- Se vuoi responsabilizzare i giudici rinuncia a districare fortuna e merito: lo sforzo è inosservabile, guarda ai risultati. Funziona così per tutti.
- Penalizzare i giudici con sentenze cassate, anche in seguito a nuove evidenze emersa. Si tratta comunque di giudici diligenti? Anche l' agricoltore diligente punito da una grandinata incassa il colpo.
- Togliere ai giudici il monopolio su cio' che è rilevante per una condanna: Bayes insegna che "tutto è rilevante". Mai più "mi oppongo vostro onore, la domanda è inappropriata". Forse non siamo dei bayesiani naturali e tendiamo a sovrareagire a notizie rilevanti solo in modo indiretto, tuttavia preferisco un'impostazione razionale.
- Interrogare i giudici con un test per rilevarne l' attenzione al caso.
- Insegnare ai giudici a soppesare l' evidenza con dei corsi di logica bayesiana. Le dimostrazioni di ignoranza in merito sono comprovate.
- Tesi anti-garantista: i criminali sono propensi al rischio (altrimenti aprirebbero un auto-lavaggio), per disincentivarli rendere più probabile la condanna (bilanciando il tutto con meno severità).
- Si sa, i criminali sono propensi al rischio, altrimenti aprirebbero un autolavaggio. Amano i sistemi garantisti con pene elevate (rischi concentrati). Al contrario i lavoratori sono avversi al rischio, amano i sistemi giustizialisti con pene basse. Ebbene, il nostro sistema è fatto per spaventare i criminali o i lavoratori, secondo voi?
- Una battaglia garantista da condividere è quella che punta a ripartire il garantismo anziché aumentarlo. Esempio: meno gradi di giudizio e meno carcerazione preventiva. Oppure: meno limiti alla raccolta delle prove e più responsabilità dei giudici
- Gli avvocati la tirano alla lunga? Affittino le aule di tribunale.
- I PM sono inclini a sperperare lo spazio carcerario e le risorse punitive: si dia un budget scambiabile di anni detentivi.
- Mass incarceration: A provocative new theory for why so many Americans are in prison.:
E' la severità dei procuratori (magari da attribuirsi alla loro carriera politica) a fare la differenza nei paesi ad alta popolazione carceraria. Non la guerra alla droga, non le pene severe, non il razzismo. - I giudici fanno politica? Eleggiamoli e non se ne parli più.
- Obbligatorietà dell' azione penale: toglierla, è un modo per consegnare la politica giudiziaria nelle mani dei procuratori.
- Separazione delle carriere. Non vedo cosa ci sia da criticare in una misura del genere.
- Arbitrati. Estenderli e rendere le loro sentenze irriformabili dalla giustizia ordinaria.
- Costi dei tribunali. Mettere in concorrenza i tribunali col metodo del costo standard e con la responsabilizzazione dei presidenti.
- La giustizia non funziona ed è irriformabile? Cerchiamo di limitarne i compiti,il che è possibile limitando i compiti del governo.
- Appare bizzarra la formula: “il reato c’ era ma è prescritto”. Eppure roba del genere prolifera. la mia preplessità: per constatare la prescrizione di un ipotetico reato mi ci vuole mezz’ora mentre per constatare che l’ ipotetico reato sia effettivamente tale mi ci possono volere anche anni, oltre allo studio di una teoria di faldoni pletorici. Nel mio immaginario profano un giudice, qualora la verifichi, dichiara la prescrizione e dopo mezz’ora passa al caso successivo disinteressandosi completamente di cio’ che a quel punto appare irrilevante e archiviabile. Non capisco cosa ci sia sotto per agire diversamente, ci vorrebbe il parere di un esperto. Voglia di scrivere la Storia? Voglia di non mettere la testa altrove? Qui si continua il discorso.
- Funzione della prescrizione. Si dice che dopo un certo limite di tempo “allo stato non interessa più punire”. Decisamente poco convincente. Tolta la funzione riabilitativa della pena (che è la meno importante, oltrechè la più utopica), perchè mai non dovrebbe interessare allo stato punire un reato indipendentemente dal tempo? Dice: non imbarchiamoci in roba vecchia perché difficilmente fioccheranno condanne. Ma qui il problema è l’ eventuale obbligatorietà dell’ azione penale, togliamo quella piuttosto anziché servirci della prescrizione che pone un rozzo divieto a prescindere da ogni valutazione minimamente accurata. Sarà il PM a stimare le possibilità di successo e, eventualmente, a rinunciare. Il mondo giuridico è davvero zeppo di irrazionalità, come quando ti viene detto: la prescrizione è necessaria perchè eventi troppo remoti sono anche incerti. Se il problema fosse l’ incertezza si fissi uno standard adeguato per i giudici, per esempio: “non punire se le probabilità di colpevolezza stimate non superano il 90%”. Che senso ha fissare invece un limite di tempo? Oltre quella soglia abbondano reati con probabilità di colpevolezza che a giudizio del PM supera il 90%. Dagli esami DNA alle confessioni il repertorio esemplificabile è lungo. Naturalmente ci sono dei buoni motivi per mantenere la prescrizione ma vanno ricercati altrove. Per esempio, la prima che mi viene in mente, crea certezze nelle relazioni sociali: non posso rischiare di costituire una società con tizio per poi scoprire il giorno dopo che 30 anni fa - io lo conosco solo da 20 - ha commesso un reato e ora deve andare in carcere mandando tutto il nostro progetto a carte e quarant’otto.
- Il perdono ha una funzione oggi ereditata dall' obbligatorietà dell'azione penale: fermare la catena di vendette. Si tratta quindi di un istituto obsoleto visto che un intermediario di giustizia come lo stato mette un freno al rischio delle faide.
- Il patteggiamento è una procedura giudiziaria attraverso la quale l' imputato raggiunge un accordo con la controparte rendendosi disponibile a sopportare una pena più mite pur di non affrontare l' intero processo dove le eventuali pene saranno molto dure. Chi patteggia non puo' dirsi colpevole per il semplice fatto che non si sottopone ad accertamenti puntuali. Poiché nei processi si commettono molti errori, la giustizia umana è imperfetta, chi si sottopone a patteggiamento, parlando in generale, è piuttosto una persona riluttante a rischiare una pena elevata. Da questo punto di vista sappiamo che l' avversione al rischio è tipica degli onesti mentre la propensione caratterizza i delinquenti. Una persona onesta preferisce lavorare piuttosto che delinquere (per poi godersela a rischio di finire in cella). In altri termini, preferisce infliggersi una pena mite piuttosto che rischiarne una dura. Ma è proprio questo lo scambio che propone il patteggiamento: pene miti e certe contro pene dure e incerte. Qui se ne discute.
- Falso in bilancio. Un reato del genere è difficile da capire fino. Parto dall’ assunto che 1) qualsiasi bilancio, contenendo una moltitudine di valutazioni soggettive, puo’ essere dichiarato falso e 2) la natura di reato "obbliga" (spero si colga l' allusione delle virgolette) il magistrato alla persecuzione d’ ufficio anche in assenza di danni lamentati da chicchessia.
- Disobbedienza civile: che legame esiste tra etica e legge? Tre teorie:
- Esiste un legame forte. Teoria contraddetta nei fatti: noi tutti violiamo ripetutamente la legge senza provare sensi di colpa. Esempio: limiti di velocità.
- Esiste un legame debole. Teoria coerente coi comportamenti. La legge conserva perlomeno una funzione rituale che le dà un valore etico. Tuttavia, quando ci sono buoni motivi ha senso violarla.
- Nessun legame. Teoria più coerente da un punto di vista filosofico: anche il valore rituale della legislazione è comunque malformato.
Continua. - Disobbedienza civile. I teorici della d.c. hanno una strana idea del comportamento più corretto: "è lecito disubbidire alla legge purché ci si lasci punire". Perché? Boh. Forse per motivi esoterici: la massa autorizzata a disobbedire lo farebbe senza criterio, sopportare una punizione la spingerebbe a riflettere. Se fosse così basterebbe dire "è giusto disubbidire alla legge purché si rifletta attentamente quando farlo". Inoltre molti sono paurosi, temono le punizioni e consentono così alle ingiustizie di perdurare.
- Disobbedienza civile. Ammettiamo ora di aver giurato fedeltà allo stato. Quando si puo' rompere una promessa?
- quando mantenerla crea danni gravi a terzi innocenti
- quando estorta con la minaccia
- se scopro che la promessa è funzionale a scopi malvagi
Obiezione: ma se i giuramenti non vengono rispettati si finisce nell'anarchia. Risposta: eppure noi possiamo ideare mille esempi in cui non rispettare un giuramento costituisce un comportamento virtuoso. Vedi il "caso dell'amico gay": vado a spasso con il mio amico gay quando incontro dei bulli omofobi che mi chiedono sotto giuramento di rivelare le tendenze sessuali del mio amico. Non lo faccio e ritengo giusto non farlo anche se il mio comportamento dovesse svalutare l'istituto del giuramento facendoci fare un passo verso l'anarchia. Obiezione: ma nei giuramenti di stato siamo in un'altra dimensione. Risposta: ecco, appunto, solo assegnando allo stato uno status morale superiore posso concludere in modo diverso, ma questa operazione è a dir poco complicata poiché con uno dei principi più solidi dell'etica, quello di uguaglianza. - Pena equa: deriva dalla contrattazione dei membri della comunità. Da un lato viene pesata la deterrenza e dall'altro il rischio di essere condannati, magari da innocenti. I diritti passionali, per esempio, avranno pene più basse visto che la deterrenza è minima, i delitti dei colletti bianchi avranno pene basse visto che sono generici e difficilmente identificabili.
- Pena di morte. Alcuni link sul tema:
- Isaac Ehrlich: lo studio leader sul tema della deterrenza.
- John Lott passa in rassegna gli studi sull' effetto deterrente.
- 13 studi sull' effetto deterrenza e sulle problematiche etiche.
- Rassegna critica degli studi sulla deterrenza.
- Becker e Posner si sbilanciano.
- La critica più seria alla deterrenza (publication bias).
Proposta: perchè non introdurla per chi la chiede? I fanatici dell' eutanasia un pensierino dovrebbero farcelo. - tabarrok: il criminale è un bambinone e va trattato come un bambino: la teoria della pena equa beckeriana non funziona. le pene devono essere immediate (tribunali celeri), coerenti (più polizia per catturare tutti e sempre) e chiare (leggi trasparenti). L'entità conta poco. il criminale va poi sottoposto a terapia comportamentale per insegnarli a contare fino a dieci. Molta polizia in strada è più efficiente che riempire le prigioni
- kevin drum. praticamente nessuna teoria sul crollo del crimine usa tiene se vagliata con gli strumenti statistici. l'unica è quella del piombo: meno piombo nelle strade meno crimini. anche a livello di sperimentazione psicologica ci sono conferme.
- William Ian Miller sul Talione e la cultura dell'onore.
- Rappresentazioni della giustizia: la bilancia, la benda, le mani amputate...
- La giustizia come simmetria. Un'equilibrio da restaurare....
- Che cosa si pesa? Che cosa riequilibra la bilancia?...
- Il torto priva e umilia, la compensazione deve risarcire e umiliare. Il colpevole deve sentire il mio dolore...
- "Due torti nn fanno una ragione". Chi usa qs formula dimentica che la seconda violenza nn è un "torto"...
- L'idea di perdono. In genere avanzata dai xseguitati e dai terzi che vogliono vivere in pace...
- Perdono. Una giustificazione pratica: stoppa le vendette a catena (vale anche x l'obbligatorietà dell'azione penale)...
- La misura del danno. Problema che affligge da sempre la giustizia. Si dice: usciamo da logiche compensatorie ma poi s'invoca la "proporzionalità"...
- Talione. Chi la difende insiste sul limite superiore: un occhio e solo un occhio. Tuttavia pone anche un limite inferiore: almeno un occhio. Il perdono è dei codardi che minano le basi sociali rinunciando all'azione penale...
- Talione. Per alcuni introduce la responsabilità xsonale impedendo la punizione vicaria. Peccato che nell' Esodo Dio aveva appena finito di dire che avrebbe punito x generazioni l'errore di Tizio...
- Talione. Un omaggio al principio di eguaglianza. Sebbene si conoscano dei talioni zeppi di asimmetrie...
- Talione: equipara ricchi e poveri. Nn è proprio così, i ricchi che pagano sfuggono alle mutilazioni sebbene ai poveri, vero, viene consegnato un titolo di credito x i torti subiti...
- Che me ne faccio del tuo occhio? Non dimentichiamo che la cultura talionica è una cultura dell'onore e che la giustizia è chiamata a "ripristinare". Se ti prendo l'occhio gli altri sanno che posso farlo il che ha un certo valore nelle relazioni e nella costruzione della fiducia...
- L'onore crea fiducia anche quando è difeso con la violenza (io rispetto i patti e con me si rispettano). L' onore crea così la moneta x gli scambi...
- X gli antichi la vendetta aveva un lato estetico ed esprimeva il gusto x la proporzione e l'equilibrio. Il contrario di quell'eccesso che noi ci figuriamo. Qs appare vero anche solo x l"afflato poetico con cui viene declamato il Talione (rinunciando anche alla conversione in denaro)...
- I scuola: la vendetta è un risarcimento e la sua pratica anticipa l'asse portante della giustizia moderna. Il sangue e la moneta sono due medium equivalenti. Ricorda che il talione si afferma quando i corsi monetari o nn esistono o sono problematici...
- Il sangue è la moneta + nobile xchè oltre a compensare la vittima crea fiducia ovvero un bene comune... Daube su Gesù: si esprime consapevolmente contro il principio di risarcimento: nn cercarlo ma porgere l'altra guancia...
continua - Spencer Banzhaf sul valore della vita umana
- Il primo metodo utilizzato: attualizzazione del flusso di ricchezza creata dall' individuo oggetto di valutazione. Il metodo creava molti problemi etici: possibile che la vita di un ricco valesse tanto di più della vita di un povero?
- Secondo metodo: si guarda alle scelte pubbliche: dalla decisione di adottare certe misure di sicurezza si deduce il valore che la politica dà alla vita umana. Il metodo comporta problemi di circolarità poiché molte volte è proprio per soppesare la scelta politica che si decide di dare un valore economico alla vita umana.
- La rivoluzione di Schelling: utilizzo dei piccoli rischi. Si guarda a quanto il singolo si fa pagare in più per accollarsi dei piccoli rischi legati alla propria vita, dopodiché con un calcolo proporzionale si deduce il valore dell'intera vita. Il metodo ha il pregio di conservare la natura soggettiva del calcolo.
