venerdì 9 agosto 2019

the Phillips curve is unstable and, therefore, an imperfect guide for policy.

https://www.nytimes.com/2019/08/09/business/trade-inflation-unemployment-phillips.html

Friedman scoprì l'instabilità in presenza di aspettative inflazionistiche: la fed pompa ma gli altri alzanoi prezzi con zero guadagno sull'occupazione. a volte addirttura una perdita stagflazione

F contro la divina semplicità

SMONTANDO DIO

Tutti i dissidi teologici che più mi interessano sono riconducibili alla dottrina della semplicità divina (DSD). Ovvero: Dio non ha parti.

In un ente fisico come il corpo umano le parti sono facili da distinguere: braccia, gambe, orecchie...

In un ente metafisico come Dio è più complicato ma fortunatamente sia chi aderisce a DSD, sia chi si dissocia su questo punto è d’accordo: le parti di Dio sono le sue azioni.

Per la DSD tutte le azioni divine sono riconducibili ad un’unica azione necessaria, è insensato distinguerle.

In effetti se Dio è buono fa sempre la cosa giusta e diventa inconcepibile vederlo cadere in errore. Tutto cio' che fa lo fa necessariamente, altrimenti non sarebbe Dio.

Ma se così fosse, non potrebbe essere libero. Come puo’ essere libero un essere che non sceglie tra azioni alternative (entrambe concepibili)?

A questo punto del dilemma si aprono due strade: 1) la via del mistero, 2) la rinuncia alla DSD.

Io scelgo 2, il che significa che Dio potrebbe anche sbagliare. Certo, a quel punto scopriremmo che cio’ che indicavamo come Dio non è tale poiché Dio non sbaglia mai (anche se sceglie liberamente). In altri termini: la fede è sempre probabilistica, mai assoluta. La fede ragionevole si sceglie come si sceglie una teoria scientifica, non a seguito di un ragionamento logico.

Linko un bel forum in cui 4 eminenti teologi sele danno di santa ragione su questo punto.


https://theopolisinstitute.com/conversations/the-doctrine-of-divine-simplicity/




Dottrina della semplicità divina: dio non ha parti.

Ma cosa costituisce parte in un'entità metafisica? Le azioni di questo essere.

La semplicità è incompatibile con la libertà: se sono libero faccio una cosa potendone fare un'altra, devono esserci almeno due azioni a disposizione. Ma se ci sono due azioni non c'è semplicità.

Due soluzioni: 1) si introduce il mistero, 2) si nega la semplicità.

giovedì 8 agosto 2019

IL RITAGLIO (le mie ossessioni musicali)

IL RITAGLIO (le mie ossessioni musicali)

C’è poi la fase in cui i figli si mettono a ritagliare. Intere giornate dedicate a questa attività, alla fine (intorno all’ora di cena) il genitore si sente sia appagato che scorato: appagato nel vedere la fantasia dei suoi bambini riflessa nel profilo abbozzato di quelle effimere immaginette ricavate dai fogli di carta, scorato per il disordine dei ritagli che regna nella stanza. Con questa mista disposizione d’animo si accinge a separare il grano dal loglio destinando quest’ultimo alla pattumiera bianca. Ogni tanto un figlio lancia l’allarme: “non buttarlo! è la pecorella del pastore!”. Hai confuso il ritagliato con il ritaglio, capita, molto spesso si somigliano. Ma è davvero la pecorella del pastore quella che hai in mano? Mah, il sospetto ti viene, sembra che i bambini siano particolarmente inclini a vedere le cose anche dove nessuno le ha progettate.

Quando l’uomo si è “ritagliato” un linguaggio su misura per comunicare ha creato lo stesso casino, senonché non è passato nessun genitore a buttare nella spazzatura bianca i ritagli, sono rimasti lì, poi qualcuno con il tempo c’ha rimesso mano trafficando con gli avanzi e ha battezzato il tutto: arte. Musica, per esempio.

