martedì 28 ottobre 2014

Wittgenstein e Francesco d' Assisi

Il mondo è fatto a scale, c' è chi scende e c' è chi sale. E poi c' è anche chi si dedica alla "misurazione" di tutto questo andirivieni. Per farlo usa i cosiddetti indici della "mobilità sociale" (MS).
mobilità
Quello di MS è un concetto che gode di buona stampa, non appena la sua presenza viene acclarata si tira tutti un sospiro di sollievo: evviva, siamo una società dinamica!
Sarà che in generale  lo si pensa legata alla "meritocrazia": in una società ad elevata MS puoi emergere. Il self made man, per fare un esempionon potrebbe esistere in assenza di MS.
D' altro canto, l' ereditiera che s' impigrisce pagherebbe cari i suoi ozi se solo abitasse  uno stato ad elevata MS.
In nome della MS, e quindi del merito, siamo disposti a tollerare anche forti diseguaglianze.
Un buon indicatore della MS è fornito dal collegamento tra la posizione sociale del genitore e quella del figlio. La posizione sociale, poi, è approssimata da diverse variabili: c' è chi considera il reddito, chi considera l' istruzione, chi considera la professione e chi considera un mix di tutto cio'.
Quanto più la posizione sociale del figlio è scollegata da quella del padre, tanto più alta sarà la MS.
Le misure convenzionali ci dicono che la MS del mondo moderno è piuttosto elevata, più che in passato. Non sono in molti a sorprendersi, il dinamismo è una peculiarità del nostro tempo.
Inoltre ci dicono che non risulta collegata alle diseguaglianze, semmai è vero il contrario: ci sono società egalitarie - come quelle scandinave - che vantano un' elevata MS. Quest' ultima notizia è già più sorprendente visto che di solito pensiamo agli USA – simbolo di tutte le diseguaglianze - come al paese delle opportunità, oltre che delle diseguaglianza.
Ad un esame più attento ci si accorge però che non tutta la MS catturata dagli indicatori convenzionali è "buona", ovvero in grado di riflettere il tasso di meritocrazia presente nella società. Ci sono diverse lacune che andrebbero colmate.
Prima falla. Facciamo un esempio: se Pinco Palla vince alla lotteria il suo reddito esplode e si scollega da quello del genitore. La MS cresce. Dobbiamo dunque moltiplicare le lotterie per ambire ad una società dinamica?
Ovviamente no. Questo genere di MS non ci dice nulla circa la bontà delle istituzioni.
Seconda falla. Facciamo un altro esempio: Francesco d' Assisi fece una scelta di povertà scollegando così il suo patrimonio da quello del genitore. Dobbiamo dunque incentivare la "scelta francescana" per dare una scossa e rimescolare i redditi?
Con tutta l' ammirazione che possiamo nutrire per la "scelta francescana", sembra improbabile che possa essere presa a modello per una politica economica che dia slancio alla società.
Pinco Palla e Francesco contribuiscono ad accrescere la MS ma la loro storia non ha niente a che vedere con quella del self made man da premiare o con quella della pigra ereditiera da punire.
Non sarebbe allora meglio che gli indicatori della MS tenessero conto di queste falle?
Terza falla. A falsare gli indicatori contribuiscono altre storie legate al trade-off tra ricchezza e scelte di vita. Esempio: se sono nato in una famiglia benestante potrei dedicarmi con maggiore assiduità alle mie passioni personali, per esempio all' arte, la necessità di procacciarmi un reddito non mi perseguita.
Prendiamo la storia di Ludwig Wittgenstein: aveva il pallino della filosofia e potette coltivarlo assiduamente anche grazie al fatto di essere nato in una famiglia ricca. La filosofia, l' insegnamento nelle scuole, la pubblicazione di saggi non sono forse il massimo per monetizzare i propri talenti, ma grazie alle sue condizioni di partenza, Wittgenstein pagò senza problemi il prezzo relativo ad una scelta dettata dalla passione. Altri, forse, non avrebbero potuto permetterselo.
Se noi misuriamo MS in termini di reddito, il caso Wittgenstein farebbe registrare una forte mobilità verso il basso riflettendo una scelta personale più che le reali capacità del soggetto. Anche in questo caso assistiamo ad un divorzio tra meritocrazia e MS.
Come possiamo ripristinare degli indicatori di MS in grado di neutralizzare gli elementi casuali (prima e seconda falla) nonché le scelte personali un po' bizzarre (terza falla)?
Non è poi così difficile, basta raggruppare i soggetti: nel gruppo le casualità e le bizzarrie si elidono.
In altri termini, basta considerare le famiglie anziché i singoli.
Pinco Palla ha vinto la lotteria, ma non penso che la stessa fortuna sia toccata al fratello.
San Francesco fece quello che fece ma non penso che il suo destino eccezionale sia toccato in sorte anche ai suoi congiunti. Per lo meno non a tutti.
Wittgenstein si disinteressò degli affari di famiglia per concentrarsi meglio sui "giochi linguistici", ma probabilmente quel patrimonio fu preso in carico e fatto fruttare da altri familiari.
Un modo per studiare le famiglie consiste nello studiare la sorte dei cognomi.
Il cognome, oltre a "raggruppare", consente di andare molto indietro nel tempo visto che se ne tiene traccia da sempre nei vari registri. L' analisi sul "lungo periodo" è un ulteriore vantaggio offerto dallo studio dei cognomi. Il lungo periodo - al pari del raggruppamento - contribuisce ad "appiattire" caso e bizzarrie.
Misurando gli alti e bassi (reddito, istruzione, professione, ruoli di responsabilità...) di un cognome in un certo luogo possiamo avere un' idea della MS in quel paese. Ma di di una MS finalmente attendibile e libera dalle tre fallacie sopra descritte.
Dagli studi sui cognomi il modello che emerge nella storia è molto semplice: la MS è una costante poco soggetta a variazioni di rilievo nel tempo e nello spazio.