- Origine storica del problema. RAND fu chiamata dalle autorità militari a sistematizzare le decisioni sul terreno di guerra con un'analisi costi/benefici legata alle perdite umane. Alle vite doveva quindi essere attribuito un valore...
- Primo problema: calcolare la miglior strategia d'attacco nella guerra atomica. Fu consigliata una strategia che implicava pesanti xdite tra "i nostri". Il costo di quelle vite nn era stato tenuto in alcun conto...
- L'equipaggio può essere prezzato al costo necessario x formarlo? Ma il problema fu sentito subito come profondo poiché mentre x il materiale c'è un mercato x gli esseri umani no...
- RAND decise x l'incommensurabilità dollari/vite umane. Spetta alla politica decidere la frontiera secondo buon senso. Il valore della vita diveniva così una scelta politica.
- Furono Schelling e Carlson a prendere di petto il problema calcolando il valore soggettivo di una vita col metodo dei piccoli rischi...
continua - Michael Huemer e Ilya Somin sull'obiezione di coscienza.
- Nullification: rifiuto di applicare la legge da parte della giuria x questioni morali, una specie di obiezione di coscienza. Oggi si tende a contestare esiti del genere ma gli argomenti contro la n. sono molto deboli...
- Un caso di n.: Zengler criticò aspramente un politico ma, nonostante le accuse fossero vere, venne condannato perchè minava la pubblica fede (reato previsto). La giuria lo assolse adducendo che la norma fosse eticamente scorretta. Nacque così la libertà di stampa...
- Prima della guerra civile molte giurie e molti giudici si rifiutarono di condannare chi ospitava fuggiaschi di colore. È nato anche così l'antischiavismo...
- Nell'era proibizionista molti produttori clandestini vennero assolti in barba alle leggi vigenti...
- Recentemente registriamo assoluzioni in materia di eutanasia e droghe, anche in presenza di leggi proibizioniste...
- L'opinione giuridica sulla n. è chiara e chiaramente avversa ma qui affrontiamo il tema da un punto di vista etico...
- Tutti ammettono l'esistenza di leggi ingiuste, ci si chiede se si possa (o si debba) violarle...
- Lo stato dell'arte: il diritto/dovere dell' obiezione sta diventando la posizione ortodossa. Anche chi postula un dovere di obbedienza lo postula solo prima facie...
- Caso concreto: passeggi x la strada con un amico drag queen quando t'imbatti in un'inquitante gang di bulli omofobi che ti chiedono se il tuo amico è frocio, dal che capisci le loro intuizioni punitive...
- Diritto di disobbedire o dovere di disobbedire?: il caso dell'amico gay. Sono a passeggio con un amico gay quando m'imbatto in una banda di bulli omofobi che mi chiede notizie sull'orientamento sessuale del mio amico, so bene come andrà a finire se dico la verità. Non solo è mio diritto mentire ma addirittura mio dovere.
- Quando si può rompere una promessa?: 1) quando è estorta con la minaccia (esempio rapinatori) 2) x evitare un danno ingiusto a terzi (esempio dell'aeroporto) 3) se scopro che il suo mantenimento è funzionale a scopi malvagi (esempio del prestito della pistola).
- Argomento dell anarchia (la disubbidienza civile conduce all anarchia): è debole: qui le generalizzazioni non valgono, non si tratta di difendere la plausibilità dell'anarchia: con la storia dell' amico gay abbiamo concluso che mentire può essere giustificato, tuttavia nessuno nega che la menzogna diffusa porti all anarchia.
- Ognuno di noi viola 3 volte al giorno la legge. Pensa ai limiti di velocità, o al "pericoloso" angolo della scrivania, o alla necessità degli armadi a combinazione, ma anche alla cintura di sicurezza. E tutte queste violazioni vengono commesse senza sentirsi in colpa.
- Se legalità e moralità sono disconnesse allora il clandestino probabilmente non potrebbe venir condannato, ma neanche l'evasore.
- In genere esiste una debole attitudine morale in favore della legge, x qs tolleriamo tante infrazioni ma non osiamo dire che legge e morale viaggiano su binari separati.
- Ilya Somin: 3 teorie: 1 strong: relazione forte tra morale ed etica. Teoria smentita dai comportamenti concreti: tutti violiamo 3 regole a giorno.
- Due: weak, relazione debole tra legge ed etica: più coerente coi comportamenti e non rovina tutti i benefici della legge-rito.
- Tre: nessuna relazione tra morale e leggi: la più coerente filosoficamente
- Il primo precetto dell''obiezione di coscienza secondo MLK: viola la legge ingiusta ma fatti punire
- La teoria di MLK regge solo se vista come nobile bugia: la gente pensa ingiustamente che alcune leggi siano ingiuste ma se chiamata a sottoporsi a punizione riflette meglio prima di disubbidire.
- Due critiche all'ipotesi della "nobile bugia": 1) xchè nn promuovere invece la seria investigazione sulla giustizia? 2) Molti cittadini virtuosi sono anche paurosi in qs modo le ingiustizie xdurano.
continua - Landsburg sulla giustizia e i giudici
- Gli uomini del diritto nn sanno stimare l' evidenza. Sottoposti ad alcuni esperimenti condannavano imputati con probabilità oggettive di colpevolezza inferiori rispetto a quelle degli imputati che assolvevano.
- La quantità conta, non si puo' basarsi solo sulla vaghezza. Che significa un'espressione come "oltre ogni ragionevole dubbio"?
- Per il giudice Blackstone il ragionevole dubbio sembra attestarsi al 98% (un innocente in carcere ogni dieci colpevoli fuori.
- Ma nella pratica dei tribunali gli standard sono vaghi, la stessa legge è vaga. Perché? Probabilmente per assicurarsi una buona dose discrezionale.
- La discrezione non ha solo risvolti negativi (realizzare abusi di potere) ma anche positivi: adeguarsi al contesto.
- Il colmo lo si raggiunge quando un tribunale sentenzia che le probabilità non possono avere un ruolo nella condanna dei cittadini. ma non esiste conoscenza pratica che non sia probabilistica!
- Sulla pena equa. Una pena elevata aumenta il rischio del Sig. Media di essere incarcerato a lungo (sia che sia colpevole sia che sia innocente). Una pena bassa aumenta il rischio di subire il crimine. Qual è il livello della pena ottimale per il Sig.Media? Ecco, quella è la pena equa. Oltre al livello dobbiamo però fissare anche lo standard di condanna (ovvero la prob. che specifica il concetto di ragionevole dubbio). Il beneficio di pene elevate deriva dalla deterrenza che producono. Olptre un certo livello, però, le pene producono una deterrenza limitata: 50 anni o 60 anni forse è lo stesso. Oppure: che senso ha dare 3 ergastoli? In questi casi è meglio agire sullo standard di condanna. Ergo: più sono alte le pene più vale la pena condannare un innocente. http://www.thebigquestions.com/2016/02/01/how-to-be-reasonable/
- I cardini della pena giusta: alla ricerca dello standard ideale. Per calcolarlo occorre immaginare un contratto collettivo dove ogni cittadino mette sulla bilancia i benefici della deterenza con i costi di una probabile condanna (anche sbagliata).
- Alcuni principi conducno ad assurdità: per esempio quando si dice che ogni persona deve essere condannata per un reato specifico. E se due noti gemelli commettono contemporaneamente due omicidi? Nessuno potrà mai provare oltre il ragionevole dubbio chi ha commesso quale omicidio, anche in presenza di certezza assoluta di colpevolezza.
- L'economista ha una soluzione semplice (forse troppo)): rendere i giudici responsabili x le loro sentenze rinunciando a districare fortuna e merito. In fondo facciamo così con tutti, dall'agricoltore al ragioniere. perché il giudice dovrebbe essere esentato? Regola: quando lo sforzo è inosservabile si premiano/puniscono i risultati
- Movimento contro l' "obiezione vostro onore". La scienza ci dice che "tutto c'entra con tutto" quindi non esistono domande non pertinenti. Perché mai un giurato non dovrebbe leggere un giornale quando giudica? Essere immersi nella realtà fa solo bene.
- Ability to test evidence: il teorema di bayes esprime il metodo scientifico e ci dice che le apparenze contano eccome, conta l'abito, le scelte fatte in passato, l'avvocato che si sceglie per farsi difendere eccetera.
- Riformare le regole processuali: tutto deve essere ammesso.
- E per i procedimenti che si trascinano? L'affitto delle aule deve essere a carico degli avvocati.
- Tesi anti garantista: i criminali sono propensi al rischio e scambiano volentieri basse probabilità di condanna x alte pene. Sono i "probabili innocenti" che temono le pene basse comminate a tappeto.
- Il problema delle pene alte è anche un altro, sono criminogene in quanto non graduabili (esiste un limite verso l'alto): quando il tuo crimine è leggero lo aggravi senza problemi se la pena è molto severa in entrambi i casi.
- La pena di morte funziona? Secondo il suo massimo studioso, Ehrlich, sembra di sì. da notare che E. era comunque contrario per motivi etici.
- C'è poi il problema dei PM esosi sempre a caccia di condanne prolungate. Ma le carceri costano. Diamo allora un budget di anni da comminare, forse la scarsità di risorse si farà sentire anche per loro.
- La punizione corporale resta più economica e immediata rispetto alla detenzione. Il suo maggior vantaggio è che non ti manda in carcere, ovvero nell' università del crimine. In alcuni casi vale la pena di reintrodurla.
continua - L'ingranaggio della libertà David Friedman - legge, crimine e tribunali
- È possibile privatizzare i tribunali?…
- Diritto commerciale: arbitrati. L'azienda rispetta la sentenza x proteggere la sua reputazione. Chi farebbe affari con chi elude gli accordi?…
- L'arbitrato è disponibile solo x dispute in cui preesistono dei contratti. E il tamponamento o il furto?…
- Problema: come difendersi dalla coercizione. Rimedi privati: lucchetti, antifurti, guardia del corpo. Agenzie private di protezione AP...
- Guerra tra AP? Troppo costosa: meglio un arbitrato tra AP...
- Chi fa le leggi? L'arbitro in concorrenza con gli altri arbitri. In teoria ogni coppia di AP sceglierebbe preventivamente un arbitro...
- Troppe fonti del diritto? Già oggi ce ne sono parecvhie: stato, città, regione...
- Esempio della pena di morte. Se nasce una controversia tra chi la offre ai suoi clienti e chi no? Da quale arbitro si va? Dipende dalla potenza economica di AP...
- Obiezione 1: nn si avvantaggerebbe il miglior offerente? Non è sempre un male, e qualora lo si faccia imbrogliando si perderanno i clienti...
- Ob. 2: la giustizia è unica (nn ci sono due leggi di gravità in concorrenza). Ok, ma possono esserci due ipotesi in concorrenza..
- Ob.3: troppa confusione. Se fosse un problema serio ci sarebbero incentivi ad adottare degli standard...
- Ob.4: e se le agenzie nn si mettono d'accordo?. Perderebbero tutto il business...
- Ob.5: instabilità. E' un problema reale, soprattutto psicologico...
continua - Law's Order: What Economics Has to Do with Law and Why It Matters di David D. Friedman - Criminal law e pena equa
- Il crimine ha spesso un'alternativa + efficiente: il ladro potrebbe comprare, x esempio. La pena deve tendere a dirottare verso qs alternativa piuttosto che creare deterrenza ad ogni costo poichè in una società efficiente i crimini efficienti devono realizzarsi. Esempio del cacciatore sperduto che entra nel cottage sfondando la porta. Crimine efficiente: quelle in cui chi delinque guadagna + di quanto ci perde la vittima ma la transazione nn è possibile xchè la vittima nn è lì o x qlsiasi altro motivo...
- L'efficienza è un valore per te? Esperimento mentale: un riccone organizza un gioco con omicidio concordato in stile roulette russa. Che si fa? Si punisce anche se si tratta di delitto efficiente? Ecco allora un limite dell'efficienza...
- Fatto: i crimini esistono (il principio di deterrenza nn è rispettato). I crimini inefficienti esistono (il principio di efficienza nn è rispettato). Bisogna complicare ulteriormente per spiegare perché il nostro sistema è così com'è...
- Per una pena efficiente bisogna tener conto dei costi: prigioni+tribunali+polizia+rischio di punire un innocente. Essendoci dei costi avremo un numero ottimo di crimini inefficienti che tollereremo in quanto nel bilancio complessivo sono da considerare efgicienti...
- Problema di Becker: xchè nn raddoppiamo le pene e dimezziamo i costi della burocrazia? Risposte: 1) l'effetto deterrenza decresce 2) il costo di una pena aumenta (vedi permanenza in prigione)...
- Il valore della vita. Che sia finito è evidente dal fatto che noi potremmo investire di più nel prevenire gli omicidi ma nn lo facciamo (con buone ragioni)...
- Deterrenza: in teoria potrebbe essere così efficiente da impedire crimini efficienti (quel che xde qui lo guadagna in minori costi burocratici...
- La pena ottima. Si prende il cittadino medio e si fa un'analisi costi/benefici considerando tre elementi: 1) danno atteso dalla vittima (danno subito al netto della prob. di subirlo) 2) danno atesso dal condannato (danno subito al netto della prob. di condanna) 3) costo di applicazione. Si massimizza qs funzione (l'entità della pena influisce su tutt'e tre le variabili)...
- La pena ottima combina risarcimento e deterrenza. Le due intuizioni da sole nn garantiscono mai l'efficienza. Una pena ottima può avere deterrenza limitata oppure può averne talmente tanta da punire anche crimini efficienti. Tutto dipende dai costi di applicazione: se sono 0 allora solo i crimini inefficienti saranno puniti se sono negativi o positivi...
- Nella realtà ci sono due punizioni: quella prevista dalla legge e lo stigma sociale...
- La punizione stigma ha il vantaggio di essere a costo zero (se nn negativo): l'informazione danneggia il criminale ma avvantaggia tutti gli altri...
- Lo stigma rende particolarmente dannosa la condanna dell'innocente. Questo è un motivo x cui lo standard probatorio del penale è più elevato rispetto al civile...
