sabato 2 aprile 2016

76 THE POSITIVE ARGUMENT - Anarchy, State, and Utopia by Robert Nozick

76 THE POSITIVE ARGUMENT - Anarchy, State, and Utopia by Robert Nozick - uguaglianzacomedefault andiamotuttinellostessocinemacomedefault? giustificarelepreferenze rawlsegalitarista

THE POSITIVE ARGUMENTRead more at location 4259
Note: 76@@@@@@@@@@@@@@@ Edit
capitalism distribution generally is in accordance with perceived service to others.Read more at location 4292
Note: I TALENTI SONO ARBITRARA? Edit
Often writers state a presumption in favor of equality in a form such as the following: “Differences in treatment of persons need to be justified.”Read more at location 4389
Note: UGUAGLIANZA COME DEFAULT Edit
But if I go to one movie theater rather than to another adjacent to it, need I justify my different treatment of the two theater owners? Isn’t it enough that I felt like going to one of them?Read more at location 4392
Note: DEVO GIUSTIFICARE LE PREFERENZE? Edit
Why must differences between persons be justified?Read more at location 4398
Perhaps here is where social cooperation enters in: though there is no presumption of equality (in, say, primary goods, or things people care about) among all persons, perhaps there is one among persons cooperating together. But it is difficult to see an argument for this;Read more at location 4399
Note: COOPERARE Edit
Here we need only note that the connection argument D forges between not deserving natural assets and some conclusion about distributive shares assumes equality as a normRead more at location 4406
Note: IL MODELLO DI RAWLS È UNA VARIANTE EGALITARISTA