Nella storia dell’uomo la musica non ha nessun significato, è roba da buttare in spazzatura. Senonché, ogni tanto si alza un “bambino” particolarmente geniale ad implorarti di non buttarla via perché in realtà significa questo e quello e per lui è particolarmente preziosa.

Tra l’immaginetta e i ritagli c’è lo stesso rapporto che c’è tra il linguaggio naturale e la musica. Le immaginette hanno un riferimento ben preciso, ma con un po’ di fantasia ce l’hanno anche i ritagli, in realtà ne hanno più di uno, tutti collocati in quel territorio a metà strada tra arbitrio e precisione. E’ la terra dell’immaginazione, o della fantasia.

Capire e godere dell’arte consiste nell’esercitare questa fantasia che associa a una “forma” un significato, anche se quella forma non è stata progettata per rinviare ad alcun significato. L’esercizio è tanto più divertente e tanto più facilitato dalla ricchezza delle forme con cui ti confronti, ma anche dalla ricchezza della tua esperienza e della tua cultura. Se hai visto tante cose potrai capire meglio che forma assumono le nuvole in cielo.

LA BENEFICIENZA DEI RICCONI

LA BENEFICIENZA DEI RICCONI
Molti sono “contro”, pensano debba essere limitata, addirittura impedita. Perché? Le risposte sono molte, tutte poco convincenti.
1) Perché questi ricconi hanno troppo potere!
Ok, ma criticarli quando fanno del bene non è comunque efficace. La gente si indigna quando Zuckerberg compra una casa da 10 milioni di dollari, non quando dona ai poveri dell’Africa 100 milioni di dollari.
2) Perché fa parte della nostra lotta contro le diseguaglianze.
Ad oggi Gates ha salvato 100 milioni di vite, rinunciare alla sua azione è davvero un prezzo che pagheresti pur di nobilitare la “tua” lotta alle diseguaglianze?
3) E’ un’attività con la quale i ricconi si fanno belli.
Non direi. Leggete le reazioni a certe iniziative filantropiche, almeno la metà sono negative. L’adulazione è altra cosa.
4) Si tratta di filantropia poco trasparente, meglio che paghino le tasse e gestisca il governo.
Ma siete davvero sicuri che quei fondi in mano al governo siano poi destinati agli ultimi del mondo? Io credo di no: quando il governo ha in mano qualcosa di solito lo spende in favore di chi lo vota o potrebbe votarlo.
5) Anche il governo fa filantropia!
Ci sono gli aiuti internazionali, vero. Di solito però non li delibera partendo dalla domanda “come posso fasre la differenza in vite umane?”. I ricconi non solo se la pongono ma assumono i massimi esperti per rispondere.
6) La scelta democratica avrà parecchi difetti ma per lo meno rappresenta la scelta del popolo.
Capisco che in qualche senso molto debole il governo mi rappresenti, ma si tratta di un “senso” talmente debole che dire che non mi rappresenta affatto è la stessa cosa.
7) Se non sei d’accordo con il governo, impegnati a cambiarlo!
Quindi io per salvare un bambino che muore di fame dovrei con la potenza del mio voto cambiare governo quando invece potrei fare un bonifico? Te lo scordi!
8) Questi ricconi con le loro elargizioni mastodontiche minacciano il pluralismo!
E’ un ragionamento difficile da seguire, infatti c’è più pluralismo in un’iniziativa personale che in qualsiasi altro fenomeno politico.
9) E Soros?
Soros è da sempre impegnato nella difesa di migranti e rifugiati. La cosa crea grattacapi all’Italia salviniana? Ce la si prenda con lo stato che non fornisce gli strumenti idonei alla salvaguardia dei confini, non con chi dà una mano ai più deboli. Soros non usa le corazzate.
Eccetera.


https://www.vox.com/future-perfect/2018/12/17/18141181/foundation-charity-deduction-democracy-rob-reich


https://feedly.com/i/entry/ty+AzTYZ3TUuMuPycOdkUNamwQCXNpDbajbdLnbrc5c=_16c4084f521:684cdad:561e4df6

PERCHE’ FAI QUELLO CHE FAI?

