giovedì 27 novembre 2014

Critica all' economia

La migliore mette al centro l' innovazione. Il capitalismo è lo sviluppo per innovazione e non per accumulo di capitale.

La presenza dell' innovazione rende ancora più precari i matematismi dell' economia moderna.

L' innovazione sbaraglia i pessimismi classici: Malthus (sovrapopolazione) Ricardo (dominio dei proprietari terrieri) Marx (sfruttamento e salario di sopravvivenza) Marcuse (alienazione).

L' innovazione probabilmente sbaraglierà i pessimismi contemporanei: ambiente, irrazionalità, alienazione, diseguaglianze.

La tesi di Picketty: i soldi escono dai soldi, i ricchi saranno sempre più ricchi e le diseguaglianze si amplieranno. R>g.

Il pessimismo di P. attinge da Malthus, Ricardo e Marx. Tre studiosi di razza ma non proprio tre grandi profeti. Non ne hanno azzeccata una, specie Marx, lo scienziato sociale con il curriculum più fallimentare.

Da meditare: P. sostiene che i ricchi saranno sempre più ricchi ma non che i poveri saranno sempre più poveri. E in effetti il salario dei lavoratori è aumentato del 3000% nei due secoli di capitalismo. Il messaggio di P. è destinato quindi a preoccupare gli invidiosi più che i lavoratori egoisti.

Inoltre la relazione r>g (che esiste da sempre) non sembra collegata con le diseguaglianze, che nella storia vanno e vengono.

Recentemente sono cresciute? Ma molte sono da imputare ai governi, specie quando restringono la possibilità di costruire, oppure quando agevolano la residenza ai petrolieri arabi. Si tratta di misure benemerite, nessuno le critica, ma se ne prenda atto.

Ci sono poi posti al mondo dove la torta della crescita va interamente ai lavoratori, ne cito due: Corea del Nord e Somalia. Vi piacciono?

Purtroppo P. si cura delle diseguaglòianze e non del miglioramento degli ultimi, e così manca di dare una serie di dati essenziali. I salari sono aumentati del 2900% dal 1800 a oggi e l' innovatore incamera in profitti giusto il 2% della ricchezza che crea. Gran parte di questo arricchimento si è realizzato prima degli anni 40, ovvero senza welfare.

P non tiene conto della distruzione creativa e dei passaggi di mano del capitale.

oggi la diseguaglianza più allarmante è quella tra lavoratori: i neo ricchi lavorano 15 ore al giorno! E i compensi dei super manager? Bè, quelli sono lavoratori, solo dotati di grande capitale umano (un elemento completamente trascurato da P).

L' errore decisivo di P.: non tener conto di come risponde l' offerta all' aumento dei prezzi e all' addensarsi della ricchezza. Se un settore è particolarmente profittevole si moltiplicano gli accessi e le innovazioni per creare alternative.

Il concetto di diseguaglianza usato da P è quello illuminista francese. Grave errore non favorire quello scozzese quando la modernità si basa su quell' insegnamento.

Le definizioni di povertà su cui ci si basa sono poco serie e privilegiano il concetto fallato di "povertà relativa" ma questo è solo un modo per confondere le acque.

La distorsione principale di P. è di natura etica: lui non colpisce il capitalismo (che esiste da sempre) ma il liberalismo (libertà + dignità), ovvero una teoria etica che esiste da due secoli e che invita a tollerare le diseguaglianze in nome delle generazioni future.

In P. si reitera l' errore tipico della sinistra: la società è una famiglia. Tuttavia le differenze tra famiglia e società aperta sono enormi.

La lezione che traiamo: la peggiore destra è afflitta da un egoismo insanabile che fa fuori gli altri la migliore sinistra da un egoismo insanabile che fa fuori le generazioni future.