sabato 11 gennaio 2020

MISTICI



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IL MISTICISMO CIELLINO

Nei gruppetti e nelle scuole di comunità in cui i ragazzi del movimento commentano l'opera di don Giussani la fede è concepita come l'esito di un incontro con Gesù. Io, devo ammettere, non ho mai incontrato Gesù ma molti amici dicono di aver fatto questa esperienza, magari aiutati dalla preghiera.

Considerato che sono sinceri, è possibile anche solo concepire che non stiano dicendo la verità?

In altri termini, è possibile sbagliarsi sulla propria esperienza? Cioè, se qualcuno dice che ha fame, forse sta dicendo la verità, forse sta mentendo ma non c'è una terza opzione. Oppure sì? In effetti a volte dico a me stesso che non ho fame ma poi, se comincio a mangiare riluttante, divoro tutto e devo ammettere a me stesso che avevo famo. Eppure non riesco ancora ad ammettere che mi sbagliavo dicendo che non avevo fame. Ero nel giusto: non avevo fame e non avrei toccato cibo senza soffrire di questa cosa. La fame mi è venuta dopo. Forse il mio corpo aveva fame e la mia mente no, ma io sono la mia mente, non il mio corpo. Forse l'incontro con Cristo avviene solo nella nostra mente ma per questo fatto non è meno reale.

Ogni percezione, in un certo senso, è un'allucinazione.

La vista del fiore più bello che tu abbia mai visto è solo uno schema di impulsi nervosi che invia il tuo talamo alla corteccia. Il dolore più orribile che tu abbia mai provato è solo uno schema di impulsi nervosi inviato dal tuo talamo. Forse nel 30 AC il talamo di San Pietro inviò alla sua neocorteccia la stringa 3a09e1508ff7, che corrispondeva a qualche immagine particolare di Gesù, e questa non era un'allucinazione in senso stretto perché Gesù era in piedi proprio di fronte a lui. E forse la settimana scorsa il talamo di qualche ciellino ha inviato alla sua neocorteccia lo stesso identico pacchetto, 3a09e1508ff7, che corrisponde alla stessa identica percezione di una visione di Gesù, ma in quel caso si trattava di un'allucinazione, perché Gesù non era là.

Gesù non era là, tuttavia, non possiamo parlare di falsità. Forse che il dolore psicosomatico è falso dolore? Qualcuno potrebbe rompersi il ginocchio e il suo talamo invia il pacchetto 09f7e8e15445, che corrisponde al dolore lancinante al ginocchio. Qualcun altro con dolore psicosomatico al ginocchio riceve lo stesso pacchetto dal talamo, pacchetto 09f7e8e15445, e sente esattamente la stessa cosa. Chi soffre di più? Se una strega ti ha maledetto e puoi scegliere tra dolore fisico e dolore psicosomatico, la risposta sbagliata è "ovviamente psicosomatico, perché è un falso dolore". Altro che falso dolore, la stringa è la stessa, risposta giusta, semmai, è chiedere qualcosa come "quale è più facile da curare?" o "quale è più probabile che se ne vada da solo?".

Per questi motivi, una volta appurata la sincerità della persona, tendo a credere a chi mi riferisce esperienze soggettive di tipo mistico.


