martedì 5 novembre 2019

LE MANI SULLA CITTA'

https://feedly.com/i/entry/B7jw4LCucCLXhd0mcd9EmMn+sbxtNLGOdNAs60PDOTo=_16e36c59d5b:11dfc2ca:97b0c8f7
LE MANI SULLA CITTA'
Nel famoso film erano mani rapaci, ora sarebbero mani provvidenziali. Abbiamo bisogno di costruire, di lottizzare, di sviluppare. Un libro spiega bene perché.
1) Economie che soffrono - Un'economia agricola soffre se manca la terra, un'economia industriale se mancano le materie prime, un'economia dei servizi se manca la prossimità.
2) Piani - La regolamentazione sull'uso del territorio ha patologicamente inflazionato i prezzi di case e uffici. I regolatori sembrano felici di farli esplodere ed escludere una marea di gente dal cuore vitale delle città.
3) Mercato - La fornitura di edifici è oggi abbondantemente sotto quella garantita dal libero mercato, e i prezzi abbondantemente sopra. La densità abitativa dovrebbe crescere finché il costo di un appartamento in più bilancia i benefici. Siamo ben lontani da questo punto di equilibrio.
4) Poveri e classe media - Il governo potrebbe aiutarli deregolamentando l'edilizia. Ma a noi Francesco Rosi ha fatto il lavaggio del cervello.
5) NYC - Grattacieli nella Midtown e grattacieli nel distretto finanziario. In mezzo, una vallata. Come mai? Si è persino sparsa la leggenda che ci fosse una falda friabile ad impedire le costruzioni di una certa altezza. No, non c'è la falda, ci sono divieti che rendono impossibile abitare dove si lavora.
6) Boom - Ci sono posti come Milano che hanno goduto di un notevole sviluppo, ma lo sviluppo non ha riguardato la quantità di abitazioni disponibili e la popolazione, ha riguardato solo i prezzi delle case. Le persone - specie le più bisognose - sono state cacciate lontano dalla ricchezza. Abbiamo reso impossibile la vicinanza alle opportunità.
7) Scarsità - Non esistono ragioni per una scarsità di alloggi. Conosciamo tutte le tecniche per costruire in altezza e in modo compatto e confortevole, sappiamo come si fanno gli ascensori, i costi dell'edificazione, poi, sono sempre più contenuti. L'unica ragione della penuria di case sono i divieti e la voglia di rendere esclusive le zone centrali, ovvero le più produttive.
8) Suburbia - I limiti a costruire hanno creato un'immensa suburbia da cui vanno e vengono immense flotte di auto inquinanti. Meglio concentrare per poi spostarsi a piedi o in bici.
9) Sinistra - La sinistra è spacciata: ogni volta che vede un attivista che denuncia "le mani sulla città" si unisce d'istinto a lui senza vedere che così facendo difende i ricchi radical chic a danno di poveri e della classe media. Occorrre tornare alla lezione numero uno: la scarsità è anti-egalitaria. Dove i beni sono pochi vengono accaparrati dai benestanti. E qui la scarsità è data dai permessi a costruire.
10) Sussidi - I continui sussidi a parchi e parcheggi rafforzano questa dinamica e, di conseguenza, l'uso massiccio dell'auto.
11) Basta auto! -
12) Lottizzatore - E basta con questa retorica da commedia all'italiana volta a demonizzare chi cementifica facendo business! E' proprio dell'opera di costoro che abbiamo bisogno!
13) Ambientalisti - Nell'impatto ambientale, oltre ai costi della costruzione, dobbiamo conteggiare i costi della non costruzione! Le opportunità che si volatilizzano stando distanti, lo stress e l'inquinamento dovuto ai lunghi spostamenti.
14) Policy - Via la richiesta di parcheggi, via il giardinetto alle abitazioni, via i limiti alle altezze: i centri con affitti da capogiro richiedono grattacieli.
15) La destra - Potrebbe essere questa una battaglia della destra, ma la destra odia cio' che la sinistra ama (la vita urbana, il trasporto pubblico...) cosicché non si mostra disinteressata. Peccato.
16) Romolo Catenacci - Abbiamo bisogno di te, non di Rosi.

lunedì 4 novembre 2019

come procede la scienza

Piccolo riassunto di come Keplero è arrivato a formulare le sue leggi sul moto dei pianeti partendo da una collezione di dati precisi e guidato dai suoi pregiudizi spesso errati, ma che includevano l'intuizione spesso determinante che le leggi naturali dovevano essere semplici e simmetriche ma anche rispettare le osservazioni.

https://www.facebook.com/alberto.lusiani/posts/10219995353651782

PERCHE' SOLO LO STATO ESCLUDE?