I corollari sono abbastanza sorprendenti, faccio alcuni esempi.
La MS non sembra dunque dipendere dal grado di eguaglianza veicolato dalle istituzioni (ma questo lo dicevano anche le misure convenzionali).
La MS non sembra aumentata molto nel tempo, non è dunque una caratteristica della modernità.
L' avvento della pubblica istruzione sembra non aver scalfito la MS.
Il welfare, anche quello degli stati più generosi, non sembra incidere su MS.
Le politiche meritocratiche mantengono comunque stabile MS di un paese.
Le politiche di emancipazione femminile non hanno favorito la MS verso l' alto della donna.
Le cosiddette "politiche delle pari opportunità", già problematiche da un punto di vista teorico, non sembrano comunque sortire effetti pratici, almeno in termini di MS.
Da un lato l' uomo di sinistra puo' essere contento: le diseguaglianze appaiano tutt' altro che un male necessario (*).
Dall' altro, nemmeno l' uomo di destra si lamenta: i vari sforzi di ingegneria sociale prodotti nella storia si sono rivelati per lo più vani.
L' economista, dal canto suo, è piuttosto sconcertato da quanto poco in questo campo possa un apparato di incentivi ben costruiti.
Forse l' unico a non sorprendersi troppo è il genetista, un tipo antipatico che sghignazza vedendo la faccia degli altri "esperti".
Chi vuole approfondire questi temi puo' leggere l' ultima fatica di Gregory Clark: The Son Also Rises
gregory
(*) Questa osservazione andrebbe attenuata. Puo' darsi che senza diseguaglianze, e quindi senza incentivi, tutti s' impegnerebbero meno mantenendo sì immutata la MS ma diminuendo la ricchezza complessiva prodotta nel paese sotto osservazione.

ADD1. Oltre alla questione degli incentivi c' è poi la questione filosofica: è giusto ripartire i redditi una volta che sia assodato che questi dipendono dai talenti ereditati. Probabilmente la "mia" intelligenza fa parte della mia persona in modo essenziale, difficile giustificare una punizione/premio sulla base di questa fortuna/sfortuna. Lo sport insegna molto su come ci parla il senso comune nel merito: se eventi esterni (arbitro, tempo atmosferico, fenomeni casuali legati al singolo evento...) non condizionano l' esito finale di una gara, noi consideriamo il vincitore come "meritevole" e non come "fortunato", anche se riconoscessimo che il suo talento è comunque un dono di natura.