- I ricchi dovrebbero pagare in proporzione sul reddito? Stando al calcolo della pena equa che eguaglia multa e danni in termini di dollari sembrerebbe di no: io danneggio per 1 dollaro e pago x 1 dollaro; ma finora abbiamo assunto una pena unica x tutti mentre la pena potrebbe essere xsonalizzata. Il ricco ha un temp che vale di più quindi x avere una deterrenza sui limiti di velocità (che fanno guadagnare tempo) devo multare di più lui e meno il povero ma se voglio avere pari deterrenza su un furto (che sottrae tempo) devo multare meno lui e più il povero: guadagno in deterrenza senza xdite altrove. C'è un trade off da sfruttare in termini di deterrenza complessiva tra crimini efficienti dei richi e crimini efficienti dei povrri. Inoltre, l'equivalente di un dollaro in galera x un ricco sono meno goorni rispettto a un povero. Gli effetti sono ambigui, quindi...
- Abbiamo trascurato alcuni benefici della pena: il carcere è costoso ma rende inoffensivo il criminale: risparmiamo sui costi di applicazione della legge: con la pena di morte risparmiamo su tutto..
- Riabilitazione. Dubbi:spesso la progione è l'università del crimine (vedi Gambetta). Altri dubbi: nn hai insegnato nulla in 10 anni di scuola xchè dovresti riuscirci in 10 anni di carcere?...
- Detrrenza marginale: finora abbiamo considerato i crimini uno alla volta mentre andrebbero considerati come pacchetto: rapina a mano armata vs rapina+ omicidio...
- Ma la pena è davvero un deterrente? Evidenza: sì, i criminali sono razionali...
- Evidenza: i criminali sono più sensibili alla prob. di cattura che alla pena (propensi al rischio)...
- Perchè nn adottiamo un sistema senza carceri: multe a chi può pagarle e pena di morte con dadi (a seconda della gravità) x gli altri...
- Trasformare il carcere in multa da trattenere dallo stipendio della fabbrica/prigione....
- Ecco allora come si presenta un sistema efficiente: facciamo scegliere al criminale: multa/prigione o morte coi dadi (e donazione d'organi)? Nessun carcere sarà in xdita. Una soluzione del genere ci disgusta: c'è qualche errore nell'analisi?…
- Argomenti sbagliati contro la pena di morte: è irreversibile e i giudici fanno errori. Ma qs vale anche x il carcere: i risarcimenti x ingiusto carcere praticamente nn esistono...
- Altro possibile argomento: la pena di morte è oggi molto costosa in america ma qs è una conseguenza della riluttanza all'applicazione (appelli e controappelli) più che un difetto della pena...
- Altro argomento: la pena di morte disgusta il popolo. Ok, ma una teoria deve spiegare nn descrivere. L'argomento deve essere rigettato...
- Public choice. Forse dovremmo allargare l'analisi x ricomprendervi interessi finora trascurati: chi gestisce le carceri preferisce la condanna in carcere. Questo spiegherebbe il xchè i ns sistemi si allontanano da quello ideale...
- Public choice rende conto anche della separazione tra civile e penale (anche se i due campi sono simili)...
- Considerando il rent seeking il sistema ottimo potrebbe divergere nn poco dal più efficiente. Esempio: se denunciare rende all'avvocato saremo presto pieni di denunce e processi inutili, anche nel sistema ottimo. Le presunte frodi commerciali sono un esempio calzante. Ci sono interi settori spazzati via da qs stortura: gli ultraleggeri da volo, x es. Altro esempio sono i sequestri del corpo del reato: chissà xchè droghe e prezioso attirano le indagini più zelanti...
- Alla luce della public choice la pena di morte con espianto di organi potrebbe essere caldeggiata x motivi distorti portando a condanne volutamente superficiali...
- Analogia col cannibalismo: xchè proibirlo quando è una soluzione efficiente?: abbandonare il mio corpo ai vermi sarebbe uno spreco. Ok, ma consentendolo tutti noi saremmo a rischio, meglio proibirlo...
- Altro esempio: lo stupro. La verginità della donna è importante: chi risolve con la cintura di castità, chi col sequestro, noi con l'enfasi sul reato..
- Altro argomento: mercato libero degli organi: venderli in anticipo renderebbe desiderabile la mia morte x qlcn
continua - Law's Order: What Economics Has to Do with Law and Why It Matters di David D. Friedman - Civile e penale
- Differenza tra civile e penale per quanto concerne la pena: gli illeciti nel primo ambito non originano da intenzione per cui la deterrenza non ha un ruolo nel calcolo del danno e quindi della pena. Non esiste un "danno atteso". Tutto si calcola ex post eguagliando pena (risarcimento) e danno effettivo
- Il sistema giuridico ha due sottosistemi: civile e penale. Perchè? Perchè una rapina appartiene al penale e un incidente al civile? Non si potrebbe unire il tutto?…
- Tabella delle differenze: 1) chi persegue? Il privato nella tort law, il procuratore pubblico nella crime 2) chi incassa le multe? la vittima nella tort lo stato nella crime 3) standard di prova? più elevati nella crime 4) intenzione? richiesta nella crime. 5) diritto al processo? garantito solo nella crime. 6) numero ottimo di illeciti? zero solo nella crime (precisazione: a costo zero di applicazione; si ritiene che non esistano crimini efficienti per cui non c'era modo di contrattare). 7)Stigma? solo nella crime 8) moltiplicatore prob? solo nella crime...
- Il sistema unico è esistito in Islanda ed è durato x tre secoli. Ma era davvero superiore?…
- Ragioni x la statalizzazione dell'accusa: la vittima potrebbe, nn avere le risorse x procedere. Si rimedia rendendo trasferibile il diritto/dovere di procedere oppure con l'integrazione di una taglia trasferita dallo stato...
- Alcuni delitti hanno natura diffusa cosicchè la persecuzione diventa un bene pubblico. È un problema anche attuale e lo si risolve con la class action ma sarebbe ancora meglio affrontato grazie alla trasferibilità del diritto a perseguire...
- Alcuni crimini producono danni alla vittime e paura diffusa...
- Se l'imputato è insolvente nessuno lo perseguirà se nn lo stato. Soluzioni. Gli imputati insolventi sono pochi se le pene alternative sono forti (schiavitù, vendita organi). Potrebbe essere lo stato che paga la multa alla vittima x incentivarla a convenire (una variante della taglia). C'è sempre una convenienza a perseguire: la tutela della deterrenza personale...
- Non esiste una struttura ottima x incentivare la vittima. Ma nn esiste neanche x lo stato...
- Qualcuno dice che rinunciare alla pubblica accusa e all'obbligatorietà dell'azione penale conduce alle faide e alla vendetta infinita: la vittima deve essere allontanata dalla scena penale. Tuttavia è il monopolio della violenza ad evitare le faide nn l'obbligatorietà dell'azione (xchè mai nn dovrei vendicarmi contro un procuratore che agisce contro di me?). L' obbligatorietà costituisce solo un incentivo (tramite le sanzioni) ad agire, incentivo che la vittima e i cacciatori di tagli hanno cmq in altra forma (deterrenza privata e incasso dellamulte la prima, incasso delle taglie i secondi)...
- Posner: la pena ottima combina quantità e probabilità ma in un sistema privato la prob. nn è controllabile. In realtà è possibile fissarla manovrando sulle taglie e sulla regolamentazione dei bounty killer...
- Costo della pena: multa pagata dal condannato (pari al danno subito dalla vittima) - taglia incassata dal procuratore (danno subito dalla società)...
- Un primo discrimine: la "civilizzazione" del diritto è possibile laddove il criminale è solvibile oppure laddove la deterrenza è privatizzabile (posso far sapere in anticipo al potenziale criminale che sarò difeso). Non è possibile se la vittima è anonima tipo rapine di strada...
- Le considerazioni teoriche sono compatibili con la distinzione nei fatti tra crimini e infrazioni?...
- C'è chi dice sì: il criminale è più spesso insolvente (essendo scarse le prob. di catturarlo le multe dovrebbero essere altissime)...
- Altro problema: frodi. Falsi procuratori che incriminano innocenti x incassare la taglia. Oppure: procuratore, vittima e criminale inscenano un falso reato x incassare la taglia. Nella pratica si nota come l'incertezza del processo nn venga compensata da risarcimenti maggiori del danno (assenza di moltiplicatore in sede civile). Perchè? Forse proprio x nn alimentare le frodi con risarcimenti eccessivi. Alcuni interpretano il danno punitivo come un moltiplicatore che ha qs funzione anzichè come un sostituto dello stigma. Anche il fatto che la deterrenza nn sia un problema spiega l'assenza di moltiplicatori...
- Altra categoria di illeciti da nn depenalizzare (x lo meno da nn devolvere ai bounty killer): quelli che si prestano a manipolazione e a falsi positivi...
- Nota che l'argomento dei taroccamenti vale ancora oggi con i pentiti: x incassare un compenso possono taroccare il processo...
- Con qs anche la pubblica accusa può bluffare, magari minacciando il carcere x estrarre info....
- L'argomento poi condanna i cacciatori di taglie quanto la pubblica accusa. In realtà favorisce l'accusa nelle mani della vittima per produrre deterrenza privata...
- Tre modi x ovviare alle frodi: 1) considerarle un reato grave 2) chiedere standard più elevati di prova 3) prevedere sempre il processo. Ebbene, la teoria è confermata dai fatti...
- Altra differenza tra penale e civile: il primo illecito ha una rilevanza morale, il secondo no. Da ciò deriva: il tipo di pena (carcere), lo stigma, il peso delle prove. Domanda: è giustificata qs inferenza...
- In realtà ci sono diversi modi per catalogare gli illeciti, nn sempre i conti tornano: es. il divieto di sosta è civile ma è xseguito dal pubblico. Tuttavia ci sono regolarità: chi xsegue incassa anche le multe (è chiaro che deve avere un incentivo). Ciò nn toglie che ci siano inconvenienti: taroccamento dei processi...
- Ricapitolando. Per la depenalizzazione ci sono due problemi: 1) crimini a vittima indistinta 2) crimini soggetti a taroccamento. Per superare il primo si ammette l'azione dei bounty killer (con standard di prova più elevata, multe più alte e la previsione di frode aggravata); nel secondo caso si pone la riserva alla vittima (multe basse, c'è giá l'incentivo della deterrenza xsonale, e standard di prova più bassi). Il caso del procuratore pubblico sembra superfluo...
- I tre incentivi che considerare nel calcolo della struttura giuridica ottimale: 1) incentivo a commettere il crimine 2) a prevenirlo 3) a perseguirlo. Ricordiamo che il criminale paga una multa allo stato, il danneggiatore al privato. Nel primo caso c'è intenzionaità nel secondo no. L'insolvenza è più prob. nel primo caso...
- A titolo di esempio consideriamo l'incentivo a prevenire in caso di incidente e rapina in un mondo a costo zero d'applicazione della pena...
- Incidente (investimento pedoni): il disincentivo ad investire pedoni è il medesimo nel penale e nel civile ma l'incentivo a prevenire da parte della vittima è più alto nella crime law...
- Rapina. Se la pena è efficiente solo i reati efficienti vengono commessi e quindi ogni precauzione è uno spreco di risorse, ma solo la tort law garantisce l'assenza di precauzioni visto che risarcisce completamente la vittima...
- Naturalmente le cose si complicano se consideriamo gli altri incentivi e si complicano ancora di più se allentiamo le inverosimili ipotesi.
continua - Nel valutare la legittima difesa, il calcolo della proporzionalità non è così banale: dipende da come la prenderà il ladro a cui dico di accomodarsi fuori da casa mia. Teniamo conto che non è un tipo qualunque, rischia anni di galera e si sente in pericolo, inoltre è un tipo già propenso ad aggredirmi (lo ha appena fatto entrando in casa mia). Essendo questo un calcolo probabilistico è inevitabilmente soggettivo. Chi come me concentra le colpe su chi “inizia” l’aggressione – anche per semplificare questo genere di calcoli col bilancino dietro cui spesso si nasconde ideologia - vede difesa legittima ovunque. Eroi poi no, forse non parlerei di eroi. Ad ogni modo terrei monitorato il futuro tasso di furti nella zona, tanto per confrontarlo con quello precedente.
- ricapitolando:
- la vittima è offesa poiché subisce l'intrusione di un ladro
- la vittima è offesa perché messa in pericolo dal fatto di sorprendere il ladro
- il pericolo è grave poiché il ladro stesso si sentirà in pericolo rischiando la galera a sua volta
- il pericolo è grave poiché il ladro è individuo propenso ad aggredire la vittima visto che lo ha già fatto con la sua intrusione
- il calcolo della proporzionalità è probabilistico e quindi soggettivo.
- le vittime che reagiscono costituiscono un deterrente a beneficio di tutti. bisogna compensarla
- soluzione possibile: non compensiamo né puniamo chi uccide un ladro.
- la soluzione di cui sopra è particolarmente soddisfacente per i libertari che pongono molta enfasi sulla colpevolezza di chi inizia un'aggressione
- la soluzione di cui sopra pone limiti all'arbitrio a cui si presta il calcolo probabilistico
- precisazione: restano aperti molti casi possibili di eccesso di legittima difesa: per esempio quello di chi spara ad un ladro chiaramente in fuga.
- il ladro che sa che la vittima puo' difendersi potrebbe aumentare la sua reazione
- parenti e amici del ladro potrebbero cercare vendetta nei confronti della vittima che si è difesa.
continua - The Origins of Mass Incarceration Daniel D'Amico Adam Gelb Mike Riggs by Susanne Karstedt
- Sunti
- Why Nations Jail by Daniel D'Amico
- international context: Yes , we all know that we are a nation of jailers.
- in recent years many other countries have dramatically increased their incarceration rates
- proposed causes for our high incarceration rate, including racism, our free-market economic system, and our War on Drugs. He finds the latter the most persuasive
- incarceration is particularly bad here - and in certain other countries - because of the public choice effects inherent in common law
- Better Question: How Do We Unjail? by Mike Riggs
- concentrated benefits and dispersed costs tend to operate in criminal justice policy
- Politicians receive the benefits of the system, in that it pays to look tough on crime.
- The purpose of our penal institutions is......to impart respect for the law, to deter crime, and to reintegrate former offenders into society in ways that will ensure they do not offend again. Our current system is manifestly a failure
- Riggs recommends that we turn to penalties other than prison for a significant number of crimes
- Laboratories of Incarceration by Adam Gelb
- Classica distorsione: state government often pays for the prison system, while the local government pays for community supervision. As a result, local governments send former offenders back to prison as a way of saving money
- Great facts and new facts: The end of U.S. mass imprisonment? by Susanne Karstedt
- Karstedt looks at the relationship between wealth and imprisonment.