PERCHE' SOLO LO STATO ESCLUDE?
Le città, in genere, non limitano l'accesso sul loro territorio alle persone che vengono da fuori.
Anche le imprese sembrano trattare tutti i potenziali lavoratori allo stesso modo, non sentono particolari doveri verso i "lavoratori locali".
Le nazioni, al contrario, sono più propense a discriminare ponendo limiti all'immigrazione. Come mai solo loro usano la sbarra in modo così compulsivo?
RISPOSTA UNO: non c'è bisogno di limitare quando altri lo fanno per te (ovvero: dei limiti nazionali "godono" anche imprese e città).
RISPOSTA DUE: a livello più elevato il libero accesso crea inconvenienti che non si riscontrano a livello inferiore.
RISPOSTA TRE: città e imprese vivono in un contesto più competitivo rispetto alle nazioni. Solo queste ultime possono permettersi politiche inefficienti.
Scarterei la UNO in quanto le nazioni non "limitano" tutte alla stessa maniera, sarebbe quindi sensato attendersi dei correttivi a livello di aziende e città, ma non esiste nulla del genere. Sulle altre due sono indeciso, anche se la TRE è molto seducente, soprattutto perché le nazioni più piccole, ovvero più esposte alla competizione, sono anche le più generose con i migranti.
OVERCOMINGBIAS.COM
Cities usually don’t much limit who can move there. If you can find someone in a city to give you a job, to rent you an apartment, to sell you food and…

ARIEL RUBINSTEIN

ARIEL RUBINSTEIN
Silenzio, parla il maestro. Cerco avidamente le sue interviste perché è una persona che ha sempre qualcosa da dire. Il succo dell'articolo:
1) La teoria dei giochi - Si occupa di strategia, ovvero di quei problemi che risolvi mettendoti nei panni altrui. Non devi decidere se uscire con l'ombrello o no. Non devi giudicare il mondo (se pioverà o meno) ma le persone, la loro reazione alle tue mosse, in modo da anticiparle.
2) P.R. - La teoria ha avuto dei fantastici P.R., a cominciare da chi ha scelto questo nome ("teoria dei giochi") che associamo all'infanzia e ad un mondo ludico. La cosa rende la materia attraente, almeno finché poi non si scopre quanto sia altamente astratta, astrusa, cervellotica e con scarsi contatti con la realtà.
3) Applicazioni - Le applicazioni della teoria sono praticamente nulle. Qualcuno ha visto un collegamento con le strategie militari della guerra fredda, ma si tratta di illusioni. Anche sulle aste per l'assegnazione delle frequenze la teoria dei giochi alla fine è stata marginale. Certo, gente come John von Neumann e Thomas Schelling ha lavorato sulla deterrenza nucleare, così come John Nash ha collaborato con RAND, penso però che il loro contributo sia stato minimo. Mere audizioni senza seguito.
4) Logica - Farei un parallelo con la logica. Noi la veneriamo ma non penso che la logica ci aiuti molto nella vita reale. Un buon giudice non ha bisogno di conoscerla. La logica ha una sua utilità ma non si tratta di utilità pratica, non ci dice come affrontare la giornata di domani.
5) Modelli - Il teorico dei giochi si esprime tramite i modelli. Per me i modelli sono come le fiabe, non hanno nessuna utilità pratica ma forse non sono del tutto inutili. In fondo, quando leggiamo una bella fiaba ai nostri figli non abbiamo l'impressione di perdere tempo in un mero divertimento fine a se stesso, anche le fiabe hanno una loro utilità, sebbene non ci dicano nulla su come comportarci qui ed ora.