ADD2. The case against equality of opportunity di Dylan Matthwes
  • Uguaglianza di opportunità UO vs Uguaglianza sostanziale...
  • Con UO avrai sempre gli "ultimi". Che fai? Te ne disinteressi? Il timore è che chi sponsorizza UO desideri anche US contribuendo alla fine a costruire uno stato totalitario...
  • Se invece chi persegue UO si disinteresserà poi degli ultimi, allora UO potrebbe essere bollato come un ideale immorale...
  • La reale UO è un incubo. Come posso pretendere che la giovane ereditiera parta alla pari col nrro del ghetto? Introduco abnormi tasse di successione?…
  • Non è meglio migliorare la condizione degli ultimi piuttosto che assicurarsi che gli ultimi nn siano solo sfortunati? Il fattore fortuna del resto continuerà comunque ad agire incurante dei punti di partenza....
  • Meglio una migliore aristocrazia o una plebe alleviata?
  • UO potrebbe essere contrapposta anche a SO: sufficienti opportunità...
  • L'incubo di UO: molte scelte morali si riflettono sulle opportunità date ai piccoli. Il che richiede l'adozione forzata di un'unica morale, di un'unica scuola e di un esproprio generalizzato della genitorialità...
  • Ma direi che le scelte in generale determinano opportunità differenti. Ci viene richiesto di fondare il paese della scelta unica...
  • Famiglia di musicisti e famiglia di programmatori. Se esiste una vocazione familiare il figlio dei musici avrà meno opportunità di lavoro, il che è un problema per chi sponsoriza UO. Soluzione: anche le vocazioni familiari e le relative scelte vanno corrette dall'esterno...
  • Ci sono molti valori oltre l'uguaglianza e UO li colpisce sistematicamente e  molto più severamente che US...
  • UO richiede che le O future siano conosciute il che è impossibile a meno che si voglia costruire un mondo artificiale, e qui comincia l'incubo...
  • Oggi che sappiamo l'importanza dei geni i sostenitori di UO sono in crisi: nella brain society i loro protetti o ce la fanno anche senza il loro aiuto o nn ce la faranno mai...
  • UO vs basic income...
  • Tanto rumore su UO e poi i numeri sulla mobilità sociale MS sono a dir poco deprimenti. Forse xchè l'obiettivo è troppo ambizioso. O no?...
  • Tesi: nn abbiamo una misura attendibile della MS virtuosa e quindi di UO...
  • In genere si misura MS calcolando la correlazione tra reddito della famiglia di provenienza e reddito dei figli dando per scontato che una correlazione debole sia virtuosa. Mqa una MS misurata in qs termini nn è sempre una buona notizia: c'è molta MS in una società dove la classe media collassa...
  • Anche conteggiare la prob. di ascendere è una misura inutile: se tu sali magari è perché sei fermo ed altri scendono...
  • Il modo migliore di misurare UO: identificare a naso i colli di bottiglia e vedere se nel tempo si sono allargati (es.: possedere un inglese fluente da parte di un immigrato). Ma anche qui: ognuno ha i suoi colli di bottiglia che dipendono dalle ambizioni personali...
  • Occupiamoci degli ultimi: nn facilitiamo il liceo ma la vita ai drop out...
  • UO nn è misurabile: concentriamoci su obiettivi misurabili: il reddito ecc
continua

ADD3. Quando Bolt vince le Olimpiadi e baca la medaglia d'oro tutti noi che guardiamo la TV pensiamo che se la sia davvero meritata. Sappiamo quanto conti il talento nel suo successo, eppure non riusciamo a declassarlo come uno dalla fortuna sfacciata. Eppure quando un filosofo politico come Rawls imposta tutto il suo sistema sulla "lotteria dei talenti" fa proprio questo. Perché una simile distanza tra il senso comune e un raffinato filosofo. Una risposta possibile: Rawls privilegia una concezione platonica dell'anima, il senso comune una concezione aristotelica. Per Platone le anime esistono a prescindere da qualsiasi forma assumano, di conseguenza la forma assunta diventa un'accidente (un colpo di fortuna o sfortuna). Poiché il talento innato è una delle forme assunte dall'anima di Bolt, è normale considerarlo un privilegiato dalla fortuna. Aristotele sponsoirizza invece la posizione immanentista: l'anima non esiste a prescindere dalla realtà ma emerge da essa identificandosi con la forma originaria del soggetto. Con una simile premessa il talento innato di Bolt è Bolt, equivale a Bolt, si identifica essenzialmente con Bolt, non è un accidente. In questo caso è assurdo dire che Bolt è fortunato per il semplice fatto che è metafisicamente inconcepibile l'alternativa di un Bolt sfortunato. La visione aristotelica dell'anima rende filosoficamente inconcepibile la filosofia politica di Rawls.

ADD4.