PERCHE’ FAI QUELLO CHE FAI?

Ci sono azioni (A) e ragioni (R) , e fin qui sono tutti d’accordo. Poi però ci sono almeno tre paradigmi per collegarle tra loro:

1) RAZIONALISMO: R => A (ci sono delle ragioni che ci spingono ad agire).

2) RAZIONALIZZAZIONE: A => R (si agisce per motivazioni profonde, poi si cerca una giustificazione).

3) CONNESSIONISMO: R <=> A (cerchiamo un'armonia associando opportunamente ragioni e azioni).

Il libro sceglie 3.

In 3 noi siamo come romanzieri che costruiscono un personaggio. Fantasia e bellezza detengono un primato ma il personaggio deve essere credibile, ogni azione deve avere un suo perché, se la giustificazione precede o segue l’azione ha importanza relativa, l’importante è che l’insieme suoni bene.

mercoledì 7 agosto 2019

LA RIFLESSIONE NON ESISTE

la riflessione non esiste

L’UNICITA’ DEL CRISTIANESIMO

L’UNICITA’ DEL CRISTIANESIMO
Tra tutte le religioni è quella che più vicina a una teoria scientifica.

Oggi muore spolpata da due eresie: quella che sopravvaluta la scienza e quella che la sottovaluta.

LE PAROLE SONO IMPORTANTI?

LE PAROLE SONO IMPORTANTI?
Mentre le parole ci dicono molto di chi le utilizza (se gli eschimesi usano 10 termini per riferirsi alla neve è perché vivono in mezzo alla neve), la struttura della lingua ci dice ben poco.

Le differenze sono per lo più casuali.

HL CHAPTER 2 Having It Both Ways?

CHAPTER 2 Having It Both Ways?
Note:2@@@@@@@@@@@IL LESSICO RINVIA ALLA CULTURA DI CHI PARLA MA LA STRUTTURA NO...QUELLA È UNIVERSALE E LE DIFFERENZE MERA CASUALITÀ

Yellow highlight | Location: 507
We could reasonably assume that the mechanics and nuances of the Burmese language correspond to being Burmese
Note:CI VIENE NATIRALE

Yellow highlight | Location: 511
it isn’t that culture never affects how language works. One could start with the Pirahã’s innumeracy, meaning they don’t have numbers,
Note:SIA CHIARO

Yellow highlight | Location: 518
“Couldn’t it work both ways?”
Note:LA DOMANDA NATURALW...SE LA CULTURA INFLUENZA IL LINGUAGGIO MAGARI ANCHE IL LUNGUAGGIO INDLUENZA VLA CULTURA

Yellow highlight | Location: 528
it will seem compelling to many that languages evolve to support the cultures of those who speak them.
Note:QUELLO CHE È CERTO

Yellow highlight | Location: 533
Words versus Whorfianism
Note:Tttttttt

Yellow highlight | Location: 533
Languages evolve according to the needs of their speakers: what could seem more unassailable?
Note:TEORIA INDIGESTA...XCHÈ?

Yellow highlight | Location: 541
Who is impressed that a language has words for things, including churning out new ones as new objects emerge within the culture? Benjamin Lee Whorf certainly wasn’t
Note:NN BANALIZZIAMO

Yellow highlight | Location: 553
He was supposing that the very essence of how that people’s language works, its constructions, overall grammatical patterns, what would be challenging in trying to learn how to form sentences in it, is profoundly consonant with what it is to be them, rather than anyone else.
Note:W...IL LINGUAGGIO COME SCELTA....COME IDENTITÀ PIÙ CHE COME STRUMENTO

Yellow highlight | Location: 569
“Do languages develop words for things their speakers often talk about?”
Note:CERTAMENTE SÌ

Yellow highlight | Location: 570
“Do languages evolve according to ways of thinking?”
Note:DOMANDA PIÙ COMPLESSA

Yellow highlight | Location: 575
it is worth investigating whether among the Guugu Yimithirr the language also “reinforces” their sense of direction
Note:MISSIONE

