritti dritti nel cuore della modernità. Passiamo ormai 1/4 di secolo nelle istituzioni scolastiche, ovvero in un luogo che ha lo scopo principale di selezionarci in funzione della nostra attitudine al conformismo: accettare regole imposte dall' alto trovando le motivazioni per lavorare sodo. Cosa puo' chiedere di più un datore di lavoro? E il successo scolastico è l' indizio più probante.

Leggendo "L'Imitazione di Cristo" di Tommaso da Kempis


Tra i libri di devozione, il mio preferito. Che stile!

Passaggi che vorrei rimeditare:
  1. Precedenze: preferisco sentire nel cuore la compunzione che saperla definire.
  2. Effetti collaterali perniciosi: coloro che sanno desiderano apparire.
  3. Invito allo svuotamento cerebrale: quanto più grande e profonda è la tua scienza, tanto più severamente sarai giudicato.
  4. Il fascino dell' ombra: cerca di essere ignorato e di essere considerato un nulla.
  5. La minaccia della passione: Che cosa ti lega e ti danneggia di più dei tuoi desideri non mortificati?
  6. Diffidare: un consiglio domina gli altri, fatti guidare da uno migliore di te.
  7. Cosa cercare: anela alla verità, fuggi la bellezza.
  8. Il covo del maligno:  l'eleganza della parola.
  9. L' edificazione impedita: ci è di ostacolo la nostra smania di indagare.
  10. Un destino di sofferenze: attende colui che non è perfettamente morto a se stesso.
  11. Prossimità della follia: chi mette la sua fiducia negli uomini e nelle altre creature è un insensato.
  12. Nelle relazioni: la familiarità non è affatto necessaria. Se impari a non curarti della gente, questa lascerà che tu attenda tranquillamente a te stesso.
  13. Da meditare: stare sottomessi, vivere soggetti a un superiore e non disporre di sé è cosa grande e valida. E' infatti molto più sicura la condizione di sudditanza, che quella di comando. Corri pure di qua e di là; non troverai pace che nell'umile sottomissione sotto la guida di un superiore.
  14. Rapporto con l' attualità: stai lontano dall'agitarsi che fa la gente, l'occuparsi delle faccende del mondo è un grosso impaccio, ogni volta che andai tra gli uomini ne ritornai meno uomo di prima.
  15. Temprarsi: è bene per noi che incontriamo talvolta difficoltà e contrarietà, proprio quando la gente attorno a noi ci offende e ci scredita, noi aneliamo con maggior forza al testimone interiore, Iddio.
  16. Vanità dell' agitarsi: non puoi vincere semplicemente con la fuga, punta invece sulla sopportazione.
  17. Trappole intellettuali: stai attento a non giudicare, è poi difficile liberarsi da vecchie posizioni.
  18. Attitudini religiose: non è cosa facile stare in un monastero, devi considerarti esule, devi farti stolto.
  19. La virtù dell' isolamento:  è più facile stare chiuso in casa che sapersi convenientemente controllare fuori casa. Ritirati nella tua stanza, lasciando fuori il tumulto del mondo.
  20. Continua.

Leggendo "Il partigiano Johnny" di Beppe Fenoglio


Solo quelli che non hanno rischiato nulla abusano della parola. Vale all' ippodromo come in letteratura.