Il moralista arraffone

Se dicessi: “ok, il Cardinal Bertone possiede un attico di 700 mq ma è pur sempre un uomo vincolato dalla castità”, pochi coglierebbero il nesso.
Eppure il nesso è abbastanza evidente: una povertà dovrebbe compensare una ricchezza, una diseguaglianza dovrebbe annullare l’altra.
Molti fedeli abitano delle casette che assomigliano alla cantina del Cardinale (e questo confronto suscita indignazione) ma possono permettersi una moglie (e la cosa dovrebbe attenuare l’indignazione suscitata).
La verginità non è forse una forma di povertà? Ci si priva o no di un bene che non è azzardato definire primario? Sesso, figli, compagnia amorosa... Chi oserebbe minimizzare tutto ciò?
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Registrando il mancato azzeramento dell’indignazione etica della gente, si  potrebbe opinare: forse la prima diseguaglianza non  puo’ essere compensata dalla seconda, il sesso non vale la casa.
Forse è così, ma la mia impressione è che per molti, se non per tutti, non esista alcun effetto compensativo tra le due sperequazioni. Non compensazione insufficiente ma compensazione inesistente! Non solo, e qui viene il bello, tra gli sconcertati per l’attico c’è addirittura chi vede con favore il celibato dei preti rinunciando così a qualsiasi compensazione consolatoria.
Valutando il fenomeno giungiamo alla conclusione ineludibile: non sono le diseguaglianze a provocarci, è solo UNA diseguaglianza a farlo: quella finanziaria. Ci interessa la povertà altrui solo se è povertà di contante da spendere in beni materiali (come le case).
Il mondo è pieno di diseguaglianze, ci sono i belli e i brutti ma nessuno considera un dovere etico dei belli fidanzarsi con i brutti. Perché? Come mai le star di Hollywood sempre impegnate in mille cause non sentono come un impellente dovere morale quello di accompagnarsi a gente brutta?
Semplice: perché nessuno di loro sente la diseguaglianza belli/brutti come una provocazione morale in cui un “colpevole” è in qualche modo tenuto a risarcire una “vittima”.
Perché chi ha vissuto per mezzo secolo in buona salute non sente ad un certo punto l’esigenza di espiantare i propri organi vitali per prolungare almeno di qualche anno la striminzita vita di un malato cronico destinato a morte prematura? Perché nessun partito sente l’esigenza di colmare questo odioso gap con una proposta di legge che imponga l’espianto e fissi un diritto al trapianto?
Semplice: perché nessuno di noi sente come “odioso” questo gap sulla salute fisica. Certo, ci rammarichiamo di chi è destinato a morire prematuramente ma non ci indigniamo se la nostra sarà invece una vita lunga, e men che meno ci sentiamo colpevoli per questo.
Ripeto: l’unica diseguaglianza che ci indigna è quella finanziaria, li sì che qualcuno deve essere "punito" per risarcire qualcun altro affinchè i piatti della bilancia in qualche modo si riequilibrino. Perché? Urge teoria.
La teoria che ho trovato più convincente è questa: il sentimento di indignazione per le diseguaglianze è strumentale alla rapina. Ci serve per trasformare un semplice furto in, diciamo così, “furto con destrezza”. Ci serve per coordinare i ladri quando accerchiano una vittima, così come si coordinano le leonesse nella savana quando cacciano lo gnu.
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In altri termini: quando esistono le condizioni per la rapina sistematica (beni trasferibili e preponderante forza fisica del rapinatore) presto la rapina cesserà di essere vista come tale e si trasformerà in diritto che, se non rispettato, innescherà prediche moralistiche a non finire.
D’altronde, l’azione sociale dell’uomo procede secondo uno schema standard: stabilisce delle regole di convivenza poi cerca di violarle a favore del più “forte” senza comprometterle del tutto.
Esempio. Tizio e Caio stabiliscono delle regole di convivenza che, dopo un certo tempo, rendono ricco Caio e povero Tizio. Ma, essendo Tizio molto più aitante di Caio, come reagirà costui a questo esito imprevisto? Data la sua maggiore prestanza fisica potrebbe andare semplicemente dal gracile Caio e rapinarlo, sarebbe per lui come togliere le caramelle a un bambino, ma questa soluzione presenta degli inconvenienti: una guerra prolungata, una rottura definitiva della collaborazione sociale ecc. Potrebbe invece convincersi di avere diritto a parte delle ricchezze di Caio e poi andare da Caio cercando di convincere anche lui con una predica (e nel frattempo mostrando i suoi muscoli sullo sfondo). Alla lunga il progetto di innestare nei due cervelli una nuova idea di giustizia avrà successo e rimpiazzerà il semplice furto, la cosa in fondo conviene anche a Caio che sostituisce una rapina con una trattativa. Quando dico “alla lunga” intendo centinaia d’anni e forse più, l’interazione di cui parlo non avviene in realtà tra due soggetti ma, all’interno di un gruppo, tra due sottogruppi: si tratta di usare l’arma della cultura per perpetrare un furto. E’ un’operazione complessa che richiede tempo e condizioni favorevoli.
L’idea dell’arraffone che si dedica alla "cultura" e alla predicazione moralistica fa quadrare i conti che restavano in sospeso. Vediamo nel dettaglio.
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Un tempo non si potevano espiantare e trapiantare organi vitali, è per questo che le diseguaglianze nella speranza di vita ci addolorano ma non ci indignano come se fossero ingiustizie; è per questo che noi non consideriamo egoista il cinquantenne che non anticipa di qualche anno la sua morte donando organi vitali al ventenne  in coma.  Oltretutto, i “destinati a morte prematura” non sono mai stati i più “potenti” della società, non sono mai stati nella posizione di rubare quanto serviva loro, e quindi nemmeno nella necessità di sviluppare una cultura che trasformasse quel furto in diritto.
Un brutto, se è abbastanza forte, puo’ stuprare un bello ma puo’ ottenere il suo amore autentico? No, anche per questo noi non abbiamo interiorizzato  un senso del dovere che obblighi le persone belle a fidanzarsi coi brutti. Ma nemmeno consideriamo lo stupro del brutto sul bello alla stregua di un diritto morale o di un risarcimento dovuto: le persone brutte non sono mai state in una così chiara posizione di dominanza sociale da poter sviluppare nella società una cultura etica della condivisione della bellezza! Poiché i brutti non potevano rubare sistematicamente quel che necessitava loro (sesso e amore ) nemmeno hanno potuto, successivamente, trasformare il furto in diritto.
Nelle società moderne, diversamente rispetto al passato, i ricchi sono diventati tali coltivando abilità che prescindono dalla forza bruta, inoltre sono pochi rispetto alla numerosa classe medio/bassa. In questo senso sono “inermi” e alla mercè della massa che potrebbe saccheggiarli in qualsiasi momento, senonché il mero saccheggio comporterebbe un collasso sociale con perdite diffuse e guadagni incerti. Ecco allora l’ambiente ideale per trasformare il saccheggio in diritto e la diseguaglianza finanziaria (solo quella!) in fenomeno che suscita la nostra indignazione morale e la richiesta di redistribuire verso i meno fortunati.