- Is it really the case that neoliberal nations prefer to warehouse their poor in jails? She finds that the evidence supporting this claim is weak.
- Yet budget constraints seem to reduce incarceration rates, and she says it’s no coincidence that mass imprisonment seems to have peaked and come to a halt in 2009.
- ......
- Saggi
- Why Nations Jail By Daniel D'Amico
- The U.S. imprisonment trend also looks like a hockey stick.... in the 1970s, the line shot up, quintupling by the 2000s.
- Culture, racism, and the drug war obviously matter. But I’d like to challenge some of these presumed causes by simply asking how much they fully explain global
- Ecuador, Indonesia, Cambodia, Israel, Serbia, and Georgia don’t share much economic, partisan, or cultural American-ness, yet all doubled their prison populations in a decade, while Britain took
- no data confirms a consistent relationship between more liberal market economies –or higher economic performance –and larger prison populations.
- Is racism the primary driver of American mass imprisonment?
- In fact, in England, Canada, and Australia, the minority to white inmate ratios all outpace the United States. [8]
- The advent of American mass incarceration also occurred alongside measurable racial progress.
- Is America’s vengeful culture responsible? Again maybe partially, but such features don’t explain why so many other nations have multiplied their prisons without similarly rugged individualists supporting
- Most experimental evidence suggests vengeful preferences are common across identities,
- economist Naci Mocan reports the opposite cultural relationship, with poor, war-torn, and collectivist countries hosting more vengeance.
- shared timing of American incarceration with drug prohibition seems too tightly linked to be coincidence. But prohibition is not a sufficient explanation
- drug violations only make up about 17% of state inmates and represent about 20% of the growth
- Without drug convictions, American incarcerations would have quadrupled rather than quintupled.
- And again, if uniquely American factors cause mass incarceration, then why is there a global
- Current research emphasizes a general relationship between social institutions and incarceration.
- many public choice scholars have noticed that by concentrating perceived deterrent benefits while dispersing costs, democratic politics rewards the expansive spending, employment, and voter appeasement accomplished through criminalization and prison growth.
- Lacey [17] has observed the organization of electoral processes correlate with incarceration rates. Nations with winner-take-all elections host greater political incentives to appease punitive biases.
- my recent paper coauthored with Claudia Williamson shows nations founded in the British common law tradition rather than civil law host larger incarceration rates. While the common law is typically more decentralized, we suspect criminal justice systems were historically founded and subsequently organized more hierarchically relative to other common law social
- Common law: pm eletti.
- From Ferguson to Baltimore we seem to be stuck with the worst of both worlds: racially biased local cops and a militarized national response.
- Saggio
- Great facts and new facts: The end of U.S. mass imprisonment? By Susanne Karstedt
- Why do nations jail? It’s a rich man’s folly, says Jan van Dijk from Tilburg University
- The richer countries are, the more they use imprisonment when meting out punishment to citizens.
- Jan van Dijk has a point even from a historical perspective;
- imprisonment is a tool of criminal justice not affordable to all and sundry.
- United States is a visible outlier.... housing 25% of the world’s prisoners.... by far exceeds imprisonment in the poorest and cruellest dictatorships in the world,
- unprecedented growth and unparalleled size of the U.S. prison population between 1970s and the first decade of the 21st century
- Was this just another case of American exceptionalism, or was the United States in the vanguard... Most criminologists bought into the latter perspective.
- This was the start of the search for the one magic-bullet variable... The emerging candidate was broadly labelled “neo-liberalism.”Neo-liberalism’s manifestations of deregulating the economy and downsizing the welfare state... Another master narrative was based on the observation that nations with majority rules in their electoral processes have higher imprisonment rates. In both cases, the empirical foundations were shaky:
- American criminologist Frank Zimring argues that such “professionalization of punishment”combines several “leniency vectors”that keep imprisonment low.[ 3] It is a defining feature of civil law systems that decisions are made by professionals and according to professional standards, and criminal justice officials are not directly elected. In contrast, communities and the electorate seem to have been a driving force behind skyrocketing imprisonment in the United States.
- Esempio. Voters in California supported criminal justice policies that lay the ground for ever increasing imprisonment in that state;
- The year 2009 provides a reality check for all theorizing on mass imprisonment in the United States: It was the year when imprisonment growth in the United States came to a halt... 2009 was the year after the financial crisis, and this is no coincidence.
- prisons were closed in California, Nebraska, and New York.... estimated savings of nearly $ 340 million
- It comes as a surprise for many criminologists that the same neo-liberals and fiscal hawks who had been blamed for “mass imprisonment”were now in the driving seat for penal reform.
- “Right on Crime,”a conservative think tank, explains the turn in conservative penal policies: “How is it ‘conservative’to spend vast amounts of taxpayer money on a strategy without asking whether it is providing taxpayers with the best public safety return on their investment
- If two trends look like hockey sticks there might be some common ground which kicks them off.
- L'Europa ha meno carcerari xchè per ogni carcerato spende molto di più
- My own research shows that values like liberal individualism and egalitarianism are not related to how many are sent to prison, but significantly to the treatment of prisoners.[ 15] Both might be nonetheless related: more care for the dignity and liberty of those who failed might make nations more cautious in the use of imprisonment, not the least because it increases the costs of imprisonment.
- Many European countries, including Germany, have considerably lower recidivism rates then the United States. Spending on prisoners rather than on warehousing them seems a better way to deliver the goods.
- Policy: x ridurre la mass incarceration promuovere programmi rieducativo. Il vincolo di bilancio fará il suo lavoro.
continua - Changing the guard di Alex Tabarrok
- Il pericolo delle carceri private: troppo efficienti. Rischio di mass incarceration visti i bassi costi e l'efficienza di gestione. Rischio zero amnistie.
- Altro rischio: scarsa trasparenza.
- Vantaggio: i privati nn scaricano sui contribuenti i costi delle risse, dei processi per maltrattamento ecc.
- Intro - tabarrok
- 3 vantaggi del privato. 1 costruisce più in fretta 2 opera a costi inferiori 3 la qualità è almeno pari a quella pubblica.
- La scarsa qualità delle prime prigioni?semplice: hai quello che chiedi. Nei primi contratti il governo aggiudicava solo in base ai costi. Solo ora esistono contratti multivariabile.
- Se il governo è inefficiente nel gestire le prigioni perchè mai dovrebbe essere efficiente nello scrivere i contratti o nel controllarne l'applicazione?
- Analogia: sicurezza negli aeroporti: l 11 settembre costituì un fallimento nella sicurezza ma in realtà tutti i servizi richiesti furono implementati. Era il contratto ad essere sbagliato. L'aeroporto più esposto ad attentati è quello di Tel Aviv e guarda caso la sicurezza è privata
- Bruce Benson: la privatizzazione delle carceri nn è auspicabile poichè rende più efficiente un servizio malvagio. Sarebbe come rendere più efficiente l'esazione delle tasse.
- Cap2 economics of prison kenneth avio
- I carcerati sono quadruplicati dagli 80 ai 90. Ma la prigione paga?
- La prigione riabilita? Martinson 1974: no (nothing work). Conclusione confermata dal the panel of research on rehabilitative techniques.
- Lattimore-Witte: molti programmi sono concepiti male. Recentemente Witte però si è portato sulle posizioni di Martinson. Forse qualche programma particolarmente accurato potrebbe avere qualche effetto nel breve termine. E forse anche nel lungo. Si passa al principio: "nulla funziona bene".
- E i programmi per chi è fuori, quelli almeno funzionano?
- meglio aiutare cercando lavoro che insegnando un lavoro.
- per mallar e thornton dare soldi è più efficace che fornire un lavoro, almeno se misuriamo il recidivismo
- conclusione: 1 la riabilitazione è estremamente costosa 2 nn abbiamo ancora capito cosa funzione 3 il one fits all non esiste.
- la prigione rende alla società? Le risorse dovrebbero essere concentrate per reprimere i giovani più pericolosi
- Donohue e siegelman calcolano un elasticità di deterrenza di 0.15. Considerati i costi sembrerebbe poco conveniente aumentare la popolazione carceraria usa. Ad ogni modo serve un termine di confronto verosimile per trarre conclusioni.
- Prison privatizzazione public policy di samuel brakel e kimberly gaylord
- tesi: privatizzare parte della macchina carceraria. L efficienza crescerà ovunque.
- opposizione alla privatizzazione. Motivi:1 deteriora l'immaginario simbolico 2 ci sono problemi legali
- l importanza di un buon contratto.
- il problema delle carceri statali:1 costi 2 sovra popolazione.
- oggi negli usa la maggior parte dei servizi di giustizia (prigioni, tribunali, polizia) è privata.
continua - Behind Bars in the Land of the Free - James Wilson e John Lott
- Reforms that Ignore the Black Victims of Crime John R. Lott Jr
- Charges of racism flow freely in Professor Loury's recent book and this essay.
- But Loury forgets an important fact: for violent and property crime there is always an individual victim who gets hurt —for black criminals that victim is overwhelmingly black.
- He also neglects acknowledging that we can't determine if the number of people in prison is "too high" without discussing the benefit from prison... system. Looking at only the cost of imprisonment seems a very strange way to answer the question
- Why Focus on the Race of the Criminals and Not Also the Race of the Victims?
- Blacks overwhelmingly commit crime against other blacks.... 90.2% of black murder victims were murdered by blacks....poor blacks commit crimes against poor blacks.
- If we punish black criminals a lot, isn't it possible that the reason we are doing it is because we care about the black victims?
- When Are There Too Many People in Prison?
- So the United States puts more people in prison than other countries? By itself that isn't evidence that something has gone wrong.
- The evidence that punishment deters criminals is overwhelming.
- United States also appears to have a relatively low violent crime rate compared to most other developed countries.
- Changes in arrest rates account for up to about 18 percent of the variation in murder rates (see Lott, 2007, Chapter 4). Conviction rates explain up to another 12 percent. Prison sentences another 10 percent and the death penalty another 10 percent.
- I don't put much weight in the cross-sectional analysis apparently favored by Loury simply because it is much easier to control for differences across countries with panel data, but the United States' high prison rate is at least balanced off by a relatively low violent crime rate.
- The International Crime Victimization Survey (ICVS) indicates that for the violent crime categories of sexual assault, robbery and aggravated assault, the U.S. looks remarkably safe.
- The U.S. white murder rate is comparable to many countries in Europe, and is just a fraction of Russia's, one country that Loury compares the US to. The difference is driven blacks.
- Even for the death penalty the vast majority of published refereed academic work finds that the death penalty deters crime
- Why Focus on Prison as the Only Penalty?
- The fact that blacks go to prison at relatively high rates is not the same thing as saying that they disproportionately bear the lion's share of criminal penalties. Prison represents only one part of the penalties
- The criminal justice system discriminates against higher-income criminals
- Take the case of a bank embezzler with an income one standard deviation above the mean: he or she faces a total monetary penalty that is 4.94 times greater than that for an average income embezzler.
- it isn't clear why an economist would advocate having greater penalties for a criminal simply because he has a higher income. Economists normally view criminal penalties as making the criminal bear the harm that he is imposing on others.
- If Loury is after more equality in society, why not instead use the income tax to redistribute wealth?
- There are at least 32 different types of collateral penalties... Overall these penalties are greater for higher-income criminals....
- Another Type of Criminal Penalty
- : The Death Penalty From 1976 to 2004, 65 percent of executions involved whites, but whites committed only 47 percent of murders.
- it is hard to look at this data and claim that the death penalty is obviously adversely applied against minorities.
- Affirmative Action and Police
- By eliminating or reducing standards on basic intelligence tests, police departments appear to have lowered the quality of new hires across the racial spectrum and made police less effective in solving crime. These lower quality recruits have increased crime rates,
- Addressing the Problems that Lead to Prison James Q. Wilson
- we have put into prison a large fraction of our citizens... Loury says little about why this happened
- He looks askance at those who speak about the "purported net benefits to 'society' of greater incarceration." I am one of those,
- social scientists who have worked hard to understand...Let me summarize what Daniel Nagin, David Farrington, Patrick Langan, Steven Levitt, and William Spelman have shown... a higher risk of punishment reduces crime rates.
- results of prison in America: It helps explain why this country has a lower rate of burglary than Australia, Austria, Canada, England, Germany, and the Netherlands, and a lower rate of auto theft than Australia, Austria, Canada, England, and Sweden. On the other hand, America's homicide rate remains much higher... America is more punitive, but except for homicide, it is also safer.
- The central question is why blacks commit these crimes in such high numbers. My research, like that of Orlando Patterson and others, suggests that slavery and Reconstruction deeply harmed African American culture by making intact families rare and denying to black victims the same degree of police protection that was afforded to whites.
- many black children have grown up in father-absent families.... 70 percent of black males in prison did not grow up with a resident father.
- We can, of course, wait until men get in trouble and then try to rehabilitate...But the gains, on the average, are small: recidivism rates are reduced by about 10 percent.
- If we knew how to make street gangs less attractive to boys we could reduce dramatically
- The best approach is to invest in crime prevention programs aimed at young children... They include the Perry Pre-School program, nurse home visitations, various parent-child training programs, and certain school-based programs.
- many of the best prevention programs cost a lot of money... defining some children as "at-risk" means talking specifically about black and Hispanic children in welfare homes,
- the programs that work are typically small, intense efforts that may or may not work if they are scaled... good programs often lose out to bad ones because the latter, though equally devoted to prevention, lack supportive evidence but have political muscle.
continua - In attesa di giustizia di Carlo Nordio e Giuliano Pisapia
- alcune riforme possibili: 1) introdurre un manager per tribunale 2) depenalizzare a manetta 3) ridurre gli appelli 4) togliere l'obbligatorietà dell'azione penale 5) separare le carriere 6) giudici collegiali nei casi più delicati (specie carcerazione preventiva) 7) favorire il patteggiamento 8) motivazioni contestuali 9) notifiche per via telematica 10) introdurre la querela temeraria 11) introdurre l'irrilevanza del fatto 12) introdurre la sospensione della prescrizione per irreperibilità 13) eleggere il CSM per sorteggio tra aventi diritto 14) diminuire le pene 15) ripristinare l'immunità parlamentare
- i tempi del processo
- il vulnus principale: i tempi della giustizia
- è come coi bambini: la punizione deve seguire immediatamente il crimine per essere efficace
- l'obbligatorietà dell'azione penale: favola vuota per nascondere l'arbitrio dei giudici.