6) La matematica - Ci aiuta a essere più precisi, a liberarci delle associazioni mentali irrilevanti.
7) L'astrazione - Senza astrazione non c'è teoria ma l'astrazione ci fa perdere molto della realtà, per questo la teoria non ha nulla da dire sulla realtà.
8) Perché - A chi si chiede perché teorizzare, la risposta è semplice: perché è interessante. Teorizzare è una seduzione. C'è forse un'utilità di tipo culturale in tutto questo. Trovo che sia virtuoso farlo, ci consente di crescere all'interno di una cultura che domani ci farà decidere meglio, anche se, come già detto, lo strumento in sé è inutilizzabile. Ecco, quel che penso su questo punto vale per l'intera accademia. Le scienze sociali e umanistiche non devono avere ambizioni pratiche, sono utili quanto le sculture nei parchi.
9) Consigli - In vita mia non ho mai visto un teorico dei giochi dare un consiglio sensato basato sul suo ramo di competenza.
10) Sopravvalutati - I teorici dei giochi sono sopravvalutati. Probabilmente la gente confonde le loro grandi abilità nel ragionamento astratto con il potere della teoria. Ma conoscere quella teoria ci serve forse per leggere con passione un romanzo di Agatha Christie.
11) Israele - Molti "giocatori" sono israeliani, forse un paese perennemente in guerra è avido di strategie e pretende erroneamente di trarle da lì. Forse lo studio del Talmud, pratica molto astratta particolarmente "inutile", ha pesato. Il Talmud è pieno di esempi e in fondo i modelli non sono altro che piccoli esempi. Ma poi c'è stata la presenza di una figura come Aumann, una personalità seducente anche se non condivido il suo fondamentalismo religioso. Era praticamente un rabbi per noi giovani. In lui si coglieva lo sforzo sincero di semplificare lo scenario, di farsi capire mantenendo il rigore. Non è poco. Anzi, è tutto. Ancora oggi valuto il suo modo di procedere come il migliore.
12) Beautiful Mind - Un film molto bello su un grande teorico dei giochi. Ma anche un film che non ha assolutamente nulla da dire sulla teoria dei giochi, sia chiaro. Nella nostra materia la personalità degli autori ha poco peso, tu leggi un lavoro e non riesci minimamente a capire il carattere dell'autore che l'ha scritto. Per romanzieri e filosofi forse è diverso.
13) Il libro che manca - Nel nostro campo manca un libro che tratti del fascino illusorio della materia. Tutti ci leggono in cerca di soluzioni, ma noi non abbiamo alcuna soluzione da dare ai problemi reali, siamo solo uomini di cultura. Creiamo l'atmosfera giusta, facciamo dell'università un posto con l'atmosfera giusta in cui passare qualche anno. Di fronte alla vita un teorico dei giochi non parte certo avvantaggiato.
14) Avvocato - Ho studiato matematica e logica perché mi interessava scoprire come la gente sosteneva le proprie opinioni. Pensavo che dietro i simboli matematici si nascondesse qualcosa di risolutivo, ma non ho trovato nulla di molto rilevante. In questo senso i modelli non aiutano. Mi piaceva osservare la gente che sosteneva le sue tesi con argomenti solidi, volevo fare l'avvocato e dimostrare le cose in tribunale. Se oggi dovessi rinascere farei senz'altro l'avvocato.
FIVEBOOKS.COM
The distinguished game theorist, Ariel Rubinstein, recommends the best books on game theory.