venerdì 1 aprile 2016

The Poor in the US Are Richer than the Middle Class in Much of Europe

https://mises.org/blog/poor-us-are-richer-middle-class-much-europe

How Do Economists Think About Rationality? Tyler Cowen

How Do Economists Think About Rationality? Tyler Cowen
  • Classificazione delle razionalità
  • razionalità strumentale: è razionale chi usa adeguatamente i mezzi a disposizione per perseguire i suoi fini. Postula la massimizzazione della propria utilità, per questo qualcuno la chiama razionalità egoistica anche se nella propria utilità puo' essere ricompresa anche l'utilità di terzi. A livello collettivo la razionalità strumentale diventa utilitarismo. L'utilitarismo poi esiste in varie versioni a seconda dei postulati che completano la teoria. C'è quello cardinale che postula utilità misurabili. Per esempio: poiché A apprezza un euro più di B, allora B è tenuto a pagare un euro ad A. Oppure: l'inquinamento si combatte più razionalmente con le tasse che con le regole, questo perché le regole implicano proibizione mentre le tasse, riflettendo il danno pubblico, autorizzano quei comportamenti che hanno più valore del danno procurato. C' è quello ordinale: poiché la concorrenza scontenta il competitore perdente ma accontenta il competitore vincente e aumenta il benessere del consumatore, la competizione deve essere favorita. C'è infine l'utilitarismo paretiano: se la bellezza fosse solo occasione di invidie imponendo il velo nessuno starebbe peggio e molti starebbero meglio.
  • razionalità transitiva: è razionale chi ha preferenze alle quali è possibile applicare la proprietà transitiva. In altri termini: la razionalità prevede preferenze stabili. Esempio se oggi scelgo il gelato al cioccolato e domani alla vaniglia la mia scelta è irrazionale (se i gusti sono sempre disponibili e io conosco in anticipo il loro sapore).
  • razionalità tautologica: un individuo è sempre razionale, la variabile dipendente sono i fini. Per esempio, chi postula questo genere di razionalità tende a rivalutare pratiche del passato che noi riteniamo barbare: per esempio la tortura, o il sacrificio umano, o la schiavitù. L'uomo non era irrazionale, semplicemente agiva nel modo più razionale a sua disposizione in un contesto differente. Si parla anche di razionalità descrittiva poiché le vicende umane vengono raccontate riconducendole ad un paradigma di comportamento razionale.
  • razionalità bayesiana: un individuo è razionale se aggiorna le sue credenze ad ogni accadimento. In questo senso la razionalità è sempre soggettiva poiché comporta l'esistenza di un a-priori. Il primo atto della scelta razionale è l'intuizione.
  • razionalità dell'invidia: anziché postulare la massimizzazione della propria utilità (razionalità egoistica) mette al centro la propria posizione relativa. Si tratta di un caso particolare della razionalità egoistica ma che di solito viene tralasciato perché la riflessività del sistema complica di brutto i calcoli rendendo inservibili i modelli. la razionalità dell'invidia prevale nei modelli evoluzionistici (in presenza di poche femmine la possibilità di riprodursi del maschio dipende dalla potenza dei suoi mezzi rispetto a quella dei suoi concorrenti e non dalla sua potenza assoluta).
  • razionalità di gruppo: un comportamento è irrazionale se osservato in isolamento ma razionale se osservato in un contesto. Prendi l'altruismo, è irrazionale se osservato in un ambiente dove opera la selezione naturale a livello individuale; ma è razionale se osservato in un ambiente dove opera la selezione naturale a livello di gruppo.
  • razionalità traslata: un individuo è razionale ma solo per l'ambiente in cui si è formato il suo cervello. Qui possono essere fatte rientrare i modelli comportamentistici ecc. In realtà siamo di fronte ad un'irrazionalità convertita.
  • razionalità procedurale: un individuo è razionale se forma i suoi obiettivi in un certo modo e se poi li persegue adeguatamente dati i mezzi a disposizione. Per esempio: la democrazia è un sistema razionale poiché aggrega in modo coerente le preferenze collettive. In questo senso anche l'adozione di certi valori puo' essere o meno razionale a seconda dei passi fatti per giungere a quelle conclusioni. Per esempio, se io non so nulla di un certo fenomeno e raccolgo la testimonianza di una persona mediamente credibile l'atteggiamento razionale è quello di credere.