Yellow highlight | Location: 578
The appeal of this “holistic” sense of language and thought would be in acknowledging that language does not create a “worldview” by itself while still preserving a sense that languages are like their speakers, and thus symptoms of diversity in the same way that cultures are.
Note:OLISMO

Yellow highlight | Location: 585
Try to link what people are like to certain words and expressions
Note | Location: 585
COMPITO FACILE

Yellow highlight | Location: 586
But try to link what people are like to how their languages work
Note:COMPITO DIFFICILE

Yellow highlight | Location: 590
The variety among the world’s languages in terms of how they work is unrelated to the variety among the world’s peoples,
Note:W NN SI SALVA

Yellow highlight | Location: 593
Rules of the Rain Forest?
Note:Ttttttt

Yellow highlight | Location: 593
Evidential Markers
Note:Ttttttt

Yellow highlight | Location: 595
language of the Amazon called Tuyuca.
Yellow highlight | Location: 595
to make a normal statement you have to include how you know that it’s true,
Note:IN QS LINGUA

Yellow highlight | Location: 606
Linguists call these evidential markers.
Note:Ccccccc

Yellow highlight | Location: 610
We might resist the idea that having evidential markers makes people magically sensitive to where information came from.
Note:RESISTERE

Yellow highlight | Location: 612
Korean children, although having learned the evidential markers in Korean, are no better than English-speaking children at thinking about sources of information.
Note:ESEMPIO

Yellow highlight | Location: 621
Evidential markers are rare in Europe, for example, which is much of why they seem so exotic to us. However, who among us is prepared to say that the Ancient Greeks, who produced some of the world’s first philosophical treatises scrupulously examining all propositions
Note:STRANO CHE MANCHI AI GRECI

Yellow highlight | Location: 625
if you know any Greeks today, would you process them as not especially skeptical?
Note:SCETTICI MA SENZA MARCA

Yellow highlight | Location: 628
if the Tuyuca have evidential markers because their culture requires them, then why in the world is the only European language that has anything like them Bulgarian?
Note:MISTERI

Yellow highlight | Location: 637
Move eastward and another language with evidential marking is Turkish. Again, why them in particular, if evidential marking has anything to do with culture?
Note:ALTRO FATTO INSPIEGABILE

Yellow highlight | Location: 643
In fact, if anything, it is Persian culture that is known explicitly as particularly skeptical.
Note:I PERSIANI NN HANNO ALCUNA MARCA

Yellow highlight | Location: 652
We gifted the Tuyuca with intelligence but must deny it to Africans and Polynesians.
Note:SE LA MARCA È SEGNO DI SCETTICISMO...E LO SCETTICISMO SEGNO DI INTELLIGENZA

Yellow highlight | Location: 655
we might open up to supposing that evidential markers are less linked to culture than it might seem
Note:LA CONCLUSIONE PIÙ PLAUSIBILE

Yellow highlight | Location: 656
If evidential markers emerge according to the “needs” of languages’ speakers, then why are they common in the Native American languages of western North America but not the ones in the east? Is
Note:RIFORMULAZIONE DEL MISTERO

Yellow highlight | Location: 666
evidential markers are not distributed according to what cultures are like.
Note:EVIDENTE A TUTTI

Yellow highlight | Location: 668
The explanation is, quite simply, chance.
Note:SOLUZIONE

Yellow highlight | Location: 669
The Irrelevance of Necessity
Note:Ttttttttttttt

Yellow highlight | Location: 669
The evidence suggests that evidential markers also tend to spread from one language to another as a kind of grammatical meme carried by bilinguals,
Note:CAUSA COLLATERALE

Yellow highlight | Location: 684
Pity the ethnographer charged to determine why Finns have no “need” to distinguish the and a whereas the Dutch do.
Note:ALTRO COMPITO PROIBITIVO....ARTICOLI DET E INDET

Yellow highlight | Location: 690
Worldwide, chance is, itself, the only real pattern evident in the link between languages and what their speakers are like.
Note:E ALLORA RIPETIAMOLO