- la lentezza è spesso causata dai difensori che mirano alla prescrizione
- produttività dei magistrati: il numero delle sentenze sfornate non sembra sfigurare nei confronti
- perché allora le lungaggini? troppe garanzie (paradosso)
- abbiamo importato il processo accusatorio senza il pragmatismo anglosassone
- la macchina giudiziaria
- burocrazia asfissiante ovunque. basterebbe pensare alle notifiche! un delirio di futilità
- incompatibilità tra obiettivi e bilancio disponibile
- i giudici non sono manager che sanno organizzare, se si eccettuano i casi di bolzano e torino. se ne provvedano di appositi.
- risorse e sprechi
- problema base: incompatibilità tra budget e target
- depenalizzare! immagina la mole di lavoro per sequestrare una borsa taroccata. se solo lo si sapesse
- i chirurghi passano più tempo coi moduli che col bisturi, idem gli insegnanti. lo stesso vale per i giudici.
- il carcere non ha mai rieducato nessuno. è una scuola del crimine, una discarica sociale. spesso uno spreco
- le intercettazioni
- tesi: un po' utili per lo più dannose
- richelieu: dammi una lettera e una forbice, ti manderò in galera lo scrivente
- trattarle come male necessario, quindi ridimensionarle l'importanza e l'uso alla stregua di lettere anonime o confidenze. buone giusto per far partire l'indagine. evitare la trascrizione
- la lotta al terrorismo non ne ha avuto bisogno
- come il medico ha l'occhio clinico il pm ha l'occhio investigativo. oggi questa dote si estingue. troppa tecnologia, troppe intercettazioni
- fuga di notizie, i colpevoli: legislatore (inerzia) pm (fughe calcolate) giornalisti (favori in cambio di articoli elogiativi)
- le pene
- siamo cattolici: pene enormi e applicazione volubile
- chi ruba in tre case la notte rischia 30 anni. di solito ne riceve uno con pena sospesa.
- le leggi prevedono tutto e il contrario di tutto. sono contraddittorie su molti fronti. c'è da stupirsi se tribunali diversi trattano diversamente lo stesso caso?
- paradosso: le pene per la divulgazione di materiale pedopornografico sono più alte delle pene contro il reato di pedofilia
- un caso di contraddizione: consenso informato e eutanasia passiva.
- l'esposizione al fatto contingente della notizia. all'articolo sul giornale segue la legge. esempio grottesco della carcerazione preventiva: rilassata in caso di suicidi, rinforzata in caso di gravi crimini. ma è da sempre così: legge tortora, legge moro, legge marrazzo ecc.
- incertezza del diritto. naturale esito
- diminuire le pene
- paradosso: tanto è facile entrare in prigione da non condannati quanto è difficile rimanervi da condannati.
- il processo: tre gradi di giudizio
- l'intelletto singolo è troppo vulnerabile, meglio la collegialità. meno gradi di giudizio più collegialità. in caso di disaccordo prevalga il favor rei
- divieto di impugnazione al pm in grado di proscioglimento. divieto di impugnazione per reati minimi
- schizofrenia legislativa
- quantificazione cabalistica delle pene
- prescrizione e indulto
- indulto: impotenza e ipocrisia
- non lo si motiva, non si riparte con un'importante riforma
- giustizia e sicurezza
- immaginatevi il nostro paese senza clandestini: reati dimezzati.
- evviva le ronde. ormai in tutti i campi il privato affianca e deve affiancare il pubblico, anche la chiesa ricorre ai laici. facciamo in modo però che siano organizzate dalla polizia
- legittima difesa: l'impostazione andrebbe capovolta: non chiedersi fino a che punto ci si debba difendere ma chiedersi fino a che punto lo stato abbia diritto a punire chi non ha saputo difendere. il proscioglimento deve essere pieno: il fatto non sussiste (controil classico "non costituisce reato"). [oggi nordio chiede che chi si difende non venga automaticamente indagato e chiamato a discolparsi ma che l'indagine proceda e che l'incriminazione avvenga dopo aver provato davanti ad un gip la colpevolezza per eccesso]
- riforme costituzionali
- 3 riforme: 1) ristrutturare il csm 2) togliere l'obbligatorietà dell'azione penale 3) ripristinare l'immunità parlamentare
- csm: sorteggio per depoliticizzare l'organismo
- in italia abbiamo il processo accusatorio senza responsabilizzazione del pm (es elezioni). un assurdo.
- il processo accusatorio funziona solo se 1) c'è discrezionalità nell'azione penale 2) c'è incentivo al patteggiamento e 3) ritrattabilità dell'azione intrapresa
- separazione delle carriere: dovuta. s'intende: il transito tra le due carriere non è automatico e l'organo di tutela non è lo stesso
- giustizia e politica
- ragione strutturale del contrasto: 1) la magistratura è controllore molesto e talvolta fazioso 2) l'amministrazione della giustizia non attribuisce cariche (Mastello: m'avete dato il ministero più fesso che ci sia).
continua - Seven How to Fix the Justice System - More Sex Is Safer Sex: The Unconventional Wisdom of Economics by Steven E. Landsburg - #sentenzesbagliateegrandine #verdettocoincidente #perbayescontatutto #giudiciecalcoloprobabilistico #affittareitribunali #controlannullamentoformale #ridurrestandardepene #lapenadimortefapaurasoprattuttoaicriminali #le3lezionidiehrlich #condannecolbudget
- Bias Against Torture di Robin Hanson
- Suggest adding the whipping post to America’s system of criminal justice and most people recoil in horror. But offer a choice between five years in prison or 10 lashes and almost everybody picks the lash. What does that say about prison? -
- Not even the most progressive reformer has a plan to reduce the prison population by 85 percent. I do: Bring back the lash. Give convicts the choice of flogging in lieu of incarceration...
- Of course some people are simply too dangerous to release — pedophiles, terrorists and the truly psychopathic, for instance. But they’re relatively few in number. … Incarceration destroys families and jobs, exactly what people need to have in order to stay away from crime.
- 12% of its “detained” kids are sexually abused each year, versus 4% of adult prisoners. 0.3% of US non-prisoners report rape each year, versus a world median of ~0.05%. -
- I might rather be branded with an iron, or hang in a stockade for a few days, than suffer at large chance of rape. Branding or stockades seem less cruel than rape in pretty much any book. -
- Compared to prison, punishments like torture, exile, and execution are not only much cheaper (the US spends $68B/yr on prisons), but they can also be monitored more easily, letting citizens better see just how much punishment is actually being imposed
- This also seems a sad example of empire bias. We assume prison rape is the sort of thing a large organization should be able to control, so we presume modest “reform” is sufficient. It’s not.
- Stunning stat:... 95 percent of the youth making such [sex abuse] allegations said they were victimized by female staff.
- Torture has two benefits over imprisonment. It’s cheaper for the state to impose and it doesn’t prevent the criminal from engaging in useful labors (such as parenting and working at a job) for long periods of time. -
- The primary disadvantage of torture is that it doesn’t result in the incapacitation of criminals and so leaves them free to strike again....Many convicted criminals, however, don’t pose a risk to society. Men convicted of securities fraud, for example, are frequently barred from the stock market and so their freedom won’t endanger society. Because of its far lower cost, the U.S. should torture rather than imprison criminals who don’t need to be removed from society.
- Imagine a society like ours, but with a moral norm against ever using a right hand to hurt anyone. They kill, rape, torture, and so on, but always with their left hand, never with their right. They are proud to live in a civilized society, and are disgusted by barbaric societies where right-handed harm is common. Their disgust sometimes makes them war against barbarians, to civilize them. But even in war they are careful to show their moral superiority by only killing with their left hands. Are these people as moral as they believe? -
continu
mercoledì 11 marzo 2015
Vogliamo giustizia!
martedì 10 marzo 2015
Pil
The Henderson Misery Index, by David Henderson http://econlog.econlib.org/archives/2015/03/steve_hankes_mi.html
Profit vs nonProfit
- Il profit è più sostenibile: si mantiene da sé.
- Il profit è più trasparente: sappiamo dove reperisce le risorse.
- La povertà nel modo è diminuita molto nell' ultimo quarto di secolo ma le ONG non hanno giocato un ruolo rilevante.
- Il non-profit è essenzialmente al servizio degli interessi del donatore: è lui che decide come destinare le risorse. Nel mondo profit vige il principio della sovranità del consumatore
- Perché il non-profit? Ipotesi: per segnalare la propria generosità.
- Alternativa: si diano soldi ai poveri e si lasci concorrere le imprese per servirli al meglio.
- Difesa del dono: 1) fa bene a chi lo riceve (che incassa) 2) fa bene a chi dà (che si realizza) 3) fa bene alla fiducia del gruppo (che sa su chi contare in caso di bisogno). Per sfruttare al meglio 2 e 3 favorire soprattutto il dono di prossimità.
- Il dono più benefico: favorire l' immigrazione
- Un problema tipico del non-profit: il legame patologico con il governo
- Tre consigli a chi dà: 1) dare direttamente ai beneficiari (taglia i costi burocratici) 2) dare a chi non se l' aspetta (taglia i costi di azzardo morale) 3) dare senza condizioni (taglia i costi del paternalismo.
Il Cortegiano sull’ Intercity
Piccolo manuale pratico del conversatore accorto.
Ricorda sempre che:
- Nessun pasto è gratis. Corollario: Babbo Natale non esiste.
- Devi pensare al margine. Corollario: l' assoluto è una "direzione" non uno "stato" e noi dobbiamo decidere sul prossimo passo.
- Gli incentivi contano. Corollario: l' uomo prima o poi impara la lezione.
- Si migliora realmente solo quando tutti stanno meglio. Corollario: la soluzione del problema consiste in uno scambio.
- La conoscenza è decentralizzata. Corollario: nella nostra testa entra al massimo il 10% delle informazioni necessarie per risolvere un problema.
- Le conseguenze non intenzionali dominano l' azione umana. Corollario: "errore" è sinonimo di "abuso di conoscenza".
- Non è detto che la verità stia "nel mezzo". Corollario: se il "nazi" vuole bruciare 100 ebrei e tu vorresti astenerti da ogni azione, puo' darsi che 50 non sia affatto un numero congruo.
- Tutto è in concorrenza con tutto. Corollario: non si migliora migliorando l' esistente ma mutando paradigma.
- In ogni discussione si formano due fronti (great divide), partecipa solo a quelle in cui non sai dove collocarti, oppure fai in modo che la linea del fronte si sposti affinché tu non sappia dove collocarti.
- Tutt' e tre le principali ideologie sono rispettabili. Te le ricordo: il progressista giudica sull' asse oppresso/oppressore, il liberale sull' asse libero/coartato e il conservatore sull' asse civile/barbaro. Corollario: adotta l' asse della controparte e porta rispetto.
- Esiste un principio di carità. Corollario: evita le caricature.
- I piaceri sono soggettivi. Corollario: evitare le soluzioni che richiedono un confronto tra interiorità.
- Ricchezza e lavoro sono cose diverse. Corollario: la distinzione parassiti/produttori è sempre fruttuosa e non coicide con quella lavoratori/non lavoratori.
- Non abbiamo a disposizione che le nostre intuizioni. Corollario: quando ne critichi una ricordati che ti stai basando su un' altra.
- Devi pensare in termini di distribuzione probabilistica. Corollario: se dico che gli uomini sono più propensi delle donne a fare X significa che esistono comunque molte donne che fanno X molto meglio di molti uomini.
- Il concetto di "mercato senza regole" non esiste poiché "mercato" è l' espressione stenografica di due regole ben precise: rispetto dei contratti e della proprietà.
- Hitler ha fatto tante cose buone. Corollario: evita di discutere con chi non ammette che nel male c' è sempre del bene.
- Devi sottoporti al test di Turing ideologico (simulare in modo credibile l' appartenenza al partito avverso) . Corollario: meglio limitarsi a criticare le idee in cui si è creduto fermamente.
- Altra operazione preliminare prima di accingersi a discutere: individua tre personalità che rispetti e che sostengono idee contrarie alle tue. Se non ci riesci non scendere in campo ma continua ad ascoltare finché non hai adempiuto a questa operazione preliminare.
- Per ogni concetto che esprimi fai almeno un esempio concreto. Meglio ancora se fai precedere l' esemplificazione alla concettualizzazione.
- La chiarezza è un dovere morale.
- Ricordati che a volte le cose vanno in un modo, a volte in un altro (Merle Kling).
- Ricordati, dopo aver esposto la tua soluzione, di pensare sempre: comunque è più complicato di così.
- Facebook lavora per renderti stupido sollecitandoti reazioni immediate. Purtroppo, una volta che hai preso posizione è difficile cambiarla, ti senti come in dovere di difenderla, pensi che se l'intuizione immediata ti tradisce non hai scampo cosicchè ti rifiuti di accettare una simile eventualità; esiste in psicologia cio' che è noto come "effetto dotazione" e lavora per impedirci i cambi di rotta e le rinunce, per quanto appetibile sia cio' che avremo in cambio. Scrivi allora il tuo commento ma lascialo "decantare" per almeno 24 ore, se in quel lasso di tempo non interverranno ripensamenti molto probabilmente la sua sostanza coincide con quello che pensi. L'operazione è difficile e rallenta il dialogo ma ancora più difficile è cambiare idea.
- Tenere sempre ben presenti le tre leggi di Cowen:
- In ogni posizione che si sostiene c' è almeno un errore (la coscienza di questo fatto dovrebbe invitarci alla prudenza).
- Su ogni argomento c' è una letteratura abbondante, penso a persone che hanno dedicato la vita accademica a sviscerarlo (la coscienza di questo fatto dovrebbe indurci a limitare le "sparate" estemporanee, almeno finché non si domina la letteratura di cui sopra).
- I dati disponibili non sono mai sufficienti a dirimere la questione.
Continua.
Esercizio: tutti i consigli precedenti sono errati in quanto espressi in forma stenografica e quindi apodittica. Il buon conversatore, applicando il nono consiglio, cerchi di pensare la forma corretta a cui i consigli rinviano.