  • razionalità espressiva: un individuo è razionale se si comporta in modo da realizzarsi (vedi rational irrational). In questo senso è razionale anche chi si ritaglia dei momenti di palese irrazionalità. Perente della razionalità tautologica.
  • razionalità limitata: un individuo è razionale quando arresta i suoi calcoli con l'obbiettivo di perseguire un bene sufficiente. Prendi il caso dello scacchista: quando smettere di pensare e muovere? Chi crede che esista una risposta a questo problema postula l'esistenza di una razionalità limitata (parentela stretta con la razionalità bayesiana).
  • razionalità normativa: la soluzione razionale è importante poiché chi non la persegue è colpevole. In questo senso l'irrazionalità è considerata immorale. E' la razionalità degli utilitaristi, la razionalità come modello ideale.
  • razionalità pragmatica: gli assunti sulla razionalità dell'individuo non sono credibili ma producono i migliori modelli (forse perché gli errori si compensano). Per esempio, Milton Friedman riteneva che considerare i giocatori di biliardo dei geometri consentiva di fare previsioni accurate circa le strategie che adotteranno in partita. In poche parole: quel che conta sono le predizioni e non la veridicità delle ipotesi fatte.
  • razionalità postulata: la si postula a priori allorché non conosciamo la reale natura dei comportamenti osservati. Per esempio, gli operatori di borsa sanno che non si puo' "battere il mercato" in modo sistematico. E' un dato di fatto ma c'è anche un supporto logico: se qualcuno conosce il modo di falo le sue strategie verranno imitate cosicché cesseranno di funzionare. Questo stato di cose viene sintetizatto dicendo che il mercato è efficiente (EMH: Efficient Market Hipotesys) ovvero razionale. Noi sappiamo che la cosa non è vera ma poiché non possiamo formulare una razionalità superiore accettiamo la cosa come vera. 
  • How Do Economists Think About Rationality? Tyler Cowen
  • I. Introduction
  • spell out how working economists approach rationality,
  • I do not survey the enormous literature on the methodology... The writers debate instrumentalism, the use of rhetoric to discuss rationality, whether assumptions need be realistic, and whether economic propositions are, or should be, falsifiable,
  • Philosophers, on the other hand, commonly believe that economic logic focuses on instrumental rationality, as exemplified by a Humean ends-means logic.
  • Philosophers have put forth alternative notions of rationality, including “practical reasoning,”procedural rationality (do our mental processes for forming values make sense?), and expressive rationality (do we have the right ends or values?). From a philosophic perspective, economic rationality is only one
  • see, for instance, Bruce J. Caldwell, Beyond Positivism: Economic Methodology in the Twentieth Century,
  • for this reason economics appears radically incomplete as a "final theory of the world,"
  • In particular, I stress that there is no single, monolithic economic method
  • I explicate modern economic method by searching out and identifying the differences across fields, rather than forcing everything into an account of the underlying unities.
  • We frequently observe some rationality concepts displacing others. The rational expectations assumption gained in prestige in the 1970s and 1980s and now holds a secure foothold. In more recent times it has been challenged by behavioral assumptions
  • II. How might economists be thinking about rationality?
  • 5 tipi
  • DESCRITTIVO: homo economicus tradizionale
  • TRANSITIVO: si richiede solo che le preferenze siano ordinabili (caso speciale di 1)
  • TAUTOLOGICO: il mondo è razionale x definizione, dobbiamo solo spiegarlo. Nessun impegno falsificabile
  • PRAGMATICO: il postulato HE è irreale ma i risultati a cui conduce sono migliori se comparati alle alternative. La razionalità impedisce modeli ad hoc.
  • NORMATIVA: il comportamento razionale è un ideale da xseguire
  • TEORIA DELLE PREFERENZE: ordinalità e tautologia
  • SCELTA RAZIONALE IN CONDIZIONI DI RISCHIO: abbandonata la tautologia emergono comportamenti contraddittori ( vedi Allais). Si apre la via a confutazioni, pragmatismo e normatività)
  • MACRO: razionalità=aspettative razionali. RE postula errori nn correlati. Pragmatismo: gli errori nn spiegano niente. È una razionalità nn tautologica.
  • FINANZA. EMH: nella versione debole nn si nega la presenza di irrazionalità ma ci si limita a dire che nn nn è prevedibile. Nela versione forte si dice che nn è rilevante. EMH appare testabile in entrambi i casi.