Yellow highlight | Location: 693
In New Guinea, for instance, it is quite common for a language to have one word that covers both eat and drink (and sometimes also smoke). Yet what “need” does this address?
Note:SENZA UN BISOGNO

Yellow highlight | Location: 698
Navajo takes things to the opposite extreme: how you say eat depends on whether you are just eating in general or whether what you are eating is hard, soft, stringy, round, a bunch of little things, or meat.
Note:CASO OPPOSTO

Yellow highlight | Location: 707
The truth about how languages are different is that largely they differ in the degree to which they do the same things. Some take a trait further than others, not because their speakers “needed” it to, but because a bubble happened to pop up somewhere in the soup. In
Note:NOISE

Yellow highlight | Location: 735
Nothing makes that clearer than the fact that many of the things we think of as absolutely fundamental to getting our thoughts across are, in grand view, more bubbles.
Note:ESSENZIALI X CASO

Yellow highlight | Location: 736
There are languages, for example, where you do not have to mark tense at all—no past, no future. Context takes care of everything,
Note:ESEMPIO

Yellow highlight | Location: 742
there are languages where there are simply first-, second-, and third-person pronouns, but no difference between singular and plural among any of them.
Note:ALTRO ESEMPIO

Yellow highlight | Location: 751
Once we understand this, it is no longer surprising that languages seem almost willful in how little their makeup has to do with what its speakers are like. It’s all about the bubbles.
Note:IT S ALL ABOUT BUBBLES....LA BOLLA È IL LUOGO DOVE EMERGE UNA NECESSITÀ...MA PUÒ GONFIARSI OVUNQUE...SPECIE NEL CONTESTO

Yellow highlight | Location: 765
Why would a language have something its speakers don’t need?
Note:BELKA DOMANDA

Yellow highlight | Location: 766
most of a language’s workings are not due to need, but happenstance.
Note:LEGGI DELL EVOLUZIONE LINGUISTICA

Yellow highlight | Location: 767
Whorf’s idea about “intricate systematizations” was that to learn a language’s grammar was to learn how its speakers think, how they are:
Note:W DIMMI COME PARLI E TI DIRÒ CHI SEI

Yellow highlight | Location: 769
Tuyuca speakers no more “need” evidential markers than Western European and Central African persons “need” words for the and a. Traits like this in a language do not emerge because of the way its speakers think,
Note:PROVA CONTRO

Yellow highlight | Location: 774
Not Those Things?
Note:Tttttttttttt

Yellow highlight | Location: 777
why doesn’t a single word for eat, drink, and smoke mean that people in New Guinea process ingestion differently than other people?
Note:IN NUOVA GUINEA SONO FORSE FOGNE CHE INGHIOTTONO TUTTO?

Yellow highlight | Location: 779
We dismiss that easily—but upon what grounds would people’s languages correspond to their cultures only in attractive ways?
Note:LA CULTURA CONTA SOLO SE È PIACEVOLE PARLARNE

Yellow highlight | Location: 783
“No Word for X”: Caveat Lector
Note:Ttttttttttttt

Yellow highlight | Location: 786
The French person might wonder whether there were people who don’t have a word for the kind of person who always seems to be a little cold like their word frilleux.
Note:MANCANZE INSIGNIFICANTI

Yellow highlight | Location: 788
Yet few would propose that this is because the French are more sensitive to breezes than others.
Note:Cccccccccccc

Yellow highlight | Location: 789
that the French have a word frilleux and we don’t is just a jolly little accident,
Note:INCIDENTE

Yellow highlight | Location: 790
wipe.
Note:MANCA AGLI SVEDESI....MANIACI DELLA POLIZIA

Yellow highlight | Location: 792
African language Mende has no word for may.
Note:O BIANCO O NERO...SEGNO DI INGENUITÀ?

Yellow highlight | Location: 794
It is safe to say that no language lacks ways of conveying degrees of confidence in truth,
Note:INVECE...

