martedì 13 dicembre 2022

 Il linguaggio artistico è più grezzo o più raffinato di quello naturale?


Almeno sulle apparenze non dovrebbero esserci dubbi: è più grezzo.

E' più impreciso, più vago, più impressionistico, più inadatto per la ricerca di una verità oggettiva. C'è addirittura chi sostiene che sia messo insieme con il materiale di risulta accumulato "scolpendo" nei millenni quella meraviglia che è il linguaggio naturale.

Ma perché allora gli artisti lo privilegiano? Forse perché, in quanto "scarto", è inutile. L'arte non puo' fare a meno dell'inutilità, la sua natura è intimamente legata a quella del lusso. La bellezza è un lusso e la funzionalità la degrada. L'artista si "esibisce" ma non puo' certo esibire l'ordinario. In natura, lusso e bellezza sono praticamente sinonimi. Il lusso non serve a nulla ma è essenziale nelle nostre vite.

Queste brevi osservazioni, suscettibili di approfondimenti ed esemplificazioni, mi sembrano molto convincenti. Eppure, il concetto di "verità" è talmente considerato che chi si occupa d'arte non vuole rinunciarvi, quasi esistesse una doppia verità o comunque una doppia via per giungervi: la via scientifica e quella artistica.

Posso capire il motivo, chi dedica un anno a leggere la Recherche, per esempio, viene infastidito dal pensare di essersi "solo" divertito, preferisce invece pensarsi com qualcuno ora più prossimo alla verità rispetto ad un anno fa. Francamente, non vedo elementi di sostanza per sostenere una simile tesi. I brividi e le forti impressioni ricevute durante la lettura non sono certo indizi in tal senso. E se proprio il provato lettore della Recherche non desidera ridurre tutto a "divertimento", puo' tirare in ballo concetti più nobili come la "realizzazione di sé" o il "significato". Ma, ancora, trovare un senso o realizzarsi non ha un legame diretto con la verità (al limite con la felicità).

Si badi bene che nessuno vuole affermare che la scienza-dura esaurisce la nostra conoscenza, ci sono molte realtà che la scienza non affronta, ma per muoversi in quei territori occorre comunque un linguaggio rigoroso e preciso, per esempio quello della filosofia, o della psicologia, o dell'economia, o della teologia. Quello "grezzo" delle arti non ti porterà molto lontano su questa strada poiché esiste per percorrerne altre.

Meditando i miei autori di riferimento: Kivy, Scruton, Hanson.