  • ECONOMIA DEL LAVORO: il campo + empirico che esista in economia, tutto è testato
  • GIOCHI
  • 1. Description In this view the rationality postulate describes individual behavior and has definite empirical implications. These implications are in principle falsifiable.
  • 2. Transitivity only... Some economists believe that rationality requires only the postulate of transitivity of preference. Transitivity, in this context, stipulates that if A is preferred to B, and B is preferred to C, then A is preferred to C. In other words, preferences can be represented by a global rank ordering.... Note that the transitivity only view can be a special case of the first "descriptive"
  • 3. Tautology Any and all behavior can be described as rational... The rationality postulate therefore involves no substantive commitment to any empirical claims. A strong version of this view postulates that rationality is a useful tautology,
  • 4. Pragmatic, Milton Friedman. or useful organizing category This view rejects foundationalist approaches to rationality. We do not necessarily know exactly what the rationality postulate does or means. Nonetheless economists who use the rationality postulate come up with better work and better ideas than those who do not.
  • 5. Normative Individuals are not always rational, but rationality is an ideal that we should strive to achieve. Economic theory can be used to improve the quality of decision-making.
  • a. Theory of the consumer It concerns how to represent preference orderings, relative price effects, income effects...Strictly ordinal utility theory, under conditions of perfect certainty, typically treats the rationality postulate as a tautology.... Virtually nothing could refute the hypothesis that individual behavior can be described in such terms.....Even observed "intransitivities" can be redescribed as "changing preferences over time."
  • b. Theory of the consumer under uncertainty... The theory of choice under uncertainty started with von Neumann-Morgenstern subjective expected utility theory and since expanded to cover various modifications of that basic approach.... In contrast to the theory under certainty, economists typically do not treat their theories of expected utility as tautologies. To the extent the empirical tests reject the axioms, it is considered grounds for rejecting the theory.... Most notorious in this regard in the so-called "independence axiom."...This axiom is contradicted by the evidence, whether we look at questionnaires or experiments with real dollar prizes....The Allais paradox provides the best known counter to the independence axiom.
  • c. Macroeconomics... most of the important work in macroeconomics over the last thirty years has used the RE assumption. Rationality, for macroeconomists, refers primarily to rationality of expectations... RE means that individuals understand the "true model"... forecasts are scattered around the true variable but with a correct mean. Finally, RE may mean that errors are serially uncorrelated over time.
  • Economists put these assumptions into macroeconomic models for several reasons. First, some economists believe those assumptions are roughly true. A more common view is that they provide a kind of modeling discipline. The view is commonly voiced that "errors can be used to explain anything."
  • Similarly, RE fails tests in the laboratory setting.... Rationality, in the form of RE, is considered testable, both in principle and in reality.
  • d. Theory of finance... Finance concerns the pricing of market securities... EMH comes in many forms, some weaker, others stronger. The weaker versions typically claim that deliberate stock picking does not on average outperform selecting stocks randomly, such as by throwing darts at the financial page. The market already incorporates information
  • Note that the weak version of EMH requires few assumptions about rationality. Many market participants may be grossly irrational or systematically biased in a variety of ways. It must be the case, however, that their irrationalities are unpredictable to the remaining rational investors. If the irrationalities were predictable, rational investors could make systematic extra-normal profits
  • The stronger forms of EMH claim that market prices accurately reflect the fundamental values of corporations and thus cannot be improved upon.
  • So the assumptions about rationality in strong EMH are tricky. Only one person need be rational, but through perfect capital markets, this one person will have decisive weight on market prices.