Yellow highlight | Location: 799
no words for win or lose.
Note:ALTRO ESEMPIO...BERBERI

Yellow highlight | Location: 801
Are the Berber really alien to children engaging in scrappy competitions in which one person comes out the victor and one doesn’t?
Note:DUBBIO

Yellow highlight | Location: 804
And then, a dictionary of precisely the Shilha’s dialect of Berber reveals words for win and lose. Perhaps they do not use the words just as we do, indeed—especially since the dictionary is in French and gagner and perdre themselves overlap only partially with English’s win and lose. However, the same dictionary also had words for conquer and fail.
Note:MISTERO SVELATO

Yellow highlight | Location: 810
Who Thinks Otherwise?
Note:Ttttttttttttt

Yellow highlight | Location: 812
a robust strain in modern academia is quite committed to the idea that languages represent cultural thought patterns. For example, Swarthmore’s K. David Harrison has posited that depicting language diversity as marvelously random, as I have, is “stunningly obtuse.”
Note:ORIENTAMENTI DIVERSI

Yellow highlight | Location: 822
if we had records of the language Stonehenge’s builders spoke, its structure could tell us nothing about what they were like,
Note:RIPETIAMO LA TESI

Yellow highlight | Location: 824
Both languages, of course, had words for things important in their cultures.
Note:DAL LESSICO CAPIAMO MOLTO DEL POPOLO...MA NN DALLA SINTASSI....E IN OGNI CASO LA GENERAZIONE VA DALKE COSE ALLE PAROLE E NN VICEVERSA

Yellow highlight | Location: 829
languages are not like paintings. They do not develop via people applying their ingenuity or being creative. Languages develop via step-by-step driftings that operate below the level of consciousness,
Note:L EVOLUZIONE DELLA LINGUA

Yellow highlight | Location: 853
When a language works so differently from ours, a natural gut-level impression is that it is a departure from normality, and even that this departure must have been deliberately effected,
Note:IL BIAS DEL PIANIFICATO....EVOLUZIONE SOTTO LA PRESSIONE DI UN PENSIERO

Yellow highlight | Location: 862
The magnificence of how a language is built is not its correspondence with folkways, cosmology, and thought patterns, but in its protean, fecund independence from these things,
STRUTTURA DI BASE....STESSE FUNZIONI REALIZZATE IN MODO DIFFERENTE

martedì 6 agosto 2019

I DATI E LE EMOZIONI

I DATI E LE EMOZIONI

Nelle ultime 48 ore, gli Stati Uniti hanno perso orribilmente 34 vite a causa di sparatorie letali.

Ma hanno perso anche…

500 vite per errori medici…

300 vite per l’influenza…

250 vite per suicidi…

200 vite per errori stradali…

40 vite per omicidio…

Eccetera.

Spesso le nostre emozioni rispondono in modo curioso ai dati. E la cosa riguarda tutti, non un piccolo gruppo di ignoranti che ci piace tanto prendere in giro.

https://feedly.com/i/entry/B7jw4LCucCLXhd0mcd9EmMn+sbxtNLGOdNAs60PDOTo=_16c63dc6947:255a138:73d34570