Chissà che il manuale "da treno" non sia riciclabile anche sui social dove il veleno circola in dosi massicce.
lunedì 9 marzo 2015
venerdì 6 marzo 2015
Just desert, merito e lotteria dei talenti - Nozick contro Rawls
- Contro la lotteria: l'argomento della schiavitù. Secondo Rawls noi partecipiamo ad una lotteria dei talenti, la nostra posizione nel mondo è da attribuire ad un evento fortunato. Secondo Nozick questa posizione è rischiosa: se non riconosciamo l' esistenza di un merito, e quindi di un libero arbitrio, il nostro corpo e il nostro talento è di tutti e non avrebbe senso opporsi alla schiavitù, almeno quando ha scopi egalitari, ma la schiavitù ripugna alla nostra ragione. Non resta allora che ripiegare su una teoria della giusta ricompensa la quale distingue tra lotteria dei talenti, merito e giusta ricompensa. La nostra posizione nel mondo dipende da fortuna e merito, il principio del just desert (il male non implica ingiustizia, il merito è indistinguibile dalla fortuna e quindi il fortunato non va punito come un colpevole) ci garantisce così una condanna della schiavitù: noi non sappiamo come si mescolano merito e fortuna ma sappiamo che accettare il mix è corretto. Il just desert è sostenibile solo se: 1) il merito, e quindi il libero arbitrio, esiste e 2) gli effetti di merito e fortuna si mescolano inestricabilmente. Il mix inestricabile si fonda su tre considerazioni: 1) io posso allenare la mia volontà ma da dove deriva la volontà di allenare, e via così in un regresso infinito 2) fino a che punto il carattere di una persona coincide con quella persona e fino a che punto invece "appartiene" a quella persona? Io sono brillante o possiedo una brillantezza? 3) fino a che punto i tratti che eredito dipendono da scelte dei miei antenati? Una cosa è certa: senza libero arbitrio la teoria della giusta ricompensa non sarebbe plausibile
- perché nel suo contratto non tiene conto delle istituzioni: con istituzioni imperfette il contenuto realizzato del contratto cambierebbe: chi agisce dietro il velo d'ignoranza dovrebbe conoscere questo elemento distorsivo e soppesarlo nelle sue scelte;
- perché nel suo contratto non tiene conto di altre diseguaglianze: così come giustifica il furto (per ridistribuire la ricchezza da chi la produce a chi non la produce) potrebbe giustificare lo stupro (per ridistribuire il godimento dai fortunati che ne hanno in abbondanza ai brutti che non se lo possono permettere). Ma una cosa del genere ci ripugna. Perché? Evidentemente sentiamo lesa la ns dignità, ovvero: sentiamo che il nostro talento è nostro e solo nostro, così come il nostro fascino e la nostra bellezza.
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La formula anti-Rawls: If taxes were for sex instead of money, would you call it rape? If so, why aren't taxes theft?
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Quando Bolt vince le Olimpiadi e becca la medaglia d'oro tutti noi che guardiamo la TV pensiamo che se la sia davvero meritata. Sappiamo quanto conti il talento nel suo successo, eppure non riusciamo a declassarlo come uno dalla fortuna sfacciata, ci sembra assurdo anche il farlo partire due metri indietro. Tuttavia, quando un filosofo politico come Rawls imposta tutto il suo sistema sulla "lotteria dei talenti" fa proprio quello che a noi sembra abbastanza assurdo. Perché una simile distanza tra il senso comune e un raffinato filosofo. Una risposta possibile: Rawls privilegia una concezione platonica dell'anima, il senso comune una concezione aristotelica. Il senso comune giudica le storie di fantasmi una fantasia (non possono esistere anime indipendenti dai corpi) ma giudica il libero arbitrio qualcosa di ragionevole (l'anima esiste). Ora, per Platone le anime esistono a prescindere da qualsiasi forma assumano, di conseguenza la forma assunta diventa un'accidente (un colpo di fortuna o sfortuna). Poiché il talento innato è una delle forme assunte dall'anima di Bolt, è normale considerarlo un privilegiato dalla fortuna che non ha meriti (o li ha depotenziati). Aristotele sponsoirizza invece la posizione immanentista: l'anima non esiste a prescindere dalla realtà ma emerge da essa identificandosi con la forma originaria del soggetto. Con una simile premessa il talento innato di Bolt è Bolt, equivale a Bolt, si identifica essenzialmente con Bolt, non è un accidente. In questo caso è assurdo dire che Bolt è fortunato per il semplice fatto che è metafisicamente inconcepibile l'alternativa di un Bolt sfortunato, se proprio non vogliamo considerare la sua vittoria alle olimpiadi un frutto genuino del merito, chiamiamola "giusta ricompensa" (just desert): non ruba nulla chi si limita ad essere cio' che è, ruba chi si prende cio' che non ha.. Conclusione: la visione aristotelica dell'anima - e quindi il buon senso - rende filosoficamente inconcepibile la filosofia politica di Rawls
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Quando Bolt vince le Olimpiadi e becca la medaglia d'oro tutti noi che guardiamo la TV pensiamo che se la sia davvero meritata. Sappiamo quanto conti il talento nel suo successo, eppure non riusciamo a declassarlo come uno dalla fortuna sfacciata, ci sembra assurdo anche il farlo partire due metri indietro. Tuttavia, quando un filosofo politico come Rawls imposta tutto il suo sistema sulla "lotteria dei talenti" fa proprio quello che a noi sembra abbastanza assurdo. Perché una simile distanza tra il senso comune e un raffinato filosofo. Una risposta possibile: Rawls privilegia una concezione platonica dell'anima, il senso comune una concezione aristotelica. Il senso comune giudica le storie di fantasmi una fantasia (non possono esistere anime indipendenti dai corpi) ma giudica il libero arbitrio qualcosa di ragionevole (l'anima esiste). Ora, per Platone le anime esistono a prescindere da qualsiasi forma assumano, di conseguenza la forma assunta diventa un'accidente (un colpo di fortuna o sfortuna). Poiché il talento innato è una delle forme assunte dall'anima di Bolt, è normale considerarlo un privilegiato dalla fortuna che non ha meriti (o li ha depotenziati). Aristotele sponsoirizza invece la posizione immanentista: l'anima non esiste a prescindere dalla realtà ma emerge da essa identificandosi con la forma originaria del soggetto. Con una simile premessa il talento innato di Bolt è Bolt, equivale a Bolt, si identifica essenzialmente con Bolt, non è un accidente. In questo caso è assurdo dire che Bolt è fortunato per il semplice fatto che è metafisicamente inconcepibile l'alternativa di un Bolt sfortunato, se proprio non vogliamo considerare la sua vittoria alle olimpiadi un frutto genuino del merito, chiamiamola "giusta ricompensa" (just desert): non ruba nulla chi si limita ad essere cio' che è, ruba chi si prende cio' che non ha.. Conclusione: la visione aristotelica dell'anima - e quindi il buon senso - rende filosoficamente inconcepibile la filosofia politica di Rawls
giovedì 5 marzo 2015
Le ragioni di una doppia avversione
ROBERTO SAVIANO
Grazie ai suoi libri di denuncia Roberto Saviano è assurto a grande fama, fama di martire ma anche di scrittore innovativo.
C' è stato un momento in cui radio e TV facevano a gara per incensarlo. Praticamente viveva in Rai, avanti e indietro come una sentinella tra Fazio e Sinibaldi.
E' chiaro che quando si esordisce partendo da simili vette non si puo' che discendere, così oggi non mancano le critiche sia alla sua opera che alla sua persona.
Ne ho lette ormai parecchie ma nessuna mi soddisfa appieno, eppure si tratta di un personaggio che sento molto distante da me, c' è qualcosa in lui che non digerisco davvero, ma cosa? Si certo, un simile successo lo ha costretto alla "tuttologia" e più di una volta "l' ha fatta fuori dal vaso", ma non è questo che mi disturba, è qualcosa di più specifico. Cerco allora di produrre un piccolo sforzo di analisi.
Roberto Saviano non si limita a denunciare il malaffare camorristico, insiste sulla dimensione di multinazionale che ha assunto l' organizzazione criminosa. E' sinceramente preoccupato quando descrive la "faccia pulita" dei criminali, quando il boss si presenta in doppiopetto.
Il camorrista per Saviano non è solo un delinquente ma anche un freddo calcolatore che sa condurre il suo business con l' abilità di un manager scafato, il riciclo dei soldi sporchi viene fatto rendere con insospettate competenze. Cio' moltiplica i pericoli e la specialità di Saviano sta nell' enfasi che mette su questo punto.
Per Saviano la Camorra che estorce è "il male" ma la Camorra che investe in affari lucrosi è il Male Assoluto.
E' qui che si svela la parte per me insopportabile di Saviano: c' è sempre un non detto per cui la razionalità affaristica è posta sullo stesso piano dell' atto criminale. I due sono parenti stretti.
Ora, immaginate di essere persone razionali e di avere di fronte un avversario razionale. Domanda: vi ritenete fortunati?
Bè, dipende, posso rappresentarmi due situazioni:
- Se devo difendere dei valori assoluti mi riterrò sfortunato: un nemico col sale in zucca mi darà filo da torcere.
- Se devo difendere valori relativi mi riterrò fortunato: tra persone ragionevoli ci si mette d' accordo.
Dietro l' allarmata denuncia dell' "affarismo" camorrista io vedo fare capolino la difesa di valori assoluti quali il culto della "legalità così com' è", una statua da adorare e per cui sacrificare tutto. Anche solo "comprare la confessione di un pentito" suonerebbe come un atto di resa. Ebbene, chi pensa (come me) che la cosa migliore da fare in certi casi sia "legalizzare" la mafia (legalizzando per esempio il mercato delle droghe o della prostituzione) non puo' che sentirsi respinto da un approccio che sottende il culto della "legalità così com'è".
E' proprio questo l' elemento maggiore di disturbo che mi fa apparire Saviano come un ideologo prima ancora che come uno scrittore-giornalista. Oltretutto, il martirio e l' espressione sofferente si sposa molto meglio con l' ideologia che con il reportage.
Ma se la legalità si trasforma da "strumento" ad "oggetto di culto" io mi sento in pericolo, sento bussare alle porte il nuovo fanatismo.
Diego Gambetta è un criminologo che ha dedicato ponderosi studi alle mafie e alle gang, nei suoi resoconti non viene risparmiata la descrizione di ripugnanti efferatezze, ma è con sollievo che si fa cenno alle strategie razionali dei boss, come a dire: "... con questi tipi una mediazione è sempre possibile... Vogliamo la pace? con gente del genere possiamo sempre comprarla...". Ecco, Diego Gambetta è per me un fulgido esempio di anti-savianesimo: viva il mercato e abbasso le religioni travestite.
MARCO TRAVAGLIO
Il giornalista Marco Travaglio è un tipo brillante, una penna sciolta, documentata, espressiva, persino divertente. Averne...
Tuttavia, non sono quasi mai d' accordo con lui.
E fin qui niente di male, perchè preoccuparsi? In fondo non sono quasi mai d' accordo con qualsiasi cosa legga sui giornali. Il fatto è che nutro per lui una speciale avversione e sento di doverne dare una ragione. Dal punto di vista ideologico non siamo nemmeno agli antipodi, entrambi alla ricerca di una Destra presentabile. Antipatia di pelle?
Forse. Non vorrei che giochi un ruolo lo stereotipato abbinamento tra spirito malevolo e fisicità segaligna. Cerco di illudermi che le ragioni non siano tanto basse, che ci sia dietro qualcosa di più. Ma cosa?
Con uno sforzo arrivo a dire: è un tipo salace e quando difende la sua causa non puo' far a meno di deridere e disprezzare il "nemico", non è un polemista molto corretto, deve sempre buttarla in caricatura, alla fine diventa insopportabile.
Vero, e in questo ha trovato pane per i suoi denti in scrittori altrettanto puntuti come Facci o i ragazzi de "Il Foglio" che spesso lo ripagano con la stessa moneta: gli fanno le pulci armati di un' acribia degna di miglior causa, senza farsi mancare il contrappasso di quell'acida ironia che il Nostro riserva regolarmente ai suoi "bersagli".
Eppure, anche qui, mi sento di dire che le bordate di un Facci non mi bastano, che "la grande lacuna" di Travaglio sta altrove. Ma dove?
Con un secondo sforzo introspettivo faccio risalire il tutto ai primi dilemmi filosofici adolescenziali, quelli che nascevano nei lunghi tragitti a piedi che, dopo la campanella, ci riportavano a casa dalla scuola: è lecito o no passare con il semaforo rosso se non sopraggiungono auto?
Non penso alla soluzione pratica - si passava tutti in massa e chiusa lì - ma al dilemma teorico. Si faceva filosofia del diritto senza ancora sapere cosa fosse.
Allora ci si divideva animosamente tra formalisti - "no! le regole vanno pur sempre rispettate" - e sostanzialisti - " in fondo non si fa del male a nessuno". Sia la posizione formalista che quella sostanzialista avevano una loro dignità, anche per questo il discorso si trascinava all' infinito, o almeno finché si incrociava una bella gnocca.
Oggi che ho letto qualche libro in più conosco una risposta soddisfacente a quella domanda, ci viene dalla teoria dei giochi e la si puo' articolare in tre passi:
- Se si fa del bene a se stessi senza far del male a nessuno allora è lecito agire poichè, così facendo, si costruisce una società migliore. Ergo: è insensato non passare con il rosso quando la strada risulta sgombra, del resto è il semaforo ad essere fatto per noi, non noi per il semaforo.
- Ma se l' inoppugnabile convinzione di cui al punto precedente si diffondesse, ecco allora spuntare le prime vittime: gli automobilisti, per esempio, sapendo cosa pensano i pedoni in materia, riterrebbero prudente rallentare e concentrarsi anche quando per loro splende il verde, d' altro canto i pedoni allenterebbero ulteriormente la loro attenzione sapendo che i rischi diminuiscono poiché gli automobilisti hanno le antenne particolarmente drizzate; ma questo supplemento di lassismo nei pedoni richiede un supplemento di attenzione negli automobilisti, e così via su un piano inclinato.
- Ne discende la soluzione socialmente ottima: passare con il rosso è corretto purché si dica in modo autorevole che non lo è.
Uno dei pilastri della buona società è il "fare e negare". Spiace un po' dirlo ma in questa valle di lacrime l' autorevole reticenza e l' ipocrisia assurgono spesso a risorsa sociale. Dopo i quindici anni una persona normale comincia a sospettarlo, dopo i venti ne è certo.
Eccoci a noi, il mestiere di Travaglio consiste nel dirci a suo modo che "non si passa con il rosso". Ma fin qui non c' è nessun problema, è un bene che lo si dica.
In fondo anche Giorgio Napolitano passa le sue giornate a spiegarci che "non si passa con il rosso", però tra i due c' è una certa differenza.