  • "Behavioral finance" is currently a fad in financial theory, and in the eyes of many it may become the new mainstream.
  • Robert J. Shiller claims that investors overreact to very small pieces of information,
  • e. Empirical labor economics...Empirical labor economists tend to be among the least theoretical of economists, and tend to be the most likely to defer to the data.
  • A hypothesis known as "efficiency wage" theory stresses how higher wages can make workers more productive,
  • Given the difficulty of establishing clear theoretical predictions, labor economists tend to be among the most positivistic of economists. They consider the test to be everything,
  • f. Game theory... In game theory, notions of rationality are highly specific and economists debate the propriety of one notion against another.
  • "dominant strategies." A dominant strategy unambiguously maximizes the individual's return,
  • When we move to game theory, and the world of strategic interdependence, dominant strategies frequently do not exist. The payoff of a given strategy depends on what the individual expects others to do. Often no single strategy yields higher returns for every possible response from others.
  • Nash equilibrium thus represents one attempt of game theory to model the notion of rationality in a game. In more complicated games, game theorists resort to such notions as "subgame perfection," "time consistency," "perfect Bayesian equilibrium," and many others.
  • The simplest way of generating multiple equilibria is to set up coordination game with two possible points of high return. Very large numbers of equilibria arise most easily when we consider trigger and response strategies.
  • g. Experimental economics...Experimental economists test economic propositions in a controlled laboratory setting with real dollar prizes....Virtually every economic assumption about individual behavior has been subject to test in a laboratory setting. Furthermore, virtually all of these assumptions have been falsified.
  • h. Economic imperialism... Some economists argue that the economic method should be extended to many or all of the other social sciences
  • .. Gary Becker's work on the economics of the family is a prototypical example of economic imperialism.
  • I am not aware of a philosophically sophisticated defense of economic imperialism (advocates tend to believe in the primacy of practice), but the following defense might be offered in response to these problems. Rational choice explanations, in the realm of economic imperialism, are most defensible when we think of them as complements to alternative approaches, rather than substitutes.
  • i. Fixed preferences? Some researchers treat the constant preference assumption as part of the core of rationality and the economic approach, especially as applied to other disciplines.... Economists are more likely to accept explanations based on varying preferences across individuals than explanations based on changing preferences for a single individual.
  • Fischer Black invoked changing preferences as a fundamental cause of business cycles.
  • j. Satisficing... The early work of Herbert Simon, Richard Cyert, and James March led to the idea of "satisficing." Satisficing refers to the idea that individuals do not seek the very best outcome, but rather they stop once they find an outcome that is "good enough."
  • k. Computation... Satisficing approaches typically postulate an absolute stopping rule at some point. Computational approaches attempt to derive when an individual will stop calculating, depending on the complexity of the problem at hand. So we can think of computational approaches as providing a kind of microfoundations for satisficing.
  • ..The choice of computational algorithm is not given a priori, but is continually up for grabs.... Critics believe that computational models can generate just about "any" result, depending on the assumptions about what is computable.
  • IV. Concluding remarks
  • Competizione sulla razionalità. A rationality concept, in this regard, is like a market price or a management practice.
  • effective criticism of economics must start with the institutions that produce (and evaluate) economics. Methodological criticisms alone, especially if they focus on rationality, are unlikely to be very persuasive....recognize the strongly plural character of research practice.
continua