MISTICI


Sto ascoltando su Radio Tre una trasmissione di Uomini e Profeti dedicata a Raimon Panikkar e mi è venuta una gran voglia di scrivere un post al misticismo; purtroppo mi mancano le forze, tuttavia ho buttato giù una scaletta destinata a coprire una prima parte, quella dove esprimerei il mio scetticismo di default. Se qualcuno volesse sfruttarla e completare il lavoro…
1) Se il nostro cervello è come un computer, perché quando un computer si rompe lo schermo diventa nero o si blocca o qualcosa del genere, mentre quando si “rompe” il nostro cervello comincia a vedere Gesù e a sentire le voci dei santi?
2) Cominciamo con una distinzione cruciale, possiamo pensare in due modi: 1) dal basso all’alto (si mettono insieme piccole cose per poter pensare una grande cosa), 2) dall’alto al basso (si pensa il tutto e lo si scompone in piccole cose).
3) Esempio 1. Quando vedi le tre lettere C, A e T di fila, potresti combinarle per ottenere la parola CAT. Stai pensando dal basso: prendi il “piccolo” e ottieni il “grande”. Oppure puoi dare un’occhiata al tutto e decidere che la lettera ambigua è un’ H nella prima parola e una A nella seconda in modo da poter leggere “THE CAT”, ovvero un’espressione sensata. Nota che il medesimo simbolo non puo’ essere contemporaneamente un’ H e una A, la cosa diventa possibile solo se pensiamo dall’alto in basso, cioè solo se il tutto dà senso alle parti. La nostra immagine generale ha cambiato il modo di vedere gli elementi particolari.
4) Esempio 2. Riconosciamo la frase “PARIS IN THE SPRINGTIME”, e quindi supponiamo che sia ciò a cui il cartello rinvia. Ma così facendo espelliamo il doppione del termine THE poiché bizzarro. Cosa è successo? E’ successo che pensando dal generale al particolare abbiamo espulso dal nostro orizzonte quei particolari che non rientrano nello schema che ci siamo fatti. L’operazione non sarebbe stata possibile se avessimo sommato i particolari poiché in quel caso il doppione sarebbe stato ineludibile.
5) Esempio 3. Cosa vedete in questa immagine (andrebbe vista su mega-schermo)? Alcuni vedono solo macchie informi, altri vedono una mucca. Se dite ai primi della mucca presto riusciranno a vederla anche loro, non solo: NON RIUSCIRANNO A VEDERE altro che una mucca! E’ come se il “pensiero dall’alto” si fosse imposto in modo prepotente; una volta che questa modalità di pensiero si afferma, diventa padrone della scena. Avendo dato a te stesso uno schema dall’alto verso il basso (top down) su cui lavorare, lo schema si organizza in buona parte autonomamente dalla tua volontà.
6) Pensa all’elaborazione cognitiva dall’alto verso il basso come a un modo di prendere l’insignificante (“rumore”) ed espellerlo al fine che il tutto quadri e abbia un senso. Un modo di far tornare i conti. L’allucinazione si spiega in questo modo: eliminazione compulsiva del “rumore”. Quando la tua facoltà di creare corrispondenze è “rotta” (lavora troppo), troverai in continuazione modelli che non sono presenti nella realtà ma che la tua inusitata capacità di “depurazione” scambia per realistici. L’inspiegato viene ricondotto alle alternative significative. l’allucinazione emerge quando la tua capacità di elaborazione top-down diventano così disfunzionali da espellere una miriade di elementi pur di ricondurre tutto agli schemi significativi.
7) E’ quello che succede ogni notte quando sogniamo. Noi possediamo degli “schemi significativi” che derivano dalle nostre esperienze più importanti, anche solo un piccolo evento nella nostra rete neuronale puo’ metterci in moto nel tentativo di ricondurre tutto a questi schemi. Il sogno rappresenta questo sforzo generato automaticamente dal cervello.
8) I paranoici sono le persone più soggette ad allucinazioni. Non sorprende: il paranoico ha idee fisse, quindi schemi di significato fortissimi, il suo tentativo esagerato di ricondurre tutto a quegli schemi genera allucinazioni. C’è in questi soggetti un disturbo nei modelli associativi, è come se lavorassero troppo intensamente, nel tempo si sono costruiti in testa una trama e ogni cosa che accade loro viene adattata senza sforzo.
9) Le stesse persone che hanno allucinazioni hanno anche esperienze mistiche, come se sentissero un senso di improvvisa comprensione e connessione con l’universo. Ci sono tre categorie di persone che presentano queste caratteristiche: 1) i tossici, 2) chi fa meditazione, 3) i profeti. Dietro di loro potrebbe esserci un abuso della facoltà associativa.
10) A questo punto potrei citare il Rabbi Clifford: “… come una capra di montagna che salta estaticamente da una falesia all’altra, ogni mio pensiero scaturisce da un altro, e da un altro ancora, all’infinito. Posso continuare senza sforzo a connettere cose che non avrei mai pensato come connesse”. Qui ci starebbe bene una digressione sulla cabala ebraica. Oppure l’analisi mistica delle filastrocche di Mamma Oca eseguite dal satanista Aleister Croewley. Pertinenza ed effettistica si sposerebbero bene. I koan Zen sono qualcosa di un po’ differente, ma li tratterei ugualmente qui visto che implicano anche una notevole capacità di torturare concetti casuali per ricondurli a schemi di partenza.
11) A cosa puo’ dunque essere ricondotto molto misticismo? All’esercizio forzato delle nostre facoltà di abbinamento e connessione con modelli di riferimento. Una facoltà esercitata “a vuoto” ma in modo impressionante, un po’ come il culturista che in palestra produce un’energia muscolare devastante impiegata solo per spostare i pesi a destra e poi di nuovo a sinistra. Questa ipotesi si sposa bene con il resoconto dei mistici: “tutto è connesso” o “tutto è uno”, o “tutto ha un senso” o “tutto nell’universo è buono ed è lì per uno scopo”. E alla fine vedono Dio, ovvero il collante di tutte le cose, ovvero il vertice che da senso a tutto (cio’ che non lo riceve viene espulso). Ma non si sposa del tutto con altri particolari.
12) Domande inevase: perché le persone con esperienze mistiche sono mediamente più felici e convivono meglio con la realtà? Di certo trovare un senso nelle cose è piacevole e utile, così come non trovarlo può essere molto stressante! Ma una risposta più persuasiva la lascerei alla seconda parte dell’articolo (qui).

venerdì 10 gennaio 2020

5 Specialization and Sustainability

5 Specialization and Sustainability
Note:@@@@@@@@@5

Yellow highlight | Location: 729
It is very hard to be against sustainability. In fact, the less you know about it, the better it sounds.
Note:Robert Solow

Yellow highlight | Location: 730
economists do not know enough to engineer society,
Note:Definizione

Yellow highlight | Location: 731
correct the intuitions
Note:Il loro compito

Yellow highlight | Location: 736
Human economic activity alters the environment.
Note:Il problema della sostenibilitá. Come la definiamo?

Yellow highlight | Location: 736
We transform plants, animal products, and minerals into different forms.
Yellow highlight | Location: 738
Suppose we were to define sustainability as leaving the natural environment exactly as we found it.
Note:Una possibile definizione

Yellow highlight | Location: 739
you cannot kill game or gather plants at a higher rate than they are naturally replenished.
Note:Una definizione buona x i cacciatori del passato ma nn x noi

Yellow highlight | Location: 743
unfeasible. It is, when you think about it, not even desirable.
Note:Lasciare il mondo com é

Yellow highlight | Location: 744
build no roads; build no dams; build no piers.
Yellow highlight | Location: 747
Sustainability is an injunction not to satisfy ourselves by impoverishing our successors.
Note:La definizione di Solow

Yellow highlight | Location: 749
this economic definition does not offer clear, precise guidance
Note:Purtroppo

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what we leave to future generations includes more than just the natural environment.
Note:Tuttavia

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the built environment,
Note:Tenere conto anche di 1

Yellow highlight | Location: 751
technological knowledge.
Note:E 2

Yellow highlight | Location: 753
what economists call capital.
Yellow highlight | Location: 753
We leave a set of institutions,
Note:Ma anche

Yellow highlight | Location: 754
We leave a pattern of specialization and trade
Yellow highlight | Location: 755
knowledge that we have accumulated through the process of experimentation, evaluation, and evolution.
Yellow highlight | Location: 756
The authors of the U.S. Constitution left the United States
Note:Considera il lascito degli antenati