Giorgio Napolitano fa il Presidente della Repubblica (notare le maiuscole), Travaglio fa il giornalista/polemista (notare le minuscole).
Quando il Presidente della Repubblica si rivolge alla cittadinanza nel discorso di fine anno a reti unificate sta dicendo "non si passa col rosso". Tutti noi applaudiamo perchè, comunque la si pensi, troviamo corretto che un concetto del genere venga ribadito. La stessa voce del Presidente ha una doverosa impostazione "trombonesca" (che è l' impostazione contraria a quella adottata nello stridore polemico) tanto da far apparire il sottotitolo "sono un' istituzione autorevole e ora vi dirò quel che va detto, occhio che arriva, pronti al doveroso applauso". Noi stessi ci sintonizziamo perché ci piace sentire "cio' che va detto" (mia mamma va in sollucchero), ci piace applaudire sentendo "cio' che va detto".
Magnificare la Costituzione è un modo di dire "non si passa col rosso". Incitare all' unità nazionale è un modo di dire "non si passa col rosso". Esaltare il sentimento di patria è un modo di dire "non si passa col rosso. Il peana alla democrazia è un modo di dire "non si passa col rosso". Non si tratta di parole velenose, si tratta di parole/alzabandiera.
Questo è il ruolo di Napolitano: fare l' alzabandiera da mane a sera e da mane a sera disinfestare il Quirinale dalle microspie.
Torniamo a Marco Travaglio, lui non imposta affatto la voce in modo "trombonesco", lui non adempie ad un rituale, al contrario, si presenta a noi come uno "smascheratore" in piena azione, come l' oracolo senza peli sulla lingua, se ha una bandiera in mano è quella della sua fazione non quella della "concordia universale". Dopodiché, ci dice fondamentalmente che "non si passa con il rosso" in modo provocatorio, ben sapendo (spero per lui) che l' altra fazione, se ha un minimo di coscienza civica, non puo' certo rispondere "hai torto, con il rosso si passa eccome in certi casi".
Cosa c'è che non va in tutto ciò? Del resto 1) che "non si passa col rosso" è qualcosa che fa pur sempre bene ripetere e 2) è nostro diritto sapere che Tizio o Caio sono stati beccati a passare con il rosso. Quel che non va in un simile atteggiamento è la trasformazione che subisce il valore della legalità (o del semaforo se vogliamo prolungare la metafora): da valore istituzionale a valore cultuale.
Quando il valore del "verde" diventa un culto partono crociate pericolose, non a caso Travaglio è a suo agio nel conflitto, sempre in trincea con l' elmetto ben calzato. Chi disapprova la sua impostazione, se ha un animo civile, non può farlo in modo compiuto, non può perché l' atteggiamento "socialmente ottimo" impone di "non dire", di non contrapporsi dialetticamente all' affermazione "col rosso non si passa". A volte Travaglio ha l' aria di fare il finto tonto, di marciare in modo un po' vigliacco su questo interdetto imposto dalla coscienza civica, di approfittare dell' handicap altrui per trarne un profitto in termini d' immagine integerrima.
Ecco allora cosa lo rende insopportabile ai miei occhi.
Sul libero arbitrio
- E' un nostro dovere epistemologico credere nel libero arbitrio ( i particolari nel lavoro di Michael Huemer):
- Premessa epistemologica: devo credere quel che è vero.
- Premessa etica: il dovere deve essere possibili.
- Prima affermazione: sono libero
- Prima ipotesi: il libero arbitrio esiste.
- Inferenza: con 3 ho adempiuto ai miei doveri.
- Seconda ipotesi: il determinismo esiste.
- Inferenza: con 3 non manco a nessun dovere (faccio tutto quel che mi è possibile).
- Seconda affermazione. sono determinato.
- Prima ipotesi: vedi 4.
- Inferenza: con 8 manco ad un dovere epistemologico (vedi 1).
- Seconda ipotesi: vedi 6
- Inferenza: con 8 adempio ai miei doveri epistemologici
- Conclusione: 3 domina su 8
- Credere nel libero arbitrio rende più felici. Vedi il lavoro di Jonathan Schooler
- Definizione di libero arbitrio: un uomo è libero se puo' fare altrimenti rispetto alle cause esterne che lo condizionano.
- Libero arbitrio e meccanica quantistica: nella definizione di cui sopra c' entrano poco l' una con l' altra, non c' è molta differenza tra un comportamento determinato e uno probabilistico, entrambi non dipendono in nulla da me. Se mi determina un dado o un altro agente esterno le cose non sono così diverse per la mia libertà.
- Libero arbitrio e meccanica quantistica: poiché si accusa l.a. di violare la legge di causalità, oggi. alla luce della meccanica quantistica, si puo' ben dire che questa legge è violata anche dalla "scienza ufficiale".
- I limiti di Libet secondo Mele: 1) nei suoi esperimenti decidiamo in condizioni che non sono certo quelle normali in cui prendiamo le nostre decisioni più serie 2) l' attività neurale che precede la scelta molto probabilmente non decide un bel niente (vedi combinazioni probabilistiche), la previsione al 60% non elimina la libertà umana.
- Argomento dell' osservazione. Io osservo di essere libero, almeno in parte. Non c' è nulla perché debba considerare tutto cio' un' illusione. La scienza moderna si basa sull' osservazione e rifiuta la speculazione. Se metto in dubbio questo genere d' introspezione allora è lecito mettere in dubbio anche la vista, l' udito, il tatto eccetera.
- Scetticismo. Se il determinismo fosse vero dovremmo essere scettici su qualsiasi conoscenza in nostro possesso: gli esiti della nostra ricerca sarebbero predeterminati. ma questo ripugna alla ragione
- Argomento di Moore. L' argomento migliore è quello che parte dalle premesse migliori e sia lo scetticismo che l' osservazione mi fanno pensare che la tesi del libero arbitrio parta dalle premesse migliori
- Argomento della facile confutazione. Se esiste il determinismo esiste un' equazione che tutto spiega, anche i miei comportamenti. Ditemela e la confuterò in un attimo.
- Merito. Niente libertà niente merito. In effetti qualcuno suggerisce che noi partecipiamo ad una lotteria di talenti ma questa osservazione sdogana la schiavitù
- Argomento della schiavitù. Secondo Rawls noi partecipiamo ad una lotteria dei talenti, la nostra posizione nel mondo è da attribuire ad un evento fortunato. Secondo Nozick questa posizione è rischiosa: se non riconosciamo l' esistenza di un merito, e quindi di un libero arbitrio, il nostro corpo e il nostro talento è di tutti e non avrebbe senso opporsi alla schiavitù, almeno quando ha scopi egalitari, ma la schiavitù ripugna alla nostra ragione. Non resta allora che ripiegare su una teoria della giusta ricompensa la quale distingue tra lotteria dei talenti, merito e giusta ricompensa. La nostra posizione nel mondo dipende da fortuna e merito, il principio del just desert (il male non implica ingiustizia, il merito è indistinguibile dalla fortuna e quindi il fortunato non va punito come un colpevole) ci garantisce così una condanna della schiavitù: noi non sappiamo come si mescolano merito e fortuna ma sappiamo che accettare il mix è corretto. Il just desert è sostenibile solo se: 1) il merito, e quindi il libero arbitrio, esiste e 2) gli effetti di merito e fortuna si mescolano inestricabilmente. Il mix inestricabile si fonda su tre considerazioni: 1) io posso allenare la mia volontà ma da dove deriva la volontà di allenare, e via così in un regresso infinito 2) fino a che punto il carattere di una persona coincide con quella persona e fino a che punto invece "appartiene" a quella persona? Io sono brillante o possiedo una brillantezza? 3) fino a che punto i tratti che eredito dipende da scelte dei miei antenati? Una cosa è certa: senza libero arbitrio la teoria della giusta ricompensa non sarebbe plausibile.
- Compatibilismo: faccio cio' che voglio ma non voglio cio' che voglio. Posizione adottata per salvare capra e cavoli: 1) resta la legge di causalità (il mondo è determinato) e 2) resta una parvenza di libertà formale. Ma il compatibilismo non regge a tre argomenti 1) argomento dello scetticismo 2) argomento della facile confutabilità e 3) argomento della teodicea (il nostro non sqarebbe il mondo migliore possibile se dio avresse realmente potuto determinarlo).
- EAAN (ev.arg.against.naturalism). I deterministi oggi sono per lo più materialisti che predicano un evoluzionismo non guidato. Il loro evoluzionismo cieco si oppone a quello teista ed è soggetto a critica secondo il noto argomento di Alvin Plantinga: la nostra conoscenza si basa sull' assunto circa l' affidabilità delle nostre facoltà cognitive ma se postuliamo l' evoluzionismo cieco come reale allora tale affidabilità è del tutto improbabile poiché le nostre caratteristiche dipendono dall' adattabilità e non dall' affidabilità, ora, chi vuole continuare a considerare la conoscenza scientifica come affidabile in quanto fondata su facoltà cognitive affidabili deve considerare inaffidabile l' evoluzionismo meramente naturalista. L' evoluzionismo cieco, quindi, non è contraddittorio ma auto-rimuovente, ovvero inaffidabile. L' inaffidabilità dell' evoluzionismo cieco non dimostra l' esistenza del libero arbitrio ma la debolezza della teoria che più comunemente si propone come sua alternativa.
- Le dipendenza ci tolgono libertà? Chi lo afferma confonde libertà e piacere. E' chiaro che una scelta piacevole è più facile ma cio' non toglie che sia tanto libera quanto una scelta spiacevole.
- Test della libertà. Tizio è libero di fare X? Possiamo fare un test: offriamo a Tizio un bene Y per fare X, se lo fa allora è libero. ovvero, se esiste un bene Y che se offerto a Tizio lo indurrà a fare X, allora Tizio è libero.
- Argomento Godel/Lucas. L' essere umano, diversamente dalle macchine sa compiere godelizzazioni infinite. Da ogni linguaggio coerente è possibile produrre proposizioni fondamentali indecidibili che si sanano solo attraverso una godelizzazione (ovvero l' aggiunta di assiomi e la crazione di fatto di un nuovo linguaggio di ordine superiore. Per accogliere la verità fondamentale è dunque necessaria una godelizzazione infinita che noi, diversamente dalle macchine, possiamo compiere.
- Perché non sono compatibilista. Qui di seguito i migliori argomenti per il compatibilismo
- Incompatibilismo: libero arbitrio e determinismo sono incompatibili...
- La posizione i. viene con l'argomento che è più intuitiva. Ma è proprio così?...
- Primo problema: di quale libertà parliamo? Secondo gli autori di quella che consente di attribuire meriti e colpe. La libertà che ci interessa è legata alla dignità della persona. IMHO: qui c'è una forzatura, il legame tra libertà, meriti, giustizia e dignità è complicato. Perchè mai introdurlo quando disponiamo di nozioni più elementari del concetto di libertà: libero è colui che può scegliere tra due alternative senza essere determinato verso una delle due opzioni...
- Perchè è così importante sapere se i. corrisponde all'intuizione comune? p.1819...
- Come testare l'intuizione. Esperimenti p.1908...
- L'i. tipo fa osservare che non appena ci viene fatto sapere che un certo comportamento è dettato da cause esterne noi allentiamo la responsabilità. È quindi tenendo conto di qs che si organizzano gli esperimenti...
- Immaginiamo qs. scenario: abbiamo scoperto tutte le leggi di natura e possiamo prevedere tutto con certezza. Prevediamo anche che Hal rapinerà la Banca e come tutte le ns. previsioni la cosa si avvera. Hal è responsabile? Molti rispondono sì. Secondo esempio: immagina che l'univrrso venga creato più volte sempre destinato a subire la medesima evoluzione. In tutti qs. universi Hal compie il suo furto. Hal è colpevole? Molti rispondono sì.
- Critica: 1) prevedere e determinare sono cose ben diverse, tutti i giorni compiamo azioni libere (nel senso i. del termine) ma xfettamente prevedibile. 2) la scienza può ipotizzare e corroborare l'ipotesi determinista ma nn può "scoprirlo" una volta x tutte visto che segue una logica induttiva; la situazione che ci viene chiesta di immaginare è quindi inimmaginabile 3) per 1 e 2 ciò che intuiamo veramente è che il determinismo è sempre confutabile qui ed ora: se il superpc mi dice che ora alzerò il braccio a me basterà abbassarli x confutarlo 4) esistono esperimenti alternativi. Certo, ma nn ha molto senso realizzarli: metti la cavia di fronte ad un bivio con una strada sbarrata, quando imboccherà l'altra chiediti se lo ha fatto liberamente?...
- Gli autori riconoscono che + il detrminismo è sullo sfondo più i risultati sono confermati ma aggiungono che il determinismo è per sua natura sullo sfondo e nn va confuso con altre cause che comprimono la libertà. IMHO: qs argomento non si capisce: xchè mai non dovrebbe essere un mondo determinato quello dove dio vede e dispone tutto? Dire che in quel caso non introduciamo il determinismo ma un'altra causa che comprime la libertà non è comprensibile poiché allo stesso modo potremmo dire che nel caso presentato non si testa il determinismo come limite alla libertà ma le leggi naturali.
- Alcuni sostengono che la nozione intuitiva di libertà che abbiamo è libertaria (possibilità di fare altrimenti) e che l'i. è derivato, un mero calcolo che a volte puo' essere complicato. Negli esperimenti fatti i soggetti falliscono nella derivazione nn nell'intuizione. Risposta degli autori: si tratta di considerazioni derivate dall'introspezione e nn da esperimenti condotti da nn filosofi.
- Inwagen: le intuizioni che contano sono più basilari. Del tipo che se C dipende solo da A e B e noi non possiamo incidere su A e B allora nn possiamo incidere nemmeno su C (prop. transitoria). Negli scenari presentati le cavie nn riconoscono un caso in cui le intuizioni di base sono applicabili (noi filosofi invece sì) ciò nn toglie che tali intuizioni esistano, anzi questa ipotesi è rafforzata dal fatto che quanto più lo scenario scopre un meccanismo transitorio tanto più i giudizi delle cavie si allineano con la soluzione i. Gli autori sostengono che il loro esperimento è comunque un indizio di non esistenza della prop. transitiva ma trascurano l'esistenza di un ragionamento complesso e quindi la necessità di esperimenti graduali che introducano in modo sempre più scoperto il determinismo...