JOKER

https://feedly.com/i/entry//cnXVr/5HNe2pDqTI3udBeVx4AbJSW9TNhacAl8h6Dc=_16e35f0023e:c2e642:b605d590


https://feedly.com/i/entry//cnXVr/5HNe2pDqTI3udBeVx4AbJSW9TNhacAl8h6Dc=_16e35ed05ce:c34073:34928500

GOVERNO vs BLOCKCHAIN

GOVERNO vs BLOCKCHAIN

Come e dove costruire una centrale nucleare? Come e dove costruire una strada? Come e dove costruire un parco? Come e dove costruire una discarica?

Oggi decidiamo con il voto, e i risultati sono pessimi.

Domani decideremo con un' asta, e i risultati saranno migliori.



https://commonwealth.im/edgeware/proposal/discussion/101?utm_medium=forum&utm_source=r/radicaldecentralization&utm_campaign=Crowdsourcing%20the%20Public%20Good:%20Dominant%20Assurance%20Contracts

ALLA RICERCA DI MODELLI


ALLA RICERCA DI MODELLI
Chissà perché i socialisti alla ricerca di modelli non guardano al Venezuela ma alla Scandinavia! Purtroppo per loro non possono guardare alla Svizzera, ha numeri migliori della Scandinavia ma è anche la quintessenza del capitalismo moderno. L'articolo fa un ritrattino aggiornato di questo miracolo sottaciuto nel cuore dell'Europa: tasse basse, poche regole, economia aperta e welfare a livello scandinavo. Sembra proprio che lì uguaglianza e affari convivano alla grande.
1) Reddito e uguaglianza - La Svizzera è il secondo paese più ricco del mondo (dopo il Lussemburgo): 84.000 dollari pro capite di reddito (20.000 sopra gli scandinavi!). Un reddito in ascesa parallela con gli indici di eguaglianza, che ormai hanno raggiunto i livelli scandinavi.
2) Ricchezza - Il patrimonio medio è di 540.000 dollari, il doppio di quello scandinavo.
3) Felicità - E' decima in classifica. Non male, anche se diffido di simili graduatorie.
4) Sanità - Un sistema che accontenta tutti: la destra per le assicurazioni e gli ospedali privati, la sinistra per la copertura universale e gli anarchici per la libertà di scelta.
5) Riciclo? - Molti sospettano di tanto benessere e accusano il paese di essere un paradiso per evasori e criminali, e intanto rievocano l'oro nazista. Per quanto una versione moderata dell'argomento non sia peregrina, i tempi sono maturi per metterla da parte. Nel 2015 - dopo varie pressioni - il paese ha aperto alla trasparenza delle sue banche senza subire contraccolpi, anzi. Molto più probabilmente la Svizzera gode del fatto di essere un'isola di libertà tra le opprimenti socialdemocrazie europee. Un po' come un tempo Hong Kong con la Cina. Tra queste libertà rientrava anche la privacy, ora purtroppo molto ridimensionata.
6) Tasse - Rispetto alla Scandinavia, la Svizzera ha tasse basse sulle persone, sulle imprese e sui consumi. Nel 2018 i più ricchi pagavano un' IRPEF del 36% contro il 52 Scandinavo. Qui però il divario proposto dall'articolo mi sembra gigantesco, non so fino a che punto si considerino le tasse locali che, penso, pesino di più in Svizzera che in Svezia.
7) Spesa pubblica - Quella Svizzera tocca giusto il 33% mentre quella scandinava è a livello italico (quasi 50%). Vale il discorso di prima.
8) Commercio - La Svizzera è un paese più aperto di quelli scandinavi.
9) Produzione - Dopo il Giappone, la Svizzera è il paese che fabbrica i prodotti più complessi al mondo. Ben più di quelli scandinavi. I settori di punta sono nelle biotecnologie e nell'ingegneria.
10) Imprese - Sono svizzere 13 delle prime 100 imprese europee. L'economia svizzera è molto decentrata e il sistema delle imprese è ben distribuito sul territorio. Anche le imprese più avanzate, tanto per dire, non si concentrano nell'area di Zurigo.
11) Dipendenti pubblici - Solo 1 svizzero su 7 lavora per il governo, nei paesi scandinavi la quota è doppia. E sappiamo quanta disoccupazione mascherata si annidi tra i dipendenti pubblici.
12) Moneta - Il suo valore sale costantemente rispetto a quello delle monete europee, il che rende le esportazioni più difficoltose esaltando ancora di più il fatto che siano comunque in continua crescita.
13) Crisi - Immune da crisi finanziarie dagli anni settanta. La bancarotta scandinava, al contrario, è ancora recente risalendo agli anni novanta.
14) Debito privato - E' un po' il tallone d'Achille poiché si aggira intorno al 250% del PIL. D'altronde, con una moneta così forte i tassi sono praticamente sempre a zero e per imprese e privati indebitarsi è una tentazione irresistibile. Naturalmente il debito pubblico quasi non esiste.
15) Nazione - La Svizzera non è una nazione ma almeno tre nazioni. Quasi tutti sono poliglotti e la politica è molto decentrata: un sindaco pesa quanto un capo di governo.
16) Stranieri - La popolazione straniera è in crescita da decenni ed oggi è 1/4 di di quella totale.
17) Immigrazione - La Svizzera accoglie più migranti di qualsiasi paese scandinavo. Tra il 2015 e il 2020 si stimano oltre 250.000 ingressi (il doppio rispetto alla Scandinavia). Anche la probabilità per un immigrato di trovare lavoro è più alta che in Scandinavia (anche perché talvolta si emigra su richiesta delle imprese!).
18) Scuola - A 12 anni si è già indirizzati verso il percorso di studi più adatto. Molto incentivata è la scuola professionale rispetto alle università, tra l'altro poco costosa (rette da 1.000 dollari l'anno).
19) Modello di sviluppo. Mentre quello Svizzero è costante, quello scandinavo è cambiato notevolmente dopo la crisi degli anni 90, il socialismo è un ricordo: l'aliquota a carico dei ricchi è cauta dal 90 al 50% e la spesa è passata dal 70 al 50%. Insomma, la Svezia è ripartita copiando la Svizzera, non certo il contrario.
Informazioni su questo sito web
NYTIMES.COM
Forget Scandinavia. Switzerland is richer and yet has a surprisingly equal wealth distribution.