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Scientists and engineers have left us with their know-how.
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railroad and the means for long-distance
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automobile and the airplane.
Yellow highlight | Location: 759
computer and the Internet.
Yellow highlight | Location: 760
means of living longer and healthier
Yellow highlight | Location: 762
The market measure of sustainability is profit.
Note:Tttttt

Yellow highlight | Location: 763
If a business were to deplete one of its crucial inputs, its cost of production would rise, profits would turn to losses, and
Note:Insostenibilità

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The owner of farmland will want to replenish the nutrients in the soil rather than deplete them
Note:X questo che

Yellow highlight | Location: 765
If wood becomes more expensive than natural gas, people will switch from burning wood to burning natural gas.
Note:Altro esempio

Yellow highlight | Location: 766
“doing more with less.”
Note:L oboettivo

Yellow highlight | Location: 768
sustainability is assessed using the price system. If two methods for producing a given output exist, the market will select the method that uses the fewest
Yellow highlight | Location: 771
First, market prices would have to reflect the cost of resources.
Note:Mercato e sostenibilitá. Condizione 1

Yellow highlight | Location: 771
Second, the issue of intergenerational equity that Solow emphasizes would have to be addressed.
Note:2

Yellow highlight | Location: 773
Consider air quality, for example. Since no one owns the air in Pittsburgh, the market has no means for stopping cars
Note:1 nn soddosfatta

Yellow highlight | Location: 774
Similarly, since no one owns the oceans, the market has no means for stopping overfishing.
Note:Altro caso

Yellow highlight | Location: 776
one approach is for fishermen to get together and agree on quotas
Note:Cap and trade

Yellow highlight | Location: 777
Another approach is to create private fish farms.
Yellow highlight | Location: 779
when should individuals or policymakers use their own judgment to override the information that market prices give them?
Note:Quando gli incentivi di mercato

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the recycling of paper and plastic.
Note:Esempio

Yellow highlight | Location: 782
an entrepreneur could, in principle, start a business of buying old newspapers
Note:Non c é bisogno dell obbligo

Yellow highlight | Location: 783
If the benefit of recycling exceeded the cost, then such recycling could be undertaken at a profit.
Yellow highlight | Location: 784
we can infer from the necessity to force or subsidize recycling that recycling does not pay.
Yellow highlight | Location: 784
recycling wastes resources
Yellow highlight | Location: 786
one would have to show that there is a flaw in the market pricing
Note:Per difendere il briciclo

Yellow highlight | Location: 786
Perhaps the market does not adequately account for the cost of landfills,
Note:Interventi mirati non casuali

Yellow highlight | Location: 789
mandate to add ethanol to gasoline.
Note:Altro esempio x ridurre la CO2

Yellow highlight | Location: 789
requires growing more corn to produce ethanol.
Note:Conseguenza

Yellow highlight | Location: 790
overall resource use is increased, because of the cost of growing the additional corn.
Note:Tuttavia

Yellow highlight | Location: 792
Many people believe intuitively that it saves resources to “buy local.”
Note:Altro esempio

Yellow highlight | Location: 793
However, if the grocery store sells cheaper produce that comes from hundreds of miles away, some factor must offset the higher transportation cost.
Yellow highlight | Location: 794
the land elsewhere is more suited to growing crops,
Note:Esempio

Yellow highlight | Location: 795
The local land might be better used for housing
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Water or other resources may be used more heavily locally than on distant farms.
Note:Oppure

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“buying local” wastes resources.
Note:Se il prezzo é più alto

Yellow highlight | Location: 797
market prices work to protect the environment,
Note:Molti scettici tttttt

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Jesse Ausubel,
Note:L autore da consultare

Yellow highlight | Location: 800
Since about 1940 American farmers have quintupled corn while using the same or even less land.
Note:Un esempio x nn essere scettici

Yellow highlight | Location: 802
The inputs to agriculture have plateaued and then fallen, not just cropland but nitrogen, phosphates, potash, and even water.
Yellow highlight | Location: 805
When farming becomes more efficient, farmland reverts to wilderness.
Note:Il ritorno del selvaggio

Yellow highlight | Location: 810
the amount of forest is now increasing in many advanced countries.
Yellow highlight | Location: 812
Foresters refer to a “forest transition”
Yellow highlight | Location: 816
There has been an overall increase in plant life on earth.
Yellow highlight | Location: 818
[G]lobal greening is the most important ecological phenomenon on land today.
Yellow highlight | Location: 819
use of many commodities, such as cadmium and iron ore, has dropped in the United States, in spite of a near doubling of population. Some of that reduction reflects greater efficiency,
Yellow highlight | Location: 821
use of water in the United States has actually declined since 1970. That change reflects greater efficiency in farming. (Ask your friends who proudly “buy local” whether they know how much water their local farmers use compared with the distant farmers from whom the supermarket imports produce.)
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“in 2014 Americans used less petroleum than they did in 1997, despite the fact that the economy is nearly 50 percent larger
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a significant depletion of edible fish in the world’s oceans.
Note:Note dolenti

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By selling books in digital format, online retailer Amazon is letting us read more while using less paper;
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Airbnb is giving us more places to sleep without building hotels;
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iTunes is allowing us to listen to more music without manufacturing records.
Yellow highlight | Location: 834
The question of sustainability is this: can we keep doing what we are doing? The market calculates the answer by looking at the profits from specialization and trade. When profits are positive, the market answer is yes. Otherwise, the market answer is no.
Riepilogo. E attento a fare i calcoli giusti quando correggiamo

giovedì 9 gennaio 2020

3 Instructions and Incentives + FARE SQUADRA: SCEGLIERE O COMANDARE?

FARE SQUADRA: SCEGLIERE O COMANDARE?

Alcuni miei appunti sul tema.

1) Per fortuna non siamo soli al mondo, ma è come se lo fossimo se non riusciamo a fare squadra. Se non riusciamo a dire: "tu fai questo, io faccio quello e ripartiremo il frutto del nostro lavoro". Dal coordinamento del gruppo dipende il 90% del nostro benessere.

