lunedì 11 novembre 2024

zucchero e infertilità

 La biologia ci racconta una storia per cui siamo fatti per massimizzare il numero di nipoti e pronipoti, eppure noi non riusciamo nemmeno più a fare figli. Come mai? Risposta della sociobiologia: siamo troppo impegnati a pubblicizzarci come soggetti idonei ad avere tanti nipoti e pronipoti. Nei nostri "spot" esibiamo intelligenza, creatività, generosità e credenze bizzarre che impressionano gli altri. Sono tutte forme di "spreco" lussuoso che promuovono efficacemente la nostra immagine. Un obbiettivo intermedio si è trasformato in obbiettivo principale. Un po' come il gusto per lo zucchero che ieri salvava la vita e oggi ci trasforma in panzoni.

domenica 10 novembre 2024

esperienze religiose misticismo

 Ecco un saggio sul fenomeno delle esperienze religiose, è fatto su misura per chi va di fretta (bibliografia al terzo commento).

Il compito dei sensi è quello di raccogliere sparuti indizi, poi trasformati in scosse elettriche che il cervello legge come un codice per realizzare la sua allucinazione nella nostra testa. Sì, ognuno di noi vive in un'allucinazione autocreata idonea alla vita che conduce. Per i mistici non è molto diverso, anche loro come tutti noi hanno visioni apparenti. Questi individui non sono "pazzi" e non sono nemmeno rari. Questa condizione interessa milioni di persone. Il fatto centrale è che la nostra "tecnologia biologica" non è in grado di elaborare la stragrande maggioranza degli impulsi esterni, la banda di cui disponiamo non è molto larga cosicché si realizza una "fiction" col poco che si riesce a raccattare, e in questo senso siamo molto fantasiosi. Per esempio, per quel che ne sappiamo non c'è alcun suono là fuori. Se un albero cade in una foresta e non c'è nessuno a sentirlo, crea cambiamenti nella pressione dell'aria e vibrazioni nel terreno, niente di più. Anche i colori che "vediamo" sono mediati dalla cultura. Il colore è una bugia, una scenografia elaborata dal cervello che si è rivelata utile in passato.

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giovedì 7 novembre 2024

Perché la monogamia definitivo

Perché la monogamia?
La domanda è banale laddove, come nel mondo pre-agricolo, vige un'uguaglianza naturale nella povertà che parifica tutti gli uomini. Qui la monogamia s'impone di necessità: se un uomo deve suddividere i suoi pochi averi su più famiglie rischia che nessun membro della sua prole sopravviva. D'altronde, perché mai una donna dovrebbe preferire un mezzo/uomo (o uomo in condivisione) piuttosto che un uomo intero tutto per se'? Ricordo che dobbiamo immaginare un mondo dove i "buoni partiti" non esistono.
L'enigma quindi quindi riguarda la monogamia presso le società ricche, ed è acuito dalla considerazione che la poligamia sembra vantaggiosa per la donna media e svantaggiosa per l'uomo medio (basta fare un po' di matematica per accorgersene). La monogamia, quindi, sembra un istituto "maschilista", il portato di un contratto sociale stipulato tra uomini, con i "più fortunati" che si accordano con i "meno fortunati". Senza farla lunga, le dinamiche da cui emerge sono le stesse da cui emerge l'uguaglianza politica: la possibilità che i molti esclusi si coalizzino contro i pochi ricchi - e questo è particolarmente facile nel caso di un animale straordinariamente versato nel tessere relazioni sociali - fa giungere ad una mediazione: così come "un uomo, un voto", allo stesso modo "un uomo, una donna".
p.s. anche qui chiedo il visto di Ettore Panella

caleidoscopio delle metafore - nell'antirealismo tutto è metafora

 Siamo pesci inclini a dimenticare l'acqua dove sono immersi. Viviamo la nostra vita agitandoci in un caleidoscopio di metafore, è un universo senza gravità dove oggi il cuore è una "pompa" ma domani nulla impedirebbe che la pompa fosse un "cuore". Non c'è un' àncora da gettare in nessun luogo. Ci proviamo imponendoci dei dogmi che presto si sgretolano. Ci proviamo con la Ragione ma la metafora di mestiere divide l'universo in almeno due livelli originando così i ben noti paradossi dell'autoreferenzialità, cio' pregiudica il fondamento razionale di qualsiasi metafisica. Il loop delle metafore contamina tutto, contamina la matematica (Goedel), contamina l'arte (Escher), contamina la musica (Bach), contamina i cervelli (Hofstadter)... Eppure alla metafora non possiamo rinunciare, ci serve per muoverci, ci serve per avere una mappa, per memorizzare e identificare un "meccanismo complesso" trasformandolo in una "storia" o in una "filastrocca". "Riccardo" è un'ottima metafora di "r" + "i" + "c" + "c" + "a" + "r" + "d" + "o". Grazie ad essa ricordo il mio nome, senza di essa si trasformerebbe in un codice fiscale. Questo compito lo assolve bene, purché la si cambi all'occorrenza: ora utilizzi la metafora scientifica per buttarla al momento opportuno sostituendola con quella religiosa. C'è una mappa per tutte le occasioni. Francamente, vedo poco spazio per infondere "realismo" nella religione ma ce n'è molto per infondere anti-realismo nella scienza.