Qualche lampo:
  1. Il candidato partigiano visto dai conoscenti: la sua vaga, gratuita, reputazione d’impraticità.
  2. Il rientro inatteso dello sbandato: la scultorea stupefazione del padre.
  3. Finalmente nei panni borghesi: quella ritrovata attillatezza, comodità e pulizia (basta la leva per capire al volo).
  4. Finalmente la lettura dei giornali: quarti d’ora e piú su un dettaglio...
  5. In cerca di un rifugio per imboscarsi: la villetta era stupida e pretenziosa
  6. Trasferimento a piedi sulle colline langarole: sotto un sole guasto.
  7. La stressante inattività: il guadagno fatto col dormire diurno si dilapida nell’insonnia notturna.
  8. Il padre: e la sua voce opaca, irrimediabilmente anarrativa (vengono in mente le fiction italiane).
  9. Spettacoli raccapriccianti: la faccia meteca del gerarca.
  10. L' imboscato in missione: nell' ora atramente propizia.
  11. Voce dalla radio americana: affascinante nella sua correttiva vibrazione twang (ricordi la la twang guitar di Dick Daley?).
  12. La guerra che torna in mente: il distante ricordo gliela magnificava.
  13. Fiorello La Guardia parla alla nazione: intollerabile nella sua sbracata inflessione siculo-inglese.
  14. I devoti di Radio Londra: l’orecchio teso a districare e tesaurizzare l’ultimo urlio di Churchill.
  15. Lo zio è nervoso: trema in tutta la sua mole gelatinosa... smania sudoroso col fare dell’omone dalla respirazione fischiante.
  16. Arriva l' autunno: si spande una nera tristezza piombata sulle colline derubate dei naturali colori.
  17. Brulichio accelerato della folla di paese vista a distanza: e nel ridicolo era una clandestina punta d’angoscia, viperina.
  18. Come onorare un genitore degno: l’unica maniera di ripagarlo sarebbe stata d’amare suo figlio come il padre aveva amato lui: al padre non ne verrà niente, ma il conto sarà pareggiato nel libro mastro della vita.
  19. Propaganda: quei sorrisi di esplodente fiducia... i sentimenti elementari a galla, che congelavano tutti i protagonisti in una antichissima iconicità, annullando secoli di progresso nell’atteggiamento.
  20. Un ricordo tra tanti: la bovina, esangue faccia del Duce liberato.
  21. Giornali che cadono dal tavolino: angoscioso planare di uccelli sparati.
  22. Presentimenti del genitore: tante ne succederanno che non ne avremo mai piú gli occhi asciutti.
  23. Un padre visto da lontano: scendeva il sentiero con l’accentuazione delle sue congenite spalle curve
  24. Imprevisti: e uno stimolo sessuale, repentino e clamoroso, giunse a complicare tutto.
  25. Continua.

mercoledì 25 marzo 2015

A patto che...

Il patteggiamento è una procedura giudiziaria attraverso la quale l' imputato raggiunge un accordo con la controparte rendendosi disponibile a sopportare una pena più mite pur di non affrontare l' intero processo dove le eventuali pene saranno molto dure.

Chi patteggia non puo' dirsi colpevole per il semplice fatto che non si sottopone ad accertamenti puntuali.

Poiché nei processi si commettono molti errori, la giustizia umana è imperfetta, chi si sottopone a patteggiamento non è necessariamente colpevole. parlando in generale è piuttosto una persona riluttante a rischiare una pena elevata.

Da questo punto di vista sappiamo che l' avversione al rischio è tipica degli onesti mentre la propensione caratterizza i delinquenti.

Una persona onesta preferisce lavorare piuttosto che delinquere (e godersela a rischio di finire in cella). In altri termini, preferisce infliggersi una pena mite piuttosto che rischiarne una dura. ma è proprio questo lo scambio che propone il patteggiamento: pene miti e certe contro pene dure e incerte.

Sentenza: "il reato c' è ma è prescritto"

Mi appare bizzarra la formula: “il reato c’ era ma è prescritto”. Eppure, se non sbaglio, l’ avevo già incontrata nell’ affaire Andreotti.
Perplessità: per constatare la prescrizione di un ipotetico reato mi ci vuole mezz’ora mentre per constatare che l’ ipotetico reato sia effettivamente tale mi ci possono volere anche anni, oltre allo studio di una teoria di faldoni pletorici.
Nel mio immaginario profano un giudice, qualora la verifichi, dichiara la prescrizione e dopo mezz’ora passa al caso successivo disinteressandosi completamente di cio’ che a quel punto appare irrilevante e archiviabile. Non capisco cosa ci sia sotto per agire diversamente, ci vorrebbe il parere di un esperto.

John Cochrane contro Bob Shiller


  1. BS non sa nemmeno dirci che cosa sia una bolla. La sua definizione: una bolla è il frutto di un capriccio dei mercati. Ma questa è una teoria 8una spiegazione), non una definizione! Lui deve dirci un assetto dei dati tale per cui possiamo parlare di bolla.
  2. Stato dell' arte: nonostante la borsa nel breve sia un random walk, nel lungo i valori si uniformano ai fondamentali (Fama). BS sembra implicitamente rinnegare queste posizioni raggiunte anche grazie al suo lavoro.
  3. BS, almeno dal suo discorso per il Nobel, adotta il metodo retorico, chiede implicitamente di rinunciare all' approccio scientifico.
  4. BS constata che le previsioni dei prezzi sono volatili e conclude che sono impossibili. Strana conclusione.
  5. BS ci invita a far pesare la psicologia. Ma perché non propone un modello da testare invece di dirci cosa fare? Non si vince un Nobel dicendo cosa fare agli altri!
  6. Il problema di BS è il problema dell' economia comportamentale: stenta a produrre modelli da far competere con quello legato alla razionalità dei mercati.