2) Ci sono due metodi per coordinare un'economia: 1) affidarsi ad una mente centrale seguendo le sue istruzioni, 2) costruire un sistema di menti decentrate che interagiscano tramite un sistema dei prezzi.

3) Prova a immaginare un'economia che rifiuta sia i comando dall'alto che i prezzi dal basso. Quello che ottieni è il socialismo utopico: "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni". Ma i socialisti tendono a sottovalutare la complessità della sfida.

4) Il filosofo Cohen, per perorare la causa del socilismo utopico, usò la metafora del campeggio: è così che ci organizziamo quando partiamo in vacanza con gli amici. Tutto va bene, siamo felici. Perché non adottare la stessa strategia altrove?

5) Ma la metafora fallisce: durante un campeggio noi scegliamo deliberatamente di limitare i nostri consumi ad un livello di sussistenza primitivo. Non ci aspettiamo di ricevere cibo tailandese, di guardare il nostro sport preferito in televisione o di sottoporci ad un'otturazione dentale.

6) In secondo luogo, ci sono relativamnte poche persone. Facile.

7) In terzo luogo, noi iniziamo il viaggio in campeggio con un set di merci già bell'e pronte. Troppo comodo. La nostra vita non è un' "eterna vacanza" come vorrebbe Cohen.
                
8) Altro mproblema: nell'utopia socialista ci sarebbero molti cantanti-chitarristi, attori e tennisti, ma pochi allevatori di polli, operatori sui pozzi petroliferi o addetti alle fognature.

9) Sai costruirti un tostapane partendo da zero? No? Ma guarda che nell'utopia socialista te lo devi fare tu o affidarti al caso.

10) La realtà è lontana mille miglia dall'utopia socialista e presenta caratteristiche che sono una via di mezzo tra centralismo e sistema decentrato: una produzione complessa richiede sia istruzioni all'interno delle imprese, sia un meccanismo di coordinamento tra le imprese basato sui prezzi.

11) Una pura economia di comando si osserva raramente, giusto in condizioni di guerra. Quando l'urgenza è massima e la complessità minima. Quando il mondo puo' essere ridotto su una scacchiera. In guerra, tutti vogliono distruggere il nemico, in pace tutti vogliono cose diverse.

12) Uno sponsor dell'economia centralizzata fu negli anni sessanta l'economista di Harvard John Kenneth Galbraith. Parlava di "nuovo stato industriale" e diceva che i nemici del mercato non sono i socialisti ma la tecnologia avanzata, la specializzazione e le capacità organizzative. Il cervellone che serve al centralista stava arrivando grazie ai computer. JKG si inseriva perfettamente nella tradizione dei pensatori progressisti, che dalla fine del XIX secolo avevano sostenuto che un drammatico aumento delle dimensioni delle imprese aveva reso anacronistica sia l'economia di Adam Smith sia l'idea di governo limitatao.

13) Il crollo economico dell'Unione Sovietica negli anni '80 - un grande esperimento naturale - fu la dimostrazione storica di quanto l'economia di comando centrale fosse ancora più fragile dell'economia dei prezzi.            

14) Ma il colpo più duro alle idee di JKG fu la sparizione dei grandi colossi: i grandi produttori dell'acciaio cominciarono a faticare e furono costretti a trasferirsi nel terzo mondo, le case automobilistiche lottarono e lottano ancora per sopravvivere. Molti giganti contemporanei, come Google e Apple, non assomigliano in niente alle vecchie realtà industriali, si fondano su genio, creatività e idee. Nell'idea galbraitiana i "padroni del mercato" avrebbero dovuto essere immuni dalle forze schumpeteriane di distruzione creativa: non è stato così, la maggior parte delle aziende che erano che dominavano la borsa quando Galbraith scriveva sono scomparse.

15) Un 'economia di comando deve affrontare tre problemi: 1) problema dell'informazione, 2) problema degli incentivi e 3) problema dell'innovazione.

16) Problema dell'informazione. I pianificatori centrali devono decidere al buio quali e quanti prodotti e servizi devono realizzare. In un'economia di comando, non c'è il segnale di prezzo. Certo, alcune tecniche matematiche, per esempio quelle sviluppate dagli economisti del MIT, possono essere utilizzate per costruire quelli che gli economisti chiamano "prezzi ombra", ma l'operazione è difficile. In guerra i pianificatori devono decidere se costruire più navi o più carri armati, il che è fattibile poiché le esigenze sono più facili da decifrare. Ma fuori dall'emergenza, in tempo di pace, la musica cambia, i consumatori non hanno modo di segnalare ai pianificatori le loro esigenze interiori, a volte non le conoscono nemmeno loro; allo stesso modo, i lavoratori non hanno un canale per segnalare di fatto le loro abilità non sfruttate e le loro preferenze. E' improbabile che un'agenzia governativa avrebbe capito che J. K. Rowling sarebbe stata un' eccellente scrittrice di fantasy per ragazzini o che Steve Jobs avrebbe potuto divenire un catalizzatore creativo. Non per altro ma semplicemente perché i pianificatori non hanno il potere di leggere nella mente altrui, non sono in grado di incorporare i giudizi soggettivi degli individui, possono giusto fare qualche sondaggio che perde di significato man mano che il tempo passa.

17) Un'altra fonte di informazioni è la concorrenza, qualcosa che manca all'economia di comando. Qual è il prezzo del latte? Difficile capirlo senza concorrenza e possibilità di fallire.
La concorrenza disciplina anche la gestione organizzaiva. Se un ristorante è gestito male, non fornirà ai clienti un buon rapporto qualità-prezzo e fallirà. In breve, il sistema dei prezzi e la concorrenza in un'economia di mercato forniscono informazioni preziose.

