Cultura alta e Cultura bassa.
giovedì 28 novembre 2024
alto e basso
martedì 26 novembre 2024
miracolo!
I miracoli non vanno considerati come violazioni dell'ordine naturale da verificare scientificamente, ma come narrazioni che svolgono una funzione sociale e spirituale all'interno della comunità dei credenti. Questi racconti creano significato, ispirano speranza e rafforzano i legami comunitari. Il loro valore, una volta scartata la loro confutazione empirica, non risiede nemmeno nella loro verificabilità empirica, ma nella loro capacità di produrre effetti concreti nella vita delle persone. Inutile cercare una purezza evangelica originaria, libera dalle stratificazioni storiche. Anche perché la tradizione dei miracoli non è un'aggiunta impropria ma uno strumento che la comunità ha sviluppato per dare forma concreta all'esperienza della santità. La contrapposizione tra "etica dell'agape" ed "etica della santità" è pretestuosa: i miracoli e le canonizzazioni non sono necessariamente espressioni di un'ossessione per la perfezione individuale, ma possono funzionare come sprone a quell'attenzione agli altri che Bruni considera esclusivo. I santi non sono modelli di perfezione irraggiungibile, quanto esempi concreti di come l'amore per gli altri possa manifestarsi in modi straordinari nella vita ordinaria. Il desiderio - guidato da un improvvido complesso di inferiorità - di riformare la Chiesa eliminando gli elementi "non razionali" impoverirebbe il suo potenziale di dialogo con la contemporaneità. In un'epoca di tecnicismo e razionalismo estremo, il linguaggio dei miracoli potrebbe offrire uno spazio per esprimere dimensioni dell'esperienza umana che sfuggono alla pura razionalità strumentale. Non si tratta di opporre fede e ragione, ma di riconoscere la molteplicità dei linguaggi attraverso cui gli esseri umani danno senso alla loro esistenza.
lunedì 25 novembre 2024
regola aurea
Ecco tre strategie morali, scegliete la vostra:
giovedì 21 novembre 2024
doge
DOGE
lunedì 18 novembre 2024
politica identitario
I sostenitori della politica identitaria sostengono che disuguaglianze e discriminazioni siano spesso legate all'appartenenza a gruppi specifici. In un senso banale questo è vero per definizione: se un gruppo è "specifico" riguardo a certi ambiti, otterrà in quei ambiti risultati "specifici". In un altro senso il problema è meramente empirico: le diseguaglianze sono frutto di discriminazione nel senso peggiore del termine? Di solito questa tesi viene (prevedibilmente) smentita. Dico "prevedibilmente" poiché viviamo in un ambiente dove discriminare in modo arbitrario penalizza innanzitutto chi discrimina. Esempio: se un omosessuale possiede abilità specifiche ma io lo respingo in quanto omosessuale, costui collaborerà con il mio concorrente buttandomi fuori dal mercato.
venerdì 15 novembre 2024
egemonia culturale
Contro l'idea di egemonia culturale.
giovedì 14 novembre 2024
sull esistenza della mente
Sull'esistenza della mente.
L'idea a cui sono pervenuto è che i disaccordi autentici non esistano, cio' che esiste sono solo descrizioni differenti di cio' che ci sta davanti. Un determinato evento può essere descritto allo stesso modo in termini fisiologici e psicologici, non intenzionali e intenzionali. Il disaccordo si sana quando scopriamo la descrizione più utile nel contesto in cui siamo. Esempio, la psicologia popolare rimarrà probabilmente il modo migliore per prevedere cosa faranno domani i nostri amici e conoscenti. Questo è tutto ciò che intendo dicendo "le menti esistono". D'altro canto, lo studio della fisiologia e dell'evoluzione è il modo migliore per capire come "funzioniamo", e questo è cio' che intendo quando dico "le menti non esistono". Di conseguenza, "le menti esistono" in certi contesti e "non esistono" in altri. Questo vale anche per la libertà, la giustizia, i colori, eccetera. Insomma, le ragioni sono anche cause. Oltretutto, non c'è un contesto più significativo. Le "cose del mondo" non rendono vere le frasi. La distinzione tra vero e falso possiamo sostituirla con una distinzione tra le frasi che servono a un certo scopo e quelle che servono ad altri scopi.
p.s. la cosa mi è apparsa evidente discutendo in rete sulla "medicalizzazione della scuola". Chi si oppone e chi la critica in nome della classica "responsabilizzazione" (o "scuola del merito") sta descrivendo in modo diverso la stessa identica cosa. Non c'è disaccordo genuino. Molto più semplicemente gli "oppositori" mirano ad una società che massimizzi il capitale umano mentre i sostenitori a una società che "minimizzare il dolore" degli studenti. Forse sopravviveranno solo le società più efficienti, cosicché avranno ragione gli "oppositori", oppure la scuola è di fatto slegata dalla formazione del capitale umano e allora avranno ragione i "sostenitori".
lunedì 11 novembre 2024
zucchero e infertilità
La biologia ci racconta una storia per cui siamo fatti per massimizzare il numero di nipoti e pronipoti, eppure noi non riusciamo nemmeno più a fare figli. Come mai? Risposta della sociobiologia: siamo troppo impegnati a pubblicizzarci come soggetti idonei ad avere tanti nipoti e pronipoti. Nei nostri "spot" esibiamo intelligenza, creatività, generosità e credenze bizzarre che impressionano gli altri. Sono tutte forme di "spreco" lussuoso che promuovono efficacemente la nostra immagine. Un obbiettivo intermedio si è trasformato in obbiettivo principale. Un po' come il gusto per lo zucchero che ieri salvava la vita e oggi ci trasforma in panzoni.
domenica 10 novembre 2024
esperienze religiose misticismo
Ecco un saggio sul fenomeno delle esperienze religiose, è fatto su misura per chi va di fretta (bibliografia al terzo commento).
giovedì 7 novembre 2024
Perché la monogamia definitivo
caleidoscopio delle metafore - nell'antirealismo tutto è metafora
Siamo pesci inclini a dimenticare l'acqua dove sono immersi. Viviamo la nostra vita agitandoci in un caleidoscopio di metafore, è un universo senza gravità dove oggi il cuore è una "pompa" ma domani nulla impedirebbe che la pompa fosse un "cuore". Non c'è un' àncora da gettare in nessun luogo. Ci proviamo imponendoci dei dogmi che presto si sgretolano. Ci proviamo con la Ragione ma la metafora di mestiere divide l'universo in almeno due livelli originando così i ben noti paradossi dell'autoreferenzialità, cio' pregiudica il fondamento razionale di qualsiasi metafisica. Il loop delle metafore contamina tutto, contamina la matematica (Goedel), contamina l'arte (Escher), contamina la musica (Bach), contamina i cervelli (Hofstadter)... Eppure alla metafora non possiamo rinunciare, ci serve per muoverci, ci serve per avere una mappa, per memorizzare e identificare un "meccanismo complesso" trasformandolo in una "storia" o in una "filastrocca". "Riccardo" è un'ottima metafora di "r" + "i" + "c" + "c" + "a" + "r" + "d" + "o". Grazie ad essa ricordo il mio nome, senza di essa si trasformerebbe in un codice fiscale. Questo compito lo assolve bene, purché la si cambi all'occorrenza: ora utilizzi la metafora scientifica per buttarla al momento opportuno sostituendola con quella religiosa. C'è una mappa per tutte le occasioni. Francamente, vedo poco spazio per infondere "realismo" nella religione ma ce n'è molto per infondere anti-realismo nella scienza.