Gesù era un radical chic?

In fondo Gesù era un radical chic: figlio di imprenditori, faceva molto per i poveri ma frequentava soprattutto i ricchi, amava vestire bene, i profumi e la buona cucina.

Apparizioni

Quando il meta-ateo sente odore di apparizione scuote la testa. Alcune cose che dovrebbe considerare:


  1. Il fenomeno è coerente con la nostra conoscenza a priori (vedi alla voce miracoli).
  2. L' intervento divino puo' ben essere motivato: rassicurare, aiutare, promuovere la fede.
  3. Valutare l' attendibilità della fonte, essenzialmente la sua stabilità psichica.
  4. Fai fatica a credere alle apparizioni esteriori? Prendile come interiori, la sostanza non cambia.
  5. Principio di credulità: le cose sono come appaiono, salvo prova contraria.
  6. Perché Dio appare sempre ai credenti? 1) Non è vero, 2) Bisogna sapere cos' è un telefono per poterlo riconoscere.
  7. Perché Dio appare ai bisognosi? Ma è proprio quel che ci aspettiamo da lui: che aiuti i bisognosi.
E questo è tutto.

martedì 24 marzo 2015

Banfield

Banfield riteneva che il familismo amorale (pensare sola a sé e alla propria famiglia) fosse la causa del sottosviluppo economico del meridione d' Italia. La famiglia, e l' egoismo sottostante, come causa di tutti i guai. A questa tesi si contrappone quella classica di Smith: "non dalla benevolenza...". Dove si annidano le cause della povertà? Ambiente, genetica, etica o istituzioni. Banfield punta sull' etica, Smith sulle istituzioni. Una cosa è certa, ciascuno di noi puo' puntare su uno dei quattro cavalli ma è solo sul quarto che conviene agire: 1) costa meno 2) interagisce col terzo (se la lungimiranza paga presto si diventerà lungimiranti e la famiglia è da sempre un canale privilegiato di trasmissione dei vcalori).

Abbine cura

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  1. Il genitore ha un diritto/dovere di prendersi in custodia il figlio.
  2. Nel momento in cui esercita questo diritto assume anche gli obblighi di cura.
  3. Se rinuncia a questo diritto deve attivarsi per trovare un sostituto.
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Nati per credere... alle luci del luna park

Alcuni meta-atei allergici ai ragionamenti sembrano anche poco propensi ad una fede in accordo con gli istinti primari: "ci provo ma non riesco a credere". Francamente non penso che le cose stiano in questi termini, non abbiamo affatto perso i nostri istinti primari, penso piuttosto che molti siano insensibili ad una "Teoria del Tutto" rimasta riserva di scienziati e teologi. Per molti dare un fondamento alle proprie azioni non è così imprescindibile, forse il mondo moderno è talmente ricco di distrazioni che la vacuità del nostro agire non ha mai il tempo di emergere chiaramente e presentarsi ai nostri occhi. In fondo il relativismo non è che una forma di costipazione.

La Chiesa autentica

Ok, posso anche dirmi cristiano ma perché mai dovrei dirmi cattolico?

In altri termini: quando una Chiesa puo' dirsi la Chiesa autentica di Gesù?

In termini razionali: quando un' associazione oggi puo' dire di continuare la missione di un' associazione di ieri?

Tre criteri:
  1. Rivendicazione: deve sostenerlo.
  2. Continuità dell' oggetto sociale: deve avere un contenuto analogo.
  3. Continuità nell' organizzazione.
Ebbene, applicando i tre criteri direi che il terzo diventa decisivo e restringe la scelta  tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa.

Nati per credere?