domenica 3 novembre 2019

L'ALTERNATIVA ALLA SEGRE

https://feedly.com/i/entry/B7jw4LCucCLXhd0mcd9EmMn+sbxtNLGOdNAs60PDOTo=_16e2884fd17:10f2c6dd:97b0c8f7
L'ALTERNATIVA ALLA SEGRE
Bryan Caplan inanella in un agile libretto - reso ancora più piacevole dai fumetti di Zac Zach Weinersmith - gli argomenti migliori per difendere la causa dei migranti, molti dei quali vengono proprio dalla cultura di chi li avversa. A volte si pensa a certi film di Clint Eastwood.
Bravo, è così si fa. Di certo molto più saggio che imbarcarsi nelle puttanate anti-razziste delle leggi-Segre messe lì per tappare la bocca alla gente e irritarla facendo finta di niente. Come se non si capisse lontano un miglio.
Ecco allora una sintesi estrema del libro.
Il marciapiede - E' imprudente lasciare 100 euro sul marciapiede, domani potremmo non ritrovarli più. Eppure il mondo sta lasciando migliaia di miliardi sul marciapiede! Per raccoglierli e portarli a casa basterebbe aprire i confini delle nazioni e consentire ovunque la libera circolazione delle persone. Sono le leggi economiche fondamentali a dircelo. Quelle di cui di solito non dubita nessuno.
Radicalità - La tesi proposta dal libro è piuttosto radicale, poiché anche chi simpatizza con i migranti, di solito, si limita a battersi per avere più quote, più lavoratori qualificati, più rifugiati...
Aiuto ai poveri - I confini aperti sarebbero una scorciatoia verso la prosperità globale ma al contempo la via più efficace per combattere la povertà globale.
Haiti - Un haitiano rinchiuso nella sua isola guadagna 1000 dollari all'anno. Sbarcando a Miami ne guadagnerebbe 25.000, questo perché in Florida la stessa persona è molto più produttiva. Ripeto: 1 e 25.
La povertà - Mettiamocelo in testa: un haitiano non è povero perché è haitiano ma perché sta ad Haiti!
Benefici per tutti - Adesso, poiché questa ricchezza creata vorrà anche essere venduta, i benefici si allargheranno a tutti.
Leggi anti-immigrazione - La loro funzione è quella di impedire la creazione di questa nuova ricchezza. Una maggiore povertà - lo status quo - potrebbe avvantaggiare temporaneamente alcune categorie di persone inefficienti che vivono di rendita ma non di certo la nazione nel suo insieme.
Raddoppio - Si stima che i confini aperti raddoppierebbero la ricchezza mondiale consentendo a centinaia di milioni di poveri di essere enormemente più produttivi e di uscire dalla povertà.
L'invasione - Gli arrivi totali in Europa dal 2014 al 2018 sono inferiori all'1% della popolazione. Ci possono essere emergenze ma è difficile vedere l'invasione.
La cultura - Il problema sembrerebbe culturale: i tedeschi dell'ovest hanno "accolto" quelli dell'est in percentuali molto più consistenti. Perché, per esempio, i migranti non imparano la nostra lingua? Ma per le prime generazioni è sempre stato così, nemmeno i nostri avi in America sapevano la lingua, spesso parlavano dialetto. Già per la seconda generazione è molto diverso.
Criminalità - Pare proprio che la propensione a delinquere dei clandestini sia più elevata. Ma la cosa si spiega facilmente: se uno è già fuorilegge quando arriva, non ha nessun incentivo a rigare dritto. Se uno è disoccupato, la sirene dell'illegalità suonano per lui molto più forte. In quest'ottica gli ostacoli ad essere un buon cittadino sono le leggi contro il lavoro (tesse e regole) e, paradossalmente, le leggi anti-immigrazione. Sia come sia, il problema non sembra essere l'immigrazione. Altro esempio: leggi lassiste posso no condurre sulla via del crimine? Basta inasprirle. Ancora: un problma di politica criminale, non di immigrazione.
Terrorismo - Nemico sopravvalutato. I danni che procura impressionano senza avere sostanza nelle statistiche.
Politica - L'immigrato potrebbe "votare male", d'altronde se il suo paese è conciato male una parte della colpa è anche per la cattiva politica. ma questa perplessità puo' essere elusa separando diritti migratori e cittadinanza, del resto ai migranti non interessa votare, sono piuttosto inerti. I paesi più generosi in ambito migratorio sono quelli del Golfo Persico. Perché? probabilmente perché lì la naturalizzazione è impossibile.
Inquietudine - Se si discute di cose "misurabili" la tesi dei confini liberi sembra vincente, se si discute invece di cose "non misurabili" come il fastidio di veder gironzolare degli stranieri, allora nessun argomento è opponibile. Mi chiedo solo se chi viene ripetutamente confutato dai numeri sia davvero credibile quando si appella ad argomenti inconfutabili con i numeri.
Morale - In assenza di evidenze chiare sui danni possibili dei confini aperti, rispettiamo i diritti dell'individuo.
Lo stato e casa tua - Perchè puoi chiudere le porte di casa tua ma non quelle di uno stato? Perché tu sei reale lo stato no. Lo stato non ha diritti, è una convenzione che esiste nella misura in cui serve alle persone, e uno stato con i confini chiusi le danneggia.
La destra per l'immigrazione - Gli argomenti pro-imm per uno di destra sono tanti: 1) spesso in assato la destra si è battuta contro i muri. Ricordate l'appello di Reagan a Gorbaciov ad abbattere il muro di Berlino? 2) La difesa del libero mercato che piace a destra fornisce poderosi argomenti pro-immigrazione. 3) L'immigrato è umile, lavora sodo e rischia per migliorare la propria condizione (già il fatto che sia qui è indice di grande volontà), un atteggiamento che a destra piace. 4) L'immigrato vuole solo cimentarsi, accetterlo significa accettare la meritocrazia, altro valore caro alla destra.
La sinistra per l'immigrazione - Anche la sinistra ha molti motivi per accettare i confini aperti: 1) accettare l'immigrato esalta l'uguaglianza, le pari opportunità e la non discriminazione. 2) I confini aperti riducono la povertà degli ultimi, ma di quelli veri.