LA DERIVA AUTORITARIA

LA DERIVA AUTORITARIA
Quando in Italia emerge una figura politica di spicco, la profezia della “deriva autoritaria” comincia puntualmente ad aleggiare minacciosa, finché finalmente non viene formulata a chiare lettere da qualche temerario a cui si unisce la congrega dei soliti noti. Nel caso di Salvini ai consueti supporter si è aggiunta la pattuglia agguerrita dei “questa volta è diverso” (QVD) del Foglio. Si tratta di gente stimabile, per cui il caso merita un’analisi supplementare.
Puo’ darsi che i QVD abbiano ragione, lo status quo bias annebbia la mia lucidità, in più, non avendo mai vissuto i prodromi della dittatura mi mancano i feedback per sviluppare le giuste sensazioni. L’unica cosa che posso fare è passare in rassegna le misure caldeggiate da Salvini e i fatti a lui collegabili per valutare quanto sia credibile la minaccia.
AUTONOMIA. Non ho mai visto un autocrate promuovere l’autonomia dei territori, semmai promuove la centralizzazione.
LEGITTIMA DIFESA. E’ una forma di sussidiarietà, anche qui si va nel senso opposto a quello prediletto dalla personalità autoritaria, che semmai sequestra tutte le armi per acquisirne il monopolio.
PIU’ RISORSE ALLE FORZE DELL’ORDINE. Stante il fatto che l’ordine viene mantenuto con prevenzione e/o repressione, l’autocrate favorisce la prima via poiché gli consente di mettere il becco ovunque nella società civile. Chi invece segue la via opposta è costretto a compensare con un maggiore effetto deterrenza. A parità di leggi, non è affatto detto, quindi, che più polizia implichi più autoritarismo, anzi.
PIU’ LAVORI PUBBLICI. L’autocrate ama le grandi opere e i campioni nazionali, nel nostro caso concreto, però, si tratta di opere come la TAV sponsorizzate un po’ da tutti, tranne che dagli alleati di governo.
FLAT TAX. Meno tasse al centro, meno potere al centro. In sè non vedo come la misura possa destare preoccupazioni di deriva autoritaria. Certo, al crescere del deficit il domani è incerto, ma qui si va sulla speculazione politica.
ALLEANZE ESTERE. Le simpatie per Putin e per Orban sono il vero cavallo di battaglia dei QVD. Qui hanno molte frecce al loro arco.
DAZI. Il protezionismo è una politica molto amata dai dittatori, qui la minaccia è palpabile.
IMMIGRATI. La razza bianca è destinata all’estinzione e questo futuro, ben chiaro a tutti, genera ansia. Il blocco degli sbarchi più che deriva autoritaria potrebbe essere una risposta, criticabile finché si vuole, a questo sentimento comprensibile.
BIBBIANO. E’ solo una guerra culturale tra chi tifa FAMIGLIA e chi tifa ESPERTI. A Bibbiano la FAMIGLIA sembra aver segnato un gol e i suoi tifosi esultano. Gli altri se la prendono con l’arbitro. Aggiungo che chi tifa FAMIGLIA di solito tifa per la moderazione politica: la famiglia asciuga ogni ideologia.
BRUTTEZZA. Salvini è brutto, ha la pancia ma soprattutto parla male. La gente priva di senso civico che non si è mai occupata di politica (cioè “brutta”) ha come la sensazione che tolga loro le parole di bocca, e quindi lo vota. Il rischio qui è di sconfinare nello psico-fascismo della Murgia, una condanna inflitta ai caratteri più che alle idee reali. Tra la personalità autoritaria e la deriva autoritaria c’è una bella differenza. Aggiungo che la Lega governa al nord da decenni senza particolari problemi di “autoritarismo”, davvero Roma è così differente dalla Lombardia? Davvero Salvini è così diverso dagli altri leghisti?
I GIORNALONI. la oro denuncia segna il declino della libertà d’espressione? Io penso di no, interpreto piuttosto queste antipatie come un’insofferenza del media bias, fenomeno reale e arci-noto. Il fatto che la presenza di questo specchio deformante nella comunicazione politica non abbia soluzioni facili (e forse non abbia nessuna soluzione) non deve impedire di indicarlo, e talvolta di indicarlo al pubblico ludibrio.

Qualche altro punto da aggiungere alla rassegna?

LIBERTA' ESPRESSIONE...O TUTTO O NIENTE

Il problema delle leggi contro l’ hate speech è che una volta suddivise le espressioni in “consentite” e “proibite”, queste ultime cominciano a crescere a dismisura. Per dire, oggi la Francia – che in queste cose parte sempre in anticipo - vieta la “stigmatizzazione delle attività agricole".
Informazioni su questo sito web
BOINGBOING.NET
French politicians want to add an ag-gag rule to the country's sweeping online hate speech proposal

lunedì 5 agosto 2019

http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2019/08/the-labor-share-is-not-in-general-falling.html

https://nintil.com/bloom-sigma/

F cosa crea progresso? COSA GENERA PROGRESSO?

https://feedly.com/i/entry/Nkn6RK6HwBgWrvMj84SxHg63I5Wn8O87ZvoPCQT30Mw=_16c61869cc7:21873a6:4b2e0c8b

COSA GENERA PROGRESSO?