18) Problema degli incentivi. In un'economia di mercato, l'autodisciplina e il duro lavoro tendono ad essere ricompensati da entrate più elevate. Il capo capisce chi sta lavorando e chi si sottrae, e gli conviene farlo in fretta se non vuole pagare lui. Se invece i pianificatori centrali commettono errori, non esiste un meccanismo di correzione. L'elusione delle regole può assumere forme ancora più plateali: in un'economia in stile sovietico, la corruzione tende ad essere dilagante, occorre entrare in qualche modo nelle grazie dei burocrati. Ma la cosa è evidente anche da noi: laddove il governo gioca un ruolo, la minaccia di corruzione è palpabile. In un'economia di mercato, l'incentivo è quello di concentrarsi sulla soddisfazione del cliente. Si avanza ingraziandosi il consumatore, non il burocrate.

19) Lo stesso problema che il governo ha con i burocrati, l'azienda ce l'ha con i manager e i quadri. Ma la concorrenza tra le imprese significa proprio che le imprese che presentano i sistemi di incentivazione e i meccanismi di monitoraggio più efficaci per sfidare la diserzione sono quelle che sopravvivono.

20) Problema dell'innovazione. In assenza di concorrenza, la maggior parte delle organizzazioni preferirebbe non sperimentare nuove idee. È più comodo attenersi alle vecchie abitudini. Ma in un sistema di mercato la minaccia dei nuovi concorrenti mette sotto pressione le organizzazioni esistenti. Quando viene provata una nuova idea di successo, occorre riorganizzare i modelli di specializzazione e commercio nell'economia. Per questo le economie di mercato sono così dinamiche, non si puo' star fermi. Per le economie di comando il cambiamento rappresenta invece una minaccia: anche se i pianificatori centrali dispongono di un metodo per valutare le innovazioni, non sono mai sotto pressione per scartare le idee sbagliate e promuovere quelle giuste. Semmai il contrario: poiché lo status quo li ha portati al vertice, loro tenderanno a favorire il suo rafforzamento.

21) Oggi nessuno osa più riproporre i pianificatori ma ricordiamoci che i regolatori governativi sono, in via di principio, soggetti alle medesime insidie dei loro colleghi socialisti.
3 Instructions and Incentives
Note:3@@@@@@@@@@@@@@@

Yellow highlight | Location: 500
How can specialization be coordinated?
Note:IL PROBLEMA

Yellow highlight | Location: 503
Your father’s occupation became your occupation.
Note:COORDINAMENTO ANCIENT REGIME

Yellow highlight | Location: 504
family name,
Note:VEDI COGNOME

Yellow highlight | Location: 504
the caste system was a detailed, rigid social order
Note:ANCORA OGGI

Yellow highlight | Location: 505
specialization is coordinated by instructions.
Note:ALL INTERNO DI UN IMPRESA

Yellow highlight | Location: 506
coordinated by prices and profits.
Note:FUORI DALL IMPRESA

Yellow highlight | Location: 509
system of incentives
Yellow highlight | Location: 513
Prices serve as signals
Note:FUNZIONE DEI PREZZI...NN SOLO INCENTIVO

Yellow highlight | Location: 516
what determines the boundaries of a firm?
Note:IL PROB.

Yellow highlight | Location: 523
when the value of different tasks can be isolated, specialization will tend to take place
Note:CONDIZIONE APPALTO

Yellow highlight | Location: 537
The surgeon who is very fast at mowing lawns
Note:TAGLIARE O NN TAGLIARE?

Yellow highlight | Location: 538
Profits are another important incentive.
Note:UN INCENTIVO PARTICOLARE

Yellow highlight | Location: 549
Patterns of specialization and trade evolve because of two mechanisms: substitution and innovation.
Note:MOTORI DEL CAMBIAMENTO

Yellow highlight | Location: 552
When corn becomes more expensive than wheat, consumers will respond to the price change
Note:SOSTITUZIONE

Yellow highlight | Location: 558
most of the solutions to market imperfections are launched by private entrepreneurs,
Note:FALLIMENTI DI MERCATO...E NNOVAZIONE

Yellow highlight | Location: 560
First is “experimentation,”
Note:LE DUE FASI DELL INNOVAZIONE

Yellow highlight | Location: 561
Second is “evaluation,”
Yellow highlight | Location: 562
Third is “evolution,” in which successful business models
Note:CAMBIO DEL MODELLO

Yellow highlight | Location: 563
The prospect of profits encourages entrepreneurs to attempt experiments.
Yellow highlight | Location: 565
Profits are a measure of the sustainability of patterns of specialization.
Note:SOSTENIBILITÀ

Yellow highlight | Location: 574
We tend to want to discuss cost as if it were an objective concept,
Note:I COSTI SONO SOGGETTIVI

Yellow highlight | Location: 577
cost of output depends on market conditions and individual judgments
Note:RELATIVISMO

Yellow highlight | Location: 580
Those factors are not directly observable, and they are constantly changing.
Note:MISIRARE I COSTI... IMPOSSIBILE

Yellow highlight | Location: 581
a distant observer is not in a position to evaluate economic performance with certainty.
Note:OSSERVATORE ESTERNO

Yellow highlight | Location: 583
if one method uses more water but requires less of the farmer’s time, then we cannot tell which method is more efficient. It depends on how farmers value their time relative to the cost of water.
Note:ESEMPIO

Yellow highlight | Location: 586
4 Choices and Commands
Note:Ttttttttt

Yellow highlight | Location: 586
centralized commands or by decentralized choices
Note:Due metodi x coordinare l economia

Yellow highlight | Location: 595
Try to imagine specialization coordinated with neither commands nor market prices. Instead, individuals decide for themselves
Note:Primo caso

Yellow highlight | Location: 596
“From each according to his abilities, to each according to his needs.”
Note:Socialismo utopico

Yellow highlight | Location: 598
socialists tend to underestimate the complexity of the challenge
Yellow highlight | Location: 600
Cohen used the metaphor of a camping trip as a model for utopian socialism.
Note:Wht not socialism