- Altri ammettono l'esistenza di intuizioni confliggenti tra cui scegliere: quella dello scenario e quella della prop. transitiva. Qs. anarchia delle intuizioni ci porta a negare che il concetto di free will abbia senso. Ma i. sceglie un'altra via: l'intuizione della prop.trans. è più basica mentre quella sperimentata è in realtà la soluzione ad un calcolo complesso. IMHO: mi sembra di poter concludere affermando che negli scenari proposti la cavia nn ricostruisce correttamente il dilemma filosofico poichè diverse intuizioni e istinti si mescolano visto la complessità. Tutravia le intuizioni oggetto delli studio sembrano ugualmente esistere poichè la ricostruzione della cavia è sempre più coerente con esse quanto più le leggi detrministiche sono evidenti.
- Gli autori sembrano problematizzare una gerarchia tra intuizioni: dalle più semplici alle più complesse. Un criterio potrebbe essere l'universalità: se una intuizione è universale allora è semplice. DaL che deriva che le intuizioni astratte sono più semplici di quelle complesse e quindi che l'intuizione della prop. transitiva è più semplice dell'intuizione richieste dagli sperimentatori.
continua
- Ho sempre avuto problemi a capire la posizione cattolica sulla libertà dell'uomo: da un lato si afferma che l'uomo è libero, dall'altro che non lo è nel momento in cui sceglie il male.
Non è che i cattolici sono "compatibilisti"?
Il "compatibilista" afferma che l'uomo è libero di realizzare o meno un suo desiderio ma non è libero di desiderare quel che vuole.
La posizione "compatibilista" si concretizza in un determinismo morbido: da un lato i desideri che nutriamo sono determinati all'esterno, dall'altro è chiaro che ciascuno di noi sceglie di realizzare i desideri che nutre, sarebbe illogico pensare il contrario. In ultima analisi sono i comportamenti stessi ad essere determinati, solo che lo sono attraverso i desideri.
Per il compatibilista l'uomo potrebbe anche scegliere di non realizzare i propri desideri (cosa assurda per definizione), in questo senso è ANCHE libero. Allo stesso modo per il cattolico l'uomo avrebbe anche potuto realizzare il male, in questo senso è ANCHE libero.
Il "compatibilista" non ha il problema di etichettare l'uomo che nei fatti non realizza i suoi desideri: costui non esiste. Se all'apparenza qualcuno sembra comportarsi in questa maniera si puo' sempre dire che i suoi desideri REALI fossero altri.
Ma di uomini che fanno il male ce ne sono. Come etichettarli? Il cattolico, che non puo' vantare le protezioni logiche del compatibilista, deve necessariamente considerarli uomini non-liberi. - Il prof. Michael Gazzaniga, da molti identificato come il neuroscienziato più famoso al mondo, ha affermato: «Siamo persone, non cervelli. Ho un grandissimo rispetto per quello che i filosofi hanno detto sul libero arbitrio. Sarebbe assurdo rigettare d’un colpo tutta la riflessione svolta fino a oggi. La classica domanda “siamo liberi?” sembra sempre più mal posta, se non insensata. Tutti devono essere considerati responsabili delle proprie azioni. È a livello sociale che risiede la responsabilità, con buona pace delle neuroscienze. Allo strato mentale va aggiunto quello della cultura in cui siamo immersi. Le neuroscienze devono quindi capire i propri limiti e il livello a cui si muovono con la propria spiegazione». Oltre ai limiti delle neuroscienze, citate da Gazzaniga, non c’è nessun argomento sostenibile contro al libero arbitrio e le tesi materialiste sono state da tempo confutate. Come ha concluso il prof. Filippo Tempia, ordinario di Fisiologia presso l’Università di Torino, «allo stato attuale delle conoscenze non si può scientificamente negare il libero arbitrio nell’uomo» (“Siamo davvero liberi?”, Codice edizioni 2010, p. 108). Non vogliamo qui addentrarci in una questione molto lunga, che abbiamo già trattato altre volte: a chi volesse approfondire consigliamogli articoli (anche questo) del prof. Eddy Nahmias, filosofo e neuroscienziato della Georgia State University, nonché il recente libro “Free: Why Science Hasn’t Disproved Free Will” (Oxford University Press 2015) del prof. Alfred R. Mele, docente di filosofia presso la Florida State University (recensitoanche sul nostro sito web).
- #huemer libero arbitrioA Proof of Free Will By Michael Huemer
- free-will thesis:
- 1. With respect to the free-will issue, we should refrain from believing falsehoods. (premise)
- 2. Whatever should be done can be done. (premise)
- 3. If determinism is true, then whatever can be done, is done. (premise)
- 4. I believe MFT. (premise)
- 5. With respect to the free-will issue, we can refrain from believing falsehoods. (from 1,2)
- 6. If determinism is true, then with respect to the free will issue, we refrain from believing falsehoods. (from 3,5)
- 7. If determinism is true, then MFT is true. (from 6,4)
- 8. MFT is true. (from 7)
continua - #caplan libero arbitrioA Short Essay on the Freedom of the Will Bryan Caplan
- Cos'è il l.a. the ability to choose more than one thing.
- Obiezione: "Every effect must have a cause;
- Quantum confusion. a probabilistic theory of choice is just as contrary to the freedom of the will as a fully deterministic one. The argument here is extremely simple. Imagine that my action is determined by the roll of a six-sided die; if it comes up six, I raise my arm.
- COSA SCEGLIAMO. To begin with, we choose our beliefs. Secondly, we choose many of our bodily movements. Thirdly, we choose many of our mental processes
- 6 argomenti
- 1 osservazione. mi sembra di essere libero. la scienza si basa sull osservazione. ogni argomento contro l introspezoone si applica immediatamante a vista udito... tatto
- 2 assurdità dello scetticismo... se siamo determinati ogni discussione è insensata visto che la ragione nn esiste o comunque nn è accessibile
- 3 argomento do moore. vince l argomento con le premesse più solide. sono libero è la premessa più solida. qs discussione è sensata è un altre solida premessa
- 4 argomento della falsificazione. i deterministi dovranno portarmi una legge che predice quando alzerò la mano a quel punto io la confuterò nn alzando la mia mano
- OSSERVAZIONE. I observe that I choose freely, at least sometimes; and if you introspect, you will see it too. There is no reason to assume that these observations are illusory... argument against the validity of introspection might be applied, ipso facto, to sight, hearing, touch, taste,
- ASSURDITÀ DELLO SCETTICISMO. I shall begin with the assumption of determinism, and show that it leads to the self-contradictory position of abject skepticism. Now it is a fact that people disagree on many questions; this leads us to wonder if on any given issue we are correct. How is the determinist to come to grips with this?
- MOORE. C. Moore's Proof of the External World Extended. Since no premise has greater initial plausibility than "This is a hand," said Moore, it is in principle impossible for that claim to be overturned.
- IL PREDITTORE ASSOLUTO. Thought Experiment... Our brilliant neurophysiologists come up with an equation that they claim will predict all of our behavior.... Suppose that the equation says that the next thing that you will do is raise your arm. Do you seriously believe that you couldn't falsify this prediction by failing to raise your arm?
- OBIEZIONI
- 1 le dipendenze ci tolgono la libertà. c è confusione tra scelte e piacere. una scelta piacevole è più facile ma non meno libera di una scelta spiacevole. il caso del bottone che stermina l umanità
- 2 la massa è un gregge che nn sa cosa sia la libertà. la massa dimostra tutti giorni di sapere cosa sia usando il trrmine libertà in modo appropriato
- 3 xchè gruppi differenti fanno scelte differenti se tutti gli individui sono librri? ma il fenomeno nn presenta alcuna contraddizione
- 4 la dottrina del la. non consente spiegazioni complete. ma qs considrrazione non segnala alcun paradosso
- DIPENDENZE. normal person is free to use or not use alcohol; but certain people are not free to not use it. The choice is "too hard" for them to make.
- My objection to this is basically that it just contradicts experience. Imagine that there were a button in front of you, the pressing of which would instantly exterminate all human life. You would not (I hope) want to press this button. But can you really say that you do not feel just as _free_ to do so as you would to dial a phone number? Suppose someone pointed a gun at you and told you to push the button. Would you not be free to refrain? But if you are free in these extreme cases, how could you be unfree to refrain from drinking alcohol
- Pleasant choices are "easier" not in the sense that they are more free
- L INDUZIONE NN È UNA LOGICA. Almost all humans use the language and concepts of free will.... experience of free will permeates the lives of ordinary people
- STRANE REGOLARITÀ. different groups behave consistently differently. There is nothing amazing about this. The typical criminal makes a long series of brutal choices over his life; there is a systematic pattern to his choices. Does this show that each of his actions was not a choice?
- TROPPI TIPI STRANI. Another objection to the doctrine of free will is that it renders a persons choices inexplicable. But there is really no paradox here, anyway. Of course it is possible to "explain" a choice, in the sense of describing the actor's motives, goals, impulses, and so on. But we must remember that these were simply the factors that the agent chose to go along with; we are explaining which factors out of the cosmos of possibilities that the actor drew upon when making his choice.
continua - John Protzko, Brett Ouimette, and Jonathan Schoolerf The case for a belief in free will - Marginal REVOLUTION: "Regardless of whether free will exists, believing that it does affects one’s behavior. When an individual’s belief in free will is challenged, one can become more likely to act in an uncooperative manner. The mechanism behind the relationship between one’s belief in free will and behavior is still debated." 'via Blog this'
- Alcuni esperimenti sembrano confermare il ruolo della coscienza e della libera intenzione. Esempio: si rende noto a tutti chegli esercizi fisici fanno bene e si raccoglie una sincera ma generica volontà di impegnarsi a farli. Poi, a un gruppo di cavie viene fatto sottoscrivere un impegno formale con data e ora (senza punizioni, intesi). Chi si è impegnato formalmente li farà, l'altro gruppo no. alfred mele (in econlog)
- Jonathan Schooler: non esiste una posizione con argomenti probanti, in questo caso è necessario agire in pragmaticamente: credere nel libero arbitrio fa bene e ha conseguenze positive per noi e per gli altri. bqo
mercoledì 4 marzo 2015
Sul genitore facilitatore e il teppismo giovanile
Le tre diagnosi tipiche: 1. Progressista: colpa... - Riccardo Mariani:
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Una cosa che non mi quadra tanto è il nesso che poni tra bassa autostima => paura => violenza. Per me il nesso fondamentale è un altro: paura => iniezioni artificiose di autostima => narcisismo => violenza. La mia catena ha un vantaggio: evita di ricorrere alla tipica variabile ad hoc della "falsa coscienza" poiché spiega in modo lineare il fatto che questi delinquentelli si credano chissà chi (altro che bassa autostima) e siano anche ammirati e temuti da molti. Se poi vogliamo vedere dove origina la catena patologica, ovvero quale sia il primo e misterioso membro, io azzardo: assenza dei genitori (ovvero presenza nelle vesti di genitore/facilitatore o genitore/punitore)
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Una cosa che non mi quadra tanto è il nesso che poni tra bassa autostima => paura => violenza. Per me il nesso fondamentale è un altro: paura => iniezioni artificiose di autostima => narcisismo => violenza. La mia catena ha un vantaggio: evita di ricorrere alla tipica variabile ad hoc della "falsa coscienza" poiché spiega in modo lineare il fatto che questi delinquentelli si credano chissà chi (altro che bassa autostima) e siano anche ammirati e temuti da molti. Se poi vogliamo vedere dove origina la catena patologica, ovvero quale sia il primo e misterioso membro, io azzardo: assenza dei genitori (ovvero presenza nelle vesti di genitore/facilitatore o genitore/punitore)
La parabola della pedagogia
Scritta unicamente a mio uso e consumo, sia chiaro.
- Aristotele: è doveroso formare il carattere morale del ragazzo inculcando un' etica basilare fatta di: 1) rispetto (dell' altro e della sua proprietà), 2) lealtà (alla parola data), coraggio (voglia di intraprendere con l' altro) 3) buone maniere (non approfittarsi del diritto alla libertà) 4) temperanza (self contro e successo sono legati a doppio filo). il bambino, secondo Aristotele, è un "barbaro da civilizzare". Tra noi e gli animali spicca una differenza: noi possiamo trasmettere la nostra cultura, loro devono ricominciare sempre da capo, tanto è vero che noi andiamo avanti e loro restano fermi.
- La pedagogia aristotelica è condivisa un po’ da tutti nella storia: greci, romani, illuministi, romantici, vittoriani. Nel novecento il paradigma muta.
- Si realizzano eccessi che trasformano il metodo di Aristotele in un metodo "zero-tollerance": qui l' educatore si allontana dal discente trasformandosi da civilizzatore in punitore distante.
- L' accusa della pedagogia progressista scatta immediata ma non prende di mira la sopravvenuta lontananza del genitore quanto cio' che viene chiamato indottrinamento se non "lavaggio del cervello". Tuttavia, "violentare" il carattere di una persona è possibile solo se la persona è autonoma, cosicché viene postulata l' autonomia del bambino.
- L' alternativa proposta: "value clarification". Il bambino è competente, autonomo, bisogna solo presentargli dei valori etici e lui procederà alla scelta. Fondamentale mantenere le distanze per non influenzarlo.
- Il metodo della "value clarification" crea, implicando la distanza dell' adulto, ansia e paure. Si cerca di rimediare puntando sull' autostima: premi per tutti e complimenti continui.
- Il metodo dell' autostima fomenta il narcisismo, si cerca un recupero di Aristotele.
- Ma i valori di Aristotele non soddisfano l' ideologia progressista, cosicchè si cerca di sostituirli con 1) democrazia 2) tolleranza 3) legalità 4) educazione di genere 5) politically correct...
Arrivano i barbari
Cronaca: Nel quartiere bene una banda di giovani attira nello scantinato una ragazza conosciuta alla festa e la sevizia.
Le tre diagnosi tipiche:
Le tre diagnosi tipiche:
- Progressista: colpa dell' educazione repressiva che mina l' autostima (i bimbi vanno lasciati fiorire spontaneamente).
- Conservatore: colpa del deserto educativo che abbandona a se stessi (i bimbi sono dei barbari da civilizzare).
- Femminista: colpa dell' educazione patriarcale che insegna a disprezzare le donne (i bimbi vanno educati alla neutralità di genere).
- Innatista: colpa di nessuno, sono fatti così (i bimbi nascono con un carattere ereditato).
IMHO: 2) 70%; 4) 25% 1) 4% 3) 1%
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