Difficile dirlo ma è qualcosa legato alla condizione dei giovani, all’ambiente in cui sono immersi e che li collega. Le prime due cose a cui penso:

1) Un ambiente istituzionale competitivo.

2) Un ambiente culturale che riconosce prestigio all’innovatore.

Da evitare invidia e paura della novità.

https://www.theatlantic.com/science/archive/2019/07/we-need-new-science-progress/594946/

LE RADICI GIUDAICO CRISTIANA

LE RADICI GIUDAICO CRISTIANA
Non esistono.
Non esistono perché ebraismo e cristianesimo hanno una storia collegata ma nessuna affinità sostanziale:
1) l’ebraismo è una religione tribale, il cristianesimo una religione imperiale (cosmopolita).
2) L’ebraismo è un’ortoprassi, il cristianesimo una dottrina.
Insomma, l’ebraismo è più simile all’Islam che al cristianesimo.

https://www.gnxp.com/WordPress/2019/08/03/the-invention-of-world-religions-2000-years-ago/

https://feedly.com/i/entry/54BMp4PRpfGpZgJrJ0T5blULTdimg4gCgsikrRGjEsQ=_16c5994d0e7:19e12c6:4b2e0c8b

COSA PENSIAMO QUANDO DICIAMO “GRETINI”

COSA PENSIAMO QUANDO DICIAMO “GRETINI”
Perché Greta, anziché comprare un semplice certificato di compensazione dei gas serra prodotti dal suo viaggio in aereo (ne esistono molti garantiti da enti terzi affidabili) sceglie di attraversare l’Atlantico e raggiungere NY con una barca dello Yacht Club di Monaco?
Ma perché Greta e i gretini non simboleggiano la lotta al riscaldamento globale bensì un metodo ben preciso di questa lotta: l’esibizionismo moralistico.
Un metodo destinato al fallimento. Troppa morale e poche azioni concrete.

https://feedly.com/i/entry/Od/Z0OrlTBzSrJtcae1t5qtueOtvOco3UFNx6gD9Pd4=_16c60783285:162e5a:25888a06

domenica 4 agosto 2019

venerdì 2 agosto 2019

RADICAL CHIC

RADICAL CHIC

Un tempo indicava il borghese danaroso che dal suo attico simpatizzava con la sinistra radicale. Il prototipo era il Leonard Bernstein che se la faceva con le Black Panther.

Oggi il termine si usa in modo sprezzante per indicare quell’ élite di sinistra con l’erre moscia a cui piace esibire una certa compassione per gli ultimi senza compromettersi troppo. Il prototipo è l’ Eugenio Scalfari predicante.

E’ possibile dare a questa espressione un’ interpretazione più aggiornata, meno vaga e meno giudicante?

Propongo di mettere da parte il censo e l'ideologia per concentrarsi su due parametri alternativi: domicilio e professione.

Il radical chic è essenzialmente un tale che vive in centro città (ZTL), o comunque in un territorio ad alta densità abitativa in cui i prezzi al metro quadro sono elevati. Questo cosa comporta? Primo, che il suo reddito è comunque più alto della media, anche se non è detto sia un riccone, magari ha ereditato. Secondo, che sviluppa una sensibilità vicina ai valori della sinistra, visto che in città predomina necessariamente la decisione collettiva e senza coesione non si va lontani.

Il radical chic svolge poi uno di quei lavori "senza media" in cui o conosci il vero successo, o vivacchi in modo precario (a lui è andata bene). Faccio qualche esempio: attore, giornalista, creativo, professore… Da uomo di successo gode di sicurezza economica, da uomo immerso in un ambiente aleatorio sviluppa convinzioni solidaristiche per attenuare i rischi.