Yellow highlight | Location: 604
On a camping trip, we deliberately choose to restrict our consumption to a more primitive level
Note:Xché la metafora é inappropriata

Yellow highlight | Location: 605
we do not expect to be served Thai food, to watch our favorite sport on television, or to have a tooth cavity filled. We
Yellow highlight | Location: 607
there are relatively few people.
Note:2

Yellow highlight | Location: 608
we begin the camping trip with a set of goods that requires millions of tasks to have been performed elsewhere,
Note:3

Yellow highlight | Location: 613
There would be plenty of singer-guitarists, actors, and tennis players, but few chicken farmers, oil well operators, or sanitation workers.
Note:Nell utopia del socialismo

Yellow highlight | Location: 615
Even making an appliance as mundane as a toaster
Note:Impossibile

Yellow highlight | Location: 617
Complex production requires both instructions within firms and a coordination mechanism among firms.
Note:Una via di mezzo

Yellow highlight | Location: 623
A pure command economy is rarely observed, except under conditions of total war.
Note:Altro caso

Yellow highlight | Location: 626
they acquired about half of the total output, rationed many consumer goods, and fixed prices.
Note:Nella ii guerra

Yellow highlight | Location: 627
John Kenneth Galbraith, a Harvard economist
Note | Location: 628
Uno sponsor

Yellow highlight | Location: 628
The New Industrial State,
Yellow highlight | Location: 629
The enemies of the market are not socialists. . . . [They] are advanced technology, the specialization and organization of men
Note:Secondo JKG

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He was writing in the tradition of Progressive thinkers, who since the end of the 19th century had argued that a dramatic increase in the scale of business enterprise had made both the economics of Adam Smith and the weak central government of the U.S. Constitution anachronistic.
Note:Monopoli

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The economic collapse of the Soviet Union in the 1980s is a historical demonstration of the failure of a command economy.
Note:Esperimento naturale

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The nation’s large steel makers disappeared.
Note:Altro colpo a JKG

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automobile manufacturers have struggled to survive.
Note:Esempio

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Many contemporary giants, such as Google and Apple, do not resemble the old industrial powerhouses
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A Galbraithian corporation should have been nearly immune from the Schumpeterian forces of creative destruction.
Note:Nn é stato così

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the majority of companies that were in the Dow Jones Industrial Average when Galbraith wrote have disappeared
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A command economy faces three major problems.
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information problem,
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Second is an incentive problem.
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Third is a lack-of-innovation problem.
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Central planners face an information problem. They must decide what goods and services are produced,
Note:Il primo

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In a command economy, there is no price signal.
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the mathematical techniques developed by MIT-style economists can be used
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Economists call those computed values “shadow prices,”
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planners must decide whether to try to build more ships or more tanks.
Note:Esempio di guerra

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That process works less well in a peacetime economy.
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Consumers have no way of signaling to planners
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Similarly, workers have no way of signaling to central planners that they have untapped skills.
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It is unlikely that a government agency would have figured out that J. K. Rowling would make an excellent writer of fantasy
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or that Steve Jobs would make a creative catalyst
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Because central planners are not mind readers, they are unable to incorporate the individual’s subjective judgments
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A command economy suffers from a lack of competition.
Note:Altra fonte d info

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a milk supplier would be free to charge a much higher price
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Competition also disciplines management. If a restaurant is poorly run, it will not provide customers with good value for their money.
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In short, the price system and competition in a market economy provide information.
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absence of incentives.
Note:Secondo problema

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In a market economy, self-discipline tends to be rewarded with higher income.
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the boss figures out who is working and who is shirking.
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If the central planners make mistakes, then there is no correction mechanism.
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Gaming the system can take even more flagrant forms. In a Soviet-style economy, bribery and corruption tend to be rampant.
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in a market economy, the incentive would be to focus on figuring out ways to please customers.
Note:Ingraziarsi il burocrate o il consumatore

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within any one firm, workers try to game the system.
Note:Stessi prob in azienda

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Competition among firms means that the firms that come up with the most effective incentive systems and monitoring mechanisms to address gaming are the ones that survive.
Note:Ma

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ideas
Note:Terzo fattore

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In the absence of competition, most organizations would prefer not to experiment with new ideas. It is more comfortable to stick with old habits.
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the threat of new entrants puts pressure on existing organizations
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When a new idea is tried, it serves to rearrange the patterns of specialization and trade in the economy.
Note:Conseg

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even if central planners had a method for evaluating innovations, they are not under pressure to discard bad ideas
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People in powerful positions know that their status can be maintained under the status quo. Change represents a threat.
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In practice, we observe neither a pure command economy nor a pure market economy. In the United States, many government regulations serve the function of commands.
Note:Di fatto

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However, in practice, regulators are subject to the same pitfalls as the central planners
https://feedly.com/i/entry//cnXVr/5HNe2pDqTI3udBeVx4AbJSW9TNhacAl8h6Dc=_16f8b1c5efb:f6f954:c1687fcd

Se uno racoglie dati sul funzionamento delle sanzioni economiche si accorgerà dei tanti fallimenti. Deve concludere che dobbiano rinuciarci? No: le sanzioni funzionano, ma prima che vengano prese, non dopo.

Quindi, le sanzioni non funzionano solo nel momento in cui vengono applicata.

Inoltre, funzionano con gli alleati, poco con i nemici che ci odiano e cercano un motivo che li confermi nel loro odio.

RIGORE O MISERICORDIA?