What is statistically the most improbable thing that has happened to you?

What is statistically the most improbable thing that has happened to you? - Marginal REVOLUTION:



'via Blog this'


  • Robert H. Frank his forthcoming book "Success and Luck: Good Fortune and the Myth of Meritocracy".  The main point of this book is to illuminate the major role which luck plays in our lives
  • My view is more Straussian than Bob’s: I think we have to believe in a concept of meritocracy whether it is justified or not. (Do note that Bob covers a version of this point in one of his chapters, where he argues that reminding people of their good fortune makes them more generous; I still think society requires strong feelings of desert, and generosity often follows from a kind of false magnanimity about one’s good fortune.) -

75 NATURAL ASSETS AND ARBITRARINESS Anarchy, State, and Utopia by Robert Nozick

75  NATURAL ASSETS AND ARBITRARINESS Anarchy, State, and Utopia by Robert Nozick - tuttoèfortunaeladignità? unalinearischiosa ilrigettodellalibertà
NATURAL ASSETS AND ARBITRARINESSRead more at location 4191
Note: 75@@@@@@@@@@@ Edit
Here we have Rawls’ reason for rejecting a system of natural liberty: it “permits” distributive shares to be improperly influenced by factors that are so arbitrary from a moral point of view. These factors are: “prior distribution . . . of natural talents and abilities as these have been developed over time by social circumstances and such chance contingencies as accident and good fortune.”Read more at location 4208
Note: IL NEMICO DI RAWLS: LA FORTUNA. PER QS RAWLS RIFIUTA LA LIBERTÀ Edit
Notice that there is no mention at all of how persons have chosen to develop their own natural assets.Read more at location 4211
Note: COME SI SFRUTTANO I TALENTI? Edit
Why is that simply left out? Perhaps because such choices also are viewed as being the products of factors outside the person’s control,Read more at location 4212
Note: C È FORTUNA ANCHE QUI Edit
denigrating a person’s autonomy and prime responsibility for his actions is a risky lineRead more at location 4221
Note: UNA LINEA RISCHIOSA CHE NN SI CONIUGA CON LA DIGNITÀ UMANA Edit
especially for a theory that founds so much (including a theory of the good) upon persons’ choices.Read more at location 4222
and rests upon can be made to fit together with the view of human dignityRead more at location 4223
(Rawls’ chart on page 124 listing the conceptions of justice considered in the original position does not include the system of natural liberty.)Read more at location 4229
Note: RAWLS ESCLUDE LA LIBERTÀ Edit
Rawls does not state why persons in the original position who considered the system of natural liberty would reject it.Read more at location 4231
Note: PERCHÈ RIGETTARE LA LIBERTÀ IN P.O.? BOH