AMAZON.IT
Open Borders: The Science and Ethics of Immigration

sabato 2 novembre 2019

ARRIVA LA BASTONATA DI LANT

ARRIVA LA BASTONATA DI LANT
Lant Pritchard ha qualcosa da precisare sul lavoro dei neo-Nobel Esther Duflo e Abhijit Banerjee. Lo fa in un post che ora non riesco a rintracciare ma che ricordo bene.
1) Oggetto - Che sia chiaro: l'oggetto dei loro studi non è la povertà (globale) ma un metodo scientifico applicato alle scienze sociali e che va sotto il nome di "random control trial" (RCT). Nella sostanza si tratta di testare le policy come si testano le medicine.
2) Paul Romer - Ebbe a dire: immaginate un paziente a cui i medici dicano: "voi avete un cancro e anche un'allergia. Quest'ultima si puo' curare dividendo la vostra cute in molte zone da trattare diversamente in modo da isolare le cause del problema e debellarla. Poiché con il tumore nulla del genere è possibile, ci limiteremo a curare la vostra allergia. Ecco, Esther Duflo e Abhijit Banerjee sono come quei medici. Curiosità, a quella conferenza era presente Abhijit Banerjee, che ammise: l'analogia era corretta.
3) Povertà - RCT isola i programmi anti-povertà di successo (PAS). Primo problema: non esiste correlazione tra Povertà delle nazioni e PAS.
4) Mitigazione - Conosciamo molti paesi in cui la povertà è calata: Cina, India, Vietnam, Thailandia, Indonesia... Ma non esiste correlazione tra queste riduzioni conosciute della povertà globale e PAS.
5) Casi - Abbiamo isolato 3991 casi di individui che a detta dei vicini sono usciti dalla povertà: lo 0.3% (3 su 1.000) l'ha fatto grazie ai PAS. La stessa percentuale di chi c'è riuscito vincendo la lotteria.
6) Effetto distrazione - i PAS individuati con il metodo RCT non curano la povertà, si limitano a mitigare alcune conseguenze negative dell'essere poveri. Certo, le donazioni di lenticchie incoraggiano le vaccinazioni, alcuni trucchetti limitano l'assenteismo, il de-worming migliora il profitto scolastico... Tutte cose interessanti, ma non sembra che sia quella una via promettente per uscire dalla povertà. Il metodo RCT è un passo avanti rispetto alle solite correlazioni statistiche ma indugiare sui pochi ambiti in cui è applicabile fa perdere di vista il fenomeno generale.