  1. Nati per credere? In un senso banale è ovvio che tutti noi siamo nati per credere: lo scetticismo è giusto un' esibizione leggermente narcisistica di intelligenza. In un senso più specifico noi non siamo nati per credere in Dio ma per adottare alcuni concetti che ci conducono facilmente all' idea di Dio. Esempio: il bambino è particolarmente appagato delle "spiegazioni personali" (perché è successo X? Perché l' ha voluto Y). Nel bambino la "spiegazione personale" domina su quella "meccanicistica". Ebbene, il teismo è una "spiegazione personale". Successivamente, le spiegazioni meccanicistiche soppiantano quelle personali, specie in chi si appassiona alle scienze, tuttavia queste ultime non spariscono dalla nostra vita, anzi, restano maggioritarie ("perché ho alzato il braccio? Perché l' ho voluto!").

Rivelazioni in competizione

Ora che credete in Dio a quale Dio credere? Come saggiare le diverse rivelazioni? Criteri:

  • Tradizione: meglio se una rivelazione ha superato il  vaglio di mille intelligenze piuttosto che di una sola.
  • Conoscenza di fondo (o plausibilità): meglio se una rivelazione è coerente con quanto già la nostra ragione è in grado di dirci su Dio.
  • Fonte. Poiché è ragionevole chiedere a chi sa, meglio se la rivelazione è firmata da Dio attraverso un miracolo.
  • Motivazione. Meglio se esistono dei motivi che giustificano la rivelazione. Per esempio, se l' uomo impara perlopiù grazie all' esempio, è ragionevole che Dio s' incarni.
  • Evidenza storica del miracolo. Più ce n' è meglio è.
Conclusioni: il criterio della Tradizione e della Plausibilità isola i tre monoteismi, gli altri depongono a favore della religione cristiana.

n.b. La rivelazione in sé si giustifica come 1) occasione di perfezionamento e 2) aiuto alla nostra debole ragione, ovvero ad una ragione afflitta da molti bias.

lunedì 23 marzo 2015

Miracoli

Qui la conoscenza a priori è decisiva, non chiedetevi se credere al miracolo X di sant' Y, chiedetevi se Dio esiste. Chiedetevi se ci ha creato per amore. Chiedetevi se ci sono motivi per compiere un miracolo. L' importante non è credere ai miracoli, l' importante è ammetterne la possibilità. L' ambiente naturale in cui agisce il miracolo è l' animo umano, lì le leggi sono meno ferree, cio' detto non esistono valide ragioni per negare la possibilità di miracoli in natura: una guarigione, un evento straordinario. Data la nostra conoscenza a priori, tre fattori vanno valutati con delicatezza prima di credere: 1) le evidenze empiriche a disposizione, 2) la ratio sottostante e 3) l' occasionalità (deve trattarsi di una sospensione della legge di natura non di una confutazione). Non è necessario credere a quelli proclamati tali dalla voce popolare, io, per esempio, sono scettico e vivo felice. La fede nell' Incarnazione e nella Resurrezione di Gesù mi bastano e avanzano. A quelli proclamati nei dogmi devo credere per obbedienza - e qui semmai discutiamo del valore che ha l' umiltà dell' obbedienza - ma agli altri, io francamente credo ben poco e non sento compromessa la mia fede. Ad ogni modo il miracolo è una firma divina da apporre con parsimonia per non turbare l' ordine in base al quale facciamo le nostre scelte di uomini.

Sulla patente ai genitori

Ci vorrebbe? Il dubbio si pone poiché:


  1. un genitore puo' fare molti danni
  2. noi prevediamo patenti per molto meno.
Ma ci sono anche argomenti contro:

  1. stato e famiglia non sono comunità equivalenti: 1) in famiglia le relazioni sono spontanee, nello stato sono coercitive 2) la famiglia è un piccolo nucleo e deve collaborare se vuol sopravvivere 2) lo stato è un grande nucleo e sopravvive con il culto del nemico
  2. la famiglia puo' fallire, ma anche lo stato è soggetto a fallimenti
  3. nel dubbio mettere davantio la felicità dei protagonisti: genitori e figli. E questa è chiaro a tutti dove stia.

Un classico...

La miglior difesa della Tradizione è la Ragione, in particolare quella moderna adottata dalla scienza, ovvero la razionalità bayesiana, secondo la quale ogni novità  non rimpiazza ma aggiorna al margine il cumulo delle conoscenze pregresse senza mai prescindere da esso. Le ragioni a priori sono il baluardo su cui costruire, dimenticarsene ci conduce dritti dritti nell' incongruenza della tabulka rasa volterriana. E ai democratici ripeterei le parole di Chesterton: "... la tradizione è una democrazia in cui votano anche i nostri antenati...".