Sono un fan della lotta contro la cultura dello spreco, e oggi il mio obbiettivo è la giustizia penale.
Non esiste giustizia senza pene eque, e non esistono pene eque che non siano anche efficienti. Non per tutti è così: economisti, filosofi morali e giuristi hanno sguardi diversi, ma solo i primi sono ossessionati dalla lotta agli sprechi, quindi è a loro che devo chiedere consiglio.
Ma come usare la teoria economica per costruire una serie efficiente di sanzioni penali?
Cominciamo col dire che l'economista è disturbato dal crimine in quanto atto inefficiente. Esempio: la volontà di acquistare un televisore dimostra che il compratore lo valuta più del venditore, e dunque è giusto che finisca nelle sue mani: la scambio è efficiente! Il ladro, al contrario, lo valuta meno del proprietario, altrimenti lo avrebbe comprato: il furto è inefficiente. Ne consegue che dobbiamo consentire gli scambi e impedire i furti.
Ma anche la pena deve avere un limite, altrimenti si rischiano di colpire anche i crimini efficienti. In prima approssimazione la pena dovrebbe equivalere al danno causato. In questo modo non è altro che una tassa chiamata a combattere i crimini inefficienti.
Non ha senso punire un crimine efficiente, poiché solo i crimini inefficienti generano spreco. Esempio: se porto al pronto soccorso un infartuato, parcheggio a cuor leggero in divieto di sosta, conto sul fatto che la multa sia fissata in modo da impedire solo le infrazioni inefficienti; nel mio caso si tratta di una questione di vita e di morte, pagherò la multa, non c'è problema. Ecco, le multe "eccessive" generano sprechi proprio perché ostacolano le infrazioni efficienti.
Chi non vede lo spreco potrebbe spaventarsi, ma questa logica resta intatta anche se parliamo di omicidi e stupri. Un economista si chiede: ci saranno troppi omicidi o troppo pochi? Ci saranno troppi stupri o troppo pochi? Ci saranno troppi fallimenti o troppo pochi? Ora capiamo meglio perché.
Ma questo modo di fissare le pene resta naif, ignora altri costi. Esiste infatti un costo anche per catturare e punire un colpevole, non dobbiamo dimenticarcelo. Cosa succede, per esempio, se il criminale non puo' risarcire la vittima? Di solito lo si sbatte in galera ma questo peggiora le cose: dobbiamo mantenere il criminale! Non solo non c'è risarcimento ma addirittura c'è un costo supplementare. Certo, sbattere in galera un criminale costituisce un risarcimento morale verso la vittima e non solo, il nostro senso di giustizia è appagato, tuttavia dobbiamo ammettere che un sistema legale privo di sprechi, in queste condizioni, non perseguirà - oltre ai reati efficienti - anche una quota di reati inefficienti. Non ne vale la pena.
Ma non è finita qui, c'è un importante "costo negativo" da considerare: la punizione, per quanto costosa per la società, potrebbe generare un effetto collaterale di deterrenza che previene altri reati. Mentre il costo per infrazione aumenta con l'aumentare della punizione prevista, il numero di infrazioni complessivo diminuisce dal momento che la punizione attesa più alta scoraggia nuovi reati. Il caso del costo negativo è molto semplice: una punizione, anche più costosa dei danni procurati, potrebbe diminuire i crimini totali da punire generando un risparmio.
Per alcuni reati in cui la deterrenza è efficace puo' essere addirittura conveniente punire anche alcuni reati efficienti! Provate a immaginare una società in cui la pena per il taccheggio sia la morte, con il risultato che non ci sarebbero taccheggiatori da punire: problema risolto a costo zero. Purtroppo, una deterrenza così efficace non esiste ma spero che la logica sia chiara.
Ricapitolando, il livello della pena che minimizza gli sprechi dovrebbe essere pari al danno arrecato da un reato (modello naif) solo se il costo marginale di scoraggiare un altro reato è pari a zero. Se la deterrenza è scarsa si potrebbero tollerare anche reati inefficienti, se la deterrenza è notevole si potrebbero punire anche reati efficienti. Il caso classico è quello dei reati poco sensibili alla differenza, per esempio i crimini passionali (tipo il femminicidio). In casi del genere gli sprechi si minimizzano tollerando una quota di reati inefficienti. In altri termini: inutile investire molte risorse in questo ambito. Conclusione: le punizioni ottimali combinano elementi di due diverse intuizioni: una punizione deve essere commisurata al danno procurato e una punizione dovrebbe servire anche a prevenire il reato. La pena genera dei costi: 1) il costo inflitto al colpevole e 2) il costo di catturare e punire. Ma genera anche dei benefici: 1) risarcimento e 2) prevenzione (costi risparmiati per catturare e punire). Minimizzare gli sprechi significa fissare pene solo se c'è un beneficio sociale e in modo che lo massimizzino.
C'è anche chi ha sostenuto che la tendenza del nostro sistema legale a generare una probabilità di condanna inferiore per gli imputati benestanti (colletti bianchi) è prova della sua efficienza. Un mese in prigione o una settimana in tribunale rappresentano un costo immaggiore per chi ha redditi più elevati: il tempo di chi è più produttivo è più prezioso. Equiparare la lunghezza delle pene, a questo punto, vorrebbe dire far pagare di più i colletti bianchi.
Questo è vero se assumiamo il modello ingenuo della pena efficiente, ma come cambiano le cose con il modello più sofisticato che tiene conto della deterrenza? Le conclusioni sono diverse a seconda del reato. Rubare 100 euro beneficia il ladro ricco quanto quello povero, quindi è giusto infliggere una pena più lunga al povero. Alla stessa conclusione giungiamo se il crimine è impegnativo e richiede tempo di progettazione ed esecuzione: in questi casi produrre deterrenza verso i più ricchi è più semplice e bastano pene inferiori. Ma quando anziché denaro si ruba "tempo", come nel caso della violazione dei limiti di velocità? In questo caso, dal momento che il tempo dell'uomo ricco vale più di quello del povero, al fine di produrre la medesima deterrenza dovremmo dare multe più elevate ai redditi più alti. Altra differenza: il ricco puo' sempre risarcire. Questa è un'ottima notizia perché le pene detentive sono costose e sarebbe così più efficiente riservarle solo ai redditi bassi. Una sanzione è una pena più efficace di una pena detentiva e i trasgressori più ricchi possono pagare multe più elevate.
Finora ho considerato pene diverse in base alle condizioni soggettive dell'imputato. Che dire delle condizioni soggettive della vittima?
Prendiamo un caso estremo: la pena di morte: una decisione corretta, secondo il modello "naif", richiederebbe al giudice di bilanciare il valore della vita della vittima con il valore della vita dell'imputato. Certo, l'esecuzione di un determinato assassino non salverà la vita della sua vittima ma la volontà del giudice di condannare un determinato assassino per aver ucciso un particolare tipo di persona può, tuttavia, influire su quanti omicidi simili si verificheranno in futuro, magari non necessariamente nel rapporto uno a uno. Ricordo alcuni casi in cui la pena di morte è stata comminata solo perché la vittima era una mamma, in questo modo si aumentava la protezione verso le madri con bambini piccoli e alle altre vittime la cui morte imporrà grandi costi ai loro sopravvissuti. In casi del genere è razionale punire più severamente chi uccide una donna con figli rispetto a chi uccide una donna senza figli. Certo che se l'assassino non è nelle condizioni di conoscere in anticipo il valore della vita della sua vittima, la deterrenza non avrà corso: la punizione selettiva è logica solo nei casi dove sia possibile una dissuasione selettiva.
fine
Purtroppo nella somministrazione della giustizia si presenta l'imputato come un essere umano vivente che respira e che ha parenti in apprensione e la vittima della mancata deterrenza come un'ombra oscura in un futuro statistico indeterminato; questo amplifica gli sprechi. E le cose vanno ancora peggio quando un simile bias da difetto diventa virtù misericordiosa.

mercoledì 8 gennaio 2020

COME DECIDONO LE API?

COME DECIDONO LE API?


A fine primavera/inizio estate le colonie dell'alveare diventano sovraffollate e molti ospiti cominciano a sciamare. Circa un terzo delle api operaie rimangono a casa per allevare una nuova regina mentre le altre fuoriescono con la vecchia regina per creare una colonia distaccata. Chi se ne va si trasferisce a qualche chilometro di distanza coalizzandosi in un ammasso ("barba") che fungerà da punto di riferimento per le ricerche. Da lì partiranno 300/500 esploratori scelti tra le api più esperte con l'intento di rintracciare un sito adatto per un nuovo e definitivo insediamento.
Dopo aver ispezionato un sito, lo scout d'élite ritorna presso il gruppo principale girovagando lì intorno e inscenando brevi danze. In questo modo "recluta" per imitazione altri scout che pubblicizzeranno il sito rintracciato dallo scout originario. Insieme, faranno la spola tra il sito e il gruppo reclutando altri scout con il loro balletto propagandistico. Il balletto è visto solo da alcune api, quelle che casualmente si trovano nei paraggi e vengono attirate casualmente. Gli scout affiliati in realtà non scelgono, imitano e basta. Il numero di balli diminuisce all'aumentare delle ispezioni, finché si avvicina a zero; a questo punto l'ape smette di svolgere qualsiasi attività di scouting. Al declino della propaganda succede un conflitto aperto tra i diversi danzatori. Le api che sponsorizzano un sito si scontrano con le altre che ne propagano altri. Dopo essere stato colpito dieci volte, uno scout di solito diventa passivo e pronto a seguire la massa. Quando una chiara maggioranza si è formata gli scout vincenti producono un ronzio particolare per segnalare che la ricerca è finita, quindi l'intero sciame si dirige alla nuova casa.
Per le api, la qualità del sito sono importanti: dimensione della cavità, dimensioni e altezza dell'entrata, orientamento della cavità rispetto all'entrata, stato della parete d'appoggio. Non solo, gli sciami delle api sembrano scegliere sempre il miglior sito disponibile su piazza (perlustrano i 30/40 chilometri intorno alla "barba"). Ma come fanno?
Probabilmente, la qualità della danza incorpora la qualità del sito. Ma è la quantità ad essere decisiva, uno scout esegue un totale di 30 balli per un sito scadente, ma 90 balli per un sito eccezionale! Poiché il reclutamento è casuale, il numero dei balletti - e quindi anche il tempo passato a ballare - diventa decisivo: più balli, più gente ti vede ballare. L'intero processo parte da un'élite che rappresenta il 3-5%, ovvero le api esperte che iniziano il primo scouting, le altre sono passive ed esposte a contagio. L'élite inizia senza nessuna opinione, poi se ne fa una in seguito all'ispezione e infine contagia le consorelle incontrate casualmente. Mai nessuna ape cambia opinione, mai nessuna ape considera più di un'opinione, al limite torna passiva dopo aver ricevuto una cospicua dose di "bastonate" dal partito avverso. La chiave di tutto sta nel fatto che le api con un'opinione migliore sono anche le più invasate, non smettono mai di ballare. Le opinioni rivali svaniscono con il tempo e l'intero processo si interrompe quando un corposo campione casuale si allinea sull'opinione vincente. Il ruolo centrale del caso fa sì che a volte la decisione non sia delle migliori: puo' darsi che chi balla un po' meno incontri ugualmente un numero maggiore di consorelle e finisca per prevalere, ma nel 95% dei casi non è così.
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LA PALMA

Quando assisto a un dibattito e non so che pesci prendere, per assegnare ragioni e torti mi baso su questi indicatori (in ordine di importanza):
1) disponibilità a scommettere.
2) Quiz di conoscenza della materia.
3) Avere interessi materiali nelle vicende trattate.
4) Grado di conoscenza della posizione con cui si è in disaccordo.
5) Esperienza sul campo.
6) Razionalità nell'esposizione.
7) IQ di chi espone.
8) Eventuale accordo con me di chi espone.
9) Credenziali.
10) Complessità del ragionamento esposto.
11) Età.
12) Moderazione.
13) Condizione sociale di chi dibatte.
14) Estensione dell'argomento esposto.